• È arrivato il nuovo numero de il SUD Milano – Luglio 2025!

    Prima della pausa estiva, torniamo puntuali con un’edizione ricca di contenuti, voci dal territorio e rubriche tutte da scoprire.
    Un saluto speciale a voi lettori, con l’augurio di un’estate serena e rigenerante… ma sempre in buona compagnia: quella della nostra informazione libera, partecipata e radicata nei quartieri del Sud Milano!

    In questo numero:
    Approfondimenti e servizi sui fatti più rilevanti della zona
    Interviste esclusive e storie di impegno civile
    Cultura, teatro, musica e società
    Rubriche dedicate a serie TV, libri e lifestyle

    Buona lettura e buone vacanze da tutta la redazione!

    Scopri l’edizione digitale qui + Numero di Luglio scaricabile in Pdf Home - Il Sud Milano https://www.ilsudmilano.it/

    Seguici anche su Facebook:
    facebook.com/ilSUDMilano

    #ilsudmilano #estate2025 #milano #cultura #territori #cronacalocale #attualità #rubriche #interviste #giornalismoindipendente #freepress #SudMilanoInforma
    📢 È arrivato il nuovo numero de il SUD Milano – Luglio 2025! 📢 Prima della pausa estiva, torniamo puntuali con un’edizione ricca di contenuti, voci dal territorio e rubriche tutte da scoprire. Un saluto speciale a voi lettori, con l’augurio di un’estate serena e rigenerante… ma sempre in buona compagnia: quella della nostra informazione libera, partecipata e radicata nei quartieri del Sud Milano! 🌞🗞️ 👉 In questo numero: ✔️ Approfondimenti e servizi sui fatti più rilevanti della zona ✔️ Interviste esclusive e storie di impegno civile ✔️ Cultura, teatro, musica e società ✔️ Rubriche dedicate a serie TV, libri e lifestyle 📖 Buona lettura e buone vacanze da tutta la redazione! Scopri l’edizione digitale qui + Numero di Luglio scaricabile in Pdf 👉 Home - Il Sud Milano https://www.ilsudmilano.it/ 🔗 Seguici anche su Facebook: facebook.com/ilSUDMilano #ilsudmilano #estate2025 #milano #cultura #territori #cronacalocale #attualità #rubriche #interviste #giornalismoindipendente #freepress #SudMilanoInforma
    Like
    1
    0 Comments 0 Shares 417 Views
  • I PUSHER DI BIG-PHARMA

    Paolo Barnard, cofondatore di "Report" e leggenda del giornalismo d'inchiesta in Italia, nel 2001 confeziona uno dei migliori servizi d'inchiesta italiani sulla salute: i farmaci e tutto il sistema di spaccio, chiamato comparaggio.

    https://t.me/chatmovimentoperleliberta/27249
    I PUSHER DI BIG-PHARMA🔴 Paolo Barnard, cofondatore di "Report" e leggenda del giornalismo d'inchiesta in Italia, nel 2001 confeziona uno dei migliori servizi d'inchiesta italiani sulla salute: i farmaci e tutto il sistema di spaccio, chiamato comparaggio. https://t.me/chatmovimentoperleliberta/27249
    T.ME
    Gisella Gise in CHAT MPL MOVIMENTO PER LE LIBERTÀ - GRUPPO MILANO chat discussione gruppo Milano - comitato Salvaguardia
    I PUSHER DI BIG-PHARMA🔴 Paolo Barnard, cofondatore di "Report" e leggenda del giornalismo d'inchiesta in Italia, nel 2001 confeziona uno dei migliori servizi d'inchiesta italiani sulla salute: i farmaci e tutto il sistema di spaccio, chiamato comparaggio. https://t.me/+UEDfAkwji69QA_xo https://t.me/+ms9a5yz7kwkwMmFi 📍 Qui non è Sanremo ma Free Onda
    Like
    1
    0 Comments 0 Shares 316 Views
  • Stop War on Journalism | Piazza dei Mercanti, Milano
    24 Giugno 2025

    Oggi abbiamo dato voce a un’urgenza che non può più essere ignorata:
    la ricerca della verità come atto politico
    l’attacco sistematico al giornalismo libero, nei conflitti armati e nelle nostre democrazie

    Post completo + reportage:

    https://www.facebook.com/share/p/18q7BwYe5Y/

    #StopWarOnJournalism
    #JulianAssange
    #LibertàDiStampa
    #VeritàEDemocrazia
    #DirittiUmani
    #NoCensura
    #GiornalismoLibero
    #FreedomOfThePress
    #PeaceThroughTruth
    🎥🕊️ Stop War on Journalism | 📍 Piazza dei Mercanti, Milano 🗓️ 24 Giugno 2025 Oggi abbiamo dato voce a un’urgenza che non può più essere ignorata: 🔎 la ricerca della verità come atto politico 📛 l’attacco sistematico al giornalismo libero, nei conflitti armati e nelle nostre democrazie 📷 Post completo + reportage: https://www.facebook.com/share/p/18q7BwYe5Y/ #StopWarOnJournalism #JulianAssange #LibertàDiStampa #VeritàEDemocrazia #DirittiUmani #NoCensura #GiornalismoLibero #FreedomOfThePress #PeaceThroughTruth
    0 Comments 0 Shares 642 Views
  • Marc Innaro, ex corrispondente RAI a Mosca, racconta le nefandezze del giornalismo gestito dal potere. "Mi hanno impedito di intervistare il ministro degli esteri Lavrov..."

    https://youtu.be/3NWXuKejG4A?feature=shared
    Marc Innaro, ex corrispondente RAI a Mosca, racconta le nefandezze del giornalismo gestito dal potere. "Mi hanno impedito di intervistare il ministro degli esteri Lavrov..." https://youtu.be/3NWXuKejG4A?feature=shared
    Like
    1
    0 Comments 0 Shares 315 Views
  • STOP WAR ON JOURNALISM!

    #PardonAssangeNow

    La battaglia non è mai terminata veramente.
    È proprio adesso che la nostra voce si risolleva per difendere valori universali: libertà d'informazione, verità e giustizia.
    Dalla figura di Julian Assange si dipana un filo che tocca ogni angolo del mondo del giornalismo e della comunicazione libera.

    Martedì 24 giugno 2025
    Dalle ore 19.00
    Piazza dei Mercanti, Milano
    Presidio parallelo a Napoli, in Piazza Dante, a cura degli amici di Free Assange Napoli

    Partecipa all’evento su Facebook:
    https://facebook.com/events/s/stop-war-on-journalism-pardona/1891404388065215/

    Il 24 giugno 2024 Julian Assange ha riacquistato la libertà dopo 14 anni di persecuzione.
    Una libertà ottenuta al prezzo di un’ammissione paradossale: essersi "dichiarato colpevole"… di giornalismo.
    Ma la verità non può essere un crimine.

    Il suo caso è solo la punta dell’iceberg di un sistema bellico globale che colpisce per primo la trasparenza e il diritto all'informazione.

    Ne sono prova:

    L’assassinio del fotoreporter italiano Andrea Rocchelli, ucciso da fuoco ucraino.

    Gli oltre 200 giornalisti palestinesi assassinati nel genocidio in corso.

    Unisciti a noi!
    Questa non è solo una commemorazione, ma il proseguimento di un lungo cammino di resistenza e consapevolezza.
    Abbiamo bisogno del contributo di tutte e tutti.
    Facciamoci sentire: per Julian, per il giornalismo, per la verità.

    #FreeAssange
    #StopWarOnJournalism
    #FreedomOfPress
    #GiornalismoNonÈUnCrimine
    #AssangeLibero
    #MilanoPerAssange
    #NoMoreCensorship
    #TruthMatters
    .
    🗞️ STOP WAR ON JOURNALISM! ✊ #PardonAssangeNow 🗣️ La battaglia non è mai terminata veramente. È proprio adesso che la nostra voce si risolleva per difendere valori universali: libertà d'informazione, verità e giustizia. Dalla figura di Julian Assange si dipana un filo che tocca ogni angolo del mondo del giornalismo e della comunicazione libera. 📅 Martedì 24 giugno 2025 🕖 Dalle ore 19.00 📍 Piazza dei Mercanti, Milano 📍 Presidio parallelo a Napoli, in Piazza Dante, a cura degli amici di Free Assange Napoli 🔗 Partecipa all’evento su Facebook: 👉 https://facebook.com/events/s/stop-war-on-journalism-pardona/1891404388065215/ Il 24 giugno 2024 Julian Assange ha riacquistato la libertà dopo 14 anni di persecuzione. Una libertà ottenuta al prezzo di un’ammissione paradossale: essersi "dichiarato colpevole"… di giornalismo. Ma la verità non può essere un crimine. Il suo caso è solo la punta dell’iceberg di un sistema bellico globale che colpisce per primo la trasparenza e il diritto all'informazione. 📸 Ne sono prova: L’assassinio del fotoreporter italiano Andrea Rocchelli, ucciso da fuoco ucraino. Gli oltre 200 giornalisti palestinesi assassinati nel genocidio in corso. ✊ Unisciti a noi! Questa non è solo una commemorazione, ma il proseguimento di un lungo cammino di resistenza e consapevolezza. Abbiamo bisogno del contributo di tutte e tutti. 📢 Facciamoci sentire: per Julian, per il giornalismo, per la verità. 🔖 #FreeAssange #StopWarOnJournalism #FreedomOfPress #GiornalismoNonÈUnCrimine #AssangeLibero #MilanoPerAssange #NoMoreCensorship #TruthMatters .
    0 Comments 0 Shares 2K Views
  • COM'È POSSIBILE CHE NESSUNA TRASMISSIONE D'INCHIESTA PARLI DI GEOINGEGNERIA? UN SILENZIO ASSORDANTE A FRONTE DI UNA PRATICA UFFICIALE. RIFLETTIAMOCI INSIEME!

    Il giornalismo, ammesso sia mai davvero esistito nei crismi leggendari con cui viene raccontato, è morto. Fin qui, nulla di nuovo.

    🔺️Esiste però una nicchia quasi striminzita di trasmissioni o di giornalisti d'inchiesta che, pur in mezzo ad errori ed all'esasperazioni di alcuni temi, riescono ancora a fornire qualche informazione utile.

    Tali trasmissioni si distinguono poiché solite affrontare qualsiasi tema in modo più o meno approfondito. Parliamo di trasmissioni che arrivano a produrre intere puntate su argomenti come 'i coloranti alimentari' oppure 'l'alterazione delle reali origini geografiche dell'uva nella produzione del vino' e roba simile.

    Tutto interessante, nulla quaestio, ma proprio per questo è impossibile non rilevare l'enorme elefante nella stanza.

    🔸️COME PUÒ ESSERE POSSIBILE CHE NESSUNO SI OCCUPI DI GEOINGEGNERIA? Quanto può mai danneggiare la salute umana un colorante alimentare od un'uva proveniente da una regione piuttosto che da un'altra? Ed invece sostanze chimiche e metalli pesanti irrorati nei nostri cieli?

    🔹️La risposta è scontata, imbarazzante. Ed allora PERCHÉ NON SI PARLA DI GEOINGEGNERIA? Affermare che questi giornalisti siano dei servi è, in questo caso, troppo poco, è riduttivo, non basta per spiegare una tale forma di censura sul tema.

    La geoingegneria, una tecnica ormai sdoganata, ormai operativa ed ufficiale in diversi paesi del mondo. COME PUÒ ESSERE CHE NESSUNO SE NE OCCUPI?

    Com'è possibile che pur essendoci dietro a questi progetti ufficiali di geoingegneria gli stessi 'esperti' che non hanno mai negato il fatto che questa ucciderà almeno decine di migliaia di persone (CLICCA QUI E VISIONA) nessuna trasmissione di inchiesta muova un dito per indagare?

    Stanno subendo delle pressioni per tacere? È plausibile...e quindi che credibilità possono avere quando denunciano di altri temi?

    ☄Il silenzio è forse di natura "ideologica"? Hanno negato così forte e per così tanti anni che preferiscono nascondere l'intero argomento ai popoli pur di non dover ammettere che ad avere ragione, come di consueto, eravamo noi? E quindi che credibilità possono avere se il motivo di un tale silenzio fosse questo?

    ❄Qualcuno teme forse che, parlare dei rischi della geoingegneria, possa condizionare il cavallo di battaglia politico dei 'cambiamenti climatici di origine antropica'? E dunque? Vale così poco per questi pseudogiornalisti la verità? Vale così poco la salute dei popoli, la loro stessa salute, la salute dei loro figli e dei loro cari?

    È tutto ufficiale. La geoingegneria, le scie chimiche ed i disastri che ne sono sempre conseguiti, in termini di salute pubblica e di catastrofi ambientali, esistono e sono sempre stati coperti da segreto militare ed un apparato mediatico ed istituzionale colluso.

    🌪Fareste bene a smettere di mentire e di nascondere la verità. Se vi resta una punta di coglioni, professionale parlando, usatela per esporre questo tema prima che la verità che avanza inesorabile vi travolga senza appello.

    Approfondimenti a seguito, visionali tutti, è importante esserne informati.

    UCCIDEREMO DECINE DI MIGLIAIA DI PERSONE CON LA GEOINGEGNERIA, MA SPERIAMO DI SALVARNE DI PIÙ DI QUELLE CHE AMMAZZIAMO. NEL REGNO UNITO PUNTANO SULLA GEOINGEGNERIA PER RIDURRE IL RISCALDAMENTO GLOBALE
    t.me/ugofuoco/5126

    ACIDO SOLFORICO NELL'ATMOSFERA IRRORATO ATTRAVERSO LA GEOINGEGNERIA, UCCIDERÀ MILIONI DI PERSONE MA MITIGHEREMO IL RISCALDAMENTO GLOBALE. PROF. DAVID KEITH
    t.me/ugofuoco/4648

    IL PRIMO MILITARE AL MONDO AD AVER IMPIEGATO UFFICIALMENTE LA GEOINGEGNERIA COME ARMA. "CON URAGANI E TEMPESTE POTEVAMO FARE QUEL CHE VOLESSIMO"
    t.me/ugofuoco/4624

    2025, GUERRA CLIMATICA. PROVOCHERANNO ALLUVIONI PER DISTRUGGERE POPOLI E PAESI. 8 PERSONE POSSIEDONO IL 50% DELLE RICCHEZZE DEL MONDO E VOGLIONO RIDURRE POPOLAZIONE. GIULIETTO CHIESA, 2018
    t.me/ugofuoco/4617

    CONDIVIDIAMO OVUNQUE

    Unisciti al canale t.me/ugofuoco
    🔴💣COM'È POSSIBILE CHE NESSUNA TRASMISSIONE D'INCHIESTA PARLI DI GEOINGEGNERIA? UN SILENZIO ASSORDANTE A FRONTE DI UNA PRATICA UFFICIALE. RIFLETTIAMOCI INSIEME! 🔥Il giornalismo, ammesso sia mai davvero esistito nei crismi leggendari con cui viene raccontato, è morto. Fin qui, nulla di nuovo. 🔺️Esiste però una nicchia quasi striminzita di trasmissioni o di giornalisti d'inchiesta che, pur in mezzo ad errori ed all'esasperazioni di alcuni temi, riescono ancora a fornire qualche informazione utile. ⚡Tali trasmissioni si distinguono poiché solite affrontare qualsiasi tema in modo più o meno approfondito. Parliamo di trasmissioni che arrivano a produrre intere puntate su argomenti come 'i coloranti alimentari' oppure 'l'alterazione delle reali origini geografiche dell'uva nella produzione del vino' e roba simile. 🔻Tutto interessante, nulla quaestio, ma proprio per questo è impossibile non rilevare l'enorme elefante nella stanza. 🔸️COME PUÒ ESSERE POSSIBILE CHE NESSUNO SI OCCUPI DI GEOINGEGNERIA? Quanto può mai danneggiare la salute umana un colorante alimentare od un'uva proveniente da una regione piuttosto che da un'altra? Ed invece sostanze chimiche e metalli pesanti irrorati nei nostri cieli? 🔹️La risposta è scontata, imbarazzante. Ed allora PERCHÉ NON SI PARLA DI GEOINGEGNERIA? Affermare che questi giornalisti siano dei servi è, in questo caso, troppo poco, è riduttivo, non basta per spiegare una tale forma di censura sul tema. ▫️La geoingegneria, una tecnica ormai sdoganata, ormai operativa ed ufficiale in diversi paesi del mondo. COME PUÒ ESSERE CHE NESSUNO SE NE OCCUPI? 🚩Com'è possibile che pur essendoci dietro a questi progetti ufficiali di geoingegneria gli stessi 'esperti' che non hanno mai negato il fatto che questa ucciderà almeno decine di migliaia di persone (CLICCA QUI E VISIONA) nessuna trasmissione di inchiesta muova un dito per indagare? 🏴Stanno subendo delle pressioni per tacere? È plausibile...e quindi che credibilità possono avere quando denunciano di altri temi? ☄Il silenzio è forse di natura "ideologica"? Hanno negato così forte e per così tanti anni che preferiscono nascondere l'intero argomento ai popoli pur di non dover ammettere che ad avere ragione, come di consueto, eravamo noi? E quindi che credibilità possono avere se il motivo di un tale silenzio fosse questo? ❄Qualcuno teme forse che, parlare dei rischi della geoingegneria, possa condizionare il cavallo di battaglia politico dei 'cambiamenti climatici di origine antropica'? E dunque? Vale così poco per questi pseudogiornalisti la verità? Vale così poco la salute dei popoli, la loro stessa salute, la salute dei loro figli e dei loro cari? 🌊È tutto ufficiale. La geoingegneria, le scie chimiche ed i disastri che ne sono sempre conseguiti, in termini di salute pubblica e di catastrofi ambientali, esistono e sono sempre stati coperti da segreto militare ed un apparato mediatico ed istituzionale colluso. 🌪Fareste bene a smettere di mentire e di nascondere la verità. Se vi resta una punta di coglioni, professionale parlando, usatela per esporre questo tema prima che la verità che avanza inesorabile vi travolga senza appello. ▪️Approfondimenti a seguito, visionali tutti, è importante esserne informati. ⚠️UCCIDEREMO DECINE DI MIGLIAIA DI PERSONE CON LA GEOINGEGNERIA, MA SPERIAMO DI SALVARNE DI PIÙ DI QUELLE CHE AMMAZZIAMO. NEL REGNO UNITO PUNTANO SULLA GEOINGEGNERIA PER RIDURRE IL RISCALDAMENTO GLOBALE ➡️ t.me/ugofuoco/5126 ⚠️ACIDO SOLFORICO NELL'ATMOSFERA IRRORATO ATTRAVERSO LA GEOINGEGNERIA, UCCIDERÀ MILIONI DI PERSONE MA MITIGHEREMO IL RISCALDAMENTO GLOBALE. PROF. DAVID KEITH ➡️ t.me/ugofuoco/4648 ⚠️IL PRIMO MILITARE AL MONDO AD AVER IMPIEGATO UFFICIALMENTE LA GEOINGEGNERIA COME ARMA. "CON URAGANI E TEMPESTE POTEVAMO FARE QUEL CHE VOLESSIMO" ➡️ t.me/ugofuoco/4624 ⚠️2025, GUERRA CLIMATICA. PROVOCHERANNO ALLUVIONI PER DISTRUGGERE POPOLI E PAESI. 8 PERSONE POSSIEDONO IL 50% DELLE RICCHEZZE DEL MONDO E VOGLIONO RIDURRE POPOLAZIONE. GIULIETTO CHIESA, 2018 ➡️ t.me/ugofuoco/4617 ✅CONDIVIDIAMO OVUNQUE 🔗Unisciti al canale t.me/ugofuoco
    Angry
    1
    0 Comments 0 Shares 3K Views
  • LIBERTÀ DI STAMPA: fake o farsa?


    Anche oggi è una di quelle giornate mondiali che spuntano sul calendario come i funghi: “oggi pensiamo a questa cosa importante, domani ce ne dimentichiamo”. Ma stavolta, neanche la fatica di far finta. La Giornata Mondiale della Libertà di Stampa fa già ridere di suo — o meglio, fa piangere.

    Ma tranquilli: il popolo italico si beve tutto come sempre, fa spallucce e rispolvera la sua qualità più grande: l’adattamento all’assurdo.
    Che poi, diciamolo chiaramente: come si fa a festeggiare oggi qualcosa che non esiste?
    Sì, proprio oggi celebriamo quella giornata istituita dalle Nazioni Unite nel lontano 1993 per ribadire quanto la libertà di stampa sia fondamentale e vada protetta dai governi. Ah sì? E con quali prove a sostegno, scusate?
    NESSUNA. Solo dati che sputtanano (scusate il francesismo) questa favola da calendario.

    A parlare, infatti, è la classifica annuale di Reporters sans frontières e lo fa senza mezze misure: l’Italia è il Paese peggiore dell’Europa occidentale per libertà di stampa, scesa dal 46° al 49° posto. Bravi tutti.

    Il report parla chiaro: mafia, gruppi estremisti, minacce, violenze, pressioni politiche. Ah, e ciliegina sulla torta: la famigerata “legge bavaglio”, che blocca la pubblicazione delle intercettazioni. Un capolavoro di oscurantismo, giustificato dalla tutela della privacy.
    Nel frattempo, i giornalisti subiscono cause civili pretestuose, intimidazioni legali, e chi prova a informare viene zittito — a volte con gli avvocati, a volte con la paura. Il diritto a sapere? Optional.

    E no, non pensiate che fuori dai confini vada meglio: la libertà di stampa nel mondo è ai minimi storici. Secondo RSF, oltre la metà della popolazione mondiale vive in Paesi con una situazione “molto grave”.
    Chiudono la classifica: Corea del Nord, Cina, Eritrea. Ma anche gli Stati Uniti sono in discesa libera: dal 55° al 57°, con un clima sempre più tossico. Europa? Ancora il continente meno peggio, ma con tante crepe.
    Solo 7 Paesi su 180 hanno una situazione “buona”. In testa la Norvegia (solita imbattibile), seguita da Estonia e Paesi Bassi. Intanto il Regno Unito è al 20°, la Germania retrocede a causa dell’estrema destra e la Francia si fa superare da Taiwan e Trinidad & Tobago.

    E noi che facciamo?
    Siamo qui a sventolare bandierine in nome della libertà mentre la stampa muore tra tagli, pressioni editoriali, mancanza di fondi, precarietà e silenzi. La verità è che il giornalismo libero non fa comodo a nessuno: né ai governi, né alle lobby, né alle piattaforme social che moderano, cancellano e manipolano a piacere.
    E ora arriva anche il Ddl Sicurezza: manifestare? Nemmeno in silenzio. Scrivere? Solo se non dai fastidio. Parlare? Fino a quando non urta la sensibilità del potere.
    Allora sapete che vi dico?

    Torniamo a fare giornalismo vero, quello scomodo, quello rotocalco ciclostilato nei garage, quello dei leaflet porta a porta, quello che dava fastidio e per questo aveva senso.

    Questa è la nostra resistenza.
    La nostra libertà non è un hashtag. È una lotta.

    #WorldPressFreedomDay #LibertàDiStampa #FakeOrFarsa #Censura #Bavaglio #InformazioneIndipendente #GiornalismoLibero #RSF2025 #DirittoDiSapere #PressFreedom #Italia49esima #ZittiMaLiberi #SatiraSociale #vocealsilenzio
    LIBERTÀ DI STAMPA: fake o farsa? 🗞️🤐🎭 Anche oggi è una di quelle giornate mondiali che spuntano sul calendario come i funghi: “oggi pensiamo a questa cosa importante, domani ce ne dimentichiamo”. Ma stavolta, neanche la fatica di far finta. La Giornata Mondiale della Libertà di Stampa fa già ridere di suo — o meglio, fa piangere. Ma tranquilli: il popolo italico si beve tutto come sempre, fa spallucce e rispolvera la sua qualità più grande: l’adattamento all’assurdo. Che poi, diciamolo chiaramente: come si fa a festeggiare oggi qualcosa che non esiste? Sì, proprio oggi celebriamo quella giornata istituita dalle Nazioni Unite nel lontano 1993 per ribadire quanto la libertà di stampa sia fondamentale e vada protetta dai governi. Ah sì? E con quali prove a sostegno, scusate? NESSUNA. Solo dati che sputtanano (scusate il francesismo) questa favola da calendario. A parlare, infatti, è la classifica annuale di Reporters sans frontières e lo fa senza mezze misure: l’Italia è il Paese peggiore dell’Europa occidentale per libertà di stampa, scesa dal 46° al 49° posto. Bravi tutti. Il report parla chiaro: mafia, gruppi estremisti, minacce, violenze, pressioni politiche. Ah, e ciliegina sulla torta: la famigerata “legge bavaglio”, che blocca la pubblicazione delle intercettazioni. Un capolavoro di oscurantismo, giustificato dalla tutela della privacy. Nel frattempo, i giornalisti subiscono cause civili pretestuose, intimidazioni legali, e chi prova a informare viene zittito — a volte con gli avvocati, a volte con la paura. Il diritto a sapere? Optional. E no, non pensiate che fuori dai confini vada meglio: la libertà di stampa nel mondo è ai minimi storici. Secondo RSF, oltre la metà della popolazione mondiale vive in Paesi con una situazione “molto grave”. Chiudono la classifica: Corea del Nord, Cina, Eritrea. Ma anche gli Stati Uniti sono in discesa libera: dal 55° al 57°, con un clima sempre più tossico. Europa? Ancora il continente meno peggio, ma con tante crepe. Solo 7 Paesi su 180 hanno una situazione “buona”. In testa la Norvegia (solita imbattibile), seguita da Estonia e Paesi Bassi. Intanto il Regno Unito è al 20°, la Germania retrocede a causa dell’estrema destra e la Francia si fa superare da Taiwan e Trinidad & Tobago. E noi che facciamo? Siamo qui a sventolare bandierine in nome della libertà mentre la stampa muore tra tagli, pressioni editoriali, mancanza di fondi, precarietà e silenzi. La verità è che il giornalismo libero non fa comodo a nessuno: né ai governi, né alle lobby, né alle piattaforme social che moderano, cancellano e manipolano a piacere. E ora arriva anche il Ddl Sicurezza: manifestare? Nemmeno in silenzio. Scrivere? Solo se non dai fastidio. Parlare? Fino a quando non urta la sensibilità del potere. Allora sapete che vi dico? 💪👉 Torniamo a fare giornalismo vero, quello scomodo, quello rotocalco ciclostilato nei garage, quello dei leaflet porta a porta, quello che dava fastidio e per questo aveva senso. Questa è la nostra resistenza. La nostra libertà non è un hashtag. È una lotta. #WorldPressFreedomDay #LibertàDiStampa #FakeOrFarsa #Censura #Bavaglio #InformazioneIndipendente #GiornalismoLibero #RSF2025 #DirittoDiSapere #PressFreedom #Italia49esima #ZittiMaLiberi #SatiraSociale #vocealsilenzio
    0 Comments 0 Shares 14K Views
  • Italia e la libertà di stampa: un declino che preoccupa

    Il nuovo rapporto annuale di Reporters sans frontières (RSF) fotografa una realtà allarmante: la libertà di stampa nel mondo è al “minimo storico” e l’Italia scivola al 49esimo posto, il peggiore dell’Europa occidentale, perdendo tre posizioni rispetto all’anno precedente.
    Un dato che non sorprende chi segue da tempo le dinamiche del nostro Paese, ma che dovrebbe comunque indignare e preoccupare ogni cittadino consapevole del ruolo cruciale dell’informazione in una democrazia.

    I motivi della retrocessione

    Secondo RSF, le minacce alla libertà di stampa in Italia sono molteplici e strutturali:
    • Le organizzazioni mafiose, soprattutto nel Sud, continuano a intimidire e condizionare i giornalisti.
    • Gruppi estremisti compiono atti di violenza contro chi fa informazione.
    • La classe politica tenta di ostacolare la libera informazione, in particolare sulle inchieste giudiziarie, attraverso la cosiddetta “legge bavaglio” che limita la pubblicazione delle intercettazioni.
    • Proliferano le azioni legali strumentali (le cosiddette “querele temerarie”) per intimidire, imbavagliare o punire chi cerca di raccontare fatti di interesse pubblico.

    Un quadro internazionale cupo, ma l’Italia spicca in negativo

    La situazione globale è grave: oltre metà della popolazione mondiale vive in Paesi dove la stampa è sotto attacco. In fondo alla classifica troviamo regimi notoriamente autoritari come Cina, Corea del Nord ed Eritrea. Tuttavia, l’Italia, pur restando formalmente una democrazia, mostra segnali preoccupanti di deriva autoritaria proprio nel modo in cui tratta l’informazione e chi la produce.

    La deriva autoritaria: segnali da non sottovalutare

    Il progressivo restringimento degli spazi di libertà per la stampa è un indicatore chiave della salute democratica di un Paese. In Italia, il tentativo di limitare la pubblicazione delle intercettazioni, la pressione giudiziaria sui giornalisti e la violenza – fisica e verbale – contro chi esercita il diritto di cronaca, sono segnali inequivocabili di una deriva autoritaria.
    Non si tratta di semplici “incidenti di percorso”, ma di una strategia sistematica volta a ridurre la capacità dei media di svolgere il loro ruolo di controllo del potere.
    “Il giornalismo indipendente è una spina nel fianco degli autocrati”, ricorda la direttrice generale di RSF Anja Osterhaus.
    Se i media sono finanziariamente in difficoltà e sotto pressione politica e giudiziaria, chi smaschererà disinformazione e propaganda?

    Cosa resta della democrazia senza una stampa libera?

    La libertà di stampa non è un lusso, ma il fondamento di ogni democrazia reale. Senza la possibilità per i giornalisti di indagare, raccontare e criticare senza timori di ritorsioni, la democrazia si svuota di significato e diventa una mera facciata. La discesa dell’Italia nella classifica RSF non è solo un dato statistico: è il sintomo di una malattia profonda che rischia di uccidere quel poco di democrazia che ancora ci resta.

    Conclusione

    Davanti a questi dati, non basta indignarsi: serve una presa di coscienza collettiva e una mobilitazione concreta per difendere la libertà di stampa. Perché dove muore l’informazione, muore anche la democrazia. E la deriva autoritaria, oggi, non è più solo una minaccia lontana, ma una realtà che avanza silenziosa, giorno dopo giorno, anche in Italia.

    COMMENTO all'ARTICOLO uscito oggi:
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/02/nel-mondo-la-liberta-di-stampa-e-al-minimo-storico-litalia-scende-al-49esimo-posto-il-report-di-rsf/7972129
    Italia e la libertà di stampa: un declino che preoccupa Il nuovo rapporto annuale di Reporters sans frontières (RSF) fotografa una realtà allarmante: la libertà di stampa nel mondo è al “minimo storico” e l’Italia scivola al 49esimo posto, il peggiore dell’Europa occidentale, perdendo tre posizioni rispetto all’anno precedente. Un dato che non sorprende chi segue da tempo le dinamiche del nostro Paese, ma che dovrebbe comunque indignare e preoccupare ogni cittadino consapevole del ruolo cruciale dell’informazione in una democrazia. I motivi della retrocessione Secondo RSF, le minacce alla libertà di stampa in Italia sono molteplici e strutturali: • Le organizzazioni mafiose, soprattutto nel Sud, continuano a intimidire e condizionare i giornalisti. • Gruppi estremisti compiono atti di violenza contro chi fa informazione. • La classe politica tenta di ostacolare la libera informazione, in particolare sulle inchieste giudiziarie, attraverso la cosiddetta “legge bavaglio” che limita la pubblicazione delle intercettazioni. • Proliferano le azioni legali strumentali (le cosiddette “querele temerarie”) per intimidire, imbavagliare o punire chi cerca di raccontare fatti di interesse pubblico. Un quadro internazionale cupo, ma l’Italia spicca in negativo La situazione globale è grave: oltre metà della popolazione mondiale vive in Paesi dove la stampa è sotto attacco. In fondo alla classifica troviamo regimi notoriamente autoritari come Cina, Corea del Nord ed Eritrea. Tuttavia, l’Italia, pur restando formalmente una democrazia, mostra segnali preoccupanti di deriva autoritaria proprio nel modo in cui tratta l’informazione e chi la produce. La deriva autoritaria: segnali da non sottovalutare Il progressivo restringimento degli spazi di libertà per la stampa è un indicatore chiave della salute democratica di un Paese. In Italia, il tentativo di limitare la pubblicazione delle intercettazioni, la pressione giudiziaria sui giornalisti e la violenza – fisica e verbale – contro chi esercita il diritto di cronaca, sono segnali inequivocabili di una deriva autoritaria. Non si tratta di semplici “incidenti di percorso”, ma di una strategia sistematica volta a ridurre la capacità dei media di svolgere il loro ruolo di controllo del potere. “Il giornalismo indipendente è una spina nel fianco degli autocrati”, ricorda la direttrice generale di RSF Anja Osterhaus. Se i media sono finanziariamente in difficoltà e sotto pressione politica e giudiziaria, chi smaschererà disinformazione e propaganda? Cosa resta della democrazia senza una stampa libera? La libertà di stampa non è un lusso, ma il fondamento di ogni democrazia reale. Senza la possibilità per i giornalisti di indagare, raccontare e criticare senza timori di ritorsioni, la democrazia si svuota di significato e diventa una mera facciata. La discesa dell’Italia nella classifica RSF non è solo un dato statistico: è il sintomo di una malattia profonda che rischia di uccidere quel poco di democrazia che ancora ci resta. Conclusione Davanti a questi dati, non basta indignarsi: serve una presa di coscienza collettiva e una mobilitazione concreta per difendere la libertà di stampa. Perché dove muore l’informazione, muore anche la democrazia. E la deriva autoritaria, oggi, non è più solo una minaccia lontana, ma una realtà che avanza silenziosa, giorno dopo giorno, anche in Italia. COMMENTO all'ARTICOLO uscito oggi: https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/02/nel-mondo-la-liberta-di-stampa-e-al-minimo-storico-litalia-scende-al-49esimo-posto-il-report-di-rsf/7972129
    WWW.ILFATTOQUOTIDIANO.IT
    Nel mondo la libertà di stampa è al "minimo storico", l'Italia scende al 49esimo posto. Il report di Rsf - Il Fatto Quotidiano
    Siamo il Paese peggiore dell’Europa occidentale, scesi di ben tre posti (dal 46esimo al 49esimo) nella classifica generale. Passano gli anni e i numeri di Reporters sans frontières che riguardano la libertà di stampa per l’Italia, ma non solo, sono sempre più impietosi. Proprio alla vigilia della Giornata internazionale per la libertà di stampa, l’organizzazione …
    Angry
    1
    0 Comments 0 Shares 5K Views
  • Ma va? Non ce n'eravamo accorti? SI VUOLE ASSASSINARE la DEMOCRAZIA o quel POCO che NE RIMANE!

    Nel mondo la libertà di stampa è al "minimo storico", l'Italia scende al 49esimo posto. Il report di Rsf - Il Fatto Quotidiano
    Siamo il Paese peggiore dell’Europa occidentale, scesi di ben tre posti (dal 46esimo al 49esimo) nella classifica generale. Passano gli anni e i numeri di Reporters sans frontières che riguardano la libertà di stampa per l’Italia, ma non solo, sono sempre più impietosi. Proprio alla vigilia della Giornata internazionale per la libertà di stampa, l’organizzazione …

    Siamo il Paese peggiore dell’Europa occidentale, scesi di ben tre posti (dal 46esimo al 49esimo) nella classifica generale. Passano gli anni e i numeri di Reporters sans frontières che riguardano la libertà di stampa per l’Italia, ma non solo, sono sempre più impietosi. Proprio alla vigilia della Giornata internazionale per la libertà di stampa, l’organizzazione no profit anticipa i risultati del suo report annuale (basato su cinque categorie: politica, diritti, economia, socio-cultura e sicurezza) e, a proposito del nostro Paese, scrive: “La libertà di stampa in Italia continua a essere minacciata dalle organizzazioni mafiose, in particolare nel sud del Paese, nonché da vari gruppi estremisti che commettono atti di violenza. I giornalisti lamentano anche il tentativo della classe politica di ostacolare la libera informazione in materia giudiziaria attraverso una ‘legge bavaglio‘ – quella che impedisce la pubblicazione delle intercettazioni, ndr – che si aggiunge alla prassi di azioni legali intentate per intimidire, imbavagliare o punire coloro che cercano di partecipare e di esprimersi su questioni di interesse pubblico”.

    Non è, però, che al resto del mondo vada molto meglio. “La situazione della libertà di stampa globale nel 2025 è ai minimi storici – spiega l’organizzazione nella sua analisi –. Più di metà della popolazione mondiale vive in Paesi con una situazione molto grave”. In fondo alla classifica ci sono Cina, Corea del Nord ed Eritrea, che si collocano rispettivamente alla 178ma, 179ma e 180ma posizione. Male anche gli Stati Uniti, e già nei mesi prima del ritorno del tycoon: passano dal 55mo al 57mo posto con “il primo significativo e prolungato declino della libertà di stampa nella storia moderna, mentre il ritorno di Donald Trump alla presidenza sta aggravando notevolmente la situazione”.

    L’Europa rimane ancora il posto del mondo in cui i giornalisti possono fare informazione con maggiore libertà: nel nostro continente troviamo sette Paesi (sui 180) in cui la situazione è “buona”.

    A guidare la classifica mondiale c’è infatti la Norvegia, primato che si rinnova, seguita da Estonia e Paesi Bassi. Il Regno Unito si piazza ventesimo, surclassato – ed è la sorpresa – da Trinidad e Tobago, la Francia segue Taiwan al 25esimo posto. Ci sono poi delle retrocessioni ancora più eclatanti: la Germania, lo scorso anno al decimo posto, è finita undicesima a causa del “clima di lavoro sempre più ostile per i professionisti dei media in Germania, in particolare a causa degli attacchi dell’estrema destra”. Nel 2024, scrive Rsf, i giornalisti tedeschi che hanno avuto a che fare con ambienti di estrema destra e partiti come Alternativa per la Germania sono stati nuovamente a rischio, denunciando minacce, insulti e timore di violenza fisica. Anche in termini editoriali, la Germania è stata criticata, con il rapporto che indica “numerosi casi documentati in cui i professionisti dei media hanno segnalato ostacoli sproporzionatamente elevati nel riportare informazioni sul conflitto in Medio Oriente”.

    In generale, per la libertà di stampa in tutto il mondo non è un buon momento: “Oltre a una situazione di sicurezza fragile e al crescente autoritarismo, la pressione economica in particolare sta causando problemi ai media di tutto il mondo”, ha affermato Reporters Sans Frontieres. Come sottolinea la direttrice generale Anja Osterhaus, “il giornalismo indipendente è una spina nel fianco degli autocrati”, ma “se i media sono finanziariamente in difficoltà, chi smaschererà disinformazione, disinformazione e propaganda? Oltre alla nostra lotta quotidiana per la sicurezza dei giornalisti, ci impegniamo quindi anche a rafforzare le basi economiche del giornalismo”.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/02/nel-mondo-la-liberta-di-stampa-e-al-minimo-storico-litalia-scende-al-49esimo-posto-il-report-di-rsf/7972129/
    Ma va? Non ce n'eravamo accorti? SI VUOLE ASSASSINARE la DEMOCRAZIA o quel POCO che NE RIMANE! Nel mondo la libertà di stampa è al "minimo storico", l'Italia scende al 49esimo posto. Il report di Rsf - Il Fatto Quotidiano Siamo il Paese peggiore dell’Europa occidentale, scesi di ben tre posti (dal 46esimo al 49esimo) nella classifica generale. Passano gli anni e i numeri di Reporters sans frontières che riguardano la libertà di stampa per l’Italia, ma non solo, sono sempre più impietosi. Proprio alla vigilia della Giornata internazionale per la libertà di stampa, l’organizzazione … Siamo il Paese peggiore dell’Europa occidentale, scesi di ben tre posti (dal 46esimo al 49esimo) nella classifica generale. Passano gli anni e i numeri di Reporters sans frontières che riguardano la libertà di stampa per l’Italia, ma non solo, sono sempre più impietosi. Proprio alla vigilia della Giornata internazionale per la libertà di stampa, l’organizzazione no profit anticipa i risultati del suo report annuale (basato su cinque categorie: politica, diritti, economia, socio-cultura e sicurezza) e, a proposito del nostro Paese, scrive: “La libertà di stampa in Italia continua a essere minacciata dalle organizzazioni mafiose, in particolare nel sud del Paese, nonché da vari gruppi estremisti che commettono atti di violenza. I giornalisti lamentano anche il tentativo della classe politica di ostacolare la libera informazione in materia giudiziaria attraverso una ‘legge bavaglio‘ – quella che impedisce la pubblicazione delle intercettazioni, ndr – che si aggiunge alla prassi di azioni legali intentate per intimidire, imbavagliare o punire coloro che cercano di partecipare e di esprimersi su questioni di interesse pubblico”. Non è, però, che al resto del mondo vada molto meglio. “La situazione della libertà di stampa globale nel 2025 è ai minimi storici – spiega l’organizzazione nella sua analisi –. Più di metà della popolazione mondiale vive in Paesi con una situazione molto grave”. In fondo alla classifica ci sono Cina, Corea del Nord ed Eritrea, che si collocano rispettivamente alla 178ma, 179ma e 180ma posizione. Male anche gli Stati Uniti, e già nei mesi prima del ritorno del tycoon: passano dal 55mo al 57mo posto con “il primo significativo e prolungato declino della libertà di stampa nella storia moderna, mentre il ritorno di Donald Trump alla presidenza sta aggravando notevolmente la situazione”. L’Europa rimane ancora il posto del mondo in cui i giornalisti possono fare informazione con maggiore libertà: nel nostro continente troviamo sette Paesi (sui 180) in cui la situazione è “buona”. A guidare la classifica mondiale c’è infatti la Norvegia, primato che si rinnova, seguita da Estonia e Paesi Bassi. Il Regno Unito si piazza ventesimo, surclassato – ed è la sorpresa – da Trinidad e Tobago, la Francia segue Taiwan al 25esimo posto. Ci sono poi delle retrocessioni ancora più eclatanti: la Germania, lo scorso anno al decimo posto, è finita undicesima a causa del “clima di lavoro sempre più ostile per i professionisti dei media in Germania, in particolare a causa degli attacchi dell’estrema destra”. Nel 2024, scrive Rsf, i giornalisti tedeschi che hanno avuto a che fare con ambienti di estrema destra e partiti come Alternativa per la Germania sono stati nuovamente a rischio, denunciando minacce, insulti e timore di violenza fisica. Anche in termini editoriali, la Germania è stata criticata, con il rapporto che indica “numerosi casi documentati in cui i professionisti dei media hanno segnalato ostacoli sproporzionatamente elevati nel riportare informazioni sul conflitto in Medio Oriente”. In generale, per la libertà di stampa in tutto il mondo non è un buon momento: “Oltre a una situazione di sicurezza fragile e al crescente autoritarismo, la pressione economica in particolare sta causando problemi ai media di tutto il mondo”, ha affermato Reporters Sans Frontieres. Come sottolinea la direttrice generale Anja Osterhaus, “il giornalismo indipendente è una spina nel fianco degli autocrati”, ma “se i media sono finanziariamente in difficoltà, chi smaschererà disinformazione, disinformazione e propaganda? Oltre alla nostra lotta quotidiana per la sicurezza dei giornalisti, ci impegniamo quindi anche a rafforzare le basi economiche del giornalismo”. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/02/nel-mondo-la-liberta-di-stampa-e-al-minimo-storico-litalia-scende-al-49esimo-posto-il-report-di-rsf/7972129/
    WWW.ILFATTOQUOTIDIANO.IT
    Nel mondo la libertà di stampa è al "minimo storico", l'Italia scende al 49esimo posto. Il report di Rsf - Il Fatto Quotidiano
    Siamo il Paese peggiore dell’Europa occidentale, scesi di ben tre posti (dal 46esimo al 49esimo) nella classifica generale. Passano gli anni e i numeri di Reporters sans frontières che riguardano la libertà di stampa per l’Italia, ma non solo, sono sempre più impietosi. Proprio alla vigilia della Giornata internazionale per la libertà di stampa, l’organizzazione …
    Angry
    1
    0 Comments 0 Shares 6K Views
  • USAID, propaganda e verità: apriamo gli occhi! 👁️‍🗨️

    Cari amici, attivisti e amanti dell'informazione libera,
    riparte il nostro percorso con un nuovo spirito, una nuova energia e la voglia di ricercare insieme la verità.
    Questo è il primo evento ufficiale della nuova gestione del Comitato e vogliamo inaugurarlo insieme a voi!
    Vi invitiamo a un appuntamento imperdibile per comprendere il ruolo della propaganda nei conflitti globali e l’influenza dell’agenzia USAID nei contesti internazionali.

    Ne parliamo con:

    Germana Leoni, giornalista investigativa indipendente
    Leonardo Cribio, portavoce del Comitato Assange Italia

    Sabato 29 Marzo ore 18:00
    Casa Rossa, Via Privata Monte Lungo 2 – Milano (MM1 Turro)

    Un incontro per smascherare le narrazioni dominanti, confrontarci e ridare forza all'informazione critica.
    Porta la tua voce, la tua curiosità, la tua voglia di capire.
    La verità ha bisogno di tutti noi.
    Ingresso libero – partecipazione consapevole.

    #CasaRossaMilano #ComitatoAssangeItalia #PropagandaDiGuerra #EventoMilano #InformazioneLibera #USAID #VeritàNascosta #AttivismoCritico #SabatoInsieme #giornalismoinvestigativo
    🕵️‍♀️ USAID, propaganda e verità: apriamo gli occhi! 👁️‍🗨️ Cari amici, attivisti e amanti dell'informazione libera, riparte il nostro percorso con un nuovo spirito, una nuova energia e la voglia di ricercare insieme la verità. Questo è il primo evento ufficiale della nuova gestione del Comitato e vogliamo inaugurarlo insieme a voi! ✊ Vi invitiamo a un appuntamento imperdibile per comprendere il ruolo della propaganda nei conflitti globali e l’influenza dell’agenzia USAID nei contesti internazionali. 🌍 Ne parliamo con: Germana Leoni, giornalista investigativa indipendente 📰 Leonardo Cribio, portavoce del Comitato Assange Italia 🌐 🗓️ Sabato 29 Marzo ore 18:00 📍 Casa Rossa, Via Privata Monte Lungo 2 – Milano (MM1 Turro) Un incontro per smascherare le narrazioni dominanti, confrontarci e ridare forza all'informazione critica. 🗣️ Porta la tua voce, la tua curiosità, la tua voglia di capire. La verità ha bisogno di tutti noi. 💪 Ingresso libero – partecipazione consapevole. #CasaRossaMilano #ComitatoAssangeItalia #PropagandaDiGuerra #EventoMilano #InformazioneLibera #USAID #VeritàNascosta #AttivismoCritico #SabatoInsieme #giornalismoinvestigativo
    0 Comments 0 Shares 7K Views
More Results