• AMNESIA A PROCESSO BALANZONI: ANELLI FA AUTOGOL ALLA DOMANDA SUI VACCINI | Con Frajese e Contri
    Filippo #Anelli non ricorda di preciso il motivo giuridico per cui ha querelato la dott.ssa Barbara #Balanzoni.
    E' un risvolto quantomai particolare quello che l'avv. Mauro Sandri ha promesso in queste ore di rendere pubblico non appena sarà possibile avere i verbali della seduta.

    La prima udienza si è svolta nei giorni scorsi. La dottoressa bolognese è stata radiata dall’Ordine dei medici di Venezia nel 2022 per le sue posizioni sulla gestione della pandemia da Covid. La Balanzoni è ora imputata per diffamazione e minacce a seguito di una querela sporta nel marzo 2022 da Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei medici di Bari e della Fnomceo (Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri).
    Durante l’udienza, tenutasi davanti al giudice Fabio Cosentino, Anelli ha testimoniato in merito a due video pubblicati dalla Balanzoni su YouTube a gennaio e febbraio 2022, successivamente oscurati.
    Anelli ha dichiarato di aver provato un profondo disagio a causa di questi video e di essere stato costretto a cambiare abitudini e a richiedere l’intervento della polizia "per il clima di odio contro gli Ordini che si era scatenato" in quel periodo.

    La difesa dell’imputata sostiene che Anelli non avrebbe fornito “chiare precisazioni su quali sarebbero le frasi diffamatorie e minacciose che gli sarebbero state rivolte” e che la Fnomceo avrebbe agito in violazione di legge, mentre la Balanzoni avrebbe semplicemente esercitato il suo diritto di critica.

    Un autogol, secondo Sandri

    E in effetti, secondo le ricostruzioni di Sandri, nemmeno Anelli avrebbe saputo far cenno alla legge secondo cui ha querelato Balanzoni: "Quest'ultimo ha rilasciato dichiarazioni quanto meno opinabili affermando di 'avere eseguito la legge', ma al contempo non ha saputo rispondere alla domanda di quale fosse il contenuto della legge alla quale ritiene di avere adempiuto... Dopo avere detto di essersi sentito minacciato tanto da dover ricorrere a "protezioni", ha ripetutamente affermato di non ricordare i fatti specifici che ha posto a fondamento della sua denuncia. Un comportamento tra il reticente ed il surreale". E' solo l'inizio di una controffensiva di legalità che travolgerà i falsari della pandemia".

    La dottoressa ha commentato: “Era giunto il momento di affrontare questa cosa per chiarire a livello giudiziario. Io ho dovuto perdere la mia vita, il mio lavoro (sono stata sospesa, radiata e ho perso la copertura assicurativa) e ho dovuto cambiare città e regione”.
    In aula il presidente dell’ordine dei medici "ha continuato a dire che a lui interessava una sola cosa, cioè che i medici avessero il certificato vaccinale a posto, cioè lui era un esecutore della legge", riporta Balanzoni.
    "A un certo punto Sandri ha chiesto: quali erano questi vaccini autorizzati? E lui ha detto, non mi interessava quale fosse il vaccino autorizzato, cioè fatene uno, fatene un altro, cioè tu dovevi avere il vaccino o non potevi esercitare, e perché quello era un requisito di legge a cui io dovevo temperare per il ruolo istituzionale".
    La prossima udienza del processo è fissata per il 28 maggio 2025.

    https://www.youtube.com/watch?v=uD1PKT7O8GA
    AMNESIA A PROCESSO BALANZONI: ANELLI FA AUTOGOL ALLA DOMANDA SUI VACCINI | Con Frajese e Contri Filippo #Anelli non ricorda di preciso il motivo giuridico per cui ha querelato la dott.ssa Barbara #Balanzoni. E' un risvolto quantomai particolare quello che l'avv. Mauro Sandri ha promesso in queste ore di rendere pubblico non appena sarà possibile avere i verbali della seduta. La prima udienza si è svolta nei giorni scorsi. La dottoressa bolognese è stata radiata dall’Ordine dei medici di Venezia nel 2022 per le sue posizioni sulla gestione della pandemia da Covid. La Balanzoni è ora imputata per diffamazione e minacce a seguito di una querela sporta nel marzo 2022 da Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei medici di Bari e della Fnomceo (Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri). Durante l’udienza, tenutasi davanti al giudice Fabio Cosentino, Anelli ha testimoniato in merito a due video pubblicati dalla Balanzoni su YouTube a gennaio e febbraio 2022, successivamente oscurati. Anelli ha dichiarato di aver provato un profondo disagio a causa di questi video e di essere stato costretto a cambiare abitudini e a richiedere l’intervento della polizia "per il clima di odio contro gli Ordini che si era scatenato" in quel periodo. La difesa dell’imputata sostiene che Anelli non avrebbe fornito “chiare precisazioni su quali sarebbero le frasi diffamatorie e minacciose che gli sarebbero state rivolte” e che la Fnomceo avrebbe agito in violazione di legge, mentre la Balanzoni avrebbe semplicemente esercitato il suo diritto di critica. Un autogol, secondo Sandri E in effetti, secondo le ricostruzioni di Sandri, nemmeno Anelli avrebbe saputo far cenno alla legge secondo cui ha querelato Balanzoni: "Quest'ultimo ha rilasciato dichiarazioni quanto meno opinabili affermando di 'avere eseguito la legge', ma al contempo non ha saputo rispondere alla domanda di quale fosse il contenuto della legge alla quale ritiene di avere adempiuto... Dopo avere detto di essersi sentito minacciato tanto da dover ricorrere a "protezioni", ha ripetutamente affermato di non ricordare i fatti specifici che ha posto a fondamento della sua denuncia. Un comportamento tra il reticente ed il surreale". E' solo l'inizio di una controffensiva di legalità che travolgerà i falsari della pandemia". La dottoressa ha commentato: “Era giunto il momento di affrontare questa cosa per chiarire a livello giudiziario. Io ho dovuto perdere la mia vita, il mio lavoro (sono stata sospesa, radiata e ho perso la copertura assicurativa) e ho dovuto cambiare città e regione”. In aula il presidente dell’ordine dei medici "ha continuato a dire che a lui interessava una sola cosa, cioè che i medici avessero il certificato vaccinale a posto, cioè lui era un esecutore della legge", riporta Balanzoni. "A un certo punto Sandri ha chiesto: quali erano questi vaccini autorizzati? E lui ha detto, non mi interessava quale fosse il vaccino autorizzato, cioè fatene uno, fatene un altro, cioè tu dovevi avere il vaccino o non potevi esercitare, e perché quello era un requisito di legge a cui io dovevo temperare per il ruolo istituzionale". La prossima udienza del processo è fissata per il 28 maggio 2025. https://www.youtube.com/watch?v=uD1PKT7O8GA
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  • Solo per ricordare che questo essere è ancora a piede libero insieme all'avvocato del popolo e insieme a Mario Draghi.
    Nel mentre le persone continuano a morire come niente fosse.

    PRETENDIAMO GIUSTIZIA!ABBIAMO SUPERATO 12.000 FIRME e PUNTIAMO alle 100.000!
    MASSIMA CONDIVISIONE.SPERANZA e MAGRINI, ministro e presidente AIFA al tempo dei fatti INDAGATI PER OMICIDIO DAL TRIBUNALE DI ROMA per la gestione della pandemia.
    Come CITTADINI ITALIANI PRETENDIAMO CHE SIA FATTA GIUSTIZIA!

    FIRMIAMO LA PETIZIONE qui: https://scenario.press/petition e leggete tutti i commenti dei firmatari:

    La giustizia sia uguale per tutti. Lo dobbiamo a chi sta male, a chi soffre e ai tanti morti gettati come spazzatura in un sacco nero.
    Non si può dimenticare la perdita di libertà, dignità e umanità finchè non sarà ristabilita la verità.

    Dacci una mano a far girare questa petizione che abbiamo messo online dopo che le principali piattaforme di petizioni ci hanno bloccato. Grazie.

    Se non l'hai già fatto iscriviti a www.scenario.press - libera espressione - il Social contro la censura delle grosse multinazionali e contro il silenzio dei mass-media del main-stream. Non c'è democrazia senza libertà di informazione.

    Se vuoi sostenere Scenario.press - libera espressione - puoi andare alla pagina: https://www.scenario.press/static/donations - L'informazione libera non ha prezzo.
    Solo per ricordare che questo essere è ancora a piede libero insieme all'avvocato del popolo e insieme a Mario Draghi. Nel mentre le persone continuano a morire come niente fosse. PRETENDIAMO GIUSTIZIA!ABBIAMO SUPERATO 12.000 FIRME e PUNTIAMO alle 100.000! MASSIMA CONDIVISIONE.SPERANZA e MAGRINI, ministro e presidente AIFA al tempo dei fatti INDAGATI PER OMICIDIO DAL TRIBUNALE DI ROMA per la gestione della pandemia. Come CITTADINI ITALIANI PRETENDIAMO CHE SIA FATTA GIUSTIZIA! FIRMIAMO LA PETIZIONE qui: https://scenario.press/petition e leggete tutti i commenti dei firmatari: La giustizia sia uguale per tutti. Lo dobbiamo a chi sta male, a chi soffre e ai tanti morti gettati come spazzatura in un sacco nero. Non si può dimenticare la perdita di libertà, dignità e umanità finchè non sarà ristabilita la verità. Dacci una mano a far girare questa petizione che abbiamo messo online dopo che le principali piattaforme di petizioni ci hanno bloccato. Grazie. Se non l'hai già fatto iscriviti a www.scenario.press - libera espressione - il Social contro la censura delle grosse multinazionali e contro il silenzio dei mass-media del main-stream. Non c'è democrazia senza libertà di informazione. Se vuoi sostenere Scenario.press - libera espressione - puoi andare alla pagina: https://www.scenario.press/static/donations - L'informazione libera non ha prezzo.
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  • “Morti improvvise più che raddoppiate dopo l’inizio della campagna di vaccinazione di massa della popolazione per il Covid“. Questa la sintesi di un dossier sconcertante pubblicato in Germania e che, ancora una volta, invita a riflettere sulle conseguenze delle azioni portate avanti dai governi durante la pandemia. Il grafico, proveniente dall‘Associazione dei medici assicurativi (KBV), è stato riportato dal Giornale d’Italia ed è al centro, in questi giorni, di un accesissimo dibattito politico, visto che il parlamentare tedesco Martin Sichert e l’analista di dati Tom Lausen ne hanno chiesto la pubblicazione.

    Dai dati, basati sui registri assicurativi di 72 milioni di tedeschi, sembra evidente un aumento abbastanza drammatico delle morti improvvise. La ricerca ha sottolineato come i decessi sarebbero più che raddoppiato da quando il vaccino è stato introdotto, passando da circa 6.000 a trimestre a 14.000 attualmente.

    https://www.dcnews.it/2024/02/12/morti-improvvise-piu-che-raddoppiate-a-dirlo-ora-e-la-scienza-il-grafico-choc-diffuso-dallassociazione-dei-medici-assicurativi-tedeschi/
    “Morti improvvise più che raddoppiate dopo l’inizio della campagna di vaccinazione di massa della popolazione per il Covid“. Questa la sintesi di un dossier sconcertante pubblicato in Germania e che, ancora una volta, invita a riflettere sulle conseguenze delle azioni portate avanti dai governi durante la pandemia. Il grafico, proveniente dall‘Associazione dei medici assicurativi (KBV), è stato riportato dal Giornale d’Italia ed è al centro, in questi giorni, di un accesissimo dibattito politico, visto che il parlamentare tedesco Martin Sichert e l’analista di dati Tom Lausen ne hanno chiesto la pubblicazione. Dai dati, basati sui registri assicurativi di 72 milioni di tedeschi, sembra evidente un aumento abbastanza drammatico delle morti improvvise. La ricerca ha sottolineato come i decessi sarebbero più che raddoppiato da quando il vaccino è stato introdotto, passando da circa 6.000 a trimestre a 14.000 attualmente. https://www.dcnews.it/2024/02/12/morti-improvvise-piu-che-raddoppiate-a-dirlo-ora-e-la-scienza-il-grafico-choc-diffuso-dallassociazione-dei-medici-assicurativi-tedeschi/
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  • “INVISIBILI”, IL LIBRO - LA MIA INTERVISTA A ANDREA SILLO E PAOLA DALLE RIVE! MASSIMA CONDIVISIONE!

    Questo è l’estratto della prima di una serie di interviste che realizzerò coi protagonisti del mio libro "Invisibili - storie di straordinaria resistenza”, un’esperienza nata per caso, perché mi sono arrivate storie emozionanti di persone che hanno reagito coraggiosamente alle coercizioni imposte durante la pandemia: storie di medici, avvocati, insegnanti, attivisti e danneggiati dai sieri anticovid.

    Testimonianze preziose di un periodo, raccontato in modo fuorviante dai media mainstream, che non può e non deve essere dimenticato.
    Il prof. Giovanni Frajese con la sua sensibilità mi ha gentilmente scritto la prefazione.

    Potete ordinarlo in libreria, sulle principali piattaforme on-line, sul mio sito o su quello di Arca Edizioni.
    https://paolocassina.it/
    https://arca-edizioni.it/

    LINK ALL’INTERVISTA INTEGRALE:
    https://rumble.com/v6v0p6d-invisibili-il-libro-paolo-cassina-intervista-andrea-sillo-e-paola-dalle-riv.html
    “INVISIBILI”, IL LIBRO - LA MIA INTERVISTA A ANDREA SILLO E PAOLA DALLE RIVE! ⬆️⬆️⬆️ MASSIMA CONDIVISIONE! Questo è l’estratto della prima di una serie di interviste che realizzerò coi protagonisti del mio libro "Invisibili - storie di straordinaria resistenza”, un’esperienza nata per caso, perché mi sono arrivate storie emozionanti di persone che hanno reagito coraggiosamente alle coercizioni imposte durante la pandemia: storie di medici, avvocati, insegnanti, attivisti e danneggiati dai sieri anticovid. Testimonianze preziose di un periodo, raccontato in modo fuorviante dai media mainstream, che non può e non deve essere dimenticato. Il prof. Giovanni Frajese con la sua sensibilità mi ha gentilmente scritto la prefazione. Potete ordinarlo in libreria, sulle principali piattaforme on-line, sul mio sito o su quello di Arca Edizioni. https://paolocassina.it/ https://arca-edizioni.it/ LINK ALL’INTERVISTA INTEGRALE: https://rumble.com/v6v0p6d-invisibili-il-libro-paolo-cassina-intervista-andrea-sillo-e-paola-dalle-riv.html
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  • Concerti annullati? Era già tutto previsto, si è tirata troppo la corda

    L’avevamo scritto qualche settimana fa, dicendo che i concerti, in Italia, costano troppo e i soldi degli spettatori non sono infiniti – anzi, il potere d’acquisto si sta erodendo. Per carità, ci sono motivi (relativamente) legittimi dietro l’incremento dei prezzi: una grande attenzione per la musica dal vivo, sulla scia delle riaperture post-pandemia, con i live mai così affollati; i cachet degli artisti, più o meno esorbitanti perché, con la crisi del mercato e gli streaming che pagano poco, quello resta il loro unico modo per monetizzare davvero; e l’allestimento, di conseguenza, di show sempre più all’avanguardia, per il solo fatto che un prezzario alto ha bisogno – si spera, non è sempre così – di eventi all’altezza, che quindi coinvolgono professionisti di alto livello in tutti i settori (e che spesso vanno pagati prima, ecco perché gli stadi hanno le agende piene già per il 2026). Eppure, lo ripetiamo, i costi sono spesso eccessivi.

    --
    Concerti annullati? Era già tutto previsto, si è tirata troppo la corda
    https://www.today.it/vision/musica/concerti-annullati-editoriale.html
    © Today


    https://www.today.it/vision/musica/concerti-annullati-editoriale.html?utm_source=firefox-newtab-it-it
    Concerti annullati? Era già tutto previsto, si è tirata troppo la corda L’avevamo scritto qualche settimana fa, dicendo che i concerti, in Italia, costano troppo e i soldi degli spettatori non sono infiniti – anzi, il potere d’acquisto si sta erodendo. Per carità, ci sono motivi (relativamente) legittimi dietro l’incremento dei prezzi: una grande attenzione per la musica dal vivo, sulla scia delle riaperture post-pandemia, con i live mai così affollati; i cachet degli artisti, più o meno esorbitanti perché, con la crisi del mercato e gli streaming che pagano poco, quello resta il loro unico modo per monetizzare davvero; e l’allestimento, di conseguenza, di show sempre più all’avanguardia, per il solo fatto che un prezzario alto ha bisogno – si spera, non è sempre così – di eventi all’altezza, che quindi coinvolgono professionisti di alto livello in tutti i settori (e che spesso vanno pagati prima, ecco perché gli stadi hanno le agende piene già per il 2026). Eppure, lo ripetiamo, i costi sono spesso eccessivi. -- Concerti annullati? Era già tutto previsto, si è tirata troppo la corda https://www.today.it/vision/musica/concerti-annullati-editoriale.html © Today https://www.today.it/vision/musica/concerti-annullati-editoriale.html?utm_source=firefox-newtab-it-it
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    Concerti annullati? Era già tutto previsto, si è tirata troppo la corda
    In tanti, oltre a Bresh e Rkomi, stanno cancellando o riprogrammando il loro tour per scarse prevendite. La bolla del live sta per esplodere
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  • Robert Redfield ha svelato di aver ricevuto minacce di morte.
    Si tratta dell'ex direttore dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), vale a dire il sistema sanitario statunitense.

    Chi lo ha minacciato di morte? La mafia? I cartelli della droga?
    No: i colleghi scienziati, dopo che Robert Redfield ha dichiarato pubblicamente di ritenere plausibile la teoria del virus chimerico e della sua possibile fuga da un laboratorio.

    Pensate che clima di libertà e indipendenza vigeva tra gli esperti durante la pandemia Covid, se un ex funzionario pubblico di un organismo apicale degli Stati Uniti è stato minacciato di morte per aver detto alla Cnn: "Sono convinto che l'eziologia più probabile di questo patogeno a Wuhan provenga da un laboratorio".

    Successivamente la sua "casella di posta elettronica è stata intasata da minacce feroci. Non solo da parte di sconosciuti ma anche di eminenti scienziati, tra cui dei miei amici. Uno di loro mi disse che sarei dovuto sparire e morire. Questo solo perché ho proposto un'ipotesi diversa. Me lo sarei aspettato dalla politica, non dalla scienza", ha chiosato Robert Redfield.

    Link alla puntata completa:
    https://youtu.be/pIInHvUVBC4?feature=shared
    Robert Redfield ha svelato di aver ricevuto minacce di morte. Si tratta dell'ex direttore dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), vale a dire il sistema sanitario statunitense. Chi lo ha minacciato di morte? La mafia? I cartelli della droga? No: i colleghi scienziati, dopo che Robert Redfield ha dichiarato pubblicamente di ritenere plausibile la teoria del virus chimerico e della sua possibile fuga da un laboratorio. Pensate che clima di libertà e indipendenza vigeva tra gli esperti durante la pandemia Covid, se un ex funzionario pubblico di un organismo apicale degli Stati Uniti è stato minacciato di morte per aver detto alla Cnn: "Sono convinto che l'eziologia più probabile di questo patogeno a Wuhan provenga da un laboratorio". Successivamente la sua "casella di posta elettronica è stata intasata da minacce feroci. Non solo da parte di sconosciuti ma anche di eminenti scienziati, tra cui dei miei amici. Uno di loro mi disse che sarei dovuto sparire e morire. Questo solo perché ho proposto un'ipotesi diversa. Me lo sarei aspettato dalla politica, non dalla scienza", ha chiosato Robert Redfield. Link alla puntata completa: https://youtu.be/pIInHvUVBC4?feature=shared
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  • BASTARDI ASSASSINI!
    Plenaria di Bruxelles

    La maggioranza vota NO ad una commissione che faccia chiarezza sugli SMS che la VDL ed il CEO di Pfizer si mandavano durante la pandemia

    No comment

    Brussels Plenary

    Majority votes NO to a commission that sheds light on the text messages that VDL and the CEO of Pfizer sent each other during the pandemic

    No comment

    https://x.com/LaPiera7/status/1925427805849837975?t=oD70TzJifxPhiNXlqxM6vw&s=19
    BASTARDI ASSASSINI! Plenaria di Bruxelles La maggioranza vota NO ad una commissione che faccia chiarezza sugli SMS che la VDL ed il CEO di Pfizer si mandavano durante la pandemia No comment Brussels Plenary Majority votes NO to a commission that sheds light on the text messages that VDL and the CEO of Pfizer sent each other during the pandemic No comment https://x.com/LaPiera7/status/1925427805849837975?t=oD70TzJifxPhiNXlqxM6vw&s=19
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  • Vi racconto una storiella.
    Una decina d’anni fa la Puglia è stata colpita da una emergenza gravissima, una specie di “pandemia” degli ulivi. Per contenere la diffusione, la migliore soluzione trovata dagli scienziati e dalla politica fu ordinare l’abbattimento non solo di tutti gli alberi infetti ma - in più di qualche caso - anche di quelli perfettamente sani così come previsto dai regolamenti Ue.
    Furono abbattuti migliaia di ulivi, tra cui centinaia di esemplari secolari e monumentali, estirpando un patrimonio millenario e trasformando il panorama (soprattutto del basso Salento) in un deserto post atomico. Alcuni (tra agronomi, contadini con esperienza di mezzo secolo e semplici cittadini) si opposero strenuamente a questa bestialità ma furono derisi e tacciati di antiscientismo.
    Ieri è uscita questa notizia: gli ulivi sono guariti spontaneamente. Hanno cioè sviluppato una resistenza naturale alla xylella imparando a convivere col batterio e sono rinati producendo olive di una qualità addirittura migliore di quella di prima. Ogni riferimento ad altri e più recenti eventi è puramente casuale.

    Source: https://x.com/Antonio_DiSiena/status/1925088383514165395
    Vi racconto una storiella. Una decina d’anni fa la Puglia è stata colpita da una emergenza gravissima, una specie di “pandemia” degli ulivi. Per contenere la diffusione, la migliore soluzione trovata dagli scienziati e dalla politica fu ordinare l’abbattimento non solo di tutti gli alberi infetti ma - in più di qualche caso - anche di quelli perfettamente sani così come previsto dai regolamenti Ue. Furono abbattuti migliaia di ulivi, tra cui centinaia di esemplari secolari e monumentali, estirpando un patrimonio millenario e trasformando il panorama (soprattutto del basso Salento) in un deserto post atomico. Alcuni (tra agronomi, contadini con esperienza di mezzo secolo e semplici cittadini) si opposero strenuamente a questa bestialità ma furono derisi e tacciati di antiscientismo. Ieri è uscita questa notizia: gli ulivi sono guariti spontaneamente. Hanno cioè sviluppato una resistenza naturale alla xylella imparando a convivere col batterio e sono rinati producendo olive di una qualità addirittura migliore di quella di prima. Ogni riferimento ad altri e più recenti eventi è puramente casuale. Source: https://x.com/Antonio_DiSiena/status/1925088383514165395
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  • COSTEI deve DIMETTERSI IMMEDIATAMENTE. SENZA se e SENZA MA e DEVE ESSERE INDAGATA.
    Vaccini, la Corte Ue boccia von der Leyen sul Pfizergate: "Illegittimo vietare l'accesso dei giornalisti agli sms con l'ad dell'azienda" - Il Fatto Quotidiano
    La Commissione Ue aveva negato l'accesso ai messaggi tra la presidente e l'ad di Pfizer Albert Bourla alla reporter americana che seguiva il caso...

    Impedire ai giornalisti di accedere ai messaggi di testo tra Ursula von der Leyen e l’ad di Pfizer, Albert Bourla, nell’ambito dello scandalo Pfizergate scoppiato durante la pandemia di Covid-19, fu un atto illegittimo da parte della Commissione europea. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia Ue nella decisione presa nella mattinata del 14 maggio sostenendo che la richiesta della reporter del New York Times Matina Stevis-Gridneff, che voleva accedere agli sms scambiati tra von der Leyen e Bourla tra il 1 gennaio 2021 e l’11 maggio 2022, era fondata sul regolamento relativo all’accesso ai documenti. L’intento della reporter era quello di indagare sulle accuse di scarsa trasparenza nelle contrattazioni per la fornitura di un’enorme quantità di dosi vaccinali da parte dell’Europa. Palazzo Berlaymont respinse però la richiesta del quotidiano americano sostenendo di non essere in possesso dei documenti oggetto della domanda. Adeso, però, il quotidiano americano potrà avanzare una nuova richiesta di accesso agli atti: “In tal caso, la Commissione potrà ancora negare l’accesso, ma dovrà motivare il diniego in modo molto più chiaro, solido e coerente, tenendo conto delle indicazioni fornite dal Tribunale che ora costituiscono un riferimento giuridico”.

    Nelle motivazioni il Tribunale ricorda che il regolamento mira a dare la massima attuazione al diritto di accesso del pubblico ai documenti in possesso delle istituzioni: in linea di principio, tutti i documenti dovrebbero quindi essere accessibili. Tuttavia, quando un’istituzione afferma che uno specifico file non esiste o di non esserne in possesso si presume che la dichiarazione sia veritiera. Presunzione che può però essere superata sulla base di elementi pertinenti e concordanti forniti dal richiedente. Il Tribunale, ad esempio, osserva che le risposte fornite dalla Commissione nel corso dell’intero procedimento si basano o su ipotesi oppure su “informazioni mutevoli o imprecise. Per contro, la sig.ra Stevis e il New York Times hanno presentato elementi pertinenti e concordanti che descrivono l’esistenza di scambi, in particolare sotto forma di messaggi di testo, tra la presidente della Commissione e l’amministratore delegato di Pfizer nell’ambito dell’acquisto, da parte della Commissione, di vaccini presso tale società durante la pandemia di Covid-19. Essi sono quindi riusciti a superare la presunzione di inesistenza e di non possesso dei documenti richiesti”, si legge.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/14/vaccini-il-tribunale-ue-boccia-von-der-leyen-sul-pfizergate-illegittimo-vietare-laccesso-agli-atti-al-nyt/7987176/
    COSTEI deve DIMETTERSI IMMEDIATAMENTE. SENZA se e SENZA MA e DEVE ESSERE INDAGATA. Vaccini, la Corte Ue boccia von der Leyen sul Pfizergate: "Illegittimo vietare l'accesso dei giornalisti agli sms con l'ad dell'azienda" - Il Fatto Quotidiano La Commissione Ue aveva negato l'accesso ai messaggi tra la presidente e l'ad di Pfizer Albert Bourla alla reporter americana che seguiva il caso... Impedire ai giornalisti di accedere ai messaggi di testo tra Ursula von der Leyen e l’ad di Pfizer, Albert Bourla, nell’ambito dello scandalo Pfizergate scoppiato durante la pandemia di Covid-19, fu un atto illegittimo da parte della Commissione europea. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia Ue nella decisione presa nella mattinata del 14 maggio sostenendo che la richiesta della reporter del New York Times Matina Stevis-Gridneff, che voleva accedere agli sms scambiati tra von der Leyen e Bourla tra il 1 gennaio 2021 e l’11 maggio 2022, era fondata sul regolamento relativo all’accesso ai documenti. L’intento della reporter era quello di indagare sulle accuse di scarsa trasparenza nelle contrattazioni per la fornitura di un’enorme quantità di dosi vaccinali da parte dell’Europa. Palazzo Berlaymont respinse però la richiesta del quotidiano americano sostenendo di non essere in possesso dei documenti oggetto della domanda. Adeso, però, il quotidiano americano potrà avanzare una nuova richiesta di accesso agli atti: “In tal caso, la Commissione potrà ancora negare l’accesso, ma dovrà motivare il diniego in modo molto più chiaro, solido e coerente, tenendo conto delle indicazioni fornite dal Tribunale che ora costituiscono un riferimento giuridico”. Nelle motivazioni il Tribunale ricorda che il regolamento mira a dare la massima attuazione al diritto di accesso del pubblico ai documenti in possesso delle istituzioni: in linea di principio, tutti i documenti dovrebbero quindi essere accessibili. Tuttavia, quando un’istituzione afferma che uno specifico file non esiste o di non esserne in possesso si presume che la dichiarazione sia veritiera. Presunzione che può però essere superata sulla base di elementi pertinenti e concordanti forniti dal richiedente. Il Tribunale, ad esempio, osserva che le risposte fornite dalla Commissione nel corso dell’intero procedimento si basano o su ipotesi oppure su “informazioni mutevoli o imprecise. Per contro, la sig.ra Stevis e il New York Times hanno presentato elementi pertinenti e concordanti che descrivono l’esistenza di scambi, in particolare sotto forma di messaggi di testo, tra la presidente della Commissione e l’amministratore delegato di Pfizer nell’ambito dell’acquisto, da parte della Commissione, di vaccini presso tale società durante la pandemia di Covid-19. Essi sono quindi riusciti a superare la presunzione di inesistenza e di non possesso dei documenti richiesti”, si legge. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/14/vaccini-il-tribunale-ue-boccia-von-der-leyen-sul-pfizergate-illegittimo-vietare-laccesso-agli-atti-al-nyt/7987176/
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  • La pandemia è stato una prova generale di colpo di stato totalitario della Elite mondialista.

    Ecco il testo integrale dell'intervista:

    L’intervista
    ANDREA ZHOK
    «No, non possiamo chiudere il capitolo della pandemia»
    Il filosofo: «Le ingiustizie di quella stagione devono ancora essere sanate. Cosa peggiore, l’esperimento autoritario che allora si aprì in Occidente rischia di essere solo agli inizi»

    di FABIO DRAGONI

    Andrea Zhok, professore di Filosofia morale all’Università degli studi di Milano: «I risarcimenti alle vittime e la sanzione delle gravi ingiustizie sono le spalle da voltare alla stagione della pandemia».
    Eppure la volontà pare inspiegabilmente latente, la critica di gestione pandemica è ancora un tabù.
    «È comprensibile, da settant’anni in qua tendiamo ad assimilare la memoria storica. Riflessi condizionati, in questo riflettere e contrapporre eventi passati deve provare fastidio, discredito per un’epoca di cui si è deciso di essere stati parte».
    Ora, la coazione quasi etica a “voltare pagina” impedisce di rendere giustizia a quanti furono penalizzati da provvedimenti illiberali. Così si rinuncia a porre rimedio. E si rinuncia, anche, a consolidare i fondamenti democratici: l’uso di poteri straordinari in tempi ordinari è diventato una possibilità.
    La morale collettiva si è rotta, e i torti che continuano a infierire meritano giustizia.

    Morale, che vuol dire?
    «L’aspetto morale centrale riguarda un’ingiustizia profonda, mai riconosciuta e tantomeno sanata. La pandemia, in particolare il 15% della popolazione italiana – coloro che, per vari motivi, hanno scelto di non vaccinarsi o non vaccinarsi dopo i figli – è stato sottoposto a un bullismo istituzionale e sociale di proporzioni inedite. Non semplicemente con esclusione da luoghi vari, ma proprio su campagna di deliberata denigrazione. Processo di “chiarificazione amico/nemico” ben orchestrato in cui rappresentanti istituzionali e media, insieme a medici, esperti, officer, supervisori di vario tipo, non solo si sono resi attori, ma hanno attivamente sostenuto l’idea che fosse giusto colpire i non allineati e che non si potesse loro concedere voce, rispetto o tolleranza. Il meccanismo psicologico e sociale messo in atto è quello tipico di ogni persecuzione».

    Una persecuzione?
    «Sì. E proprio perché questo meccanismo è stato a lungo attivo, e ha prodotto danni pesanti (che sono tuttora presenti), sarebbe necessario riconoscerli pubblicamente e moralmente. È un’esigenza morale e civile di verità, ma anche psicologica e sociale. Non si può “passare oltre” come se nulla fosse stato».

    Perché?
    «Perché questi torti, queste ferite, sono rimaste aperte. Nessuno ha chiesto scusa, nessuno ha cercato di ristabilire il diritto a esistere, socialmente e simbolicamente, delle persone così colpite».

    E allora?
    «Bisogna ricominciare dalla verità dei fatti e dei comportamenti. Non si è trattato solo di una serie di decisioni pubbliche più o meno discutibili. Le istituzioni sono andate ben oltre, nella direzione di una campagna sistematica di marginalizzazione del dissenso. Questa è la verità che deve venire alla luce, e di cui si deve rispondere».

    E invece?
    «Nessun tentativo di rielaborazione collettiva. Tutto sotto il tappeto, in attesa che il tempo cancelli i ricordi. Il fatto è che questa ferita non rimarginata è rimasta sana, e continua a ritornare sull’argomento. La rimozione non basta».

    Le paure anche le motivazioni sono rimaste
    «Le conseguenze pratiche della gestione antidemocratica della pandemia sono molte e altrettanto rilevanti. Sul piano istituzionale, il Parlamento è stato esautorato; sul piano giudiziario, si è rivelato incapace di far valere fondamentali diritti costituzionali; sul piano mediatico, si è realizzato un controllo totale dell’informazione, con la messa al bando del dissenso e la sua criminalizzazione; sul piano culturale, si è attivata una spinta alla conformizzazione sociale e alla delazione; sul piano economico, si sono discriminati i lavoratori e imposti obblighi arbitrari, producendo la perdita del reddito. Si sono prodotti danni sanitari, psicologici e traumatici e tutt’oggi ci sono costi persistenti. E che dire dell’impatto psicologico sulle giovani generazioni? Preadolescenti e adolescenti, costretti a lockdown, distanza, distanziamenti e isolamenti, con l’uso della pandemia come tassa obbligata di depressione, ansia, insonnia, isolamento, suicidio e abbandono scolastico. Gli psicologi che lavorano con loro confermano: il sistema di supporto psicologico è già collassato».

    E anche chi non ha avuto traumi, dice che qualcosa è cambiato.
    «Tutti, anche chi è stato meno coinvolto, ha visto mutare radicalmente l’ambiente, l’aria che si respira. Una fetta della popolazione ha smesso di avere fiducia nelle istituzioni, nei media, nella giustizia, nella scienza. È emerso un problema di controllo capillare dell’informazione. Una delle cose emblematiche di quell’evento, rimossa e non discussa, è proprio l’uso sistematico del “fact checking” come dispositivo di manipolazione».

    Le parole della scienza.
    «Sì. E anche l’uso propagandistico della “scienza”, evocata come “autorità indiscutibile”, che però è stata contraddetta sistematicamente dai fatti. La gestione della pandemia è stata una guerra psicologica in piena regola. E ora? Ora, secondo Zhok, «è da lì (da quella data) che il sistema occidentale non riesce più a tornare a una dimensione ordinaria».

    La militarizzazione è un’eredità della pandemia?
    «In Germania alcuni documenti ufficiali hanno reso noto che gli strumenti di controllo della pandemia erano già stati predisposti nel 2012: test di simulazione, documenti e testimonianze confermano la presenza di esperti militari e rappresentanti della Nato nei comitati scientifici, giustificata dalla possibilità di un attacco batteriologico. Indipendentemente da dove il virus che oggi sembri accreditato essere artificiale – ciò che accaduto è stato un cambiamento di paradigma politico».

    A proposito di lockdown, Neil Ferguson ed epidemiologi britannici ebbero a dire: “la Cina è un regime comunista e parlò di uno. Non riusciremmo a farlo in Europa, ah, abbiamo provato. E poi l’Italia lo ha fatto. E si è messo così come potevano farlo».
    Per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale le società occidentali sono state sottoposte a meccanismi di sorveglianza e controllo degni di uno stato totalitario. Una trasformazione è stata gestita con una violenza senza precedenti. L’intimidazione è stata massiccia, sostenuta da organismi sanitari, ministri, talk show, stampa e riviste scientifiche».

    E chi ha provato a opporsi?
    «È stato deriso, criminalizzato, censurato. I media, le piattaforme, i social hanno selezionato sistematicamente le fonti e le opinioni da pubblicare. L’informazione è stata appaltata a “verificatori indipendenti”, che nel 90% dei casi hanno agito come censori. Il dissenso è diventato un reato».

    Cosa significa oggi?
    «Che non si tratta solo di una parentesi. Il problema è che questo esperimento autoritario rischia di essere solo agli inizi. Oggi abbiamo ancora stati di emergenza prorogati in molti Paesi occidentali. E resta la tendenza a criminalizzare il dissenso: ancora oggi in Germania le manifestazioni vengono vietate, in Italia molti professionisti sono stati sospesi o radiati, i media censurano posizioni “controverse”, i social censurano voci dissonanti. La democrazia occidentale non si è ripresa».
    La pandemia è stato una prova generale di colpo di stato totalitario della Elite mondialista. Ecco il testo integrale dell'intervista: L’intervista ANDREA ZHOK «No, non possiamo chiudere il capitolo della pandemia» Il filosofo: «Le ingiustizie di quella stagione devono ancora essere sanate. Cosa peggiore, l’esperimento autoritario che allora si aprì in Occidente rischia di essere solo agli inizi» di FABIO DRAGONI Andrea Zhok, professore di Filosofia morale all’Università degli studi di Milano: «I risarcimenti alle vittime e la sanzione delle gravi ingiustizie sono le spalle da voltare alla stagione della pandemia». Eppure la volontà pare inspiegabilmente latente, la critica di gestione pandemica è ancora un tabù. «È comprensibile, da settant’anni in qua tendiamo ad assimilare la memoria storica. Riflessi condizionati, in questo riflettere e contrapporre eventi passati deve provare fastidio, discredito per un’epoca di cui si è deciso di essere stati parte». Ora, la coazione quasi etica a “voltare pagina” impedisce di rendere giustizia a quanti furono penalizzati da provvedimenti illiberali. Così si rinuncia a porre rimedio. E si rinuncia, anche, a consolidare i fondamenti democratici: l’uso di poteri straordinari in tempi ordinari è diventato una possibilità. La morale collettiva si è rotta, e i torti che continuano a infierire meritano giustizia. Morale, che vuol dire? «L’aspetto morale centrale riguarda un’ingiustizia profonda, mai riconosciuta e tantomeno sanata. La pandemia, in particolare il 15% della popolazione italiana – coloro che, per vari motivi, hanno scelto di non vaccinarsi o non vaccinarsi dopo i figli – è stato sottoposto a un bullismo istituzionale e sociale di proporzioni inedite. Non semplicemente con esclusione da luoghi vari, ma proprio su campagna di deliberata denigrazione. Processo di “chiarificazione amico/nemico” ben orchestrato in cui rappresentanti istituzionali e media, insieme a medici, esperti, officer, supervisori di vario tipo, non solo si sono resi attori, ma hanno attivamente sostenuto l’idea che fosse giusto colpire i non allineati e che non si potesse loro concedere voce, rispetto o tolleranza. Il meccanismo psicologico e sociale messo in atto è quello tipico di ogni persecuzione». Una persecuzione? «Sì. E proprio perché questo meccanismo è stato a lungo attivo, e ha prodotto danni pesanti (che sono tuttora presenti), sarebbe necessario riconoscerli pubblicamente e moralmente. È un’esigenza morale e civile di verità, ma anche psicologica e sociale. Non si può “passare oltre” come se nulla fosse stato». Perché? «Perché questi torti, queste ferite, sono rimaste aperte. Nessuno ha chiesto scusa, nessuno ha cercato di ristabilire il diritto a esistere, socialmente e simbolicamente, delle persone così colpite». E allora? «Bisogna ricominciare dalla verità dei fatti e dei comportamenti. Non si è trattato solo di una serie di decisioni pubbliche più o meno discutibili. Le istituzioni sono andate ben oltre, nella direzione di una campagna sistematica di marginalizzazione del dissenso. Questa è la verità che deve venire alla luce, e di cui si deve rispondere». E invece? «Nessun tentativo di rielaborazione collettiva. Tutto sotto il tappeto, in attesa che il tempo cancelli i ricordi. Il fatto è che questa ferita non rimarginata è rimasta sana, e continua a ritornare sull’argomento. La rimozione non basta». Le paure anche le motivazioni sono rimaste «Le conseguenze pratiche della gestione antidemocratica della pandemia sono molte e altrettanto rilevanti. Sul piano istituzionale, il Parlamento è stato esautorato; sul piano giudiziario, si è rivelato incapace di far valere fondamentali diritti costituzionali; sul piano mediatico, si è realizzato un controllo totale dell’informazione, con la messa al bando del dissenso e la sua criminalizzazione; sul piano culturale, si è attivata una spinta alla conformizzazione sociale e alla delazione; sul piano economico, si sono discriminati i lavoratori e imposti obblighi arbitrari, producendo la perdita del reddito. Si sono prodotti danni sanitari, psicologici e traumatici e tutt’oggi ci sono costi persistenti. E che dire dell’impatto psicologico sulle giovani generazioni? Preadolescenti e adolescenti, costretti a lockdown, distanza, distanziamenti e isolamenti, con l’uso della pandemia come tassa obbligata di depressione, ansia, insonnia, isolamento, suicidio e abbandono scolastico. Gli psicologi che lavorano con loro confermano: il sistema di supporto psicologico è già collassato». E anche chi non ha avuto traumi, dice che qualcosa è cambiato. «Tutti, anche chi è stato meno coinvolto, ha visto mutare radicalmente l’ambiente, l’aria che si respira. Una fetta della popolazione ha smesso di avere fiducia nelle istituzioni, nei media, nella giustizia, nella scienza. È emerso un problema di controllo capillare dell’informazione. Una delle cose emblematiche di quell’evento, rimossa e non discussa, è proprio l’uso sistematico del “fact checking” come dispositivo di manipolazione». Le parole della scienza. «Sì. E anche l’uso propagandistico della “scienza”, evocata come “autorità indiscutibile”, che però è stata contraddetta sistematicamente dai fatti. La gestione della pandemia è stata una guerra psicologica in piena regola. E ora? Ora, secondo Zhok, «è da lì (da quella data) che il sistema occidentale non riesce più a tornare a una dimensione ordinaria». La militarizzazione è un’eredità della pandemia? «In Germania alcuni documenti ufficiali hanno reso noto che gli strumenti di controllo della pandemia erano già stati predisposti nel 2012: test di simulazione, documenti e testimonianze confermano la presenza di esperti militari e rappresentanti della Nato nei comitati scientifici, giustificata dalla possibilità di un attacco batteriologico. Indipendentemente da dove il virus che oggi sembri accreditato essere artificiale – ciò che accaduto è stato un cambiamento di paradigma politico». A proposito di lockdown, Neil Ferguson ed epidemiologi britannici ebbero a dire: “la Cina è un regime comunista e parlò di uno. Non riusciremmo a farlo in Europa, ah, abbiamo provato. E poi l’Italia lo ha fatto. E si è messo così come potevano farlo». Per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale le società occidentali sono state sottoposte a meccanismi di sorveglianza e controllo degni di uno stato totalitario. Una trasformazione è stata gestita con una violenza senza precedenti. L’intimidazione è stata massiccia, sostenuta da organismi sanitari, ministri, talk show, stampa e riviste scientifiche». E chi ha provato a opporsi? «È stato deriso, criminalizzato, censurato. I media, le piattaforme, i social hanno selezionato sistematicamente le fonti e le opinioni da pubblicare. L’informazione è stata appaltata a “verificatori indipendenti”, che nel 90% dei casi hanno agito come censori. Il dissenso è diventato un reato». Cosa significa oggi? «Che non si tratta solo di una parentesi. Il problema è che questo esperimento autoritario rischia di essere solo agli inizi. Oggi abbiamo ancora stati di emergenza prorogati in molti Paesi occidentali. E resta la tendenza a criminalizzare il dissenso: ancora oggi in Germania le manifestazioni vengono vietate, in Italia molti professionisti sono stati sospesi o radiati, i media censurano posizioni “controverse”, i social censurano voci dissonanti. La democrazia occidentale non si è ripresa».
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