• Uomo grande e coraggioso
    Amante della verità

    Source: https://x.com/Violetta_2021/status/1938524975993897313?t=46krP5ENdMVnU2jJ02qu3w&s=19
    Uomo grande e coraggioso Amante della verità 🙏 Source: https://x.com/Violetta_2021/status/1938524975993897313?t=46krP5ENdMVnU2jJ02qu3w&s=19
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  • E” una mattanza. LA CAUSA DI TUTTE QUESTE GIOVANI MORTI È UNA SOLA. BISOGNA AVERE IL CORAGGIO di DIRE LA VERITÀ!

    It's a massacre. THE CAUSE OF ALL THESE YOUNG DEATHS IS ONLY ONE. WE MUST HAVE THE COURAGE to TELL THE TRUTH!
    E” una mattanza. LA CAUSA DI TUTTE QUESTE GIOVANI MORTI È UNA SOLA. BISOGNA AVERE IL CORAGGIO di DIRE LA VERITÀ! It's a massacre. THE CAUSE OF ALL THESE YOUNG DEATHS IS ONLY ONE. WE MUST HAVE THE COURAGE to TELL THE TRUTH!
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  • KARMAGEDDON - MUSICA LIAH MAY
    MEDICO E CANTANTE CORAGGIOSA AUSTRALIANA MERITA 90 MINUTI DI APPLAUSI
    CHIEDIAMO A TUTTI DI DIFFONDERE IL SUO CANALE YOUTUBE E QUESTA CANZONE CHE DICE COSE VERE, TROPPE COSE VERE…
    INFATTI E SOGGETTA A PESANTI PRESSIONI DAI MEDIA E DALLA MAFIA ASCHENAZITA
    QUANTO E RARO SENTIRE UN CANTANTE FUORI DAL CORO?

    FONTE https://www.youtube.com/watch?v=y29kmnhjtc8

    SOTTOTITOLI AGGIORNATI E TRADOTTI DA NOI

    FILE ULTRACOMPRESSO PER CONDIVISIONE SU DISPOSITIVI MOBILI

    #MUSICA #OMS #ISRAELE #GAZA #MUSK
    KARMAGEDDON - MUSICA LIAH MAY MEDICO E CANTANTE CORAGGIOSA AUSTRALIANA MERITA 90 MINUTI DI APPLAUSI CHIEDIAMO A TUTTI DI DIFFONDERE IL SUO CANALE YOUTUBE E QUESTA CANZONE CHE DICE COSE VERE, TROPPE COSE VERE… INFATTI E SOGGETTA A PESANTI PRESSIONI DAI MEDIA E DALLA MAFIA ASCHENAZITA QUANTO E RARO SENTIRE UN CANTANTE FUORI DAL CORO? FONTE https://www.youtube.com/watch?v=y29kmnhjtc8 SOTTOTITOLI AGGIORNATI E TRADOTTI DA NOI FILE ULTRACOMPRESSO PER CONDIVISIONE SU DISPOSITIVI MOBILI #MUSICA #OMS #ISRAELE #GAZA #MUSK
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  • Rilanciamo: Milano, martedì 24 giugno - ore 19.00, presidio in Piazza dei Mercanti

    Stop war, stop war on journalism

    I diritti da esportare. L'infermiera Nayirah e le armi di distruzione di massa irachene. La provetta di Colin Powell, sventolata in mondovisione. La minaccia del terrore e le torri cadute. Le bombe chimiche di Damasco. L'unica democrazia del Medio Oriente. Il genocidio che non esiste. Il pericolo del programma nucleare iraniano.

    Anni spesi a ripetere il falso nel tentativo di giustificare la guerra e di addomesticare, con un certo successo, l'opinione pubblica. È questo il lavoro del giornalista di regime, imboccato da società di "pubbliche relazioni" e dai servizi della macchina imperiale.

    Ma la natura ripugnante degli interventi umanitari dei B-52 che, oggi come allora, sorvolano Diego Garcia, non puoi nasconderla per sempre. Viene a galla, smascherata dal coraggio degli oltre duecento giornalisti palestinesi assassinati insieme alla propria gente dalle truppe di occupazione. Vacilla, sotto il peso di contraddizioni evidenti, davanti alla resistenza dei popoli

    Ma cede anche davanti a chi non si rassegna al degrado di una professione, quella del reporter, divenuta quasi solo megafono del potere. Davanti a chi, anche a costo della propria vita, ancora documenta liberamente e ha la forza di "chiamare le cose con il proprio nome", nonostante le minacce, nonostante la censura.

    L'iniziativa è promossa dal Comitato Assange Italia
    https://t.me/canalemiracolomilano
    Rilanciamo: 🗓️📌 Milano, martedì 24 giugno - ore 19.00, presidio in Piazza dei Mercanti Stop war, stop war on journalism I diritti da esportare. L'infermiera Nayirah e le armi di distruzione di massa irachene. La provetta di Colin Powell, sventolata in mondovisione. La minaccia del terrore e le torri cadute. Le bombe chimiche di Damasco. L'unica democrazia del Medio Oriente. Il genocidio che non esiste. Il pericolo del programma nucleare iraniano. Anni spesi a ripetere il falso nel tentativo di giustificare la guerra e di addomesticare, con un certo successo, l'opinione pubblica. È questo il lavoro del giornalista di regime, imboccato da società di "pubbliche relazioni" e dai servizi della macchina imperiale. Ma la natura ripugnante degli interventi umanitari dei B-52 che, oggi come allora, sorvolano Diego Garcia, non puoi nasconderla per sempre. Viene a galla, smascherata dal coraggio degli oltre duecento giornalisti palestinesi assassinati insieme alla propria gente dalle truppe di occupazione. Vacilla, sotto il peso di contraddizioni evidenti, davanti alla resistenza dei popoli 🇵🇸 Ma cede anche davanti a chi non si rassegna al degrado di una professione, quella del reporter, divenuta quasi solo megafono del potere. Davanti a chi, anche a costo della propria vita, ancora documenta liberamente e ha la forza di "chiamare le cose con il proprio nome", nonostante le minacce, nonostante la censura. L'iniziativa è promossa dal Comitato Assange Italia https://t.me/canalemiracolomilano
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  • SALVA LA DATA
    Lunedì 23 giugno – Ore 19:00
    Su IGNIS Tv

    Una testimonianza potente. Una voce fuori dal coro. Una verità da ascoltare.
    In diretta con noi Paola Fara, autrice del libro che sta facendo riflettere l’Italia:
    **“Gocce dello stesso mare. In cammino con i danneggiati del vaccino anti Covid-19”.

    Un’intervista da non perdere, per chi ha a cuore la verità, la giustizia e il coraggio di chi, nel silenzio generale, ha subito – e continua a subire – le conseguenze di scelte imposte in nome dell’emergenza.

    Storie vere di dolore e invisibilità.
    Un viaggio umano tra coscienze dimenticate.
    Una riflessione profonda sui diritti sospesi, sulle parole mai dette e su una memoria collettiva da ricostruire.

    Condividi, partecipa, ascolta.
    Perché solo dando voce a chi non ce l’ha, possiamo davvero voltare pagina.

    Lunedì 23 giugno alle 19:00 – solo su IGNIS Tv
    #GocceDelloStessoMare #PaolaFara #IGNISTv #VeritàEDiritti #PostCovid #DanneggiatiDaVaccino #LibertàDiAscoltare #IntervistaEsclusiva #VeritàScomode

    https://www.youtube.com/live/6yQ78nMVnqg?si=2kfpWhZZknHz6b6H
    SALVA LA DATA 🚨 📺 Lunedì 23 giugno – Ore 19:00 🕖 Su IGNIS Tv 🎤 Una testimonianza potente. Una voce fuori dal coro. Una verità da ascoltare. In diretta con noi Paola Fara, autrice del libro che sta facendo riflettere l’Italia: 📘 **“Gocce dello stesso mare. In cammino con i danneggiati del vaccino anti Covid-19”. Un’intervista da non perdere, per chi ha a cuore la verità, la giustizia e il coraggio di chi, nel silenzio generale, ha subito – e continua a subire – le conseguenze di scelte imposte in nome dell’emergenza. 💔 Storie vere di dolore e invisibilità. 🧭 Un viaggio umano tra coscienze dimenticate. ⚖️ Una riflessione profonda sui diritti sospesi, sulle parole mai dette e su una memoria collettiva da ricostruire. 👉 Condividi, partecipa, ascolta. Perché solo dando voce a chi non ce l’ha, possiamo davvero voltare pagina. 📲 Lunedì 23 giugno alle 19:00 – solo su IGNIS Tv #GocceDelloStessoMare #PaolaFara #IGNISTv #VeritàEDiritti #PostCovid #DanneggiatiDaVaccino #LibertàDiAscoltare #IntervistaEsclusiva #VeritàScomode https://www.youtube.com/live/6yQ78nMVnqg?si=2kfpWhZZknHz6b6H
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  • SAGRA delle banalità – Opinionisti da strapazzo in salsa NATO

    Di solito non mi appassiona il tiro al bersaglio contro politici e personaggi pubblici che non brillano per acume – o per simpatia. Ma quando si scavalca l’asticella della decenza, soprattutto su un tema già esplosivo di suo come la famigerata NATO, allora vale la pena fermarsi e segnalare.
    Perché il rischio concreto è quello di sparare bestialità o ridurre tutto alle solite risse tra parrocchie ideologiche. Una specialità tutta italiana, purtroppo.

    La nota positiva – si fa per dire – è che, stavolta, le perle arrivano da entrambi i poli politici, il che mi esonera (si spera) da qualunque accusa di faziosità.
    Con buona pace per la par condicio, direi: "ognuno ha perso la sua buona occasione per tacere".

    Cominciamo da Guido Crosetto, Ministro della Difesa, che ci ha regalato una riflessione a metà tra l’epifania adolescenziale e la saggezza del bar sotto casa. Il tutto, ovviamente, condito dal tono saggio di chi – fino a qualche anno fa – si occupava di ben altro rispetto alla sicurezza nazionale, su cui oggi si sta “formando in corsa”.

    Ecco il passaggio cult, direttamente da un evento a Padova:

    ❗️ "La Nato, così com’è, non ha più ragione di esistere. Una volta il centro del mondo era l'Oceano Atlantico, ora è il mondo. Una volta Usa ed Europa erano il centro, ora c'è tutto il resto con cui va costruito un rapporto. Se la Nato nasce per garantire la pace e la mutua difesa o diventa un'organizzazione che si prende questo compito parlando con il Sud del mondo, diventa quindi qualcosa di profondamente diverso, oppure non raggiungeremo l'obiettivo di avere sicurezza all'interno di regole che valgano per tutti."

    Ora: davvero ci si accorge solo oggi che il mondo è cambiato?
    Davvero siamo così sorpresi dall’interdipendenza globale, creata anche dalla globalizzazione che noi stessi abbiamo promosso?

    Ma la domanda vera è un’altra:
    Stiamo lavorando concretamente alla ridefinizione del ruolo della NATO, o ci limitiamo alla solita retorica da salotto buono?
    Perché, a occhio, sembrerebbe più la seconda. Anche perché quando si tratta di alleanze internazionali, la nostra postura continua a essere quella di uno studente modello filoyankee, incapace di pensiero autonomo.

    Passiamo ora alla seconda perla della giornata: quella dell’europarlamentare Pina Picierno, che torna alla ribalta con una delle sue ormai celebri “verità moderate”, che riescono nell'impresa di non dire nulla, dicendo tutto.

    L’occasione? Il corteo “Stop Rearm Europe” a Roma, organizzato come risposta pacifista (e contestazione politica) al vertice NATO in corso all’Aja, dove si discute – tra l’altro – dell’aumento delle spese militari europee al 5% .

    Che il corteo rischi di trasformarsi in una passerella elettorale? Vero.
    Che però la sparata cerchiobottista della Picierno sia tanto banale quanto prevedibile? Anche.

    Non sorprende infatti che nemmeno Elly Schlein partecipi ufficialmente alla manifestazione. Il PD, come da copione, si limita a lasciare “libertà di coscienza” a iscritti e militanti.
    Tradotto: paraculaggine istituzionale.

    Ed ecco l’esternazione della Picierno, che merita un posto nella vetrina delle frasi fatte a uso parlamentare:

    ❗️ “Il Pd ha scelto di non prendere parte ufficialmente alla manifestazione proprio perché siamo impegnati a lavorare, dentro le istituzioni, per migliorare le proposte europee, come è giusto e doveroso fare. Aderire a un corteo che contesta radicalmente quelle stesse proposte mi sembrerebbe, da un lato, controproducente, dall’altro profondamente sbagliato – spiega – Sarebbe un esempio di quella politica che preferisce piegare la realtà ai propri desideri. La parola ‘pace’ è la prima del nostro lessico ed è chiaro che siamo tutti pacifisti: tutti vogliamo la pace, tutti siamo convinti che sia la condizione migliore in cui vivere. Ma la realtà, oggi, nel mondo, è ben diversa. Ignorarla o fingere che non esista è un atteggiamento che non può appartenere a chi ha responsabilità di governo. Questa iniziativa strampalata di Conte assomiglia più a una riunione da centro sociale: si propone come contromanifestazione rispetto a un vertice Nato che invece è molto atteso, molto importante.”

    Ora: davvero una manifestazione – condivisibile o meno – rappresenta un atto di infantilismo politico?
    O è solo una voce fuori dal coro che dà fastidio al nuovo ordine militarizzato che l’Europa sta cercando di costruire a colpi di percentuali di PIL in armamenti?

    Allora, che dire? È sbagliato manifestare in piazza, a prescindere dal colore politico?
    È più saggio bruciare un altro 5% dei redditi dei cittadini europei, destinandolo a un aumento delle spese belliche che – oltre a ingrassare pochi – alimenta logiche da guerra permanente e contribuisce all’inquinamento e alla distruzione globale?

    Se questa è la “visione strategica” della politica italiana – da destra a sinistra – non stupisce che l’ideale della pace sembri sempre più distante.

    Perché manca il coraggio di incidere davvero, di proporre una revisione strutturale e non decorativa della NATO.
    Molto più semplice è scambiarsi stoccate in pubblico e alimentare il teatrino.
    Così facendo, però, non si contribuisce né alla pace, né al dibattito.
    Anzi: si calpestano le coscienze di chi chiede solo chiarezza, informazione e senso.

    Del resto, la lezione è antica:

    > "Il bel tacer non fu mai scritto."

    Chi ha davvero voluto cambiare le cose lo ha fatto. E non nei talk show.
    Hanno nomi e coordinate ben precise.
    Si chiamano BRICS.

    #NATO #politicaitaliana #Crosetto #Picierno #attualità #geopolitica #pace #StopRearmEurope #BRICS #militarismo #opinionepubblica
    🎭 SAGRA delle banalità – Opinionisti da strapazzo in salsa NATO Di solito non mi appassiona il tiro al bersaglio contro politici e personaggi pubblici che non brillano per acume – o per simpatia. Ma quando si scavalca l’asticella della decenza, soprattutto su un tema già esplosivo di suo come la famigerata NATO, allora vale la pena fermarsi e segnalare. Perché il rischio concreto è quello di sparare bestialità 🤡 o ridurre tutto alle solite risse tra parrocchie ideologiche. Una specialità tutta italiana, purtroppo. La nota positiva – si fa per dire – è che, stavolta, le perle arrivano da entrambi i poli politici, il che mi esonera (si spera) da qualunque accusa di faziosità. Con buona pace per la par condicio, direi: "ognuno ha perso la sua buona occasione per tacere". Cominciamo da Guido Crosetto, Ministro della Difesa, che ci ha regalato una riflessione a metà tra l’epifania adolescenziale e la saggezza del bar sotto casa. Il tutto, ovviamente, condito dal tono saggio di chi – fino a qualche anno fa – si occupava di ben altro rispetto alla sicurezza nazionale, su cui oggi si sta “formando in corsa”. Ecco il passaggio cult, direttamente da un evento a Padova: ❗️ "La Nato, così com’è, non ha più ragione di esistere. Una volta il centro del mondo era l'Oceano Atlantico, ora è il mondo. Una volta Usa ed Europa erano il centro, ora c'è tutto il resto con cui va costruito un rapporto. Se la Nato nasce per garantire la pace e la mutua difesa o diventa un'organizzazione che si prende questo compito parlando con il Sud del mondo, diventa quindi qualcosa di profondamente diverso, oppure non raggiungeremo l'obiettivo di avere sicurezza all'interno di regole che valgano per tutti." Ora: davvero ci si accorge solo oggi che il mondo è cambiato? 🌍 Davvero siamo così sorpresi dall’interdipendenza globale, creata anche dalla globalizzazione che noi stessi abbiamo promosso? Ma la domanda vera è un’altra: 👉 Stiamo lavorando concretamente alla ridefinizione del ruolo della NATO, o ci limitiamo alla solita retorica da salotto buono? Perché, a occhio, sembrerebbe più la seconda. Anche perché quando si tratta di alleanze internazionali, la nostra postura continua a essere quella di uno studente modello filoyankee, incapace di pensiero autonomo. Passiamo ora alla seconda perla 💎 della giornata: quella dell’europarlamentare Pina Picierno, che torna alla ribalta con una delle sue ormai celebri “verità moderate”, che riescono nell'impresa di non dire nulla, dicendo tutto. L’occasione? Il corteo “Stop Rearm Europe” a Roma, organizzato come risposta pacifista (e contestazione politica) al vertice NATO in corso all’Aja, dove si discute – tra l’altro – dell’aumento delle spese militari europee al 5% 📈. Che il corteo rischi di trasformarsi in una passerella elettorale? Vero. Che però la sparata cerchiobottista della Picierno sia tanto banale quanto prevedibile? Anche. Non sorprende infatti che nemmeno Elly Schlein partecipi ufficialmente alla manifestazione. Il PD, come da copione, si limita a lasciare “libertà di coscienza” a iscritti e militanti. Tradotto: paraculaggine istituzionale. Ed ecco l’esternazione della Picierno, che merita un posto nella vetrina delle frasi fatte a uso parlamentare: ❗️ “Il Pd ha scelto di non prendere parte ufficialmente alla manifestazione proprio perché siamo impegnati a lavorare, dentro le istituzioni, per migliorare le proposte europee, come è giusto e doveroso fare. Aderire a un corteo che contesta radicalmente quelle stesse proposte mi sembrerebbe, da un lato, controproducente, dall’altro profondamente sbagliato – spiega – Sarebbe un esempio di quella politica che preferisce piegare la realtà ai propri desideri. La parola ‘pace’ è la prima del nostro lessico ed è chiaro che siamo tutti pacifisti: tutti vogliamo la pace, tutti siamo convinti che sia la condizione migliore in cui vivere. Ma la realtà, oggi, nel mondo, è ben diversa. Ignorarla o fingere che non esista è un atteggiamento che non può appartenere a chi ha responsabilità di governo. Questa iniziativa strampalata di Conte assomiglia più a una riunione da centro sociale: si propone come contromanifestazione rispetto a un vertice Nato che invece è molto atteso, molto importante.” Ora: davvero una manifestazione – condivisibile o meno – rappresenta un atto di infantilismo politico? O è solo una voce fuori dal coro che dà fastidio al nuovo ordine militarizzato che l’Europa sta cercando di costruire a colpi di percentuali di PIL in armamenti? Allora, che dire? È sbagliato manifestare in piazza, a prescindere dal colore politico? ✊ È più saggio bruciare un altro 5% dei redditi dei cittadini europei, destinandolo a un aumento delle spese belliche che – oltre a ingrassare pochi – alimenta logiche da guerra permanente e contribuisce all’inquinamento e alla distruzione globale? 💸🔥🌫️ Se questa è la “visione strategica” della politica italiana – da destra a sinistra – non stupisce che l’ideale della pace sembri sempre più distante. Perché manca il coraggio di incidere davvero, di proporre una revisione strutturale e non decorativa della NATO. Molto più semplice è scambiarsi stoccate in pubblico e alimentare il teatrino. Così facendo, però, non si contribuisce né alla pace, né al dibattito. Anzi: si calpestano le coscienze di chi chiede solo chiarezza, informazione e senso. Del resto, la lezione è antica: > ✍️ "Il bel tacer non fu mai scritto." Chi ha davvero voluto cambiare le cose lo ha fatto. E non nei talk show. Hanno nomi e coordinate ben precise. 👉 Si chiamano BRICS. #NATO #politicaitaliana #Crosetto #Picierno #attualità #geopolitica #pace #StopRearmEurope #BRICS #militarismo #opinionepubblica
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  • “INVISIBILI”, IL LIBRO - LA MIA INTERVISTA A ANDREA SILLO E PAOLA DALLE RIVE! MASSIMA CONDIVISIONE!

    Questo è l’estratto della prima di una serie di interviste che realizzerò coi protagonisti del mio libro "Invisibili - storie di straordinaria resistenza”, un’esperienza nata per caso, perché mi sono arrivate storie emozionanti di persone che hanno reagito coraggiosamente alle coercizioni imposte durante la pandemia: storie di medici, avvocati, insegnanti, attivisti e danneggiati dai sieri anticovid.

    Testimonianze preziose di un periodo, raccontato in modo fuorviante dai media mainstream, che non può e non deve essere dimenticato.
    Il prof. Giovanni Frajese con la sua sensibilità mi ha gentilmente scritto la prefazione.

    Potete ordinarlo in libreria, sulle principali piattaforme on-line, sul mio sito o su quello di Arca Edizioni.
    https://paolocassina.it/
    https://arca-edizioni.it/

    LINK ALL’INTERVISTA INTEGRALE:
    https://rumble.com/v6v0p6d-invisibili-il-libro-paolo-cassina-intervista-andrea-sillo-e-paola-dalle-riv.html
    “INVISIBILI”, IL LIBRO - LA MIA INTERVISTA A ANDREA SILLO E PAOLA DALLE RIVE! ⬆️⬆️⬆️ MASSIMA CONDIVISIONE! Questo è l’estratto della prima di una serie di interviste che realizzerò coi protagonisti del mio libro "Invisibili - storie di straordinaria resistenza”, un’esperienza nata per caso, perché mi sono arrivate storie emozionanti di persone che hanno reagito coraggiosamente alle coercizioni imposte durante la pandemia: storie di medici, avvocati, insegnanti, attivisti e danneggiati dai sieri anticovid. Testimonianze preziose di un periodo, raccontato in modo fuorviante dai media mainstream, che non può e non deve essere dimenticato. Il prof. Giovanni Frajese con la sua sensibilità mi ha gentilmente scritto la prefazione. Potete ordinarlo in libreria, sulle principali piattaforme on-line, sul mio sito o su quello di Arca Edizioni. https://paolocassina.it/ https://arca-edizioni.it/ LINK ALL’INTERVISTA INTEGRALE: https://rumble.com/v6v0p6d-invisibili-il-libro-paolo-cassina-intervista-andrea-sillo-e-paola-dalle-riv.html
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  • Fiamma Nirenstein su Il Giornale di oggi .
    Secondo Nirenstein è infine giunto il tanto auspicato momento della resa dei conti : la grande svolta per Israele.
    Ha rivolto un appello ai giovani dell' Iran affinché sappiano scorgere in questo momento i segni dei tempi e coerentemente insorgano contro << il potere più liberticida che esista al mondo>> .
    [ non si riferisce ad Israele , tranquilli ] .
    << I crimini, sottolinea Nirenstein, contro il popolo dell' Iran sono passati sotto silenzio.....nel corso dei decenni la hybris del potere degli Ayatollah è diventata quella di un disegno che mira a piegare il mondo per mezzo di alleanze potenti come quella con la Russia e, più nascostamente, con la Cina....Si è avvalso di proxy come gli Hezbollah e gli Houthi, entrambi entusiasti di essere stati adottati da un Iran potente e prossimo ad essere sulla strada della bomba atomica con la quale completare il lavoro dell' Islam che mira ad uccidere gli ebrei e conquistare il mondo......Pensava Khamenei che mai nessuno avrebbe avuto il coraggio di sfidare l' Iran. Invece, il cielo si è rovesciato..... Netanyahu con un suo messaggio ha cercato di indicare una nuova strada di amicizia col popolo dell' Iran, spiegando ad esso che può nascere un mondo di collaborazione internazionale e di amicizia, un futuro privo di odio.... Israele ha capito che il momento era fatale: o la bomba atomica o intervenire adesso>>
    Così Fiamma Nirenstein.
    Insomma, sembra voler dire....: .."Avanti tutta Israele, il futuro è tuo. Niente, nulla, nessuno può arrestare il tuo cammino. Dinnanzi a te solo delle innocue rimostranze verbali che nulla possono nuocere ai tuoi disegni!"
    Da gran tempo una gran parte degli ebrei hanno rinnegato i tre obblighi che la legge ebraica [ halakha ] impone loro affinché abbiano a convivere pacificamente e in concordia con lo Stato presso il quale decidono di dimorare:
    * Obbedire alle leggi dello Stato
    * Pagare le tasse
    * Non creare torbidi, sobillazioni, laddove si prende dimora e portare rispetto per la vita e la proprietà altrui .
    Secondo le Sacre Scritture ebraiche l' ebreo non deve aspirare, tantomeno edificarlo uno Stato, bensì attendere la venuta del Messia, nel frattempo dimorare presso qualsivoglia Stato ottemperando ai tre obblighi.
    Fiamma Nirenstein su Il Giornale di oggi . Secondo Nirenstein è infine giunto il tanto auspicato momento della resa dei conti : la grande svolta per Israele. Ha rivolto un appello ai giovani dell' Iran affinché sappiano scorgere in questo momento i segni dei tempi e coerentemente insorgano contro << il potere più liberticida che esista al mondo>> . [ non si riferisce ad Israele , tranquilli ] . << I crimini, sottolinea Nirenstein, contro il popolo dell' Iran sono passati sotto silenzio.....nel corso dei decenni la hybris del potere degli Ayatollah è diventata quella di un disegno che mira a piegare il mondo per mezzo di alleanze potenti come quella con la Russia e, più nascostamente, con la Cina....Si è avvalso di proxy come gli Hezbollah e gli Houthi, entrambi entusiasti di essere stati adottati da un Iran potente e prossimo ad essere sulla strada della bomba atomica con la quale completare il lavoro dell' Islam che mira ad uccidere gli ebrei e conquistare il mondo......Pensava Khamenei che mai nessuno avrebbe avuto il coraggio di sfidare l' Iran. Invece, il cielo si è rovesciato..... Netanyahu con un suo messaggio ha cercato di indicare una nuova strada di amicizia col popolo dell' Iran, spiegando ad esso che può nascere un mondo di collaborazione internazionale e di amicizia, un futuro privo di odio.... Israele ha capito che il momento era fatale: o la bomba atomica o intervenire adesso>> Così Fiamma Nirenstein. Insomma, sembra voler dire....: .."Avanti tutta Israele, il futuro è tuo. Niente, nulla, nessuno può arrestare il tuo cammino. Dinnanzi a te solo delle innocue rimostranze verbali che nulla possono nuocere ai tuoi disegni!" Da gran tempo una gran parte degli ebrei hanno rinnegato i tre obblighi che la legge ebraica [ halakha ] impone loro affinché abbiano a convivere pacificamente e in concordia con lo Stato presso il quale decidono di dimorare: * Obbedire alle leggi dello Stato * Pagare le tasse * Non creare torbidi, sobillazioni, laddove si prende dimora e portare rispetto per la vita e la proprietà altrui . Secondo le Sacre Scritture ebraiche l' ebreo non deve aspirare, tantomeno edificarlo uno Stato, bensì attendere la venuta del Messia, nel frattempo dimorare presso qualsivoglia Stato ottemperando ai tre obblighi.
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  • Stop MILANO – Tel Aviv

    Capisco bene che ognuno abbia le proprie sensibilità e appartenenze politiche. Ma ci sono istanze che vanno trattate al di sopra delle bandiere e delle convinzioni individuali.

    È questa la politica in cui credo: quella capace di gettare il cuore oltre l’ostacolo, quando serve.
    Per questo oggi, sotto il sole cocente di giugno, ho deciso di passare a trovare alcuni amici del Movimento 5 Stelle Milano al banchetto in Viale Papiniano, per dare sostegno pieno a una causa che considero giusta e urgente: lo scioglimento del gemellaggio tra la nostra città e Tel Aviv.
    Non è un gesto di chiusura, né una costruzione di muri. Al contrario, è un segnale — chiaro, politico, civile — da parte di una città che non può continuare a vivere di rendita sulla propria memoria antifascista. Milano, città medaglia d’oro alla Resistenza, ha oggi l’occasione di mostrare coerenza e coraggio.
    Il tempo dei messaggi simbolici forti è adesso. Non si tratta di appartenenze, ma di giustizia. Le urne verranno, ma oggi dobbiamo decidere se vogliamo stare zitti o alzare la testa.

    Firma anche tu per chiedere la revoca del gemellaggio tra Milano e Tel Aviv


    https://partecipazione.comune.milano.it/initiatives/i-296

    Chi può firmare:

    Residenti a Milano o City Users (studenti, domiciliati, lavoratori)
    Dai 16 anni in su
    Accesso con SPID o CIE
    Obiettivo: 1000 firme

    Al raggiungimento, il Consiglio Comunale sarà obbligato a discutere la petizione entro 3 mesi.

    Perché chiediamo la revoca del gemellaggio?

    Perché Tel Aviv oggi rappresenta uno Stato responsabile di crimini di guerra, bombardamenti sui civili, assedio continuo a Gaza, apartheid e violazioni sistematiche dei diritti umani.
    Mantenere questo gemellaggio equivale a chiudere gli occhi, a legittimare una realtà di oppressione, a non prendere posizione.

    Milano non può restare neutrale.
    Milano deve scegliere da che parte stare.

    Milano merita di tornare in alto, non solo per l’economia o per il calcio. Ma per la sua capacità di dare segnali forti, per essere ancora una città guida sul piano morale, democratico e umano.
    La pace va costruita dal basso. E se davvero vogliamo essere adulti nella politica e nella storia, cominciamo da qui.
    Io ho firmato. E tu?

    #StopGemellaggio #MilanoTelAviv #MilanoPerLaGiustizia #FreePalestine #DirittiUmani #NoApartheid #MilanoSolidale #CittadiniAttivi #GiustiziaOra #StopMILANOTelAviv #firmaanchetu
    🔴 Stop MILANO – Tel Aviv Capisco bene che ognuno abbia le proprie sensibilità e appartenenze politiche. Ma ci sono istanze che vanno trattate al di sopra delle bandiere e delle convinzioni individuali. È questa la politica in cui credo: quella capace di gettare il cuore oltre l’ostacolo, quando serve. Per questo oggi, sotto il sole cocente di giugno, ho deciso di passare a trovare alcuni amici del Movimento 5 Stelle Milano al banchetto in Viale Papiniano, per dare sostegno pieno a una causa che considero giusta e urgente: lo scioglimento del gemellaggio tra la nostra città e Tel Aviv. Non è un gesto di chiusura, né una costruzione di muri. Al contrario, è un segnale — chiaro, politico, civile — da parte di una città che non può continuare a vivere di rendita sulla propria memoria antifascista. Milano, città medaglia d’oro alla Resistenza, ha oggi l’occasione di mostrare coerenza e coraggio. Il tempo dei messaggi simbolici forti è adesso. Non si tratta di appartenenze, ma di giustizia. Le urne verranno, ma oggi dobbiamo decidere se vogliamo stare zitti o alzare la testa. ✍️ Firma anche tu per chiedere la revoca del gemellaggio tra Milano e Tel Aviv 👉 https://partecipazione.comune.milano.it/initiatives/i-296 📌 Chi può firmare: ✔️ Residenti a Milano o City Users (studenti, domiciliati, lavoratori) ✔️ Dai 16 anni in su ✔️ Accesso con SPID o CIE 🎯 Obiettivo: 1000 firme 📆 Al raggiungimento, il Consiglio Comunale sarà obbligato a discutere la petizione entro 3 mesi. ❓ Perché chiediamo la revoca del gemellaggio? Perché Tel Aviv oggi rappresenta uno Stato responsabile di crimini di guerra, bombardamenti sui civili, assedio continuo a Gaza, apartheid e violazioni sistematiche dei diritti umani. Mantenere questo gemellaggio equivale a chiudere gli occhi, a legittimare una realtà di oppressione, a non prendere posizione. 👉Milano non può restare neutrale. 👉Milano deve scegliere da che parte stare. Milano merita di tornare in alto, non solo per l’economia o per il calcio. Ma per la sua capacità di dare segnali forti, per essere ancora una città guida sul piano morale, democratico e umano. La pace va costruita dal basso. E se davvero vogliamo essere adulti nella politica e nella storia, cominciamo da qui. Io ho firmato. E tu? #StopGemellaggio #MilanoTelAviv #MilanoPerLaGiustizia #FreePalestine #DirittiUmani #NoApartheid #MilanoSolidale #CittadiniAttivi #GiustiziaOra #StopMILANOTelAviv #firmaanchetu
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  • Alberto Tomba: «Nel 1984 arrivai primo al parallelo alla Montagnetta di San Siro, ma i giornali non citarono il mio nome...»

    In occasione del Milano Film Festival, ha presentato al Cinemino il documentario «1.14” - An Alberto Tomba story». «Ho smesso presto, ero condannato a vincere»

    Cinquanta vittorie in Coppa del Mondo e 5 medaglie olimpiche, 3 d’oro e 2 d’argento: Alberto Tomba è uno dei più grandi campioni di sci di sempre. Nato nel 1966 a San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna, ha gareggiato tra il 1986 al 1998, ma le sue imprese vivono ancora oggi. «I giovani mi scoprono grazie ai video su Internet», racconta il fuoriclasse. In occasione del Milano Film Festival, ha presentato al Cinemino, davanti a una folla di fan, «1.14” - An Alberto Tomba story», documentario fuori concorso prodotto da Napapijri, un racconto intimo per scoprire la persona, «sono sempre stato timido e introverso, poi crescendo sono cambiato», oltre al campione «condannato a vincere». Tomba, soprannominato La Bomba, apre le porte della sua casa emiliana compresa una stanza piena zeppa di coppe, trofei, pettorali. Il numero 1.14 del titolo del documentario, che si può vedere su Youtube, indica il secondo e 14 centesimi di vantaggio di Tomba rispetto agli avversari nella prima manche delle Olimpiadi di Calgary del 1988, prima di conquistare l’oro.

    Tomba, ormai manca poco alle Olimpiadi invernali Milano-Cortina, in programma dal 6 al 22 febbraio 2026 ....
    «Sono già passati 20 anni da quelle di Torino del 2006: sono volati. Mi auguro tante medaglie per l’Italia, speriamo di arrivare in forma. La squadra femminile è molto forte, abbiamo una grande campionessa, Federica Brignone, che purtroppo si è fatta male».

    Vedrà le gare?
    «Mi piacerebbe vederle tutte: lo sci maschile a Bormio, quello femminile a Cortina, il fondo in Val di Fiemme, ma anche il pattinaggio e l’hockey a Milano...».

    Conosce Milano?
    «Solo il tragitto dalla Stazione Centrale alla Federazione sci in via Piranesi. Però ho tanti ricordi di questa città: da qui si partiva per i viaggi oltreoceano».

    E, soprattutto, il 23 dicembre 1984 ha vinto il “Parallelo di Natale”al Monte Stella, la montagnetta di San Siro. Che ricordi ha di quel giorno?
    «Avevo compiuto 18 anni da 4 giorni: ancora senza patente, sono arrivato in macchina con papà. Ero in squadra B ma ho vinto. Ricordo che il giorno dopo i giornali titolarono: “Un azzurro della B beffa i grandi nel parallelo” ma non citarono il mio nome, Tomba, forse perché era scomodo, non piaceva: dopo hanno dovuto farlo per forza!».

    È stata una vittoria importante?
    «Mi ha caricato molto perché ho battuto i migliori: mi ricordo che non c’era la neve, la portavano con i camion dalla Valtellina. Mentre l’anno dopo c’erano due metri. Non c’era neanche l’impianto di risalita: ci portavano in auto al cancelletto di partenza».

    Lei ha vinto tantissimo, perché le Olimpiadi sono così speciali?
    «Vincere un oro olimpico è un sogno inarrivabile, vincerne tre poi (2 a Calgary e 1 ad Albertville, ndr)… Anche se la cosa più difficile è rivincere, riconfermarsi: dopo l’oro nello slalom gigante a Calgary nel 1988, ho vinto anche quello di Albertville quattro anni dopo. Quando vinci, se poi arrivi secondo o terzo rischi di deludere le aspettative. Ero condannato alla vittoria. Però sono stati bei tempi, anni belli: oggi, per me, sono un po’ sfumati, speriamo che lo sport ritorni a essere grande. Come diceva Mandela: “Lo sport ha il potere di cambiare il mondo”».

    A proposito di sport, segue il tennis?
    «Grande Jannik! Ogni tanto ci sentiamo per sms. Mi fa sempre piacere dargli un in bocca al lupo».

    Sinner ha generato un movimento e avvicinato tanti ragazzi allo sport, proprio come lei...
    «Sì però 37 anni fa era diverso, ai miei tempi non c’erano i social, che io non uso neanche adesso. Comunque, Sinner era forte anche nello sci però ha deciso di darsi al tennis perché, come dice lui stesso, nello sci non si possono commettere errori, non si possono recuperare, nel tennis sì».

    Come mai lei ha scelto lo sci?
    «Grazie a papà Franco, che ha conosciuto Roberto Siorpaes, un campione di Cortina d’Ampezzo che è stato mio maestro quando avevo 7 anni: da bambino vincevo in Appennino, un po’ meno nelle Alpi, poi con il tempo mi sono rifatto! Papà mi accompagnava dappertutto e quando non poteva lo faceva qualcun altro: ci si dava appuntamento ai caselli dell’autostrada».

    Rimpianti?
    «Il rammarico dell’addio a 31 anni: ero molto stanco, stressato, magari potevo fare uno stop di due o tre anni e poi riprendere, ma nello sci non è facile. Ero sfinito, non tanto dalle gare ma dalle pressioni di tutto il sistema che girava intorno, dei mass media. L’ultima gara è stata il 15 marzo 1998».

    L’ha vinta?
    «Sì, mi sono ritirato dopo una vittoria, nessuno lo fa, nessuno smette quando è il più forte. Io ho avuto il coraggio di dire basta».

    Source: https://milano.corriere.it/notizie/sport/25_giugno_10/alberto-tomba-nel-1984-arrivai-primo-al-parallelo-alla-montagnetta-di-san-siro-ma-i-giornali-non-citarono-il-mio-nome-26099978-7ef1-4d1f-9732-f43b084fdxlk_amp.shtml
    Alberto Tomba: «Nel 1984 arrivai primo al parallelo alla Montagnetta di San Siro, ma i giornali non citarono il mio nome...» In occasione del Milano Film Festival, ha presentato al Cinemino il documentario «1.14” - An Alberto Tomba story». «Ho smesso presto, ero condannato a vincere» Cinquanta vittorie in Coppa del Mondo e 5 medaglie olimpiche, 3 d’oro e 2 d’argento: Alberto Tomba è uno dei più grandi campioni di sci di sempre. Nato nel 1966 a San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna, ha gareggiato tra il 1986 al 1998, ma le sue imprese vivono ancora oggi. «I giovani mi scoprono grazie ai video su Internet», racconta il fuoriclasse. In occasione del Milano Film Festival, ha presentato al Cinemino, davanti a una folla di fan, «1.14” - An Alberto Tomba story», documentario fuori concorso prodotto da Napapijri, un racconto intimo per scoprire la persona, «sono sempre stato timido e introverso, poi crescendo sono cambiato», oltre al campione «condannato a vincere». Tomba, soprannominato La Bomba, apre le porte della sua casa emiliana compresa una stanza piena zeppa di coppe, trofei, pettorali. Il numero 1.14 del titolo del documentario, che si può vedere su Youtube, indica il secondo e 14 centesimi di vantaggio di Tomba rispetto agli avversari nella prima manche delle Olimpiadi di Calgary del 1988, prima di conquistare l’oro. Tomba, ormai manca poco alle Olimpiadi invernali Milano-Cortina, in programma dal 6 al 22 febbraio 2026 .... «Sono già passati 20 anni da quelle di Torino del 2006: sono volati. Mi auguro tante medaglie per l’Italia, speriamo di arrivare in forma. La squadra femminile è molto forte, abbiamo una grande campionessa, Federica Brignone, che purtroppo si è fatta male». Vedrà le gare? «Mi piacerebbe vederle tutte: lo sci maschile a Bormio, quello femminile a Cortina, il fondo in Val di Fiemme, ma anche il pattinaggio e l’hockey a Milano...». Conosce Milano? «Solo il tragitto dalla Stazione Centrale alla Federazione sci in via Piranesi. Però ho tanti ricordi di questa città: da qui si partiva per i viaggi oltreoceano». E, soprattutto, il 23 dicembre 1984 ha vinto il “Parallelo di Natale”al Monte Stella, la montagnetta di San Siro. Che ricordi ha di quel giorno? «Avevo compiuto 18 anni da 4 giorni: ancora senza patente, sono arrivato in macchina con papà. Ero in squadra B ma ho vinto. Ricordo che il giorno dopo i giornali titolarono: “Un azzurro della B beffa i grandi nel parallelo” ma non citarono il mio nome, Tomba, forse perché era scomodo, non piaceva: dopo hanno dovuto farlo per forza!». È stata una vittoria importante? «Mi ha caricato molto perché ho battuto i migliori: mi ricordo che non c’era la neve, la portavano con i camion dalla Valtellina. Mentre l’anno dopo c’erano due metri. Non c’era neanche l’impianto di risalita: ci portavano in auto al cancelletto di partenza». Lei ha vinto tantissimo, perché le Olimpiadi sono così speciali? «Vincere un oro olimpico è un sogno inarrivabile, vincerne tre poi (2 a Calgary e 1 ad Albertville, ndr)… Anche se la cosa più difficile è rivincere, riconfermarsi: dopo l’oro nello slalom gigante a Calgary nel 1988, ho vinto anche quello di Albertville quattro anni dopo. Quando vinci, se poi arrivi secondo o terzo rischi di deludere le aspettative. Ero condannato alla vittoria. Però sono stati bei tempi, anni belli: oggi, per me, sono un po’ sfumati, speriamo che lo sport ritorni a essere grande. Come diceva Mandela: “Lo sport ha il potere di cambiare il mondo”». A proposito di sport, segue il tennis? «Grande Jannik! Ogni tanto ci sentiamo per sms. Mi fa sempre piacere dargli un in bocca al lupo». Sinner ha generato un movimento e avvicinato tanti ragazzi allo sport, proprio come lei... «Sì però 37 anni fa era diverso, ai miei tempi non c’erano i social, che io non uso neanche adesso. Comunque, Sinner era forte anche nello sci però ha deciso di darsi al tennis perché, come dice lui stesso, nello sci non si possono commettere errori, non si possono recuperare, nel tennis sì». Come mai lei ha scelto lo sci? «Grazie a papà Franco, che ha conosciuto Roberto Siorpaes, un campione di Cortina d’Ampezzo che è stato mio maestro quando avevo 7 anni: da bambino vincevo in Appennino, un po’ meno nelle Alpi, poi con il tempo mi sono rifatto! Papà mi accompagnava dappertutto e quando non poteva lo faceva qualcun altro: ci si dava appuntamento ai caselli dell’autostrada». Rimpianti? «Il rammarico dell’addio a 31 anni: ero molto stanco, stressato, magari potevo fare uno stop di due o tre anni e poi riprendere, ma nello sci non è facile. Ero sfinito, non tanto dalle gare ma dalle pressioni di tutto il sistema che girava intorno, dei mass media. L’ultima gara è stata il 15 marzo 1998». L’ha vinta? «Sì, mi sono ritirato dopo una vittoria, nessuno lo fa, nessuno smette quando è il più forte. Io ho avuto il coraggio di dire basta». Source: https://milano.corriere.it/notizie/sport/25_giugno_10/alberto-tomba-nel-1984-arrivai-primo-al-parallelo-alla-montagnetta-di-san-siro-ma-i-giornali-non-citarono-il-mio-nome-26099978-7ef1-4d1f-9732-f43b084fdxlk_amp.shtml
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