• Come cəzzo ha fatto mio padre, operaio, a mantenere una famiglia con 7 figli, andare in vacanza ogni anno per 1 mese, ***** 1 mese, mandare 5 figli all’università, senza mai chiedere niente a nessuno?

    Nel 1985, mio padre guadagnava circa 750.000 lire, la benzina costava 1.200 lire, il tram 500 lire, 1 giornale 650 lire, il pane 1.200 lire, 1 caffè 400 lire, il latte 700 lire, 1 litro di vino 900 lire, l’oro andava a 11.000 lire (ecco perché mio padre aveva una valanga di oro, con 750.000 lire poteva comprare 70 grammi di oro, oggi 70 grammi di oro costano 5.460 euro, avete capito bene *****).

    Mio padre prendeva una barca di lire di assegni familiari, quasi alla pari dello stipendio per 7 figli.
    Aveva una Fiat 127, pagata poco più di 900mila lire, ossia meno di 3 stipendi (oggi una macchina demerda Fiat costa sui 18.000 euro, ossia, 12 stipendi di un operaio.)
    Una vita straordinaria! Con uno stipendio da operaio è riuscito nella mastodontica impresa di:
    Comprare casa (senza garante)

    Comprare casa al mare (senza garante)

    Mandare 7 figli a scuola, 5 all’università, 4 laureati, 3 diplomati.

    Sposare 7 figli (senza l’aiuto di nessuno)

    Comprato 5 auto nuove, 3 ciclomotori, 1 moto e 4 biciclette.

    E c’è qualche STRONZ0NE, che osa dire che oggi viviamo nel benessere.
    MA ANDATE A FARE IN CULO.
    Manco una vacanza di una settimana riescono a fare gli italiani…

    Riflessione:
    Un paese STRA FALLITO!
    E sti gran cəzzi non ce lo mettiamo?
    Come cəzzo ha fatto mio padre, operaio, a mantenere una famiglia con 7 figli, andare in vacanza ogni anno per 1 mese, cazzo 1 mese, mandare 5 figli all’università, senza mai chiedere niente a nessuno? Nel 1985, mio padre guadagnava circa 750.000 lire, la benzina costava 1.200 lire, il tram 500 lire, 1 giornale 650 lire, il pane 1.200 lire, 1 caffè 400 lire, il latte 700 lire, 1 litro di vino 900 lire, l’oro andava a 11.000 lire (ecco perché mio padre aveva una valanga di oro, con 750.000 lire poteva comprare 70 grammi di oro, oggi 70 grammi di oro costano 5.460 euro, avete capito bene cazzo). Mio padre prendeva una barca di lire di assegni familiari, quasi alla pari dello stipendio per 7 figli. Aveva una Fiat 127, pagata poco più di 900mila lire, ossia meno di 3 stipendi (oggi una macchina demerda Fiat costa sui 18.000 euro, ossia, 12 stipendi di un operaio.) Una vita straordinaria! Con uno stipendio da operaio è riuscito nella mastodontica impresa di: Comprare casa (senza garante) Comprare casa al mare (senza garante) Mandare 7 figli a scuola, 5 all’università, 4 laureati, 3 diplomati. Sposare 7 figli (senza l’aiuto di nessuno) Comprato 5 auto nuove, 3 ciclomotori, 1 moto e 4 biciclette. E c’è qualche STRONZ0NE, che osa dire che oggi viviamo nel benessere. MA ANDATE A FARE IN CULO. Manco una vacanza di una settimana riescono a fare gli italiani… Riflessione: Un paese STRA FALLITO! E sti gran cəzzi non ce lo mettiamo?
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  • Samsung Z Flip 4 Screen Replacement Cost: Complete Guide to Flip Display Repair & Pricing in 2026

    Learn everything about Samsung Z Flip 4 flip display repair, including updated screen replacement costs, repair timelines, and ways to avoid extra charges in 2026.
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  • “Dio ti aiuti, prego per te.”

    Sembrano parole inoffensive, vero?

    Eppure, dirle in luogo pubblico potrebbe presto costare l’arresto, un processo e una multa.

    Non in Cina, India o Pakistan.

    In Italia.

    Poche settimane fa, l’Emilia-Romagna ha approvato la Risoluzione 284/2025 che minaccia gravemente la libertà religiosa, di opinione ed espressione.

    Con l’intervento delle forze dell’ordine, vogliono creare cosiddette “zone sicure” nei pressi di ospedali, cliniche e consultori. In ogni città.

    Ma zone sicure da cosa?

    Da qualsiasi evento sospettato di essere “a favore della vita nascente”, come un volantinaggio per offrire ascolto e aiuto a mamme incinte e persino momenti di preghiera silenziosa.

    Dicono che serva a non “turbare” le donne intenzionate ad abortire. Vuoi la verità? Serve a impedire che una donna possa cambiare idea.

    Gli effetti pratici saranno devastanti.

    Quartieri in cui sarà vietato affermare che nel grembo della mamma c’è un bimbo e non un grumo di cellule (una verità scientifica).

    Strade e piazze in cui sarà vietato camminare pregando il Rosario, perché c’è un ospedale nei paraggi e potrebbe “turbare” qualcuno.

    La Risoluzione non riguarda solo l’Emilia-Romagna, perché chiede al Parlamento di estendere questa censura illiberale e anticristiana in tutta Italia.

    Se restiamo in silenzio di fronte a questo abuso, altre regioni si aggiungeranno e presto il caso finirà in Parlamento. Rischiamo di essere travolti.

    Noi siamo un gruppo di semplici cittadini che hanno a cuore, come te, la vita e la libertà di difenderla: unisciti a noi per denunciare e fermare questo gravissimo abuso.

    Firma la petizione, aiutaci: No all’istituzione di “zone sicure” in Italia per vietare di difendere la vita e sostenere le maternità difficili. Pregare e offrire aiuto non è un crimine!

    Firma ora la petizione cliccando qui!
    https://www.provitaefamiglia.it/petizione/arrestati-per-unave-maria-no-alle-zone-sicure-in-italia-firma-ora-2

    Ti immagini cosa potrebbe accadere a breve a Bologna, Modena o Reggio Emilia (e poi Roma, Milano, Napoli, Catania….)?

    Potresti vedere per strada cartelli del genere:

    Attenzione! Stai entrando in una “zona sicura”: da qui è severamente vietato pregare, offrire aiuti a donne incinte o esprimere opinioni a favore della vita nascente.

    Ti sembra impossibile, vero?

    Ma è proprio così che iniziano le persecuzioni. Si comincia sempre dicendo: “No, non può accadere!”.

    E poi, un giorno, accade.

    All'estero accade già da anni.

    In Inghilterra proprio una nostra connazionale, Livia, è stata processata e condannata a pagare 20mila sterline per aver violato una “zona sicura”.

    La colpa di Livia?

    Aver sostato nei pressi di una clinica abortiva, in assoluto silenzio, con un cartello che diceva solo: “Sono qui per parlare, se vuoi”.

    Arrestata, processata, condannata.

    Francia, Spagna, Australia, Canada, Stati Uniti… sempre più Stati occidentali stanno creando “zone” dove offrire un volantino a sostegno della maternità o pregare un’Ave Maria può costare multe salate.

    Se non agiamo ora, con forza, l’Italia sarà la prossima nazione su questa lista nera. Noi non vogliamo che accada, e tu?

    Pregare e offrire aiuto non è un crimine: firma ora la petizione e chiedi al Presidente dell’Emilia-Romagna Michele de Pascale (Pd) di bloccare la creazione di “zone” vietate ai cittadini in base alle loro opinioni o al loro credo religioso!

    La Risoluzione 284/2025 approvata in Emilia-Romagna può ancora essere fermata, così come i suoi effetti a cascata in tutta Italia.

    Gli uffici territoriali stanno lavorando per attivare le “zone sicure” contro chi difende la vita nascente, con l’indicazione di coinvolgere le Prefetture, cioè le forze dell’ordine.

    Ma se migliaia di cittadini - specialmente i cristiani - faranno sentire adesso la loro voce, la Regione dovrà bloccare sul nascere questa persecuzione.

    Firmando ora questa petizione ci aiuterai a impedire che l’Emilia-Romagna apra la strada a una lunga serie di amministrazioni che istituiranno in Italia “zone” vietate ai cittadini in base alle loro opinioni o al loro credo.

    Ci aiuterai a far sì che ogni mamma decisa ad abortire per solitudine, difficoltà economiche o altre cause possa ricevere anche una sola parola di ascolto, di sostegno, di aiuto.

    Forse accadrà a trenta metri dall’ospedale.

    Forse accadrà a trenta minuti dall’aborto.

    Non conta la “zona” o il momento: ogni vita merita un’occasione. Diamogliela.

    Grazie di cuore del tuo aiuto e della tua firma.
    “Dio ti aiuti, prego per te.” Sembrano parole inoffensive, vero? Eppure, dirle in luogo pubblico potrebbe presto costare l’arresto, un processo e una multa. Non in Cina, India o Pakistan. In Italia. Poche settimane fa, l’Emilia-Romagna ha approvato la Risoluzione 284/2025 che minaccia gravemente la libertà religiosa, di opinione ed espressione. Con l’intervento delle forze dell’ordine, vogliono creare cosiddette “zone sicure” nei pressi di ospedali, cliniche e consultori. In ogni città. Ma zone sicure da cosa? Da qualsiasi evento sospettato di essere “a favore della vita nascente”, come un volantinaggio per offrire ascolto e aiuto a mamme incinte e persino momenti di preghiera silenziosa. Dicono che serva a non “turbare” le donne intenzionate ad abortire. Vuoi la verità? Serve a impedire che una donna possa cambiare idea. Gli effetti pratici saranno devastanti. Quartieri in cui sarà vietato affermare che nel grembo della mamma c’è un bimbo e non un grumo di cellule (una verità scientifica). Strade e piazze in cui sarà vietato camminare pregando il Rosario, perché c’è un ospedale nei paraggi e potrebbe “turbare” qualcuno. La Risoluzione non riguarda solo l’Emilia-Romagna, perché chiede al Parlamento di estendere questa censura illiberale e anticristiana in tutta Italia. Se restiamo in silenzio di fronte a questo abuso, altre regioni si aggiungeranno e presto il caso finirà in Parlamento. Rischiamo di essere travolti. Noi siamo un gruppo di semplici cittadini che hanno a cuore, come te, la vita e la libertà di difenderla: unisciti a noi per denunciare e fermare questo gravissimo abuso. Firma la petizione, aiutaci: No all’istituzione di “zone sicure” in Italia per vietare di difendere la vita e sostenere le maternità difficili. Pregare e offrire aiuto non è un crimine! Firma ora la petizione cliccando qui! https://www.provitaefamiglia.it/petizione/arrestati-per-unave-maria-no-alle-zone-sicure-in-italia-firma-ora-2 Ti immagini cosa potrebbe accadere a breve a Bologna, Modena o Reggio Emilia (e poi Roma, Milano, Napoli, Catania….)? Potresti vedere per strada cartelli del genere: Attenzione! Stai entrando in una “zona sicura”: da qui è severamente vietato pregare, offrire aiuti a donne incinte o esprimere opinioni a favore della vita nascente. Ti sembra impossibile, vero? Ma è proprio così che iniziano le persecuzioni. Si comincia sempre dicendo: “No, non può accadere!”. E poi, un giorno, accade. All'estero accade già da anni. In Inghilterra proprio una nostra connazionale, Livia, è stata processata e condannata a pagare 20mila sterline per aver violato una “zona sicura”. La colpa di Livia? Aver sostato nei pressi di una clinica abortiva, in assoluto silenzio, con un cartello che diceva solo: “Sono qui per parlare, se vuoi”. Arrestata, processata, condannata. Francia, Spagna, Australia, Canada, Stati Uniti… sempre più Stati occidentali stanno creando “zone” dove offrire un volantino a sostegno della maternità o pregare un’Ave Maria può costare multe salate. Se non agiamo ora, con forza, l’Italia sarà la prossima nazione su questa lista nera. Noi non vogliamo che accada, e tu? Pregare e offrire aiuto non è un crimine: firma ora la petizione e chiedi al Presidente dell’Emilia-Romagna Michele de Pascale (Pd) di bloccare la creazione di “zone” vietate ai cittadini in base alle loro opinioni o al loro credo religioso! La Risoluzione 284/2025 approvata in Emilia-Romagna può ancora essere fermata, così come i suoi effetti a cascata in tutta Italia. Gli uffici territoriali stanno lavorando per attivare le “zone sicure” contro chi difende la vita nascente, con l’indicazione di coinvolgere le Prefetture, cioè le forze dell’ordine. Ma se migliaia di cittadini - specialmente i cristiani - faranno sentire adesso la loro voce, la Regione dovrà bloccare sul nascere questa persecuzione. Firmando ora questa petizione ci aiuterai a impedire che l’Emilia-Romagna apra la strada a una lunga serie di amministrazioni che istituiranno in Italia “zone” vietate ai cittadini in base alle loro opinioni o al loro credo. Ci aiuterai a far sì che ogni mamma decisa ad abortire per solitudine, difficoltà economiche o altre cause possa ricevere anche una sola parola di ascolto, di sostegno, di aiuto. Forse accadrà a trenta metri dall’ospedale. Forse accadrà a trenta minuti dall’aborto. Non conta la “zona” o il momento: ogni vita merita un’occasione. Diamogliela. Grazie di cuore del tuo aiuto e della tua firma.
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    Arrestati per un’Ave Maria? No alle “zone sicure” in Italia | Firma ora!
    La Regione Emilia-Romagna ha approvato la pericolosa Risoluzione 284/2025 per impedire veglie di preghiera e iniziative a favore della vita nascente nei pre
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  • Relationships can slip into power struggles when one partner feels overshadowed or controlled, creating bitterness and unspoken resentment. These patterns often develop unintentionally but can be fixed. This blog explains how power struggles form and how to break them to build a healthier, more supportive relationship.
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  • Lip Blush Perfection In La

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  • Lamination Brows Near Me

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  • https://www.databridgemarketresearch.com/reports/global-biochar-market

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    Biochar Market Size & Share | Industry Growth 2032
    Biochar Market recorded a value of USD 727.31 Million in 2024 and is likely to attain USD 3,790.06 Million by 2032, increasing at a CAGR of 23.2% (2025–2032).
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  • Il gatto che si vede nella scena d’apertura de Il Padrino… non era previsto.
    Era un randagio. Entrò semplicemente sul set, camminando tra i cavi e i fari come se fosse casa sua, poi saltò sulle ginocchia di Marlon Brando. Si sistemò lì, con la naturalezza di chi ha appena trovato il suo trono.

    Per un istante, tutti si bloccarono.
    Coppola sgranò gli occhi.
    Il tecnico del suono imprecò.
    Ma Brando? Brando abbassò lo sguardo, lo osservò come si guarda un attore arrivato senza copione… e accettò la scena.

    Quando qualcuno cercò di portarlo via, lui alzò una mano:
    «Lasciatelo. Gli animali sanno cose che noi ignoriamo.»

    Coppola esitò. Anni dopo confessò:
    «Temevo che il gatto gli rubasse la scena.»
    E in un certo senso, è quello che successe.

    Durante le riprese, il gatto faceva le fusa così forte da coprire quasi la voce di Brando.
    Il microfonista sussurrava:
    «Non sento il Don. Sembra un tagliaerba.»
    Ma Coppola non fermò niente. Percepiva che, in quell’errore, stava nascendo qualcosa di unico.

    Brando lo accarezzava con una dolcezza quasi ipnotica. Le dita scorrevano sul pelo dell’animale, mentre la voce pronunciava parole di vendetta.
    Un assistente disse:
    «Sembra che sia il gatto a comandare la famiglia, non Don Corleone.»
    Un altro rispose:
    «È per questo che funziona.»

    Perché quella scena era un paradosso perfetto:
    La morbidezza di un animale contro la freddezza del potere.
    La tenerezza domestica dentro il cuore di un boss.

    Quando Coppola disse «stop», Brando sorrise.
    «Avete visto? Sapeva esattamente cosa fare», disse, grattando il mento al gatto.
    Il felino rispose con un’altra fusa, come se fosse appena uscito da una standing ovation.

    Solo in sala di montaggio Coppola capì fino in fondo:
    «Quel gatto… ha dato umanità al Don.»

    Fu un caso.
    Un errore.
    Un miracolo.
    Un gatto di strada che si è infilato nella storia del cinema… e non ne è mai più uscito.
    Il gatto che si vede nella scena d’apertura de Il Padrino… non era previsto. Era un randagio. Entrò semplicemente sul set, camminando tra i cavi e i fari come se fosse casa sua, poi saltò sulle ginocchia di Marlon Brando. Si sistemò lì, con la naturalezza di chi ha appena trovato il suo trono. Per un istante, tutti si bloccarono. Coppola sgranò gli occhi. Il tecnico del suono imprecò. Ma Brando? Brando abbassò lo sguardo, lo osservò come si guarda un attore arrivato senza copione… e accettò la scena. Quando qualcuno cercò di portarlo via, lui alzò una mano: «Lasciatelo. Gli animali sanno cose che noi ignoriamo.» Coppola esitò. Anni dopo confessò: «Temevo che il gatto gli rubasse la scena.» E in un certo senso, è quello che successe. Durante le riprese, il gatto faceva le fusa così forte da coprire quasi la voce di Brando. Il microfonista sussurrava: «Non sento il Don. Sembra un tagliaerba.» Ma Coppola non fermò niente. Percepiva che, in quell’errore, stava nascendo qualcosa di unico. Brando lo accarezzava con una dolcezza quasi ipnotica. Le dita scorrevano sul pelo dell’animale, mentre la voce pronunciava parole di vendetta. Un assistente disse: «Sembra che sia il gatto a comandare la famiglia, non Don Corleone.» Un altro rispose: «È per questo che funziona.» Perché quella scena era un paradosso perfetto: La morbidezza di un animale contro la freddezza del potere. La tenerezza domestica dentro il cuore di un boss. Quando Coppola disse «stop», Brando sorrise. «Avete visto? Sapeva esattamente cosa fare», disse, grattando il mento al gatto. Il felino rispose con un’altra fusa, come se fosse appena uscito da una standing ovation. Solo in sala di montaggio Coppola capì fino in fondo: «Quel gatto… ha dato umanità al Don.» Fu un caso. Un errore. Un miracolo. Un gatto di strada che si è infilato nella storia del cinema… e non ne è mai più uscito.
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  • ALTERNATIVA (Politica)

    Potrei passare ore a scrivere dei mille mali di #Milano. Farne l’ennesima lista della spesa. Ma a cosa serve, davvero?

    Elencare ciò che non funziona non sposta nulla, non muove coscienze, non cambia i rapporti di forza. È come ripetere che il governo fa schifo o indignarsi per l’ennesimo capo di Stato sanguinario: vero, sacrosanto, ma sterile se resta solo sfogo.
    L’ho già detto e lo ribadisco: Milano non è immune dal dolore, dalla frustrazione, dall’insoddisfazione. Ma questo non è il tempo dei pianti greci. È il tempo del fare. O, se vogliamo dirla fino in fondo, del ritrovare il coraggio.

    C’è una convinzione tossica che circola da troppo tempo: che non sia più possibile costruire un’alternativa duratura e credibile. È un errore grave. Finché siamo vivi abbiamo il dovere politico e morale di migliorarci e di cambiare la realtà quando non funziona. Sempre.

    Ci sono almeno tre mali che dobbiamo avere il coraggio di estirpare.

    Primo.
    I milanesi – come molti italiani – non hanno più voglia, o forza, o motivazioni per costruire un progetto nuovo che si prenda davvero cura della città. E allora succede questo: un percorso silenzioso di colonizzazione, l’egemonia di pochi, sempre gli stessi. Non perché siano invincibili, ma perché non li contrastiamo più dove dovremmo.
    Ci piace criticare da fuori, dai social, dai cortei. È legittimo. Ma non basta.

    Secondo.
    Si pensa che una lista civica, un simbolo nuovo, poco conosciuto, sia sinonimo di inefficienza, inesperienza, inutilità. Davvero?
    E votando da decenni gli stessi nomi e gli stessi simboli… cosa sarebbe cambiato? Vogliamo ridurre la politica a una questione da stadio? Tifo per la squadra più forte, altrimenti non vale?
    È troppo facile. Troppo comodo. Troppo coerente con una città che vive di apparenze e di grandi firme – anche in politica – che difenderanno sempre prima la propria azienda e solo dopo, forse, la città. Pensateci bene.

    Terzo.
    Il ritornello più pigro di tutti: “tanto rubano tutti”, “sono tutti uguali”. Stessa musica, stesso alibi.
    Sì, il passato recente ci ha vaccinati male, a colpi di delusioni. Ma esistono ancora uomini e donne capaci di imparare dagli errori, di uscirne più solidi. Esistono ancora valori che spingono qualcuno a impegnarsi per pura passione civile.
    E non c’è nulla di più gratificante che vedere un tuo concittadino sorriderti perché, anche solo un po’, gli hai migliorato la vita. Vale più di un bonifico, più di un selfie, più di qualsiasi applauso.

    Servono scelte di coraggio.
    Segnatevelo tra i buoni propositi per il 2026. Se siamo davvero dialoganti, dovremmo esserlo anche verso una sfida nuova. Si può perdere o si può vincere. Nessuna scorciatoia, nessuna zona grigia.
    Ma la cosa essenziale è rimettersi in gioco. Mettersi in discussione. Sempre.

    È questo, oggi, l’atto politico più radicale.

    #Alternativa #Milano #Coraggio #PoliticaSeria #MilanoLibera #SpiritoCritico #FareNonLamentarsi #Responsabilità #Futuro
    ALTERNATIVA (Politica) ✊🧭 Potrei passare ore a scrivere dei mille mali di #Milano. Farne l’ennesima lista della spesa. Ma a cosa serve, davvero? Elencare ciò che non funziona non sposta nulla, non muove coscienze, non cambia i rapporti di forza. È come ripetere che il governo fa schifo o indignarsi per l’ennesimo capo di Stato sanguinario: vero, sacrosanto, ma sterile se resta solo sfogo. L’ho già detto e lo ribadisco: Milano non è immune dal dolore, dalla frustrazione, dall’insoddisfazione. Ma questo non è il tempo dei pianti greci. È il tempo del fare. O, se vogliamo dirla fino in fondo, del ritrovare il coraggio. 💥 C’è una convinzione tossica che circola da troppo tempo: che non sia più possibile costruire un’alternativa duratura e credibile. È un errore grave. Finché siamo vivi abbiamo il dovere politico e morale di migliorarci e di cambiare la realtà quando non funziona. Sempre. Ci sono almeno tre mali che dobbiamo avere il coraggio di estirpare. Primo. I milanesi – come molti italiani – non hanno più voglia, o forza, o motivazioni per costruire un progetto nuovo che si prenda davvero cura della città. E allora succede questo: un percorso silenzioso di colonizzazione, l’egemonia di pochi, sempre gli stessi. Non perché siano invincibili, ma perché non li contrastiamo più dove dovremmo. Ci piace criticare da fuori, dai social, dai cortei. È legittimo. Ma non basta. Secondo. Si pensa che una lista civica, un simbolo nuovo, poco conosciuto, sia sinonimo di inefficienza, inesperienza, inutilità. Davvero? E votando da decenni gli stessi nomi e gli stessi simboli… cosa sarebbe cambiato? Vogliamo ridurre la politica a una questione da stadio? Tifo per la squadra più forte, altrimenti non vale? È troppo facile. Troppo comodo. Troppo coerente con una città che vive di apparenze e di grandi firme – anche in politica – che difenderanno sempre prima la propria azienda e solo dopo, forse, la città. Pensateci bene. Terzo. Il ritornello più pigro di tutti: “tanto rubano tutti”, “sono tutti uguali”. Stessa musica, stesso alibi. Sì, il passato recente ci ha vaccinati male, a colpi di delusioni. Ma esistono ancora uomini e donne capaci di imparare dagli errori, di uscirne più solidi. Esistono ancora valori che spingono qualcuno a impegnarsi per pura passione civile. E non c’è nulla di più gratificante che vedere un tuo concittadino sorriderti perché, anche solo un po’, gli hai migliorato la vita. Vale più di un bonifico, più di un selfie, più di qualsiasi applauso. 🙂 Servono scelte di coraggio. Segnatevelo tra i buoni propositi per il 2026. Se siamo davvero dialoganti, dovremmo esserlo anche verso una sfida nuova. Si può perdere o si può vincere. Nessuna scorciatoia, nessuna zona grigia. Ma la cosa essenziale è rimettersi in gioco. Mettersi in discussione. Sempre. È questo, oggi, l’atto politico più radicale. #Alternativa #Milano #Coraggio #PoliticaSeria #MilanoLibera #SpiritoCritico #FareNonLamentarsi #Responsabilità #Futuro
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  • Floor safe is a trusted name in floor safety solutions, specialising in products that help prevent slips, trips, and falls in both residential and commercial spaces. Known for its durability and high-quality performance, Floorsafe offers a wide range of safety enhancements such as non-slip stair treads, anti-slip coatings, tactile indicators, safety tapes, and edge protectors designed to improve surface grip and visibility.

    Visit: https://floorsafe.com.au
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