• SOSTENIAMOLA!!!
    Rovigo, manager licenziata dall'Usl si ripresenta al lavoro: portata via a forza dalla polizia
    Guerra nell’azienda sanitaria, la donna aveva denunciato presunte irregolarità in appalti e contratti...
    Guerra nell’azienda sanitaria, la donna aveva denunciato presunte irregolarità in appalti e contratti

    Denunce interne per presunti appalti irregolari all’Usl 5 seguite da procedimenti disciplinari contro la presentatrice degli esposti, la sospensione dal lavoro e quindi il suo licenziamento. Si arriva così all’altro ieri, (giovedì 4 dicembre) quando la manager che ha presentato le denunce, rientrata al lavoro, viene accompagnata fuori dall’ufficio da agenti della questura. Un fatto senza precedenti.

    Muro contro muro
    È ai ferri cortissimi il contenzioso in corso tra l’Usl 5 di Rovigo e Antonietta Perrone, fino allo scorso maggio titolare dell’incarico di Direzione del Provveditorato, Economato e Gestione della Logistica della azienda sociosanitaria polesana. Il muro contro muro è tra l’Usl 5 e la manager 39enne, originaria di Caiazzo (Caserta) residente a Treviso, arrivata a Rovigo nel gennaio 2024 in comando parziale dall’azienda ospedaliera universitaria «Federico II» di Napoli. Le prime avvisaglie dei problemi poi esplosi lo scorso maggio si era avuta a marzo con un intervento della deputata polesana Pd Nadia Romeo: «Mi arrivano – aveva detto Romeo - segnalazioni di attività operatoria programmata all’ospedale e rinviata, con pesanti disagi per i pazienti, per mancanza di materiali e dispositivi. Manca persino il filo per sutura».

    Versioni contrapposte
    La versione – ufficiosa - dell’Usl 5 era che la gestione di Perrone dell’Economato stava paralizzando il funzionamento dell’ospedale. La dirigente avrebbe imposto una ferrea applicazione della legge sugli appalti. Risultato: le forniture ospedaliere sarebbero state rallentate con conseguenti disagi per l’operatività. Completamente diversa la versione fornita da Perrone.

    I suoi legali, i torinesi Filippo Distasio e Francesco Paolo Mingrino, spiegano che la revoca dell’incarico coincide al «periodo a cui risalgono le sue denunce per gravi irregolarità in alcuni appalti e contratti pubblici della Usl 5 Polesana. Fino ad allora, non era stata destinataria in tutta la sua carriera lavorativa di alcuna sanzione disciplinare (neppure un richiamo verbale) ed aveva ricevuto sempre valutazioni eccellenti per il suo operato». Per le sue denunce Perrone è stata sentita sia dalla Procura di Rovigo che dalla Guardia di Finanza rodigina. Da giugno Perrone è destinataria di diversi procedimenti disciplinari e, dall’1 settembre al 30 novembre, viene sospesa cautelarmente dall’Usl 5. Tra gli atti contestati figura anche un procedimento per accertamento di responsabilità dirigenziale, con richiesta di risoluzione del rapporto di lavoro, poi respinta l’11 novembre dal Comitato dei Garanti regionale con parere negativo.

    Il licenziamento
    Nonostante ciò, il 27 novembre il direttore generale Pietro Girardi le notifica il licenziamento disciplinare senza preavviso, decisione impugnata dai legali della dirigente e destinata a sfociare in una causa di lavoro. Scaduti i termini, Perrone rientra in servizio rilevando l’assenza dell’atto deliberativo che renderebbe esecutiva la sanzione. E viene fatta uscire dall’ufficio dalla polizia. L’Usl 5, tramite Girardi, ribadisce la piena correttezza delle proprie decisioni, affermando di aver agito a tutela degli utenti e della comunità e di essere pronta a difendere le proprie posizioni nelle sedi opportune.
    https://corrieredelveneto.corriere.it/notizie/rovigo/cronaca/25_dicembre_08/licenziata-si-ripresenta-al-lavoro-manager-portata-via-a-forza-dalla-polizia-982b0740-260a-4fe4-917b-5b2207162xlk.shtml
    SOSTENIAMOLA!!! Rovigo, manager licenziata dall'Usl si ripresenta al lavoro: portata via a forza dalla polizia Guerra nell’azienda sanitaria, la donna aveva denunciato presunte irregolarità in appalti e contratti... Guerra nell’azienda sanitaria, la donna aveva denunciato presunte irregolarità in appalti e contratti Denunce interne per presunti appalti irregolari all’Usl 5 seguite da procedimenti disciplinari contro la presentatrice degli esposti, la sospensione dal lavoro e quindi il suo licenziamento. Si arriva così all’altro ieri, (giovedì 4 dicembre) quando la manager che ha presentato le denunce, rientrata al lavoro, viene accompagnata fuori dall’ufficio da agenti della questura. Un fatto senza precedenti. Muro contro muro È ai ferri cortissimi il contenzioso in corso tra l’Usl 5 di Rovigo e Antonietta Perrone, fino allo scorso maggio titolare dell’incarico di Direzione del Provveditorato, Economato e Gestione della Logistica della azienda sociosanitaria polesana. Il muro contro muro è tra l’Usl 5 e la manager 39enne, originaria di Caiazzo (Caserta) residente a Treviso, arrivata a Rovigo nel gennaio 2024 in comando parziale dall’azienda ospedaliera universitaria «Federico II» di Napoli. Le prime avvisaglie dei problemi poi esplosi lo scorso maggio si era avuta a marzo con un intervento della deputata polesana Pd Nadia Romeo: «Mi arrivano – aveva detto Romeo - segnalazioni di attività operatoria programmata all’ospedale e rinviata, con pesanti disagi per i pazienti, per mancanza di materiali e dispositivi. Manca persino il filo per sutura». Versioni contrapposte La versione – ufficiosa - dell’Usl 5 era che la gestione di Perrone dell’Economato stava paralizzando il funzionamento dell’ospedale. La dirigente avrebbe imposto una ferrea applicazione della legge sugli appalti. Risultato: le forniture ospedaliere sarebbero state rallentate con conseguenti disagi per l’operatività. Completamente diversa la versione fornita da Perrone. I suoi legali, i torinesi Filippo Distasio e Francesco Paolo Mingrino, spiegano che la revoca dell’incarico coincide al «periodo a cui risalgono le sue denunce per gravi irregolarità in alcuni appalti e contratti pubblici della Usl 5 Polesana. Fino ad allora, non era stata destinataria in tutta la sua carriera lavorativa di alcuna sanzione disciplinare (neppure un richiamo verbale) ed aveva ricevuto sempre valutazioni eccellenti per il suo operato». Per le sue denunce Perrone è stata sentita sia dalla Procura di Rovigo che dalla Guardia di Finanza rodigina. Da giugno Perrone è destinataria di diversi procedimenti disciplinari e, dall’1 settembre al 30 novembre, viene sospesa cautelarmente dall’Usl 5. Tra gli atti contestati figura anche un procedimento per accertamento di responsabilità dirigenziale, con richiesta di risoluzione del rapporto di lavoro, poi respinta l’11 novembre dal Comitato dei Garanti regionale con parere negativo. Il licenziamento Nonostante ciò, il 27 novembre il direttore generale Pietro Girardi le notifica il licenziamento disciplinare senza preavviso, decisione impugnata dai legali della dirigente e destinata a sfociare in una causa di lavoro. Scaduti i termini, Perrone rientra in servizio rilevando l’assenza dell’atto deliberativo che renderebbe esecutiva la sanzione. E viene fatta uscire dall’ufficio dalla polizia. L’Usl 5, tramite Girardi, ribadisce la piena correttezza delle proprie decisioni, affermando di aver agito a tutela degli utenti e della comunità e di essere pronta a difendere le proprie posizioni nelle sedi opportune. https://corrieredelveneto.corriere.it/notizie/rovigo/cronaca/25_dicembre_08/licenziata-si-ripresenta-al-lavoro-manager-portata-via-a-forza-dalla-polizia-982b0740-260a-4fe4-917b-5b2207162xlk.shtml
    CORRIEREDELVENETO.CORRIERE.IT
    Rovigo, manager licenziata dall'Usl si ripresenta al lavoro: portata via a forza dalla polizia
    Guerra nell’azienda sanitaria, la donna aveva denunciato presunte irregolarità in appalti e contratti
    Angry
    2
    0 Reacties 0 aandelen 426 Views
  • Siamo più nel 1885 precisamente il 28 settembre a Montreal in Canada, quando ci fu una rivolta delle comunità, genitori che hanno perso i loro figli sani e forti dopo le vaccinazioni forzate anti vaiolo. Le forze dell'ordine non sono riusciti a fermarli e hanno raggiunto i medici mercenari e assassini. La popolazione distrusse gli ambulatori e per i medici finì molto male. Il loro grido di guerra e vendetta era "Uccidere I Vaccinatori". Agosto 1885 - Alexander Milton Ross, un medico di sani principi, si espresse coraggiosamente contro il vaccino contro il vaiolo durante l'epidemia del 1885 a Montreal. I suoi avvertimenti sono ancora validi. Ha smascherato un istituto medico che ricavava 10.000 dollari di profitti da 20.000 vaccinazioni, anteponendo la ricchezza alle vite. Proprio come le grandi aziende farmaceutiche di oggi, che antepongono i profitti alla vita delle persone.
    La guerra tra i medici ippocratici che adottarono la medicina fitoterapica e i mercenari Big Pharma con i loro farmaci allopatici che derivano dal petrolio chiamati petrolchimici finanziati dalla Fondazione Rockefeller, continua ancora oggi. Nei loro laboratori giocano con la vita delle persone come una roulette russa. Prima o poi la pistola farà fuoco. Siamo nel XXI secolo e i popoli hanno dimenticato nel tempo, cosa significa combattere. Impariamo da quel lontano 1885. Le rivolte scoppiarono in Canada, nei paesi anglo-americani, et cetera.
    Luca Caponi
    Qualche anno fa (una decina circa) ci furono episodi di ebola in Africa (indotti). In Europa ci si stava preparando ma non è servito fortunatamente (vedi gestione Coviddi. È stato debellato il pericolo scongiurando epidemia con lo stesso metodo.
    Andarono e fecero a pezzi il centro vaccinale ed i loro medici. La storia si ripete?
    Etica Ruggero Dipa
    Siamo più nel 1885 precisamente il 28 settembre a Montreal in Canada, quando ci fu una rivolta delle comunità, genitori che hanno perso i loro figli sani e forti dopo le vaccinazioni forzate anti vaiolo. Le forze dell'ordine non sono riusciti a fermarli e hanno raggiunto i medici mercenari e assassini. La popolazione distrusse gli ambulatori e per i medici finì molto male. Il loro grido di guerra e vendetta era "Uccidere I Vaccinatori". Agosto 1885 - Alexander Milton Ross, un medico di sani principi, si espresse coraggiosamente contro il vaccino contro il vaiolo durante l'epidemia del 1885 a Montreal. I suoi avvertimenti sono ancora validi. Ha smascherato un istituto medico che ricavava 10.000 dollari di profitti da 20.000 vaccinazioni, anteponendo la ricchezza alle vite. Proprio come le grandi aziende farmaceutiche di oggi, che antepongono i profitti alla vita delle persone. La guerra tra i medici ippocratici che adottarono la medicina fitoterapica e i mercenari Big Pharma con i loro farmaci allopatici che derivano dal petrolio chiamati petrolchimici finanziati dalla Fondazione Rockefeller, continua ancora oggi. Nei loro laboratori giocano con la vita delle persone come una roulette russa. Prima o poi la pistola farà fuoco. Siamo nel XXI secolo e i popoli hanno dimenticato nel tempo, cosa significa combattere. Impariamo da quel lontano 1885. Le rivolte scoppiarono in Canada, nei paesi anglo-americani, et cetera. Luca Caponi Qualche anno fa (una decina circa) ci furono episodi di ebola in Africa (indotti). In Europa ci si stava preparando ma non è servito fortunatamente (vedi gestione Coviddi. È stato debellato il pericolo scongiurando epidemia con lo stesso metodo. Andarono e fecero a pezzi il centro vaccinale ed i loro medici. La storia si ripete? Etica Ruggero Dipa
    Like
    1
    0 Reacties 0 aandelen 740 Views
  • È online e in distribuzione il nuovo numero de Il SUD Milano – Dicembre 2025!

    Bentrovati/e!
    Con l’arrivo delle feste torniamo a farvi compagnia con la nostra informazione libera, partecipata e profondamente radicata nei quartieri del Sud Milano.
    In questo ultimo numero dell’anno raccontiamo il territorio con uno sguardo che unisce attualità, cultura e le storie di chi ogni giorno lavora per costruire comunità più vive e inclusive.

    In questo numero trovate:
    Approfondimenti sui fatti più significativi del mese
    Interviste e testimonianze dal territorio
    Cultura, teatro, eventi e musica nel Sud Milano
    Le nostre rubriche dedicate a libri, serie TV, società e lifestyle
    Uno sguardo sulle iniziative natalizie nei quartieri

    Vi auguriamo una buona lettura e delle feste serene, con l’auspicio che il 2026 porti nuove energie, nuovi progetti e un anno di comunicazione ancora più ricco e fortunato per tutti e tutte.

    La versione cartacea è in distribuzione dal 3 dicembre.
    Puoi leggere e scaricare l’edizione digitale in PDF qui:


    Home - Il Sud Milano https://share.google/psAk2A3nqbP2eveh6

    Seguici anche su Facebook:

    facebook.com/ilSUDMilano

    #ilsudmilano #Dicembre2025 #milano #cultura #territori #cronacalocale #attualità #rubriche #interviste #giornalismoindipendente #freepress #SudMilanoInforma #Natale2025 #Comunità #Buon2026
    🎄 È online e in distribuzione il nuovo numero de Il SUD Milano – Dicembre 2025! 🎄 Bentrovati/e! Con l’arrivo delle feste torniamo a farvi compagnia con la nostra informazione libera, partecipata e profondamente radicata nei quartieri del Sud Milano. ✨🗞️ In questo ultimo numero dell’anno raccontiamo il territorio con uno sguardo che unisce attualità, cultura e le storie di chi ogni giorno lavora per costruire comunità più vive e inclusive. 👉 In questo numero trovate: ✔️ Approfondimenti sui fatti più significativi del mese ✔️ Interviste e testimonianze dal territorio ✔️ Cultura, teatro, eventi e musica nel Sud Milano ✔️ Le nostre rubriche dedicate a libri, serie TV, società e lifestyle ✔️ Uno sguardo sulle iniziative natalizie nei quartieri 📖 Vi auguriamo una buona lettura e delle feste serene, con l’auspicio che il 2026 porti nuove energie, nuovi progetti e un anno di comunicazione ancora più ricco e fortunato per tutti e tutte. ✨ 📰 La versione cartacea è in distribuzione dal 3 dicembre. 💻 Puoi leggere e scaricare l’edizione digitale in PDF qui: 👉 Home - Il Sud Milano https://share.google/psAk2A3nqbP2eveh6 🔗 Seguici anche su Facebook: facebook.com/ilSUDMilano #ilsudmilano #Dicembre2025 #milano #cultura #territori #cronacalocale #attualità #rubriche #interviste #giornalismoindipendente #freepress #SudMilanoInforma #Natale2025 #Comunità #Buon2026
    Like
    1
    0 Reacties 0 aandelen 1K Views
  • PARADOSSO ASSOLUTO ⚡️

    Stasera sono attraversato da un sentimento viscerale, un mix perfetto tra indignazione e rabbia. Non la resa, quella mai.
    Ma ci sono decisioni che si commentano da sole, che gridano allo scandalo prima ancora che qualcuno apra bocca. E quando a essere calpestata è la Cultura, la rabbia assume una forma ancora più precisa, più amara, più politica.
    Perché sì, in questo Paese siamo tristemente abituati a vedere professionisti catapultati in ruoli totalmente avulsi dalle loro competenze.
    Ma quando il “gioco delle sedie” arriva a colpire la Cultura – già bistrattata, ridotta a fanalino di coda nelle agende istituzionali, sottovalutata e sacrificata sempre per ultima – allora è davvero troppo.

    E diventa chiaro il disegno: la Cultura come parcheggio, come area di sosta per figure in attesa di riabilitazione, un cuscinetto morbido dove far ricadere in piedi qualcuno che certo non spicca per trasparenza o linearità gestionale.
    Milano, dove il paradosso diventa metodo.

    E così, dopo la saga tragicomica Sangiuliano–Giuli, ecco servita la nuova stagione:
    l’ex assessore alla “Rigenerazione Urbana” (che già il titolo, scusate, fa sorridere ) Giancarlo Tancredi, ora promosso a… dirigente della Direzione Cultura.
    Sì, avete letto bene. Cultura.

    Ripercorriamo in 30 secondi il capolavoro di trama:

    - Tancredi lascia il Comune nel 2021 quando diventa assessore.

    - Finisce sotto indagine («cantieropoli»), arriva l’arresto ai domiciliari.

    - Poi revoca dei domiciliari. Poi interdittiva. Poi la Cassazione la annulla.

    - Sala dichiara: “Torna pure, ma non all’Urbanistica… imbarazzerebbe”.

    SOLUZIONE? Spostiamolo alla Cultura, che tanto lì chi vuoi che si accorga di qualcosa…

    E allora la domanda, quella vera, è una sola:

    Perché? Perché proprio lì? Perché sempre lì?

    Anche evitando di puntare il dito sulla persona: cosa c’entra?
    Per quale logica, per quale visione politica, per quale strategia amministrativa la Cultura diventa la terra di nessuno in cui “svernare” in attesa di tempi migliori?
    La Cultura non è un ripiego.
    Non è un corridoio di transito.
    Non è un tappeto sotto cui spingere l’imbarazzo amministrativo.
    La Cultura è identità, visione, coraggio, innovazione, partecipazione, comunità.
    E quando la tratti come una discarica di ruoli, stai dicendo esattamente come consideri la città che dovresti governare.

    E allora sì, qualcosa di buono lo avete fatto.

    Ci avete ricordato da dove dobbiamo ripartire.
    Da una Milano Libera, non complice di questi equilibri tossici,
    non ostaggio dei giochi di potere,
    non prona alla logica del “sistemiamo qualcuno, intanto la Cultura se ne farà una ragione”.

    Nel 2027 arriveranno le amministrative.
    E grazie a voi abbiamo un esempio perfetto di come una città non vada amministrata.
    Di come la meritocrazia venga tradita.
    Di come il valore delle competenze venga calpestato.
    Di come la Cultura venga considerata sacrificabile.
    Ma noi no.
    Noi non siamo sacrificabili.
    E neanche la Cultura.

    #MilanoLibera #CulturaÈPolitica #NoAiGiochiDiPotere #Meritocrazia #Milano2027 #ParadossoAssoluto #DifendiamoLaCultura #CulturaNonÈUnParcheggio
    PARADOSSO ASSOLUTO ⚡️🤦‍♂️ Stasera sono attraversato da un sentimento viscerale, un mix perfetto tra indignazione e rabbia. Non la resa, quella mai. Ma ci sono decisioni che si commentano da sole, che gridano allo scandalo prima ancora che qualcuno apra bocca. E quando a essere calpestata è la Cultura, la rabbia assume una forma ancora più precisa, più amara, più politica. Perché sì, in questo Paese siamo tristemente abituati a vedere professionisti catapultati in ruoli totalmente avulsi dalle loro competenze. Ma quando il “gioco delle sedie” arriva a colpire la Cultura – già bistrattata, ridotta a fanalino di coda nelle agende istituzionali, sottovalutata e sacrificata sempre per ultima – allora è davvero troppo. E diventa chiaro il disegno: la Cultura come parcheggio, come area di sosta per figure in attesa di riabilitazione, un cuscinetto morbido dove far ricadere in piedi qualcuno che certo non spicca per trasparenza o linearità gestionale. 🎭 Milano, dove il paradosso diventa metodo. E così, dopo la saga tragicomica Sangiuliano–Giuli, ecco servita la nuova stagione: l’ex assessore alla “Rigenerazione Urbana” (che già il titolo, scusate, fa sorridere 😏) Giancarlo Tancredi, ora promosso a… dirigente della Direzione Cultura. Sì, avete letto bene. Cultura. 📚✨ Ripercorriamo in 30 secondi il capolavoro di trama: - Tancredi lascia il Comune nel 2021 quando diventa assessore. - Finisce sotto indagine («cantieropoli»), arriva l’arresto ai domiciliari. - Poi revoca dei domiciliari. Poi interdittiva. Poi la Cassazione la annulla. - Sala dichiara: “Torna pure, ma non all’Urbanistica… imbarazzerebbe”. 👉SOLUZIONE? Spostiamolo alla Cultura, che tanto lì chi vuoi che si accorga di qualcosa… 🎨🧩 E allora la domanda, quella vera, è una sola: Perché? Perché proprio lì? Perché sempre lì? 🙄 Anche evitando di puntare il dito sulla persona: cosa c’entra? Per quale logica, per quale visione politica, per quale strategia amministrativa la Cultura diventa la terra di nessuno in cui “svernare” in attesa di tempi migliori? La Cultura non è un ripiego. Non è un corridoio di transito. Non è un tappeto sotto cui spingere l’imbarazzo amministrativo. La Cultura è identità, visione, coraggio, innovazione, partecipazione, comunità. E quando la tratti come una discarica di ruoli, stai dicendo esattamente come consideri la città che dovresti governare. E allora sì, qualcosa di buono lo avete fatto. Ci avete ricordato da dove dobbiamo ripartire. Da una Milano Libera, non complice di questi equilibri tossici, non ostaggio dei giochi di potere, non prona alla logica del “sistemiamo qualcuno, intanto la Cultura se ne farà una ragione”. Nel 2027 arriveranno le amministrative. E grazie a voi abbiamo un esempio perfetto di come una città non vada amministrata. Di come la meritocrazia venga tradita. Di come il valore delle competenze venga calpestato. Di come la Cultura venga considerata sacrificabile. Ma noi no. Noi non siamo sacrificabili. E neanche la Cultura. ✊📚 #MilanoLibera #CulturaÈPolitica #NoAiGiochiDiPotere #Meritocrazia #Milano2027 #ParadossoAssoluto #DifendiamoLaCultura #CulturaNonÈUnParcheggio
    0 Reacties 0 aandelen 2K Views
  • Ucraina
    Ricordo questo vescovo Teodosio della Chiesa ortodossa ucraina quando lo picchiarono e arrestarono, nel 2023, gli uomini del drogato, ora è stato avvelenato
    La sua chiesa è affiliata al Patriarcato di Mosca, la più grande comunità religiosa del Paese

    Source: https://x.com/anubi77787292/status/1995208401060843969?t=0XDC7SkKkH7yq_iatBilCQ&s=19
    Ucraina Ricordo questo vescovo Teodosio della Chiesa ortodossa ucraina quando lo picchiarono e arrestarono, nel 2023, gli uomini del drogato, ora è stato avvelenato La sua chiesa è affiliata al Patriarcato di Mosca, la più grande comunità religiosa del Paese🔽 Source: https://x.com/anubi77787292/status/1995208401060843969?t=0XDC7SkKkH7yq_iatBilCQ&s=19
    Angry
    1
    0 Reacties 0 aandelen 319 Views
  • LA LEZIONE CHE L'OCCIDENTE DEVE IMPARARE

    Per chi non lo sapesse, l'Ambasciata del Qatar è in costruzione su uno dei viali più belli di Bruxelles (Avenue Franklin Roosevelt) e intende aggiungere una moschea da 60 posti.

    Questo perché il Qatar è uno dei paesi musulmani più estremisti...

    Il Ministero degli Affari Esteri belga non solo ha rifiutato di approvare questo finanziamento, ma ha anche risposto al Centro Islamico Tawfiiq dicendo "sarebbe paradossale accettare questo finanziamento da un paese che non accetta la libertà religiosa".

    Anche il Ministro degli Esteri norvegese Jonas Gahr Støre ha dichiarato: "Potremmo semplicemente dire di no, che il Ministero non approva, ma cogliamo l'occasione per aggiungere che l'approvazione sarebbe paradossale, poiché voler fondare una comunità cristiana in Arabia Saudita è considerato un reato punibile con la decapitazione".

    Nota: un'altra moschea è in costruzione anche a Court-Saint-Etienne, in Belgio. Nonostante cerchino di costruire una chiesa o un centro laico in Medio Oriente o nell'Oriente islamico, si arrogano il diritto di distruggere tutto ciò che è diverso dall'Islam nel loro Paese (siano essi cristiani, copti, laici, persino buddisti, ecc.), eppure invadono i nostri Paesi occidentali con le loro moschee e i loro minareti.

    Con una sola email inviata a cinque contatti (30 secondi del vostro prezioso tempo), ognuno di noi, in 3 mesi, avrà oltre 1 milione di email o persone informate, e 48 milioni in 6 mesi!

    Conto su di voi per continuare i contatti; è veloce e ne vale la pena.
    Forse aiuterà i nostri governanti ad aprire gli occhi...

    Quando parliamo di invasione silenziosa, alcuni mi chiedono di cosa si tratti. Bene, eccola qui: abbiamo ricevuto questa interessante informazione dal Regno Unito e la condivido così com'è, perché: "Quando vedi la barba del tuo vicino in fiamme, bagna la tua".

    Il sindaco di Londra - Musulmano.
    Il sindaco di Birmingham - musulmano.
    Il sindaco di Leeds - musulmano.
    Il sindaco di Blackburn - musulmano.
    Il sindaco di Sheffield - musulmano.
    Il sindaco di Oxford - musulmano.
    Il sindaco di Lawton - musulmano.
    Il sindaco di Oldam - musulmano.
    Il sindaco di Rokdal - musulmano.

    Tutto questo è stato realizzato da soli 4 milioni di musulmani su 66 milioni di abitanti dell'Inghilterra:

    Oggi, ci sono più di 3.000 moschee musulmane in Inghilterra.

    Ci sono più di 130 tribunali musulmani della Sharia.

    Ci sono più di 50 consigli musulmani della Sharia.

    Il 78% delle donne musulmane non lavora; sono sostenute dallo Stato e hanno un alloggio gratuito.

    Il 63% degli uomini musulmani non lavora; riceve il sostegno dello Stato e ha un alloggio gratuito.
    Le famiglie musulmane con una media di 6-8 figli, sostenute dallo Stato, ricevono un alloggio gratuito. Ora tutte le scuole del Regno Unito devono dare una lezione sull'Islam!
    E noi non possiamo decidere sulla politica migratoria?

    Uno dei modi per combattere questo fenomeno è continuare a diffondere queste informazioni negli Stati Uniti, in Europa e nel mondo intero, per informare i cittadini non istruiti, che ascoltano principalmente la radio e guardano la televisione, leggono occasionalmente un giornale, ma nessuno di loro diffonde questa verità estremamente pericolosa!

    Fino ad oggi, non ho visto questa informazione diffusa dai media.
    L'avete vista?

    Per favore, diffondetela affinché il mondo si svegli dall'imminente disastro!

    Lezione che l'Occidente deve imparare:

    La cultura musulmana ha silenziosamente invaso l'Occidente e sta già mostrando i suoi artigli affilati e distruttivi.

    La Francia ha 5 milioni di problemi, Inghilterra e Germania 3 milioni ciascuna, la Spagna circa 2 milioni, gli Stati Uniti circa 500.000, e l'Occidente ha innumerevoli moschee.

    Agiscono di nascosto, e alcuni sembrano pacifici mentre nidificano, ma quando ottengono la maggioranza, impongono le loro leggi e diventano violenti.

    Dal web
    LA LEZIONE CHE L'OCCIDENTE DEVE IMPARARE Per chi non lo sapesse, l'Ambasciata del Qatar è in costruzione su uno dei viali più belli di Bruxelles (Avenue Franklin Roosevelt) e intende aggiungere una moschea da 60 posti. Questo perché il Qatar è uno dei paesi musulmani più estremisti... Il Ministero degli Affari Esteri belga non solo ha rifiutato di approvare questo finanziamento, ma ha anche risposto al Centro Islamico Tawfiiq dicendo "sarebbe paradossale accettare questo finanziamento da un paese che non accetta la libertà religiosa". Anche il Ministro degli Esteri norvegese Jonas Gahr Støre ha dichiarato: "Potremmo semplicemente dire di no, che il Ministero non approva, ma cogliamo l'occasione per aggiungere che l'approvazione sarebbe paradossale, poiché voler fondare una comunità cristiana in Arabia Saudita è considerato un reato punibile con la decapitazione". Nota: un'altra moschea è in costruzione anche a Court-Saint-Etienne, in Belgio. Nonostante cerchino di costruire una chiesa o un centro laico in Medio Oriente o nell'Oriente islamico, si arrogano il diritto di distruggere tutto ciò che è diverso dall'Islam nel loro Paese (siano essi cristiani, copti, laici, persino buddisti, ecc.), eppure invadono i nostri Paesi occidentali con le loro moschee e i loro minareti. Con una sola email inviata a cinque contatti (30 secondi del vostro prezioso tempo), ognuno di noi, in 3 mesi, avrà oltre 1 milione di email o persone informate, e 48 milioni in 6 mesi! Conto su di voi per continuare i contatti; è veloce e ne vale la pena. Forse aiuterà i nostri governanti ad aprire gli occhi... Quando parliamo di invasione silenziosa, alcuni mi chiedono di cosa si tratti. Bene, eccola qui: abbiamo ricevuto questa interessante informazione dal Regno Unito e la condivido così com'è, perché: "Quando vedi la barba del tuo vicino in fiamme, bagna la tua". ▪️Il sindaco di Londra - Musulmano. ▪️Il sindaco di Birmingham - musulmano. ▪️Il sindaco di Leeds - musulmano. ▪️Il sindaco di Blackburn - musulmano. ▪️Il sindaco di Sheffield - musulmano. ▪️Il sindaco di Oxford - musulmano. ▪️Il sindaco di Lawton - musulmano. ▪️Il sindaco di Oldam - musulmano. ▪️Il sindaco di Rokdal - musulmano. Tutto questo è stato realizzato da soli 4 milioni di musulmani su 66 milioni di abitanti dell'Inghilterra: Oggi, ci sono più di 3.000 moschee musulmane in Inghilterra. Ci sono più di 130 tribunali musulmani della Sharia. Ci sono più di 50 consigli musulmani della Sharia. Il 78% delle donne musulmane non lavora; sono sostenute dallo Stato e hanno un alloggio gratuito. Il 63% degli uomini musulmani non lavora; riceve il sostegno dello Stato e ha un alloggio gratuito. Le famiglie musulmane con una media di 6-8 figli, sostenute dallo Stato, ricevono un alloggio gratuito. Ora tutte le scuole del Regno Unito devono dare una lezione sull'Islam! E noi non possiamo decidere sulla politica migratoria? Uno dei modi per combattere questo fenomeno è continuare a diffondere queste informazioni negli Stati Uniti, in Europa e nel mondo intero, per informare i cittadini non istruiti, che ascoltano principalmente la radio e guardano la televisione, leggono occasionalmente un giornale, ma nessuno di loro diffonde questa verità estremamente pericolosa! Fino ad oggi, non ho visto questa informazione diffusa dai media. L'avete vista? Per favore, diffondetela affinché il mondo si svegli dall'imminente disastro! Lezione che l'Occidente deve imparare: La cultura musulmana ha silenziosamente invaso l'Occidente e sta già mostrando i suoi artigli affilati e distruttivi. La Francia ha 5 milioni di problemi, Inghilterra e Germania 3 milioni ciascuna, la Spagna circa 2 milioni, gli Stati Uniti circa 500.000, e l'Occidente ha innumerevoli moschee. Agiscono di nascosto, e alcuni sembrano pacifici mentre nidificano, ma quando ottengono la maggioranza, impongono le loro leggi e diventano violenti. Dal web
    Like
    Angry
    2
    0 Reacties 0 aandelen 2K Views
  • EFFETTO MAMDA – yes, but… calma

    Quando si percepiscono venti di cambiamento, parole di speranza e propositi basati su solidarietà e bene comune, è umano lasciarsi trascinare.
    Ci emozioniamo, ci esaltiamo, sentiamo di nuovo che “qualcosa si muove”.

    Ma — proprio perché di illusioni ne abbiamo collezionate parecchie — un po’ di prudenza civica non guasta.

    È un bel risultato, quello dei cittadini di New York con l’elezione di Zhoran Mamdani. Faccia pulita, linguaggio diretto, spirito socialdemocratico e un programma che mette al centro i diritti di tutti.
    Bello, ispirante. Ma da qui a farne un modello da importare chiavi in mano per Milano... calma.

    Negli ultimi giorni si è scatenata una specie di febbre da “Effetto Mamda”: c’è chi sogna di trovare un sindaco simile, chi lancia sondaggi come se si trattasse di un casting per il Grande Fratello della politica civica. Tutto comprensibile. Ma davvero crediamo che basti un volto giovane e carismatico per rimettere in sesto una città ferita da anni di malgoverno e autoreferenzialità?
    Non è pessimismo, ma memoria. E qualche punto fermo ci serve per non ripetere gli stessi errori

    Tre cose semplici da considerare:

    1️⃣ Milano non è New York.
    Le due città hanno morfologie, mix sociali e strutture urbanistiche profondamente diverse. Laddove New York è un mosaico di distretti autonomi e di comunità organizzate, Milano vive ancora una rigida centralizzazione amministrativa e un’urbanistica spesso piegata agli interessi immobiliari. I modelli non si “esportano”: si contestualizzano.
    Forse ora come ora qualunque schema ci sembra "oro colato" davanti al fallimento del "Modello Milano".

    2️⃣ Basta con l’uomo solo al comando.
    L’eroe solitario, bello e magnetico come un dio pagano, non serve più. Lo abbiamo visto, lo abbiamo applaudito, e troppe volte ci ha deluso. Il cambiamento vero nasce dal lavoro collettivo, dalle reti civiche, dalla condivisione del potere decisionale.
    Ma a patto che sapremo guardare oltre la concorrenza fra i nostri gruppi politici di opposizione e mettendo da parte le mire personali. Altrimenti la disfatta del 2021 sarà la stessa. Basta guardarsi in cagnesco quindi e ripartiamo.

    3️⃣ Le intenzioni non bastano.
    Stiamo già brindando a un cambiamento che deve ancora tradursi in politiche concrete. È un po’ come il Nobel a Obama: simbolico, ma prematuro. Dietro ogni volto nuovo serve un progetto, una visione collettiva e strutturata.

    E quindi?

    Non è questione di non credere al cambiamento. È questione di non farsi incantare dai riflessi del cambiamento apparente.

    Per Milano, serve una rotta chiara:

    Un candidato empatico ma circondato da una squadra forte, capace di ricucire il legame fra istituzioni e cittadini. Il leader da solo non basta più.

    Un programma concreto, pochi punti ma chiari, costruiti dai quartieri verso il centro. Basta libri dei sogni, servono agende nate dal basso: dal trasporto pubblico all’abitare, dalla giustizia sociale alla qualità della vita.

    Un patto civico nuovo, dove le Municipalità non siano più la “Serie B” della politica, ma il cuore pulsante del cambiamento reale.

    Milano non ha bisogno di un Messia o di un guru come di un profeta, ma di un’etica pubblica nuova.
    Una mentalità diversa, che parta da noi cittadini attivi. Perché senza una spinta collettiva, nemmeno il “Mamdani” più ispirato potrà salvarci.
    Va bene esultare, sognare, farsi contagiare da un entusiasmo sano.
    Ma ricordiamoci che ogni sbornia finisce… e il lunedì arriva per tutti.


    In bocca al lupo, “Mamda”. Ora tocca a noi.
    Posiamo i calici e mettiamoci al lavoro.

    #EffettoMamda #MilanoCivica #PoliticaConcreta #CambiamentoVero #LeadershipDiffusa #Partecipazione #CittàCheCambia #AttivismoCivico
    ✳️ EFFETTO MAMDA – yes, but… calma ✳️ Quando si percepiscono venti di cambiamento, parole di speranza e propositi basati su solidarietà e bene comune, è umano lasciarsi trascinare. Ci emozioniamo, ci esaltiamo, sentiamo di nuovo che “qualcosa si muove”. Ma — proprio perché di illusioni ne abbiamo collezionate parecchie — un po’ di prudenza civica non guasta. ✋ È un bel risultato, quello dei cittadini di New York con l’elezione di Zhoran Mamdani. Faccia pulita, linguaggio diretto, spirito socialdemocratico e un programma che mette al centro i diritti di tutti. Bello, ispirante. Ma da qui a farne un modello da importare chiavi in mano per Milano... calma. Negli ultimi giorni si è scatenata una specie di febbre da “Effetto Mamda”: c’è chi sogna di trovare un sindaco simile, chi lancia sondaggi come se si trattasse di un casting per il Grande Fratello della politica civica. Tutto comprensibile. Ma davvero crediamo che basti un volto giovane e carismatico per rimettere in sesto una città ferita da anni di malgoverno e autoreferenzialità? Non è pessimismo, ma memoria. E qualche punto fermo ci serve per non ripetere gli stessi errori 👇 ⚖️ Tre cose semplici da considerare: 1️⃣ Milano non è New York. Le due città hanno morfologie, mix sociali e strutture urbanistiche profondamente diverse. Laddove New York è un mosaico di distretti autonomi e di comunità organizzate, Milano vive ancora una rigida centralizzazione amministrativa e un’urbanistica spesso piegata agli interessi immobiliari. I modelli non si “esportano”: si contestualizzano. Forse ora come ora qualunque schema ci sembra "oro colato" davanti al fallimento del "Modello Milano". 2️⃣ Basta con l’uomo solo al comando. L’eroe solitario, bello e magnetico come un dio pagano, non serve più. Lo abbiamo visto, lo abbiamo applaudito, e troppe volte ci ha deluso. Il cambiamento vero nasce dal lavoro collettivo, dalle reti civiche, dalla condivisione del potere decisionale. Ma a patto che sapremo guardare oltre la concorrenza fra i nostri gruppi politici di opposizione e mettendo da parte le mire personali. Altrimenti la disfatta del 2021 sarà la stessa. Basta guardarsi in cagnesco quindi e ripartiamo. 3️⃣ Le intenzioni non bastano. Stiamo già brindando a un cambiamento che deve ancora tradursi in politiche concrete. È un po’ come il Nobel a Obama: simbolico, ma prematuro. Dietro ogni volto nuovo serve un progetto, una visione collettiva e strutturata. 💡 E quindi? Non è questione di non credere al cambiamento. È questione di non farsi incantare dai riflessi del cambiamento apparente. Per Milano, serve una rotta chiara: Un candidato empatico ma circondato da una squadra forte, capace di ricucire il legame fra istituzioni e cittadini. Il leader da solo non basta più. Un programma concreto, pochi punti ma chiari, costruiti dai quartieri verso il centro. Basta libri dei sogni, servono agende nate dal basso: dal trasporto pubblico all’abitare, dalla giustizia sociale alla qualità della vita. Un patto civico nuovo, dove le Municipalità non siano più la “Serie B” della politica, ma il cuore pulsante del cambiamento reale. Milano non ha bisogno di un Messia o di un guru come di un profeta, ma di un’etica pubblica nuova. Una mentalità diversa, che parta da noi cittadini attivi. Perché senza una spinta collettiva, nemmeno il “Mamdani” più ispirato potrà salvarci. Va bene esultare, sognare, farsi contagiare da un entusiasmo sano. Ma ricordiamoci che ogni sbornia finisce… e il lunedì arriva per tutti. 🍷 ➡️💼 In bocca al lupo, “Mamda”. Ora tocca a noi. Posiamo i calici e mettiamoci al lavoro. #EffettoMamda #MilanoCivica #PoliticaConcreta #CambiamentoVero #LeadershipDiffusa #Partecipazione #CittàCheCambia #AttivismoCivico
    0 Reacties 0 aandelen 4K Views


  • "Allahu Akbar"

    Numerosi uomini incappucciati protestano contro una manifestazione islamofoba a Londra

    Sabato a Londra si sono svolte controproteste intorno a un raduno del partito britannico UKIP (United Kingdom Independence Party), che sostiene una politica migratoria più severa ed è considerato critico verso l'Islam. La marcia originariamente prevista nel quartiere di Whitechapel, a est di Londra, è stata spostata dalla polizia per motivi di sicurezza nel quartiere occidentale di Knightsbridge.

    A Whitechapel si sono comunque radunati centinaia di uomini per lo più incappucciati, molti con bandiere palestinesi e bangladesi, che gridavano "Allahu Akbar" e dichiaravano di voler difendere la loro comunità.

    Contemporaneamente, i sostenitori dell'UKIP hanno sfilato per Knightsbridge. Il loro leader Nick Tenconi ha chiesto in un discorso, tra l'altro, di negare l'ingresso agli "invasori arabi", di agire contro l'islamismo e il comunismo, di avviare deportazioni di massa e di riconquistare la Gran Bretagna in una "nona crociata". I partecipanti scandivano slogan come "Riprendiamoci il nostro paese" e portavano bandiere britanniche e croci.

    rtde.online

    MTnews_Deutsch

    Source: https://x.com/dessere88fenice/status/1982553134053347771?t=o3TgKcTl9q9eWCu-XEHFcA&s=19
    ☪️🇬🇧🔥 "Allahu Akbar" Numerosi uomini incappucciati protestano contro una manifestazione islamofoba a Londra Sabato a Londra si sono svolte controproteste intorno a un raduno del partito britannico UKIP (United Kingdom Independence Party), che sostiene una politica migratoria più severa ed è considerato critico verso l'Islam. La marcia originariamente prevista nel quartiere di Whitechapel, a est di Londra, è stata spostata dalla polizia per motivi di sicurezza nel quartiere occidentale di Knightsbridge. A Whitechapel si sono comunque radunati centinaia di uomini per lo più incappucciati, molti con bandiere palestinesi e bangladesi, che gridavano "Allahu Akbar" e dichiaravano di voler difendere la loro comunità. Contemporaneamente, i sostenitori dell'UKIP hanno sfilato per Knightsbridge. Il loro leader Nick Tenconi ha chiesto in un discorso, tra l'altro, di negare l'ingresso agli "invasori arabi", di agire contro l'islamismo e il comunismo, di avviare deportazioni di massa e di riconquistare la Gran Bretagna in una "nona crociata". I partecipanti scandivano slogan come "Riprendiamoci il nostro paese" e portavano bandiere britanniche e croci. rtde.online MTnews_Deutsch Source: https://x.com/dessere88fenice/status/1982553134053347771?t=o3TgKcTl9q9eWCu-XEHFcA&s=19
    Angry
    1
    0 Reacties 0 aandelen 1K Views 4
  • LA VERITA' SUI COLLOQUI tra Donald Trump e Zelensky, la guerra l'Ucraina l'ha già persa da mesi è arrivato il momento di ammetterlo. Zelensky ha cancellato un'intera generazione. NON SI PUO' CONTINUARE a SOSTENERE un FOLLE!
    Trump-Zelensky, lite furibonda sul Donbass: "Cedilo o sarai distrutto"
    Il presidente Usa avrebbe chiesto al leader ucraino di consegnare il Donbass a Putin dopo una telefonata con il leader russo...


    Il presidente russo Vladimir Putin, nella telefonata di giovedì scorso con il presidente statunitense Donald Trump, ha chiesto che Kiev ceda il pieno controllo della regione di Donetsk come condizione per porre fine alla guerra in Ucraina. Lo riporta in esclusiva il Washington Post, citando due alti funzionari a conoscenza della conversazione. Secondo le fonti, l’insistenza di Putin su Donetsk — area strategica dell’Ucraina orientale contesa dal 2014 — indica che il leader del Cremlino non intende arretrare rispetto alle richieste che hanno finora bloccato ogni trattativa, nonostante l’ottimismo espresso da Trump sulla possibilità di un accordo. Dall’inizio del conflitto, Mosca tenta senza successo di consolidare il controllo del Donetsk, dove le forze ucraine sono radicate da anni in una regione considerata un baluardo contro l’avanzata russa verso la capitale Kiev.

    Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dopo l’incontro di venerdì con Trump, ha lanciato un appello agli alleati. “L’Ucraina non darà mai ai terroristi alcuna ricompensa per i loro crimini e contiamo sui nostri partner per mantenere questa posizione”, ha scritto su X. Zelensky, che non ha ottenuto i missili Tomahawk, ha chiesto “passi decisivi a Usa, Europa, G20 e G7”, sottolineando che “Putin non può essere fermato con le parole”. “Le vite vanno protette”, ha aggiunto. “Abbiamo acconsentito a un cessate il fuoco senza condizioni e offerto più volte modi per fermare gli attacchi, ma la Russia continua a ostacolare il processo, manipolando e intensificando i bombardamenti lungo la linea del fronte”. Solo nell’ultima settimana, secondo il presidente ucraino, Mosca avrebbe impiegato “oltre 3.200 droni d’attacco, 1.370 bombe guidate e circa 50 missili” contro il Paese.

    Intanto altre dieci persone sono rimaste ferite in un attacco con droni sulla comunità di Shakhtarska, nel distretto di Synelnyky, nella regione di Dnipropetrovsk. Lo ha riferito su Telegram il capo a interim dell’amministrazione militare regionale, Vladyslav Haivanenko, citato da Ukrinform. “Una donna è in gravi condizioni. Gli appartamenti di tre palazzi sono andati a fuoco”, ha spiegato Haivanenko. Colpite anche abitazioni e infrastrutture nelle comunità di Mezhyvska e Mykolaivska. Le truppe russe hanno inoltre bombardato la regione di Nikopol con artiglieria e droni: danni sono stati segnalati nel capoluogo e nella comunità di Pokrovska, dove il tetto di una casa ha preso fuoco.

    Secondo il ministero della Difesa russo, invece, i sistemi di difesa aerea di Mosca avrebbero abbattuto 45 droni ucraini durante la notte, sopra diverse regioni della Federazione, tra cui Samara, Saratov, Rostov, Voronezh e la Crimea.


    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/10/19/trump-zelensky-lite-donbass-putin-news/8165834/
    LA VERITA' SUI COLLOQUI tra Donald Trump e Zelensky, la guerra l'Ucraina l'ha già persa da mesi è arrivato il momento di ammetterlo. Zelensky ha cancellato un'intera generazione. NON SI PUO' CONTINUARE a SOSTENERE un FOLLE! Trump-Zelensky, lite furibonda sul Donbass: "Cedilo o sarai distrutto" Il presidente Usa avrebbe chiesto al leader ucraino di consegnare il Donbass a Putin dopo una telefonata con il leader russo... Il presidente russo Vladimir Putin, nella telefonata di giovedì scorso con il presidente statunitense Donald Trump, ha chiesto che Kiev ceda il pieno controllo della regione di Donetsk come condizione per porre fine alla guerra in Ucraina. Lo riporta in esclusiva il Washington Post, citando due alti funzionari a conoscenza della conversazione. Secondo le fonti, l’insistenza di Putin su Donetsk — area strategica dell’Ucraina orientale contesa dal 2014 — indica che il leader del Cremlino non intende arretrare rispetto alle richieste che hanno finora bloccato ogni trattativa, nonostante l’ottimismo espresso da Trump sulla possibilità di un accordo. Dall’inizio del conflitto, Mosca tenta senza successo di consolidare il controllo del Donetsk, dove le forze ucraine sono radicate da anni in una regione considerata un baluardo contro l’avanzata russa verso la capitale Kiev. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dopo l’incontro di venerdì con Trump, ha lanciato un appello agli alleati. “L’Ucraina non darà mai ai terroristi alcuna ricompensa per i loro crimini e contiamo sui nostri partner per mantenere questa posizione”, ha scritto su X. Zelensky, che non ha ottenuto i missili Tomahawk, ha chiesto “passi decisivi a Usa, Europa, G20 e G7”, sottolineando che “Putin non può essere fermato con le parole”. “Le vite vanno protette”, ha aggiunto. “Abbiamo acconsentito a un cessate il fuoco senza condizioni e offerto più volte modi per fermare gli attacchi, ma la Russia continua a ostacolare il processo, manipolando e intensificando i bombardamenti lungo la linea del fronte”. Solo nell’ultima settimana, secondo il presidente ucraino, Mosca avrebbe impiegato “oltre 3.200 droni d’attacco, 1.370 bombe guidate e circa 50 missili” contro il Paese. Intanto altre dieci persone sono rimaste ferite in un attacco con droni sulla comunità di Shakhtarska, nel distretto di Synelnyky, nella regione di Dnipropetrovsk. Lo ha riferito su Telegram il capo a interim dell’amministrazione militare regionale, Vladyslav Haivanenko, citato da Ukrinform. “Una donna è in gravi condizioni. Gli appartamenti di tre palazzi sono andati a fuoco”, ha spiegato Haivanenko. Colpite anche abitazioni e infrastrutture nelle comunità di Mezhyvska e Mykolaivska. Le truppe russe hanno inoltre bombardato la regione di Nikopol con artiglieria e droni: danni sono stati segnalati nel capoluogo e nella comunità di Pokrovska, dove il tetto di una casa ha preso fuoco. Secondo il ministero della Difesa russo, invece, i sistemi di difesa aerea di Mosca avrebbero abbattuto 45 droni ucraini durante la notte, sopra diverse regioni della Federazione, tra cui Samara, Saratov, Rostov, Voronezh e la Crimea. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/10/19/trump-zelensky-lite-donbass-putin-news/8165834/
    WWW.ILFATTOQUOTIDIANO.IT
    Trump-Zelensky, lite furibonda sul Donbass: "Cedilo o sarai distrutto"
    Il presidente Usa avrebbe chiesto al leader ucraino di consegnare il Donbass a Putin dopo una telefonata con il leader russo
    Like
    1
    0 Reacties 0 aandelen 3K Views
  • LA MASSIMA IPOCRISIA dell'OCCIDENTE!

    L’uomo ritratto a sinistra è stato uno dei leader di Al-Qaeda in Siria, formazione terroristica poi confluita in Jabhat al-Nusra, responsabile di stragi, persecuzioni e innumerevoli vittime, in particolare tra le comunità cristiane d’Oriente: un bilancio di sangue che, per intensità, supera persino quello di Hamas.

    A destra, invece, siede l’ex comandante delle forze armate statunitensi in Medio Oriente, già direttore della CIA, l’uomo che per anni ha avuto il compito di eliminare proprio quel miliziano.

    Oggi, sul palco di un forum a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, lo si vede intervistarlo con deferenza, nella sua nuova veste di presidente della Siria.

    Via il turbante, sostituito dalla giacca e dalla cravatta; barba accorciata, eloquio misurato. Una metamorfosi estetica che accompagna un’incredibile metamorfosi politica.

    La conclusione resta amara: l’Occidente, nel suo eterno gioco di alleanze mutevoli, non smette di mostrare il volto della più tragica ipocrisia.

    THE ULTIMATE HYPOCRISY OF THE WEST!

    The man portrayed on the left was one of the leaders of Al-Qaeda in Syria, a terrorist group that later merged into Jabhat al-Nusra, responsible for massacres, persecutions and countless victims, in particular among the Christian communities of the East: a blood toll which, in terms of intensity, even surpasses that of Hamas.

    On the right, however, sits the former commander of the US armed forces in the Middle East, former director of the CIA, the man who for years had the task of eliminating that very militiaman.

    Today, on the stage of a forum on the sidelines of the United Nations General Assembly, he is seen being interviewed with deference, in his new role as president of Syria.

    The turban is gone, replaced by the jacket and tie; shortened beard, measured speech. An aesthetic metamorphosis that accompanies an incredible political metamorphosis.

    The conclusion remains bitter: the West, in its eternal game of changing alliances, never ceases to show the face of the most tragic hypocrisy.
    LA MASSIMA IPOCRISIA dell'OCCIDENTE! L’uomo ritratto a sinistra è stato uno dei leader di Al-Qaeda in Siria, formazione terroristica poi confluita in Jabhat al-Nusra, responsabile di stragi, persecuzioni e innumerevoli vittime, in particolare tra le comunità cristiane d’Oriente: un bilancio di sangue che, per intensità, supera persino quello di Hamas. A destra, invece, siede l’ex comandante delle forze armate statunitensi in Medio Oriente, già direttore della CIA, l’uomo che per anni ha avuto il compito di eliminare proprio quel miliziano. Oggi, sul palco di un forum a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, lo si vede intervistarlo con deferenza, nella sua nuova veste di presidente della Siria. Via il turbante, sostituito dalla giacca e dalla cravatta; barba accorciata, eloquio misurato. Una metamorfosi estetica che accompagna un’incredibile metamorfosi politica. La conclusione resta amara: l’Occidente, nel suo eterno gioco di alleanze mutevoli, non smette di mostrare il volto della più tragica ipocrisia. THE ULTIMATE HYPOCRISY OF THE WEST! The man portrayed on the left was one of the leaders of Al-Qaeda in Syria, a terrorist group that later merged into Jabhat al-Nusra, responsible for massacres, persecutions and countless victims, in particular among the Christian communities of the East: a blood toll which, in terms of intensity, even surpasses that of Hamas. On the right, however, sits the former commander of the US armed forces in the Middle East, former director of the CIA, the man who for years had the task of eliminating that very militiaman. Today, on the stage of a forum on the sidelines of the United Nations General Assembly, he is seen being interviewed with deference, in his new role as president of Syria. The turban is gone, replaced by the jacket and tie; shortened beard, measured speech. An aesthetic metamorphosis that accompanies an incredible political metamorphosis. The conclusion remains bitter: the West, in its eternal game of changing alliances, never ceases to show the face of the most tragic hypocrisy.
    Angry
    2
    0 Reacties 0 aandelen 2K Views
Zoekresultaten