• Si ribella ai migranti e scatta la censura!
    "Lady Ascia" è già un simbolo globale!

    Segue dalla prima pagina de La Verità
    di BONI CASTELLANE

    (...) archetipici, talmente rappresentativa della situazione sociale scozzese, britannica ed europea in genere, talmente peculiare e paradossale che se Pier Paolo Pasolini fosse qui ne avrebbe senza dubbio colto gli aspetti relativi al suo essere un ritratto del sotto-proletariato europeo di oggi.
    Quel ritratto si declina oggi nelle forme del meme il cui impatto e il cui significato travalicano i contorni concreti di una vicenda non chiara ma che ci consente sin d’ora di stabilirne gli elementi essenziali.
    Nel contesto degradato della periferia di Dundee, in Scozia, un gruppo di ragazzine dai dodici ai quattordici anni viene filmato da quello che poi loro diranno essere un aggressore sessuale, ed in particolare una di queste la si vede brandire un coltello e un’ascia mentre inveisce contro l’uomo che la filma, dicendo frasi non chiare ma tra le quali si sente: «Lascia stare mia sorella». Una di loro sarà poi ricoverata per trauma cranico e la «ragazzina con l’ascia» verrà fermata dalla polizia, rilasciata in attesa di processo, con l’accusa di aggressione e porto abusivo d’arma.
    L'uomo, un bulgaro o rumeno di nome Ali Dumana, si é da subito dichiarato innocente e le telecamere di sorveglianza della zona non hanno mostrato nulla che possa chiarire la dinamica dell’accaduto.
    Di questa vicenda, tristemente ordinaria per la Scozia del degrado urbano e per il Paese attraversato dallo scandalo delle grooming gang, gli elementi oggettivi sono già sufficienti per sollecitare alcune riflessioni. La prima é la potenza archetipica del meme che si è creato e che, nel giro di sei giorni, ha totalizzato una cifra approssimativa di cinquanta milioni di visualizzazioni. La ragazzina, subito ribattezzata «Saint Axe», ha risvegliato nell’immaginario collettivo l'archetipo di Giovanna d’Arco, la santa che semplicemente mostrandola la propria spada, condusse i francesi nel 1429 a liberarsi della dominazione straniera e a vincere poi la Guerra dei Cent’anni. Si-tratta di un archetipo particolarmente vitale non solo per la forza dell’immagine di una ragazzina cosi esile che brandisce armi chiaramente non proporzionate alla propria forza in difesa della sorellina, ma in particolare perché, esattamente come Giovanna d’Arco, la ragazzina sarà poi arrestata dalla polizia facendo di lei, per ora, l'unica colpevole dell'accaduto. La ragazzina é la Scozia nelle sue realtà più problematiche e marginali
    Si ribella ai migranti e scatta la censura! "Lady Ascia" è già un simbolo globale! Segue dalla prima pagina de La Verità di BONI CASTELLANE (...) archetipici, talmente rappresentativa della situazione sociale scozzese, britannica ed europea in genere, talmente peculiare e paradossale che se Pier Paolo Pasolini fosse qui ne avrebbe senza dubbio colto gli aspetti relativi al suo essere un ritratto del sotto-proletariato europeo di oggi. Quel ritratto si declina oggi nelle forme del meme il cui impatto e il cui significato travalicano i contorni concreti di una vicenda non chiara ma che ci consente sin d’ora di stabilirne gli elementi essenziali. Nel contesto degradato della periferia di Dundee, in Scozia, un gruppo di ragazzine dai dodici ai quattordici anni viene filmato da quello che poi loro diranno essere un aggressore sessuale, ed in particolare una di queste la si vede brandire un coltello e un’ascia mentre inveisce contro l’uomo che la filma, dicendo frasi non chiare ma tra le quali si sente: «Lascia stare mia sorella». Una di loro sarà poi ricoverata per trauma cranico e la «ragazzina con l’ascia» verrà fermata dalla polizia, rilasciata in attesa di processo, con l’accusa di aggressione e porto abusivo d’arma. L'uomo, un bulgaro o rumeno di nome Ali Dumana, si é da subito dichiarato innocente e le telecamere di sorveglianza della zona non hanno mostrato nulla che possa chiarire la dinamica dell’accaduto. Di questa vicenda, tristemente ordinaria per la Scozia del degrado urbano e per il Paese attraversato dallo scandalo delle grooming gang, gli elementi oggettivi sono già sufficienti per sollecitare alcune riflessioni. La prima é la potenza archetipica del meme che si è creato e che, nel giro di sei giorni, ha totalizzato una cifra approssimativa di cinquanta milioni di visualizzazioni. La ragazzina, subito ribattezzata «Saint Axe», ha risvegliato nell’immaginario collettivo l'archetipo di Giovanna d’Arco, la santa che semplicemente mostrandola la propria spada, condusse i francesi nel 1429 a liberarsi della dominazione straniera e a vincere poi la Guerra dei Cent’anni. Si-tratta di un archetipo particolarmente vitale non solo per la forza dell’immagine di una ragazzina cosi esile che brandisce armi chiaramente non proporzionate alla propria forza in difesa della sorellina, ma in particolare perché, esattamente come Giovanna d’Arco, la ragazzina sarà poi arrestata dalla polizia facendo di lei, per ora, l'unica colpevole dell'accaduto. La ragazzina é la Scozia nelle sue realtà più problematiche e marginali
    Like
    2
    0 Commentaires 2 Parts 1KB Vue
  • Si ribella ai migranti e scatta la censura!
    "Lady Ascia" è già un simbolo globale!

    Segue dalla prima pagina de La Verità
    di BONI CASTELLANE

    (...) archetipici, talmente rappresentativa della situazione sociale scozzese, britannica ed europea in genere, talmente peculiare e paradossale che se Pier Paolo Pasolini fosse qui ne avrebbe senza dubbio colto gli aspetti relativi al suo essere un ritratto del sotto-proletariato europeo di oggi.
    Quel ritratto si declina oggi nelle forme del meme il cui impatto e il cui significato travalicano i contorni concreti di una vicenda non chiara ma che ci consente sin d’ora di stabilirne gli elementi essenziali.
    Nel contesto degradato della periferia di Dundee, in Scozia, un gruppo di ragazzine dai dodici ai quattordici anni viene filmato da quello che poi loro diranno essere un aggressore sessuale, ed in particolare una di queste la si vede brandire un coltello e un’ascia mentre inveisce contro l’uomo che la filma, dicendo frasi non chiare ma tra le quali si sente: «Lascia stare mia sorella». Una di loro sarà poi ricoverata per trauma cranico e la «ragazzina con l’ascia» verrà fermata dalla polizia, rilasciata in attesa di processo, con l’accusa di aggressione e porto abusivo d’arma.
    L'uomo, un bulgaro o rumeno di nome Ali Dumana, si é da subito dichiarato innocente e le telecamere di sorveglianza della zona non hanno mostrato nulla che possa chiarire la dinamica dell’accaduto.
    Di questa vicenda, tristemente ordinaria per la Scozia del degrado urbano e per il Paese attraversato dallo scandalo delle grooming gang, gli elementi oggettivi sono già sufficienti per sollecitare alcune riflessioni. La prima é la potenza archetipica del meme che si è creato e che, nel giro di sei giorni, ha totalizzato una cifra approssimativa di cinquanta milioni di visualizzazioni. La ragazzina, subito ribattezzata «Saint Axe», ha risvegliato nell’immaginario collettivo l'archetipo di Giovanna d’Arco, la santa che semplicemente mostrandola la propria spada, condusse i francesi nel 1429 a liberarsi della dominazione straniera e a vincere poi la Guerra dei Cent’anni. Si-tratta di un archetipo particolarmente vitale non solo per la forza dell’immagine di una ragazzina cosi esile che brandisce armi chiaramente non proporzionate alla propria forza in difesa della sorellina, ma in particolare perché, esattamente come Giovanna d’Arco, la ragazzina sarà poi arrestata dalla polizia facendo di lei, per ora, l'unica colpevole dell'accaduto. La ragazzina é la Scozia nelle sue realtà più problematiche e marginali
    Si ribella ai migranti e scatta la censura! "Lady Ascia" è già un simbolo globale! Segue dalla prima pagina de La Verità di BONI CASTELLANE (...) archetipici, talmente rappresentativa della situazione sociale scozzese, britannica ed europea in genere, talmente peculiare e paradossale che se Pier Paolo Pasolini fosse qui ne avrebbe senza dubbio colto gli aspetti relativi al suo essere un ritratto del sotto-proletariato europeo di oggi. Quel ritratto si declina oggi nelle forme del meme il cui impatto e il cui significato travalicano i contorni concreti di una vicenda non chiara ma che ci consente sin d’ora di stabilirne gli elementi essenziali. Nel contesto degradato della periferia di Dundee, in Scozia, un gruppo di ragazzine dai dodici ai quattordici anni viene filmato da quello che poi loro diranno essere un aggressore sessuale, ed in particolare una di queste la si vede brandire un coltello e un’ascia mentre inveisce contro l’uomo che la filma, dicendo frasi non chiare ma tra le quali si sente: «Lascia stare mia sorella». Una di loro sarà poi ricoverata per trauma cranico e la «ragazzina con l’ascia» verrà fermata dalla polizia, rilasciata in attesa di processo, con l’accusa di aggressione e porto abusivo d’arma. L'uomo, un bulgaro o rumeno di nome Ali Dumana, si é da subito dichiarato innocente e le telecamere di sorveglianza della zona non hanno mostrato nulla che possa chiarire la dinamica dell’accaduto. Di questa vicenda, tristemente ordinaria per la Scozia del degrado urbano e per il Paese attraversato dallo scandalo delle grooming gang, gli elementi oggettivi sono già sufficienti per sollecitare alcune riflessioni. La prima é la potenza archetipica del meme che si è creato e che, nel giro di sei giorni, ha totalizzato una cifra approssimativa di cinquanta milioni di visualizzazioni. La ragazzina, subito ribattezzata «Saint Axe», ha risvegliato nell’immaginario collettivo l'archetipo di Giovanna d’Arco, la santa che semplicemente mostrandola la propria spada, condusse i francesi nel 1429 a liberarsi della dominazione straniera e a vincere poi la Guerra dei Cent’anni. Si-tratta di un archetipo particolarmente vitale non solo per la forza dell’immagine di una ragazzina cosi esile che brandisce armi chiaramente non proporzionate alla propria forza in difesa della sorellina, ma in particolare perché, esattamente come Giovanna d’Arco, la ragazzina sarà poi arrestata dalla polizia facendo di lei, per ora, l'unica colpevole dell'accaduto. La ragazzina é la Scozia nelle sue realtà più problematiche e marginali
    Like
    2
    0 Commentaires 0 Parts 2KB Vue 33
  • 19 - 20 - 21 SETTEMBRE 2025 PRESSO IL C.I.Q. CENTRO INTERNAZIONALE DI QUARTIERE, VIA FABIO MASSIMO 19 - MILANO (MM3 PORTO DI MARE)

    Il tema di questa terza edizione della Tre giorni per la Pace, che riprende e attualizza la denuncia, l'analisi, le riflessioni e le proposte d'azione delle edizioni precedenti, parte dalla sollecitazione di una frase di Gino Strada: “Non ci sono popoli che vogliono la guerra, altrimenti i governi non dovrebbero raccontare palle per mandare la gente in guerra”.

    In opposizione al pensiero unico del sistema guerra, con la manipolazione dell’opinione pubblica, ci poniamo la domanda “Perché la Guerra?” a cui il sistema, come avvenuto per la Jugoslavia, l’Iraq o la Libia, risponde sempre con false motivazioni.

    Info e dettagli sulla Tre Giorni per la Pace al seguente link:

    https://www.facebook.com/share/1HYXm45P1m/



    Coordinamento per la Pace - Milano
    19 - 20 - 21 SETTEMBRE 2025 PRESSO IL C.I.Q. CENTRO INTERNAZIONALE DI QUARTIERE, VIA FABIO MASSIMO 19 - MILANO (MM3 PORTO DI MARE) Il tema di questa terza edizione della Tre giorni per la Pace, che riprende e attualizza la denuncia, l'analisi, le riflessioni e le proposte d'azione delle edizioni precedenti, parte dalla sollecitazione di una frase di Gino Strada: “Non ci sono popoli che vogliono la guerra, altrimenti i governi non dovrebbero raccontare palle per mandare la gente in guerra”. In opposizione al pensiero unico del sistema guerra, con la manipolazione dell’opinione pubblica, ci poniamo la domanda “Perché la Guerra?” a cui il sistema, come avvenuto per la Jugoslavia, l’Iraq o la Libia, risponde sempre con false motivazioni. Info e dettagli sulla Tre Giorni per la Pace al seguente link: https://www.facebook.com/share/1HYXm45P1m/ Coordinamento per la Pace - Milano
    0 Commentaires 0 Parts 1KB Vue
  • Ho chiesto a un mio amico che ha superato i 60 anni e si avvicina ai 70: "Quali cambiamenti stai notando?" Mi ha inviato queste riflessioni davvero interessanti che vorrei condividere con voi:

    Dopo aver amato i miei genitori, fratelli, coniuge, figli e amici, ho iniziato ad amare me stesso.
    Ho capito che non sono "Atlante": il mondo non pesa sulle mie spalle.
    Non contratto più con i venditori di frutta e verdura. Qualche soldo in più non mi cambia la vita, ma potrebbe aiutare il venditore a pagare la scuola di sua figlia.
    Pago il tassista senza aspettare il resto. Quel piccolo extra potrebbe farlo sorridere, e sta sicuramente lavorando più duramente di me.
    Non correggo più gli anziani che ripetono le stesse storie. Quelle storie li riportano a momenti felici del loro passato.
    Ho imparato a non correggere le persone, anche quando so che sbagliano. La pace è più preziosa della perfezione.
    Elogio le persone generosamente. Non solo migliora il loro umore, ma anche il mio.
    Non mi preoccupo più per una macchia sui vestiti. La personalità conta più delle apparenze.
    Mi allontano dalle persone che non mi apprezzano. Conosco il mio valore, anche se loro no.
    Non mi vergogno delle mie emozioni. Sono proprio le emozioni a rendermi umano.
    Ho capito che è meglio mettere da parte l’ego piuttosto che rompere una relazione.
    Vivo ogni giorno come se fosse l’ultimo, perché potrebbe esserlo davvero.
    Faccio ciò che mi rende felice. La mia felicità dipende da me.
    Valorizzo i miei amici, perché ogni giorno ne perdo alcuni: non perché litighiamo, ma perché sono passati oltre.
    Valorizzo ciò che ho, piuttosto che ciò che desidero, perché ciò che ho è mio: la mia vita, la mia famiglia, i miei amici.
    Ho deciso di condividere questo perché mi sono chiesto: perché aspettare così tanto tempo per cercare la felicità? Non dobbiamo essere anziani per praticare questi insegnamenti!
    Ho chiesto a un mio amico che ha superato i 60 anni e si avvicina ai 70: "Quali cambiamenti stai notando?" Mi ha inviato queste riflessioni davvero interessanti che vorrei condividere con voi: Dopo aver amato i miei genitori, fratelli, coniuge, figli e amici, ho iniziato ad amare me stesso. Ho capito che non sono "Atlante": il mondo non pesa sulle mie spalle. Non contratto più con i venditori di frutta e verdura. Qualche soldo in più non mi cambia la vita, ma potrebbe aiutare il venditore a pagare la scuola di sua figlia. Pago il tassista senza aspettare il resto. Quel piccolo extra potrebbe farlo sorridere, e sta sicuramente lavorando più duramente di me. Non correggo più gli anziani che ripetono le stesse storie. Quelle storie li riportano a momenti felici del loro passato. Ho imparato a non correggere le persone, anche quando so che sbagliano. La pace è più preziosa della perfezione. Elogio le persone generosamente. Non solo migliora il loro umore, ma anche il mio. Non mi preoccupo più per una macchia sui vestiti. La personalità conta più delle apparenze. Mi allontano dalle persone che non mi apprezzano. Conosco il mio valore, anche se loro no. Non mi vergogno delle mie emozioni. Sono proprio le emozioni a rendermi umano. Ho capito che è meglio mettere da parte l’ego piuttosto che rompere una relazione. Vivo ogni giorno come se fosse l’ultimo, perché potrebbe esserlo davvero. Faccio ciò che mi rende felice. La mia felicità dipende da me. Valorizzo i miei amici, perché ogni giorno ne perdo alcuni: non perché litighiamo, ma perché sono passati oltre. Valorizzo ciò che ho, piuttosto che ciò che desidero, perché ciò che ho è mio: la mia vita, la mia famiglia, i miei amici. Ho deciso di condividere questo perché mi sono chiesto: perché aspettare così tanto tempo per cercare la felicità? Non dobbiamo essere anziani per praticare questi insegnamenti!
    Like
    2
    0 Commentaires 0 Parts 1KB Vue
  • ROCK SALVATION
    La terza via tra caos e coscienza

    Credo nella via "mediana". Credo nella mediazione e nella ricerca di un equilibrio che oggi ci serve come il pane . E quando dico via mediana, mi riferisco a quell’onda che abbiamo cercato anni fa, chiamata anche “terza via”. No, non è quell'equidistanza democristiana fluttuante che odora di compromessi sterili. Sia chiaro, per i malpensanti.

    E oggi mi fa piacere che questa via del dialogo, questo fragile sentiero d'equilibrio, arrivi ancora una volta dal #Rock. Da chi, dentro al caos creativo, ha saputo sublimare la propria inquietudine in suono e parola. Thom Yorke, come altri poeti del suono – Roger Waters, o in forma più silenziosa Eric Clapton (che sale sul palco con una chitarra palestinese) – oggi ci offre parole che hanno il sapore di un coraggio diverso. Di un equilibrio pensato, sofferto. E io, quelle parole, le sento mie. Le condivido. Le rilancio.

    ❗️Perché no, non sempre nella vita esiste l’obbligo di schierarsi. Non sempre serve scegliere tra una contrada o l’altra, in queste moderne guerre tribali tra vax e no vax, palestinesi e israeliani, russi e ucraini. Sembrano gironi di Champions League della coscienza, con tanto di quote da scommessa pseudocalcistica .
    La vita non è solo dicotomia. Ci vuole coraggio – vero coraggio – per voler (e saper) percorrere la via mediana. Quella in cui i problemi si affrontano con precisione chirurgica, dove si cerca la negoziazione come strumento di civiltà. Una via che tarda ad arrivare perché il mondo, oggi, ha disimparato a praticarla.
    Ed è allora che arte, cultura, e in questo caso il rock sperimentale di chi non ha padroni, tornano a farci da bussola.

    Ecco, le parole di Thom Yorke non sono un j’accuse né un manifesto pacifista da bacheca scolastica. Sono riflessioni lucide, scomode, profondamente umane. Le sue parole riecheggiano proprio quella terza via che rivendichiamo.

    “Spero che per chiunque abbia mai ascoltato una nota della musica della mia band o di qualsiasi altra musica che ho creato nel corso degli anni, o abbia guardato la copertina o letto un qualsiasi testo, sia ovvio che non potrei mai supportare alcuna forma di estremismo o disumanizzazione degli altri.”

    Parole che non si piegano né a slogan né a tifoserie. Yorke lo dice senza infingimenti, quando denuncia l’agire dell’attuale governo israeliano:

    “Penso che Netanyahu e la sua banda di estremisti siano totalmente fuori controllo e debbano essere fermati, e che la comunità internazionale dovrebbe esercitare tutta la pressione possibile su di loro affinché cessino. La loro scusa di autodifesa si è esaurita da tempo ed è stata sostituita da un palese desiderio di prendere il controllo di Gaza e della Cisgiordania permanentemente.”

    “Credo che questa amministrazione ultranazionalista si sia nascosta dietro un popolo terrorizzato e addolorato e lo abbia usato per deviare ogni critica, usando quella paura e quel dolore per promuovere la sua agenda ultranazionalista con conseguenze terribili, come vediamo ora con l'orribile blocco degli aiuti a Gaza.”

    Ma attenzione: non c'è parzialità. Non c'è adesione cieca a una sola parte. Yorke mette sotto lente anche l’altro lato:

    “Allo stesso tempo, l'incondizionato ritornello di Palestina Libera che ci circonda non risponde alla semplice domanda: perché gli ostaggi non sono ancora stati tutti restituiti? Per quale possibile motivo? Perché Hamas ha scelto gli atti davvero orribili del 7 ottobre?”

    “La risposta sembra ovvia, e credo che anche Hamas scelga di nascondersi dietro le sofferenze del suo popolo, in modo altrettanto cinico, per i propri scopi.”

    Yorke non gioca a fare il moderato da talk show. Prende posizione. Ma la sua è una posizione mediana, non neutrale. È il coraggio di chiamare le cose con il loro nome, senza rinunciare alla complessità. Senza cedere alle tifoserie.

    No, non è paraculaggine questa. Né mancanza di coraggio. Tutt’altro.
    Perché è proprio quando ci dividiamo in fazioni d’opinionismo e in sacche di resistenza ideologica, che diventiamo la caricatura di quella pace che diciamo di voler costruire. Anche qui, sui social, tra commenti urlati e condivisioni da tastiera.


    Serve invece il coraggio di guardare in faccia le contraddizioni. Di non avere paura della complessità. Di non cercare scorciatoie morali. Perché la vera pace non è mai un atto di schieramento. È un lavoro chirurgico, continuo, spesso ingrato.
    E non è un caso se anni fa fu un poeta del rock – non un politico – a cantare:
    "Give peace a chance".

    Rock docet.

    #ThomYorke #TheSmile #Radiohead #PeaceNotSides #MusicaImpegnata #RockPoetico #ArteEDialogo #ViaMediana #RockSalvation #NoToExtremism #MusicaChePensa #ThirdWay #StopHamas #StopNetanyahu #TomYorkeQuotes #GivePeaceAChance #MusicForPeace #Palestina #Israele #RockAndPolitics #ThinkBeforeYouShout #Equilibrio
    🎸 ROCK SALVATION 🤘 La terza via tra caos e coscienza 🌪️🕊️ Credo nella via "mediana". Credo nella mediazione e nella ricerca di un equilibrio che oggi ci serve come il pane 🍞. E quando dico via mediana, mi riferisco a quell’onda che abbiamo cercato anni fa, chiamata anche “terza via”. No, non è quell'equidistanza democristiana fluttuante che odora di compromessi sterili. Sia chiaro, per i malpensanti. E oggi mi fa piacere che questa via del dialogo, questo fragile sentiero d'equilibrio, arrivi ancora una volta dal #Rock. Da chi, dentro al caos creativo, ha saputo sublimare la propria inquietudine in suono e parola. Thom Yorke, come altri poeti del suono – Roger Waters, o in forma più silenziosa Eric Clapton (che sale sul palco con una chitarra palestinese) – oggi ci offre parole che hanno il sapore di un coraggio diverso. Di un equilibrio pensato, sofferto. E io, quelle parole, le sento mie. Le condivido. Le rilancio. ❗️Perché no, non sempre nella vita esiste l’obbligo di schierarsi. Non sempre serve scegliere tra una contrada o l’altra, in queste moderne guerre tribali tra vax e no vax, palestinesi e israeliani, russi e ucraini. Sembrano gironi di Champions League della coscienza, con tanto di quote da scommessa pseudocalcistica 🎲⚽. La vita non è solo dicotomia. Ci vuole coraggio – vero coraggio – per voler (e saper) percorrere la via mediana. Quella in cui i problemi si affrontano con precisione chirurgica, dove si cerca la negoziazione come strumento di civiltà. Una via che tarda ad arrivare perché il mondo, oggi, ha disimparato a praticarla. Ed è allora che arte, cultura, e in questo caso il rock sperimentale di chi non ha padroni, tornano a farci da bussola. 🎧🌍 👉Ecco, le parole di Thom Yorke non sono un j’accuse né un manifesto pacifista da bacheca scolastica. Sono riflessioni lucide, scomode, profondamente umane. Le sue parole riecheggiano proprio quella terza via che rivendichiamo. “Spero che per chiunque abbia mai ascoltato una nota della musica della mia band o di qualsiasi altra musica che ho creato nel corso degli anni, o abbia guardato la copertina o letto un qualsiasi testo, sia ovvio che non potrei mai supportare alcuna forma di estremismo o disumanizzazione degli altri.” Parole che non si piegano né a slogan né a tifoserie. Yorke lo dice senza infingimenti, quando denuncia l’agire dell’attuale governo israeliano: “Penso che Netanyahu e la sua banda di estremisti siano totalmente fuori controllo e debbano essere fermati, e che la comunità internazionale dovrebbe esercitare tutta la pressione possibile su di loro affinché cessino. La loro scusa di autodifesa si è esaurita da tempo ed è stata sostituita da un palese desiderio di prendere il controllo di Gaza e della Cisgiordania permanentemente.” “Credo che questa amministrazione ultranazionalista si sia nascosta dietro un popolo terrorizzato e addolorato e lo abbia usato per deviare ogni critica, usando quella paura e quel dolore per promuovere la sua agenda ultranazionalista con conseguenze terribili, come vediamo ora con l'orribile blocco degli aiuti a Gaza.” Ma attenzione: non c'è parzialità. Non c'è adesione cieca a una sola parte. Yorke mette sotto lente anche l’altro lato: “Allo stesso tempo, l'incondizionato ritornello di Palestina Libera che ci circonda non risponde alla semplice domanda: perché gli ostaggi non sono ancora stati tutti restituiti? Per quale possibile motivo? Perché Hamas ha scelto gli atti davvero orribili del 7 ottobre?” “La risposta sembra ovvia, e credo che anche Hamas scelga di nascondersi dietro le sofferenze del suo popolo, in modo altrettanto cinico, per i propri scopi.” Yorke non gioca a fare il moderato da talk show. Prende posizione. Ma la sua è una posizione mediana, non neutrale. È il coraggio di chiamare le cose con il loro nome, senza rinunciare alla complessità. Senza cedere alle tifoserie. No, non è paraculaggine questa. Né mancanza di coraggio. Tutt’altro. Perché è proprio quando ci dividiamo in fazioni d’opinionismo e in sacche di resistenza ideologica, che diventiamo la caricatura di quella pace che diciamo di voler costruire. Anche qui, sui social, tra commenti urlati e condivisioni da tastiera. 🎭📱 Serve invece il coraggio di guardare in faccia le contraddizioni. Di non avere paura della complessità. Di non cercare scorciatoie morali. Perché la vera pace non è mai un atto di schieramento. È un lavoro chirurgico, continuo, spesso ingrato. E non è un caso se anni fa fu un poeta del rock – non un politico – a cantare: 🎵 "Give peace a chance". Rock docet. #ThomYorke #TheSmile #Radiohead #PeaceNotSides #MusicaImpegnata #RockPoetico #ArteEDialogo #ViaMediana #RockSalvation #NoToExtremism #MusicaChePensa #ThirdWay #StopHamas #StopNetanyahu #TomYorkeQuotes #GivePeaceAChance #MusicForPeace #Palestina #Israele #RockAndPolitics #ThinkBeforeYouShout #Equilibrio
    Like
    1
    0 Commentaires 0 Parts 8KB Vue
  • NON SIAMO ISOLE

    Questa volta ho evitato di unirmi al solito carosello di post, foto d'archivio, citazioni a effetto e commemorazioni che sembrano più esercizi di stile che autentici tributi. No, niente faccioni sorridenti o articoli preconfezionati. E neanche lo sport preferito del nostro Paese: infilare polemica politica anche nel momento del silenzio.

    Stavolta non mi va.
    Non perché non ci sia da dire — ma perché forse c'è più valore nel fermarsi e riflettere davvero.
    In mezzo al rumore, mi è tornata alla mente una frase semplice ma potente di Papa Francesco pronunciata durante l'Udienza generale dell'11 Settembre del 2013:

    "I cristiani non sono isole."

    Ora, anche chi — come me — vive la politica come un fatto laico, non può ignorare la potenza di questo pensiero. Lo trovo estremamente attuale, quasi più urgente oggi che allora.

    Nel nostro panorama politico, si parla tanto di "comunità". Ma spesso è solo una parola riempita di strategia e vuotata di sostanza. A volte siamo "comunità" solo quando ci conviene, per rafforzare l'identità del nostro piccolo gruppo. Altre volte, invece, la competizione — quella sì feroce — ci frammenta e ci isola.
    Papa Francesco ci ricorda che la fede — come l’impegno civile e politico — non si vive da soli.
    Non esistono battaglie giuste condotte in solitaria, così come non esistono isole felici autosufficienti.
    Ogni individuo, ogni movimento, ogni partito è parte di un tutto. E quel tutto, ci piaccia o no, funziona solo se interconnesso.
    Non possiamo pensare di brillare nel nostro piccolo arcipelago se attorno il mare si alza e affonda gli altri. Non si vince da soli. E se si perde, si perde tutti.

    "I cristiani non sono isole" significa proprio questo: vivere insieme, condividere, sostenersi. Ed è un messaggio che, al netto della fede, tocca corde profondamente umane e civiche.
    Ecco perché oggi, senza troppa retorica, voglio ringraziare Papa Francesco.
    Perché ci ha lasciato un pensiero che possiamo (e dovremmo) portare fuori dalla Chiesa, per applicarlo anche al nostro fragile tessuto politico e sociale.

    Non so se avremo la forza di trasformarlo in pratica.
    Ma almeno, grazie a lui, abbiamo una direzione.

    #PapaFrancesco #NonSiamoIsole #Comunità #PoliticaEtica #ResponsabilitàCollettiva #Riflessioni #FedeEPotere #PensieroCivico #Solidarietà
    NON SIAMO ISOLE 🌍✝️ Questa volta ho evitato di unirmi al solito carosello di post, foto d'archivio, citazioni a effetto e commemorazioni che sembrano più esercizi di stile che autentici tributi. No, niente faccioni sorridenti o articoli preconfezionati. E neanche lo sport preferito del nostro Paese: infilare polemica politica anche nel momento del silenzio. Stavolta non mi va. Non perché non ci sia da dire — ma perché forse c'è più valore nel fermarsi e riflettere davvero. In mezzo al rumore, mi è tornata alla mente una frase semplice ma potente di Papa Francesco pronunciata durante l'Udienza generale dell'11 Settembre del 2013: "I cristiani non sono isole." Ora, anche chi — come me — vive la politica come un fatto laico, non può ignorare la potenza di questo pensiero. Lo trovo estremamente attuale, quasi più urgente oggi che allora. Nel nostro panorama politico, si parla tanto di "comunità". Ma spesso è solo una parola riempita di strategia e vuotata di sostanza. A volte siamo "comunità" solo quando ci conviene, per rafforzare l'identità del nostro piccolo gruppo. Altre volte, invece, la competizione — quella sì feroce — ci frammenta e ci isola. Papa Francesco ci ricorda che la fede — come l’impegno civile e politico — non si vive da soli. Non esistono battaglie giuste condotte in solitaria, così come non esistono isole felici autosufficienti. Ogni individuo, ogni movimento, ogni partito è parte di un tutto. E quel tutto, ci piaccia o no, funziona solo se interconnesso. Non possiamo pensare di brillare nel nostro piccolo arcipelago se attorno il mare si alza e affonda gli altri. Non si vince da soli. E se si perde, si perde tutti. "I cristiani non sono isole" significa proprio questo: vivere insieme, condividere, sostenersi. Ed è un messaggio che, al netto della fede, tocca corde profondamente umane e civiche. Ecco perché oggi, senza troppa retorica, voglio ringraziare Papa Francesco. Perché ci ha lasciato un pensiero che possiamo (e dovremmo) portare fuori dalla Chiesa, per applicarlo anche al nostro fragile tessuto politico e sociale. Non so se avremo la forza di trasformarlo in pratica. Ma almeno, grazie a lui, abbiamo una direzione. #PapaFrancesco #NonSiamoIsole #Comunità #PoliticaEtica #ResponsabilitàCollettiva #Riflessioni #FedeEPotere #PensieroCivico #Solidarietà
    0 Commentaires 0 Parts 6KB Vue
  • SALVATE IL SOLDATO ZELENSKY
    Diplomazia o spettacolo? Il paradosso della politica internazionale

    La saggezza popolare suggerisce che chi è più maturo lo dimostri con i fatti. Ma osservando la gestione della crisi internazionale, la maturità sembra un valore in declino. Se la pace deve dipendere da logiche di potere e dinamiche mediatiche, allora lo scenario è tutt'altro che rassicurante. L’incontro di ieri alla Casa Bianca—se così si può definire—ha rappresentato un ulteriore episodio di imbarazzo e stallo, con la cacciata di Zelensky e l'annullamento della conferenza stampa di rito. Un momento che, al di là delle simpatie e delle narrazioni di parte, impone riflessioni profonde su ciò che è rimasto della diplomazia internazionale.

    Il tramonto della diplomazia tradizionale. L'incontro tra il presidente-tycoon Trump e il "soldato" Zelensky ha sancito definitivamente un cambio di paradigma: il dialogo diplomatico, inteso come disciplina dell'equilibrio e del confronto strategico, sembra superato. Al suo posto, domina la logica dello show system, in linea con una politica ormai plasmata dalle dinamiche mediatiche e dallo spin doctoring degli apparati governativi. La gestione delle crisi è diventata un prodotto da confezionare per il pubblico globale, più che un processo da costruire con lucidità.

    Spettacolarizzazione e trasparenza distorta. La trattativa di pace, per sua natura, richiederebbe discrezione, strategia e negoziati approfonditi. Tuttavia, oggi il concetto di trasparenza è spesso utilizzato per giustificare una narrazione spettacolare degli eventi, trasformando la politica estera in un format da prime time. Churchill e altri grandi leader hanno scritto la storia senza la necessità di telecamere accese: il loro peso politico derivava dall'azione, non dalla messinscena.

    L'Europa? Spettatore passivo. I nostri leader, invece di mantenere una posizione neutrale e responsabile, continuano a farsi trascinare nel tifo da stadio, difendendo l’aggredito di turno che viene però trattato dagli USA come un venditore porta a porta. L'Italia? Ancora una volta in una posizione defilata, intrappolata nella sua insignificanza politica. E ora che si fa? Un altro summit tra alleati? Certo, ma magari senza isterismi da prima serata.

    Una narrazione mediatica tossica. Oggi, i titoli dei media parlano di "agguato", "trappola", "sberla diplomatica". Un linguaggio volutamente incendiario, che contribuisce ad alimentare una guerra psicologica ancor prima che militare. Ma il vero punto non è l'ennesimo scontro verbale tra leader, né la prevedibile rigidità delle loro posizioni. Il tema centrale è la totale assenza di una visione diplomatica autentica.

    L'incontro di ieri non è stato un passo avanti, né una svolta strategica. È stato un capitolo inutile, privo di sostanza e prospettiva. Da archiviare immediatamente.

    #TrumpVsZelensky #Geopolitica #CasaBianca #ShowPolitico #UkraineCrisis #politicainternazionale
    SALVATE IL SOLDATO ZELENSKY 🎭 Diplomazia o spettacolo? Il paradosso della politica internazionale La saggezza popolare suggerisce che chi è più maturo lo dimostri con i fatti. Ma osservando la gestione della crisi internazionale, la maturità sembra un valore in declino. Se la pace deve dipendere da logiche di potere e dinamiche mediatiche, allora lo scenario è tutt'altro che rassicurante. L’incontro di ieri alla Casa Bianca—se così si può definire—ha rappresentato un ulteriore episodio di imbarazzo e stallo, con la cacciata di Zelensky e l'annullamento della conferenza stampa di rito. Un momento che, al di là delle simpatie e delle narrazioni di parte, impone riflessioni profonde su ciò che è rimasto della diplomazia internazionale. ⚫ Il tramonto della diplomazia tradizionale. L'incontro tra il presidente-tycoon Trump e il "soldato" Zelensky ha sancito definitivamente un cambio di paradigma: il dialogo diplomatico, inteso come disciplina dell'equilibrio e del confronto strategico, sembra superato. Al suo posto, domina la logica dello show system, in linea con una politica ormai plasmata dalle dinamiche mediatiche e dallo spin doctoring degli apparati governativi. La gestione delle crisi è diventata un prodotto da confezionare per il pubblico globale, più che un processo da costruire con lucidità. ⚫ Spettacolarizzazione e trasparenza distorta. La trattativa di pace, per sua natura, richiederebbe discrezione, strategia e negoziati approfonditi. Tuttavia, oggi il concetto di trasparenza è spesso utilizzato per giustificare una narrazione spettacolare degli eventi, trasformando la politica estera in un format da prime time. Churchill e altri grandi leader hanno scritto la storia senza la necessità di telecamere accese: il loro peso politico derivava dall'azione, non dalla messinscena. ⚫ L'Europa? Spettatore passivo. I nostri leader, invece di mantenere una posizione neutrale e responsabile, continuano a farsi trascinare nel tifo da stadio, difendendo l’aggredito di turno che viene però trattato dagli USA come un venditore porta a porta. L'Italia? Ancora una volta in una posizione defilata, intrappolata nella sua insignificanza politica. E ora che si fa? Un altro summit tra alleati? Certo, ma magari senza isterismi da prima serata. ⚫ Una narrazione mediatica tossica. Oggi, i titoli dei media parlano di "agguato", "trappola", "sberla diplomatica". Un linguaggio volutamente incendiario, che contribuisce ad alimentare una guerra psicologica ancor prima che militare. Ma il vero punto non è l'ennesimo scontro verbale tra leader, né la prevedibile rigidità delle loro posizioni. Il tema centrale è la totale assenza di una visione diplomatica autentica. L'incontro di ieri non è stato un passo avanti, né una svolta strategica. È stato un capitolo inutile, privo di sostanza e prospettiva. Da archiviare immediatamente. #TrumpVsZelensky #Geopolitica #CasaBianca #ShowPolitico #UkraineCrisis #politicainternazionale
    0 Commentaires 0 Parts 12KB Vue
  • Nell'arco di 48 ore, dopo la caduta di Assad, Israele: ha inglobato un territorio siriano due volte la striscia di Gaza; ha dichiarato che le alture del Golan, territorio siriano occupato nel 1981, saranno territorio di Israele da qui all'eternità; ha bombardato gli aeroporti militari siriani; ha bombardato e distrutto la marina siriana; ha bombardato i centri di ricerca siriani a Damasco.

    Mi vengono in mente quelle scene della savana in cui, quando un leone è anziano o ferito, arrivano le iene e lo fanno a brandelli mentre agonizza.

    Intanto i "terroristi moderati" giunti al potere hanno iniziato, come da programma, a spartirsi un po' di pezzi della carcassa siriana, inclusa la popolazione civile e i suoi averi.

    Nel frattempo, caduto il terribile ed oppressivo regime di Assad, non c'è più ragione di permettere ai profughi siriani di fuggire in Europa. Conseguentemente, ora che la libertà è finalmente conquistata, Germania, Austria e Regno Unito hanno bloccato la procedura di richiesta di asilo da parte dei profughi siriani.

    Una volta che in Occidente avremo finito di congratularci con noi stessi per aver aiutato una volta di più un virtuoso processo di conquista della libertà nei popoli oppressi, magari qualcuno potrebbe spendere un paio di riflessioni nel valutare se sia più libero un cittadino che ripiomba nell'arbitrio ferino di un caos permanente (modello Afghanistan, Iraq, Libia, oggi Siria) o un cittadino sotto un governo di tipo monarchico-imperiale (come il 99% dei governi della storia).

    Il progetto dei criminali israeliani.
    Nell'arco di 48 ore, dopo la caduta di Assad, Israele: ha inglobato un territorio siriano due volte la striscia di Gaza; ha dichiarato che le alture del Golan, territorio siriano occupato nel 1981, saranno territorio di Israele da qui all'eternità; ha bombardato gli aeroporti militari siriani; ha bombardato e distrutto la marina siriana; ha bombardato i centri di ricerca siriani a Damasco. Mi vengono in mente quelle scene della savana in cui, quando un leone è anziano o ferito, arrivano le iene e lo fanno a brandelli mentre agonizza. Intanto i "terroristi moderati" giunti al potere hanno iniziato, come da programma, a spartirsi un po' di pezzi della carcassa siriana, inclusa la popolazione civile e i suoi averi. Nel frattempo, caduto il terribile ed oppressivo regime di Assad, non c'è più ragione di permettere ai profughi siriani di fuggire in Europa. Conseguentemente, ora che la libertà è finalmente conquistata, Germania, Austria e Regno Unito hanno bloccato la procedura di richiesta di asilo da parte dei profughi siriani. Una volta che in Occidente avremo finito di congratularci con noi stessi per aver aiutato una volta di più un virtuoso processo di conquista della libertà nei popoli oppressi, magari qualcuno potrebbe spendere un paio di riflessioni nel valutare se sia più libero un cittadino che ripiomba nell'arbitrio ferino di un caos permanente (modello Afghanistan, Iraq, Libia, oggi Siria) o un cittadino sotto un governo di tipo monarchico-imperiale (come il 99% dei governi della storia). Il progetto dei criminali israeliani.
    Angry
    2
    0 Commentaires 0 Parts 3KB Vue
  • “Invisibili - storie di straordinaria resistenza” - presentazione del libro - Bareggio 05/10/24 - 10 e ultima parte

    “Invisibili - storie di straordinaria resistenza” dell’autore e regista Paolo Cassina sabato 5 ottobre - ore 20:30 - Auditorium Madre Teresa di Calcutta di Bareggio (MI) - una serata di letture, riflessioni e approfondimenti a cui parteciperanno tutti i protagonisti del libro, che hanno raccontato all’autore la loro esperienza di sofferenza, ma soprattutto di resistenza alle coercizioni che si sono manifestate durante gli anni della pandemia. Tramite loro si farà un punto medico, giuridico, mediatico e sociale sulla situazione attuale per non dimenticare un periodo che ha cambiato la vita di tutti i cittadini italiani. Una serata unica ed irripetibile.

    Interventi del pubblico in sala - decima ed ultima parte

    Ospiti e protagonisti del libro di Paolo Cassina sono:

    Manola Bozzelli - Avv. Presidente dell'Associazione Arbitrium PSG
    Paolo Schicchi - Medico Chirurgo
    Sergio Barbesta - docente
    Simona Boccuti - Fondatrice de "Il popolo delle mamme" - Presidente Rinascita nazionale - per una scuola sana
    Emilia Padovano - Assistente Sociale
    Andrea Sillo e Paola Dalle Rive - Presidente e segretaria Ass. Nazionale Persone in Cammino, danneggiati vaccino Covid-19
    Oxana Nesterenko - Mamma di Giulia Lucenti

    Si ringraziano: Radio Libera, Raimbow Television, TeleMilano, 100 Giorni da Leoni, Giorgio Bianchi e Scenario.press per la sponsorizzazione dell'evento.

    https://rumble.com/v5hu4y2-invisibili-storie-di-straordinaria-resistenza-pres.-del-libro-bareggio-0510.html?mref=2wyiuy&mc=6s5ce

    #invisibili
    #paolocassina
    #manolabozzelli
    #paoloschicchi
    #sergiobarbesta
    #simonaboccuti
    #emiliapadovano
    #andreasillo
    #paoladallerive
    #oxananesterenko
    #giulialucenti
    “Invisibili - storie di straordinaria resistenza” - presentazione del libro - Bareggio 05/10/24 - 10 e ultima parte “Invisibili - storie di straordinaria resistenza” dell’autore e regista Paolo Cassina sabato 5 ottobre - ore 20:30 - Auditorium Madre Teresa di Calcutta di Bareggio (MI) - una serata di letture, riflessioni e approfondimenti a cui parteciperanno tutti i protagonisti del libro, che hanno raccontato all’autore la loro esperienza di sofferenza, ma soprattutto di resistenza alle coercizioni che si sono manifestate durante gli anni della pandemia. Tramite loro si farà un punto medico, giuridico, mediatico e sociale sulla situazione attuale per non dimenticare un periodo che ha cambiato la vita di tutti i cittadini italiani. Una serata unica ed irripetibile. Interventi del pubblico in sala - decima ed ultima parte Ospiti e protagonisti del libro di Paolo Cassina sono: Manola Bozzelli - Avv. Presidente dell'Associazione Arbitrium PSG Paolo Schicchi - Medico Chirurgo Sergio Barbesta - docente Simona Boccuti - Fondatrice de "Il popolo delle mamme" - Presidente Rinascita nazionale - per una scuola sana Emilia Padovano - Assistente Sociale Andrea Sillo e Paola Dalle Rive - Presidente e segretaria Ass. Nazionale Persone in Cammino, danneggiati vaccino Covid-19 Oxana Nesterenko - Mamma di Giulia Lucenti Si ringraziano: Radio Libera, Raimbow Television, TeleMilano, 100 Giorni da Leoni, Giorgio Bianchi e Scenario.press per la sponsorizzazione dell'evento. https://rumble.com/v5hu4y2-invisibili-storie-di-straordinaria-resistenza-pres.-del-libro-bareggio-0510.html?mref=2wyiuy&mc=6s5ce #invisibili #paolocassina #manolabozzelli #paoloschicchi #sergiobarbesta #simonaboccuti #emiliapadovano #andreasillo #paoladallerive #oxananesterenko #giulialucenti
    Like
    Love
    2
    0 Commentaires 0 Parts 19KB Vue
  • “Invisibili - storie di straordinaria resistenza” - presentazione del libro - Bareggio 05/10/24 - 9 parte

    “Invisibili - storie di straordinaria resistenza” dell’autore e regista Paolo Cassina sabato 5 ottobre - ore 20:30 - Auditorium Madre Teresa di Calcutta di Bareggio (MI) - una serata di letture, riflessioni e approfondimenti a cui parteciperanno tutti i protagonisti del libro, che hanno raccontato all’autore la loro esperienza di sofferenza, ma soprattutto di resistenza alle coercizioni che si sono manifestate durante gli anni della pandemia. Tramite loro si farà un punto medico, giuridico, mediatico e sociale sulla situazione attuale per non dimenticare un periodo che ha cambiato la vita di tutti i cittadini italiani. Una serata unica ed irripetibile.

    Intervento di Oxana Nesterenko - Mamma di Giulia Lucenti - Parte Seconda
    Intervento di Sergio Barbesta - docente
    Intervento di Manola Bozzelli - Avv. Presidente dell'Associazione Arbitrium PSG
    Intervento di Raffaella Farinelli - organizzatrice della serata
    Interventi del pubblico in sala

    Ospiti e protagonisti del libro di Paolo Cassina sono:

    Manola Bozzelli - Avv. Presidente dell'Associazione Arbitrium PSG
    Paolo Schicchi - Medico Chirurgo
    Sergio Barbesta - docente
    Simona Boccuti - Fondatrice de "Il popolo delle mamme" - Presidente Rinascita nazionale - per una scuola sana
    Emilia Padovano - Assistente Sociale
    Andrea Sillo e Paola Dalle Rive - Presidente e segretaria Ass. Nazionale Persone in Cammino, danneggiati vaccino Covid-19
    Oxana Nesterenko - Mamma di Giulia Lucenti

    Si ringraziano: Radio Libera, Raimbow Television, TeleMilano, 100 Giorni da Leoni, Giorgio Bianchi e Scenario.press per la sponsorizzazione dell'evento.

    https://rumble.com/v5hu4t9-invisibili-storie-di-straordinaria-resistenza-pres.-del-libro-bareggio-0510.html?mref=2wyiuy&mc=6s5ce

    #invisibili
    #paolocassina
    #manolabozzelli
    #paoloschicchi
    #sergiobarbesta
    #simonaboccuti
    #emiliapadovano
    #andreasillo
    #paoladallerive
    #oxananesterenko
    #giulialucenti
    “Invisibili - storie di straordinaria resistenza” - presentazione del libro - Bareggio 05/10/24 - 9 parte “Invisibili - storie di straordinaria resistenza” dell’autore e regista Paolo Cassina sabato 5 ottobre - ore 20:30 - Auditorium Madre Teresa di Calcutta di Bareggio (MI) - una serata di letture, riflessioni e approfondimenti a cui parteciperanno tutti i protagonisti del libro, che hanno raccontato all’autore la loro esperienza di sofferenza, ma soprattutto di resistenza alle coercizioni che si sono manifestate durante gli anni della pandemia. Tramite loro si farà un punto medico, giuridico, mediatico e sociale sulla situazione attuale per non dimenticare un periodo che ha cambiato la vita di tutti i cittadini italiani. Una serata unica ed irripetibile. Intervento di Oxana Nesterenko - Mamma di Giulia Lucenti - Parte Seconda Intervento di Sergio Barbesta - docente Intervento di Manola Bozzelli - Avv. Presidente dell'Associazione Arbitrium PSG Intervento di Raffaella Farinelli - organizzatrice della serata Interventi del pubblico in sala Ospiti e protagonisti del libro di Paolo Cassina sono: Manola Bozzelli - Avv. Presidente dell'Associazione Arbitrium PSG Paolo Schicchi - Medico Chirurgo Sergio Barbesta - docente Simona Boccuti - Fondatrice de "Il popolo delle mamme" - Presidente Rinascita nazionale - per una scuola sana Emilia Padovano - Assistente Sociale Andrea Sillo e Paola Dalle Rive - Presidente e segretaria Ass. Nazionale Persone in Cammino, danneggiati vaccino Covid-19 Oxana Nesterenko - Mamma di Giulia Lucenti Si ringraziano: Radio Libera, Raimbow Television, TeleMilano, 100 Giorni da Leoni, Giorgio Bianchi e Scenario.press per la sponsorizzazione dell'evento. https://rumble.com/v5hu4t9-invisibili-storie-di-straordinaria-resistenza-pres.-del-libro-bareggio-0510.html?mref=2wyiuy&mc=6s5ce #invisibili #paolocassina #manolabozzelli #paoloschicchi #sergiobarbesta #simonaboccuti #emiliapadovano #andreasillo #paoladallerive #oxananesterenko #giulialucenti
    Like
    Love
    2
    0 Commentaires 0 Parts 19KB Vue
Plus de résultats