• Anche noi preghiamo per chi nega quello che accade sopra la nostra testa nei nostri cieli.
    Ecco servito, come largamente anticipato, l’ennesimo testimonial del globalismo e delle sue campagne contro l’umanità.

    Il mondo brucia caro Leone, perché è comandato da scellerati psicopatici non per colpa dei “negazionisti”. (Mi ricorda un certo Bergoglio)
    Siamo stanchi di farci prendere in giro. Questo è l’anno della caduta di molte maschere. Ci sarà da divertirsi…
    Anche noi preghiamo per chi nega quello che accade sopra la nostra testa nei nostri cieli. Ecco servito, come largamente anticipato, l’ennesimo testimonial del globalismo e delle sue campagne contro l’umanità. Il mondo brucia caro Leone, perché è comandato da scellerati psicopatici non per colpa dei “negazionisti”. (Mi ricorda un certo Bergoglio) Siamo stanchi di farci prendere in giro. Questo è l’anno della caduta di molte maschere. Ci sarà da divertirsi…
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  • "Al pronto soccorso di Sondrio regole rigide e niente umanità", la lettera di una madre delusa

    --
    Più umanità al pronto soccorso di Sondrio :: Segnalazione a Sondrio
    https://www.sondriotoday.it/attualita/lettera-madre-pronto-soccorso-sondrio-umanita.html
    © SondrioToday
    "Al pronto soccorso di Sondrio regole rigide e niente umanità", la lettera di una madre delusa -- Più umanità al pronto soccorso di Sondrio :: Segnalazione a Sondrio https://www.sondriotoday.it/attualita/lettera-madre-pronto-soccorso-sondrio-umanita.html © SondrioToday
    WWW.SONDRIOTODAY.IT
    "Al pronto soccorso di Sondrio regole rigide e niente umanità", la lettera di una madre delusa
    Una madre delusa condivide la sua esperienza al pronto soccorso di Sondrio, criticando la mancanza di umanità nella gestione dei pazienti. :: Segnalazione a Sondrio
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  • PER UNA VOCE SOLA
    Ok firmiamo, spammiamo, ma non dimentichiamo quello che siamo...

    Sarò impopolare, tanto per cambiare. Ma c’è qualcosa che mi urta sempre quando l’attivismo diventa un talent show travestito da buona causa.
    L’impressione? Che ogni volta che scoppia un caso mediatico, si scateni la gara a chi riesce per primo a piantare la propria bandierina sulla Luna del giorno .
    Un mix esplosivo di voga e foga — il cocktail preferito dell’attivista social 3.0.

    🏼 Individua il tema "caldo".
    🏼 Lancia la petizione.
    🏼 Ritagliati un posto da protagonista nel feed.

    Sì, lo abbiamo fatto tutti. Nessuno escluso.
    E va pure bene: l’attivismo vive di reattività. Ma reagire non significa sempre frazionare.

    Entriamo di prepotenza nel caso di Francesca Albanese.
    In due giorni: valanghe di petizioni, candidature a premi, appelli, endorsement e probabilmente a breve anche spillette e magliette a tiratura limitata.

    Tutto nobile, per carità.
    E io firmo.
    Firmerei anche bendato. 😶‍🌫️
    👉Chi ha sostenuto Julian Assange non può che stare dalla parte degli "outsiders"che pagano il prezzo di dire ciò che è scomodo.

    👉Ma c’è un problema: la mancanza totale di coesione.
    Tutti propongono, tutti firmano, tutti rilanciano… ma ognuno per conto suo.
    Il risultato? Un rumore di fondo talmente disordinato che più che sostenere Albanese, sembra voler promuovere chi lancia l’iniziativa.
    ❗️E il rischio è il solito: boicottaggi incrociati, gelosie da primo firmatario, orgoglio di bottega che manda tutto in corto circuito.

    Più luci sparse fanno effetto, ma quanto sarebbe più potente un unico fascio di luce concentrato in una sola direzione?

    Ho fatto un pippotto?
    Sì, certamente.
    Ma chi mi legge sa quanto tengo alla causa.
    Francesca Albanese non è un nome da talk show, ma una voce scomoda per chi non accetta che i diritti umani valgano per tutti.
    E ora sta pagando il prezzo di questa posizione con sanzioni gravi che non possiamo ignorare:

    Congelamento di eventuali beni e conti bancari negli Stati Uniti
    Divieto di ingresso per lei e i suoi familiari
    Divieto di collaborazione economica con enti o cittadini americani
    Rischio di isolamento accademico e diplomatico internazionale

    Una punizione che sa di intimidazione, in pieno stile "legge del più forte". E che mina, ancora una volta, la credibilità già traballante dell’ONU.

    Per questo vi propongo di convogliare le energie su una delle iniziative già più strutturate e trasversali, con un buon livello di rappresentanza:

    Firma la petizione su Change.org:

    https://chng.it/Wkp9QccdYZ

    Ma, al di là della singola petizione, non possiamo fermarci qui.
    Serve una rete di supporto vera: politica, mediatica, diplomatica, umana.
    Perché quando una persona diventa scomoda o politicamente pericolosa, il passo verso la sua eliminazione (fisica o simbolica) è breve.
    E il silenzio o la frammentazione di chi dovrebbe proteggerla è una complicità indiretta.

    👉Quindi sì: firmiamo, giriamo e inoltriamo,ma non dimentichiamo quello che siamo e per cosa ci battiamo.

    #FrancescaAlbanese #FreeSpeech #HumanRights #StopCensorship #ONU #NobelPerLaPace #AttivismoResponsabile #Dignità #DirittiUmani #GiustiziaPerTutti #SupportFrancescaAlbanese #UnaVoceSola #AttivismoEtico #unitisivince
    🔦 PER UNA VOCE SOLA Ok firmiamo, spammiamo, ma non dimentichiamo quello che siamo... Sarò impopolare, tanto per cambiare. 🙃Ma c’è qualcosa che mi urta sempre quando l’attivismo diventa un talent show travestito da buona causa. L’impressione? Che ogni volta che scoppia un caso mediatico, si scateni la gara a chi riesce per primo a piantare la propria bandierina sulla Luna del giorno 🏁🌕. Un mix esplosivo di voga e foga — il cocktail preferito dell’attivista social 3.0. 👉🏼 Individua il tema "caldo". 👉🏼 Lancia la petizione. 👉🏼 Ritagliati un posto da protagonista nel feed. Sì, lo abbiamo fatto tutti. Nessuno escluso. E va pure bene: l’attivismo vive di reattività. Ma reagire non significa sempre frazionare. Entriamo di prepotenza nel caso di Francesca Albanese. In due giorni: valanghe di petizioni, candidature a premi, appelli, endorsement e probabilmente a breve anche spillette e magliette a tiratura limitata. Tutto nobile, per carità. E io firmo. Firmerei anche bendato. 😶‍🌫️ 👉Chi ha sostenuto Julian Assange non può che stare dalla parte degli "outsiders"che pagano il prezzo di dire ciò che è scomodo. 👉Ma c’è un problema: la mancanza totale di coesione. Tutti propongono, tutti firmano, tutti rilanciano… ma ognuno per conto suo. Il risultato? Un rumore di fondo talmente disordinato che più che sostenere Albanese, sembra voler promuovere chi lancia l’iniziativa. 🙄 ❗️E il rischio è il solito: boicottaggi incrociati, gelosie da primo firmatario, orgoglio di bottega che manda tutto in corto circuito. 🔦 Più luci sparse fanno effetto, ma quanto sarebbe più potente un unico fascio di luce concentrato in una sola direzione? Ho fatto un pippotto? Sì, certamente. 🤷‍♂️ Ma chi mi legge sa quanto tengo alla causa. Francesca Albanese non è un nome da talk show, ma una voce scomoda per chi non accetta che i diritti umani valgano per tutti. E ora sta pagando il prezzo di questa posizione con sanzioni gravi che non possiamo ignorare: 📍 Congelamento di eventuali beni e conti bancari negli Stati Uniti 📍 Divieto di ingresso per lei e i suoi familiari 📍 Divieto di collaborazione economica con enti o cittadini americani 📍 Rischio di isolamento accademico e diplomatico internazionale Una punizione che sa di intimidazione, in pieno stile "legge del più forte". E che mina, ancora una volta, la credibilità già traballante dell’ONU. Per questo vi propongo di convogliare le energie su una delle iniziative già più strutturate e trasversali, con un buon livello di rappresentanza: 🔗 Firma la petizione su Change.org: https://chng.it/Wkp9QccdYZ 🔴Ma, al di là della singola petizione, non possiamo fermarci qui. Serve una rete di supporto vera: politica, mediatica, diplomatica, umana. Perché quando una persona diventa scomoda o politicamente pericolosa, il passo verso la sua eliminazione (fisica o simbolica) è breve. E il silenzio o la frammentazione di chi dovrebbe proteggerla è una complicità indiretta. 👉Quindi sì: firmiamo, giriamo e inoltriamo,ma non dimentichiamo quello che siamo e per cosa ci battiamo. ✊ #FrancescaAlbanese #FreeSpeech #HumanRights #StopCensorship #ONU #NobelPerLaPace #AttivismoResponsabile #Dignità #DirittiUmani #GiustiziaPerTutti #SupportFrancescaAlbanese #UnaVoceSola #AttivismoEtico #unitisivince
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  • MiC - la farsa continua”

    "Chi è causa del suo mal, pianga sé stesso."
    Un detto antico, sì, ma talmente attuale da suonare come una sentenza scolpita sul marmo dell’inerzia politica.

    Perché poi non lamentiamoci se in Italia la Cultura resta ancora percepita come una roba da "intellettuali di sinistra con l’anello al naso" . E non serve nemmeno piangere dopo, quando si capisce che l’occasione era lì, pronta da cogliere. Ma non solo non si è colta — no — non ci si è nemmeno avvicinati.
    Il Ministero della Cultura (MiC) doveva rappresentare un punto di svolta per il governo Meloni. Un modo per dimostrare che anche il centrodestra può ragionare in termini artistici, simbolici, profondi, andando oltre lo slogan e la ruspa .
    E invece? Una maledizione istituzionale che pare scritta da Kafka e diretta da Nanni Moretti. Ma senza ironia.
    Ripercorriamo insieme le tappe di questo disastro annunciato. Così, giusto per lasciare ai posteri un pizzico di vergogna in più:

    Si parte con Gennaro Sangiuliano, ministro catapultato dalla cronaca politica a quella rosa. È bastata una liaison sentimentale per oscurare l’agenda culturale. Ché poi parlare di "agenda" è già generoso .

    Poi arriva Alessandro Giuli che riesce nel difficile compito di fare addirittura peggio. Inerzia totale, interventi sempre in ritardo, e il tocco finale: diserta la finale del Premio Strega, lasciando di stucco tutto il mondo culturale. Quando gli viene chiesto conto, se la cava con una battutina:

    “Non mi hanno fatto avere nemmeno i libri finalisti”
    (No tranquillo Ministro, nessuno dubitava del fatto che li avrebbe letti…)

    Ciliegina sulla torta: le dimissioni di Nicola Borrelli, Direttore Generale Cinema e Audiovisivo del MiC, dopo il caso Kaufmann.
    Ricapitolando: il regista americano Kaufmann, sospettato del duplice omicidio a Villa Pamphilj, avrebbe ricevuto ben 863.000 € in tax credit per un film mai uscito: “Stelle della Notte”, che brilla solo negli archivi ministeriali .
    La procura vuole vederci chiaro: fondi solo deliberati o anche già versati? Si parla già di un nuovo filone d’indagine. E come minimo, l’odore di truffa allo Stato è forte come l’umidità nei palazzi romani.

    E sorvoliamo, per carità di patria, sulla gestione ordinaria del ministero: assenza totale di visione, dialogo con gli operatori ridotto ai minimi sindacali, Cinecittà abbandonata a sé stessa, simbolo di una cultura che da "fabbrica dei sogni" è diventata deposito della polvere e del disinteresse .
    Ma attenzione. Non è una lamentela sterile. E non ce la prendiamo nemmeno troppo con il popolo italiano, che ormai della Cultura si cura poco — o nulla.

    No, qui si parla prima di tutto di una classe politica che non ci crede, che non investe, che non immagina, che non costruisce alternative né simbologie collettive.
    E allora, di chi è la colpa adesso?
    Già nel 2022, all’alba delle Politiche, avevo evidenziato due fronti fondamentali per il Paese:
    la transizione ecologica
    e la transizione culturale
    Due occasioni storiche per alzare il livello, per pensare in chiave umanistica. E invece…
    Il centrodestra è rimasto fedele alla sua indole: pratico, grezzo, ruspante. Il centrosinistra, dal canto suo, non ha fatto di meglio: chiuso nel suo eterno girotondo autoreferenziale, perso dietro priorità che scaldano solo le proprie cerchie interne.

    E allora che facciamo? Ci arrendiamo?
    No. Perché prima o poi, arriverà una forza politica che crede davvero nello spirito umanistico come fondamento del vivere civile. Una forza che non teme la parola "Cultura" perché non produce consenso facile.
    Una forza che capisce che la Cultura è infrastruttura, che genera visione, coesione, valore.
    Sarà domani? Forse.

    Ma per oggi, possiamo solo dire, con l’amaro in bocca:
    "Molto bene… avanti così, mi raccomando."

    #MinisteroDellaCultura #CulturaItaliana #FallimentiIstituzionali #PremioStrega2025 #Cinecittà #TaxCreditGate #PoliticaItaliana #Sangiuliano #Giuli #Borrelli #CrisiCulturale #TransizioneCulturale #IdealiUmanistici #VisionePolitica #Italia2025
    🎭 MiC - la farsa continua” 🎬🤡 "Chi è causa del suo mal, pianga sé stesso." Un detto antico, sì, ma talmente attuale da suonare come una sentenza scolpita sul marmo dell’inerzia politica. Perché poi non lamentiamoci se in Italia la Cultura resta ancora percepita come una roba da "intellettuali di sinistra con l’anello al naso" 🎨✊. E non serve nemmeno piangere dopo, quando si capisce che l’occasione era lì, pronta da cogliere. Ma non solo non si è colta — no — non ci si è nemmeno avvicinati. Il Ministero della Cultura (MiC) doveva rappresentare un punto di svolta per il governo Meloni. Un modo per dimostrare che anche il centrodestra può ragionare in termini artistici, simbolici, profondi, andando oltre lo slogan e la ruspa 🏗️📢. E invece? Una maledizione istituzionale che pare scritta da Kafka e diretta da Nanni Moretti. Ma senza ironia. 📉 Ripercorriamo insieme le tappe di questo disastro annunciato. Così, giusto per lasciare ai posteri un pizzico di vergogna in più: Si parte con Gennaro Sangiuliano, ministro catapultato dalla cronaca politica a quella rosa. È bastata una liaison sentimentale per oscurare l’agenda culturale. Ché poi parlare di "agenda" è già generoso 📕💔. Poi arriva Alessandro Giuli che riesce nel difficile compito di fare addirittura peggio. Inerzia totale, interventi sempre in ritardo, e il tocco finale: diserta la finale del Premio Strega, lasciando di stucco tutto il mondo culturale. Quando gli viene chiesto conto, se la cava con una battutina: “Non mi hanno fatto avere nemmeno i libri finalisti” 📚😅 (No tranquillo Ministro, nessuno dubitava del fatto che li avrebbe letti…) Ciliegina sulla torta: le dimissioni di Nicola Borrelli, Direttore Generale Cinema e Audiovisivo del MiC, dopo il caso Kaufmann. Ricapitolando: il regista americano Kaufmann, sospettato del duplice omicidio a Villa Pamphilj, avrebbe ricevuto ben 863.000 € in tax credit per un film mai uscito: “Stelle della Notte”, che brilla solo negli archivi ministeriali 🕵️‍♂️🎞️. La procura vuole vederci chiaro: fondi solo deliberati o anche già versati? Si parla già di un nuovo filone d’indagine. E come minimo, l’odore di truffa allo Stato è forte come l’umidità nei palazzi romani. E sorvoliamo, per carità di patria, sulla gestione ordinaria del ministero: assenza totale di visione, dialogo con gli operatori ridotto ai minimi sindacali, Cinecittà abbandonata a sé stessa, simbolo di una cultura che da "fabbrica dei sogni" è diventata deposito della polvere e del disinteresse 🕳️🎬. Ma attenzione. Non è una lamentela sterile. E non ce la prendiamo nemmeno troppo con il popolo italiano, che ormai della Cultura si cura poco — o nulla. 👉No, qui si parla prima di tutto di una classe politica che non ci crede, che non investe, che non immagina, che non costruisce alternative né simbologie collettive. E allora, di chi è la colpa adesso? Già nel 2022, all’alba delle Politiche, avevo evidenziato due fronti fondamentali per il Paese: la transizione ecologica 🌱 e la transizione culturale 📖 Due occasioni storiche per alzare il livello, per pensare in chiave umanistica. E invece… Il centrodestra è rimasto fedele alla sua indole: pratico, grezzo, ruspante. Il centrosinistra, dal canto suo, non ha fatto di meglio: chiuso nel suo eterno girotondo autoreferenziale, perso dietro priorità che scaldano solo le proprie cerchie interne. 🎯 E allora che facciamo? Ci arrendiamo? No. Perché prima o poi, arriverà una forza politica che crede davvero nello spirito umanistico come fondamento del vivere civile. Una forza che non teme la parola "Cultura" perché non produce consenso facile. Una forza che capisce che la Cultura è infrastruttura, che genera visione, coesione, valore. Sarà domani? Forse. Ma per oggi, possiamo solo dire, con l’amaro in bocca: "Molto bene… avanti così, mi raccomando." 🙃🇮🇹 #MinisteroDellaCultura #CulturaItaliana #FallimentiIstituzionali #PremioStrega2025 #Cinecittà #TaxCreditGate #PoliticaItaliana #Sangiuliano #Giuli #Borrelli #CrisiCulturale #TransizioneCulturale #IdealiUmanistici #VisionePolitica #Italia2025
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  • Solo per ricordare che questo essere è ancora a piede libero insieme all'avvocato del popolo e insieme a Mario Draghi.
    Nel mentre le persone continuano a morire come niente fosse.

    PRETENDIAMO GIUSTIZIA!ABBIAMO SUPERATO 12.000 FIRME e PUNTIAMO alle 100.000!
    MASSIMA CONDIVISIONE.SPERANZA e MAGRINI, ministro e presidente AIFA al tempo dei fatti INDAGATI PER OMICIDIO DAL TRIBUNALE DI ROMA per la gestione della pandemia.
    Come CITTADINI ITALIANI PRETENDIAMO CHE SIA FATTA GIUSTIZIA!

    FIRMIAMO LA PETIZIONE qui: https://scenario.press/petition e leggete tutti i commenti dei firmatari:

    La giustizia sia uguale per tutti. Lo dobbiamo a chi sta male, a chi soffre e ai tanti morti gettati come spazzatura in un sacco nero.
    Non si può dimenticare la perdita di libertà, dignità e umanità finchè non sarà ristabilita la verità.

    Dacci una mano a far girare questa petizione che abbiamo messo online dopo che le principali piattaforme di petizioni ci hanno bloccato. Grazie.

    Se non l'hai già fatto iscriviti a www.scenario.press - libera espressione - il Social contro la censura delle grosse multinazionali e contro il silenzio dei mass-media del main-stream. Non c'è democrazia senza libertà di informazione.

    Se vuoi sostenere Scenario.press - libera espressione - puoi andare alla pagina: https://www.scenario.press/static/donations - L'informazione libera non ha prezzo.
    Solo per ricordare che questo essere è ancora a piede libero insieme all'avvocato del popolo e insieme a Mario Draghi. Nel mentre le persone continuano a morire come niente fosse. PRETENDIAMO GIUSTIZIA!ABBIAMO SUPERATO 12.000 FIRME e PUNTIAMO alle 100.000! MASSIMA CONDIVISIONE.SPERANZA e MAGRINI, ministro e presidente AIFA al tempo dei fatti INDAGATI PER OMICIDIO DAL TRIBUNALE DI ROMA per la gestione della pandemia. Come CITTADINI ITALIANI PRETENDIAMO CHE SIA FATTA GIUSTIZIA! FIRMIAMO LA PETIZIONE qui: https://scenario.press/petition e leggete tutti i commenti dei firmatari: La giustizia sia uguale per tutti. Lo dobbiamo a chi sta male, a chi soffre e ai tanti morti gettati come spazzatura in un sacco nero. Non si può dimenticare la perdita di libertà, dignità e umanità finchè non sarà ristabilita la verità. Dacci una mano a far girare questa petizione che abbiamo messo online dopo che le principali piattaforme di petizioni ci hanno bloccato. Grazie. Se non l'hai già fatto iscriviti a www.scenario.press - libera espressione - il Social contro la censura delle grosse multinazionali e contro il silenzio dei mass-media del main-stream. Non c'è democrazia senza libertà di informazione. Se vuoi sostenere Scenario.press - libera espressione - puoi andare alla pagina: https://www.scenario.press/static/donations - L'informazione libera non ha prezzo.
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  • TUTTE AZIENDE DA BOICOTTARE!
    La relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati ha presentato al Consiglio Onu per i diritti umani il report "From economy of occupation to economy of genocide": dalle armi alla logistica, una ricognizione del modo in cui si lucra sulle pratiche perpetrate da Israele...
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/03/rapporto-di-francesca-albanese-allonu-ecco-le-aziende-che-fanno-profitti-contribuendo-alleconomia-del-genocidio/8048574/amp/
    TUTTE AZIENDE DA BOICOTTARE! La relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati ha presentato al Consiglio Onu per i diritti umani il report "From economy of occupation to economy of genocide": dalle armi alla logistica, una ricognizione del modo in cui si lucra sulle pratiche perpetrate da Israele... https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/03/rapporto-di-francesca-albanese-allonu-ecco-le-aziende-che-fanno-profitti-contribuendo-alleconomia-del-genocidio/8048574/amp/
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  • SILENZIO PER GAZA. MASSIMA DIFFUSIONE!
    "Silenzio per Gaza" è una campagna digitale coordinata. È un'ondata crescente.
    Perché qualcosa si può fare: una pausa digitale giornaliera di 30 minuti ogni sera, dalle 21:00 alle 21:30 ora locale di ogni Paese.
    Per favore, leggete dal Dott. Ezzideen, Gaza

    Non c'è internet. Nessun segnale. Nessun suono. Nessun mondo oltre questa gabbia.
    Ho camminato per trenta minuti tra rovine e polvere. Non in cerca di una via di fuga, ma di un frammento di segnale, giusto quel tanto che basta per sussurrare: "Siamo ancora vivi".
    Non perché qualcuno stia ascoltando, ma perché morire senza essere ascoltati è la morte definitiva.
    Gaza ora è silenziosa. Non di pace, ma di annientamento.
    Non un silenzio di immobilità, ma di soffocamento.
    Hanno tagliato l'ultimo cavo. Nessun messaggio esce. Nessuna immagine entra.
    Persino il dolore è stato proibito.
    Ho superato i cadaveri di edifici, di case, di uomini, alcuni respiravano, altri no. Tutti cancellati dalla stessa mano che ha cancellato le nostre voci.
    Questo non è solo un assedio di bombe. È un assedio della memoria: una guerra contro la nostra capacità di dire: "Eravamo qui".
    I bombardamenti non sono mai cessati, soprattutto a Jabalia. Bombardano le strade dove i bambini chiedono cibo. Bombardano le file dove le madri aspettano la farina. Bombardano la fame stessa.
    Niente cibo. Niente acqua. Nessuna via d'uscita. E coloro che ci provano, coloro che cercano aiuto, vengono colpiti.
    Qui si muore, e nessuno lo sa.
    Non perché le uccisioni si siano fermate, ma perché la distruzione della connessione è riuscita.
    Internet è stato il nostro ultimo respiro. Non era un lusso; era l'ultima prova della nostra umanità.
    Ora non c'è più. E nel buio, massacrano senza conseguenze.
    Ho trovato questo debole segnale eSIM come un uomo morente trova un barlume di fiamma. Ero in piedi sotto un cielo squarciato, rischiando la morte, non per essere salvato, ma per inviare questo.
    Un singolo messaggio. Un'ultima resistenza.
    Se state leggendo questo, ricordate che abbiamo attraversato il fuoco per dirlo.
    Non siamo rimasti in silenzio. Siamo stati messi a tacere.
    E quando i cavi saranno ripristinati, la verità trasparirà dai fili, e il mondo saprà cosa ha scelto di non vedere.

    Dott. Ezzideen, Gaza
    -----------------------------
    Silenzio per Gaza

    A partire da oggi, spegnerò il mio cellulare dalle 21:00 alle 21:30 per una settimana, per il popolo palestinese.
    30 minuti di silenzio digitale
    "Silenzio per Gaza" è una campagna digitale coordinata. È un'ondata crescente.
    Perché qualcosa si può fare: una pausa digitale giornaliera di 30 minuti ogni sera, dalle 21:00 alle 21:30 ora locale di ogni Paese.
    Durante questa pausa:
    Niente social media. Nessun messaggio. Nessun commento. Telefoni e computer saranno spenti.
    Questa azione collettiva invierà un forte segnale digitale agli algoritmi e mostrerà la nostra solidarietà con Gaza. (Non è facile, ma facciamo qualcosa. È ciò che conta.)
    L'idea:
    Ogni giorno, alla stessa ora, milioni di utenti in tutto il mondo rimarranno completamente in silenzio sui social media per 30 minuti. Nessun post. Nessun Mi piace. Nessun commento. Nessuna app aperta.
    Silenzio digitale completo. Spegni il telefono.
    È un atto di resistenza, una protesta digitale globale.
    La rabbia di tanti cittadini di fronte a un'ingiustizia immensa.
    Perché qualcosa si può fare: semplice ed efficace.
    Ricordate il silenzio digitale delle 21:00.
    (Impostate una sveglia sul telefono: promemoria per le 21:00.)

    Spiegazione tecnica:
    1. Impatto algoritmico
    Le piattaforme dei social media dipendono dall'attività costante degli utenti. Siamo noi che manteniamo attivo il sistema. Un calo improvviso e sincronizzato dell'attività, anche per un breve periodo, può:
    (a) interrompere gli algoritmi di visibilità.
    (b) influenzare le statistiche sul traffico in tempo reale.
    (c) inviare un segnale tecnico ai server in merito a comportamenti anomali degli utenti.
    Questo atto evidenzia la resistenza dei cittadini all'ingiustizia, che fino ad ora era alimentata dalla nostra passività. 2. Impatto simbolico
    In un mondo iperconnesso, il silenzio digitale è una dichiarazione potente.
    Crea un netto contrasto tra il rumore dei social media e il silenzio forzato a Gaza.
    È un momento di riflessione collettiva.
    3. Impatto sociale
    Se l'azione sarà diffusa, i leader vedranno che i cittadini respingono il crimine a Gaza –
    E solo allora si muoveranno.

    Miriamo a creare un'ondata progressista che si diffonda in tutto il mondo .
    Non dimenticate: 21:00 (21:00) — Silenzio digitale!
    Impostate i vostri orologi. Spegnete i telefoni!


    Dalle 21:00 (21:00) alle 21:30 (21:30) — Ovunque vi troviate nel mondo:
    SMETTETE di usare:
    • Telefoni
    • Computer
    • Laptop

    SILENZIO — per il bene di Gaza. GRAZIE
    SILENZIO PER GAZA. MASSIMA DIFFUSIONE! "Silenzio per Gaza" è una campagna digitale coordinata. È un'ondata crescente. Perché qualcosa si può fare: una pausa digitale giornaliera di 30 minuti ogni sera, dalle 21:00 alle 21:30 ora locale di ogni Paese. Per favore, leggete dal Dott. Ezzideen, Gaza Non c'è internet. Nessun segnale. Nessun suono. Nessun mondo oltre questa gabbia. Ho camminato per trenta minuti tra rovine e polvere. Non in cerca di una via di fuga, ma di un frammento di segnale, giusto quel tanto che basta per sussurrare: "Siamo ancora vivi". Non perché qualcuno stia ascoltando, ma perché morire senza essere ascoltati è la morte definitiva. Gaza ora è silenziosa. Non di pace, ma di annientamento. Non un silenzio di immobilità, ma di soffocamento. Hanno tagliato l'ultimo cavo. Nessun messaggio esce. Nessuna immagine entra. Persino il dolore è stato proibito. Ho superato i cadaveri di edifici, di case, di uomini, alcuni respiravano, altri no. Tutti cancellati dalla stessa mano che ha cancellato le nostre voci. Questo non è solo un assedio di bombe. È un assedio della memoria: una guerra contro la nostra capacità di dire: "Eravamo qui". I bombardamenti non sono mai cessati, soprattutto a Jabalia. Bombardano le strade dove i bambini chiedono cibo. Bombardano le file dove le madri aspettano la farina. Bombardano la fame stessa. Niente cibo. Niente acqua. Nessuna via d'uscita. E coloro che ci provano, coloro che cercano aiuto, vengono colpiti. Qui si muore, e nessuno lo sa. Non perché le uccisioni si siano fermate, ma perché la distruzione della connessione è riuscita. Internet è stato il nostro ultimo respiro. Non era un lusso; era l'ultima prova della nostra umanità. Ora non c'è più. E nel buio, massacrano senza conseguenze. Ho trovato questo debole segnale eSIM come un uomo morente trova un barlume di fiamma. Ero in piedi sotto un cielo squarciato, rischiando la morte, non per essere salvato, ma per inviare questo. Un singolo messaggio. Un'ultima resistenza. Se state leggendo questo, ricordate che abbiamo attraversato il fuoco per dirlo. Non siamo rimasti in silenzio. Siamo stati messi a tacere. E quando i cavi saranno ripristinati, la verità trasparirà dai fili, e il mondo saprà cosa ha scelto di non vedere. Dott. Ezzideen, Gaza ----------------------------- Silenzio per Gaza A partire da oggi, spegnerò il mio cellulare dalle 21:00 alle 21:30 per una settimana, per il popolo palestinese. 30 minuti di silenzio digitale "Silenzio per Gaza" è una campagna digitale coordinata. È un'ondata crescente. Perché qualcosa si può fare: una pausa digitale giornaliera di 30 minuti ogni sera, dalle 21:00 alle 21:30 ora locale di ogni Paese. Durante questa pausa: Niente social media. Nessun messaggio. Nessun commento. Telefoni e computer saranno spenti. Questa azione collettiva invierà un forte segnale digitale agli algoritmi e mostrerà la nostra solidarietà con Gaza. (Non è facile, ma facciamo qualcosa. È ciò che conta.) L'idea: Ogni giorno, alla stessa ora, milioni di utenti in tutto il mondo rimarranno completamente in silenzio sui social media per 30 minuti. Nessun post. Nessun Mi piace. Nessun commento. Nessuna app aperta. Silenzio digitale completo. Spegni il telefono. È un atto di resistenza, una protesta digitale globale. La rabbia di tanti cittadini di fronte a un'ingiustizia immensa. Perché qualcosa si può fare: semplice ed efficace. Ricordate il silenzio digitale delle 21:00. (Impostate una sveglia sul telefono: promemoria per le 21:00.) Spiegazione tecnica: 1. Impatto algoritmico Le piattaforme dei social media dipendono dall'attività costante degli utenti. Siamo noi che manteniamo attivo il sistema. Un calo improvviso e sincronizzato dell'attività, anche per un breve periodo, può: (a) interrompere gli algoritmi di visibilità. (b) influenzare le statistiche sul traffico in tempo reale. (c) inviare un segnale tecnico ai server in merito a comportamenti anomali degli utenti. Questo atto evidenzia la resistenza dei cittadini all'ingiustizia, che fino ad ora era alimentata dalla nostra passività. 2. Impatto simbolico In un mondo iperconnesso, il silenzio digitale è una dichiarazione potente. Crea un netto contrasto tra il rumore dei social media e il silenzio forzato a Gaza. È un momento di riflessione collettiva. 3. Impatto sociale Se l'azione sarà diffusa, i leader vedranno che i cittadini respingono il crimine a Gaza – E solo allora si muoveranno. Miriamo a creare un'ondata progressista che si diffonda in tutto il mondo 🌎. Non dimenticate: 21:00 (21:00) — Silenzio digitale! Impostate i vostri orologi. Spegnete i telefoni! 📣📣📣 Dalle 21:00 (21:00) alle 21:30 (21:30) — Ovunque vi troviate nel mondo: SMETTETE di usare: • Telefoni • Computer • Laptop SILENZIO — per il bene di Gaza. GRAZIE
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  • Francesca Albanese all’evento per Gaza: “Dire che non è genocidio ma solo crimini di guerra è ignoranza giuridica”
    “Quando capiranno di essere stati esecutori materiali di un genocidio, gli israeliani vivranno anni molto bui”. Francesca Albanese alla manifestazione per Gaza - Video

    “Oggi la Palestina è un test, è un banco di prova sul quale si gioca l’umanità e la legalità non solo per i palestinesi e gli israeliani, ma per tutti noi“. Così Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei Territori palestinesi occupati dal 1967, ha concluso un intervento appassionato e rigoroso alla manifestazione “Non in mio nome”, organizzata dall’associazione Schierarsi il 28 giugno a Roma. Una piazza gremitissima ha ascoltato le sue parole come un appello alla coscienza collettiva, in un evento nato per esprimere solidarietà al popolo palestinese, denunciare le atrocità commesse da Israele a Gaza e in Cisgiordania e sostenere l’azione umanitaria di Medici Senza Frontiere.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/06/29/gaza-francesca-albanese-genocidio-israele/8043677/
    Francesca Albanese all’evento per Gaza: “Dire che non è genocidio ma solo crimini di guerra è ignoranza giuridica” “Quando capiranno di essere stati esecutori materiali di un genocidio, gli israeliani vivranno anni molto bui”. Francesca Albanese alla manifestazione per Gaza - Video “Oggi la Palestina è un test, è un banco di prova sul quale si gioca l’umanità e la legalità non solo per i palestinesi e gli israeliani, ma per tutti noi“. Così Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei Territori palestinesi occupati dal 1967, ha concluso un intervento appassionato e rigoroso alla manifestazione “Non in mio nome”, organizzata dall’associazione Schierarsi il 28 giugno a Roma. Una piazza gremitissima ha ascoltato le sue parole come un appello alla coscienza collettiva, in un evento nato per esprimere solidarietà al popolo palestinese, denunciare le atrocità commesse da Israele a Gaza e in Cisgiordania e sostenere l’azione umanitaria di Medici Senza Frontiere. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/06/29/gaza-francesca-albanese-genocidio-israele/8043677/
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    “I palestinesi resistono, ma gli israeliani pagheranno il prezzo del genocidio" Francesca Albanese alla manifestazione per Gaza - Video
    “Quando capiranno di essere stati esecutori materiali di un genocidio, gli israeliani vivranno anni molto bui”. Francesca Albanese alla manifestazione per Gaza - Video
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  • USCIAMO DALLA GUERRE CON UN RISVEGLIO COLLETTIVO!

    In che modo possiamo uscire da questo delirio catastrofista in cui una èlite di persone che hanno perso il senso della Vita stanno portando l’Umanità?
    In che modo possiamo dare manifestazione alla nostra resistenza interiore che si oppone alle atrocità a cui stiamo assistendo in Palestina ma di fronte alle quali ci sentiamo impotenti?
    Come posso contribuire concretamente a coltivare una Cultura di Pace?

    Sono queste le sfide a cui tutti noi siamo chiamati in questo tempo storico così complesso.

    Nel film “Il Grande Risveglio”, che sto realizzando insieme a Tiziana Alterio, risponderemo a queste importanti domande attraverso le interviste e le esperienze di grandi personalità. Una di queste è Marco Guzzi, il filosofo e poeta che da anni con i gruppi da lui fondati Darsi Pace sta contribuendo al risveglio delle Coscienze.

    Paolo Cassina intervista Marco Guzzi, filosofo e poeta
    USCIAMO DALLA GUERRE CON UN RISVEGLIO COLLETTIVO! In che modo possiamo uscire da questo delirio catastrofista in cui una èlite di persone che hanno perso il senso della Vita stanno portando l’Umanità? In che modo possiamo dare manifestazione alla nostra resistenza interiore che si oppone alle atrocità a cui stiamo assistendo in Palestina ma di fronte alle quali ci sentiamo impotenti? Come posso contribuire concretamente a coltivare una Cultura di Pace? Sono queste le sfide a cui tutti noi siamo chiamati in questo tempo storico così complesso. Nel film “Il Grande Risveglio”, che sto realizzando insieme a Tiziana Alterio, risponderemo a queste importanti domande attraverso le interviste e le esperienze di grandi personalità. Una di queste è Marco Guzzi, il filosofo e poeta che da anni con i gruppi da lui fondati Darsi Pace sta contribuendo al risveglio delle Coscienze. Paolo Cassina intervista Marco Guzzi, filosofo e poeta
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  • ORRIBILE: Un nuovo studio peer-reviewed conferma che i vaccini COVID riducono la fertilità Quella che un tempo veniva liquidata come una “teoria del complotto” ora è supportata da dati concreti. Un nuovo studio peer-reviewed condotto nella Repubblica Ceca ha scoperto una tendenza inquietante: nel 2022, le donne vaccinate contro il COVID-19 hanno avuto il 33% IN MENO di concepimenti riusciti ogni 1.000 donne rispetto a quelle non vaccinate. Per "concepimento riuscito" si intende una gravidanza che ha portato a un nato vivo nove mesi dopo. Lo studio non era di piccole dimensioni. Ha analizzato i dati di 1,3 milioni di donne di età compresa tra 18 e 39 anni. Ecco cosa rivelano i numeri e cosa potrebbero significare per l'umanità.

    HORRIBLE: New Peer-Reviewed Study Confirms COVID Vaccines Reduce Fertility What was once dismissed as a “conspiracy theory” is now backed by hard data. A new peer-reviewed study from the Czech Republic has uncovered a disturbing trend: In 2022, women vaccinated against COVID-19 had 33% FEWER successful conceptions per 1,000 women than those who were not vaccinated. A “successful conception” is defined as a pregnancy that resulted in a live birth nine months later. The study was not small. It analyzed data from 1.3 million women between the ages of 18 and 39. Here’s what the numbers reveal—and what they could mean for humanity.

    https://x.com/OrtigiaP/status/1937960405030273316?t=GvwogogFbJJ-SRMv1vt84g&s=19
    ORRIBILE: Un nuovo studio peer-reviewed conferma che i vaccini COVID riducono la fertilità Quella che un tempo veniva liquidata come una “teoria del complotto” ora è supportata da dati concreti. Un nuovo studio peer-reviewed condotto nella Repubblica Ceca ha scoperto una tendenza inquietante: nel 2022, le donne vaccinate contro il COVID-19 hanno avuto il 33% IN MENO di concepimenti riusciti ogni 1.000 donne rispetto a quelle non vaccinate. Per "concepimento riuscito" si intende una gravidanza che ha portato a un nato vivo nove mesi dopo. Lo studio non era di piccole dimensioni. Ha analizzato i dati di 1,3 milioni di donne di età compresa tra 18 e 39 anni. Ecco cosa rivelano i numeri e cosa potrebbero significare per l'umanità. HORRIBLE: New Peer-Reviewed Study Confirms COVID Vaccines Reduce Fertility What was once dismissed as a “conspiracy theory” is now backed by hard data. A new peer-reviewed study from the Czech Republic has uncovered a disturbing trend: In 2022, women vaccinated against COVID-19 had 33% FEWER successful conceptions per 1,000 women than those who were not vaccinated. A “successful conception” is defined as a pregnancy that resulted in a live birth nine months later. The study was not small. It analyzed data from 1.3 million women between the ages of 18 and 39. Here’s what the numbers reveal—and what they could mean for humanity. https://x.com/OrtigiaP/status/1937960405030273316?t=GvwogogFbJJ-SRMv1vt84g&s=19
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