• IL GIORNO DOPO (la guerra)

    Non basteranno decenni per ripristinare il ricordo delle anime interrotte dalle guerre sparse in ogni angolo del mondo.
    Questo è un punto fermo. Incontrovertibile.
    Ma ci sono aggravanti che spesso non nominiamo.

    Effetti collaterali che non colpiscono solo chi vive nei territori sotto attacco, ma anche chi — in silenzio — respira da lontano le conseguenze di ogni bomba sganciata.
    Viviamo in un’epoca in cui gli appelli per la salvaguardia del pianeta vengono regolarmente ignorati, ogni volta che la guerra bussa alle porte della politica.
    E non è catastrofismo. È solo realismo lucido, se dico che a tratti mi sembra di rivivere l’atmosfera disturbante di uno dei film simbolo degli anni '80: “The Day After”.

    Le guerre non distruggono solo città e vite. Le guerre contaminano e lo fanno in silenzio.
    Pensate che solo nei primi 18 mesi del conflitto in Ucraina si sono generati tra 97 e 120 milioni di tonnellate di CO₂e, secondo il Conflict and Environment Observatory.
    Un impatto pari a quello di un’intera nazione europea come l’Olanda❗️

    Nel 2017, il solo Dipartimento della Difesa statunitense ha emesso 59 milioni di tonnellate di CO₂e. Più delle emissioni annuali della Svezia❗️

    E il dato non include conflitti attivi.
    Il perché Le emissioni belliche non vengono conteggiate.
    Non sono incluse negli obblighi dell’Accordo di Parigi, né nei report climatici internazionali. È come se non esistessero.Ma esistono. Eccome.

    I carburanti militari, come il JP-8, inquinano fino al 20% in più rispetto a quelli civili.
    Un jet da combattimento come l’F-35 consuma 5.600 litri di carburante ogni ora, emettendo fino a 13 tonnellate di CO₂.
    Le esplosioni urbane rilasciano PM2.5, ossidi di azoto, piombo e cadmio.
    Quando vengono colpite raffinerie o impianti chimici, le sostanze rilasciate — diossine, PCB, IPA — si accumulano nel suolo e nelle falde, compromettendo la qualità dell’acqua anche a 50 km di distanza.

    E poi c’è il vento. Che porta con sé le polveri e i residui tossici a centinaia di chilometri dal punto d’impatto.
    Dopo i raid in Siria, particelle inquinanti sono state rilevate in Cipro, Israele e Turchia.
    In Siria e Yemen, oltretutto il 40% delle infrastrutture idriche è stato danneggiato.
    Risultato: desertificazione, crollo dei raccolti, crisi ecologiche irreversibili.
    In Afghanistan, Iraq e Ucraina, intere aree naturali sono oggi zone morte: terre non più coltivabili, ecosistemi perduti.

    Eppure, nessuno ne parla.
    Non lo fanno le conferenze ONU sul clima.
    Non lo fanno i report ufficiali.
    Non lo fanno nemmeno molte ONG, per timore di apparire “politiche”
    Intanto il pianeta non distingue tra un conflitto legittimo o illegittimo.
    Il pianeta subisce è basta.

    Se una multinazionale contaminasse l’atmosfera come fanno i bombardamenti, verrebbe denunciata.
    Quando lo fa uno Stato in guerra, si chiama geopolitica.

    La guerra è incompatibile con la transizione ecologica (di cui già sappiamo poco e male...)

    E finché non lo diremo chiaramente, sarà il clima – non la diplomazia – a presentarci il conto.

    #IlGiornoDopo #GuerraEInquinamento #BombaClimatica #ClimateConflict #PeaceForPlanet #AmbienteEGuerra #CO2War #Ecocide #GuerraClimatica #TransizioneEcologica
    🌍 IL GIORNO DOPO (la guerra) Non basteranno decenni per ripristinare il ricordo delle anime interrotte dalle guerre sparse in ogni angolo del mondo. Questo è un punto fermo. Incontrovertibile. Ma ci sono aggravanti che spesso non nominiamo. Effetti collaterali che non colpiscono solo chi vive nei territori sotto attacco, ma anche chi — in silenzio — respira da lontano le conseguenze di ogni bomba sganciata. Viviamo in un’epoca in cui gli appelli per la salvaguardia del pianeta vengono regolarmente ignorati, ogni volta che la guerra bussa alle porte della politica. E non è catastrofismo. È solo realismo lucido, se dico che a tratti mi sembra di rivivere l’atmosfera disturbante di uno dei film simbolo degli anni '80: “The Day After”. Le guerre non distruggono solo città e vite. Le guerre contaminano e lo fanno in silenzio. Pensate che solo nei primi 18 mesi del conflitto in Ucraina si sono generati tra 97 e 120 milioni di tonnellate di CO₂e, secondo il Conflict and Environment Observatory. Un impatto pari a quello di un’intera nazione europea come l’Olanda❗️ Nel 2017, il solo Dipartimento della Difesa statunitense ha emesso 59 milioni di tonnellate di CO₂e. Più delle emissioni annuali della Svezia❗️ E il dato non include conflitti attivi. Il perché ⁉️ Le emissioni belliche non vengono conteggiate. Non sono incluse negli obblighi dell’Accordo di Parigi, né nei report climatici internazionali. È come se non esistessero.Ma esistono. Eccome. I carburanti militari, come il JP-8, inquinano fino al 20% in più rispetto a quelli civili. Un jet da combattimento come l’F-35 consuma 5.600 litri di carburante ogni ora, emettendo fino a 13 tonnellate di CO₂. Le esplosioni urbane rilasciano PM2.5, ossidi di azoto, piombo e cadmio. Quando vengono colpite raffinerie o impianti chimici, le sostanze rilasciate — diossine, PCB, IPA — si accumulano nel suolo e nelle falde, compromettendo la qualità dell’acqua anche a 50 km di distanza. E poi c’è il vento. Che porta con sé le polveri e i residui tossici a centinaia di chilometri dal punto d’impatto. Dopo i raid in Siria, particelle inquinanti sono state rilevate in Cipro, Israele e Turchia. In Siria e Yemen, oltretutto il 40% delle infrastrutture idriche è stato danneggiato. Risultato: desertificazione, crollo dei raccolti, crisi ecologiche irreversibili. In Afghanistan, Iraq e Ucraina, intere aree naturali sono oggi zone morte: terre non più coltivabili, ecosistemi perduti. 🧱 Eppure, nessuno ne parla. Non lo fanno le conferenze ONU sul clima. Non lo fanno i report ufficiali. Non lo fanno nemmeno molte ONG, per timore di apparire “politiche” Intanto il pianeta non distingue tra un conflitto legittimo o illegittimo. Il pianeta subisce è basta. 👉 Se una multinazionale contaminasse l’atmosfera come fanno i bombardamenti, verrebbe denunciata. Quando lo fa uno Stato in guerra, si chiama geopolitica. 👉 La guerra è incompatibile con la transizione ecologica (di cui già sappiamo poco e male...) E finché non lo diremo chiaramente, sarà il clima – non la diplomazia – a presentarci il conto. #IlGiornoDopo #GuerraEInquinamento #BombaClimatica #ClimateConflict #PeaceForPlanet #AmbienteEGuerra #CO2War #Ecocide #GuerraClimatica #TransizioneEcologica
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  • Le batterie non creano elettricità, ma immagazzinano elettricità prodotta altrove, specialmente attraverso carbone, uranio, centrali elettriche naturali o generatori a diesel.

    Quindi l'affermazione che un'auto elettrica è un veicolo a zero emissioni non è affatto vera, perché l'elettricità prodotta proviene da centrali elettriche e molte di esse bruciano carbone o gas.

    Quindi oggi il 40%? delle auto elettriche sulla strada sono basate sul carbonio.

    Ma non è tutto.

    Chi è entusiasta delle auto elettriche e di una rivoluzione verde dovrebbe dare un'occhiata più da vicino alle batterie, ma anche alle turbine eoliche e ai pannelli solari.

    Una tipica batteria di auto elettrica pesa 450 kg, grande circa quanto una valigia. Contiene 11 kg di litio, 27 kg di nichel, 20 kg di manganese, 14 kg di cobalto, 90 kg di rame e 180 kg di alluminio, acciaio e plastica. Ci sono più di 6.000 cellule individuali agli ioni di litio all'interno.

    Per fare ogni batteria BEV, dovrai trattare 11.000 kg di sale per litio, 15.000 kg di minerale per cobalto, 2.270 kg di resina per nichel e 11.000 kg di minerale di rame.

    In totale, devi estrarre 225.000 kg di terra per una batteria.

    Il problema più grande con i sistemi solari sono i prodotti chimici usati per convertire il silicato nella ghiaia usata per i pannelli.

    Per produrre abbastanza silicio pulito, deve essere trattato con acido cloridrico, acido solforico, fluoruro, tricloroetano e acetone.

    Inoltre, sono necessari gallio, arseniuro, diselenuro di rame-indiano-galio e tellururo di cadmio, che sono anch'essi altamente tossici.

    La polvere di silicone rappresenta un pericolo per i lavoratori e le piastrelle non possono essere riciclate.

    Le turbine eoliche non sono plus-ultra in termini di costi e distruzione ambientale.

    Ogni mulino a vento pesa 1.688 tonnellate (equivalente al peso di 23 case) e contiene 1300 tonnellate di cemento, 295 tonnellate di acciaio, 48 tonnellate di ferro, 24 tonnellate di fibra di vetro e terre rare difficili da ottenere Neodimio, Praseodimio e Disprosio.

    Ognuna delle tre pale pesa 40.000 kg e ha una vita di vita compresa tra 15 e 20 anni, dopo i quali devono essere sostituite. Non possiamo riciclare pale rotori usate.

    Certamente queste tecnologie possono avere il loro posto, ma bisogna guardare oltre il mito della libertà di emissione. Going Green può sembrare un ideale utopistico, ma se guardi i costi nascosti e incorporati in modo realistico e imparziale, scoprirai che "Going Green" oggi fa più danni all'ambiente terrestre di quanto sembri.

    Non mi oppongo alle miniere, ai veicoli elettrici, all'energia eolica o solare. Ma la realtà non è così idilliaca.

    Fonte: Utopia.
    Le batterie non creano elettricità, ma immagazzinano elettricità prodotta altrove, specialmente attraverso carbone, uranio, centrali elettriche naturali o generatori a diesel. Quindi l'affermazione che un'auto elettrica è un veicolo a zero emissioni non è affatto vera, perché l'elettricità prodotta proviene da centrali elettriche e molte di esse bruciano carbone o gas. Quindi oggi il 40%? delle auto elettriche sulla strada sono basate sul carbonio. Ma non è tutto. Chi è entusiasta delle auto elettriche e di una rivoluzione verde dovrebbe dare un'occhiata più da vicino alle batterie, ma anche alle turbine eoliche e ai pannelli solari. Una tipica batteria di auto elettrica pesa 450 kg, grande circa quanto una valigia. Contiene 11 kg di litio, 27 kg di nichel, 20 kg di manganese, 14 kg di cobalto, 90 kg di rame e 180 kg di alluminio, acciaio e plastica. Ci sono più di 6.000 cellule individuali agli ioni di litio all'interno. Per fare ogni batteria BEV, dovrai trattare 11.000 kg di sale per litio, 15.000 kg di minerale per cobalto, 2.270 kg di resina per nichel e 11.000 kg di minerale di rame. In totale, devi estrarre 225.000 kg di terra per una batteria. Il problema più grande con i sistemi solari sono i prodotti chimici usati per convertire il silicato nella ghiaia usata per i pannelli. Per produrre abbastanza silicio pulito, deve essere trattato con acido cloridrico, acido solforico, fluoruro, tricloroetano e acetone. Inoltre, sono necessari gallio, arseniuro, diselenuro di rame-indiano-galio e tellururo di cadmio, che sono anch'essi altamente tossici. La polvere di silicone rappresenta un pericolo per i lavoratori e le piastrelle non possono essere riciclate. Le turbine eoliche non sono plus-ultra in termini di costi e distruzione ambientale. Ogni mulino a vento pesa 1.688 tonnellate (equivalente al peso di 23 case) e contiene 1300 tonnellate di cemento, 295 tonnellate di acciaio, 48 tonnellate di ferro, 24 tonnellate di fibra di vetro e terre rare difficili da ottenere Neodimio, Praseodimio e Disprosio. Ognuna delle tre pale pesa 40.000 kg e ha una vita di vita compresa tra 15 e 20 anni, dopo i quali devono essere sostituite. Non possiamo riciclare pale rotori usate. Certamente queste tecnologie possono avere il loro posto, ma bisogna guardare oltre il mito della libertà di emissione. Going Green può sembrare un ideale utopistico, ma se guardi i costi nascosti e incorporati in modo realistico e imparziale, scoprirai che "Going Green" oggi fa più danni all'ambiente terrestre di quanto sembri. Non mi oppongo alle miniere, ai veicoli elettrici, all'energia eolica o solare. Ma la realtà non è così idilliaca. Fonte: Utopia.
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  • Da piú 70 anni che ci avvelenano...

    https://dituttoedipiu.altervista.org/1953-aerei-dellesercito-americano-spruzzarono-solfuro-di-zinco-cadmio-su-ignari-cittadini-di-winnipeg/

    #Avvelenamento #Manipolazione #Cospirazione #Chimica #Ambiente #SalutePubblica #Sperimentazione #EsperimentiMilitari #Tossicità #Zinco #Cadmio #Inquinamento #GuerraChimica #Storia #Esposizione #Aerei #Esercito #America #Solfuro #ScieChimiche #Innocenti #Vittime #Winnipeg #Canada #DannoAmbientale #RischioSanitario #Contaminazione #Sopravvivenza #Politica #Ricerca #Scoperta
    Da piú 70 anni che ci avvelenano... https://dituttoedipiu.altervista.org/1953-aerei-dellesercito-americano-spruzzarono-solfuro-di-zinco-cadmio-su-ignari-cittadini-di-winnipeg/ #Avvelenamento #Manipolazione #Cospirazione #Chimica #Ambiente #SalutePubblica #Sperimentazione #EsperimentiMilitari #Tossicità #Zinco #Cadmio #Inquinamento #GuerraChimica #Storia #Esposizione #Aerei #Esercito #America #Solfuro #ScieChimiche #Innocenti #Vittime #Winnipeg #Canada #DannoAmbientale #RischioSanitario #Contaminazione #Sopravvivenza #Politica #Ricerca #Scoperta
    DITUTTOEDIPIU.ALTERVISTA.ORG
    1953: AEREI DELL’ESERCITO AMERICANO SPRUZZARONO SOLFURO DI ZINCO-CADMIO - D
    Qualche tempo fa, ho riferito dell’Operazione LAC (Large Area Coverage), che fu eseguita nel 1957 e nel 1958 dalla “U.S Army Chemical Corps”. Principalmente, l’operazione di irrorazione coinvol
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  • I militari impiegati nelle missioni all' estero sono sottoposti ad un protocollo vaccinale che prevede la somministrazione di più vaccini in un unica dose ( fino a sedici), ciò necessariamente implica che l' organismo deve fronteggiare una maggiore quota di adiuvanti ( frequentemente idrossido di alluminio ) e di conservanti ( metilmercurio o etilmercurio ).
    Se poi il militare si trova a svolgere i suoi compiti in territori dove si impiegano o sono stati utilizzati armamenti costituiti da uranio impoverito che immette nell' aria nano particelle di metalli pesanti ( cadmio, amianto, mercurio, arsenico, piombo, tallio, cromo ) aumenta il rischio, stante l' indebolimento del proprio sistema immunitario a causa delle pluri somministrazioni di vaccini ( fino a sedici), di contrarre gravi patologie o decessi.
    Nel 2017 si stimava che 8000 militari avevano contratto gravi malattie e 4000 erano stati i decessi.
    Poco tempo fa un professore, tal Pietro Ratto, con un suo piccolo libro aveva richiamato l' attenzione sulle conclusioni alle quali era giunta la quarta commissione incaricata di fare chiarezza sulle malattie contratte da molti militari, non poche delle quali terminate con la morte del militare.
    Suppongo che interloquire con i vertici militari affinché si esprimano in merito alle conclusioni cui era giunta quella commissione, che attribuivano i danni alle multi vaccinazioni in un' unica dose più all' inalazione delle nano particelle di metalli pesanti, occorra fissare un appuntamento che prevede una data molto in là nel tempo.
    Nel frattempo vige un solido silenzio.....e nel mentre si attende il giorno in cui i vertici della sanità militare offriranno la loro versione ( " nessuna correlazione per insufficienza di evidenze scientifiche ") esercitiamo la virtù della pazienza .

    https://ilgiornaledellambiente.it/danni-vaccinazione-militari/
    👆I militari impiegati nelle missioni all' estero sono sottoposti ad un protocollo vaccinale che prevede la somministrazione di più vaccini in un unica dose ( fino a sedici), ciò necessariamente implica che l' organismo deve fronteggiare una maggiore quota di adiuvanti ( frequentemente idrossido di alluminio ) e di conservanti ( metilmercurio o etilmercurio ). Se poi il militare si trova a svolgere i suoi compiti in territori dove si impiegano o sono stati utilizzati armamenti costituiti da uranio impoverito che immette nell' aria nano particelle di metalli pesanti ( cadmio, amianto, mercurio, arsenico, piombo, tallio, cromo ) aumenta il rischio, stante l' indebolimento del proprio sistema immunitario a causa delle pluri somministrazioni di vaccini ( fino a sedici), di contrarre gravi patologie o decessi. Nel 2017 si stimava che 8000 militari avevano contratto gravi malattie e 4000 erano stati i decessi. Poco tempo fa un professore, tal Pietro Ratto, con un suo piccolo libro aveva richiamato l' attenzione sulle conclusioni alle quali era giunta la quarta commissione incaricata di fare chiarezza sulle malattie contratte da molti militari, non poche delle quali terminate con la morte del militare. Suppongo che interloquire con i vertici militari affinché si esprimano in merito alle conclusioni cui era giunta quella commissione, che attribuivano i danni alle multi vaccinazioni in un' unica dose più all' inalazione delle nano particelle di metalli pesanti, occorra fissare un appuntamento che prevede una data molto in là nel tempo. Nel frattempo vige un solido silenzio.....e nel mentre si attende il giorno in cui i vertici della sanità militare offriranno la loro versione ( " nessuna correlazione per insufficienza di evidenze scientifiche ") esercitiamo la virtù della pazienza . https://ilgiornaledellambiente.it/danni-vaccinazione-militari/
    ILGIORNALEDELLAMBIENTE.IT
    Danni causati dalla vaccinazione per i militari italiani
    I militari italiani corrono molti rischi, tra cui anche essere sottoposti ad una vaccinazione "sconsiderata". Contattaci per assistenza.
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