• BONACCINI DOVE ***** SEI? E SOPRATTUTTO TU E IL PD EMILIANO ROMAGNOLO CHE ***** NE FATE DEI SOLDI?

    GUARDATE BENE QUESTO FILMATO: QUESTI SONO VERI ITALIANI, VERI PATRIOTI CHE SI OFFRONO DI FARE ESSI STESSI I LAVORI CHE LA REGIONE ROSSA NON FA!!!

    V E R G O G N A!
    Magistratura dove sei? MATTARELLA dicci (e FAI ) qualcosa.

    CI CHIEDONO DI CONDIVIDERE QUESTO FILMATO IL PIÙ POSSIBILE: SIATE CON LORO E CON ME: SCHIAFFATEGLIELO DAPPERTUTTO
    FATE VEDERE AGLI ITALIANI CHI HA CARATTERE E CHI NON HA NEMMENO LE PALLE PUR AVENDO SOLDI E POTERE
    BONACCINI DOVE CAZZO SEI? E SOPRATTUTTO TU E IL PD EMILIANO ROMAGNOLO CHE CAZZO NE FATE DEI SOLDI? GUARDATE BENE QUESTO FILMATO: QUESTI SONO VERI ITALIANI, VERI PATRIOTI CHE SI OFFRONO DI FARE ESSI STESSI I LAVORI CHE LA REGIONE ROSSA NON FA!!! V E R G O G N A! Magistratura dove sei? MATTARELLA dicci (e FAI 😳🤓) qualcosa. CI CHIEDONO DI CONDIVIDERE QUESTO FILMATO IL PIÙ POSSIBILE: SIATE CON LORO E CON ME: SCHIAFFATEGLIELO DAPPERTUTTO FATE VEDERE AGLI ITALIANI CHI HA CARATTERE E CHI NON HA NEMMENO LE PALLE PUR AVENDO SOLDI E POTERE 😉🤓🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹
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  • Ve li ricordate i vari Speranza, Conte, Sileri e poi lo stesso Draghi, insieme a tutti gli altri personaggi che a vario titolo (virologi inclusi) da loro prendevano direttive durante il Covid? Chi osava contraddire la loro narrazione o sottrarsi alle loro imposizioni, veniva subito tacciato come no vax e marginalizzato come un appestato!

    Ebbene. Oggi possiamo affermare che costoro dovrebbero iniziare a chiedere scusa, come minimo. Le verità che stanno emergendo durante le audizioni nella commissione parlamentare di inchiesta sull’emergenza Covid, sono sconcertanti, ma non ci stupiscono.

    Del resto, che la gestione della pandemia avesse tante zone d’ombra, l’avevamo denunciato più volte nelle aule parlamentari e non solo.

    Oggi quelle zone d’ombra vengono pian piano illuminate dalle dichiarazioni e dalle prime ammissioni di coloro che furono i diretti protagonisti e gestori di quei convulsi e tragici eventi.

    Dalle ultime rivelazioni degli ex componenti del comitato tecnico scientifico che faceva capo ai governi di allora (il Conte due e poi l’esecutivo Draghi), vengono fuori le imbarazzanti verità sui disastri della Tachipirina e della vigile attesa, dei ricoveri affrettati, del fatto che si respingessero con ottusa pervicacia le cure domiciliari e persino l’utilizzo degli antinfiammatori.

    Il tutto in assenza di un piano pandemico definito.

    E siamo ancora all’inizio. A gennaio 2026 si entrerà nel vivo dei lavori della commissione e possiamo scommettere che quando si inizierà a parlare degli effetti avversi, ci sarà da mettersi le mani nei capelli. I protagonisti di allora, ovviamente hanno già iniziato a fare un curioso e comodo scaricabarile. Sileri in primis che a quei tempi andava in tv ad ammonire i no vax come un severo maestrino.

    Noi ci auguriamo che chi ha sbagliato si assuma prima o poi, le proprie responsabilità. Perché un finale a tarallucci e vino, dopo che un paese intero è stato messo in ginocchio, non sarebbe accettabile.

    Tanti italiani sono già seduti sulla riva del fiume…

    QUI POTETE TROVARE il LINK per firmare la nostra petizione per mettere in stato di accusa l'ex Ministro Speranza e Nicola Magrini ex direttore generale di AIFA:
    https://www.scenario.press/petition

    PIU' di 13.700 FIRME RAGGIUNTE.
    ABBIAMO BISOGNO del SOSTEGNO di TUTTI! Grazie per firmare e condividere!
    MASSIMA DIFFUSIONE!
    Ve li ricordate i vari Speranza, Conte, Sileri e poi lo stesso Draghi, insieme a tutti gli altri personaggi che a vario titolo (virologi inclusi) da loro prendevano direttive durante il Covid? Chi osava contraddire la loro narrazione o sottrarsi alle loro imposizioni, veniva subito tacciato come no vax e marginalizzato come un appestato! Ebbene. Oggi possiamo affermare che costoro dovrebbero iniziare a chiedere scusa, come minimo. Le verità che stanno emergendo durante le audizioni nella commissione parlamentare di inchiesta sull’emergenza Covid, sono sconcertanti, ma non ci stupiscono. Del resto, che la gestione della pandemia avesse tante zone d’ombra, l’avevamo denunciato più volte nelle aule parlamentari e non solo. Oggi quelle zone d’ombra vengono pian piano illuminate dalle dichiarazioni e dalle prime ammissioni di coloro che furono i diretti protagonisti e gestori di quei convulsi e tragici eventi. Dalle ultime rivelazioni degli ex componenti del comitato tecnico scientifico che faceva capo ai governi di allora (il Conte due e poi l’esecutivo Draghi), vengono fuori le imbarazzanti verità sui disastri della Tachipirina e della vigile attesa, dei ricoveri affrettati, del fatto che si respingessero con ottusa pervicacia le cure domiciliari e persino l’utilizzo degli antinfiammatori. Il tutto in assenza di un piano pandemico definito. E siamo ancora all’inizio. A gennaio 2026 si entrerà nel vivo dei lavori della commissione e possiamo scommettere che quando si inizierà a parlare degli effetti avversi, ci sarà da mettersi le mani nei capelli. I protagonisti di allora, ovviamente hanno già iniziato a fare un curioso e comodo scaricabarile. Sileri in primis che a quei tempi andava in tv ad ammonire i no vax come un severo maestrino. Noi ci auguriamo che chi ha sbagliato si assuma prima o poi, le proprie responsabilità. Perché un finale a tarallucci e vino, dopo che un paese intero è stato messo in ginocchio, non sarebbe accettabile. Tanti italiani sono già seduti sulla riva del fiume… QUI POTETE TROVARE il LINK per firmare la nostra petizione per mettere in stato di accusa l'ex Ministro Speranza e Nicola Magrini ex direttore generale di AIFA: https://www.scenario.press/petition PIU' di 13.700 FIRME RAGGIUNTE. ABBIAMO BISOGNO del SOSTEGNO di TUTTI! Grazie per firmare e condividere! MASSIMA DIFFUSIONE!
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  • Come i giornali italiani di propaganda travisano le parole di Putin. VERGOGNA!
    Radio Radio.
    Come i giornali italiani di propaganda travisano le parole di Putin. VERGOGNA! Radio Radio.
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  • Come cəzzo ha fatto mio padre, operaio, a mantenere una famiglia con 7 figli, andare in vacanza ogni anno per 1 mese, ***** 1 mese, mandare 5 figli all’università, senza mai chiedere niente a nessuno?

    Nel 1985, mio padre guadagnava circa 750.000 lire, la benzina costava 1.200 lire, il tram 500 lire, 1 giornale 650 lire, il pane 1.200 lire, 1 caffè 400 lire, il latte 700 lire, 1 litro di vino 900 lire, l’oro andava a 11.000 lire (ecco perché mio padre aveva una valanga di oro, con 750.000 lire poteva comprare 70 grammi di oro, oggi 70 grammi di oro costano 5.460 euro, avete capito bene *****).

    Mio padre prendeva una barca di lire di assegni familiari, quasi alla pari dello stipendio per 7 figli.
    Aveva una Fiat 127, pagata poco più di 900mila lire, ossia meno di 3 stipendi (oggi una macchina demerda Fiat costa sui 18.000 euro, ossia, 12 stipendi di un operaio.)
    Una vita straordinaria! Con uno stipendio da operaio è riuscito nella mastodontica impresa di:
    Comprare casa (senza garante)

    Comprare casa al mare (senza garante)

    Mandare 7 figli a scuola, 5 all’università, 4 laureati, 3 diplomati.

    Sposare 7 figli (senza l’aiuto di nessuno)

    Comprato 5 auto nuove, 3 ciclomotori, 1 moto e 4 biciclette.

    E c’è qualche STRONZ0NE, che osa dire che oggi viviamo nel benessere.
    MA ANDATE A FARE IN CULO.
    Manco una vacanza di una settimana riescono a fare gli italiani…

    Riflessione:
    Un paese STRA FALLITO!
    E sti gran cəzzi non ce lo mettiamo?
    Come cəzzo ha fatto mio padre, operaio, a mantenere una famiglia con 7 figli, andare in vacanza ogni anno per 1 mese, cazzo 1 mese, mandare 5 figli all’università, senza mai chiedere niente a nessuno? Nel 1985, mio padre guadagnava circa 750.000 lire, la benzina costava 1.200 lire, il tram 500 lire, 1 giornale 650 lire, il pane 1.200 lire, 1 caffè 400 lire, il latte 700 lire, 1 litro di vino 900 lire, l’oro andava a 11.000 lire (ecco perché mio padre aveva una valanga di oro, con 750.000 lire poteva comprare 70 grammi di oro, oggi 70 grammi di oro costano 5.460 euro, avete capito bene cazzo). Mio padre prendeva una barca di lire di assegni familiari, quasi alla pari dello stipendio per 7 figli. Aveva una Fiat 127, pagata poco più di 900mila lire, ossia meno di 3 stipendi (oggi una macchina demerda Fiat costa sui 18.000 euro, ossia, 12 stipendi di un operaio.) Una vita straordinaria! Con uno stipendio da operaio è riuscito nella mastodontica impresa di: Comprare casa (senza garante) Comprare casa al mare (senza garante) Mandare 7 figli a scuola, 5 all’università, 4 laureati, 3 diplomati. Sposare 7 figli (senza l’aiuto di nessuno) Comprato 5 auto nuove, 3 ciclomotori, 1 moto e 4 biciclette. E c’è qualche STRONZ0NE, che osa dire che oggi viviamo nel benessere. MA ANDATE A FARE IN CULO. Manco una vacanza di una settimana riescono a fare gli italiani… Riflessione: Un paese STRA FALLITO! E sti gran cəzzi non ce lo mettiamo?
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  • ALTERNATIVA (Politica)

    Potrei passare ore a scrivere dei mille mali di #Milano. Farne l’ennesima lista della spesa. Ma a cosa serve, davvero?

    Elencare ciò che non funziona non sposta nulla, non muove coscienze, non cambia i rapporti di forza. È come ripetere che il governo fa schifo o indignarsi per l’ennesimo capo di Stato sanguinario: vero, sacrosanto, ma sterile se resta solo sfogo.
    L’ho già detto e lo ribadisco: Milano non è immune dal dolore, dalla frustrazione, dall’insoddisfazione. Ma questo non è il tempo dei pianti greci. È il tempo del fare. O, se vogliamo dirla fino in fondo, del ritrovare il coraggio.

    C’è una convinzione tossica che circola da troppo tempo: che non sia più possibile costruire un’alternativa duratura e credibile. È un errore grave. Finché siamo vivi abbiamo il dovere politico e morale di migliorarci e di cambiare la realtà quando non funziona. Sempre.

    Ci sono almeno tre mali che dobbiamo avere il coraggio di estirpare.

    Primo.
    I milanesi – come molti italiani – non hanno più voglia, o forza, o motivazioni per costruire un progetto nuovo che si prenda davvero cura della città. E allora succede questo: un percorso silenzioso di colonizzazione, l’egemonia di pochi, sempre gli stessi. Non perché siano invincibili, ma perché non li contrastiamo più dove dovremmo.
    Ci piace criticare da fuori, dai social, dai cortei. È legittimo. Ma non basta.

    Secondo.
    Si pensa che una lista civica, un simbolo nuovo, poco conosciuto, sia sinonimo di inefficienza, inesperienza, inutilità. Davvero?
    E votando da decenni gli stessi nomi e gli stessi simboli… cosa sarebbe cambiato? Vogliamo ridurre la politica a una questione da stadio? Tifo per la squadra più forte, altrimenti non vale?
    È troppo facile. Troppo comodo. Troppo coerente con una città che vive di apparenze e di grandi firme – anche in politica – che difenderanno sempre prima la propria azienda e solo dopo, forse, la città. Pensateci bene.

    Terzo.
    Il ritornello più pigro di tutti: “tanto rubano tutti”, “sono tutti uguali”. Stessa musica, stesso alibi.
    Sì, il passato recente ci ha vaccinati male, a colpi di delusioni. Ma esistono ancora uomini e donne capaci di imparare dagli errori, di uscirne più solidi. Esistono ancora valori che spingono qualcuno a impegnarsi per pura passione civile.
    E non c’è nulla di più gratificante che vedere un tuo concittadino sorriderti perché, anche solo un po’, gli hai migliorato la vita. Vale più di un bonifico, più di un selfie, più di qualsiasi applauso.

    Servono scelte di coraggio.
    Segnatevelo tra i buoni propositi per il 2026. Se siamo davvero dialoganti, dovremmo esserlo anche verso una sfida nuova. Si può perdere o si può vincere. Nessuna scorciatoia, nessuna zona grigia.
    Ma la cosa essenziale è rimettersi in gioco. Mettersi in discussione. Sempre.

    È questo, oggi, l’atto politico più radicale.

    #Alternativa #Milano #Coraggio #PoliticaSeria #MilanoLibera #SpiritoCritico #FareNonLamentarsi #Responsabilità #Futuro
    ALTERNATIVA (Politica) ✊🧭 Potrei passare ore a scrivere dei mille mali di #Milano. Farne l’ennesima lista della spesa. Ma a cosa serve, davvero? Elencare ciò che non funziona non sposta nulla, non muove coscienze, non cambia i rapporti di forza. È come ripetere che il governo fa schifo o indignarsi per l’ennesimo capo di Stato sanguinario: vero, sacrosanto, ma sterile se resta solo sfogo. L’ho già detto e lo ribadisco: Milano non è immune dal dolore, dalla frustrazione, dall’insoddisfazione. Ma questo non è il tempo dei pianti greci. È il tempo del fare. O, se vogliamo dirla fino in fondo, del ritrovare il coraggio. 💥 C’è una convinzione tossica che circola da troppo tempo: che non sia più possibile costruire un’alternativa duratura e credibile. È un errore grave. Finché siamo vivi abbiamo il dovere politico e morale di migliorarci e di cambiare la realtà quando non funziona. Sempre. Ci sono almeno tre mali che dobbiamo avere il coraggio di estirpare. Primo. I milanesi – come molti italiani – non hanno più voglia, o forza, o motivazioni per costruire un progetto nuovo che si prenda davvero cura della città. E allora succede questo: un percorso silenzioso di colonizzazione, l’egemonia di pochi, sempre gli stessi. Non perché siano invincibili, ma perché non li contrastiamo più dove dovremmo. Ci piace criticare da fuori, dai social, dai cortei. È legittimo. Ma non basta. Secondo. Si pensa che una lista civica, un simbolo nuovo, poco conosciuto, sia sinonimo di inefficienza, inesperienza, inutilità. Davvero? E votando da decenni gli stessi nomi e gli stessi simboli… cosa sarebbe cambiato? Vogliamo ridurre la politica a una questione da stadio? Tifo per la squadra più forte, altrimenti non vale? È troppo facile. Troppo comodo. Troppo coerente con una città che vive di apparenze e di grandi firme – anche in politica – che difenderanno sempre prima la propria azienda e solo dopo, forse, la città. Pensateci bene. Terzo. Il ritornello più pigro di tutti: “tanto rubano tutti”, “sono tutti uguali”. Stessa musica, stesso alibi. Sì, il passato recente ci ha vaccinati male, a colpi di delusioni. Ma esistono ancora uomini e donne capaci di imparare dagli errori, di uscirne più solidi. Esistono ancora valori che spingono qualcuno a impegnarsi per pura passione civile. E non c’è nulla di più gratificante che vedere un tuo concittadino sorriderti perché, anche solo un po’, gli hai migliorato la vita. Vale più di un bonifico, più di un selfie, più di qualsiasi applauso. 🙂 Servono scelte di coraggio. Segnatevelo tra i buoni propositi per il 2026. Se siamo davvero dialoganti, dovremmo esserlo anche verso una sfida nuova. Si può perdere o si può vincere. Nessuna scorciatoia, nessuna zona grigia. Ma la cosa essenziale è rimettersi in gioco. Mettersi in discussione. Sempre. È questo, oggi, l’atto politico più radicale. #Alternativa #Milano #Coraggio #PoliticaSeria #MilanoLibera #SpiritoCritico #FareNonLamentarsi #Responsabilità #Futuro
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  • BENE TRAVAGLIO a pensarla come te è la stragrande maggioranza degli Italiani!!!
    ASCOLTATE con MOLTA ATTENZIONE!
    https://youtube.com/shorts/V9ja3WAxS5k?si=AyFzrtw7CeD1qPjN
    BENE TRAVAGLIO a pensarla come te è la stragrande maggioranza degli Italiani!!! ASCOLTATE con MOLTA ATTENZIONE! https://youtube.com/shorts/V9ja3WAxS5k?si=AyFzrtw7CeD1qPjN
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  • Parole sante di Cacciari. La netta maggioranza dei cittadini italiani è contro il riarmo!!! L'informazione italiana mainstream è la principale fonte di Fake-News.
    Massimo Cacciari: "I giornali raccontavano che Kiev stava vincendo, e ora la Russia è a un passo dalla capitale. Dal 90% dei media italiani solo fake news"
    Cacciari sul conflitto tra Russia e Ucraina: "In Italia il 90% dei media è entrato in campo spargendo fake news. Mattarella? Orientamento troppo pallido, serviva una posizione netta in difesa dell’articolo 11 della Costituzione. Meloni? Viene da una destra sociale, per lei sostenere il riarmo significa tradire la propria base" - Il video
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/12/06/ucraina-cacciari-europa-stampa-fake-news-meloni-mattarella-trump-nato/8219087/
    Parole sante di Cacciari. La netta maggioranza dei cittadini italiani è contro il riarmo!!! L'informazione italiana mainstream è la principale fonte di Fake-News. Massimo Cacciari: "I giornali raccontavano che Kiev stava vincendo, e ora la Russia è a un passo dalla capitale. Dal 90% dei media italiani solo fake news" Cacciari sul conflitto tra Russia e Ucraina: "In Italia il 90% dei media è entrato in campo spargendo fake news. Mattarella? Orientamento troppo pallido, serviva una posizione netta in difesa dell’articolo 11 della Costituzione. Meloni? Viene da una destra sociale, per lei sostenere il riarmo significa tradire la propria base" - Il video https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/12/06/ucraina-cacciari-europa-stampa-fake-news-meloni-mattarella-trump-nato/8219087/
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    Massimo Cacciari: "I giornali raccontavano che Kiev stava vincendo, e ora la Russia è a un passo dalla capitale. Dal 90% dei media italiani solo fake news"
    Cacciari sul conflitto tra Russia e Ucraina: "In Italia il 90% dei media è entrato in campo spargendo fake news. Mattarella? Orientamento troppo pallido, serviva una posizione netta in difesa dell’articolo 11 della Costituzione. Meloni? Viene da una destra sociale, per lei sostenere il riarmo significa tradire la propria base" - Il video
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  • SE NE VA UNO DEI PIÙ GRANDI ATLETI ITALIANI! Addio Nicola!
    Addio a Nicola Pietrangeli: il ricordo del mondo dello sport, da Nadal a Fognini
    TENNIS - E' ancora oggi il primatista mondiale di tutti i tempi in Coppa Davis per partite giocate (164), incontri vinti in singolare e in doppio. Ecco il ricor
    https://www.eurosport.it/tennis/addio-a-nicola-pietrangeli-il-ricordo-del-mondo-dello-sport-da-fognini-a-nadal-passando-per-binaghi-e-la-lazio_sto23246290/story.shtml
    SE NE VA UNO DEI PIÙ GRANDI ATLETI ITALIANI! Addio Nicola! Addio a Nicola Pietrangeli: il ricordo del mondo dello sport, da Nadal a Fognini TENNIS - E' ancora oggi il primatista mondiale di tutti i tempi in Coppa Davis per partite giocate (164), incontri vinti in singolare e in doppio. Ecco il ricor https://www.eurosport.it/tennis/addio-a-nicola-pietrangeli-il-ricordo-del-mondo-dello-sport-da-fognini-a-nadal-passando-per-binaghi-e-la-lazio_sto23246290/story.shtml
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  • ECCO chi SARA' il nuovo PRESIDENTE della Puglia! Purtroppo gli italiani hanno la memoria corta! Troppo corta!

    Covid: Decaro, restrizioni e vaccini contro collasso Paese - Notizie - Ansa.it
    "Restrizioni e vaccini" sono "l'unica soluzione per evitare la terza ondata e il collasso del Paese". (ANSA)
    https://www.ansa.it/puglia/notizie/2021/03/10/covid-decaro-restrizioni-e-vaccini-contro-collasso-paese_be298ff0-9e8d-4f44-9a69-302c4097d215.html
    ECCO chi SARA' il nuovo PRESIDENTE della Puglia! Purtroppo gli italiani hanno la memoria corta! Troppo corta! Covid: Decaro, restrizioni e vaccini contro collasso Paese - Notizie - Ansa.it "Restrizioni e vaccini" sono "l'unica soluzione per evitare la terza ondata e il collasso del Paese". (ANSA) https://www.ansa.it/puglia/notizie/2021/03/10/covid-decaro-restrizioni-e-vaccini-contro-collasso-paese_be298ff0-9e8d-4f44-9a69-302c4097d215.html
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    Covid: Decaro, restrizioni e vaccini contro collasso Paese - Notizie - Ansa.it
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  • NON C’È PACE PER IL MIC

    Non mi sorprende più – lo dico con un misto di rassegnazione e tenerezza – quanto velocemente un tema culturale sparisca dal radar del popolo italiano. Forse è persino comprensibile, considerando la qualità sempre più modesta degli esempi che arrivano dall’alto: un campionario di scivoloni, leggerezze e improvvisazioni che non meritavamo .

    Non che “prima” fosse l’età dell’oro, certo. Ma agli esponenti del centrodestra attualmente al governo tocca prendersi oneri e onori, visibilità e responsabilità. E il bilancio, mi spiace, continua a precipitare: tra parenti, amici, gaffe di palazzo e teatrini da rotocalco. Prima Sangiuliano, poi Giuli, poi comprimari assortiti… un cast ormai avviato verso il proprio inevitabile quarto d’ora di vergogna.

    Doveva essere un fiore all’occhiello del Paese. Ora siamo al “Tata-fiore”.
    Un’altra vedette che aggiunge un tassello al mosaico tragicomico di un dicastero ormai percepito come zimbello, tre anni segnati da dimissioni che sembrano l’ultimo gesto minimo di dignità.

    Venerdì Piero Tatafiore, portavoce del ministro della Cultura Alessandro Giuli, si è dimesso. Le opposizioni avevano protestato dopo la pubblicazione, sul sito ufficiale del MIC, di tre comunicati legati alla campagna elettorale per le Regionali in Campania. Comunicati in cui si riportavano dichiarazioni del ministro a sostegno del candidato della destra, Edmondo Cirielli (Fratelli d’Italia), definito addirittura «la personificazione della cultura di governo».

    I deputati campani del PD avevano denunciato lo scivolone istituzionale: utilizzare canali dello Stato per fare propaganda politica non è solo inopportuno — è proprio un confine che non andrebbe mai superato.

    Così, davanti alle polemiche, Tatafiore ha annunciato le sue dimissioni:
    «Ho appena comunicato […] le mie immediate e irrevocabili dimissioni dall’incarico di capoufficio stampa del MIC. L’utilizzo di strumenti istituzionali per comunicazioni di natura politica è stato da parte mia un errore improprio di cui mi scuso».

    Fine della storia? Quasi.
    Perché l’episodio, di per sé, non sposterà una virgola sulle Regionali campane. È già stato inghiottito dal silenzio generale. L’ennesima notizia che evaporerà nel disinteresse: perché quando un’istituzione perde credibilità, perde anche ascolto. E il MIC, oggi, ha ben poco da offrire oltre una lunga striscia di tagli ingiustificati, retorica stanca e simboli vuoti.

    Eppure — ed è qui il punto — mentre tutto sembra sfaldarsi, resta uno spiraglio di speranza: la consapevolezza che la cultura non muore per colpa di un ministero mediocre. Resta nell’impegno di chi continua a studiare, a creare, a custodire ciò che conta. Non è una chiamata alle armi: è un promemoria, quasi intimo, che la cultura sopravvive anche quando viene maltrattata.

    Non mi scandalizza più la disaffezione degli italiani verso la cultura se i suoi rappresentanti istituzionali sono di questa caratura. Ma, proprio per questo, non smetto di pensare che sia tutto da rifare — davvero tutto.

    Guardando al 2027, spero che tra le innumerevoli urgenze del Paese ci sia ancora qualcuno capace di restituire alla Cultura la serietà e l’onore che merita. E, lo dico chiaramente, il colore politico qui conta zero se manca la sostanza: una formazione autenticamente umanistica, quella che oggi latita e lascia spazio a figure senza sottotesto, senza visione, senza profondità .

    Per ora possiamo solo prendere atto dell’ovvio: senza credibilità, nessuna promessa vale — né oggi, né domani.

    #MIC #CulturaItaliana #PoliticaCulturale #Dimissioni #Tatafiore #CulturaCheResiste #Italia2027 #CredibilitàIstituzionale #SarcasmoCulturale
    NON C’È PACE PER IL MIC Non mi sorprende più – lo dico con un misto di rassegnazione e tenerezza – quanto velocemente un tema culturale sparisca dal radar del popolo italiano. Forse è persino comprensibile, considerando la qualità sempre più modesta degli esempi che arrivano dall’alto: un campionario di scivoloni, leggerezze e improvvisazioni che non meritavamo 🍌. Non che “prima” fosse l’età dell’oro, certo. Ma agli esponenti del centrodestra attualmente al governo tocca prendersi oneri e onori, visibilità e responsabilità. E il bilancio, mi spiace, continua a precipitare: tra parenti, amici, gaffe di palazzo e teatrini da rotocalco. Prima Sangiuliano, poi Giuli, poi comprimari assortiti… un cast ormai avviato verso il proprio inevitabile quarto d’ora di vergogna. Doveva essere un fiore all’occhiello del Paese. Ora siamo al “Tata-fiore”. Un’altra vedette che aggiunge un tassello al mosaico tragicomico di un dicastero ormai percepito come zimbello, tre anni segnati da dimissioni che sembrano l’ultimo gesto minimo di dignità. Venerdì Piero Tatafiore, portavoce del ministro della Cultura Alessandro Giuli, si è dimesso. Le opposizioni avevano protestato dopo la pubblicazione, sul sito ufficiale del MIC, di tre comunicati legati alla campagna elettorale per le Regionali in Campania. Comunicati in cui si riportavano dichiarazioni del ministro a sostegno del candidato della destra, Edmondo Cirielli (Fratelli d’Italia), definito addirittura «la personificazione della cultura di governo». I deputati campani del PD avevano denunciato lo scivolone istituzionale: utilizzare canali dello Stato per fare propaganda politica non è solo inopportuno — è proprio un confine che non andrebbe mai superato. Così, davanti alle polemiche, Tatafiore ha annunciato le sue dimissioni: «Ho appena comunicato […] le mie immediate e irrevocabili dimissioni dall’incarico di capoufficio stampa del MIC. L’utilizzo di strumenti istituzionali per comunicazioni di natura politica è stato da parte mia un errore improprio di cui mi scuso». Fine della storia? Quasi. Perché l’episodio, di per sé, non sposterà una virgola sulle Regionali campane. È già stato inghiottito dal silenzio generale. L’ennesima notizia che evaporerà nel disinteresse: perché quando un’istituzione perde credibilità, perde anche ascolto. E il MIC, oggi, ha ben poco da offrire oltre una lunga striscia di tagli ingiustificati, retorica stanca e simboli vuoti. Eppure — ed è qui il punto — mentre tutto sembra sfaldarsi, resta uno spiraglio di speranza: la consapevolezza che la cultura non muore per colpa di un ministero mediocre. Resta nell’impegno di chi continua a studiare, a creare, a custodire ciò che conta. Non è una chiamata alle armi: è un promemoria, quasi intimo, che la cultura sopravvive anche quando viene maltrattata. Non mi scandalizza più la disaffezione degli italiani verso la cultura se i suoi rappresentanti istituzionali sono di questa caratura. Ma, proprio per questo, non smetto di pensare che sia tutto da rifare — davvero tutto. Guardando al 2027, spero che tra le innumerevoli urgenze del Paese ci sia ancora qualcuno capace di restituire alla Cultura la serietà e l’onore che merita. E, lo dico chiaramente, il colore politico qui conta zero se manca la sostanza: una formazione autenticamente umanistica, quella che oggi latita e lascia spazio a figure senza sottotesto, senza visione, senza profondità 🎭. Per ora possiamo solo prendere atto dell’ovvio: senza credibilità, nessuna promessa vale — né oggi, né domani. #MIC #CulturaItaliana #PoliticaCulturale #Dimissioni #Tatafiore #CulturaCheResiste #Italia2027 #CredibilitàIstituzionale #SarcasmoCulturale
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