• The Inlaks Scholarship is one of India’s most prestigious funding programs that supports outstanding young students to pursue full-time master’s, postgraduate research, or specialized training at top universities abroad. It covers tuition fees, living expenses, and additional allowances to help talented individuals excel in fields like arts, sciences, humanities, design, and more. The scholarship is awarded based on academic excellence, leadership potential, creativity, and a strong commitment to making a meaningful impact. For ambitious students seeking world-class exposure, the Inlaks Scholarship is a powerful opportunity to build a global career.

    visit: https://educationvibes.in/blogs/details/inlaks-scholarship
    The Inlaks Scholarship is one of India’s most prestigious funding programs that supports outstanding young students to pursue full-time master’s, postgraduate research, or specialized training at top universities abroad. It covers tuition fees, living expenses, and additional allowances to help talented individuals excel in fields like arts, sciences, humanities, design, and more. The scholarship is awarded based on academic excellence, leadership potential, creativity, and a strong commitment to making a meaningful impact. For ambitious students seeking world-class exposure, the Inlaks Scholarship is a powerful opportunity to build a global career. visit: https://educationvibes.in/blogs/details/inlaks-scholarship
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    Inlaks Scholarship 2025: Eligibility, Academic Requirements, Amount Granted & More!
    The prestigious Inlaks scholarship offered by the Inlaks Shivdasani Foundation to Indian meritorious students who want to study PG programmes abroad, with up to 100,000 USD.
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  • NO OTHER LAND
    *Prima visione 15/11 - Rai3*

    Lasciamo che sia il cinema – quello che non ha paura di sporcare la pellicola con la realtà – a parlare per noi. Per una sera abbassiamo il volume delle polemiche, sospendiamo slogan e contrapposizioni, e concediamoci il tempo necessario per guardare dritto negli occhi una storia che non appartiene “a loro”, ma a tutti noi.

    “NO OTHER LAND” è molto più di un documentario: è un atto di resistenza visiva. Un film nato da cinque anni di registrazioni sul campo, dal 2019 al 2024, durante i quali l’attivista palestinese Basel Adra ha filmato, abitazione dopo abitazione, la progressiva demolizione delle case considerate “abusive” dal governo israeliano. Un lavoro che diventa ancora più potente nell’incontro con lo sguardo del giornalista israeliano Yuval Abraham, e con quello dei co-registi Hamdan Ballal e Rachel Szor.

    Quattro voci, quattro sensibilità, quattro sguardi che si intrecciano in un’opera che non cerca il sensazionalismo ma la verità, anche quando è scomoda, anche quando fa male. Un racconto duro, necessario, che mostra la violenza e la resistenza ma anche una rara e fragile possibilità di alleanza umana oltre le divisioni storiche e politiche.

    Un merito enorme a questo gruppo di autori che dimostra – con un film e non con proclami – che l’arte può davvero diventare un terreno comune, un ponte reale in un paesaggio di muri.

    Sostenuto da Amnesty International nella distribuzione e accompagnato da Medici Senza Frontiere, “No Other Land” ci consegna immagini che restano impresse come cicatrici, e parole che aprono spiragli. Un'opera che non pretende di dare risposte, ma ci invita con forza a non distogliere lo sguardo.


    SABATO 15 NOVEMBRE – ORE 21:20 – RAI 3 (prima visione)


    E allora sì: questa sera non dobbiamo mancare. Perché certe storie non si guardano soltanto — si attraversano insieme.


    #NoOtherLand #Documentario #DirittiUmani #Rai3 #Attivismo #CinemaDelReale #Palestina #Israele
    🎬NO OTHER LAND🎬 *Prima visione 15/11 - Rai3* Lasciamo che sia il cinema – quello che non ha paura di sporcare la pellicola con la realtà – a parlare per noi. Per una sera abbassiamo il volume delle polemiche, sospendiamo slogan e contrapposizioni, e concediamoci il tempo necessario per guardare dritto negli occhi una storia che non appartiene “a loro”, ma a tutti noi. “NO OTHER LAND” è molto più di un documentario: è un atto di resistenza visiva. Un film nato da cinque anni di registrazioni sul campo, dal 2019 al 2024, durante i quali l’attivista palestinese Basel Adra ha filmato, abitazione dopo abitazione, la progressiva demolizione delle case considerate “abusive” dal governo israeliano. Un lavoro che diventa ancora più potente nell’incontro con lo sguardo del giornalista israeliano Yuval Abraham, e con quello dei co-registi Hamdan Ballal e Rachel Szor. Quattro voci, quattro sensibilità, quattro sguardi che si intrecciano in un’opera che non cerca il sensazionalismo ma la verità, anche quando è scomoda, anche quando fa male. Un racconto duro, necessario, che mostra la violenza e la resistenza ma anche una rara e fragile possibilità di alleanza umana oltre le divisioni storiche e politiche. Un merito enorme a questo gruppo di autori che dimostra – con un film e non con proclami – che l’arte può davvero diventare un terreno comune, un ponte reale in un paesaggio di muri. Sostenuto da Amnesty International nella distribuzione e accompagnato da Medici Senza Frontiere, “No Other Land” ci consegna immagini che restano impresse come cicatrici, e parole che aprono spiragli. Un'opera che non pretende di dare risposte, ma ci invita con forza a non distogliere lo sguardo. 📌 📺 SABATO 15 NOVEMBRE – ORE 21:20 – RAI 3 (prima visione) E allora sì: questa sera non dobbiamo mancare. Perché certe storie non si guardano soltanto — si attraversano insieme. #NoOtherLand #Documentario #DirittiUmani #Rai3 #Attivismo #CinemaDelReale #Palestina #Israele
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  • «Quando cominceranno ad ascoltarmi, vi dirò tutto ciò che vi infastidirà, ci sarà un processo contro tutti coloro che sono coinvolti in questi crimini contro l'umanità. Sarà una Norimberga 2».
    Putin rivelerà tutti i crimini di Kiev e delle autorità occidentali in Ucraina. MAGARI fosse domani!
    Intanto trapela, confermata dalla Federazione Russa, una delle più gravi operazioni contro l’umanità intera, messa nel dossier voluto da Putin.
    Nelle acciaierie ‘Azovstal’ c’erano consiglieri NATO. Nell’ottavo piano sotterraneo c’era un laboratorio biologico in cui conducevano esperimenti su persone vive, poi scomparse nella prigione, chiamata ’Biblioteca’, dell'aeroporto di Mariúpol. DECINE di MIGLIAIA di persone. I prigionieri scampati grazie all'arrivo dei russi, parlano di un buco dal quale nessuno tornava più. Una specie di pozzo nel sottosuolo di Azovstal - un'intera città sotterranea dove viaggiavano persino i treni.
    Questi laboratori in Ucraina non sono solo americani. E’ molto più serio: specialisti di tutta la Nato hanno lavorato lì sotto e tutti i leader europei sapevano.
    Ma come nascondere i loro esperimenti e montagne di cadaveri? Con il fuoco. Come i nazisti di molti anni fa, hanno bruciato decine di migliaia di cadaveri. E’ comprensibile il terrore del proprietario di ‘Azovstal’, Rinat Akhmetov, l'oligarca più potente d'Ucraina: a fine guerra sarà incriminato esattamente come i suoi nazisti di ’Azov’ e quelli dei campi di concentramento della seconda guerra mondiale.
    Le truppe russe hanno distrutto con la massima prudenza una decina dei 18 laboratori di armi biologiche in tutta l'Ucraina. E a proposito del pianto di Zelensky e di Zucchi per i bambini ucraini... prima di
    attaccare i laboratori, già nel febbraio 2021, migliaia di bambini erano prigionieri nelle gabbie in questi laboratori sotterranei dell'Ucraina.
    Putin ha le prove che l'Occidente (l'American Health Institute, l'Istituto francese di Salute e il Centro tedesco per la ricerca sulle infezioni) ha investito miliardi di dollari in Ucraina per sviluppare armi biologiche. Quando il mondo occidentale lo permetterà, Putin presenterà ogni singola prova dei crimini contro l'umanità commessi da Zelensky e partner.
    Zelensky ha ricevuto aiuti finanziari e militari per consentire di lavorare in segreto e le prove sono le dichiarazioni video degli scienziati e degli ingegneri che lavoravano in questi laboratori (registrazioni del 2021)
    Putin aveva chiesto lo smantellamento dei laboratori entro il 2020, avvertendo che l'avrebbe fatto lui stesso, se Zelensky non avesse rispettato queste richieste nel quadro delle leggi internazionali. Aveva segnalato i possibili danni diretti e collaterali: Zelensky e l'Occidente hanno la colpa di aver messo in pericolo il popolo ucraino!
    I partner occidentali hanno costruito i biolaboratori di Ukroreich. Il Ministero della Salute israeliano e il MOSSAD hanno avviato un laboratorio biologico sull'isola Zmeyni, situata nel Mar Nero vicino al Delta del fiume Danubio. Il biolaboratorio dell'Isola del Serpente ha partecipato a uno studio sulla rabbia che, se disperso nell’aria, potrebbe devastare la Terra con quasi il 100% di mortalità!
    Putin conferma di aver adottato misure cautelari per garantire che tutti gli agenti patogeni siano stati colpiti in modo da renderli inerti.
    Aspettiamo con fiducia questo ‘Norimberga 2’ e intanto capiamo un po' di più se molti temano la fine di questa guerra. Ma la fine è sempre più vicina …

    Articolo originale; Antonia-Deniza Vasileva - novembre 2025

    Via Giuseppe Sardini
    «Quando cominceranno ad ascoltarmi, vi dirò tutto ciò che vi infastidirà, ci sarà un processo contro tutti coloro che sono coinvolti in questi crimini contro l'umanità. Sarà una Norimberga 2». Putin rivelerà tutti i crimini di Kiev e delle autorità occidentali in Ucraina. MAGARI fosse domani!🙏 Intanto trapela, confermata dalla Federazione Russa, una delle più gravi operazioni contro l’umanità intera, messa nel dossier voluto da Putin. Nelle acciaierie ‘Azovstal’ c’erano consiglieri NATO. Nell’ottavo piano sotterraneo c’era un laboratorio biologico in cui conducevano esperimenti su persone vive, poi scomparse nella prigione, chiamata ’Biblioteca’, dell'aeroporto di Mariúpol. DECINE di MIGLIAIA di persone. I prigionieri scampati grazie all'arrivo dei russi, parlano di un buco dal quale nessuno tornava più. Una specie di pozzo nel sottosuolo di Azovstal - un'intera città sotterranea dove viaggiavano persino i treni. Questi laboratori in Ucraina non sono solo americani. E’ molto più serio: specialisti di tutta la Nato hanno lavorato lì sotto e tutti i leader europei sapevano. Ma come nascondere i loro esperimenti e montagne di cadaveri? Con il fuoco. Come i nazisti di molti anni fa, hanno bruciato decine di migliaia di cadaveri. E’ comprensibile il terrore del proprietario di ‘Azovstal’, Rinat Akhmetov, l'oligarca più potente d'Ucraina: a fine guerra sarà incriminato esattamente come i suoi nazisti di ’Azov’ e quelli dei campi di concentramento della seconda guerra mondiale. Le truppe russe hanno distrutto con la massima prudenza una decina dei 18 laboratori di armi biologiche in tutta l'Ucraina. E a proposito del pianto di Zelensky e di Zucchi per i bambini ucraini... prima di attaccare i laboratori, già nel febbraio 2021, migliaia di bambini erano prigionieri nelle gabbie in questi laboratori sotterranei dell'Ucraina. Putin ha le prove che l'Occidente (l'American Health Institute, l'Istituto francese di Salute e il Centro tedesco per la ricerca sulle infezioni) ha investito miliardi di dollari in Ucraina per sviluppare armi biologiche. Quando il mondo occidentale lo permetterà, Putin presenterà ogni singola prova dei crimini contro l'umanità commessi da Zelensky e partner. Zelensky ha ricevuto aiuti finanziari e militari per consentire di lavorare in segreto e le prove sono le dichiarazioni video degli scienziati e degli ingegneri che lavoravano in questi laboratori (registrazioni del 2021) Putin aveva chiesto lo smantellamento dei laboratori entro il 2020, avvertendo che l'avrebbe fatto lui stesso, se Zelensky non avesse rispettato queste richieste nel quadro delle leggi internazionali. Aveva segnalato i possibili danni diretti e collaterali: Zelensky e l'Occidente hanno la colpa di aver messo in pericolo il popolo ucraino! I partner occidentali hanno costruito i biolaboratori di Ukroreich. Il Ministero della Salute israeliano e il MOSSAD hanno avviato un laboratorio biologico sull'isola Zmeyni, situata nel Mar Nero vicino al Delta del fiume Danubio. Il biolaboratorio dell'Isola del Serpente ha partecipato a uno studio sulla rabbia che, se disperso nell’aria, potrebbe devastare la Terra con quasi il 100% di mortalità! Putin conferma di aver adottato misure cautelari per garantire che tutti gli agenti patogeni siano stati colpiti in modo da renderli inerti. Aspettiamo con fiducia questo ‘Norimberga 2’ e intanto capiamo un po' di più se molti temano la fine di questa guerra. Ma la fine è sempre più vicina … 😉 Articolo originale; Antonia-Deniza Vasileva - novembre 2025 Via Giuseppe Sardini
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  • Risposte del Ministro degli Affari Esteri della Russia S.V. Lavrov alle domande del quotidiano italiano «Corriere della Sera», che ha rifiutato di pubblicare integralmente senza tagli e censura (Mosca, 13 novembre 2025)

    Testo completo dell'intervista

    Tesi chiave:

    • Gli accordi di Anchorage rappresentano una tappa importante nel percorso verso una pace duratura in Ucraina. <...> Siamo ancora pronti a tenere a Budapest il secondo vertice russo-americano, se si baserà realmente su risultati ben elaborati dell'Alaska.

    • A differenza dei paesi occidentali, che hanno raso al suolo interi quartieri cittadini, noi rispettiamo le persone — civili e militari. Le nostre forze armate agiscono con la massima responsabilità, infliggendo colpi di precisione esclusivamente a obiettivi militari e alle infrastrutture di trasporto ed energetiche che li supportano.

    • Gli obiettivi dell’operazione militare speciale (SVO) sono stati definiti dal Presidente della Russia V.V. Putin nel 2022 e sono ancora attuali. Non si tratta di sfere di influenza, ma di riportare l’Ucraina a uno status neutrale, non allineato e denuclearizzato, con il rigoroso rispetto dei diritti umani e di tutti i diritti delle minoranze russe e di altre nazionalità. Proprio così questi impegni sono stati registrati nella Dichiarazione di indipendenza dell’Ucraina del 1990 e nella sua Costituzione, ed è tenendo conto di tali impegni proclamati che la Russia ha riconosciuto l’indipendenza dello Stato ucraino.

    ❗️ Vogliamo e otterremo il ritorno dell’Ucraina a radici sane e stabili della sua statualità, che implica il rifiuto di concedere servilmente il suo territorio per l’uso militare da parte della NATO, la purificazione dall’ideologia nazista proibita a Norimberga, il ripristino di tutti i diritti ai russi, agli ungheresi e a tutte le altre minoranze nazionali.

    • È significativo che le élite di Bruxelles, trascinando il regime di Kiev nell’UE, tacciano sulla flagrante discriminazione dei cosiddetti “popoli non autoctoni” e allo stesso tempo lodino la giunta di Zelensky come difensore dei “valori europei”. Ciò conferma ulteriormente che il nazismo sta rialzando la testa in Europa.

    • La maggior parte delle capitali europee costituiscono ora il nucleo della cosiddetta “coalizione dei volenterosi”, che desidera solo una cosa — che le ostilità in Ucraina durino il più a lungo possibile, “fino all’ultimo ucraino”. A quanto pare, non hanno altro modo per distogliere l’attenzione del loro elettorato dai problemi socio-economici interni fortemente aggravati.

    • La conflittualità, a cui ha portato la politica sconsiderata e senza prospettive delle élite europee, non è una scelta della Russia. La situazione attuale non risponde agli interessi dei nostri popoli.

    • Non “promuoviamo” un ordine mondiale multipolare, esso si sta formando oggettivamente — non attraverso conquiste, schiavitù, oppressione e sfruttamento, come hanno fatto i colonizzatori per costruire il loro “ordine” (e poi il capitalismo), ma attraverso la cooperazione, il rispetto reciproco degli interessi, la distribuzione razionale del lavoro basata sull’unione dei vantaggi competitivi comparativi dei paesi partecipanti e delle strutture di integrazione.

    • Per la Russia non esistono paesi e popoli ostili, ma paesi con governi ostili. A causa della presenza di uno di questi a Roma, le relazioni russo-italiane stanno attraversando la crisi più grave della loro storia del dopoguerra. Ciò non è avvenuto per nostra iniziativa.

    • La cooperazione paritaria e reciprocamente vantaggiosa tra Russia e Italia risponde agli interessi dei nostri popoli. Se a Roma saranno pronti a muoversi verso il ripristino del dialogo basato sul rispetto reciproco e sul rispetto degli interessi, ce lo facciano sapere, siamo sempre pronti ad ascoltare.
    🇷🇺 Risposte del Ministro degli Affari Esteri della Russia S.V. Lavrov alle domande del quotidiano italiano «Corriere della Sera», che ha rifiutato di pubblicare integralmente senza tagli e censura (Mosca, 13 novembre 2025) Testo completo dell'intervista Tesi chiave: • Gli accordi di Anchorage rappresentano una tappa importante nel percorso verso una pace duratura in Ucraina. <...> Siamo ancora pronti a tenere a Budapest il secondo vertice russo-americano, se si baserà realmente su risultati ben elaborati dell'Alaska. • A differenza dei paesi occidentali, che hanno raso al suolo interi quartieri cittadini, noi rispettiamo le persone — civili e militari. Le nostre forze armate agiscono con la massima responsabilità, infliggendo colpi di precisione esclusivamente a obiettivi militari e alle infrastrutture di trasporto ed energetiche che li supportano. • Gli obiettivi dell’operazione militare speciale (SVO) sono stati definiti dal Presidente della Russia V.V. Putin nel 2022 e sono ancora attuali. Non si tratta di sfere di influenza, ma di riportare l’Ucraina a uno status neutrale, non allineato e denuclearizzato, con il rigoroso rispetto dei diritti umani e di tutti i diritti delle minoranze russe e di altre nazionalità. Proprio così questi impegni sono stati registrati nella Dichiarazione di indipendenza dell’Ucraina del 1990 e nella sua Costituzione, ed è tenendo conto di tali impegni proclamati che la Russia ha riconosciuto l’indipendenza dello Stato ucraino. ❗️ Vogliamo e otterremo il ritorno dell’Ucraina a radici sane e stabili della sua statualità, che implica il rifiuto di concedere servilmente il suo territorio per l’uso militare da parte della NATO, la purificazione dall’ideologia nazista proibita a Norimberga, il ripristino di tutti i diritti ai russi, agli ungheresi e a tutte le altre minoranze nazionali. • È significativo che le élite di Bruxelles, trascinando il regime di Kiev nell’UE, tacciano sulla flagrante discriminazione dei cosiddetti “popoli non autoctoni” e allo stesso tempo lodino la giunta di Zelensky come difensore dei “valori europei”. Ciò conferma ulteriormente che il nazismo sta rialzando la testa in Europa. • La maggior parte delle capitali europee costituiscono ora il nucleo della cosiddetta “coalizione dei volenterosi”, che desidera solo una cosa — che le ostilità in Ucraina durino il più a lungo possibile, “fino all’ultimo ucraino”. A quanto pare, non hanno altro modo per distogliere l’attenzione del loro elettorato dai problemi socio-economici interni fortemente aggravati. • La conflittualità, a cui ha portato la politica sconsiderata e senza prospettive delle élite europee, non è una scelta della Russia. La situazione attuale non risponde agli interessi dei nostri popoli. • Non “promuoviamo” un ordine mondiale multipolare, esso si sta formando oggettivamente — non attraverso conquiste, schiavitù, oppressione e sfruttamento, come hanno fatto i colonizzatori per costruire il loro “ordine” (e poi il capitalismo), ma attraverso la cooperazione, il rispetto reciproco degli interessi, la distribuzione razionale del lavoro basata sull’unione dei vantaggi competitivi comparativi dei paesi partecipanti e delle strutture di integrazione. • Per la Russia non esistono paesi e popoli ostili, ma paesi con governi ostili. A causa della presenza di uno di questi a Roma, le relazioni russo-italiane stanno attraversando la crisi più grave della loro storia del dopoguerra. Ciò non è avvenuto per nostra iniziativa. • La cooperazione paritaria e reciprocamente vantaggiosa tra Russia e Italia risponde agli interessi dei nostri popoli. Se a Roma saranno pronti a muoversi verso il ripristino del dialogo basato sul rispetto reciproco e sul rispetto degli interessi, ce lo facciano sapere, siamo sempre pronti ad ascoltare.
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  • LA SECONDA MORTE

    Una perdita umana è il pensiero ricorrente, la ferita più profonda e l’ossessione che accompagna ogni conflitto. Nulla da obiettare.
    Eppure, esiste una ferita ancora più silenziosa e nascosta, perché raramente percepita nella sua interezza. È la ferita della cancellazione.

    Un conflitto non porta con sé soltanto morti e dolore: diventa sinonimo di “annullamento”, di rimozione totale della memoria, della storia, dell’identità stessa di un popolo. Come se la sua cultura non avesse mai avuto diritto di esistere. Come se le sue pietre, le sue strade, i suoi teatri e le sue biblioteche non avessero mai parlato.

    Dal 2022 abbiamo pianto la distruzione del teatro di Odessa, simbolo di arte e bellezza in tempo di guerra. Ebbene, oggi lo stesso copione si ripete nella Gaza che non riconosce più se stessa, dove è difficile persino trovare qualcosa da salvare, se non la tenacia di chi, ancora, sopravvive fra le macerie.
    E sia chiaro: nessun edificio, nessuna chiesa, nessun archivio potrà mai valere quanto una vita umana.
    Ma distruggere i luoghi della memoria significa anche questo: lasciare che la verità di un popolo venga raccontata da altri.
    Da un sistema mediatico e storiografico che non può garantire il sacrosanto principio di imparzialità.

    Ci resta allora solo l’immaginazione.
    Immaginare ciò che non esiste più — o che forse tornerà a vivere, ma secondo i canoni della speculazione e dei progetti di chi costruirà nuovi viadotti, resort, infrastrutture che nulla hanno a che vedere con la memoria palestinese.

    E non è retorica.
    Secondo il report “All That is Lost” dell’organizzazione PEN America, sono oltre 300 i siti culturali distrutti o gravemente danneggiati a Gaza.
    Fra essi, la casa di Yasser Arafat, trasformata in centro culturale dopo la sua morte, oggi ridotta in rovina.
    Il Centro Culturale Rashad El Shawa, dove negli anni ’90 si discuteva di pace con Bill Clinton, è stato raso al suolo nel novembre 2024.
    E ancora la libreria di Samir Mansour, simbolo di resilienza culturale, e la Moschea Omari, che custodiva 20.000 volumi antichi — oggi polvere.

    Polvere come il pavimento a mosaico della Chiesa bizantina di Jabalia, costruita nel 444 d.C., testimone di secoli di convivenza religiosa e di storia condivisa. Colpita anch’essa, cancellata.

    E così, la cultura scivola via, insieme alla memoria.
    Perché la distruzione del patrimonio artistico non è mai solo un “danno collaterale”: è la seconda morte di un popolo, quella che lo priva della sua voce e del suo diritto di esistere nel racconto della storia.

    Forse, di tutto questo, resteranno solo le parole — e il dovere morale di ricordare che anche le pietre, come gli uomini, sanno gridare.

    #Palestina #MemoriaCulturale #PatrimoniPerduti #LaSecondaMorte #CulturaEDistruzione #Gaza #DirittiUmani #MemoriaStorica #ArteESopravvivenza #StoriaNegata #HumanityInRuins #PeaceThroughCulture
    🕯️ LA SECONDA MORTE Una perdita umana è il pensiero ricorrente, la ferita più profonda e l’ossessione che accompagna ogni conflitto. Nulla da obiettare. Eppure, esiste una ferita ancora più silenziosa e nascosta, perché raramente percepita nella sua interezza. È la ferita della cancellazione. Un conflitto non porta con sé soltanto morti e dolore: diventa sinonimo di “annullamento”, di rimozione totale della memoria, della storia, dell’identità stessa di un popolo. Come se la sua cultura non avesse mai avuto diritto di esistere. Come se le sue pietre, le sue strade, i suoi teatri e le sue biblioteche non avessero mai parlato. Dal 2022 abbiamo pianto la distruzione del teatro di Odessa, simbolo di arte e bellezza in tempo di guerra. Ebbene, oggi lo stesso copione si ripete nella Gaza che non riconosce più se stessa, dove è difficile persino trovare qualcosa da salvare, se non la tenacia di chi, ancora, sopravvive fra le macerie. E sia chiaro: nessun edificio, nessuna chiesa, nessun archivio potrà mai valere quanto una vita umana. 👉 Ma distruggere i luoghi della memoria significa anche questo: lasciare che la verità di un popolo venga raccontata da altri. Da un sistema mediatico e storiografico che non può garantire il sacrosanto principio di imparzialità. Ci resta allora solo l’immaginazione. Immaginare ciò che non esiste più — o che forse tornerà a vivere, ma secondo i canoni della speculazione e dei progetti di chi costruirà nuovi viadotti, resort, infrastrutture che nulla hanno a che vedere con la memoria palestinese. E non è retorica. Secondo il report “All That is Lost” dell’organizzazione PEN America, sono oltre 300 i siti culturali distrutti o gravemente danneggiati a Gaza. Fra essi, la casa di Yasser Arafat, trasformata in centro culturale dopo la sua morte, oggi ridotta in rovina. Il Centro Culturale Rashad El Shawa, dove negli anni ’90 si discuteva di pace con Bill Clinton, è stato raso al suolo nel novembre 2024. E ancora la libreria di Samir Mansour, simbolo di resilienza culturale, e la Moschea Omari, che custodiva 20.000 volumi antichi — oggi polvere. Polvere come il pavimento a mosaico della Chiesa bizantina di Jabalia, costruita nel 444 d.C., testimone di secoli di convivenza religiosa e di storia condivisa. Colpita anch’essa, cancellata. E così, la cultura scivola via, insieme alla memoria. Perché la distruzione del patrimonio artistico non è mai solo un “danno collaterale”: è la seconda morte di un popolo, quella che lo priva della sua voce e del suo diritto di esistere nel racconto della storia. Forse, di tutto questo, resteranno solo le parole — e il dovere morale di ricordare che anche le pietre, come gli uomini, sanno gridare. 🕯️ #Palestina #MemoriaCulturale #PatrimoniPerduti #LaSecondaMorte #CulturaEDistruzione #Gaza #DirittiUmani #MemoriaStorica #ArteESopravvivenza #StoriaNegata #HumanityInRuins #PeaceThroughCulture
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  • Chi gestisce il potere ha la possibilità di scegliere tra un'enorme varietà di subumani meschini, disposti a vendersi il cuore pulsante della madre pur di rosicchiare un osso caduto dal tavolo padronale.
    Persone irrisolte, con gravi sindromi narcisistiche e, di base, un senso di rivalsa nei confronti dell'umanità sana, per via delle loro carenze (probabilmente di natura sessuale) e delle loro brutture estetiche e morali.
    Dare potere a questo ciarpame umano, significa avere a disposizione una perpetua macchina spargi odio, perfettamente funzionale al mantenimento di un perenne clima di conflitto all'interno società.
    Poi si stupiscono se le campagne vaccinali vanno deserte, soprattutto per quanto riguarda i medici. Se a convincerti mettono un bimbominkia col cervello di uno scolaro ritardato delle medie, stanno freschi.

    Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist:
    https://t.me/giorgiobianchiphotojournalist
    Chi gestisce il potere ha la possibilità di scegliere tra un'enorme varietà di subumani meschini, disposti a vendersi il cuore pulsante della madre pur di rosicchiare un osso caduto dal tavolo padronale. Persone irrisolte, con gravi sindromi narcisistiche e, di base, un senso di rivalsa nei confronti dell'umanità sana, per via delle loro carenze (probabilmente di natura sessuale) e delle loro brutture estetiche e morali. Dare potere a questo ciarpame umano, significa avere a disposizione una perpetua macchina spargi odio, perfettamente funzionale al mantenimento di un perenne clima di conflitto all'interno società. Poi si stupiscono se le campagne vaccinali vanno deserte, soprattutto per quanto riguarda i medici. Se a convincerti mettono un bimbominkia col cervello di uno scolaro ritardato delle medie, stanno freschi. 🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist: https://t.me/giorgiobianchiphotojournalist
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  • L'OMS annuncia il sequestro del nostro cibo!

    Tedros presenta il nuovo programma EAT-Lancet 2.0 – "trasformazione dei sistemi alimentari", che non è altro che la centralizzazione di ciò che ci è consentito mangiare. Il consumo di carne, latte e uova deve essere ridotto radicalmente. Al suo posto: "alternative sostenibili", ovvero insetti, soia e prodotti di laboratorio delle grandi aziende. Attualmente, l'OMS sta sviluppando una definizione globale di "alimenti ultra-processati" e nuove linee guida per i prodotti di origine animale – la base per tasse, divieti e controllo digitale. Tutto è interconnesso: cibo, clima, commercio, salute – questo si chiama "One Health". Sembra innocuo, ma è un controllo globale in nome della salute. Ufficialmente "equo e inclusivo" – in realtà, un controllo tecnocratico sul bisogno primario di cibo. Ciò che viene presentato come "salute planetaria" è in realtà l'inizio del controllo totale sulle persone!
    Ecco a voi il vero male dell’umanità.

    Via Luca Franchi

    Source: https://x.com/itsmeback_/status/1985743697938383356
    L'OMS annuncia il sequestro del nostro cibo! Tedros presenta il nuovo programma EAT-Lancet 2.0 – "trasformazione dei sistemi alimentari", che non è altro che la centralizzazione di ciò che ci è consentito mangiare. Il consumo di carne, latte e uova deve essere ridotto radicalmente. Al suo posto: "alternative sostenibili", ovvero insetti, soia e prodotti di laboratorio delle grandi aziende. Attualmente, l'OMS sta sviluppando una definizione globale di "alimenti ultra-processati" e nuove linee guida per i prodotti di origine animale – la base per tasse, divieti e controllo digitale. Tutto è interconnesso: cibo, clima, commercio, salute – questo si chiama "One Health". Sembra innocuo, ma è un controllo globale in nome della salute. Ufficialmente "equo e inclusivo" – in realtà, un controllo tecnocratico sul bisogno primario di cibo. Ciò che viene presentato come "salute planetaria" è in realtà l'inizio del controllo totale sulle persone! Ecco a voi il vero male dell’umanità. Via Luca Franchi Source: https://x.com/itsmeback_/status/1985743697938383356
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  • Elon Musk avverte: il pericolo nascosto dell'ID digitale in America | Musk Mindset Elon Musk avverte: il pericolo nascosto dell'ID digitale in AmericaElon Musk siede davanti alla telecamera, non come un miliardario, ma come una voce che lancia un monito. In questo potente monologo cinematografico, Musk spiega perché la nuova ondata di sistemi di ID digitale potrebbe distruggere la libertà in America e nel mondo. Analizza la vera minaccia: non la tecnologia in sé, ma chi la controlla.
    Con calma e intensità, Elon rivela come i dati possano diventare un'arma silenziosa, trasformando la comodità in controllo. Questa non è finzione, è il futuro che si sta dispiegando proprio ora.
    #ElonMusk #IDDigitale #FreedomMatters #AIWarning #FutureOfHumanity #TechControl #XSpaces #ElonMuskSpeech #DigitalSlavery #USA2025
    https://www.youtube.com/watch?v=zUbF_z2brXE
    Elon Musk avverte: il pericolo nascosto dell'ID digitale in America | Musk Mindset Elon Musk avverte: il pericolo nascosto dell'ID digitale in AmericaElon Musk siede davanti alla telecamera, non come un miliardario, ma come una voce che lancia un monito. In questo potente monologo cinematografico, Musk spiega perché la nuova ondata di sistemi di ID digitale potrebbe distruggere la libertà in America e nel mondo. Analizza la vera minaccia: non la tecnologia in sé, ma chi la controlla. Con calma e intensità, Elon rivela come i dati possano diventare un'arma silenziosa, trasformando la comodità in controllo. Questa non è finzione, è il futuro che si sta dispiegando proprio ora. #ElonMusk #IDDigitale #FreedomMatters #AIWarning #FutureOfHumanity #TechControl #XSpaces #ElonMuskSpeech #DigitalSlavery #USA2025 https://www.youtube.com/watch?v=zUbF_z2brXE
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  • Over a billion people were forced into a biometric system linking food, pensions, and healthcare to a single digital ID. The result? A humanitarian crisis.

    Criminals hacked and cloned identities, leaving families starving, elderly without pensions, and the sick turned away from hospitals.

    In one state alone, two dozen people starved to death after being denied rations due to system failures. Millions of fake accounts siphoned funds meant for the poor, creating a black market for stolen identities.

    Sold as “secure,” it became a tool for control and exploitation. When survival depends on a single ID, a glitch—or a hacker—can erase your access to life itself.

    This isn’t progress. It’s a blueprint for dystopia.

    Il disastro dell'identità digitale in India è un monito per il mondo.

    Oltre un miliardo di persone sono state costrette a utilizzare un sistema biometrico che collega cibo, pensioni e assistenza sanitaria a un unico documento d'identità digitale. Il risultato? Una crisi umanitaria.

    I criminali hanno hackerato e clonato identità, lasciando famiglie affamate, anziani senza pensione e malati respinti dagli ospedali.

    In un solo stato, due dozzine di persone sono morte di fame dopo essersi viste negare le razioni alimentari a causa di guasti al sistema. Milioni di account falsi hanno sottratto fondi destinati ai poveri, creando un mercato nero per le identità rubate.

    Venduto come "sicuro", è diventato uno strumento di controllo e sfruttamento. Quando la sopravvivenza dipende da un singolo documento d'identità, un problema tecnico – o un hacker – può cancellare l'accesso alla vita stessa.

    Questo non è progresso. È un modello per una distopia.

    Source: https://x.com/newstart_2024/status/1985023958131904643?t=Jz-FGT_g4m-Qk9vJkwW4nA&s=19
    Over a billion people were forced into a biometric system linking food, pensions, and healthcare to a single digital ID. The result? A humanitarian crisis. Criminals hacked and cloned identities, leaving families starving, elderly without pensions, and the sick turned away from hospitals. In one state alone, two dozen people starved to death after being denied rations due to system failures. Millions of fake accounts siphoned funds meant for the poor, creating a black market for stolen identities. Sold as “secure,” it became a tool for control and exploitation. When survival depends on a single ID, a glitch—or a hacker—can erase your access to life itself. This isn’t progress. It’s a blueprint for dystopia. Il disastro dell'identità digitale in India è un monito per il mondo. Oltre un miliardo di persone sono state costrette a utilizzare un sistema biometrico che collega cibo, pensioni e assistenza sanitaria a un unico documento d'identità digitale. Il risultato? Una crisi umanitaria. I criminali hanno hackerato e clonato identità, lasciando famiglie affamate, anziani senza pensione e malati respinti dagli ospedali. In un solo stato, due dozzine di persone sono morte di fame dopo essersi viste negare le razioni alimentari a causa di guasti al sistema. Milioni di account falsi hanno sottratto fondi destinati ai poveri, creando un mercato nero per le identità rubate. Venduto come "sicuro", è diventato uno strumento di controllo e sfruttamento. Quando la sopravvivenza dipende da un singolo documento d'identità, un problema tecnico – o un hacker – può cancellare l'accesso alla vita stessa. Questo non è progresso. È un modello per una distopia. Source: https://x.com/newstart_2024/status/1985023958131904643?t=Jz-FGT_g4m-Qk9vJkwW4nA&s=19
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  • India’s digital ID disaster is a warning to the world.

    Over a billion people were forced into a biometric system linking food, pensions, and healthcare to a single digital ID. The result? A humanitarian crisis.

    Criminals hacked and cloned identities, leaving families starving, elderly without pensions, and the sick turned away from hospitals.

    In one state alone, two dozen people starved to death after being denied rations due to system failures. Millions of fake accounts siphoned funds meant for the poor, creating a black market for stolen identities.

    Sold as “secure,” it became a tool for control and exploitation. When survival depends on a single ID, a glitch—or a hacker—can erase your access to life itself.

    This isn’t progress. It’s a blueprint for dystopia.

    Il disastro dell'identità digitale in India è un monito per il mondo.

    Oltre un miliardo di persone sono state costrette a utilizzare un sistema biometrico che collega cibo, pensioni e assistenza sanitaria a un unico documento d'identità digitale. Il risultato? Una crisi umanitaria.

    I criminali hanno hackerato e clonato identità, lasciando famiglie affamate, anziani senza pensione e malati respinti dagli ospedali.

    In un solo stato, due dozzine di persone sono morte di fame dopo essersi viste negare le razioni alimentari a causa di guasti al sistema. Milioni di account falsi hanno sottratto fondi destinati ai poveri, creando un mercato nero per le identità rubate.

    Venduto come "sicuro", è diventato uno strumento di controllo e sfruttamento. Quando la sopravvivenza dipende da un singolo documento d'identità, un problema tecnico – o un hacker – può cancellare l'accesso alla vita stessa.

    Questo non è progresso. È un modello per una distopia.

    https://x.com/newstart_2024/status/1985023958131904643?t=Q-33F8eWrrvSjut4_BIphg&s=19
    India’s digital ID disaster is a warning to the world. Over a billion people were forced into a biometric system linking food, pensions, and healthcare to a single digital ID. The result? A humanitarian crisis. Criminals hacked and cloned identities, leaving families starving, elderly without pensions, and the sick turned away from hospitals. In one state alone, two dozen people starved to death after being denied rations due to system failures. Millions of fake accounts siphoned funds meant for the poor, creating a black market for stolen identities. Sold as “secure,” it became a tool for control and exploitation. When survival depends on a single ID, a glitch—or a hacker—can erase your access to life itself. This isn’t progress. It’s a blueprint for dystopia. Il disastro dell'identità digitale in India è un monito per il mondo. Oltre un miliardo di persone sono state costrette a utilizzare un sistema biometrico che collega cibo, pensioni e assistenza sanitaria a un unico documento d'identità digitale. Il risultato? Una crisi umanitaria. I criminali hanno hackerato e clonato identità, lasciando famiglie affamate, anziani senza pensione e malati respinti dagli ospedali. In un solo stato, due dozzine di persone sono morte di fame dopo essersi viste negare le razioni alimentari a causa di guasti al sistema. Milioni di account falsi hanno sottratto fondi destinati ai poveri, creando un mercato nero per le identità rubate. Venduto come "sicuro", è diventato uno strumento di controllo e sfruttamento. Quando la sopravvivenza dipende da un singolo documento d'identità, un problema tecnico – o un hacker – può cancellare l'accesso alla vita stessa. Questo non è progresso. È un modello per una distopia. https://x.com/newstart_2024/status/1985023958131904643?t=Q-33F8eWrrvSjut4_BIphg&s=19
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