• IL BIVIO È ADESSO

    Amici e amiche,
    stiamo assistendo in questi giorni a un caso giudiziario che potrebbe rappresentare molto più di uno scandalo. Potrebbe essere il bivio storico per Milano.
    Da una parte c’è chi spera nello "scoperchiamento del vaso di Pandora", dall’altra chi già teme – o si augura – che tutto finisca in quel tipico “grande boh” milanese. Tradotto: nulla di fatto, come accadde dopo Expo 2015, quando la città si prese uno schiaffo giuridico condito da assoluzioni e pernacchie.

    Ma oggi, lasciatemelo dire, il clima è diverso. E forse persino più incerto.

    Stiamo tutti aspettando le parole del Sindaco Sala in aula lunedì 21 luglio, ma il centro del discorso non può e non deve essere la solita gara a chi spara il colpo più duro. Non si tratta di delegittimare con nuove invettive o rincorrere il titolo più roboante.
    Tutto questo lo conosciamo già. E sappiamo anche che potrebbe concludersi, come spesso accade, in un buco nell'acqua per chi non è attivista, per chi vive Milano senza partecipare.

    Nel frattempo, si è aperta la solita danza delle ipocrisie politiche.
    Il centrodestra, da sempre vicino agli affari col centrosinistra quando c’era da spartirsi opportunità, oggi alza la voce. Chiede la testa del Sindaco, come se non fosse stato “compagno di merende” nel sostegno alle Olimpiadi invernali e ad altri progetti di potere condiviso.

    Così, tra un centrodestra ambivalente e un centrosinistra frantumato in mille sensibilità e rivoli ideologici, chi ne paga il prezzo è sempre e solo la cittadinanza attiva.
    Quella vera. Quella che ha già dato tanto e ricevuto troppo poco.

    Allora la vera domanda oggi è:
    Che cosa vogliamo fare noi?
    Che cosa vogliamo scegliere davanti a un’estate che rischia di passare, ancora una volta, tra indignazione passeggera, una manifestazione sotto il sole e un ritorno alla vita di sempre… fino al prossimo scandalo?

    Per questo ho scritto, giorni fa, “Se non ora, quando?”.
    E oggi torno con forza a dire: non è una battaglia tra opposti politici.
    Non è una sfida tra destra e sinistra.
    La vera battaglia è psicologica. Ed è nostra.

    Perché il problema non è scegliere il male minore.
    Il problema è che non vogliamo più scegliere affatto.
    Per paura. Per stanchezza. Per cinismo.
    Perché crediamo che la politica sia solo di chi comanda, e non di chi vive.

    Eppure, non possiamo più permetterci di restare immobili.

    O decidiamo di aprire un fronte comune, per scrivere insieme un programma vero per la città – fatto di lavoro, servizi, cultura, spazi pubblici, trasparenza –
    oppure restiamo nel solito loop:
    scandalo → indignazione → corteo → commenti → silenzio → nuovo scandalo.

    È un copione che conosciamo. E non possiamo più accettarlo.

    Non è questione di ideologie. È questione di decidere se vogliamo ancora partecipare o se preferiamo vivere da spettatori, lamentandoci del palcoscenico.

    Non è il momento dei “troppo occupati”.
    Non è il momento degli “io ve l’avevo detto”.
    Non è nemmeno il momento dei “meglio restare fuori, tanto non serve a niente”.

    Non serve fare gli splendidi. Non serve fare gli schizzinosi.
    E soprattutto, non serve aspettare che qualcun altro si muova al posto nostro.

    Non è un “armiamoci e partite”.
    È un “rigiochiamocela”. È un “riproviamoci”.
    È un “usciamo dal loop”.

    Io ci sono. E vi aspetto.

    #MilanoCambia
    #Riproviamoci
    #OltreIlLoop
    #MilanoCivica
    #PartecipazioneAttiva
    #RinascitaPolitica
    #Rigiochiamocela
    #IlBivioÈOra
    #ControLaRassegnazione
    #milanoèditutti
    ⚖️ IL BIVIO È ADESSO⏳ Amici e amiche, stiamo assistendo in questi giorni a un caso giudiziario che potrebbe rappresentare molto più di uno scandalo. Potrebbe essere il bivio storico per Milano. Da una parte c’è chi spera nello "scoperchiamento del vaso di Pandora", dall’altra chi già teme – o si augura – che tutto finisca in quel tipico “grande boh” milanese. Tradotto: nulla di fatto, come accadde dopo Expo 2015, quando la città si prese uno schiaffo giuridico condito da assoluzioni e pernacchie. Ma oggi, lasciatemelo dire, il clima è diverso. E forse persino più incerto. Stiamo tutti aspettando le parole del Sindaco Sala in aula lunedì 21 luglio, ma il centro del discorso non può e non deve essere la solita gara a chi spara il colpo più duro. Non si tratta di delegittimare con nuove invettive o rincorrere il titolo più roboante. Tutto questo lo conosciamo già. E sappiamo anche che potrebbe concludersi, come spesso accade, in un buco nell'acqua per chi non è attivista, per chi vive Milano senza partecipare. Nel frattempo, si è aperta la solita danza delle ipocrisie politiche. Il centrodestra, da sempre vicino agli affari col centrosinistra quando c’era da spartirsi opportunità, oggi alza la voce. Chiede la testa del Sindaco, come se non fosse stato “compagno di merende” nel sostegno alle Olimpiadi invernali e ad altri progetti di potere condiviso. Così, tra un centrodestra ambivalente e un centrosinistra frantumato in mille sensibilità e rivoli ideologici, chi ne paga il prezzo è sempre e solo la cittadinanza attiva. Quella vera. Quella che ha già dato tanto e ricevuto troppo poco. Allora la vera domanda oggi è: Che cosa vogliamo fare noi? Che cosa vogliamo scegliere davanti a un’estate che rischia di passare, ancora una volta, tra indignazione passeggera, una manifestazione sotto il sole e un ritorno alla vita di sempre… fino al prossimo scandalo? Per questo ho scritto, giorni fa, “Se non ora, quando?”. E oggi torno con forza a dire: non è una battaglia tra opposti politici. Non è una sfida tra destra e sinistra. La vera battaglia è psicologica. Ed è nostra. Perché il problema non è scegliere il male minore. Il problema è che non vogliamo più scegliere affatto. Per paura. Per stanchezza. Per cinismo. Perché crediamo che la politica sia solo di chi comanda, e non di chi vive. Eppure, non possiamo più permetterci di restare immobili. O decidiamo di aprire un fronte comune, per scrivere insieme un programma vero per la città – fatto di lavoro, servizi, cultura, spazi pubblici, trasparenza – oppure restiamo nel solito loop: scandalo → indignazione → corteo → commenti → silenzio → nuovo scandalo. È un copione che conosciamo. E non possiamo più accettarlo. Non è questione di ideologie. È questione di decidere se vogliamo ancora partecipare o se preferiamo vivere da spettatori, lamentandoci del palcoscenico. Non è il momento dei “troppo occupati”. Non è il momento degli “io ve l’avevo detto”. Non è nemmeno il momento dei “meglio restare fuori, tanto non serve a niente”. Non serve fare gli splendidi. Non serve fare gli schizzinosi. E soprattutto, non serve aspettare che qualcun altro si muova al posto nostro. Non è un “armiamoci e partite”. È un “rigiochiamocela”. È un “riproviamoci”. È un “usciamo dal loop”. Io ci sono. E vi aspetto. #MilanoCambia #Riproviamoci #OltreIlLoop #MilanoCivica #PartecipazioneAttiva #RinascitaPolitica #Rigiochiamocela #IlBivioÈOra #ControLaRassegnazione #milanoèditutti
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  • Una streamer è collegata da 3 anni, 24 ore al giorno, su Twitch. Dice: e allora? E allora, anche se non sembra, è qualcosa che ci riguarda tutti.

    #streamer #connessione #spettacolo #spettatori #passività #GuyDebord #filosofia #rossaperpendicolare #virginiaveludo #poesia #poesie #poeta #poetessa #autore #autoriitaliani #autrice #poesiariflessiva #testipoetici

    Fonte: https://www.instagram.com/reel/DLFmKEVNIGe/?igsh=MW56a21ydzg1YTBlYw%3D%3D
    Una streamer è collegata da 3 anni, 24 ore al giorno, su Twitch. Dice: e allora? E allora, anche se non sembra, è qualcosa che ci riguarda tutti. #streamer #connessione #spettacolo #spettatori #passività #GuyDebord #filosofia #rossaperpendicolare #virginiaveludo #poesia #poesie #poeta #poetessa #autore #autoriitaliani #autrice #poesiariflessiva #testipoetici Fonte: https://www.instagram.com/reel/DLFmKEVNIGe/?igsh=MW56a21ydzg1YTBlYw%3D%3D
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  • #Garlasco: Ma un’informazione cosi rilevante forse sarebbe stata opportuna comunicarla ai telespettatori? #QuartoGrado
    #Garlasco: Ma un’informazione cosi rilevante forse sarebbe stata opportuna comunicarla ai telespettatori? #QuartoGrado
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  • Concerti annullati? Era già tutto previsto, si è tirata troppo la corda

    L’avevamo scritto qualche settimana fa, dicendo che i concerti, in Italia, costano troppo e i soldi degli spettatori non sono infiniti – anzi, il potere d’acquisto si sta erodendo. Per carità, ci sono motivi (relativamente) legittimi dietro l’incremento dei prezzi: una grande attenzione per la musica dal vivo, sulla scia delle riaperture post-pandemia, con i live mai così affollati; i cachet degli artisti, più o meno esorbitanti perché, con la crisi del mercato e gli streaming che pagano poco, quello resta il loro unico modo per monetizzare davvero; e l’allestimento, di conseguenza, di show sempre più all’avanguardia, per il solo fatto che un prezzario alto ha bisogno – si spera, non è sempre così – di eventi all’altezza, che quindi coinvolgono professionisti di alto livello in tutti i settori (e che spesso vanno pagati prima, ecco perché gli stadi hanno le agende piene già per il 2026). Eppure, lo ripetiamo, i costi sono spesso eccessivi.

    --
    Concerti annullati? Era già tutto previsto, si è tirata troppo la corda
    https://www.today.it/vision/musica/concerti-annullati-editoriale.html
    © Today


    https://www.today.it/vision/musica/concerti-annullati-editoriale.html?utm_source=firefox-newtab-it-it
    Concerti annullati? Era già tutto previsto, si è tirata troppo la corda L’avevamo scritto qualche settimana fa, dicendo che i concerti, in Italia, costano troppo e i soldi degli spettatori non sono infiniti – anzi, il potere d’acquisto si sta erodendo. Per carità, ci sono motivi (relativamente) legittimi dietro l’incremento dei prezzi: una grande attenzione per la musica dal vivo, sulla scia delle riaperture post-pandemia, con i live mai così affollati; i cachet degli artisti, più o meno esorbitanti perché, con la crisi del mercato e gli streaming che pagano poco, quello resta il loro unico modo per monetizzare davvero; e l’allestimento, di conseguenza, di show sempre più all’avanguardia, per il solo fatto che un prezzario alto ha bisogno – si spera, non è sempre così – di eventi all’altezza, che quindi coinvolgono professionisti di alto livello in tutti i settori (e che spesso vanno pagati prima, ecco perché gli stadi hanno le agende piene già per il 2026). Eppure, lo ripetiamo, i costi sono spesso eccessivi. -- Concerti annullati? Era già tutto previsto, si è tirata troppo la corda https://www.today.it/vision/musica/concerti-annullati-editoriale.html © Today https://www.today.it/vision/musica/concerti-annullati-editoriale.html?utm_source=firefox-newtab-it-it
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    Concerti annullati? Era già tutto previsto, si è tirata troppo la corda
    In tanti, oltre a Bresh e Rkomi, stanno cancellando o riprogrammando il loro tour per scarse prevendite. La bolla del live sta per esplodere
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  • Mara Venier in lacrime al pubblico di Domenica In: «È l'ultima stagione, mio marito non è stato bene» | Corriere TV
    L'annuncio commosso della storica conduttrice ai telespettatori...
    E lei quanti ne ha condannati con la pubblicità del sacro siero???
    https://video.corriere.it/spettacoli/mara-venier-saluta-in-lacrime-il-pubblico-di-domenica-in-e-l-ultima-stagione-mio-marito-non-e-stato-bene/de7dcc4a-eb95-45f4-9029-74440d97exlk/amp
    Mara Venier in lacrime al pubblico di Domenica In: «È l'ultima stagione, mio marito non è stato bene» | Corriere TV L'annuncio commosso della storica conduttrice ai telespettatori... E lei quanti ne ha condannati con la pubblicità del sacro siero??? https://video.corriere.it/spettacoli/mara-venier-saluta-in-lacrime-il-pubblico-di-domenica-in-e-l-ultima-stagione-mio-marito-non-e-stato-bene/de7dcc4a-eb95-45f4-9029-74440d97exlk/amp
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  • 🇺🇲 LA VERGOGNA DELLE FAKE NEWS DELLA CNN
    In un vergognoso servizio da Damasco una graziosa giornalista in mimetica racconta che entra in diretta in un carcere di Assad. Si vede che i locali e le celle sono tutti vuoti. Però l'intrepida giornalista trova una cella chiusa! All'interno (non si sa come abbia aperto) non c'è traccia di cibo, rifiuti o escrementi. Però da sotto una coperta sbuca un poveraccio che racconta per la gioia degli spettatori che è prigioniero di Assad, e sono 4 giorni che non mangia e non beve perché purtroppo i rivoluzionari si erano dimenticati di aprirgli.
    Allora la giornalista eroina lo conduce all'aperto, gli chiede la sua lacrimevole storia e infine, invece di portarlo da un medico (come sarebbe logico per uno che non beve e non mangia da 4 giorni) lo saluta e se ne va (il tempo del servizio evidentemente era scaduto).
    E poi Mattarella dice che i giornalisti sono "certificatori di verità"! Se questa è la professionalità di una grandissima emittente USA, chissà gli altri Media Mainstream nostrani!
    Comunque in America fanno bene a insistere nel propinare agli spettatori queste favole! Due loro astronauti non sono andati sulla Luna nel 1969 con una scatola di lamiera bucherellata? L'hanno detto in TV ... Finché funziona ...

    🇺🇲 THE SHAME OF CNN'S FAKE NEWS
    In a shameful report from Damascus, a pretty journalist in camouflage reports that she enters live into an Assad prison. You can see that the rooms and cells are all empty. However, the intrepid journalist finds a closed cell! Inside (no one knows how she opened it) there is no trace of food, waste or excrement. However, from under a blanket a poor guy emerges and tells the spectators that he is a prisoner of Assad, and that he hasn't eaten or drunk for 4 days because unfortunately the revolutionaries had forgotten to open the door for him.
    Then the heroine journalist takes him outside, asks him his tearful story and finally, instead of taking him to a doctor (as would be logical for someone who hasn't eaten or drunk for 4 days) she says goodbye and leaves (the reporting time was obviously up).
    And then Mattarella says that journalists are "certifiers of truth"! If this is the professionalism of a very large US broadcaster, who knows what the other mainstream media here are like!
    Anyway, in America they are right to insist on feeding viewers these fairy tales! Didn't two of their astronauts go to the Moon in 1969 with a perforated sheet metal box? They said so on TV ... As long as it works ...

    Source:
    https://x.com/M25016096/status/1867207385866965166?t=WwzmcKzauwp6xcTsnqIyPA&s=19
    🇺🇲 LA VERGOGNA DELLE FAKE NEWS DELLA CNN In un vergognoso servizio da Damasco una graziosa giornalista in mimetica racconta che entra in diretta in un carcere di Assad. Si vede che i locali e le celle sono tutti vuoti. Però l'intrepida giornalista trova una cella chiusa! All'interno (non si sa come abbia aperto) non c'è traccia di cibo, rifiuti o escrementi. Però da sotto una coperta sbuca un poveraccio che racconta per la gioia degli spettatori che è prigioniero di Assad, e sono 4 giorni che non mangia e non beve perché purtroppo i rivoluzionari si erano dimenticati di aprirgli. 😶 Allora la giornalista eroina lo conduce all'aperto, gli chiede la sua lacrimevole storia e infine, invece di portarlo da un medico (come sarebbe logico per uno che non beve e non mangia da 4 giorni) lo saluta e se ne va (il tempo del servizio evidentemente era scaduto).😜 E poi Mattarella dice che i giornalisti sono "certificatori di verità"! Se questa è la professionalità di una grandissima emittente USA, chissà gli altri Media Mainstream nostrani! Comunque in America fanno bene a insistere nel propinare agli spettatori queste favole! Due loro astronauti non sono andati sulla Luna nel 1969 con una scatola di lamiera bucherellata? L'hanno detto in TV ... Finché funziona ...🤭🤣🤣🤣🤣 🇺🇲 THE SHAME OF CNN'S FAKE NEWS In a shameful report from Damascus, a pretty journalist in camouflage reports that she enters live into an Assad prison. You can see that the rooms and cells are all empty. However, the intrepid journalist finds a closed cell! Inside (no one knows how she opened it) there is no trace of food, waste or excrement. However, from under a blanket a poor guy emerges and tells the spectators that he is a prisoner of Assad, and that he hasn't eaten or drunk for 4 days because unfortunately the revolutionaries had forgotten to open the door for him. 😶 Then the heroine journalist takes him outside, asks him his tearful story and finally, instead of taking him to a doctor (as would be logical for someone who hasn't eaten or drunk for 4 days) she says goodbye and leaves (the reporting time was obviously up).😜 And then Mattarella says that journalists are "certifiers of truth"! If this is the professionalism of a very large US broadcaster, who knows what the other mainstream media here are like! Anyway, in America they are right to insist on feeding viewers these fairy tales! Didn't two of their astronauts go to the Moon in 1969 with a perforated sheet metal box? They said so on TV ... As long as it works ...🤭🤣🤣🤣🤣 Source: https://x.com/M25016096/status/1867207385866965166?t=WwzmcKzauwp6xcTsnqIyPA&s=19
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  • AFFONDAMENTO del BAYESIAN.
    LEGGETE con ATTENZIONE!

    Stasera puntata a dir poco imbarazzante di Bruno Vespa che si è presentato con il plastico (sic) del Bayesian e con l'amministratore dell'Italian Sea Group, Giovanni Costantino. Costantino ha accusato, senza prove, l'equipaggio di aver causato l'affondamento del Bayesian per aver lasciato il portellone aperto nonostante questa storia sia stato già smentita. Inoltre anche nell'assurda ipotesi che lo fosse stato, ci vogliono ore e ore prima che la barca affondi, non certo due minuti.

    Costantino prova poi ancora a ripetere la storiella del maltempo quando i vari testimoni del posto mi hanno riferito che a Porticello quella sera non c'è stata nessuna tromba d'aria, ma soltanto un acquazzone. Le altre barche non hanno infatti avuto problemi. È affondato solo il Bayesian perché questa barca è stata attaccata per gli ospiti "eccellenti" che c'erano a bordo, legati al Mossad come Lynch. Il mainstream ancora prova a raccontarci le storielle, ma ormai a crederci sono rimasti solo Vespa e i suoi due spettatori.
    AFFONDAMENTO del BAYESIAN. LEGGETE con ATTENZIONE! Stasera puntata a dir poco imbarazzante di Bruno Vespa che si è presentato con il plastico (sic) del Bayesian e con l'amministratore dell'Italian Sea Group, Giovanni Costantino. Costantino ha accusato, senza prove, l'equipaggio di aver causato l'affondamento del Bayesian per aver lasciato il portellone aperto nonostante questa storia sia stato già smentita. Inoltre anche nell'assurda ipotesi che lo fosse stato, ci vogliono ore e ore prima che la barca affondi, non certo due minuti. Costantino prova poi ancora a ripetere la storiella del maltempo quando i vari testimoni del posto mi hanno riferito che a Porticello quella sera non c'è stata nessuna tromba d'aria, ma soltanto un acquazzone. Le altre barche non hanno infatti avuto problemi. È affondato solo il Bayesian perché questa barca è stata attaccata per gli ospiti "eccellenti" che c'erano a bordo, legati al Mossad come Lynch. Il mainstream ancora prova a raccontarci le storielle, ma ormai a crederci sono rimasti solo Vespa e i suoi due spettatori.
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  • "NHK, la TV pubblica giapponese, il 28 agosto ha trasmesso un rapporto completo di oltre un'ora sui danni causati dal VACClNO. Il programma ha ricevuto messaggi da oltre 2.000 spettatori, rivelando che l'entità dei danni era maggiore di quanto si pensasse in precedenza."

    #japantv
    #japancovid19gate
    "NHK, la TV pubblica giapponese, il 28 agosto ha trasmesso un rapporto completo di oltre un'ora sui danni causati dal VACClNO. Il programma ha ricevuto messaggi da oltre 2.000 spettatori, rivelando che l'entità dei danni era maggiore di quanto si pensasse in precedenza." #japantv #japancovid19gate
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  • Sul match Imane Khalif - Angela Carini

    Da quanto capisco - non seguo queste Olimpiadi come forma di boicottaggio privato - oggi nella categoria superleggeri donne gareggeranno Imane Khalif (Algeria) e Angela Carini (Italia).

    Auguro all'atleta italiana ogni bene e possibilmente la vittoria.
    Tuttavia c'è un problema non trascurabile. Imane Khalif - secondo quanto riportato dall'International Boxing Association nel 2023 - è biologicamente un uomo, in quanto l'analisi del DNA ha riportato la presenza di cromosomi XY e non XX.
    Peraltro, se uno dubitasse dell'analisi cromosomica, uno sguardo alla struttura fisica dell'atleta non lascia molti dubbi.

    Ora, in molti sport, e in modo particolarmente rilevante negli sport di combattimento, la differenza biologica tra chi ha avuto una crescita e pubertà maschile e chi ha avuto una crescita e pubertà femminile è molto marcata. La densità ossea è maggiore nei maschi, il che ha due implicazioni: conferisce maggiore resistenza alle percosse e, dipendendo la potenza di una percossa da massa per velocità, l'incremento della massa ossea conferisce maggiore potenza al colpo (le misurazioni medie danno una potenza di pugno maschile del 162% rispetto al pugno femminile). Anche i tempi di reazione sono inferiori e sia le fibre muscolari bianche, da cui dipende la velocità, che rosse, da cui dipende la resistenza, sono mediamente maggiori nei maschi.

    Chiedo scusa per essermi soffermato su queste banalità prosaiche, ma in un mondo in cui l'ideologia cancella la realtà, anche l'ovvio deve essere ribadito in forma dimostrativa.

    E l'ovvio qui è che mettere su di un ring un atleta geneticamente maschio contro un'atleta geneticamente femmina è una grave scorrettezza. Può darsi che la sorte sia benevola, ma in generale è un'ingiustizia, con potenziali rilevanti rischi fisici.
    (Segnalo un dettaglio forse non noto a chi non ha praticato la boxe. Alle Olimpiadi si utilizza un caschetto per gli incontri. Il caschetto nella boxe è l'apoteosi dell'ipocrisia. Infatti il caschetto limita soltanto le ferite superficiali, i sanguinamenti delle sopracciglia o degli zigomi - preservando gli spettatori - ma i traumi cerebrali legati all'entità della percossa sono esattamente identici, e naturalmente sono quelli ad essere i più pericolosi nel medio periodo.)

    Ora, la questione è: come si è potuti arrivare a questo punto?
    Storicamente la cesura ideologica su questi temi avviene all'inizio degli anni '70. Fino ad allora le rivendicazioni di genere (first-wave feminism) avevano sollevato il sacrosanto tema dell'eguaglianza formale, legale, dei diritti tra persone di sesso, genere o inclinazione sessuale differente.

    A partire dai primi anni '70 si avvia invece un movimento ideologico con caratteristiche essenzialmente differenti, che non mira più al raggiungimento di diritti legali identici (in Occidente raggiunti), ma ad un non meglio precisato "superamento sostanziale" delle differenze.

    Di questo superamento sostanziale fanno parte numerose battaglie distinte, il cui punto di caduta comune però è il rifiuto della realtà materiale nel nome di una rivendicazione ideologica (o, per chi vi aderisce, ideale).

    Si tratta di una curiosa forma di idealismo, che inizia in sempre maggior misura a negare la realtà come se si trattasse di un improvvido accidente, qualcosa che dovrebbe essere superato di principio dall'autoaffermazione volontaria. Come in una novella forma di idealismo assoluto, l'Io si deve qui imporre al non-Io (alla Natura, alla Materia, alla Società).

    Di questa tendenza fa parte il rigetto delle differenze sessuali, viste come latrici di discriminazione, nel nome della "lotta al patriarcato", e ne fanno parte tutte le varie forme di rivendicazione dell'identità sessuale percepita, vista come come superiore all'identità biologica.

    L'intera tematica viene infine presa ostaggio dall'atteggiamento politicamente corretto, che rende ogni discussione aperta di tali questioni difficile, rischiosa, sempre sull'orlo di accuse infamanti.

    Il cerchio così si chiude.

    La prima mossa sancisce la superiorità delle pretese idealistiche di una sorta di Io assoluto, che può e anzi deve imporsi sulla materia (sulla biologia, ma anche sulla realtà sociale).

    La seconda mossa, mette al sicuro dalle confutazioni le pretese di questo Io assoluto, isolandolo dalle critiche, attraverso una loro delegittimazione a priori (come omofobe, sessiste, retrograde, ecc.).

    E cosa resta fuori da questo cerchio splendidamente autoreferenziale?

    Nulla. Nulla salvo la realtà, che anche se i suoi campioni sono stati silenziati, rimane tuttavia testardamente in piedi.
    Ed è la realtà che, con i suoi tempi, la sua implacabilità, e purtroppo anche le sue vittime sacrificali, finirà per fare giustizia di questo delirio culturale.

    Andrea Zhok
    Sul match Imane Khalif - Angela Carini Da quanto capisco - non seguo queste Olimpiadi come forma di boicottaggio privato - oggi nella categoria superleggeri donne gareggeranno Imane Khalif (Algeria) e Angela Carini (Italia). Auguro all'atleta italiana ogni bene e possibilmente la vittoria. Tuttavia c'è un problema non trascurabile. Imane Khalif - secondo quanto riportato dall'International Boxing Association nel 2023 - è biologicamente un uomo, in quanto l'analisi del DNA ha riportato la presenza di cromosomi XY e non XX. Peraltro, se uno dubitasse dell'analisi cromosomica, uno sguardo alla struttura fisica dell'atleta non lascia molti dubbi. Ora, in molti sport, e in modo particolarmente rilevante negli sport di combattimento, la differenza biologica tra chi ha avuto una crescita e pubertà maschile e chi ha avuto una crescita e pubertà femminile è molto marcata. La densità ossea è maggiore nei maschi, il che ha due implicazioni: conferisce maggiore resistenza alle percosse e, dipendendo la potenza di una percossa da massa per velocità, l'incremento della massa ossea conferisce maggiore potenza al colpo (le misurazioni medie danno una potenza di pugno maschile del 162% rispetto al pugno femminile). Anche i tempi di reazione sono inferiori e sia le fibre muscolari bianche, da cui dipende la velocità, che rosse, da cui dipende la resistenza, sono mediamente maggiori nei maschi. Chiedo scusa per essermi soffermato su queste banalità prosaiche, ma in un mondo in cui l'ideologia cancella la realtà, anche l'ovvio deve essere ribadito in forma dimostrativa. E l'ovvio qui è che mettere su di un ring un atleta geneticamente maschio contro un'atleta geneticamente femmina è una grave scorrettezza. Può darsi che la sorte sia benevola, ma in generale è un'ingiustizia, con potenziali rilevanti rischi fisici. (Segnalo un dettaglio forse non noto a chi non ha praticato la boxe. Alle Olimpiadi si utilizza un caschetto per gli incontri. Il caschetto nella boxe è l'apoteosi dell'ipocrisia. Infatti il caschetto limita soltanto le ferite superficiali, i sanguinamenti delle sopracciglia o degli zigomi - preservando gli spettatori - ma i traumi cerebrali legati all'entità della percossa sono esattamente identici, e naturalmente sono quelli ad essere i più pericolosi nel medio periodo.) Ora, la questione è: come si è potuti arrivare a questo punto? Storicamente la cesura ideologica su questi temi avviene all'inizio degli anni '70. Fino ad allora le rivendicazioni di genere (first-wave feminism) avevano sollevato il sacrosanto tema dell'eguaglianza formale, legale, dei diritti tra persone di sesso, genere o inclinazione sessuale differente. A partire dai primi anni '70 si avvia invece un movimento ideologico con caratteristiche essenzialmente differenti, che non mira più al raggiungimento di diritti legali identici (in Occidente raggiunti), ma ad un non meglio precisato "superamento sostanziale" delle differenze. Di questo superamento sostanziale fanno parte numerose battaglie distinte, il cui punto di caduta comune però è il rifiuto della realtà materiale nel nome di una rivendicazione ideologica (o, per chi vi aderisce, ideale). Si tratta di una curiosa forma di idealismo, che inizia in sempre maggior misura a negare la realtà come se si trattasse di un improvvido accidente, qualcosa che dovrebbe essere superato di principio dall'autoaffermazione volontaria. Come in una novella forma di idealismo assoluto, l'Io si deve qui imporre al non-Io (alla Natura, alla Materia, alla Società). Di questa tendenza fa parte il rigetto delle differenze sessuali, viste come latrici di discriminazione, nel nome della "lotta al patriarcato", e ne fanno parte tutte le varie forme di rivendicazione dell'identità sessuale percepita, vista come come superiore all'identità biologica. L'intera tematica viene infine presa ostaggio dall'atteggiamento politicamente corretto, che rende ogni discussione aperta di tali questioni difficile, rischiosa, sempre sull'orlo di accuse infamanti. Il cerchio così si chiude. La prima mossa sancisce la superiorità delle pretese idealistiche di una sorta di Io assoluto, che può e anzi deve imporsi sulla materia (sulla biologia, ma anche sulla realtà sociale). La seconda mossa, mette al sicuro dalle confutazioni le pretese di questo Io assoluto, isolandolo dalle critiche, attraverso una loro delegittimazione a priori (come omofobe, sessiste, retrograde, ecc.). E cosa resta fuori da questo cerchio splendidamente autoreferenziale? Nulla. Nulla salvo la realtà, che anche se i suoi campioni sono stati silenziati, rimane tuttavia testardamente in piedi. Ed è la realtà che, con i suoi tempi, la sua implacabilità, e purtroppo anche le sue vittime sacrificali, finirà per fare giustizia di questo delirio culturale. Andrea Zhok
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  • Secondo i dati di AGCOM, circa un milione di persone hanno abbandonato i TG Rai nei primi tre mesi del 2024.

    Oltre 500 mila ascolti sono stati persi nelle edizioni serali mentre altri circa 500 mila invece nelle edizioni giornaliere.

    La fuga di telespettatori riguarda anche Mediaset e LA7 se si prende in esame il quadriennio 2020/2024.

    È una grandissima e bellissima notizia, significa che sempre più persone si stanno rendendo conto che l'informazione non passa attraverso i media di regime.

    Se mettiamo questo dato accanto alla crisi nera che sta investendo i giornali, sia quelli online che quelli cartacei,
    ci rendiamo conto che pian piano inizia a crescere la consapevolezza.

    Secondo voi perché i social, soprattutto quelli di Meta, hanno intensificato la censura?

    Per questo!

    Perché attraverso la rete si sta svolgendo un'opera di sputtanamento della propaganda.

    Infatti Ursula Von der Leyen ha scritto nel suo programma che una delle battaglie principali è quella di contrastare le "fake news" sui social.

    Perché per loro mettere in dubbio che Putin abbia fatto saltare i Nord Stream,
    che i Russi combattano con le pale,
    che rubino i chip delle lavatrici per fare le armi
    o affermare che Netanyahu sia un criminale di guerra sono "fake news".

    Ma ormai il Re è nudo, i buoi sono scappati dalla stalla e qualsiasi tentativo di chiudere le porte gli si ritorcerà contro.

    Serve ancora un altro pochettino di tempo e perseveranza.

    Perché ogni mossa che andranno a fare aumenterà la percezione nell'opinione pubblica su ciò che realmente sono:
    dei miserabili servi autocrati,
    forti con i deboli e deboli con i forti travestiti da democratici affamati di guerre, sangue e affetti dalla malattia del suprematismo imperialista e coloniale.

    Fonte: https://x.com/GiorgiaSalvagn1/status/1817965917772353975?t=BTRJNks9WIA_7qQJ-lbCag&s=19
    Secondo i dati di AGCOM, circa un milione di persone hanno abbandonato i TG Rai nei primi tre mesi del 2024. Oltre 500 mila ascolti sono stati persi nelle edizioni serali mentre altri circa 500 mila invece nelle edizioni giornaliere. La fuga di telespettatori riguarda anche Mediaset e LA7 se si prende in esame il quadriennio 2020/2024. È una grandissima e bellissima notizia, significa che sempre più persone si stanno rendendo conto che l'informazione non passa attraverso i media di regime. Se mettiamo questo dato accanto alla crisi nera che sta investendo i giornali, sia quelli online che quelli cartacei, ci rendiamo conto che pian piano inizia a crescere la consapevolezza. Secondo voi perché i social, soprattutto quelli di Meta, hanno intensificato la censura? Per questo! Perché attraverso la rete si sta svolgendo un'opera di sputtanamento della propaganda. Infatti Ursula Von der Leyen ha scritto nel suo programma che una delle battaglie principali è quella di contrastare le "fake news" sui social. Perché per loro mettere in dubbio che Putin abbia fatto saltare i Nord Stream, che i Russi combattano con le pale, che rubino i chip delle lavatrici per fare le armi o affermare che Netanyahu sia un criminale di guerra sono "fake news". Ma ormai il Re è nudo, i buoi sono scappati dalla stalla e qualsiasi tentativo di chiudere le porte gli si ritorcerà contro. Serve ancora un altro pochettino di tempo e perseveranza. Perché ogni mossa che andranno a fare aumenterà la percezione nell'opinione pubblica su ciò che realmente sono: dei miserabili servi autocrati, forti con i deboli e deboli con i forti travestiti da democratici affamati di guerre, sangue e affetti dalla malattia del suprematismo imperialista e coloniale. Fonte: https://x.com/GiorgiaSalvagn1/status/1817965917772353975?t=BTRJNks9WIA_7qQJ-lbCag&s=19
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