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15 Ottobre 2021 - 15 Ottobre 2025 - MANIFESTAZIONE PUBBLICA davanti AL PALAZZO di GIUSTIZIA di MILANO e DAVANTI alla CAMERA del LAVORO di MILANO per RICORDARE L'INFAME TESSERA VERDE a 4 ANNI ESATTI dall'INTRODUZIONE dell'OBBLIGO del GREEN PASS sui LUOGHI di LAVORO.
IL PERIODO PIU' BUIO della NOSTRA STORIA dal DOPOGUERRA a OGGI!
NOI NON DIMENTICHIAMO!
MPL (Movimento per le Libertà).

Ricordiamo che il segretario della CGIL Landini aveva proposto la VACCINAZIONE OBBLIGATORIA per TUTTI i LAVORATORI, CON SIERI SPERIMENTALI che NON PROTEGGEVANO dal CONTAGIO, COME SCRITTO ESPRESSAMENTE nei FOGLIETTI ILLUSTRATIVI di QUESTI SIERI GENICI SPERIMENTALI e CHE HANNO CAUSATO MILIONI di MORTI e DI DANNEGGIATI nel MONDO!
MASSIMA DIFFUSIONE!

Il generale francese Christian Blanchon ha reso omaggio ai non vaccinati, pubblicando un messaggio sulla stampa francese.
Ecco di seguito il pensiero riservato dal generale a chi non si è inoculato il vaccino per il Covid:

“Sono lì, al tuo fianco, sembrano normali, ma sono supereroi.

Anche se fossi completamente vaccinato, ammirerei i non vaccinati per aver resistito alla più grande pressione che abbia mai visto, anche da parte di coniugi, genitori, figli, amici, colleghi e medici.

Le persone che sono state capaci di tale personalità, di tale coraggio e di tale capacità critica incarnano senza dubbio il meglio dell’umanità.

Si trovano ovunque, in tutte le età, livelli di istruzione, paesi e opinioni.

Sono di un tipo particolare; questi sono i soldati che ogni esercito di luce desidera avere nei suoi ranghi.

Sono i genitori che ogni bambino desidera avere e i figli che ogni genitore sogna di avere.

Sono esseri al di sopra della media delle loro società, sono l’essenza dei popoli che hanno costruito tutte le culture e conquistato orizzonti.

Sono lì, al tuo fianco, sembrano normali, ma sono dei supereroi.

Hanno fatto quello che gli altri non potevano fare, sono stati l’albero che ha resistito all’uragano degli insulti, delle discriminazioni e dell’esclusione sociale.

E lo hanno fatto perché pensavano di essere soli e credevano di essere soli.

Esclusi dalle tavole di Natale delle loro famiglie, non hanno mai visto niente di così crudele. Hanno perso il lavoro, hanno lasciato che le loro carriere affondassero, non avevano più soldi… ma non gli importava. Hanno subito incommensurabili discriminazioni, denunce, tradimenti e umiliazioni… ma hanno continuato nella loro determinazione.

Mai prima d’ora nell’umanità c’è stato un tale casting, ora sappiamo chi sono i resistenti sul pianeta Terra.

Donne, uomini, vecchi, giovani, ricchi, poveri, di tutte le razze e di tutte le religioni, i non vaccinati, gli eletti dell’arca invisibile, gli unici che sono riusciti a resistere quando tutto è crollato.

Sei tu, hai superato una prova inimmaginabile che molti dei marines, commando, berretti verdi, astronauti e geni più duri non sono riusciti a superare.

Sei fatto della stoffa dei più grandi mai vissuti, quegli eroi nati tra uomini comuni che brillano nell’oscurità”.
15 Ottobre 2021 - 15 Ottobre 2025 - MANIFESTAZIONE PUBBLICA davanti AL PALAZZO di GIUSTIZIA di MILANO e DAVANTI alla CAMERA del LAVORO di MILANO per RICORDARE L'INFAME TESSERA VERDE a 4 ANNI ESATTI dall'INTRODUZIONE dell'OBBLIGO del GREEN PASS sui LUOGHI di LAVORO. IL PERIODO PIU' BUIO della NOSTRA STORIA dal DOPOGUERRA a OGGI! NOI NON DIMENTICHIAMO! MPL (Movimento per le Libertà). Ricordiamo che il segretario della CGIL Landini aveva proposto la VACCINAZIONE OBBLIGATORIA per TUTTI i LAVORATORI, CON SIERI SPERIMENTALI che NON PROTEGGEVANO dal CONTAGIO, COME SCRITTO ESPRESSAMENTE nei FOGLIETTI ILLUSTRATIVI di QUESTI SIERI GENICI SPERIMENTALI e CHE HANNO CAUSATO MILIONI di MORTI e DI DANNEGGIATI nel MONDO! MASSIMA DIFFUSIONE! Il generale francese Christian Blanchon ha reso omaggio ai non vaccinati, pubblicando un messaggio sulla stampa francese. Ecco di seguito il pensiero riservato dal generale a chi non si è inoculato il vaccino per il Covid: “Sono lì, al tuo fianco, sembrano normali, ma sono supereroi. Anche se fossi completamente vaccinato, ammirerei i non vaccinati per aver resistito alla più grande pressione che abbia mai visto, anche da parte di coniugi, genitori, figli, amici, colleghi e medici. Le persone che sono state capaci di tale personalità, di tale coraggio e di tale capacità critica incarnano senza dubbio il meglio dell’umanità. Si trovano ovunque, in tutte le età, livelli di istruzione, paesi e opinioni. Sono di un tipo particolare; questi sono i soldati che ogni esercito di luce desidera avere nei suoi ranghi. Sono i genitori che ogni bambino desidera avere e i figli che ogni genitore sogna di avere. Sono esseri al di sopra della media delle loro società, sono l’essenza dei popoli che hanno costruito tutte le culture e conquistato orizzonti. Sono lì, al tuo fianco, sembrano normali, ma sono dei supereroi. Hanno fatto quello che gli altri non potevano fare, sono stati l’albero che ha resistito all’uragano degli insulti, delle discriminazioni e dell’esclusione sociale. E lo hanno fatto perché pensavano di essere soli e credevano di essere soli. Esclusi dalle tavole di Natale delle loro famiglie, non hanno mai visto niente di così crudele. Hanno perso il lavoro, hanno lasciato che le loro carriere affondassero, non avevano più soldi… ma non gli importava. Hanno subito incommensurabili discriminazioni, denunce, tradimenti e umiliazioni… ma hanno continuato nella loro determinazione. Mai prima d’ora nell’umanità c’è stato un tale casting, ora sappiamo chi sono i resistenti sul pianeta Terra. Donne, uomini, vecchi, giovani, ricchi, poveri, di tutte le razze e di tutte le religioni, i non vaccinati, gli eletti dell’arca invisibile, gli unici che sono riusciti a resistere quando tutto è crollato. Sei tu, hai superato una prova inimmaginabile che molti dei marines, commando, berretti verdi, astronauti e geni più duri non sono riusciti a superare. Sei fatto della stoffa dei più grandi mai vissuti, quegli eroi nati tra uomini comuni che brillano nell’oscurità”.
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  • WhatsApp, analisi forense choc rivela cosa contengono i metadati dei messaggi


    WhatsApp, analisi forense choc rivela cosa contengono i metadati dei messaggi
    01 Dicembre 2025
    16 Commenti

    Ogni messaggio contiene più di un semplice testo. E ancora: se le persone dimenticano, i dispositivi digitali raramente lo fanno. La scoperta di Elorm Daniel, esperto di informatica forense con più di 20 mila follower su X, potrebbe essere sintetizzata con queste due frasi, estratte dal suo stesso post. Un post che ha fatto brevemente il giro della rete, contenendo delle apparenti "rivelazioni" sulla popolare app di messaggistica WhatsApp che non possono essere ignorate.

    Premessa: la maggior parte delle persone non può avere accesso al "contenuto nascosto" dei messaggi WhatsApp. L'estrazione avviene attraverso strumenti forensi avanzati (almeno nel contesto di questo esperimento), tramite cui – tra l'altro – si riesce a ricostruire un quadro dettagliato dell'attività di un utente. Rimane ferma la protezione garantita dalla crittografia end-to-end (come tutte le altre misure di sicurezza, un vero e proprio pallino per Meta), per cui nessuno può leggere niente mentre i messaggi sono in viaggio tra mittente e destinatario, ma ciò che resta memorizzato sul dispositivo o nei backup può comunque rivelare molte cose, anche al di là del contenuto visibile.

    COSA SI È SCOPERTO
    Anzitutto, l'analista afferma di aver ricevuto un messaggio WhatsApp di routine da un amico il 3 settembre scorso. Successivamente, lo smartphone è stato fatto analizzare da un team di esperti forensi, e durante il processo sono emerse le coordinate esatte da cui quel messaggio era stato inviato.

    Immaginate di ricevere un normale messaggio WhatsApp e poi scoprire che contiene segretamente la posizione esatta di una persona, anche se non l'ha mai condivisa.

    Insomma: anche se l'utente non condivide manualmente la posizione, i messaggi WhatsApp possono contenere dati GPS precisi registrati in automatico dal telefono. Ciò che preoccupa ancora di più è che si possa risalire alle coordinate del mittente dal telefono del destinatario, nel caso in cui quest'ultimo finisse nelle mani degli investigatori (o anche di qualche malintenzionato molto competente, in teoria).


    COSA SI È SCOPERTO
    Anzitutto, l'analista afferma di aver ricevuto un messaggio WhatsApp di routine da un amico il 3 settembre scorso. Successivamente, lo smartphone è stato fatto analizzare da un team di esperti forensi, e durante il processo sono emerse le coordinate esatte da cui quel messaggio era stato inviato.

    Immaginate di ricevere un normale messaggio WhatsApp e poi scoprire che contiene segretamente la posizione esatta di una persona, anche se non l'ha mai condivisa.

    Insomma: anche se l'utente non condivide manualmente la posizione, i messaggi WhatsApp possono contenere dati GPS precisi registrati in automatico dal telefono. Ciò che preoccupa ancora di più è che si possa risalire alle coordinate del mittente dal telefono del destinatario, nel caso in cui quest'ultimo finisse nelle mani degli investigatori (o anche di qualche malintenzionato molto competente, in teoria).


    Anche foto, video, screenshot e messaggi vocali contengono metadati con ora e luogo di creazione. E anche dei gruppi WhatsApp il dispositivo conserva una memoria precisa, anche molto tempo (anni!) dopo aver abbandonato la chat.

    Un sospettato non può negare l'appartenenza a un gruppo quando il dispositivo stesso conserva:

    data di creazione
    identità del creatore
    data di iscrizione
    cronologia di partecipazione

    LA RISPOSTA DI WHATSAPP
    Chiamata in causa, WhatsApp ha confermato che i metadati memorizzati sul dispositivo o nei backup possono essere accessibili se qualcuno ha fisicamente il telefono. In pratica, i messaggi restano privati durante la trasmissione (crittografia end-to-end), ma tutto ciò che il telefono registra può essere comunque "intercettato" in caso di accesso diretto al dispositivo. E in questo WA c'entra poco: il "problema" – se così possiamo definirlo – riguarda specificamente il dispositivo e il sistema operativo, non l'applicazione in sé.

    Source: https://www.hdblog.it/smartphone/articoli/n640440/whatsapp-analisi-choc-metadati-messaggi/
    WhatsApp, analisi forense choc rivela cosa contengono i metadati dei messaggi WhatsApp, analisi forense choc rivela cosa contengono i metadati dei messaggi 01 Dicembre 2025 16 Commenti Ogni messaggio contiene più di un semplice testo. E ancora: se le persone dimenticano, i dispositivi digitali raramente lo fanno. La scoperta di Elorm Daniel, esperto di informatica forense con più di 20 mila follower su X, potrebbe essere sintetizzata con queste due frasi, estratte dal suo stesso post. Un post che ha fatto brevemente il giro della rete, contenendo delle apparenti "rivelazioni" sulla popolare app di messaggistica WhatsApp che non possono essere ignorate. Premessa: la maggior parte delle persone non può avere accesso al "contenuto nascosto" dei messaggi WhatsApp. L'estrazione avviene attraverso strumenti forensi avanzati (almeno nel contesto di questo esperimento), tramite cui – tra l'altro – si riesce a ricostruire un quadro dettagliato dell'attività di un utente. Rimane ferma la protezione garantita dalla crittografia end-to-end (come tutte le altre misure di sicurezza, un vero e proprio pallino per Meta), per cui nessuno può leggere niente mentre i messaggi sono in viaggio tra mittente e destinatario, ma ciò che resta memorizzato sul dispositivo o nei backup può comunque rivelare molte cose, anche al di là del contenuto visibile. COSA SI È SCOPERTO Anzitutto, l'analista afferma di aver ricevuto un messaggio WhatsApp di routine da un amico il 3 settembre scorso. Successivamente, lo smartphone è stato fatto analizzare da un team di esperti forensi, e durante il processo sono emerse le coordinate esatte da cui quel messaggio era stato inviato. Immaginate di ricevere un normale messaggio WhatsApp e poi scoprire che contiene segretamente la posizione esatta di una persona, anche se non l'ha mai condivisa. Insomma: anche se l'utente non condivide manualmente la posizione, i messaggi WhatsApp possono contenere dati GPS precisi registrati in automatico dal telefono. Ciò che preoccupa ancora di più è che si possa risalire alle coordinate del mittente dal telefono del destinatario, nel caso in cui quest'ultimo finisse nelle mani degli investigatori (o anche di qualche malintenzionato molto competente, in teoria). COSA SI È SCOPERTO Anzitutto, l'analista afferma di aver ricevuto un messaggio WhatsApp di routine da un amico il 3 settembre scorso. Successivamente, lo smartphone è stato fatto analizzare da un team di esperti forensi, e durante il processo sono emerse le coordinate esatte da cui quel messaggio era stato inviato. Immaginate di ricevere un normale messaggio WhatsApp e poi scoprire che contiene segretamente la posizione esatta di una persona, anche se non l'ha mai condivisa. Insomma: anche se l'utente non condivide manualmente la posizione, i messaggi WhatsApp possono contenere dati GPS precisi registrati in automatico dal telefono. Ciò che preoccupa ancora di più è che si possa risalire alle coordinate del mittente dal telefono del destinatario, nel caso in cui quest'ultimo finisse nelle mani degli investigatori (o anche di qualche malintenzionato molto competente, in teoria). Anche foto, video, screenshot e messaggi vocali contengono metadati con ora e luogo di creazione. E anche dei gruppi WhatsApp il dispositivo conserva una memoria precisa, anche molto tempo (anni!) dopo aver abbandonato la chat. Un sospettato non può negare l'appartenenza a un gruppo quando il dispositivo stesso conserva: data di creazione identità del creatore data di iscrizione cronologia di partecipazione LA RISPOSTA DI WHATSAPP Chiamata in causa, WhatsApp ha confermato che i metadati memorizzati sul dispositivo o nei backup possono essere accessibili se qualcuno ha fisicamente il telefono. In pratica, i messaggi restano privati durante la trasmissione (crittografia end-to-end), ma tutto ciò che il telefono registra può essere comunque "intercettato" in caso di accesso diretto al dispositivo. E in questo WA c'entra poco: il "problema" – se così possiamo definirlo – riguarda specificamente il dispositivo e il sistema operativo, non l'applicazione in sé. Source: https://www.hdblog.it/smartphone/articoli/n640440/whatsapp-analisi-choc-metadati-messaggi/
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  • Imagine receiving a normal WhatsApp message from someone… and later discovering that the message secretly contained their exact location, even though they never shared it.

    That’s exactly what happened during a recent forensic extraction I performed on my iPhone 12 Pro Max.

    During the analysis, I found a I decided to pick a message I received from @RedHatPentester, on 3rd September 2025 at 7:11 AM.

    Nothing unusual at first glance just a regular text.

    But deep inside the message metadata, the phone had silently logged:

    @RedHatPentester exact location at the moment he sent that message.

    He didn’t share it intentionally.
    I didn’t request it.
    Yet the device recorded it automatically.

    This was extracted directly from my own phone, meaning:

    If your location is turned ON while chatting on WhatsApp, your exact location can be extracted from someone else’s device if theirs undergoes forensic imaging.

    Most people have absolutely no idea this happens.

    But this was only the beginning.

    Also, every single file created on the device, ie: photos, videos, screenshots, recordings had the exact location of where I was when that file was created.

    The phone automatically logged precise GPS coordinates for each media file.

    This means investigators can determine where you were at the exact moment you took a picture, recorded a video, captured a screenshot, or created any media on the device.

    This level of metadata helps reconstruct movements, timelines, and behaviors with incredible accuracy.

    The extraction revealed far more than hidden location data and remember, this phone was NOT jailbroken.

    Here’s what else was recovered:

    1. Full Synchronized Accounts & Passwords

    The extraction pulled:
    •URLs
    •Usernames
    •Passwords
    •Stored login metadata

    Basically, every synchronized password ever used on the device all recovered without jailbreak.

    2. Complete Application Logs & Histories

    Every installed application had:

    ✔ Detailed logs
    ✔ Usage history
    ✔ Internal data
    ✔ Metadata

    Even apps considered “secure” or “encrypted” still left behind recoverable traces.

    3. Full WhatsApp Data, Including Group Histories

    WhatsApp revealed more than most users realize:
    •Full history of every group ever joined
    •Date each group was created
    •Who created it
    •Date I was added
    •Group metadata even after you exit the group

    This is critical in investigations because a suspect cannot deny belonging to a group when the device itself retains:

    Creation date
    Creator identity
    Join date
    Participation timeline

    Even if they left the group years ago.

    4. Message-Level Location Metadata

    The iPhone logged exact sender locations at the moment messages were typed and sent just like what happened with @RedHatPentester message.

    Most people never see this.
    Investigators do.

    Why This Matters

    Every phone tells a story.
    Every app keeps footprints.
    Every message carries more than text.

    This extraction proves that even without a jailbreak, investigators can discover:

    ✔ Locations
    ✔ Passwords
    ✔ Group associations
    ✔ Message histories
    ✔ Detailed app activity
    ✔ Metadata most users never realize exists

    Digital devices rarely forget even when the user does.


    Immagina di ricevere un normale messaggio WhatsApp da qualcuno... e scoprire in seguito che il messaggio conteneva segretamente la sua posizione esatta, anche se non l'ha mai condivisa.

    Questo è esattamente quello che è successo durante una recente estrazione dati forense che ho eseguito sul mio iPhone 12 Pro Max.

    Durante l'analisi, ho trovato un messaggio che ho ricevuto da @RedHatPentester il 3 settembre 2025 alle 7:11.

    Niente di insolito a prima vista, solo un normale messaggio di testo.

    Ma nei metadati del messaggio, il telefono aveva registrato silenziosamente:

    Posizione esatta di @RedHatPentester al momento dell'invio del messaggio.

    Non l'ha condivisa intenzionalmente.
    Non l'ho richiesto io.
    Eppure il dispositivo l'ha registrata automaticamente.

    Questo è stato estratto direttamente dal mio telefono, il che significa:

    Se la tua posizione è ATTIVA mentre chatti su WhatsApp, la tua posizione esatta può essere estratta dal dispositivo di qualcun altro se il suo viene sottoposto a imaging forense.

    La maggior parte delle persone non ha la minima idea di cosa accada.

    Ma questo è stato solo l'inizio.

    Inoltre, ogni singolo file creato sul dispositivo, ovvero foto, video, screenshot e registrazioni, riportava la posizione esatta in cui mi trovavo al momento della creazione.

    Il telefono ha registrato automaticamente le coordinate GPS precise per ogni file multimediale.

    Ciò significa che gli investigatori possono determinare dove ti trovavi nel momento esatto in cui hai scattato una foto, registrato un video, catturato uno screenshot o creato qualsiasi contenuto multimediale sul dispositivo.

    Questo livello di metadati aiuta a ricostruire movimenti, linee temporali e comportamenti con incredibile precisione.

    L'estrazione ha rivelato molto più dei dati di posizione nascosti e, ricordate, questo telefono NON era stato sottoposto a jailbreak.

    Ecco cos'altro è stato recuperato:

    1. Account e password completamente sincronizzati

    L'estrazione ha estratto:
    •URL
    •Nomi utente
    •Password
    •Metadati di accesso memorizzati

    In pratica, tutte le password sincronizzate mai utilizzate sul dispositivo sono state recuperate senza jailbreak.

    2. Registri e cronologie complete delle applicazioni

    Ogni applicazione installata presentava:

    ✔ Registri dettagliati
    ✔ Cronologia di utilizzo
    ✔ Dati interni
    ✔ Metadati

    Anche le app considerate "sicure" o "crittografate" lasciavano comunque tracce recuperabili.

    3. Dati completi di WhatsApp, incluse le cronologie dei gruppi

    WhatsApp ha rivelato più di quanto la maggior parte degli utenti creda:
    • Cronologia completa di ogni gruppo a cui si è mai iscritto
    • Data di creazione di ciascun gruppo
    • Chi l'ha creato
    • Data di aggiunta dell'utente
    • Metadati del gruppo anche dopo l'uscita dal gruppo

    Questo è fondamentale nelle indagini perché un sospettato non può negare l'appartenenza a un gruppo quando il dispositivo stesso conserva:

    Data di creazione
    Identità del creatore
    Data di iscrizione
    Cronologia di partecipazione

    Anche se l'utente ha abbandonato il gruppo anni fa.

    4. Metadati sulla posizione a livello di messaggio

    L'iPhone ha registrato la posizione esatta del mittente nel momento in cui i messaggi sono stati digitati e inviati, proprio come è successo con il messaggio @RedHatPentester.

    La maggior parte delle persone non se ne accorge mai.
    Gli investigatori sì.

    Perché è importante

    Ogni telefono racconta una storia.
    Ogni app conserva tracce.
    Ogni messaggio contiene più di un semplice testo.

    Questa estrazione dimostra che anche senza jailbreak, gli investigatori possono scoprire:

    ✔ Posizioni
    ✔ Password
    ✔ Associazioni di gruppo
    ✔ Cronologia dei messaggi
    ✔ Attività dettagliata delle app
    ✔ Metadati di cui la maggior parte degli utenti non si accorge nemmeno dell'esistenza

    I dispositivi digitali raramente dimenticano, anche quando l'utente lo fa.

    Source: https://x.com/elormkdaniel/status/1993320187974541683?t=pV8BM00BIOTb8YhqC_iH3Q&s=19
    Imagine receiving a normal WhatsApp message from someone… and later discovering that the message secretly contained their exact location, even though they never shared it. That’s exactly what happened during a recent forensic extraction I performed on my iPhone 12 Pro Max. During the analysis, I found a I decided to pick a message I received from @RedHatPentester, on 3rd September 2025 at 7:11 AM. Nothing unusual at first glance just a regular text. But deep inside the message metadata, the phone had silently logged: @RedHatPentester exact location at the moment he sent that message. He didn’t share it intentionally. I didn’t request it. Yet the device recorded it automatically. This was extracted directly from my own phone, meaning: If your location is turned ON while chatting on WhatsApp, your exact location can be extracted from someone else’s device if theirs undergoes forensic imaging. Most people have absolutely no idea this happens. But this was only the beginning. Also, every single file created on the device, ie: photos, videos, screenshots, recordings had the exact location of where I was when that file was created. The phone automatically logged precise GPS coordinates for each media file. This means investigators can determine where you were at the exact moment you took a picture, recorded a video, captured a screenshot, or created any media on the device. This level of metadata helps reconstruct movements, timelines, and behaviors with incredible accuracy. The extraction revealed far more than hidden location data and remember, this phone was NOT jailbroken. Here’s what else was recovered: 1. Full Synchronized Accounts & Passwords The extraction pulled: •URLs •Usernames •Passwords •Stored login metadata Basically, every synchronized password ever used on the device all recovered without jailbreak. 2. Complete Application Logs & Histories Every installed application had: ✔ Detailed logs ✔ Usage history ✔ Internal data ✔ Metadata Even apps considered “secure” or “encrypted” still left behind recoverable traces. 3. Full WhatsApp Data, Including Group Histories WhatsApp revealed more than most users realize: •Full history of every group ever joined •Date each group was created •Who created it •Date I was added •Group metadata even after you exit the group This is critical in investigations because a suspect cannot deny belonging to a group when the device itself retains: 📌 Creation date 📌 Creator identity 📌 Join date 📌 Participation timeline Even if they left the group years ago. 4. Message-Level Location Metadata The iPhone logged exact sender locations at the moment messages were typed and sent just like what happened with @RedHatPentester message. Most people never see this. Investigators do. Why This Matters Every phone tells a story. Every app keeps footprints. Every message carries more than text. This extraction proves that even without a jailbreak, investigators can discover: ✔ Locations ✔ Passwords ✔ Group associations ✔ Message histories ✔ Detailed app activity ✔ Metadata most users never realize exists Digital devices rarely forget even when the user does. Immagina di ricevere un normale messaggio WhatsApp da qualcuno... e scoprire in seguito che il messaggio conteneva segretamente la sua posizione esatta, anche se non l'ha mai condivisa. Questo è esattamente quello che è successo durante una recente estrazione dati forense che ho eseguito sul mio iPhone 12 Pro Max. Durante l'analisi, ho trovato un messaggio che ho ricevuto da @RedHatPentester il 3 settembre 2025 alle 7:11. Niente di insolito a prima vista, solo un normale messaggio di testo. Ma nei metadati del messaggio, il telefono aveva registrato silenziosamente: Posizione esatta di @RedHatPentester al momento dell'invio del messaggio. Non l'ha condivisa intenzionalmente. Non l'ho richiesto io. Eppure il dispositivo l'ha registrata automaticamente. Questo è stato estratto direttamente dal mio telefono, il che significa: Se la tua posizione è ATTIVA mentre chatti su WhatsApp, la tua posizione esatta può essere estratta dal dispositivo di qualcun altro se il suo viene sottoposto a imaging forense. La maggior parte delle persone non ha la minima idea di cosa accada. Ma questo è stato solo l'inizio. Inoltre, ogni singolo file creato sul dispositivo, ovvero foto, video, screenshot e registrazioni, riportava la posizione esatta in cui mi trovavo al momento della creazione. Il telefono ha registrato automaticamente le coordinate GPS precise per ogni file multimediale. Ciò significa che gli investigatori possono determinare dove ti trovavi nel momento esatto in cui hai scattato una foto, registrato un video, catturato uno screenshot o creato qualsiasi contenuto multimediale sul dispositivo. Questo livello di metadati aiuta a ricostruire movimenti, linee temporali e comportamenti con incredibile precisione. L'estrazione ha rivelato molto più dei dati di posizione nascosti e, ricordate, questo telefono NON era stato sottoposto a jailbreak. Ecco cos'altro è stato recuperato: 1. Account e password completamente sincronizzati L'estrazione ha estratto: •URL •Nomi utente •Password •Metadati di accesso memorizzati In pratica, tutte le password sincronizzate mai utilizzate sul dispositivo sono state recuperate senza jailbreak. 2. Registri e cronologie complete delle applicazioni Ogni applicazione installata presentava: ✔ Registri dettagliati ✔ Cronologia di utilizzo ✔ Dati interni ✔ Metadati Anche le app considerate "sicure" o "crittografate" lasciavano comunque tracce recuperabili. 3. Dati completi di WhatsApp, incluse le cronologie dei gruppi WhatsApp ha rivelato più di quanto la maggior parte degli utenti creda: • Cronologia completa di ogni gruppo a cui si è mai iscritto • Data di creazione di ciascun gruppo • Chi l'ha creato • Data di aggiunta dell'utente • Metadati del gruppo anche dopo l'uscita dal gruppo Questo è fondamentale nelle indagini perché un sospettato non può negare l'appartenenza a un gruppo quando il dispositivo stesso conserva: 📌 Data di creazione 📌 Identità del creatore 📌 Data di iscrizione 📌 Cronologia di partecipazione Anche se l'utente ha abbandonato il gruppo anni fa. 4. Metadati sulla posizione a livello di messaggio L'iPhone ha registrato la posizione esatta del mittente nel momento in cui i messaggi sono stati digitati e inviati, proprio come è successo con il messaggio @RedHatPentester. La maggior parte delle persone non se ne accorge mai. Gli investigatori sì. Perché è importante Ogni telefono racconta una storia. Ogni app conserva tracce. Ogni messaggio contiene più di un semplice testo. Questa estrazione dimostra che anche senza jailbreak, gli investigatori possono scoprire: ✔ Posizioni ✔ Password ✔ Associazioni di gruppo ✔ Cronologia dei messaggi ✔ Attività dettagliata delle app ✔ Metadati di cui la maggior parte degli utenti non si accorge nemmeno dell'esistenza I dispositivi digitali raramente dimenticano, anche quando l'utente lo fa. Source: https://x.com/elormkdaniel/status/1993320187974541683?t=pV8BM00BIOTb8YhqC_iH3Q&s=19
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  • Le foto inedite del giorno del delitto di Garlasco: Andrea Sempio davanti alla casa di Chiara Poggi
    Poche ore dopo la scoperta del delitto, Andrea Sempio, insieme al padre Giuseppe, era in via Pascoli a Garlasco. In altre immagini appaiono anche le cugine di Chiara Poggi. Le immagini, rimaste inedite per 18 anni, sono state pubblicate dalla...
    https://www.vanityfair.it/article/foto-inedite-giorno-delitto-garlasco-andrea-sempio-davanti-casa-chiara-poggi
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  • Mostra di disegni di bambini di Gaza a Rho...
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  • Una startup deep-tech italiana riparte da dove Google ed Apple hanno fallito
    Un progetto italiano mira a risolvere il problema del sovraccarico cognitivo con un assistente AI basato su memoria e privacy, attaccando un mercato in cui i giganti tecnologici mostrano segni di stagnazione...

    An Italian deep-tech startup picks up where Google and Apple failed.
    An Italian project aims to solve the problem of cognitive overload with a memory- and privacy-based AI assistant, attacking a market where tech giants are showing signs of stagnation...

    https://www.tomshw.it/business/una-startup-hi-tech-italiana-riparte-da-dove-google-ed-apple-hanno-fallito
    Una startup deep-tech italiana riparte da dove Google ed Apple hanno fallito Un progetto italiano mira a risolvere il problema del sovraccarico cognitivo con un assistente AI basato su memoria e privacy, attaccando un mercato in cui i giganti tecnologici mostrano segni di stagnazione... An Italian deep-tech startup picks up where Google and Apple failed. An Italian project aims to solve the problem of cognitive overload with a memory- and privacy-based AI assistant, attacking a market where tech giants are showing signs of stagnation... https://www.tomshw.it/business/una-startup-hi-tech-italiana-riparte-da-dove-google-ed-apple-hanno-fallito
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    Una startup deep-tech italiana riparte da dove Google ed Apple hanno fallito
    Un progetto italiano mira a risolvere il problema del sovraccarico cognitivo con un assistente AI basato su memoria e privacy, attaccando un mercato in cui i giganti tecnologici mostrano segni di stagnazione.
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  • Quando toccano i nostri bambini

    Ci sono realtà che non si dicono sottovoce. Si gridano. Si gridano perché fanno male nel punto più profondo, quello che nessuno dovrebbe mai sfiorare: l’infanzia. Non l’infanzia come parola astratta, ma quella vera, fatta di mani piccole, di capelli che profumano di latte, di occhi che non conoscono ancora il male. Quando il mondo è un abbraccio, non un concetto. Quando un bambino si addormenta perché sente una voce gentile, non perché comprende una storia.

    Eppure oggi abbiamo scoperto che in alcuni nidi qualcuno ha pensato bene di infilarsi dentro questa sacralità con la prepotenza di chi non ha più alcun senso del limite. Non stiamo parlando di scuole superiori, non stiamo parlando di adolescenti: stiamo parlando di bambini da tre mesi a tre anni. Creature che non sanno ancora parlare, che non distinguono il gioco dal simbolo, che non capirebbero nemmeno il significato della parola “famiglia”, figurarsi «utero in affitto». E invece qualcuno, nascosto dietro il paravento del “progresso”, ha portato proprio questo dentro l’asilo nido. Lo raccontano i genitori, lo riporta la stampa: libretti, attività, interventi dall’esterno. Tutto senza una spiegazione. Tutto senza un permesso. Tutto senza il minimo pudore.

    Chiunque abbia tenuto in braccio un bambino di pochi mesi lo sa: quel piccolo essere non ha difese. Non può dire no. Non può girarsi dall’altra parte. Non può capire, distinguere, respingere. Assorbe. E proprio perché assorbe, è diventato il bersaglio perfetto per chi vuole modellare il mondo non attraverso il dialogo con gli adulti - troppo scomodi, troppo pensanti - ma occupando il primo spazio vuoto della mente umana. Il più puro. Il più vulnerabile.

    Pensiamoci un secondo: che differenza c’è tra un neonato e un foglio di carta ancora bianco? Nessuna. E quel bianco, quello spazio sacro, qualcuno ha deciso di scriverlo con la penna dell’ideologia. Senza chiedere. Senza rispettare. Senza capire che esistono confini che non si valicano neppure per scherzo.

    Un adulto può scegliere, può discutere, può rifiutare. Un bambino no. E allora cosa siamo diventati se permettiamo che idee costruite a tavolino vengano messe nelle mani di chi non sa neanche ancora indicare sé stesso allo specchio?

    Perché questo è: non educazione, non inclusione, non progresso. È colonizzazione dell’infanzia. Un’infanzia che non può difendersi, che non può gridare, che non può scappare. Viene presa per la gola e riempita di contenuti che non le appartengono, come se la mente umana fosse un vaso da riempire a piacimento altrui.

    E allora sorge una domanda che dovremmo farci tutti:

    che tipo di essere umano vuole costruire chi arriva fino alla culla pur di piantare una bandiera ideologica?

    Perché chi supera questa linea non sta preparando un futuro migliore: sta preparando una generazione che non ricorderà più un tempo in cui poteva essere libera. Una generazione in cui la prima “carezza culturale” non arriva dalla famiglia, ma da qualcuno che si sente proprietario del destino altrui.

    È uno sfregio. Uno sfregio alla fiducia. Uno sfregio alla genitorialità. Uno sfregio alla fragilità più preziosa che abbiamo: i nostri figli.

    Quando si arriva a mettere mano alla culla per riscrivere l’immaginario dei bambini, significa che non ci sono più freni morali. Significa che il rispetto è morto e lo ha sostituito l’ingordigia ideologica. Significa che la società ha smarrito l’istinto primordiale di protezione, quello che perfino gli animali conoscono senza bisogno di scuole, leggi e manuali.

    Perché gli animali difendono i loro piccoli.Noi… li stiamo lasciando in balia di chi usa le loro menti come un campo di prova.

    E allora la verità è semplice, nuda, brutale: chi violenta l’infanzia con l’ideologia non è un educatore. È un predatore culturale.

    E una società che lo permette, che minimizza, che si volta dall’altra parte, è una società che ha deciso di abdicare al suo compito più antico: difendere chi non può difendersi. t.me/carmen_tortora1
    Quando toccano i nostri bambini Ci sono realtà che non si dicono sottovoce. Si gridano. Si gridano perché fanno male nel punto più profondo, quello che nessuno dovrebbe mai sfiorare: l’infanzia. Non l’infanzia come parola astratta, ma quella vera, fatta di mani piccole, di capelli che profumano di latte, di occhi che non conoscono ancora il male. Quando il mondo è un abbraccio, non un concetto. Quando un bambino si addormenta perché sente una voce gentile, non perché comprende una storia. Eppure oggi abbiamo scoperto che in alcuni nidi qualcuno ha pensato bene di infilarsi dentro questa sacralità con la prepotenza di chi non ha più alcun senso del limite. Non stiamo parlando di scuole superiori, non stiamo parlando di adolescenti: stiamo parlando di bambini da tre mesi a tre anni. Creature che non sanno ancora parlare, che non distinguono il gioco dal simbolo, che non capirebbero nemmeno il significato della parola “famiglia”, figurarsi «utero in affitto». E invece qualcuno, nascosto dietro il paravento del “progresso”, ha portato proprio questo dentro l’asilo nido. Lo raccontano i genitori, lo riporta la stampa: libretti, attività, interventi dall’esterno. Tutto senza una spiegazione. Tutto senza un permesso. Tutto senza il minimo pudore. Chiunque abbia tenuto in braccio un bambino di pochi mesi lo sa: quel piccolo essere non ha difese. Non può dire no. Non può girarsi dall’altra parte. Non può capire, distinguere, respingere. Assorbe. E proprio perché assorbe, è diventato il bersaglio perfetto per chi vuole modellare il mondo non attraverso il dialogo con gli adulti - troppo scomodi, troppo pensanti - ma occupando il primo spazio vuoto della mente umana. Il più puro. Il più vulnerabile. Pensiamoci un secondo: che differenza c’è tra un neonato e un foglio di carta ancora bianco? Nessuna. E quel bianco, quello spazio sacro, qualcuno ha deciso di scriverlo con la penna dell’ideologia. Senza chiedere. Senza rispettare. Senza capire che esistono confini che non si valicano neppure per scherzo. Un adulto può scegliere, può discutere, può rifiutare. Un bambino no. E allora cosa siamo diventati se permettiamo che idee costruite a tavolino vengano messe nelle mani di chi non sa neanche ancora indicare sé stesso allo specchio? Perché questo è: non educazione, non inclusione, non progresso. È colonizzazione dell’infanzia. Un’infanzia che non può difendersi, che non può gridare, che non può scappare. Viene presa per la gola e riempita di contenuti che non le appartengono, come se la mente umana fosse un vaso da riempire a piacimento altrui. E allora sorge una domanda che dovremmo farci tutti: che tipo di essere umano vuole costruire chi arriva fino alla culla pur di piantare una bandiera ideologica? Perché chi supera questa linea non sta preparando un futuro migliore: sta preparando una generazione che non ricorderà più un tempo in cui poteva essere libera. Una generazione in cui la prima “carezza culturale” non arriva dalla famiglia, ma da qualcuno che si sente proprietario del destino altrui. È uno sfregio. Uno sfregio alla fiducia. Uno sfregio alla genitorialità. Uno sfregio alla fragilità più preziosa che abbiamo: i nostri figli. Quando si arriva a mettere mano alla culla per riscrivere l’immaginario dei bambini, significa che non ci sono più freni morali. Significa che il rispetto è morto e lo ha sostituito l’ingordigia ideologica. Significa che la società ha smarrito l’istinto primordiale di protezione, quello che perfino gli animali conoscono senza bisogno di scuole, leggi e manuali. Perché gli animali difendono i loro piccoli.Noi… li stiamo lasciando in balia di chi usa le loro menti come un campo di prova. E allora la verità è semplice, nuda, brutale: chi violenta l’infanzia con l’ideologia non è un educatore. È un predatore culturale. E una società che lo permette, che minimizza, che si volta dall’altra parte, è una società che ha deciso di abdicare al suo compito più antico: difendere chi non può difendersi. t.me/carmen_tortora1
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  • Comunicato del Dottor Alberto Donzelli in merito alle esternazioni pubbliche del Dottor Andrea Stramezzi.
    Comunicato del Dottor Alberto Donzelli in merito alle esternazioni pubbliche del Dottor Andrea Stramezzi.
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  • Chiamate Pietrangeli - Il Post
    Negli ultimi anni era diventato il modo più usato dai giornali per ottenere un'opinione critica su Jannik Sinner, e lui stava al gioco
    https://www.ilpost.it/2025/12/01/nicola-pietrangeli-interviste-jannik-sinner/
    Chiamate Pietrangeli - Il Post Negli ultimi anni era diventato il modo più usato dai giornali per ottenere un'opinione critica su Jannik Sinner, e lui stava al gioco https://www.ilpost.it/2025/12/01/nicola-pietrangeli-interviste-jannik-sinner/
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    Negli ultimi anni era diventato il modo più usato dai giornali per ottenere un'opinione critica su Jannik Sinner, e lui stava al gioco
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  • Il «cerchio magico» di Zelensky: la corte del leader e lo scandalo tangenti. «Non si sporcavano col cash»

    Da Yermak a Mundich, da Chernishov a Kolyubayev, chi sono gli uomini vicini al Presidente travolti dallo scandalo corruzione. Sfiorato anche Rustem Umerov, scelto per guidare la squadra ai negoziati in Florida
    Mindich, che imponeva le tariffe a politici, imprenditori, chiunque entrasse nel giro. Le fondamenta principali della loro impunità erano due: l’emergenza guerra, che ha dato potere senza precedenti con la legge marziale del '22, e una maggioranza parlamentare (254 seggi su 450) che nemmeno il predecessore di Zelensky, Petro Poroshenko, s’è mai potuto sognare.

    Oleksy Chernishov, 48 anni, ex ministro dello sviluppo territoriale poi vicepremier. Arrestato per corruzione in un caso che riguarda l’azienda atomica nazionale Enerhoatom

    Chi contrastava
    Pochi riuscivano a contrastare: la premier Yulia Svyrdenko, grande nemica di Yermak, sostenuta dal segretario Usa al Tesoro, Scott Bessent. O il generale Valery Zaluzhny, «esiliato» a Londra. Oppure Dmytro Kuleba, ministro degli Esteri, silurato perché troppo autonomo. O ancora, Oleksandr Kubrakov, ambizioso aspirante premier, cacciato per i suoi rapporti troppo stretti col presidente americano Joe Biden. O anche Mykhailo Fedorov, il vicepremier che volle vederci chiaro nel business dei droni e in quei soldi che Yermak garantiva all’amico fraterno Artem Kolyubayev, un produttore cinematografico che era stato socio pure di Zelensky. Il cerchio magico era un cerchio di fuoco, perché non s’entrava tanto facilmente, ma nemmeno se ne usciva: nell’inchiesta su Yermak è coinvolto anche Rustem Umerov, il capo del Consiglio di sicurezza nazionale, l’ex ministro della Difesa, proprio l’uomo che Zelensky ha scelto al posto di Yermak per guidare la delegazione ucraina ai negoziati in Florida. «La colpa di Zelensky — dice un deputato della Rada — è stata di non aver ascoltato chi vedeva i furti e suonava le sirene».

    Artem Kolyubayev è il produttore frequentato dai tempi di Kvartal 95, lo studio tv dove Zelensky iniziò come attore: nel business dei droni, ha ricevuto fondi statali per film sull’invasione

    Il segnale
    Un campanello d’allarme fu a giugno, con l’allora vicepremier Oleksy Chernishov arrestato (e rilasciato su cauzione per 2,9 milioni di dollari) per una storia di terreni pubblici svenduti ad amici. Non era mai accaduto che un politico di simile rango finisse, diretto, in galera. Ma s’era scoperto che accettava anche il cash, lui: in ufficio, in comode buste da consegnare alla moglie, perfino in una clinica medica dov’era in cura. Lo chiamavano «Che Guevara», questo Chernishov. Il suo motto era rivoluzionario: «Vale la pena di lottare solo per le cose senza le quali non vale la pena vivere». L’Ucraina? No, gli appalti.

    Source: https://www.corriere.it/esteri/25_dicembre_01/cerchio-magico-zelensky-179d2163-091f-4b70-bd8f-ccf7d48f6xlk_amp.shtml
    Il «cerchio magico» di Zelensky: la corte del leader e lo scandalo tangenti. «Non si sporcavano col cash» Da Yermak a Mundich, da Chernishov a Kolyubayev, chi sono gli uomini vicini al Presidente travolti dallo scandalo corruzione. Sfiorato anche Rustem Umerov, scelto per guidare la squadra ai negoziati in Florida Mindich, che imponeva le tariffe a politici, imprenditori, chiunque entrasse nel giro. Le fondamenta principali della loro impunità erano due: l’emergenza guerra, che ha dato potere senza precedenti con la legge marziale del '22, e una maggioranza parlamentare (254 seggi su 450) che nemmeno il predecessore di Zelensky, Petro Poroshenko, s’è mai potuto sognare. Oleksy Chernishov, 48 anni, ex ministro dello sviluppo territoriale poi vicepremier. Arrestato per corruzione in un caso che riguarda l’azienda atomica nazionale Enerhoatom Chi contrastava Pochi riuscivano a contrastare: la premier Yulia Svyrdenko, grande nemica di Yermak, sostenuta dal segretario Usa al Tesoro, Scott Bessent. O il generale Valery Zaluzhny, «esiliato» a Londra. Oppure Dmytro Kuleba, ministro degli Esteri, silurato perché troppo autonomo. O ancora, Oleksandr Kubrakov, ambizioso aspirante premier, cacciato per i suoi rapporti troppo stretti col presidente americano Joe Biden. O anche Mykhailo Fedorov, il vicepremier che volle vederci chiaro nel business dei droni e in quei soldi che Yermak garantiva all’amico fraterno Artem Kolyubayev, un produttore cinematografico che era stato socio pure di Zelensky. Il cerchio magico era un cerchio di fuoco, perché non s’entrava tanto facilmente, ma nemmeno se ne usciva: nell’inchiesta su Yermak è coinvolto anche Rustem Umerov, il capo del Consiglio di sicurezza nazionale, l’ex ministro della Difesa, proprio l’uomo che Zelensky ha scelto al posto di Yermak per guidare la delegazione ucraina ai negoziati in Florida. «La colpa di Zelensky — dice un deputato della Rada — è stata di non aver ascoltato chi vedeva i furti e suonava le sirene». Artem Kolyubayev è il produttore frequentato dai tempi di Kvartal 95, lo studio tv dove Zelensky iniziò come attore: nel business dei droni, ha ricevuto fondi statali per film sull’invasione Il segnale Un campanello d’allarme fu a giugno, con l’allora vicepremier Oleksy Chernishov arrestato (e rilasciato su cauzione per 2,9 milioni di dollari) per una storia di terreni pubblici svenduti ad amici. Non era mai accaduto che un politico di simile rango finisse, diretto, in galera. Ma s’era scoperto che accettava anche il cash, lui: in ufficio, in comode buste da consegnare alla moglie, perfino in una clinica medica dov’era in cura. Lo chiamavano «Che Guevara», questo Chernishov. Il suo motto era rivoluzionario: «Vale la pena di lottare solo per le cose senza le quali non vale la pena vivere». L’Ucraina? No, gli appalti. Source: https://www.corriere.it/esteri/25_dicembre_01/cerchio-magico-zelensky-179d2163-091f-4b70-bd8f-ccf7d48f6xlk_amp.shtml
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  • "Gli scemi di guerra." La follia dei punti dell'Europa. PER FORTUNA PUTIN NON LI PRENDERÀ NEANCHE in CONSIDERAZIONE!
    Travaglio su Russia-Ucraina: "L'UE ha fatto un piano di pace per farlo rifiutare"
    Il direttore del Fatto analizza il piano di pace europeo in 27 punti: "Fatto apposta perché Putin lo respinga"...

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/12/01/travaglio-russia-ucraina-piano-pace-news/8212229/
    "Gli scemi di guerra." La follia dei punti dell'Europa. PER FORTUNA PUTIN NON LI PRENDERÀ NEANCHE in CONSIDERAZIONE! Travaglio su Russia-Ucraina: "L'UE ha fatto un piano di pace per farlo rifiutare" Il direttore del Fatto analizza il piano di pace europeo in 27 punti: "Fatto apposta perché Putin lo respinga"... https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/12/01/travaglio-russia-ucraina-piano-pace-news/8212229/
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    Travaglio su Russia-Ucraina: "L'UE ha fatto un piano di pace per farlo rifiutare"
    Il direttore del Fatto analizza il piano di pace europeo in 27 punti: "Fatto apposta perché Putin lo respinga"
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