• 𝗢𝗴𝗴𝗶 𝗲̀ 𝗦𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮, 𝗣𝘂𝘁𝗶𝗻 𝗳𝗶𝗿𝗺𝗮 𝗹’𝗮𝗰𝗰𝗼𝗿𝗱𝗼 𝗺𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗖𝘂𝗯𝗮, 𝗻𝗮𝘀𝗰𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗮 𝗮𝗹𝗹𝗲𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗻𝗲𝗹 𝗰𝘂𝗼𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗶 𝗖𝗮𝗿𝗮𝗶𝗯𝗶

    Oggi, 15 ottobre 2025 il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha firmato la legge che ratifica un accordo di cooperazione militare tra il governo russo e il governo della Repubblica di Cuba.

    Si tratta di un evento che segna un momento decisivo nelle relazioni internazionali, un passo determinato e simbolico che richiama e supera le suggestioni storiche del passato, proiettando le due nazioni verso una rinnovata alleanza strategica e militare.

    L'accordo, firmato a L'Avana il 13 marzo 2025 e successivamente a Mosca il 19 marzo 2025, è stato approvato dalla Duma di Stato russa il 7 ottobre, per poi essere definitivamente ratificato oggi con la firma presidenziale di Putin, a sancire il pieno impegno della Russia in questo nuovo capitolo della sua politica estera.

    È una notizia che risuona con forza, perché ciò che viene siglato oggi non è solo un'intesa tecnica, ma una visione condivisa del futuro tra due nazioni storicamente amiche e oggi più che mai unite nel contrastare un ordine mondiale unilaterale e squilibrato.

    L’accordo stabilisce un quadro giuridico completo per lo sviluppo della cooperazione militare bilaterale.
    Esso include scambi di delegazioni tra le forze armate dei due Paesi, addestramenti congiunti, assistenza tecnica, fornitura di equipaggiamento militare, supporto logistico, e persino visite ufficiali di navi da guerra russe nei porti cubani.

    Sebbene non si parli ancora ufficialmente di basi militari permanenti, l’intesa apre le porte a un consolidamento stabile della presenza russa nei Caraibi, a poche centinaia di chilometri dalla costa degli Stati Uniti.

    È una mossa che, senza alcuna provocazione diretta, invia un chiaro messaggio di equilibrio multipolare e di autonomia geopolitica.

    Per Cuba, questo accordo rappresenta una boccata d’aria e una solida ancora in un momento in cui l’isola continua a resistere con determinazione a decenni di embargo, isolamento e pressioni internazionali.

    La cooperazione con Mosca consente all'Avana di rafforzare le proprie capacità difensive, modernizzare le forze armate e contare su un partner affidabile con il quale condividere ideali di sovranità, autodeterminazione e resistenza all’ingerenza straniera.

    Per la Russia, l’accordo è una dimostrazione concreta della sua capacità di proiettare influenza e collaborazione anche in aree geografiche strategiche che l’Occidente considera parte della propria sfera di interesse.

    Non si tratta di una provocazione, ma di un’affermazione netta e giusta, la Russia non accetta confini imposti al suo ruolo globale, e trova in Cuba un alleato che condivide lo stesso spirito di indipendenza.

    Il significato simbolico è immenso.

    In un mondo dove le alleanze si moltiplicano e le tensioni aumentano, il riavvicinamento tra Russia e Cuba è un gesto di memoria storica ma soprattutto di futuro.

    È un messaggio chiaro ai popoli del mondo, le alternative all’egemonia esistono, e si possono costruire con dignità, rispetto reciproco e visione strategica.

    L’accordo militare tra Russia e Cuba non è solo una notizia, è un evento che resterà nella storia.

    È la conferma che due Paesi possono scegliersi liberamente, rafforzarsi reciprocamente e camminare fianco a fianco verso un futuro di cooperazione, sicurezza condivisa e autodeterminazione.

    In un’epoca in cui tutti parlano e molto spesso a sproposito, perdendosi in inutili acidità riflesso solo della loro inutilità globale, dove molti parlano di guerra e confronto, Cuba e Russia parlano di alleanza e stabilità.
    Fanno.
    E come diceva José Martì, "il miglior modo di dire è fare".

    E lo fanno, oggi, con una firma che vale più di mille parole.

    Articolo a cura di Silvana Sale, 15 ottobre 2025
    Silvana Sale
    𝗢𝗴𝗴𝗶 𝗲̀ 𝗦𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮, 𝗣𝘂𝘁𝗶𝗻 𝗳𝗶𝗿𝗺𝗮 𝗹’𝗮𝗰𝗰𝗼𝗿𝗱𝗼 𝗺𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗖𝘂𝗯𝗮, 𝗻𝗮𝘀𝗰𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗮 𝗮𝗹𝗹𝗲𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗻𝗲𝗹 𝗰𝘂𝗼𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗶 𝗖𝗮𝗿𝗮𝗶𝗯𝗶🌹💗💕 Oggi, 15 ottobre 2025 il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha firmato la legge che ratifica un accordo di cooperazione militare tra il governo russo e il governo della Repubblica di Cuba. Si tratta di un evento che segna un momento decisivo nelle relazioni internazionali, un passo determinato e simbolico che richiama e supera le suggestioni storiche del passato, proiettando le due nazioni verso una rinnovata alleanza strategica e militare. L'accordo, firmato a L'Avana il 13 marzo 2025 e successivamente a Mosca il 19 marzo 2025, è stato approvato dalla Duma di Stato russa il 7 ottobre, per poi essere definitivamente ratificato oggi con la firma presidenziale di Putin, a sancire il pieno impegno della Russia in questo nuovo capitolo della sua politica estera. È una notizia che risuona con forza, perché ciò che viene siglato oggi non è solo un'intesa tecnica, ma una visione condivisa del futuro tra due nazioni storicamente amiche e oggi più che mai unite nel contrastare un ordine mondiale unilaterale e squilibrato. L’accordo stabilisce un quadro giuridico completo per lo sviluppo della cooperazione militare bilaterale. Esso include scambi di delegazioni tra le forze armate dei due Paesi, addestramenti congiunti, assistenza tecnica, fornitura di equipaggiamento militare, supporto logistico, e persino visite ufficiali di navi da guerra russe nei porti cubani. Sebbene non si parli ancora ufficialmente di basi militari permanenti, l’intesa apre le porte a un consolidamento stabile della presenza russa nei Caraibi, a poche centinaia di chilometri dalla costa degli Stati Uniti. È una mossa che, senza alcuna provocazione diretta, invia un chiaro messaggio di equilibrio multipolare e di autonomia geopolitica. Per Cuba, questo accordo rappresenta una boccata d’aria e una solida ancora in un momento in cui l’isola continua a resistere con determinazione a decenni di embargo, isolamento e pressioni internazionali. La cooperazione con Mosca consente all'Avana di rafforzare le proprie capacità difensive, modernizzare le forze armate e contare su un partner affidabile con il quale condividere ideali di sovranità, autodeterminazione e resistenza all’ingerenza straniera. Per la Russia, l’accordo è una dimostrazione concreta della sua capacità di proiettare influenza e collaborazione anche in aree geografiche strategiche che l’Occidente considera parte della propria sfera di interesse. Non si tratta di una provocazione, ma di un’affermazione netta e giusta, la Russia non accetta confini imposti al suo ruolo globale, e trova in Cuba un alleato che condivide lo stesso spirito di indipendenza. Il significato simbolico è immenso. In un mondo dove le alleanze si moltiplicano e le tensioni aumentano, il riavvicinamento tra Russia e Cuba è un gesto di memoria storica ma soprattutto di futuro. È un messaggio chiaro ai popoli del mondo, le alternative all’egemonia esistono, e si possono costruire con dignità, rispetto reciproco e visione strategica. L’accordo militare tra Russia e Cuba non è solo una notizia, è un evento che resterà nella storia. È la conferma che due Paesi possono scegliersi liberamente, rafforzarsi reciprocamente e camminare fianco a fianco verso un futuro di cooperazione, sicurezza condivisa e autodeterminazione. In un’epoca in cui tutti parlano e molto spesso a sproposito, perdendosi in inutili acidità riflesso solo della loro inutilità globale, dove molti parlano di guerra e confronto, Cuba e Russia parlano di alleanza e stabilità. Fanno. E come diceva José Martì, "il miglior modo di dire è fare". E lo fanno, oggi, con una firma che vale più di mille parole.🌹💗 Articolo a cura di Silvana Sale, 15 ottobre 2025 Silvana Sale
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  • PURA FOLLIA! LA NATO e ZELENSKY VOGLIONO PORTARCI alla TERZA GUERRA MONDIALE!
    Sostegno all'Ucraina e spesa alla difesa. Ucraina: "Serve lo 0,25% del Pil dei partner". Usa: "Impegno senza parassiti"
    Sostegno all’Ucraina, nuovi strumenti anti-droni e spinta alla spesa nella difesa. I ministri della Difesa della Nato tornano a riunirsi e delineano un indir...
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/10/15/vertice-nato-kiev-vuole-lo-025-del-pil-dei-paesi-gli-usa-agli-alleati-impegno-senza-parassiti-e-rutte-sponsorizza-lacquisto-di-armi-di-washington/8162035/
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  • SOTTOSCRIVO IN TOTO!
    È ARRIVATO IL GIORNO DI PRENDERE IN MANO LE NOSTRE VITE!
    NON POSSIAMO FARCI SCHIACCIARE COME SCARAFAGGI!

    Telegram, oggi sull'app compare un messaggio apocalittico
    10 Ottobre 2025

    Chi oggi apre Telegram si trova davanti a un messaggio apocalittico: "Fine dell'internet libero. L'internet libero sta diventando uno strumento di controllo". Con un tap sulla notifica, si viene rimandati al canale di Pavel Durov, dove si può leggere un messaggio ancora più sconfortante: "Sto per compiere 41 anni", inizia il fondatore di Telegram, "ma non ho voglia di festeggiare". Di seguito il testo completo tradotto in italiano:

    "Sto per compiere 41 anni, ma non ho voglia di festeggiare.

    La nostra generazione sta esaurendo il tempo per salvare l'Internet libero costruito per noi dai nostri padri.

    Quello che una volta era la promessa dello scambio libero di informazioni si sta trasformando nell'ultimo strumento di controllo.

    Paesi un tempo liberi stanno introducendo misure distopiche come le identità digitali (Regno Unito), i controlli online dell'età (Australia) e la scansione di massa dei messaggi privati (UE).

    La Germania perseguita chiunque osi criticare i funzionari su Internet. Il Regno Unito sta imprigionando migliaia di persone per i loro tweet. La Francia sta indagando penalmente i leader tecnologici che difendono la libertà e la privacy.

    Un mondo oscuro e distopico si avvicina rapidamente — mentre noi dormiamo. La nostra generazione rischia di passare alla storia come l'ultima ad aver avuto libertà — e ad averle lasciate togliere.

    Ci è stata raccontata una bugia.

    Ci hanno fatto credere che la più grande lotta della nostra generazione sia distruggere tutto ciò che i nostri antenati ci hanno lasciato: tradizione, privacy, sovranità, libero mercato e libertà di parola.

    Tradendo l'eredità dei nostri antenati, ci siamo messi su una strada verso l'autodistruzione — morale, intellettuale, economica e infine biologica.

    Quindi no, oggi non festeggerò. Sto esaurendo il tempo. Noi stiamo esaurendo il tempo."

    Durov ne ha per tutti, in primis per i governi che hanno introdotto le identità digitali e altri meccanismi di controllo. E poi ne ha per i funzionari del Web, che non stanno mettendo in atto una "resistenza" al contrario di quanto fatto da lui con Telegram. Qualche giorno fa, in un altro messaggio sul suo canale, Durov ribadiva il suo impegno per la libertà di espressione e la denuncia verso "ogni tentativo di fare pressione per censurare la nostra piattaforma".

    Con quest'ultima comunicazione, il padre di Telegram sembra "chiamare i rinforzi": chiunque condivida la sua visione è invitato a combattere per scongiurare la fine del mondo virtuale (e, peggio ancora, reale) come lo conoscevamo ieri.

    https://www.hdblog.it/smartphone/articoli/n634489/telegram-fine-internet-libero-messaggio-durov/
    SOTTOSCRIVO IN TOTO! È ARRIVATO IL GIORNO DI PRENDERE IN MANO LE NOSTRE VITE! NON POSSIAMO FARCI SCHIACCIARE COME SCARAFAGGI! Telegram, oggi sull'app compare un messaggio apocalittico 10 Ottobre 2025 Chi oggi apre Telegram si trova davanti a un messaggio apocalittico: "Fine dell'internet libero. L'internet libero sta diventando uno strumento di controllo". Con un tap sulla notifica, si viene rimandati al canale di Pavel Durov, dove si può leggere un messaggio ancora più sconfortante: "Sto per compiere 41 anni", inizia il fondatore di Telegram, "ma non ho voglia di festeggiare". Di seguito il testo completo tradotto in italiano: "Sto per compiere 41 anni, ma non ho voglia di festeggiare. La nostra generazione sta esaurendo il tempo per salvare l'Internet libero costruito per noi dai nostri padri. Quello che una volta era la promessa dello scambio libero di informazioni si sta trasformando nell'ultimo strumento di controllo. Paesi un tempo liberi stanno introducendo misure distopiche come le identità digitali (Regno Unito), i controlli online dell'età (Australia) e la scansione di massa dei messaggi privati (UE). La Germania perseguita chiunque osi criticare i funzionari su Internet. Il Regno Unito sta imprigionando migliaia di persone per i loro tweet. La Francia sta indagando penalmente i leader tecnologici che difendono la libertà e la privacy. Un mondo oscuro e distopico si avvicina rapidamente — mentre noi dormiamo. La nostra generazione rischia di passare alla storia come l'ultima ad aver avuto libertà — e ad averle lasciate togliere. Ci è stata raccontata una bugia. Ci hanno fatto credere che la più grande lotta della nostra generazione sia distruggere tutto ciò che i nostri antenati ci hanno lasciato: tradizione, privacy, sovranità, libero mercato e libertà di parola. Tradendo l'eredità dei nostri antenati, ci siamo messi su una strada verso l'autodistruzione — morale, intellettuale, economica e infine biologica. Quindi no, oggi non festeggerò. Sto esaurendo il tempo. Noi stiamo esaurendo il tempo." Durov ne ha per tutti, in primis per i governi che hanno introdotto le identità digitali e altri meccanismi di controllo. E poi ne ha per i funzionari del Web, che non stanno mettendo in atto una "resistenza" al contrario di quanto fatto da lui con Telegram. Qualche giorno fa, in un altro messaggio sul suo canale, Durov ribadiva il suo impegno per la libertà di espressione e la denuncia verso "ogni tentativo di fare pressione per censurare la nostra piattaforma". Con quest'ultima comunicazione, il padre di Telegram sembra "chiamare i rinforzi": chiunque condivida la sua visione è invitato a combattere per scongiurare la fine del mondo virtuale (e, peggio ancora, reale) come lo conoscevamo ieri. https://www.hdblog.it/smartphone/articoli/n634489/telegram-fine-internet-libero-messaggio-durov/
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    Bentrovati/e ! Torniamo a tenervi compagnia con la nostra informazione libera, partecipata e radicata nei quartieri del Sud Milano.

    In questo numero trovate:
    Approfondimenti e servizi sui fatti più rilevanti della zona
    Interviste esclusive e storie di impegno civile
    Cultura, teatro, musica e società
    Rubriche dedicate a serie TV, libri e lifestyle

    Buona lettura!

    Disponibile in versione cartacea.
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    📢 È online e in distribuzione il nuovo numero de Il SUD Milano – Ottobre 2025! 📢 Bentrovati/e ! 🌞 Torniamo a tenervi compagnia con la nostra informazione libera, partecipata e radicata nei quartieri del Sud Milano. 🗞️ 👉 In questo numero trovate: ✔️ Approfondimenti e servizi sui fatti più rilevanti della zona ✔️ Interviste esclusive e storie di impegno civile ✔️ Cultura, teatro, musica e società ✔️ Rubriche dedicate a serie TV, libri e lifestyle 📖 Buona lettura! 📰 Disponibile in versione cartacea. 💻 Scopri l’edizione digitale e scarica il numero di ottobre in PDF 👉 https://share.google/nP8tITck3oqMOj2W3 🔗 Seguici anche su Facebook: facebook.com/ilSUDMilano #ilsudmilano #Ottobre2025 #Milano #cultura #territori #cronacalocale #attualità #rubriche #interviste #giornalismoindipendente #freepress #SudMilanoInforma
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  • 30/09/2025.
    Pfizer stringe un accordo da 70 miliardi di dollari con gli Stati Uniti per espandere il suo impero di mRNA e abbassare i prezzi dei farmaci.

    L'accordo garantisce un impegno di 70 miliardi di dollari per la R&S negli Stati Uniti - un acconto sulla prossima ondata di prodotti basati sui geni di Pfizer:
    "Vaccini" contro il cancro
    Iniezioni di obesità
    Portafoglio di vaccini ampliati (influenza, RSV, influenza aviaria, altro)
    Biologici della malattia cronica in infiammazione e immunologia
    La stessa Pfizer lo ha spiegato:
    "Con questo accordo, Pfizer può concentrarsi completamente sulla fornitura della prossima generazione di cure... in settori quali l'oncologia, l'obesità, i vaccini, l'infiammazione e l'immunologia".

    IN ESCLUSIVA TRADOTTO INTERAMENTE IN  ITALIANO


    Fonte e Link: La Nuova Normalità https://t.me/lanuovanormalita/10881
    30/09/2025. Pfizer stringe un accordo da 70 miliardi di dollari con gli Stati Uniti per espandere il suo impero di mRNA e abbassare i prezzi dei farmaci. L'accordo garantisce un impegno di 70 miliardi di dollari per la R&S negli Stati Uniti - un acconto sulla prossima ondata di prodotti basati sui geni di Pfizer: "Vaccini" contro il cancro Iniezioni di obesità Portafoglio di vaccini ampliati (influenza, RSV, influenza aviaria, altro) Biologici della malattia cronica in infiammazione e immunologia La stessa Pfizer lo ha spiegato: "Con questo accordo, Pfizer può concentrarsi completamente sulla fornitura della prossima generazione di cure... in settori quali l'oncologia, l'obesità, i vaccini, l'infiammazione e l'immunologia". IN ESCLUSIVA TRADOTTO INTERAMENTE IN  ITALIANO 🔗Fonte e Link: La Nuova Normalità https://t.me/lanuovanormalita/10881
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  • L'ultima intervista a Claudia Cardinale: «Sono stata felice solo una volta, per amore. E ho un rimpianto, ma preferisco non pensarci»
    Claudia Cardinale con Alain Delon nella scena del ballo di Angelica e Tancredi deI Il gattopardo , (1963) di Luchino Visconti tratto dal romanzo omonimo di Tomasi di Lampedusa (TITANUS / Album)

    Ripubblichiamo l'ultima intervista a Claudia Cardinale pubblicata su 7, il magazine del Corriere, lo scorso gennaio: la diva parlava dell'unica volta in cui era stata felice e della sua nostalgia: «Ho un rimpianto, preferisco non pensarci»

    Claudia Cardinale è morta il 23 settembre 2025. Ripubblichiamo l'ultima intervista concessa a 7, il magazine del Corriere della Sera, nel gennaio di quest'anno.

    Con quel meraviglioso sorriso di donna irresistibile senza volerlo, Claudia Cardinale venne eletta nel 1957 “la più bella italiana di Tunisia” in un concorso al quale neppure sapeva di avere partecipato, primo passo per venire considerata rapidamente tra le più belle e affascinanti donne del mondo. Sex symbol involontario, soprattutto straordinaria attrice che ha fatto la storia del cinema, Claudia Cardinale è stata la diva che non si prendeva sul serio, così brava e forte da prestarsi a scherzare in televisione, ai tempi del bianco e nero, nello sketch in cui fingeva di saper suonare tutti gli strumenti dell’orchestra, o da accettare la proposta di Alberto Moravia che volle intervistarla «come se fosse un oggetto» per la rivista Esquire.

    «Quando ride, i suoi occhi diventano due fessure nere, scintillanti con qualche cosa di monellesco, di scatenato, di intenso, di meridionale», disse di lei lo scrittore prima di interrogarla passando in rassegna ogni parte del corpo. Ma lei usava il corpo «come una maschera, come rappresentazione di me stessa», disse poi, e si prestò al gioco.

    Marcello Mastroianni si innamorò follemente di lei ne Il Bell’Antonio di Mauro Bolognini: nel film, tanto da essere ridotto all’impotenza come nel romanzo di Vitaliano Brancati, e anche nella realtà. Lei lo respinse perché pensava che ci provasse con tutte le attrici, e lo trattò da amico. Di quella storia mancata, sul set e nella vita, resta l’indimenticabile scena sull’altalena.
    «Claudina», la chiamavano sia Luchino Visconti che Federico Fellini, i grandi maestri del cinema italiano che la scelsero per i due capolavori del 1963, Il Gattopardo con Alain Delon e Burt Lancaster e 8½ di nuovo con Mastroianni.

    Ma tra i 150 film di Claudia Cardinale ci sono anche quelli girati a Hollywood, o Le pistolere in cui le presunte rivali BB (Brigitte Bardot) e CC (Claudia Cardinale) recitano assieme, e il western di Sergio Leone C’era una volta il West, o Fitzcarraldo di Herzog con Klaus Kinski. Una carriera eccezionale, piena di ruoli diversi e imprevedibili, affrontata con l’impegno e la leggerezza dimostrati nell’intervista esclusiva realizzata in questo inizio del 2025 per 7.

    Quando si è accorta di essere diventata una diva senza volerlo?
    «Me ne sono accorta lentamente. Un momento cardine è stato l’anno 1963 quando in sala sono usciti Il Gattopardo e 8 1/2. Ecco, in quel momento ho capito che non ero più una giovane promessa ma che il mondo mi accoglieva come una sua “diva”…»

    Qual è il suo primo ricordo nel mondo del cinema?
    «In Tunisia. Davanti alla mia scuola quando René Vautier (un famoso regista e sceneggiatore francese; ndr) si è avvicinato e mi ha chiesto se poteva parlare a mio padre. Poco dopo avrei fatto la mia prima apparizione in un piccolo film, Les anneaux d’or. Ma in quel momento non pensavo assolutamente che sarebbe stato il mio destino».

    E l’ultimo set al quale ha partecipato?
    «Con la Fondazione Claudia Cardinale che ho fondato con mia figlia Claudia Squitieri. Abbiamo girato il cortometraggio Un Cardinale Donna di Manuel Maria Perrone. Era un ritratto poetico che mia figlia ha voluto fare di me. L’abbiamo girato nella nostra nuova casa a Nemours nel 2023. Il corto è stato presentato al MoMa di New York durante la retrospettiva di Cinecittà».

    Può descriverci la casa dove vive adesso? Come l’ha scelta?
    «È stata una scelta comune con mia figlia Claudia e mio figlio Patrick. Volevo restare in Francia ma ritrovare una vita più vicina alla natura, meno metropolitana. Quindi abbiamo deciso di trasferirci insieme a Nemours. La casa dove viviamo era un’ antica conceria sulla riva del fiume. In questo luogo oggi abbiamo creato un ristorante e dato spazio alla sede della Fondazione».

    Quali sono i suoi progetti artistici?
    «Attraverso la Fondazione Claudia Cardinale sosteniamo il percorso di artisti contemporanei nel mondo audio visivo ma non solo. Accogliamo artisti in residenza, facciamo delle mostre, collaboriamo con altre strutture. Oggi è mia figlia, insieme con la sua collaboratrice Perrine Gamot, che dirige la Fondazione, io assisto con gioia al movimento che si crea intorno a me e al quale collaboro volentieri. Abbiamo fatto delle foto con l’artista Marie Losier, ho prestato la mia voce per i progetti di giovani talenti come Friedreih Andreoni e Benedetta Fioravanti…»

    Ci racconterebbe una sua giornata tipo? C’è un hobby che le piace coltivare?
    «C’è sempre qualcosa da fare qui in casa. Con il ristorante, la Fondazione… Mi piace andare in giro, ascoltare musica…»

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    Perché tanto tempo fa ha scelto di vivere in Francia e non in Italia?
    «Chi lo sa… In fondo la mia prima lingua, e la mia prima cultura sono state quella francese, seppur attraverso la Tunisia. In Italia vivevo un po’ rinchiusa. Era difficile avere una vita normale. Fare la spesa, andare a passeggio. In Francia ho trovato un Paese amico in cui il rapporto con le persone pubbliche è un po’ più vivibile che in Italia. Almeno per me in quegli anni era così».

    Quale Paese ama di più?
    «La Tunisia. Lo ammetto. Amo la Francia, amo l’Italia ma la Tunisia resta per me il Paese del cuore».

    Che ricordo ne ha?
    «Tanti. Tutta la mia infanzia. Mi ricorda mia madre, mio padre, un tempo sospeso prima che la mia vita diventasse una corsa!»

    Lo sa che all’estero, quando si parla di Italia, accanto ai luoghi comuni sulla pizza c’è sempre qualcuno che cita il fascino delle donne, e quindi Claudia Cardinale? Come ha vissuto il ruolo di simbolo di un Paese?
    «Con piacere immenso. Sono molto onorata di fare parte della cultura (immensa) italiana».

    Vede spesso i suoi vecchi film?
    «Quando capita, magari in televisione, con piacere. Ancora meglio se capita al cinema».

    È vero che è stato Luchino Visconti a spingerla a cominciare a fumare?
    «Sì. Ma ora ho smesso! Ho fumato molto ma a 85 anni ho smesso. Meglio tardi che mai».

    Perché all’inizio della carriera la doppiavano?
    «Sicuramente non avevo una voce standard. Avevo una voce poco femminile per i modelli di quegli anni. In più non parlavo benissimo italiano all’inizio! In Tunisia si parlava un siciliano di casa… Ci ho messo un po’ a parlare bene. Non bisogna dimenticare poi che in quegli anni il doppiaggio in Italia era un’istituzione».

    Che ricordo ha di Marcello Mastroianni, che girò con lei Il bell’Antonio?
    «Che mi faceva la corte!»

    E del grande Alain Delon, da poco scomparso? Che rapporto avevate mentre giravate Il Gattopardo?
    «All’inizio un po’ scontroso. Poi quando ha capito che non sarei caduta tra le sue braccia siamo diventati amici e lo siamo rimasti fino alla fine. Ero stata invitata al suo funerale. Purtroppo, il dolore e la mia età non mi hanno dato la forza di andare».

    E Jean Paul Belmondo?
    «Con Belmondo ci divertivamo come bambini. Ci nascondevamo sotto ai tavoli alle cene noiose e ci buttavamo pezzi di pane».

    Saprebbe dire qual è stato il momento più felice della sua vita?
    «Per fortuna in una vita ce ne sono un paio! Ma sicuramente il momento in cui ho lasciato tutto e raggiunto Pasquale (Squitieri, ndr) a New York è stato un momento importante della mia vita».

    C’è un rimpianto, qualcosa che cambierebbe?
    «Sicuramente, ma preferisco non pensarci».

    Il suo più grande desiderio adesso?
    «Vivere serena in compagnia. E che la Fondazione Claudia Cardinale possa aiutare a realizzare opere che ci aiutino ad affrontare le sfide del nostro tempo».

    CHI È
    LA VITA
    Nata a Tunisi il 15 aprile 1938, quando la Tunisia era protettorato francese, da genitori lì natì ma di famiglie siciliane emigrate, Claudia Cardinale, primogenita di casa, ha una sorella e due fratelli. Madre a 20 anni di Patrick, nato dopo uno stupro, è stata moglie del produttore Franco Cristaldi fino al 1975 e poi sino al 1999 compagna del regista Pasquale Squitieri, con cui ha avuto una figlia, Claudia. Ha due nipoti, uno da ciascun figlio.

    LA CARRIERA
    Nella sua carriera lunga quasi 60 anni e cominciata nel 1958 con I soliti ignoti di Mario Monicelli, ha interpretato oltre 120 film.

    I PREMI
    Alla Mostra di Venezia ha vinto un Leone d’Oro alla carriera nel 1993 e un Premio Pasinetti come migliore attrice per Claretta nel 1984. Si è poi aggiudicata tre David di Donatello più uno alla carriera e quattro Nastri d’argento.

    Source: https://www.corriere.it/sette/25_settembre_24/ultima-intervista-claudia-cardinale-e4d64eac-acbc-4ea7-bb0f-a8b7d33e1xlk_amp.shtml
    L'ultima intervista a Claudia Cardinale: «Sono stata felice solo una volta, per amore. E ho un rimpianto, ma preferisco non pensarci» Claudia Cardinale con Alain Delon nella scena del ballo di Angelica e Tancredi deI Il gattopardo , (1963) di Luchino Visconti tratto dal romanzo omonimo di Tomasi di Lampedusa (TITANUS / Album) Ripubblichiamo l'ultima intervista a Claudia Cardinale pubblicata su 7, il magazine del Corriere, lo scorso gennaio: la diva parlava dell'unica volta in cui era stata felice e della sua nostalgia: «Ho un rimpianto, preferisco non pensarci» Claudia Cardinale è morta il 23 settembre 2025. Ripubblichiamo l'ultima intervista concessa a 7, il magazine del Corriere della Sera, nel gennaio di quest'anno. Con quel meraviglioso sorriso di donna irresistibile senza volerlo, Claudia Cardinale venne eletta nel 1957 “la più bella italiana di Tunisia” in un concorso al quale neppure sapeva di avere partecipato, primo passo per venire considerata rapidamente tra le più belle e affascinanti donne del mondo. Sex symbol involontario, soprattutto straordinaria attrice che ha fatto la storia del cinema, Claudia Cardinale è stata la diva che non si prendeva sul serio, così brava e forte da prestarsi a scherzare in televisione, ai tempi del bianco e nero, nello sketch in cui fingeva di saper suonare tutti gli strumenti dell’orchestra, o da accettare la proposta di Alberto Moravia che volle intervistarla «come se fosse un oggetto» per la rivista Esquire. «Quando ride, i suoi occhi diventano due fessure nere, scintillanti con qualche cosa di monellesco, di scatenato, di intenso, di meridionale», disse di lei lo scrittore prima di interrogarla passando in rassegna ogni parte del corpo. Ma lei usava il corpo «come una maschera, come rappresentazione di me stessa», disse poi, e si prestò al gioco. Marcello Mastroianni si innamorò follemente di lei ne Il Bell’Antonio di Mauro Bolognini: nel film, tanto da essere ridotto all’impotenza come nel romanzo di Vitaliano Brancati, e anche nella realtà. Lei lo respinse perché pensava che ci provasse con tutte le attrici, e lo trattò da amico. Di quella storia mancata, sul set e nella vita, resta l’indimenticabile scena sull’altalena. «Claudina», la chiamavano sia Luchino Visconti che Federico Fellini, i grandi maestri del cinema italiano che la scelsero per i due capolavori del 1963, Il Gattopardo con Alain Delon e Burt Lancaster e 8½ di nuovo con Mastroianni. Ma tra i 150 film di Claudia Cardinale ci sono anche quelli girati a Hollywood, o Le pistolere in cui le presunte rivali BB (Brigitte Bardot) e CC (Claudia Cardinale) recitano assieme, e il western di Sergio Leone C’era una volta il West, o Fitzcarraldo di Herzog con Klaus Kinski. Una carriera eccezionale, piena di ruoli diversi e imprevedibili, affrontata con l’impegno e la leggerezza dimostrati nell’intervista esclusiva realizzata in questo inizio del 2025 per 7. Quando si è accorta di essere diventata una diva senza volerlo? «Me ne sono accorta lentamente. Un momento cardine è stato l’anno 1963 quando in sala sono usciti Il Gattopardo e 8 1/2. Ecco, in quel momento ho capito che non ero più una giovane promessa ma che il mondo mi accoglieva come una sua “diva”…» Qual è il suo primo ricordo nel mondo del cinema? «In Tunisia. Davanti alla mia scuola quando René Vautier (un famoso regista e sceneggiatore francese; ndr) si è avvicinato e mi ha chiesto se poteva parlare a mio padre. Poco dopo avrei fatto la mia prima apparizione in un piccolo film, Les anneaux d’or. Ma in quel momento non pensavo assolutamente che sarebbe stato il mio destino». E l’ultimo set al quale ha partecipato? «Con la Fondazione Claudia Cardinale che ho fondato con mia figlia Claudia Squitieri. Abbiamo girato il cortometraggio Un Cardinale Donna di Manuel Maria Perrone. Era un ritratto poetico che mia figlia ha voluto fare di me. L’abbiamo girato nella nostra nuova casa a Nemours nel 2023. Il corto è stato presentato al MoMa di New York durante la retrospettiva di Cinecittà». Può descriverci la casa dove vive adesso? Come l’ha scelta? «È stata una scelta comune con mia figlia Claudia e mio figlio Patrick. Volevo restare in Francia ma ritrovare una vita più vicina alla natura, meno metropolitana. Quindi abbiamo deciso di trasferirci insieme a Nemours. La casa dove viviamo era un’ antica conceria sulla riva del fiume. In questo luogo oggi abbiamo creato un ristorante e dato spazio alla sede della Fondazione». Quali sono i suoi progetti artistici? «Attraverso la Fondazione Claudia Cardinale sosteniamo il percorso di artisti contemporanei nel mondo audio visivo ma non solo. Accogliamo artisti in residenza, facciamo delle mostre, collaboriamo con altre strutture. Oggi è mia figlia, insieme con la sua collaboratrice Perrine Gamot, che dirige la Fondazione, io assisto con gioia al movimento che si crea intorno a me e al quale collaboro volentieri. Abbiamo fatto delle foto con l’artista Marie Losier, ho prestato la mia voce per i progetti di giovani talenti come Friedreih Andreoni e Benedetta Fioravanti…» Ci racconterebbe una sua giornata tipo? C’è un hobby che le piace coltivare? «C’è sempre qualcosa da fare qui in casa. Con il ristorante, la Fondazione… Mi piace andare in giro, ascoltare musica…» LEGGI ANCHE L'attrice Claudia Cardinale è morta a 87 anni: viveva vicino a Parigi, i figli accanto a lei di Maurizio Porro Claudia Cardinale, la sua vita in un'intervista: «Dissi no a Brando e Delon. Su me e Chirac voci false. A Patrick avrei dovuto dire prima che era mio figlio, non mio fratello» di Aldo Cazzullo e Stefano Montefiori Claudia Cardinale, bellissima e inafferabile, non fu mai schiava di un solo personaggio di Paolo Mereghetti Le ultime ore di Claudia Cardinale a Nemours. La figlia: «Qui aveva ricreato la grande casa italiana in cui ha vissuto tutta la vita» di Stefano Montefiori Claudia Cardinale e Milano: addio alla «Ginetta», era l'ultima grande interprete di «Rocco e i suoi fratelli» di Maurizio Porro Perché tanto tempo fa ha scelto di vivere in Francia e non in Italia? «Chi lo sa… In fondo la mia prima lingua, e la mia prima cultura sono state quella francese, seppur attraverso la Tunisia. In Italia vivevo un po’ rinchiusa. Era difficile avere una vita normale. Fare la spesa, andare a passeggio. In Francia ho trovato un Paese amico in cui il rapporto con le persone pubbliche è un po’ più vivibile che in Italia. Almeno per me in quegli anni era così». Quale Paese ama di più? «La Tunisia. Lo ammetto. Amo la Francia, amo l’Italia ma la Tunisia resta per me il Paese del cuore». Che ricordo ne ha? «Tanti. Tutta la mia infanzia. Mi ricorda mia madre, mio padre, un tempo sospeso prima che la mia vita diventasse una corsa!» Lo sa che all’estero, quando si parla di Italia, accanto ai luoghi comuni sulla pizza c’è sempre qualcuno che cita il fascino delle donne, e quindi Claudia Cardinale? Come ha vissuto il ruolo di simbolo di un Paese? «Con piacere immenso. Sono molto onorata di fare parte della cultura (immensa) italiana». Vede spesso i suoi vecchi film? «Quando capita, magari in televisione, con piacere. Ancora meglio se capita al cinema». È vero che è stato Luchino Visconti a spingerla a cominciare a fumare? «Sì. Ma ora ho smesso! Ho fumato molto ma a 85 anni ho smesso. Meglio tardi che mai». Perché all’inizio della carriera la doppiavano? «Sicuramente non avevo una voce standard. Avevo una voce poco femminile per i modelli di quegli anni. In più non parlavo benissimo italiano all’inizio! In Tunisia si parlava un siciliano di casa… Ci ho messo un po’ a parlare bene. Non bisogna dimenticare poi che in quegli anni il doppiaggio in Italia era un’istituzione». Che ricordo ha di Marcello Mastroianni, che girò con lei Il bell’Antonio? «Che mi faceva la corte!» E del grande Alain Delon, da poco scomparso? Che rapporto avevate mentre giravate Il Gattopardo? «All’inizio un po’ scontroso. Poi quando ha capito che non sarei caduta tra le sue braccia siamo diventati amici e lo siamo rimasti fino alla fine. Ero stata invitata al suo funerale. Purtroppo, il dolore e la mia età non mi hanno dato la forza di andare». E Jean Paul Belmondo? «Con Belmondo ci divertivamo come bambini. Ci nascondevamo sotto ai tavoli alle cene noiose e ci buttavamo pezzi di pane». Saprebbe dire qual è stato il momento più felice della sua vita? «Per fortuna in una vita ce ne sono un paio! Ma sicuramente il momento in cui ho lasciato tutto e raggiunto Pasquale (Squitieri, ndr) a New York è stato un momento importante della mia vita». C’è un rimpianto, qualcosa che cambierebbe? «Sicuramente, ma preferisco non pensarci». Il suo più grande desiderio adesso? «Vivere serena in compagnia. E che la Fondazione Claudia Cardinale possa aiutare a realizzare opere che ci aiutino ad affrontare le sfide del nostro tempo». CHI È LA VITA Nata a Tunisi il 15 aprile 1938, quando la Tunisia era protettorato francese, da genitori lì natì ma di famiglie siciliane emigrate, Claudia Cardinale, primogenita di casa, ha una sorella e due fratelli. Madre a 20 anni di Patrick, nato dopo uno stupro, è stata moglie del produttore Franco Cristaldi fino al 1975 e poi sino al 1999 compagna del regista Pasquale Squitieri, con cui ha avuto una figlia, Claudia. Ha due nipoti, uno da ciascun figlio. LA CARRIERA Nella sua carriera lunga quasi 60 anni e cominciata nel 1958 con I soliti ignoti di Mario Monicelli, ha interpretato oltre 120 film. I PREMI Alla Mostra di Venezia ha vinto un Leone d’Oro alla carriera nel 1993 e un Premio Pasinetti come migliore attrice per Claretta nel 1984. Si è poi aggiudicata tre David di Donatello più uno alla carriera e quattro Nastri d’argento. Source: https://www.corriere.it/sette/25_settembre_24/ultima-intervista-claudia-cardinale-e4d64eac-acbc-4ea7-bb0f-a8b7d33e1xlk_amp.shtml
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  • "L'ARTE IN TEMPO DI GUERRA" Video dell'incontro di Sabato 20/09 – Tre giorni per la Pace

    "L’arte in tempo di guerra" è stata per noi una piccola grande sfida all’interno della Tre giorni per la Pace. Non è stato semplice, ma con impegno e condivisione siamo riusciti a portare nel cuore di questo palinsesto un momento di riflessione in cui l’arte e la cultura hanno trovato spazio accanto ai temi, purtroppo drammaticamente attuali, dei conflitti.

    Mantenendo l'umilta' abbiamo trascorso un’ora e mezza insieme a tre amici relatori che non sono solo artisti, ma anche attivisti , capaci di intrecciare esperienza personale, sensibilità e impegno civile. È stato un dialogo intenso, che ci ha ricordato come l’arte, persino nei momenti più bui, sappia diventare strumento di coscienza e di resistenza.

    Ringrazio di cuore chi ha partecipato e chi ci ha sostenuto: forse, proprio da incontri come questo, possono nascere i semi di una nuova riflessione collettiva, fondata su valori umanistici che oggi più che mai abbiamo il dovere di recuperare.

    Rivedi l’incontro qui:
    https://www.youtube.com/live/EXU8ikCaPgA?feature=shared

    #ArteInTempoDiGuerra #TreGiorniPerLaPace #ArteECultura #Attivismo #ValoriUmanistici #RiflessioneCollettiva
    🎨 "L'ARTE IN TEMPO DI GUERRA" ✨📅 Video dell'incontro di Sabato 20/09 – Tre giorni per la Pace 🕊️ "L’arte in tempo di guerra" è stata per noi una piccola grande sfida all’interno della Tre giorni per la Pace. Non è stato semplice, ma con impegno e condivisione siamo riusciti a portare nel cuore di questo palinsesto un momento di riflessione in cui l’arte e la cultura hanno trovato spazio accanto ai temi, purtroppo drammaticamente attuali, dei conflitti. Mantenendo l'umilta' abbiamo trascorso un’ora e mezza insieme a tre amici relatori che non sono solo artisti, ma anche attivisti 🎭✊, capaci di intrecciare esperienza personale, sensibilità e impegno civile. È stato un dialogo intenso, che ci ha ricordato come l’arte, persino nei momenti più bui, sappia diventare strumento di coscienza e di resistenza. 🙏 Ringrazio di cuore chi ha partecipato e chi ci ha sostenuto: forse, proprio da incontri come questo, possono nascere i semi di una nuova riflessione collettiva, fondata su valori umanistici che oggi più che mai abbiamo il dovere di recuperare. 🎥 Rivedi l’incontro qui: https://www.youtube.com/live/EXU8ikCaPgA?feature=shared #ArteInTempoDiGuerra #TreGiorniPerLaPace #ArteECultura #Attivismo #ValoriUmanistici #RiflessioneCollettiva
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  • È online e in distribuzione il nuovo numero de Il SUD Milano – Settembre 2025!

    Bentrovati/e! Dopo la pausa estiva torniamo a tenervi compagnia con la nostra informazione libera, partecipata e radicata nei quartieri del Sud Milano.

    In questo numero trovate:
    Approfondimenti e servizi sui fatti più rilevanti della zona
    Interviste esclusive e storie di impegno civile
    Cultura, teatro, musica e società
    Rubriche dedicate a serie TV, libri e lifestyle

    Buona lettura e buon inizio di anno scolastico e lavorativo, con l’augurio di tanti cambiamenti positivi!

    Disponibile da oggi 10/09 in versione cartacea.
    Scopri l’edizione digitale e scarica il numero di settembre in PDF

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    #ilsudmilano #Settembre2025 #Milano #cultura #territori #cronacalocale #attualità #rubriche #interviste #giornalismoindipendente #freepress #sudmilanoinforma
    📢 È online e in distribuzione il nuovo numero de Il SUD Milano – Settembre 2025! 📢 Bentrovati/e! 🌞 Dopo la pausa estiva torniamo a tenervi compagnia con la nostra informazione libera, partecipata e radicata nei quartieri del Sud Milano. 🗞️ 👉 In questo numero trovate: ✔️ Approfondimenti e servizi sui fatti più rilevanti della zona ✔️ Interviste esclusive e storie di impegno civile ✔️ Cultura, teatro, musica e società ✔️ Rubriche dedicate a serie TV, libri e lifestyle 📖 Buona lettura e buon inizio di anno scolastico e lavorativo, con l’augurio di tanti cambiamenti positivi! 📰 Disponibile da oggi 10/09 in versione cartacea. 💻 Scopri l’edizione digitale e scarica il numero di settembre in PDF 👉 https://share.google/nP8tITck3oqMOj2W3 🔗 Seguici anche su Facebook: facebook.com/ilSUDMilano #ilsudmilano #Settembre2025 #Milano #cultura #territori #cronacalocale #attualità #rubriche #interviste #giornalismoindipendente #freepress #sudmilanoinforma
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  • CARI " LIBERI TRA I VIVI", VOGLIO FARVI INIZIARE BENE IL NOSTRO ULTIMO WEEKEND DI AGOSTO CON QUESTA ULTERIORE INFORMAZIONE CHE CI FA CRESCERE SEMPRE DI PIU IN CONSAPEVOLEZZA, CONVINTI DI ESSERE DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA

    "SISTEMA ARABELLA": IL "BANCOMAT" DEI PROGRESSISTI GESTITO DA SOROS STA COLLASANDO

    Fiumi di miliardi: così Soros ingrassa le casse della sinistra
    Dal 2000 ad oggi il magnate nato a Budapest ha stanziato 21 miliardi di dollari tra partiti e lobby: il più grande bancomat per cause politiche al mondo

    CI sono "Assi di sinistra" che sono in procinto di saltare: per esempio Trump ha appena messo Soros sotto osservazione RICO cosi come, allo stesso tempo e modo, ha messo Gates& his foundations' system". COME HA FATTO???
    "Elementare whatson" direbbero i " fratelli maggiori inglesi": Arabella Advisors, il bancomat della sinistra, la fogna dei finanziamenti segreti dei Democratici, e' stata presa di mira dal MAGA ed ora sta collassando.
    Ma come funziona il "SISTEMA ARABELLA" e chi lo gestisce???
    Va premesso innanzitutto che ieri 28 agosto Trump ha detto pubblicamente in un'intervista dallo studio ovale della White House che "Soros e suo figlio Alex dovrebbero essere perseguiti ai sensi del RICO per il sostegno alle proteste violente e molto altro attuate in tutti gli Stati Uniti”: non ha usato mezzi termini continuando ad affermare che “Non permetteremo più a questi pazzi di fare a pezzi l'America” ed Elon Musk , per rincarare la dose lo ha immediatamente appoggiato dichiarando: “È ora di agire direttamente contro Soros”!!!!....PIU' LAPIDARI E CHIARI DI COSI, alla faccia della DIPLOMAZIA!!!!!
    Nel frattempo, il New York Times ha ammesso silenziosamente ciò che ha nascosto per anni scrivendo:" Arabella Advisors - l'enorme macchina di denaro oscuro che finanzia l'attivismo di sinistra - sta cadendo a pezzi". MA COSA FA ARABELLA?
    Arabella gestisce centinaia di fondi che finanziano le proteste per il clima, le iniziative elettorali, i gruppi per la giustizia razziale, le campagne di registrazione degli elettori , insomma l'intero “gioco di base” della sinistra.Cosa pero' non ha volutamente detto il Times?Che Arabella è legata alla famiglia Soros: per anni è stata la macchina del denaro ombra dietro le operazioni dei Democratici gestita direttamente dai Soros&friends
    Il generale Flynn aveva gia' lanciato l'allarme dal 2020 dichiarando:"Arabella e' l'hub in cui i soldi dei miliardari + i fondi dei contribuenti si fondevano per alimentare proteste ed elezioni anti sovranisti".
    Eccovi dunque come funzionava la pipeline?
    dollari dei contribuenti USAID → mega-fondazioni (come Gates) → Arabella Advisors → ONG democratiche, politici, rivolte e corruzzione dilagante in Usa ed in tutto il mondo, nessuno escluso.
    In parole povere: stavamo pagando la distruzione del "sistema sovranista" su cui fino a 40 anni fa si basavano (e si basano tuttora anche se sono state x ora bypassate da fonti legislative di "grado superiore" come dice l'elite) la maggiorparte delle CARTE COSTITUZIONALI DEI PAESI DEMOCRATICI DEL 1900.
    Ritornando ad Arabella si puo' dire con certezza che
    nell'ultimo decennio Arabella ha fatto "incetta" di burocrati dell'USAID, offrendo loro posti di lavoro privilegiati nella sua rete di “organizzazioni non profit” dai nomi blandi, cosi come grandi donatori come la Fondazione Gates hanno ottenuto grasse sovvenzioni dall'USAID. In effetti, l'USAID inviava loro denaro dei contribuenti, che passavano ad Arabella, che poi lo incanalava nell’attivismo progressista antisovranista.
    Trump, tra le prime cose che ha fatto, ha chiuso il rubinetto dell'USAID: ed ora per mantenere a galla Arabella, Gates deve attingere ai fondi della sua fondazione di cui nel contempo gli investigatori del DOGE stanno tracciando ogni singolo dollaro grazie anche al Qfs.
    Non c'è quindi da sorprendersi se Gates&c. si stanno tirando fuori da Arabella, nascondendosi dietro una linea di pubbliche relazioni secondo cui si trattava “solo di una decisione commerciale”. Traduzione: sono nel panico!!!!

    Non era solo una questione di ottica, Arabella era l'ancora di salvezza della sinistra, il loro bancomat!!!!Senza di essa, i Democratici perdono la loro macchina ombra e cosi pure la raccolta di denaro anonimo dei megadonatori che manteneva in funzione le loro operazioni sul campo.
    I repubblicani hanno ancora WinRed e i donatori di base. I Democratici? La loro fogna di denaro oscuro è stata tappata.
    Le conseguenze sono enormi: I gruppi finanziati da Arabella che hanno favorito l'affluenza alle urne dei Democratici devono ora ridimensionarsi: questo si ripercuote sugli Stati in bilico nel 2026 e 2028, dove le operazioni sul margine di errore decidono le elezioni.
    E la parte migliore: I democratici non possono piangere senza ammettere la verità: che il loro “impegno civico” è stato alimentato dal denaro oscuro di miliardari e contribuenti.
    Ed anche a livello globale la pressione sta aumentando: per esempio Il premier ungherese Orbán ha già giurato di espellere i gruppi sostenuti da Soros, definendoli “corruzione”. Ora Trump sta segnalando la stessa cosa in patria.
    Le indagini lo confermano: I gruppi legati ad Arabella hanno inscenato rivolte anti-ICE, hanno ricevuto milioni di sovvenzioni e si sono persino messi in fila per ottenere 2 miliardi di dollari di fondi EPA per il clima: una vera e propria macchina di protesta anti sovranista finanziata dai contribuenti.
    Morale della favola: Soros + Arabella non era filantropia ma PURO RACKET!!!!.
    La palude progressista è ormai nel panico: i patrioti vincono!!!

    https://www.ilgiornale.it/news/interni/soros-e-investimenti-sinistra-27-miliardi-solo-nel-2021-2106853.html
    CARI " LIBERI TRA I VIVI", VOGLIO FARVI INIZIARE BENE IL NOSTRO ULTIMO WEEKEND DI AGOSTO CON QUESTA ULTERIORE INFORMAZIONE CHE CI FA CRESCERE SEMPRE DI PIU IN CONSAPEVOLEZZA, CONVINTI DI ESSERE DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA💪🇮🇹😜 🖤🔥"SISTEMA ARABELLA": IL "BANCOMAT" DEI PROGRESSISTI GESTITO DA SOROS STA COLLASANDO🙈😱 Fiumi di miliardi: così Soros ingrassa le casse della sinistra Dal 2000 ad oggi il magnate nato a Budapest ha stanziato 21 miliardi di dollari tra partiti e lobby: il più grande bancomat per cause politiche al mondo CI sono "Assi di sinistra" che sono in procinto di saltare: per esempio Trump ha appena messo Soros sotto osservazione RICO cosi come, allo stesso tempo e modo, ha messo Gates& his foundations' system". COME HA FATTO??? "Elementare whatson" direbbero i " fratelli maggiori inglesi": Arabella Advisors, il bancomat della sinistra, la fogna dei finanziamenti segreti dei Democratici, e' stata presa di mira dal MAGA ed ora sta collassando. Ma come funziona il "SISTEMA ARABELLA" e chi lo gestisce??? Va premesso innanzitutto che ieri 28 agosto Trump ha detto pubblicamente in un'intervista dallo studio ovale della White House che "Soros e suo figlio Alex dovrebbero essere perseguiti ai sensi del RICO per il sostegno alle proteste violente e molto altro attuate in tutti gli Stati Uniti”: non ha usato mezzi termini continuando ad affermare che “Non permetteremo più a questi pazzi di fare a pezzi l'America” ed Elon Musk , per rincarare la dose lo ha immediatamente appoggiato dichiarando: “È ora di agire direttamente contro Soros”!!!!....PIU' LAPIDARI E CHIARI DI COSI, alla faccia della DIPLOMAZIA!!!!! Nel frattempo, il New York Times ha ammesso silenziosamente ciò che ha nascosto per anni scrivendo:" Arabella Advisors - l'enorme macchina di denaro oscuro che finanzia l'attivismo di sinistra - sta cadendo a pezzi". MA COSA FA ARABELLA? Arabella gestisce centinaia di fondi che finanziano le proteste per il clima, le iniziative elettorali, i gruppi per la giustizia razziale, le campagne di registrazione degli elettori , insomma l'intero “gioco di base” della sinistra.Cosa pero' non ha volutamente detto il Times?Che Arabella è legata alla famiglia Soros: per anni è stata la macchina del denaro ombra dietro le operazioni dei Democratici gestita direttamente dai Soros&friends Il generale Flynn aveva gia' lanciato l'allarme dal 2020 dichiarando:"Arabella e' l'hub in cui i soldi dei miliardari + i fondi dei contribuenti si fondevano per alimentare proteste ed elezioni anti sovranisti". Eccovi dunque come funzionava la pipeline? 👉 dollari dei contribuenti USAID → mega-fondazioni (come Gates) → Arabella Advisors → ONG democratiche, politici, rivolte e corruzzione dilagante in Usa ed in tutto il mondo, nessuno escluso. In parole povere: stavamo pagando la distruzione del "sistema sovranista" su cui fino a 40 anni fa si basavano (e si basano tuttora anche se sono state x ora bypassate da fonti legislative di "grado superiore" come dice l'elite) la maggiorparte delle CARTE COSTITUZIONALI DEI PAESI DEMOCRATICI DEL 1900. Ritornando ad Arabella si puo' dire con certezza che nell'ultimo decennio Arabella ha fatto "incetta" di burocrati dell'USAID, offrendo loro posti di lavoro privilegiati nella sua rete di “organizzazioni non profit” dai nomi blandi, cosi come grandi donatori come la Fondazione Gates hanno ottenuto grasse sovvenzioni dall'USAID. In effetti, l'USAID inviava loro denaro dei contribuenti, che passavano ad Arabella, che poi lo incanalava nell’attivismo progressista antisovranista. Trump, tra le prime cose che ha fatto, ha chiuso il rubinetto dell'USAID: ed ora per mantenere a galla Arabella, Gates deve attingere ai fondi della sua fondazione di cui nel contempo gli investigatori del DOGE stanno tracciando ogni singolo dollaro grazie anche al Qfs. Non c'è quindi da sorprendersi se Gates&c. si stanno tirando fuori da Arabella, nascondendosi dietro una linea di pubbliche relazioni secondo cui si trattava “solo di una decisione commerciale”. Traduzione: sono nel panico!!!! Non era solo una questione di ottica, Arabella era l'ancora di salvezza della sinistra, il loro bancomat!!!!Senza di essa, i Democratici perdono la loro macchina ombra e cosi pure la raccolta di denaro anonimo dei megadonatori che manteneva in funzione le loro operazioni sul campo. I repubblicani hanno ancora WinRed e i donatori di base. I Democratici? La loro fogna di denaro oscuro è stata tappata. Le conseguenze sono enormi: I gruppi finanziati da Arabella che hanno favorito l'affluenza alle urne dei Democratici devono ora ridimensionarsi: questo si ripercuote sugli Stati in bilico nel 2026 e 2028, dove le operazioni sul margine di errore decidono le elezioni. E la parte migliore: I democratici non possono piangere senza ammettere la verità: che il loro “impegno civico” è stato alimentato dal denaro oscuro di miliardari e contribuenti. Ed anche a livello globale la pressione sta aumentando: per esempio Il premier ungherese Orbán ha già giurato di espellere i gruppi sostenuti da Soros, definendoli “corruzione”. Ora Trump sta segnalando la stessa cosa in patria. Le indagini lo confermano: I gruppi legati ad Arabella hanno inscenato rivolte anti-ICE, hanno ricevuto milioni di sovvenzioni e si sono persino messi in fila per ottenere 2 miliardi di dollari di fondi EPA per il clima: una vera e propria macchina di protesta anti sovranista finanziata dai contribuenti. Morale della favola: Soros + Arabella non era filantropia ma PURO RACKET!!!!. La palude progressista è ormai nel panico: i patrioti vincono❤️🇺🇸!!! https://www.ilgiornale.it/news/interni/soros-e-investimenti-sinistra-27-miliardi-solo-nel-2021-2106853.html
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