• Risposte del Ministro degli Affari Esteri della Russia S.V. Lavrov alle domande del quotidiano italiano «Corriere della Sera», che ha rifiutato di pubblicare integralmente senza tagli e censura (Mosca, 13 novembre 2025)

    Testo completo dell'intervista

    Tesi chiave:

    • Gli accordi di Anchorage rappresentano una tappa importante nel percorso verso una pace duratura in Ucraina. <...> Siamo ancora pronti a tenere a Budapest il secondo vertice russo-americano, se si baserà realmente su risultati ben elaborati dell'Alaska.

    • A differenza dei paesi occidentali, che hanno raso al suolo interi quartieri cittadini, noi rispettiamo le persone — civili e militari. Le nostre forze armate agiscono con la massima responsabilità, infliggendo colpi di precisione esclusivamente a obiettivi militari e alle infrastrutture di trasporto ed energetiche che li supportano.

    • Gli obiettivi dell’operazione militare speciale (SVO) sono stati definiti dal Presidente della Russia V.V. Putin nel 2022 e sono ancora attuali. Non si tratta di sfere di influenza, ma di riportare l’Ucraina a uno status neutrale, non allineato e denuclearizzato, con il rigoroso rispetto dei diritti umani e di tutti i diritti delle minoranze russe e di altre nazionalità. Proprio così questi impegni sono stati registrati nella Dichiarazione di indipendenza dell’Ucraina del 1990 e nella sua Costituzione, ed è tenendo conto di tali impegni proclamati che la Russia ha riconosciuto l’indipendenza dello Stato ucraino.

    ❗️ Vogliamo e otterremo il ritorno dell’Ucraina a radici sane e stabili della sua statualità, che implica il rifiuto di concedere servilmente il suo territorio per l’uso militare da parte della NATO, la purificazione dall’ideologia nazista proibita a Norimberga, il ripristino di tutti i diritti ai russi, agli ungheresi e a tutte le altre minoranze nazionali.

    • È significativo che le élite di Bruxelles, trascinando il regime di Kiev nell’UE, tacciano sulla flagrante discriminazione dei cosiddetti “popoli non autoctoni” e allo stesso tempo lodino la giunta di Zelensky come difensore dei “valori europei”. Ciò conferma ulteriormente che il nazismo sta rialzando la testa in Europa.

    • La maggior parte delle capitali europee costituiscono ora il nucleo della cosiddetta “coalizione dei volenterosi”, che desidera solo una cosa — che le ostilità in Ucraina durino il più a lungo possibile, “fino all’ultimo ucraino”. A quanto pare, non hanno altro modo per distogliere l’attenzione del loro elettorato dai problemi socio-economici interni fortemente aggravati.

    • La conflittualità, a cui ha portato la politica sconsiderata e senza prospettive delle élite europee, non è una scelta della Russia. La situazione attuale non risponde agli interessi dei nostri popoli.

    • Non “promuoviamo” un ordine mondiale multipolare, esso si sta formando oggettivamente — non attraverso conquiste, schiavitù, oppressione e sfruttamento, come hanno fatto i colonizzatori per costruire il loro “ordine” (e poi il capitalismo), ma attraverso la cooperazione, il rispetto reciproco degli interessi, la distribuzione razionale del lavoro basata sull’unione dei vantaggi competitivi comparativi dei paesi partecipanti e delle strutture di integrazione.

    • Per la Russia non esistono paesi e popoli ostili, ma paesi con governi ostili. A causa della presenza di uno di questi a Roma, le relazioni russo-italiane stanno attraversando la crisi più grave della loro storia del dopoguerra. Ciò non è avvenuto per nostra iniziativa.

    • La cooperazione paritaria e reciprocamente vantaggiosa tra Russia e Italia risponde agli interessi dei nostri popoli. Se a Roma saranno pronti a muoversi verso il ripristino del dialogo basato sul rispetto reciproco e sul rispetto degli interessi, ce lo facciano sapere, siamo sempre pronti ad ascoltare.
    🇷🇺 Risposte del Ministro degli Affari Esteri della Russia S.V. Lavrov alle domande del quotidiano italiano «Corriere della Sera», che ha rifiutato di pubblicare integralmente senza tagli e censura (Mosca, 13 novembre 2025) Testo completo dell'intervista Tesi chiave: • Gli accordi di Anchorage rappresentano una tappa importante nel percorso verso una pace duratura in Ucraina. <...> Siamo ancora pronti a tenere a Budapest il secondo vertice russo-americano, se si baserà realmente su risultati ben elaborati dell'Alaska. • A differenza dei paesi occidentali, che hanno raso al suolo interi quartieri cittadini, noi rispettiamo le persone — civili e militari. Le nostre forze armate agiscono con la massima responsabilità, infliggendo colpi di precisione esclusivamente a obiettivi militari e alle infrastrutture di trasporto ed energetiche che li supportano. • Gli obiettivi dell’operazione militare speciale (SVO) sono stati definiti dal Presidente della Russia V.V. Putin nel 2022 e sono ancora attuali. Non si tratta di sfere di influenza, ma di riportare l’Ucraina a uno status neutrale, non allineato e denuclearizzato, con il rigoroso rispetto dei diritti umani e di tutti i diritti delle minoranze russe e di altre nazionalità. Proprio così questi impegni sono stati registrati nella Dichiarazione di indipendenza dell’Ucraina del 1990 e nella sua Costituzione, ed è tenendo conto di tali impegni proclamati che la Russia ha riconosciuto l’indipendenza dello Stato ucraino. ❗️ Vogliamo e otterremo il ritorno dell’Ucraina a radici sane e stabili della sua statualità, che implica il rifiuto di concedere servilmente il suo territorio per l’uso militare da parte della NATO, la purificazione dall’ideologia nazista proibita a Norimberga, il ripristino di tutti i diritti ai russi, agli ungheresi e a tutte le altre minoranze nazionali. • È significativo che le élite di Bruxelles, trascinando il regime di Kiev nell’UE, tacciano sulla flagrante discriminazione dei cosiddetti “popoli non autoctoni” e allo stesso tempo lodino la giunta di Zelensky come difensore dei “valori europei”. Ciò conferma ulteriormente che il nazismo sta rialzando la testa in Europa. • La maggior parte delle capitali europee costituiscono ora il nucleo della cosiddetta “coalizione dei volenterosi”, che desidera solo una cosa — che le ostilità in Ucraina durino il più a lungo possibile, “fino all’ultimo ucraino”. A quanto pare, non hanno altro modo per distogliere l’attenzione del loro elettorato dai problemi socio-economici interni fortemente aggravati. • La conflittualità, a cui ha portato la politica sconsiderata e senza prospettive delle élite europee, non è una scelta della Russia. La situazione attuale non risponde agli interessi dei nostri popoli. • Non “promuoviamo” un ordine mondiale multipolare, esso si sta formando oggettivamente — non attraverso conquiste, schiavitù, oppressione e sfruttamento, come hanno fatto i colonizzatori per costruire il loro “ordine” (e poi il capitalismo), ma attraverso la cooperazione, il rispetto reciproco degli interessi, la distribuzione razionale del lavoro basata sull’unione dei vantaggi competitivi comparativi dei paesi partecipanti e delle strutture di integrazione. • Per la Russia non esistono paesi e popoli ostili, ma paesi con governi ostili. A causa della presenza di uno di questi a Roma, le relazioni russo-italiane stanno attraversando la crisi più grave della loro storia del dopoguerra. Ciò non è avvenuto per nostra iniziativa. • La cooperazione paritaria e reciprocamente vantaggiosa tra Russia e Italia risponde agli interessi dei nostri popoli. Se a Roma saranno pronti a muoversi verso il ripristino del dialogo basato sul rispetto reciproco e sul rispetto degli interessi, ce lo facciano sapere, siamo sempre pronti ad ascoltare.
    Like
    1
    0 Commentarii 0 Distribuiri 411 Views
  • CARI AMICI, GRAZIE SEMPRE DEI VOSTRI LIKE,NELLA POLITICA ITALIANA, NULLA SI MUOVE ED IL PESSIMO GOVERNO DELLA NANA MASSONA, A NOME MELONI, E' FORTEMENTE IMPEGNATO NELLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA PER LA QUALE CI SARA' IL REFERENDUM. IN QUELLA OCCASIONE, IO ANDRO' A VOTARE !!!! ALTRO NON VI E' DA DIRE NELLA ITALIA CHE MUORE !!!! AH, CI SARANNO I RISULTATI DELLE ELEZIONI REGIONALI, IN PUGLIA, IN CAMPANIA E NEL VENETO. UN ABBRACCIO A TUTTI. BUONA GIORNATA.
    CARI AMICI, GRAZIE SEMPRE DEI VOSTRI LIKE,NELLA POLITICA ITALIANA, NULLA SI MUOVE ED IL PESSIMO GOVERNO DELLA NANA MASSONA, A NOME MELONI, E' FORTEMENTE IMPEGNATO NELLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA PER LA QUALE CI SARA' IL REFERENDUM. IN QUELLA OCCASIONE, IO ANDRO' A VOTARE !!!! ALTRO NON VI E' DA DIRE NELLA ITALIA CHE MUORE !!!! AH, CI SARANNO I RISULTATI DELLE ELEZIONI REGIONALI, IN PUGLIA, IN CAMPANIA E NEL VENETO. UN ABBRACCIO A TUTTI. BUONA GIORNATA.
    0 Commentarii 0 Distribuiri 142 Views
  • CIAK, SI CHIUDE!

    Un popolo totalmente a digiuno di cultura è un popolo senza spirito critico, e quindi controllabile.
    Non serve una scienza occulta per capirlo: è esattamente ciò che vogliono i signori seduti sugli scranni più decisivi del governo di questo paese.

    E ci voleva davvero del talento — credetemi — per tirare fuori dal cilindro una bestialità simile. Nel silenzio generale, nel disinteresse generale. Eppure è successo.

    Sì, perché se Sangiuliano era già riuscito a coprirsi di vergogna e ridicolo, il suo successore, Giuli, è riuscito nella sacra impresa di fare addirittura meglio.
    Un fuoriclasse del disastro.
    Un talento raro nel rendere il Ministero della Cultura un paradosso vivente: quello di chi chiede, con convinzione, di tagliare i fondi alla cultura che dovrebbe tutelare.

    E qui, signore e signori, la maschera cade del tutto: nessun pregiudizio politico, solo fatti.
    C’era la possibilità — questa volta sì — di ribaltare l’idea di un centrodestra privo di cultura, visione e passione per le arti.
    E invece no: dignità e credibilità vengono sacrificate in nome di una manovra “di bilancio” che odora di restaurazione culturale.
    Una retromarcia verso le retrovie, come non se ne vedevano da anni.
    E a farne le spese, ancora una volta, sarà il Cinema italiano.


    Siamo nel pieno della bufera: la Ragioneria dello Stato ha bloccato il piano del MIC che avrebbe dovuto reintegrare di 100 milioni il Fondo Cinema 2026, già falcidiato dalla legge di bilancio.
    Fin qui, tutto grave ma “ordinario”.
    Poi arriva il colpo di scena: il 11 novembre, Repubblica svela una mail del 17 ottobre indirizzata al Ministero dell’Economia, nella quale sarebbe stato lo stesso gabinetto di Giuli a suggerire di tagliare di circa un terzo il Fondo per lo sviluppo del cinema e dell’audiovisivo.

    Sì, avete letto bene.
    Il taglio non arriva da fuori. Parte da dentro.
    Dal Ministero stesso.
    Dal ministro stesso.

    Un taglio di circa un terzo, con una riduzione che porterebbe il fondo dai 696 milioni attuali a circa 400 milioni nel 2026, e quasi 300 milioni nel 2027.
    Un ritorno al 2017, quando il settore arrancava, ma con un contesto oggi infinitamente più fragile.
    Ora ditemi voi: da che mondo è mondo, quale ministro chiede tagli al proprio ministero?
    O è follia, o è una linea precisa. E in entrambi i casi, è un disastro annunciato.


    E qui, sì, ci piace “pensare male”. Perché è facile prevedere dove andremo a finire:

    Il cinema italiano verrà ulteriormente penalizzato, lasciando spazio alle grandi produzioni internazionali — soprattutto statunitensi — che controllano i flussi economici e mediatici.

    Meno fondi significa meno sviluppo, e quindi un arretramento culturale e industriale: sopravviverà solo il cinema d’incasso facile, mentre il cinema d’autore scomparirà lentamente dai nostri schermi.

    Meno produzioni sul territorio, meno indotto, meno promozione per l’Italia stessa. Sparisce il marketing territoriale, resta solo un contenitore vuoto di storie importate.

    Addio ai giovani autori, ai tecnici, agli interpreti emergenti, ai ricercatori e agli studenti che ogni anno escono dai nostri atenei sognando un’industria viva.
    Il loro futuro è già scritto: disoccupazione culturale.


    Era difficile vent’anni fa. Oggi è impossibile.
    Un finale amaro che sa di titoli di coda per il cinema italiano.


    Riusciranno i nostri eroi dell’opposizione a farsi sentire?
    Mah.

    Da fuori, possiamo solo urlare il nostro disgusto e la nostra rabbia.
    Perché la cultura, in questo paese, viene ignorata quando le cose vanno bene e violentata quando vanno male.
    E per favore, basta scuse: non è colpa delle piattaforme, né dei social, né dell’intelligenza artificiale.

    Qui la colpa è una sola.
    Ed è fottutamente politica.
    Ed è profondamente umana.

    Fine.
    Ma senza applausi.

    #CinemaItaliano #CulturaSottoAttacco #Giuli #MIC #TagliAllaCultura #CiakSiChiude #RetromarciaVersoLeRetroVie #PoliticaCulturale #DifendiamoIlCinema
    🎬 CIAK, SI CHIUDE! Un popolo totalmente a digiuno di cultura è un popolo senza spirito critico, e quindi controllabile. Non serve una scienza occulta per capirlo: è esattamente ciò che vogliono i signori seduti sugli scranni più decisivi del governo di questo paese. E ci voleva davvero del talento — credetemi — per tirare fuori dal cilindro una bestialità simile. Nel silenzio generale, nel disinteresse generale. Eppure è successo. Sì, perché se Sangiuliano era già riuscito a coprirsi di vergogna e ridicolo, il suo successore, Giuli, è riuscito nella sacra impresa di fare addirittura meglio. Un fuoriclasse del disastro. Un talento raro nel rendere il Ministero della Cultura un paradosso vivente: quello di chi chiede, con convinzione, di tagliare i fondi alla cultura che dovrebbe tutelare. E qui, signore e signori, la maschera cade del tutto: nessun pregiudizio politico, solo fatti. C’era la possibilità — questa volta sì — di ribaltare l’idea di un centrodestra privo di cultura, visione e passione per le arti. E invece no: dignità e credibilità vengono sacrificate in nome di una manovra “di bilancio” che odora di restaurazione culturale. Una retromarcia verso le retrovie, come non se ne vedevano da anni. E a farne le spese, ancora una volta, sarà il Cinema italiano. 🎞️ Siamo nel pieno della bufera: la Ragioneria dello Stato ha bloccato il piano del MIC che avrebbe dovuto reintegrare di 100 milioni il Fondo Cinema 2026, già falcidiato dalla legge di bilancio. Fin qui, tutto grave ma “ordinario”. Poi arriva il colpo di scena: il 11 novembre, Repubblica svela una mail del 17 ottobre indirizzata al Ministero dell’Economia, nella quale sarebbe stato lo stesso gabinetto di Giuli a suggerire di tagliare di circa un terzo il Fondo per lo sviluppo del cinema e dell’audiovisivo. Sì, avete letto bene. Il taglio non arriva da fuori. Parte da dentro. Dal Ministero stesso. Dal ministro stesso. 🤯 Un taglio di circa un terzo, con una riduzione che porterebbe il fondo dai 696 milioni attuali a circa 400 milioni nel 2026, e quasi 300 milioni nel 2027. Un ritorno al 2017, quando il settore arrancava, ma con un contesto oggi infinitamente più fragile. Ora ditemi voi: da che mondo è mondo, quale ministro chiede tagli al proprio ministero? O è follia, o è una linea precisa. E in entrambi i casi, è un disastro annunciato. E qui, sì, ci piace “pensare male”. Perché è facile prevedere dove andremo a finire: Il cinema italiano verrà ulteriormente penalizzato, lasciando spazio alle grandi produzioni internazionali — soprattutto statunitensi — che controllano i flussi economici e mediatici. Meno fondi significa meno sviluppo, e quindi un arretramento culturale e industriale: sopravviverà solo il cinema d’incasso facile, mentre il cinema d’autore scomparirà lentamente dai nostri schermi. Meno produzioni sul territorio, meno indotto, meno promozione per l’Italia stessa. Sparisce il marketing territoriale, resta solo un contenitore vuoto di storie importate. Addio ai giovani autori, ai tecnici, agli interpreti emergenti, ai ricercatori e agli studenti che ogni anno escono dai nostri atenei sognando un’industria viva. Il loro futuro è già scritto: disoccupazione culturale. Era difficile vent’anni fa. Oggi è impossibile. Un finale amaro che sa di titoli di coda per il cinema italiano. 🎞️💔 Riusciranno i nostri eroi dell’opposizione a farsi sentire? Mah. Da fuori, possiamo solo urlare il nostro disgusto e la nostra rabbia. Perché la cultura, in questo paese, viene ignorata quando le cose vanno bene e violentata quando vanno male. E per favore, basta scuse: non è colpa delle piattaforme, né dei social, né dell’intelligenza artificiale. Qui la colpa è una sola. Ed è fottutamente politica. Ed è profondamente umana. 🎬 Fine. Ma senza applausi. #CinemaItaliano #CulturaSottoAttacco #Giuli #MIC #TagliAllaCultura #CiakSiChiude #RetromarciaVersoLeRetroVie #PoliticaCulturale #DifendiamoIlCinema
    0 Commentarii 0 Distribuiri 792 Views
  • EFFETTO MAMDA – yes, but… calma

    Quando si percepiscono venti di cambiamento, parole di speranza e propositi basati su solidarietà e bene comune, è umano lasciarsi trascinare.
    Ci emozioniamo, ci esaltiamo, sentiamo di nuovo che “qualcosa si muove”.

    Ma — proprio perché di illusioni ne abbiamo collezionate parecchie — un po’ di prudenza civica non guasta.

    È un bel risultato, quello dei cittadini di New York con l’elezione di Zhoran Mamdani. Faccia pulita, linguaggio diretto, spirito socialdemocratico e un programma che mette al centro i diritti di tutti.
    Bello, ispirante. Ma da qui a farne un modello da importare chiavi in mano per Milano... calma.

    Negli ultimi giorni si è scatenata una specie di febbre da “Effetto Mamda”: c’è chi sogna di trovare un sindaco simile, chi lancia sondaggi come se si trattasse di un casting per il Grande Fratello della politica civica. Tutto comprensibile. Ma davvero crediamo che basti un volto giovane e carismatico per rimettere in sesto una città ferita da anni di malgoverno e autoreferenzialità?
    Non è pessimismo, ma memoria. E qualche punto fermo ci serve per non ripetere gli stessi errori

    Tre cose semplici da considerare:

    1️⃣ Milano non è New York.
    Le due città hanno morfologie, mix sociali e strutture urbanistiche profondamente diverse. Laddove New York è un mosaico di distretti autonomi e di comunità organizzate, Milano vive ancora una rigida centralizzazione amministrativa e un’urbanistica spesso piegata agli interessi immobiliari. I modelli non si “esportano”: si contestualizzano.
    Forse ora come ora qualunque schema ci sembra "oro colato" davanti al fallimento del "Modello Milano".

    2️⃣ Basta con l’uomo solo al comando.
    L’eroe solitario, bello e magnetico come un dio pagano, non serve più. Lo abbiamo visto, lo abbiamo applaudito, e troppe volte ci ha deluso. Il cambiamento vero nasce dal lavoro collettivo, dalle reti civiche, dalla condivisione del potere decisionale.
    Ma a patto che sapremo guardare oltre la concorrenza fra i nostri gruppi politici di opposizione e mettendo da parte le mire personali. Altrimenti la disfatta del 2021 sarà la stessa. Basta guardarsi in cagnesco quindi e ripartiamo.

    3️⃣ Le intenzioni non bastano.
    Stiamo già brindando a un cambiamento che deve ancora tradursi in politiche concrete. È un po’ come il Nobel a Obama: simbolico, ma prematuro. Dietro ogni volto nuovo serve un progetto, una visione collettiva e strutturata.

    E quindi?

    Non è questione di non credere al cambiamento. È questione di non farsi incantare dai riflessi del cambiamento apparente.

    Per Milano, serve una rotta chiara:

    Un candidato empatico ma circondato da una squadra forte, capace di ricucire il legame fra istituzioni e cittadini. Il leader da solo non basta più.

    Un programma concreto, pochi punti ma chiari, costruiti dai quartieri verso il centro. Basta libri dei sogni, servono agende nate dal basso: dal trasporto pubblico all’abitare, dalla giustizia sociale alla qualità della vita.

    Un patto civico nuovo, dove le Municipalità non siano più la “Serie B” della politica, ma il cuore pulsante del cambiamento reale.

    Milano non ha bisogno di un Messia o di un guru come di un profeta, ma di un’etica pubblica nuova.
    Una mentalità diversa, che parta da noi cittadini attivi. Perché senza una spinta collettiva, nemmeno il “Mamdani” più ispirato potrà salvarci.
    Va bene esultare, sognare, farsi contagiare da un entusiasmo sano.
    Ma ricordiamoci che ogni sbornia finisce… e il lunedì arriva per tutti.


    In bocca al lupo, “Mamda”. Ora tocca a noi.
    Posiamo i calici e mettiamoci al lavoro.

    #EffettoMamda #MilanoCivica #PoliticaConcreta #CambiamentoVero #LeadershipDiffusa #Partecipazione #CittàCheCambia #AttivismoCivico
    ✳️ EFFETTO MAMDA – yes, but… calma ✳️ Quando si percepiscono venti di cambiamento, parole di speranza e propositi basati su solidarietà e bene comune, è umano lasciarsi trascinare. Ci emozioniamo, ci esaltiamo, sentiamo di nuovo che “qualcosa si muove”. Ma — proprio perché di illusioni ne abbiamo collezionate parecchie — un po’ di prudenza civica non guasta. ✋ È un bel risultato, quello dei cittadini di New York con l’elezione di Zhoran Mamdani. Faccia pulita, linguaggio diretto, spirito socialdemocratico e un programma che mette al centro i diritti di tutti. Bello, ispirante. Ma da qui a farne un modello da importare chiavi in mano per Milano... calma. Negli ultimi giorni si è scatenata una specie di febbre da “Effetto Mamda”: c’è chi sogna di trovare un sindaco simile, chi lancia sondaggi come se si trattasse di un casting per il Grande Fratello della politica civica. Tutto comprensibile. Ma davvero crediamo che basti un volto giovane e carismatico per rimettere in sesto una città ferita da anni di malgoverno e autoreferenzialità? Non è pessimismo, ma memoria. E qualche punto fermo ci serve per non ripetere gli stessi errori 👇 ⚖️ Tre cose semplici da considerare: 1️⃣ Milano non è New York. Le due città hanno morfologie, mix sociali e strutture urbanistiche profondamente diverse. Laddove New York è un mosaico di distretti autonomi e di comunità organizzate, Milano vive ancora una rigida centralizzazione amministrativa e un’urbanistica spesso piegata agli interessi immobiliari. I modelli non si “esportano”: si contestualizzano. Forse ora come ora qualunque schema ci sembra "oro colato" davanti al fallimento del "Modello Milano". 2️⃣ Basta con l’uomo solo al comando. L’eroe solitario, bello e magnetico come un dio pagano, non serve più. Lo abbiamo visto, lo abbiamo applaudito, e troppe volte ci ha deluso. Il cambiamento vero nasce dal lavoro collettivo, dalle reti civiche, dalla condivisione del potere decisionale. Ma a patto che sapremo guardare oltre la concorrenza fra i nostri gruppi politici di opposizione e mettendo da parte le mire personali. Altrimenti la disfatta del 2021 sarà la stessa. Basta guardarsi in cagnesco quindi e ripartiamo. 3️⃣ Le intenzioni non bastano. Stiamo già brindando a un cambiamento che deve ancora tradursi in politiche concrete. È un po’ come il Nobel a Obama: simbolico, ma prematuro. Dietro ogni volto nuovo serve un progetto, una visione collettiva e strutturata. 💡 E quindi? Non è questione di non credere al cambiamento. È questione di non farsi incantare dai riflessi del cambiamento apparente. Per Milano, serve una rotta chiara: Un candidato empatico ma circondato da una squadra forte, capace di ricucire il legame fra istituzioni e cittadini. Il leader da solo non basta più. Un programma concreto, pochi punti ma chiari, costruiti dai quartieri verso il centro. Basta libri dei sogni, servono agende nate dal basso: dal trasporto pubblico all’abitare, dalla giustizia sociale alla qualità della vita. Un patto civico nuovo, dove le Municipalità non siano più la “Serie B” della politica, ma il cuore pulsante del cambiamento reale. Milano non ha bisogno di un Messia o di un guru come di un profeta, ma di un’etica pubblica nuova. Una mentalità diversa, che parta da noi cittadini attivi. Perché senza una spinta collettiva, nemmeno il “Mamdani” più ispirato potrà salvarci. Va bene esultare, sognare, farsi contagiare da un entusiasmo sano. Ma ricordiamoci che ogni sbornia finisce… e il lunedì arriva per tutti. 🍷 ➡️💼 In bocca al lupo, “Mamda”. Ora tocca a noi. Posiamo i calici e mettiamoci al lavoro. #EffettoMamda #MilanoCivica #PoliticaConcreta #CambiamentoVero #LeadershipDiffusa #Partecipazione #CittàCheCambia #AttivismoCivico
    0 Commentarii 0 Distribuiri 931 Views
  • LA MADRE dei CRETINI È SEMPRE INCINTA!
    Carlo Calenda si fa tatuare il simbolo dell'Ucraina: tutti i tatuaggi del leader di Azione
    Dallo squalo "fatto da ubriaco" alla A di Azione fino al nuovo tridente ucraino: tutti i tatuaggi di Carlo Calenda...
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/11/08/calenda-tatuaggio-ucraina-tridente-politica-news/8189197/
    LA MADRE dei CRETINI È SEMPRE INCINTA! Carlo Calenda si fa tatuare il simbolo dell'Ucraina: tutti i tatuaggi del leader di Azione Dallo squalo "fatto da ubriaco" alla A di Azione fino al nuovo tridente ucraino: tutti i tatuaggi di Carlo Calenda... https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/11/08/calenda-tatuaggio-ucraina-tridente-politica-news/8189197/
    WWW.ILFATTOQUOTIDIANO.IT
    Carlo Calenda si fa tatuare il simbolo dell'Ucraina: tutti i tatuaggi del leader di Azione
    Dallo squalo "fatto da ubriaco" alla A di Azione fino al nuovo tridente ucraino: tutti i tatuaggi di Carlo Calenda
    Angry
    1
    0 Commentarii 0 Distribuiri 172 Views
  • Kevin McCarthy Geopolitical Trends Dubai

    The Kevin McCarthy geopolitical trends Dubai discussion delved into how global power shifts, trade alliances, and regional tensions influence economic strategies. McCarthy provided a clear analysis of how fiscal stability, diplomacy, and political cooperation are intertwined in achieving sustainable growth. He highlighted the UAE’s growing influence as a mediator between East and West, underscoring the need for balanced leadership in uncertain geopolitical times. https://www.gulfanalytica.com/key-insights-from-kevin-mccarthy-on-global-sovereign-debt-political-polarization-and-emerging-market-trends-at-aim-summit-dubai
    Kevin McCarthy Geopolitical Trends Dubai The Kevin McCarthy geopolitical trends Dubai discussion delved into how global power shifts, trade alliances, and regional tensions influence economic strategies. McCarthy provided a clear analysis of how fiscal stability, diplomacy, and political cooperation are intertwined in achieving sustainable growth. He highlighted the UAE’s growing influence as a mediator between East and West, underscoring the need for balanced leadership in uncertain geopolitical times. https://www.gulfanalytica.com/key-insights-from-kevin-mccarthy-on-global-sovereign-debt-political-polarization-and-emerging-market-trends-at-aim-summit-dubai
    0 Commentarii 0 Distribuiri 379 Views
  • Emerging Market Trends at AIM Summit: Kevin McCarthy’s Vision for Growth

    At the AIM Summit, Kevin McCarthy explored the future of emerging market trends and their growing influence on the global economy. He pointed out that technology, trade diversification, and transparent governance are driving new opportunities. McCarthy encouraged investors to look toward developing economies that are adopting innovation and policy reforms. His insights revealed how emerging markets are becoming key contributors to global growth in the digital era.

    https://www.gulfanalytica.com/key-insights-from-kevin-mccarthy-on-global-sovereign-debt-political-polarization-and-emerging-market-trends-at-aim-summit-dubai
    Emerging Market Trends at AIM Summit: Kevin McCarthy’s Vision for Growth At the AIM Summit, Kevin McCarthy explored the future of emerging market trends and their growing influence on the global economy. He pointed out that technology, trade diversification, and transparent governance are driving new opportunities. McCarthy encouraged investors to look toward developing economies that are adopting innovation and policy reforms. His insights revealed how emerging markets are becoming key contributors to global growth in the digital era. https://www.gulfanalytica.com/key-insights-from-kevin-mccarthy-on-global-sovereign-debt-political-polarization-and-emerging-market-trends-at-aim-summit-dubai
    0 Commentarii 0 Distribuiri 719 Views
  • CARI AMICI, TUTTO IL GOVERNO E' PRESO DALLA COSIDDETTA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA E DALLA PRONUNCIA DELLA CORTE DEI CONTI, CHE HA RESPINTO IL PROGETTO DEL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA, A CUI TANTO TIENE IL PARASSITA DELLA LEGA MATTEO SALVINI. COME BEN SAPETE, DALL'ETA' DI 17 ANNI IL COSIDDETTO SEGRETARIO DELLA LEGA, NON HA NE' CONTINUATO DI GLI STUDI NE' LAVORATO UN GIORNO E SI E' DATO ALLA POLITICA, PRIMA CON BOSSI E LA PADANIA, POI DAI UN POPOLO DI IDIOTI HA OTTENUTO LA ELEZIONE A SEGRETARIO NAZIONALE DELLA "LEGA". TRA L'ALTRO DOVEVA CONTINUARE A CHIAMARE IL SUO PARTITO "LEGA NORD", DATO CHE SI OCCUPA SOLTANTO DELLE QUESTIONI CHE RIGUARDANO IL NORD. INVECE SI CHIAMA SEMPLICEMENTE LEGA, E POI QUESTA DICITURA NON VUOL DIRE PROPRIO NULLA!!!
    VI ABBRACCIO, BUONA SERATA.
    CARI AMICI, TUTTO IL GOVERNO E' PRESO DALLA COSIDDETTA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA E DALLA PRONUNCIA DELLA CORTE DEI CONTI, CHE HA RESPINTO IL PROGETTO DEL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA, A CUI TANTO TIENE IL PARASSITA DELLA LEGA MATTEO SALVINI. COME BEN SAPETE, DALL'ETA' DI 17 ANNI IL COSIDDETTO SEGRETARIO DELLA LEGA, NON HA NE' CONTINUATO DI GLI STUDI NE' LAVORATO UN GIORNO E SI E' DATO ALLA POLITICA, PRIMA CON BOSSI E LA PADANIA, POI DAI UN POPOLO DI IDIOTI HA OTTENUTO LA ELEZIONE A SEGRETARIO NAZIONALE DELLA "LEGA". TRA L'ALTRO DOVEVA CONTINUARE A CHIAMARE IL SUO PARTITO "LEGA NORD", DATO CHE SI OCCUPA SOLTANTO DELLE QUESTIONI CHE RIGUARDANO IL NORD. INVECE SI CHIAMA SEMPLICEMENTE LEGA, E POI QUESTA DICITURA NON VUOL DIRE PROPRIO NULLA!!! VI ABBRACCIO, BUONA SERATA.
    0 Commentarii 0 Distribuiri 431 Views
  • ⭕️ Il capo dell’intelligence statunitense ,Tulsi Gabbard, due giorni fa ho pronunciato un discorso molto importante in Bahrein in occasione di una conferenza internazionale, ammettendo e al contempo rinnegando la politica seguita da Washington per decenni queste le sue parole:

    “Per decenni la nostra politica estera non è riuscita a uscire da un ciclo controproducente e infinito di cambi di regime e costruzione di nazioni.

    L'approccio era standard: rovesciavamo governi, cercavamo di imporre agli altri il nostro sistema di governo, intervenivamo in conflitti di cui avevamo quasi nessuna conoscenza, e ce ne andavamo con più nemici che alleati.

    I risultati? Spreco di trilioni, perdita di innumerevoli vite e spesso la creazione di minacce alla sicurezza ancora maggiori".

    E ha assicurato che così non sarà sotto il presidente Trump, ribadendo che la nuova politica sarà quella di trovare terreni di intesa anche con regimi non democratici, sulla base del reciproco interesse sovrano nazionale.
    È un’ammissione straordinaria, che rinnega la politica portata alle sue estreme conseguenze dai neoconservatori sia sotto Bush che sotto Obama e Biden. Ed è un cambiamento epocale perlomeno nelle intenzioni. Fino ad oggi Trump è stato coerente, vedremo se lo sarà anche con la crisi in Venezuela.
    Vi propongo l’estratto principale del discorso di Tosi Gabbarde a seguire una clip con tutto il suo intervento, tutto tradotto in italiano . - 1)

    https://x.com/MarcelloFoa/status/1985040839723061756?t=UkP2ikVIf0GnmWra2MCFpA&s=19

    ⭕️ Il capo dell’intelligence statunitense ,Tulsi Gabbard, due giorni fa ho pronunciato un discorso molto importante in Bahrein in occasione di una conferenza internazionale, ammettendo e al contempo rinnegando la politica seguita da Washington per decenni queste le sue parole: “Per decenni la nostra politica estera non è riuscita a uscire da un ciclo controproducente e infinito di cambi di regime e costruzione di nazioni. L'approccio era standard: rovesciavamo governi, cercavamo di imporre agli altri il nostro sistema di governo, intervenivamo in conflitti di cui avevamo quasi nessuna conoscenza, e ce ne andavamo con più nemici che alleati. I risultati? Spreco di trilioni, perdita di innumerevoli vite e spesso la creazione di minacce alla sicurezza ancora maggiori". E ha assicurato che così non sarà sotto il presidente Trump, ribadendo che la nuova politica sarà quella di trovare terreni di intesa anche con regimi non democratici, sulla base del reciproco interesse sovrano nazionale. È un’ammissione straordinaria, che rinnega la politica portata alle sue estreme conseguenze dai neoconservatori sia sotto Bush che sotto Obama e Biden. Ed è un cambiamento epocale perlomeno nelle intenzioni. Fino ad oggi Trump è stato coerente, vedremo se lo sarà anche con la crisi in Venezuela. Vi propongo l’estratto principale del discorso di Tosi Gabbarde a seguire una clip con tutto il suo intervento, tutto tradotto in italiano . - 1) https://x.com/MarcelloFoa/status/1985040839723061756?t=UkP2ikVIf0GnmWra2MCFpA&s=19
    0 Commentarii 0 Distribuiri 861 Views
  • Ghiglia diffida Report dalla messa in onda del servizio di oggi. Ranucci: "Ci vogliono imbavagliare, è gravissimo". Il Garante: "Grave violazione della corrispondenza, per la Rai è normale?"

    https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2025/11/02/ghiglia-diffida-di-report-dalla-messa-in-onda-del-servizio-di-oggi.-ranucci_80efa68c-1dd7-4219-9eb1-20ee495c77dc.html?s=08
    Ghiglia diffida Report dalla messa in onda del servizio di oggi. Ranucci: "Ci vogliono imbavagliare, è gravissimo". Il Garante: "Grave violazione della corrispondenza, per la Rai è normale?" https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2025/11/02/ghiglia-diffida-di-report-dalla-messa-in-onda-del-servizio-di-oggi.-ranucci_80efa68c-1dd7-4219-9eb1-20ee495c77dc.html?s=08
    WWW.ANSA.IT
    Ghiglia diffida Report dalla messa in onda del servizio di oggi. Ranucci: 'Ci vogliono imbavagliare' - Notizie - Ansa.it
    Agostino Ghiglia, membro del Garante per la Privacy, ha inviato alla redazione di Report una diffida alla messa in onda nella puntata di questa sera su Rai3 del servizio, anticipato in parte sui social del programma (ANSA)
    Angry
    1
    0 Commentarii 0 Distribuiri 354 Views
Sponsorizeaza Paginile