• È L'ITALIA CHE SE NE VA …

    Nulla è eterno, lo sappiamo bene.
    Ma quando l’Italia perde le sue bandiere, le personalità che hanno incarnato i suoi anni migliori, il folklore e quella spensieratezza che oggi sembrano appartenere a un tempo lontano, allora quello è il vero decesso.
    Il decesso intellettuale e morale di un Paese che ormai fatica ad avere grandi idee e grande stile.
    Lo stile di una televisione che non aveva bisogno di invettive, polemiche o volgarità per intrattenere e unire le famiglie.
    Unica consolazione: i migliori, adesso, sono insieme dall’altra parte.
    E chissà che meravigliosi “varietà” adesso dall'altra parte...

    Siamo noi, oggi, a stare male nella nostra solitudine.
    Ciao Pippo.
    Ciao a voi che avete fatto la #cultura italiana.
    Rip

    #PippoBaudo #TelevisioneItaliana #CulturaPopolare #Varietà #Italia #AddioPippo #StoriaDellaTV
    È L'ITALIA CHE SE NE VA … Nulla è eterno, lo sappiamo bene. Ma quando l’Italia perde le sue bandiere, le personalità che hanno incarnato i suoi anni migliori, il folklore e quella spensieratezza che oggi sembrano appartenere a un tempo lontano, allora quello è il vero decesso. Il decesso intellettuale e morale di un Paese che ormai fatica ad avere grandi idee e grande stile. Lo stile di una televisione che non aveva bisogno di invettive, polemiche o volgarità per intrattenere e unire le famiglie. Unica consolazione: i migliori, adesso, sono insieme dall’altra parte. E chissà che meravigliosi “varietà” adesso dall'altra parte... Siamo noi, oggi, a stare male nella nostra solitudine. Ciao Pippo. Ciao a voi che avete fatto la #cultura italiana. Rip #PippoBaudo #TelevisioneItaliana #CulturaPopolare #Varietà #Italia #AddioPippo #StoriaDellaTV
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  • La coraggiosa testimonianza e l'appello di un allevatore sardo contro le vaccinazioni a tappeto dei bovini…
    State ad ascoltare.
    …a voi le conclusioni… Massima condivisione!
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  • "I funerali della Scienzah" - Aiutatemi a diffondere questo video che denuncia le malefatte del potere. Daniele Giovanardi medico Sicon ( sì al dialogo).
    MASSIMA CONDIVISIONE!

    Patto Internazionale - Sanitari e Cittadini Truth To Power - La verità al potere


    Comunicato Stampa
    In Italia, 16 agosto 2025



    Si rincorrono voci che il Ministro Schillaci abbia annullato le nomine della Commissione NITAG .

    Risulterebbe che ben 4 Medici nominati nella Commissione trattengano rapporti economici con quelli che dovrebbero controllare.

    Se così fosse si riaprirebbe lo scandalo dei conflitti di interesse.

    Se la commissione sarà ricomposta vigileremo perché non si ripetano tali errori.”



    Il Direttivo
    "I funerali della Scienzah" - Aiutatemi a diffondere questo video che denuncia le malefatte del potere. Daniele Giovanardi medico Sicon ( sì al dialogo). MASSIMA CONDIVISIONE! Patto Internazionale - Sanitari e Cittadini Truth To Power - La verità al potere Comunicato Stampa In Italia, 16 agosto 2025 Si rincorrono voci che il Ministro Schillaci abbia annullato le nomine della Commissione NITAG . Risulterebbe che ben 4 Medici nominati nella Commissione trattengano rapporti economici con quelli che dovrebbero controllare. Se così fosse si riaprirebbe lo scandalo dei conflitti di interesse. Se la commissione sarà ricomposta vigileremo perché non si ripetano tali errori.” Il Direttivo
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  • MILANO – Lo stato del degrado

    Stiamo osservando insieme uno stato ormai avanzato di deperimento e degenerazione di Milano. Non solo dal punto di vista ambientale o economico, ma soprattutto sociale. È inutile negarlo.

    Mi dispiace dover usare un termine così crudo, ma la città appare oggi come affetta da una vera e propria cancrena, una metastasi diffusa su cui diventa necessario intervenire in modo "chirurgico".
    Non basta più la prima ondata di indignazione, le classiche urla allo scandalo di turno: rischiano solo di essere insabbiate dal prossimo scandalo, previsto — puntuale come un orologio svizzero — tra qualche mese o anno.
    E noi, come sempre, pronti a commentare ma incapaci di agire davvero.

    ⚫️Questo è il problema.
    Milano ha un “tumore” da estirpare. E, nonostante lo stadio avanzato, non tutto è compromesso: molto dipende dalla volontà dei cittadini di recuperare il proprio "spirito critico" e il coraggio di sapersi “schierare” (ogni riferimento, naturalmente, è davvero puramente casuale giuro).

    ⚫️Già ben prima di Expo 2015 si era fatta strada nel tessuto sociale e politico una vera e propria politica di lavaggio del cervello, con tratti più mafiosi che democratici, e soprattutto di marca “neoliberista”. L’obiettivo dichiarato era rendere Milano più vivibile, attrattiva e competitiva, per residenti e visitatori. Il risultato, invece, è stata la benedizione delle peggiori porcate: eventi spacciati per progresso, strategie di “marketing culturale” che hanno avuto ben poco a che fare con la cultura. Una sorta di cultural-washing in piena regola.

    ⚫️A ciò si è aggiunto il teatrino del coinvolgimento civico: finti processi di “partecipazione”, convocati in fasce orarie improbabili o con modalità lontane da qualsiasi confronto democratico e civile. Di referendum cittadini o di altre forme di question time autentico meglio non parlare: tentativi abortiti prima ancora di arrivare al confronto.

    ⚫️Ma il nodo più doloroso è forse un altro: la nostra stessa incapacità di fare squadra. È difficile già tra comitati e associazioni civiche, che si battono per centimetri di diritti nei rispettivi quartieri; figuriamoci tra partiti e movimenti, impegnati a contendersi percentuali minime di consenso. Tutti elementi che aggravano ulteriormente il quadro, rendendo Milano una città sempre più disaggregata e disgregante.

    A questo si somma l’aumento vertiginoso del costo della vita e della gestione delle economie familiari, che colpisce indiscriminatamente single, famiglie, anziani. Quando la priorità quotidiana diventa “arrivare a fine mese”, è difficile coltivare un’autentica esperienza di politica collettiva. La sopravvivenza sostituisce la partecipazione.

    Negli ultimi anni si è poi aggiunta un’altra forma di cecità: quella dell’empatia totale. Da due anni a questa parte siamo comprensibilmente assorbiti dalle tragedie internazionali, dall’Ucraina alla Palestina. È giusto provare dolore di fronte alla perdita di centinaia di bambini e civili innocenti. Ma questo sentimento, pur necessario, ha contribuito a distogliere la nostra attenzione dal terreno di casa. Nel frattempo Milano è scivolata fuori controllo, ostaggio di decenni di politiche affidate a arraffoni, furbacchioni e affaristi di ogni colore politico. Una visione “neoliberista” che non conosce distinzione tra centrodestra e centrosinistra.

    Se questo scenario ci piace, continuiamo pure con il nostro masochismo urbano. Se invece dentro di noi sopravvive ancora un fuoco interiore, allora è tempo di ribaltare il “paradigma”: abbassare le difese intellettuali, mettere da parte i pregiudizi, smettere di fare gli schizzinosi.

    È tempo di provare davvero a fare squadra. Perché se Milano è malata, la cura dipende solo da noi.

    #Milano #Politica #Società #Neoliberismo #CulturalWashing #CittadinanzaAttiva #Carovita #Partecipazione #Comunità #RigenerazioneSociale #SpiritoCritico
    MILANO – Lo stato del degrado 🏙️ Stiamo osservando insieme uno stato ormai avanzato di deperimento e degenerazione di Milano. Non solo dal punto di vista ambientale o economico, ma soprattutto sociale. È inutile negarlo. Mi dispiace dover usare un termine così crudo, ma la città appare oggi come affetta da una vera e propria cancrena, una metastasi diffusa su cui diventa necessario intervenire in modo "chirurgico". Non basta più la prima ondata di indignazione, le classiche urla allo scandalo di turno: rischiano solo di essere insabbiate dal prossimo scandalo, previsto — puntuale come un orologio svizzero — tra qualche mese o anno. E noi, come sempre, pronti a commentare ma incapaci di agire davvero. ⚫️Questo è il problema. Milano ha un “tumore” da estirpare. E, nonostante lo stadio avanzato, non tutto è compromesso: molto dipende dalla volontà dei cittadini di recuperare il proprio "spirito critico" e il coraggio di sapersi “schierare” (ogni riferimento, naturalmente, è davvero puramente casuale giuro). ⚫️Già ben prima di Expo 2015 si era fatta strada nel tessuto sociale e politico una vera e propria politica di lavaggio del cervello, con tratti più mafiosi che democratici, e soprattutto di marca “neoliberista”. L’obiettivo dichiarato era rendere Milano più vivibile, attrattiva e competitiva, per residenti e visitatori. Il risultato, invece, è stata la benedizione delle peggiori porcate: eventi spacciati per progresso, strategie di “marketing culturale” che hanno avuto ben poco a che fare con la cultura. Una sorta di cultural-washing in piena regola. ⚫️A ciò si è aggiunto il teatrino del coinvolgimento civico: finti processi di “partecipazione”, convocati in fasce orarie improbabili o con modalità lontane da qualsiasi confronto democratico e civile. Di referendum cittadini o di altre forme di question time autentico meglio non parlare: tentativi abortiti prima ancora di arrivare al confronto. ⚫️Ma il nodo più doloroso è forse un altro: la nostra stessa incapacità di fare squadra. È difficile già tra comitati e associazioni civiche, che si battono per centimetri di diritti nei rispettivi quartieri; figuriamoci tra partiti e movimenti, impegnati a contendersi percentuali minime di consenso. Tutti elementi che aggravano ulteriormente il quadro, rendendo Milano una città sempre più disaggregata e disgregante. A questo si somma l’aumento vertiginoso del costo della vita e della gestione delle economie familiari, che colpisce indiscriminatamente single, famiglie, anziani. Quando la priorità quotidiana diventa “arrivare a fine mese”, è difficile coltivare un’autentica esperienza di politica collettiva. La sopravvivenza sostituisce la partecipazione. Negli ultimi anni si è poi aggiunta un’altra forma di cecità: quella dell’empatia totale. Da due anni a questa parte siamo comprensibilmente assorbiti dalle tragedie internazionali, dall’Ucraina alla Palestina. È giusto provare dolore di fronte alla perdita di centinaia di bambini e civili innocenti. Ma questo sentimento, pur necessario, ha contribuito a distogliere la nostra attenzione dal terreno di casa. Nel frattempo Milano è scivolata fuori controllo, ostaggio di decenni di politiche affidate a arraffoni, furbacchioni e affaristi di ogni colore politico. Una visione “neoliberista” che non conosce distinzione tra centrodestra e centrosinistra. 🙏Se questo scenario ci piace, continuiamo pure con il nostro masochismo urbano. Se invece dentro di noi sopravvive ancora un fuoco interiore, allora è tempo di ribaltare il “paradigma”: abbassare le difese intellettuali, mettere da parte i pregiudizi, smettere di fare gli schizzinosi. 👉È tempo di provare davvero a fare squadra. Perché se Milano è malata, la cura dipende solo da noi. #Milano #Politica #Società #Neoliberismo #CulturalWashing #CittadinanzaAttiva #Carovita #Partecipazione #Comunità #RigenerazioneSociale #SpiritoCritico
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  • MI SEMBRA UNA RICHIESTA PIU' CHE LEGITTIMA DA CONDIVIDERE. MASSIMA CONDIVISIONE!
    Navalnaya a Putin e Trump: liberate chi è stato imprigionato per la pace
    La vedova di Navalny esorta i leader a rilasciare attivisti, giornalisti e civili detenuti per essersi opposti alla guerra in Ucraina...
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/08/15/navalnaya-putin-trump-liberazione-prigionieri-news/8095904/
    MI SEMBRA UNA RICHIESTA PIU' CHE LEGITTIMA DA CONDIVIDERE. MASSIMA CONDIVISIONE! Navalnaya a Putin e Trump: liberate chi è stato imprigionato per la pace La vedova di Navalny esorta i leader a rilasciare attivisti, giornalisti e civili detenuti per essersi opposti alla guerra in Ucraina... https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/08/15/navalnaya-putin-trump-liberazione-prigionieri-news/8095904/
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    Navalnaya a Putin e Trump: liberate chi è stato imprigionato per la pace
    La vedova di Navalny esorta i leader a rilasciare attivisti, giornalisti e civili detenuti per essersi opposti alla guerra in Ucraina
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  • BUON FERRAGOSTO, MA NON PER TUTTI. SARA' UN GIORNO COME TUTTI GLI ALTRI per I DUE MILIONI di SFOLLATI PALESTINESI a GAZA! FREE GAZA NOW! MASSIMA CONDIVISIONE!

    Ecco cosa succede nella più grande democrazia del mondo!
    Davanti al quartier generale delle Nazioni Unite a New York, la polizia americana ha arrestato quattro medici dell’organizzazione “Doctors Against Genocide” per aver protestato contro i crimini di guerra israeliani, il blocco della fame e gli attacchi contro i giornalisti nella Striscia di Gaza.

    This is what happens in the largest democracy in the world!
    In front of the United Nations headquarters in New York, U.S. police arrested four doctors from the organization “Doctors Against Genocide” for protesting Israeli war crimes, the starvation blockade, and the targeting of journalists in the Gaza Strip.

    أمام مقر الأمم المتحدة في نيويورك الشرطة الأمريكية
    تعتقل 4 أطباء من منظمة "أطباء ضد الإبادة الجماعية" لاحتجاجهم على جرائم الحـ ـرب الإسرائيلية والتجويع واستهداف الاحـ ـتلال للصحفيين في قطاع غـ ـزة .
    BUON FERRAGOSTO, MA NON PER TUTTI. SARA' UN GIORNO COME TUTTI GLI ALTRI per I DUE MILIONI di SFOLLATI PALESTINESI a GAZA! FREE GAZA NOW! MASSIMA CONDIVISIONE! Ecco cosa succede nella più grande democrazia del mondo! Davanti al quartier generale delle Nazioni Unite a New York, la polizia americana ha arrestato quattro medici dell’organizzazione “Doctors Against Genocide” per aver protestato contro i crimini di guerra israeliani, il blocco della fame e gli attacchi contro i giornalisti nella Striscia di Gaza. This is what happens in the largest democracy in the world! In front of the United Nations headquarters in New York, U.S. police arrested four doctors from the organization “Doctors Against Genocide” for protesting Israeli war crimes, the starvation blockade, and the targeting of journalists in the Gaza Strip. أمام مقر الأمم المتحدة في نيويورك الشرطة الأمريكية تعتقل 4 أطباء من منظمة "أطباء ضد الإبادة الجماعية" لاحتجاجهم على جرائم الحـ ـرب الإسرائيلية والتجويع واستهداف الاحـ ـتلال للصحفيين في قطاع غـ ـزة .
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  • Federico Faggin: «Inventai il touch screen: Steve Jobs lo voleva, rifiutai. Sono uscito dal mio corpo e ora so da dove veniamo»
    Federico Faggin, 83 anni, nato a Vicenza, è fisico, inventore e imprenditore

    Il fisico, inventore e imprenditore: «Una notte, mentre aspettavo di riaddormentarmi, sentii emanare dal mio cuore un ampio fascio di luce bianca, scintillante, viva»

    Di lui, Bill Gates ha detto: «Senza Federico Faggin, la Silicon Valley non si chiamerebbe così e sarebbe una semplice "valley"». Commento di Faggin, mentre ci accomodiamo nel salotto della sua casa di Vicenza dove niente è high tech, nemmeno il ventilatore: «Me lo ricordo ventenne, Bill Gates. Aveva appena fatto partire Microsoft. Era pepatello...».

    Si deve a quest’ottantatreenne gagliardo in camicia a quadri a maniche corte l’invenzione del microchip, che col silicio ha consentito la miniaturizzazione di miliardi di device, inaugurando l’era digitale e battezzando la valle che ne è stata la culla e dove lui ha vissuto dal 1968. Ed è stato lui a coinventare touch pad e touch screen. Ricorda: «Creammo il touch screen quando non esisteva nulla a cui applicarlo, poi uscirono i primi smartphone e lo presentai ai produttori di telefonini, ma per cinque o sei anni nessuno lo volle. Quindi, incontrai Steve Jobs, che capì. Lui era più immaginativo. Solo che chiese l’esclusiva e non gliela diedi. Allora, lui sviluppò il touch screen da solo e, quando uscì, fui contentissimo, perché aveva aperto il mercato e noi potevamo vendere il nostro a tutti gli altri».

    E quanti touch screen avete venduto?
    «Ma milioni e milioni al mese! Però avevo già iniziato le mie ricerche su Fisica quantistica e coscienza e, nel 2009, ho lasciato il business, creando poi una fondazione con mia moglie Elvia per dedicarmi interamente a questo».

    Estremizzo troppo se dico che rischia di dimostrare l’esistenza di Dio attraverso la Fisica quantistica?
    «Eviterei la parola Dio... Ogni religione definisce Dio in maniera diversa».

    Tutto nasce da quello che lei chiama «il risveglio». Che cos’è il «risveglio»?
    «Nel 1990, ero in vacanza, mi svegliai verso mezzanotte e, mentre aspettavo di riaddormentarmi, sentii emanare dal mio cuore una carica di energia-amore mai provata prima. Era un ampio fascio di luce bianca, scintillante, viva. All’improvviso, quella luce esplose e riempì la stanza per abbracciare l’intero universo. Sentii che quella era la “sostanza” di cui tutto ciò che esiste è fatto. E sentii, con enorme sorpresa, che quella sostanza, quella luce, quell’amore ero io. Non solo, ma che tutti siamo questo amore, se ci apriamo alla possibilità di esperirlo».

    Non sospettò un’allucinazione?
    «Era troppo vera per esserlo, ma lì ho capito che la conoscenza deve passare attraverso un vissuto. Se qualcuno, prima, mi avesse raccontato la stessa esperienza, non l’avrei capita. È come spiegare il sapore di un frutto a uno che non l’ha mai assaggiato. Oggi, però, dopo trent’anni di ricerca spirituale, ogni giorno, conosco qualcuno che ha vissuto “il risveglio”».

    E semplifico troppo se dico che, alla base della sua teoria, prima viene la coscienza e poi il corpo? Che prima nasce il pensiero e poi la materia?
    «Non sono stato il primo a dirlo, ma il passo avanti è stato capire come la Fisica quantistica si possa spiegare partendo dall’esistenza della coscienza e del libero arbitrio. Noi, quando spieghiamo ciò che proviamo, usiamo parole, gesti, ma non ci è possibile trasferire tutto. Allo stesso modo, lo stato quantistico di un campo è privato ed è conoscibile solo in parte. Quindi, noi siamo un campo quantistico e la coscienza è un fenomeno quantistico perché ha tutte le caratteristiche dello stato puro quantistico: è ben definito, è privato e conoscibile solo dal sistema che è in quello stato. Ciò riflette esattamente la fenomenologia della nostra esperienza interiore. E affermare che noi siamo un campo quantistico ci consente di capire un’altra cosa per la quale i fisici non hanno trovato una ragione: il collasso della funzione d’onda».

    L’avverto che lei ha una laurea in Fisica, io no.
    «Parlo del fatto che la Fisica quantistica ci può dare le probabilità di ciò che potrà manifestarsi, ma non ci dirà mai cosa si manifesterà. L’esito finale, per i fisici, è casuale e non si sa perché. Invece, con questa teoria, l’impossibilità di previsione si spiega dicendo che un campo quantistico, essendo cosciente, è dotato di libero arbitrio. Questa conclusione, a cui sono arrivato collaborando col professor Giacomo Mauro D’Ariano, è molto plausibile, ma ci vorrà tempo affinché sia accettata: molti fisici non considerano coscienza e libero arbitrio parte della Fisica».

    Lei teorizza che tutto ciò che esiste è creato da Uno. Chi è «Uno»?
    «L’universo. Quello della Fisica è dinamico e olistico, cioè cambia di continuo e non è fatto di parti separabili, però, io aggiungo anche che “Uno vuole conoscere se stesso” e quindi introduco libero arbitrio e coscienza, perché, per voler conoscere se stesso, bisogna essere coscienti».

    E lei dice anche che noi siamo «unità di coscienza», parti di «Uno» con le sue stesse proprietà: sembra la storia di Dio che ci fa a sua immagine e somiglianza.
    «Esatto».

    Un «Uno» di pura luce e spirito, che genera energia e materia per potersi sperimentare in situazioni diverse ed evolvere?
    «Questo».

    Qual è l’intuizione che l’ha guidata?
    «Già in quella prima esperienza di risveglio, mi colpì che io fossi sia l’osservatore che l’osservato. Questo era folle, perché era come se non ci fosse separazione tra me e il mondo. Lì, ho intuito che la realtà è olografica, cioè è fatta di parti-tutto: ogni campo contiene l’essenza del tutto, esistiamo come parte di un intero. Non è facile dire di più di così».

    Nei suoi libri, lei descrive il corpo come diretto da una coscienza che è altrove, una sorta di anima che lo precede e gli sopravvive. Si è mai sperimentato in quella dimensione?
    «Una volta, ho esperito la mia coscienza ovunque: era dentro il corpo, ma anche fuori. Guardavo fuori dalla finestra e la mia coscienza era anche nel prato, negli alberi, nel fabbricato che avevo davanti, nel cielo. Ho sentito che sono un campo che esiste ovunque. Questa esperienza è stata diversa dall’altra che le ho raccontato. Stavolta, non ero più nella stanza in cui stavo fisicamente, ma ero dentro quello che vedevo».

    Altre esperienze?
    «In un’altra, la mia coscienza è proprio uscita dal corpo, ero tipo quello che si guardava dall’alto. Solo che ho avuto un po’ di paura e sono stato risucchiato subito dentro. Alcune esperienze le ho vissute con l’Holotropic Breathwork, una tecnica di respirazione. Non ho mai usato droghe. Molti praticano l’Artificial spirituality, ma un’esperienza che non viene in risposta a delle domande non è attendibile. Il punto di partenza è: Uno vuole conoscere se stesso».

    Se la coscienza sopravvive al corpo, dove va quando il corpo muore?
    «Un campo, una volta creato, esiste per sempre, ma lo scientismo non vuole sentir parlare di reincarnazione. Però, ci sono tanti studi su bambini che ricordano vite passate e conoscono lingue strane mai sentite. I bambini sono più vicini a realtà più profonde. Io stesso, a tre o quattro anni, dicevo: “Quando ero grande e bla bla bla…”, raccontavo cose di cui avevo memoria e che non potevo sapere. Naturalmente, venivo messo a tacere. Consideri che sono nato di fatto in era agricola: c’erano la guerra, le bombe, eravamo sfollati in campagna, era una comunità che parlava solo il dialetto veneto».

    Quanto scetticismo sta incontrando verso la sua teoria?
    «Finora, non ho sentito grandi critiche, ma immagino che si stiano preparando bene per attaccarmi più avanti».

    Come inventore è stato candidato al Nobel, come Fisico quantistico si dà speranze?
    «Il Nobel te lo danno quando la teoria è stata provata e io ho fatto partire un progetto che nei prossimi dieci anni mira a dimostrarla».

    Che esperimenti sta facendo?
    «Vari. Uno punta a dimostrare che le piante sono coscienti. Oggi, i più sono convinti che non lo sono perché non hanno il cervello».

    Dobbiamo temere l’intelligenza artificiale?
    «Credo che la mia teoria sia cruciale per non farci azzannare: se non capiamo che siamo di più dell’intelligenza artificiale, ne saremo fagocitati. La vera creatività viene da noi, ma c’è un movimento per farci credere che l’intelligenza artificiale è meglio di noi».

    E non lo è? Sa fare più cose di noi e più in fretta.
    «Non ha la coscienza e non l’avrà mai. Ma usata con intelligenza è utile. Se non sei competente e ti affidi all’Ia, accetti cavolate, perché l’Ia fa parecchi errori e bisogna saperli cogliere. Il rischio è che chi è più ricco di intelligenza, con l’Ia diventi più intelligente, mentre il povero di intelligenza diventa più povero. E questo è gravissimo perché ci sono più poveri che ricchi e quindi anche la democrazia è in pericolo. Infatti, i potenti vogliono controllare l’intelligenza artificiale per vendere di più e per manipolare le persone. La manipolazione è sottile, sempre più insidiosa. Guardi lo scientismo: spinge per convincerci che la realtà è fatta solo di materia e tutto il resto gli va dietro. E così, per esempio, finiamo per esaltare la competizione. Nella visione che io propongo, invece, c’è solo cooperazione, perché siamo parti intere di Uno e Uno non è competitivo, è cooperativo. Invece, abbiamo accettato il principio della sopravvivenza del più forte, del più adatto».

    Dai primi segnali, come stiamo usando l’Ia?
    «La prima evidenza è che i ragazzi si fanno fare i compiti dall’Ia, ma se uno la usa da scansafatiche, si condanna all’irrilevanza e, col tempo, si può fare a meno di lui».

    Che pensa di Elon Musk?
    «Preferisco stare fuori dal dibattito».

    Nel suo ultimo libro, «Oltre l’invisibile», edito da Mondadori, scrive che spera che questa sia l’era del risveglio spirituale dell’umanità e prevede un nuovo Rinascimento. Proprio ora, coi robot, l’intelligenza artificiale, tante guerre?
    «Forse proprio per quello che viviamo, vedo sempre più persone disposte ad accettare che siamo più di in corpo. Infatti, un mio video su Youtube in cui spiego che — come droni — siamo corpi eterodiretti da una coscienza che è altrove ha fatto più di due milioni di visualizzazioni in cinque mesi. Dieci anni fa, ne avrebbe fatte forse diecimila».

    Source: https://www.corriere.it/cronache/25_agosto_08/federico-faggin-intervista-bab0e738-df64-4171-a317-fd49be70cxlk.shtml
    Federico Faggin: «Inventai il touch screen: Steve Jobs lo voleva, rifiutai. Sono uscito dal mio corpo e ora so da dove veniamo» Federico Faggin, 83 anni, nato a Vicenza, è fisico, inventore e imprenditore Il fisico, inventore e imprenditore: «Una notte, mentre aspettavo di riaddormentarmi, sentii emanare dal mio cuore un ampio fascio di luce bianca, scintillante, viva» Di lui, Bill Gates ha detto: «Senza Federico Faggin, la Silicon Valley non si chiamerebbe così e sarebbe una semplice "valley"». Commento di Faggin, mentre ci accomodiamo nel salotto della sua casa di Vicenza dove niente è high tech, nemmeno il ventilatore: «Me lo ricordo ventenne, Bill Gates. Aveva appena fatto partire Microsoft. Era pepatello...». Si deve a quest’ottantatreenne gagliardo in camicia a quadri a maniche corte l’invenzione del microchip, che col silicio ha consentito la miniaturizzazione di miliardi di device, inaugurando l’era digitale e battezzando la valle che ne è stata la culla e dove lui ha vissuto dal 1968. Ed è stato lui a coinventare touch pad e touch screen. Ricorda: «Creammo il touch screen quando non esisteva nulla a cui applicarlo, poi uscirono i primi smartphone e lo presentai ai produttori di telefonini, ma per cinque o sei anni nessuno lo volle. Quindi, incontrai Steve Jobs, che capì. Lui era più immaginativo. Solo che chiese l’esclusiva e non gliela diedi. Allora, lui sviluppò il touch screen da solo e, quando uscì, fui contentissimo, perché aveva aperto il mercato e noi potevamo vendere il nostro a tutti gli altri». E quanti touch screen avete venduto? «Ma milioni e milioni al mese! Però avevo già iniziato le mie ricerche su Fisica quantistica e coscienza e, nel 2009, ho lasciato il business, creando poi una fondazione con mia moglie Elvia per dedicarmi interamente a questo». Estremizzo troppo se dico che rischia di dimostrare l’esistenza di Dio attraverso la Fisica quantistica? «Eviterei la parola Dio... Ogni religione definisce Dio in maniera diversa». Tutto nasce da quello che lei chiama «il risveglio». Che cos’è il «risveglio»? «Nel 1990, ero in vacanza, mi svegliai verso mezzanotte e, mentre aspettavo di riaddormentarmi, sentii emanare dal mio cuore una carica di energia-amore mai provata prima. Era un ampio fascio di luce bianca, scintillante, viva. All’improvviso, quella luce esplose e riempì la stanza per abbracciare l’intero universo. Sentii che quella era la “sostanza” di cui tutto ciò che esiste è fatto. E sentii, con enorme sorpresa, che quella sostanza, quella luce, quell’amore ero io. Non solo, ma che tutti siamo questo amore, se ci apriamo alla possibilità di esperirlo». Non sospettò un’allucinazione? «Era troppo vera per esserlo, ma lì ho capito che la conoscenza deve passare attraverso un vissuto. Se qualcuno, prima, mi avesse raccontato la stessa esperienza, non l’avrei capita. È come spiegare il sapore di un frutto a uno che non l’ha mai assaggiato. Oggi, però, dopo trent’anni di ricerca spirituale, ogni giorno, conosco qualcuno che ha vissuto “il risveglio”». E semplifico troppo se dico che, alla base della sua teoria, prima viene la coscienza e poi il corpo? Che prima nasce il pensiero e poi la materia? «Non sono stato il primo a dirlo, ma il passo avanti è stato capire come la Fisica quantistica si possa spiegare partendo dall’esistenza della coscienza e del libero arbitrio. Noi, quando spieghiamo ciò che proviamo, usiamo parole, gesti, ma non ci è possibile trasferire tutto. Allo stesso modo, lo stato quantistico di un campo è privato ed è conoscibile solo in parte. Quindi, noi siamo un campo quantistico e la coscienza è un fenomeno quantistico perché ha tutte le caratteristiche dello stato puro quantistico: è ben definito, è privato e conoscibile solo dal sistema che è in quello stato. Ciò riflette esattamente la fenomenologia della nostra esperienza interiore. E affermare che noi siamo un campo quantistico ci consente di capire un’altra cosa per la quale i fisici non hanno trovato una ragione: il collasso della funzione d’onda». L’avverto che lei ha una laurea in Fisica, io no. «Parlo del fatto che la Fisica quantistica ci può dare le probabilità di ciò che potrà manifestarsi, ma non ci dirà mai cosa si manifesterà. L’esito finale, per i fisici, è casuale e non si sa perché. Invece, con questa teoria, l’impossibilità di previsione si spiega dicendo che un campo quantistico, essendo cosciente, è dotato di libero arbitrio. Questa conclusione, a cui sono arrivato collaborando col professor Giacomo Mauro D’Ariano, è molto plausibile, ma ci vorrà tempo affinché sia accettata: molti fisici non considerano coscienza e libero arbitrio parte della Fisica». Lei teorizza che tutto ciò che esiste è creato da Uno. Chi è «Uno»? «L’universo. Quello della Fisica è dinamico e olistico, cioè cambia di continuo e non è fatto di parti separabili, però, io aggiungo anche che “Uno vuole conoscere se stesso” e quindi introduco libero arbitrio e coscienza, perché, per voler conoscere se stesso, bisogna essere coscienti». E lei dice anche che noi siamo «unità di coscienza», parti di «Uno» con le sue stesse proprietà: sembra la storia di Dio che ci fa a sua immagine e somiglianza. «Esatto». Un «Uno» di pura luce e spirito, che genera energia e materia per potersi sperimentare in situazioni diverse ed evolvere? «Questo». Qual è l’intuizione che l’ha guidata? «Già in quella prima esperienza di risveglio, mi colpì che io fossi sia l’osservatore che l’osservato. Questo era folle, perché era come se non ci fosse separazione tra me e il mondo. Lì, ho intuito che la realtà è olografica, cioè è fatta di parti-tutto: ogni campo contiene l’essenza del tutto, esistiamo come parte di un intero. Non è facile dire di più di così». Nei suoi libri, lei descrive il corpo come diretto da una coscienza che è altrove, una sorta di anima che lo precede e gli sopravvive. Si è mai sperimentato in quella dimensione? «Una volta, ho esperito la mia coscienza ovunque: era dentro il corpo, ma anche fuori. Guardavo fuori dalla finestra e la mia coscienza era anche nel prato, negli alberi, nel fabbricato che avevo davanti, nel cielo. Ho sentito che sono un campo che esiste ovunque. Questa esperienza è stata diversa dall’altra che le ho raccontato. Stavolta, non ero più nella stanza in cui stavo fisicamente, ma ero dentro quello che vedevo». Altre esperienze? «In un’altra, la mia coscienza è proprio uscita dal corpo, ero tipo quello che si guardava dall’alto. Solo che ho avuto un po’ di paura e sono stato risucchiato subito dentro. Alcune esperienze le ho vissute con l’Holotropic Breathwork, una tecnica di respirazione. Non ho mai usato droghe. Molti praticano l’Artificial spirituality, ma un’esperienza che non viene in risposta a delle domande non è attendibile. Il punto di partenza è: Uno vuole conoscere se stesso». Se la coscienza sopravvive al corpo, dove va quando il corpo muore? «Un campo, una volta creato, esiste per sempre, ma lo scientismo non vuole sentir parlare di reincarnazione. Però, ci sono tanti studi su bambini che ricordano vite passate e conoscono lingue strane mai sentite. I bambini sono più vicini a realtà più profonde. Io stesso, a tre o quattro anni, dicevo: “Quando ero grande e bla bla bla…”, raccontavo cose di cui avevo memoria e che non potevo sapere. Naturalmente, venivo messo a tacere. Consideri che sono nato di fatto in era agricola: c’erano la guerra, le bombe, eravamo sfollati in campagna, era una comunità che parlava solo il dialetto veneto». Quanto scetticismo sta incontrando verso la sua teoria? «Finora, non ho sentito grandi critiche, ma immagino che si stiano preparando bene per attaccarmi più avanti». Come inventore è stato candidato al Nobel, come Fisico quantistico si dà speranze? «Il Nobel te lo danno quando la teoria è stata provata e io ho fatto partire un progetto che nei prossimi dieci anni mira a dimostrarla». Che esperimenti sta facendo? «Vari. Uno punta a dimostrare che le piante sono coscienti. Oggi, i più sono convinti che non lo sono perché non hanno il cervello». Dobbiamo temere l’intelligenza artificiale? «Credo che la mia teoria sia cruciale per non farci azzannare: se non capiamo che siamo di più dell’intelligenza artificiale, ne saremo fagocitati. La vera creatività viene da noi, ma c’è un movimento per farci credere che l’intelligenza artificiale è meglio di noi». E non lo è? Sa fare più cose di noi e più in fretta. «Non ha la coscienza e non l’avrà mai. Ma usata con intelligenza è utile. Se non sei competente e ti affidi all’Ia, accetti cavolate, perché l’Ia fa parecchi errori e bisogna saperli cogliere. Il rischio è che chi è più ricco di intelligenza, con l’Ia diventi più intelligente, mentre il povero di intelligenza diventa più povero. E questo è gravissimo perché ci sono più poveri che ricchi e quindi anche la democrazia è in pericolo. Infatti, i potenti vogliono controllare l’intelligenza artificiale per vendere di più e per manipolare le persone. La manipolazione è sottile, sempre più insidiosa. Guardi lo scientismo: spinge per convincerci che la realtà è fatta solo di materia e tutto il resto gli va dietro. E così, per esempio, finiamo per esaltare la competizione. Nella visione che io propongo, invece, c’è solo cooperazione, perché siamo parti intere di Uno e Uno non è competitivo, è cooperativo. Invece, abbiamo accettato il principio della sopravvivenza del più forte, del più adatto». Dai primi segnali, come stiamo usando l’Ia? «La prima evidenza è che i ragazzi si fanno fare i compiti dall’Ia, ma se uno la usa da scansafatiche, si condanna all’irrilevanza e, col tempo, si può fare a meno di lui». Che pensa di Elon Musk? «Preferisco stare fuori dal dibattito». Nel suo ultimo libro, «Oltre l’invisibile», edito da Mondadori, scrive che spera che questa sia l’era del risveglio spirituale dell’umanità e prevede un nuovo Rinascimento. Proprio ora, coi robot, l’intelligenza artificiale, tante guerre? «Forse proprio per quello che viviamo, vedo sempre più persone disposte ad accettare che siamo più di in corpo. Infatti, un mio video su Youtube in cui spiego che — come droni — siamo corpi eterodiretti da una coscienza che è altrove ha fatto più di due milioni di visualizzazioni in cinque mesi. Dieci anni fa, ne avrebbe fatte forse diecimila». Source: https://www.corriere.it/cronache/25_agosto_08/federico-faggin-intervista-bab0e738-df64-4171-a317-fd49be70cxlk.shtml
    WWW.CORRIERE.IT
    Federico Faggin: «Inventai il touch screen: Steve Jobs lo voleva, rifiutai. Sono uscito dal mio corpo e ora so da dove veniamo»
    Il fisico, inventore e imprenditore: «Una notte, mentre aspettavo di riaddormentarmi, sentii emanare dal mio cuore un ampio fascio di luce bianca, scintillante, viva»
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  • IN ITALIA se FAI dei DISASTRI ti PROMUOVONO in MODO che TU POSSA FARE DISASTRI MAGGIORI!
    COSI' VA in QUESTO PAESE. MASSIMA CONDIVISIONE!
    Leonardo Santi ️️️, [13 Ago 2025 alle 12:49]
    Dal ponte crollato in 6 giorni… a quello sullo Stretto: il curriculum che fa carriera in Italia

    Questo che vedete nella foto è il viadotto Scorciavacche. Si trova in Sicilia, lungo la Palermo-Agrigento.

    È stato inaugurato in pompa magna il 23.12.2014 ed è crollato il 30 dicembre dello stesso anno. È durato 6 giorni.

    All’epoca il presidente dell’ANAS, che venne indagato per il crollo del viadotto, era il signor Pietro Ciucci.
    E sapete che ruolo ricopre oggi?

    E' nientepopodimeno che l’AD della società "Stretto di Messina SPA” ovvero l’azienda incaricata della costruzione del Ponte sullo Stretto.

    In un paese normale, le malefatte, gli errori, gli illeciti e gli sbagli, si pagano e si tengono in considerazione per il futuro.
    Qui invece, in questa povera Italia, fanno curriculum e in certi ambienti, fanno fare carriera.

    Che dire… a proposito di ponti e viadotti: speriamo che questa volta vada meglio.

    ---

    Scarica e condividi questo video anche su altre piattaforme: @matteogracis
    IN ITALIA se FAI dei DISASTRI ti PROMUOVONO in MODO che TU POSSA FARE DISASTRI MAGGIORI! COSI' VA in QUESTO PAESE. MASSIMA CONDIVISIONE! Leonardo Santi ️️️, [13 Ago 2025 alle 12:49] Dal ponte crollato in 6 giorni… a quello sullo Stretto: il curriculum che fa carriera in Italia 🚧 Questo che vedete nella foto è il viadotto Scorciavacche. Si trova in Sicilia, lungo la Palermo-Agrigento. È stato inaugurato in pompa magna il 23.12.2014 ed è crollato il 30 dicembre dello stesso anno. È durato 6 giorni. All’epoca il presidente dell’ANAS, che venne indagato per il crollo del viadotto, era il signor Pietro Ciucci. E sapete che ruolo ricopre oggi? E' nientepopodimeno che l’AD della società "Stretto di Messina SPA” ovvero l’azienda incaricata della costruzione del Ponte sullo Stretto. In un paese normale, le malefatte, gli errori, gli illeciti e gli sbagli, si pagano e si tengono in considerazione per il futuro. Qui invece, in questa povera Italia, fanno curriculum e in certi ambienti, fanno fare carriera. Che dire… a proposito di ponti e viadotti: speriamo che questa volta vada meglio. --- Scarica e condividi questo video anche su altre piattaforme: @matteogracis
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  • ARRESTATE Bill Gates per CRIMINI DI GUERRA BIOLOGICA! BISOGNA ARRESTARLO IMMEDIATAMENTE! MASSIMA CONDIVISIONE!

    “Sapevano che l'mRNA non restava nel braccio. Sapevano che la proteina spike è tossica. Ci hanno MENTITO.” - Senatore Ron Johnson

    I vaccini mRNA causano nebbia mentale, ictus, danni agli organi. Le autopsie lo dimostrano. Lo nascondono. Questo è CRIMINALE.

    globaldissident

    Source: https://x.com/dessere88fenice/status/1955332755216293889
    ‼️ARRESTATE Bill Gates per CRIMINI DI GUERRA BIOLOGICA! BISOGNA ARRESTARLO IMMEDIATAMENTE! MASSIMA CONDIVISIONE! “Sapevano che l'mRNA non restava nel braccio. Sapevano che la proteina spike è tossica. Ci hanno MENTITO.” - Senatore Ron Johnson I vaccini mRNA causano nebbia mentale, ictus, danni agli organi. Le autopsie lo dimostrano. Lo nascondono. Questo è CRIMINALE. 🔗 globaldissident Source: https://x.com/dessere88fenice/status/1955332755216293889
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  • I SOGNI MUOIONO ALL’ALBA (Ma l’impegno NO)

    Cosa ci aspettavamo?
    Una retata da film, tipo House of cards: Sala che viene portato via in manette dai carabinieri con lo sguardo basso e la cravatta storta? Dai, non siamo nati ieri.
    Idealisti sì… ma non proprio scemi.
    Anche se, va detto, ce l’hanno messa nel didietro per anni e noi lì, buoni buoni.

    Per un attimo — giusto il tempo di un weekend — abbiamo sperato.
    Ma niente. Sala resta. Più saldo in sella che mai . Con tanto di rinnovato pathos democratico per “una maggioranza responsabile” alla guida di Milano.
    Contenti? Non proprio. Ma il punto non è questo.

    Perché l’esito era già scritto:

    Due anni alla fine del mandato. Troppo tardi per mandare tutto a monte, troppo presto per compromettere gli equilibri. Meglio chiudere i giochi con calma: trattative, non processi.

    Tancredi? Un parafulmine con pedigree. Era lì per farsi bruciare, mica per riformare. Vittima sacrificale di lusso. Ma tranquilli, lo rivedremo: magari a una cena di gala o nella lista di qualche Cda pubblico.

    Garantismo bipartisan. Tajani, Meloni, Fontana… e pure qualche mezzobusto della sinistra chic. Tutti insieme appassionatamente a difendere l’uomo delle Olimpiadi. Perché mai smettere di mangiare allo stesso tavolo?

    Milano-Cortina 2026 incombe. Figurati se possono permettersi uno scandalo istituzionale mondiale. Meglio salvare la faccia e sacrificare qualche pedina minore. La reputazione viene prima della verità.

    Sì, i nostri sogni svaniscono all’alba.
    Ma lo sdegno – seppur a fasi alterne – torna come un’influenza stagionale .
    L’impegno no. Quello deve restare.
    E scusate se non riesco a prendere sul serio gli appelli degli intellettuali “ritrovati”, dei teatranti illuminati come la veterana André Ruth Shammah e dei giornalisti-pensatori improvvisamente indignati.
    Ma fino a ieri dov’eravate? In un bar di Brera a sorseggiare Spritz da 12€ mentre la città diventava Disneyland per affaristi?
    A quelli del centrodestra che oggi gridano alla “svolta per Milano”.
    Ai piddini che invocano una “nuova visione” mentre restano incollati alla poltrona.
    Ma che fate, vi parlate allo specchio?
    Destra e sinistra: stessi vestiti, stessa cena, stessi amici.
    Pappa & ciccia. Sempre loro.

    Ma davvero pensate che siamo così scemi? O siamo solo stanchi, anestetizzati, rassegnati a questa politica maleodorante e indigesta?
    No, non chiamatela resilienza.
    È nausea. È lucidità. È voglia di rigetto.

    È il momento di ripartire. Di reagire. Di non aspettare più.

    Questa sera (e tutte le prossime), mi dichiaro impunito.
    Mi dichiaro cittadino.
    Mi dichiaro libero.
    E non ho più voglia di stare a guardare.
    Serve una TERZA VIA. Serve un nuovo fronte civico. Serve un’alternativa.
    E ci serve ORA.

    #MilanoResiste #CivismoAttivo #SalaGate #PoliticaSpazzatura #MilanoNonDorme #GiùLeManiDallaCittà #CambiamoTutto #FuoriLeMasse #StanchiMaVivi #resamai
    🕯️ I SOGNI MUOIONO ALL’ALBA (Ma l’impegno NO) 💥 Cosa ci aspettavamo? Una retata da film, tipo House of cards: Sala che viene portato via in manette dai carabinieri con lo sguardo basso e la cravatta storta? Dai, non siamo nati ieri. Idealisti sì… ma non proprio scemi. Anche se, va detto, ce l’hanno messa nel didietro per anni e noi lì, buoni buoni. Per un attimo — giusto il tempo di un weekend — abbiamo sperato. Ma niente. Sala resta. Più saldo in sella che mai 🐴. Con tanto di rinnovato pathos democratico per “una maggioranza responsabile” alla guida di Milano. Contenti? Non proprio. Ma il punto non è questo. ❌ Perché l’esito era già scritto: ⏳ Due anni alla fine del mandato. Troppo tardi per mandare tutto a monte, troppo presto per compromettere gli equilibri. Meglio chiudere i giochi con calma: trattative, non processi. 🎭 Tancredi? Un parafulmine con pedigree. Era lì per farsi bruciare, mica per riformare. Vittima sacrificale di lusso. Ma tranquilli, lo rivedremo: magari a una cena di gala o nella lista di qualche Cda pubblico. 🤝 Garantismo bipartisan. Tajani, Meloni, Fontana… e pure qualche mezzobusto della sinistra chic. Tutti insieme appassionatamente a difendere l’uomo delle Olimpiadi. Perché mai smettere di mangiare allo stesso tavolo? 🍽️ 🏔️ Milano-Cortina 2026 incombe. Figurati se possono permettersi uno scandalo istituzionale mondiale. Meglio salvare la faccia e sacrificare qualche pedina minore. La reputazione viene prima della verità. Sì, i nostri sogni svaniscono all’alba. Ma lo sdegno – seppur a fasi alterne – torna come un’influenza stagionale 😷. L’impegno no. Quello deve restare. E scusate se non riesco a prendere sul serio gli appelli degli intellettuali “ritrovati”, dei teatranti illuminati come la veterana André Ruth Shammah e dei giornalisti-pensatori improvvisamente indignati. Ma fino a ieri dov’eravate? In un bar di Brera a sorseggiare Spritz da 12€ mentre la città diventava Disneyland per affaristi? 🍹 A quelli del centrodestra che oggi gridano alla “svolta per Milano”. Ai piddini che invocano una “nuova visione” mentre restano incollati alla poltrona. Ma che fate, vi parlate allo specchio? Destra e sinistra: stessi vestiti, stessa cena, stessi amici. Pappa & ciccia. Sempre loro. Ma davvero pensate che siamo così scemi? O siamo solo stanchi, anestetizzati, rassegnati a questa politica maleodorante e indigesta? No, non chiamatela resilienza. È nausea. È lucidità. È voglia di rigetto. 🚨 È il momento di ripartire. Di reagire. Di non aspettare più. Questa sera (e tutte le prossime), mi dichiaro impunito. Mi dichiaro cittadino. Mi dichiaro libero. E non ho più voglia di stare a guardare. Serve una TERZA VIA. Serve un nuovo fronte civico. Serve un’alternativa. E ci serve ORA. #MilanoResiste #CivismoAttivo #SalaGate #PoliticaSpazzatura #MilanoNonDorme #GiùLeManiDallaCittà #CambiamoTutto #FuoriLeMasse #StanchiMaVivi #resamai
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