• SECONDO ROUND PER LA DEMOCRAZIA
    (mai demordere, mai arretrare)

    Dimenticate i sequel cinematografici . Qui non c’è finzione: c’è la vera battaglia per il futuro del Paese.
    Sì, siamo in un momento storico drammatico, dove guerre e crisi monopolizzano l’attenzione. Ma proprio perché il mondo brucia non possiamo permettere che la voce dei cittadini venga soffocata, che la politica vera venga cancellata dall’indifferenza o da sistemi che ci tolgono il diritto di scegliere.

    Archiviata l’esperienza di “Io voglio scegliere”, oggi si rinnova il percorso con il Comitato Iniziative Popolari, nato da donne e uomini che non si arrendono. Perché la riforma della legge elettorale non è un tecnicismo: è il punto da cui tutto ricomincia.
    Non lasciamoci anestetizzare dall’astensionismo o dalla rassegnazione del “sono tutti uguali”. Questa è la nostra seconda chance.

    Il Comitato è aperto a tutti i cittadini e le cittadine che credono ancora nei valori di Democrazia, Libertà, Solidarietà, Sussidiarietà ed Eguaglianza, così come sanciti dalla nostra Costituzione .
    Non ha fini di lucro. Ha fini di dignità, di verità, di partecipazione.
    E oggi basta una firma — finalmente elettronica — per rimettere in moto una Democrazia interrotta.

    Il 10 settembre, nella Sala Stampa della Camera dei Deputati, sono state presentate due Leggi di Iniziativa Popolare:

    1️⃣ Una ordinaria, che restituisce ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti con un sistema elettorale proporzionale, senza soglie di sbarramento né premi di maggioranza, con preferenze di genere equilibrate.
    2️⃣ Una costituzionale, che propone un sistema di governo basato sul modello del Cancellierato tedesco: un premier scelto dal Parlamento, forte nei poteri ma responsabile, revocabile solo con una sfiducia costruttiva. Un’alternativa seria e democratica al premierato elettivo che rischia di indebolire le istituzioni.

    Tutti i dettagli sul sito:
    www.comitatoiniziativepopolari.it

    Seguite gli aggiornamenti su Facebook :

    https://www.facebook.com/share/16Avj3bJvW/

    e Instagram:

    https://www.instagram.com/comitatoiniziativepopolari?igsh=N25haTh6emg0YzZv

    Adesso tocca a noi. Non basta indignarsi, bisogna agire.
    Firmate. Partecipate. Condividete. Fate vostra questa battaglia.
    Perché la Democrazia vive solo se noi la difendiamo.
    Io ci sono, pronto a fare squadra su Milano e dare tutto il supporto possibile.

    Vi aspettiamo.

    #IniziativePopolari #SecondoRound #IoVoglioScegliere #DemocraziaViva #Partecipazione #Lip #firmaperlademocrazia
    ✊ SECONDO ROUND PER LA DEMOCRAZIA (mai demordere, mai arretrare) Dimenticate i sequel cinematografici 🎬. Qui non c’è finzione: c’è la vera battaglia per il futuro del Paese. Sì, siamo in un momento storico drammatico, dove guerre e crisi monopolizzano l’attenzione. Ma proprio perché il mondo brucia 🌍🔥 non possiamo permettere che la voce dei cittadini venga soffocata, che la politica vera venga cancellata dall’indifferenza o da sistemi che ci tolgono il diritto di scegliere. 👉 Archiviata l’esperienza di “Io voglio scegliere”, oggi si rinnova il percorso con il Comitato Iniziative Popolari, nato da donne e uomini che non si arrendono. Perché la riforma della legge elettorale non è un tecnicismo: è il punto da cui tutto ricomincia. Non lasciamoci anestetizzare dall’astensionismo o dalla rassegnazione del “sono tutti uguali”. Questa è la nostra seconda chance. Il Comitato è aperto a tutti i cittadini e le cittadine che credono ancora nei valori di Democrazia, Libertà, Solidarietà, Sussidiarietà ed Eguaglianza, così come sanciti dalla nostra Costituzione 📜🇮🇹. Non ha fini di lucro. Ha fini di dignità, di verità, di partecipazione. 💻 E oggi basta una firma — finalmente elettronica — per rimettere in moto una Democrazia interrotta. 📌 Il 10 settembre, nella Sala Stampa della Camera dei Deputati, sono state presentate due Leggi di Iniziativa Popolare: 1️⃣ Una ordinaria, che restituisce ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti con un sistema elettorale proporzionale, senza soglie di sbarramento né premi di maggioranza, con preferenze di genere equilibrate. 2️⃣ Una costituzionale, che propone un sistema di governo basato sul modello del Cancellierato tedesco: un premier scelto dal Parlamento, forte nei poteri ma responsabile, revocabile solo con una sfiducia costruttiva. Un’alternativa seria e democratica al premierato elettivo che rischia di indebolire le istituzioni. ℹ️ Tutti i dettagli sul sito: www.comitatoiniziativepopolari.it 📲 Seguite gli aggiornamenti su Facebook : https://www.facebook.com/share/16Avj3bJvW/ e Instagram: https://www.instagram.com/comitatoiniziativepopolari?igsh=N25haTh6emg0YzZv 💡 Adesso tocca a noi. Non basta indignarsi, bisogna agire. Firmate. Partecipate. Condividete. Fate vostra questa battaglia. Perché la Democrazia vive solo se noi la difendiamo. Io ci sono, pronto a fare squadra su Milano e dare tutto il supporto possibile. ➡️ Vi aspettiamo. #IniziativePopolari #SecondoRound #IoVoglioScegliere #DemocraziaViva #Partecipazione #Lip #firmaperlademocrazia
    Like
    1
    0 Yorumlar 0 hisse senetleri 556 Views
  • QUESTA MI SEMBRA un'OTTIMA INIZIATIVA!
    FORZA ADERIAMO IN CENTINAIA di MIGLIAIA!
    Oltre mille insegnanti italiani si mobilitano contro il genocidio a Gaza
    Da un gruppo WhatsApp nato a Brescia a un movimento nazionale: docenti uniti per sensibilizzare sul conflitto a Gaza e chiedere lo stop alle armi.
    “Sentiamo l’esigenza di fare qualcosa - raccontano - Per questo chiediamo che si indica uno sciopero unitario della scuola, ma capace di coinvolgere anche studenti e famiglie, con lo scopo di fare pressione sul governo affinché interrompa le relazioni militari e commerciali con lo Stato di Israele”
    Più di mille insegnanti si mobilitano per Gaza: “Servono progetti per sensibilizzare i nostri bambini”


    Mobilitazione del mondo della scuola per alzare la voce e dire no al genocidio in corso nella Striscia di Gaza ad opera del governo israeliano. Una iniziativa, nata quasi per caso, spontaneamente, pochi giorni fa a Brescia e che oggi sta coinvolgendo istituti scolastici di tutta Italia, dalla Lombardia alla Sicilia, dall’Alto Adige alla Toscana. Un gruppo WhatsApp che oggi ha raggiunto una dimensione nazionale e che conta oltre mille iscritti tra insegnanti, educatori e operatori che lavorano nell’universo scolastico, dall’asilo nido fino all’università. “Un paio di settimane fa – racconta a ilfattoquotidiano.it Emanuela De Rocco, una delle promotrici della mobilitazione che insegna alla scuola primaria Torricella di Brescia – ho scritto un messaggio sul gruppo ‘Coordinamento bresciano contro la guerra per la pace e il disarmo’. Non potevo immaginare di riprendere la scuola facendo finta di niente. Mi sono chiesta, angosciata e impotente, se fosse possibile trovarsi e condividere questi pensieri, oltre che muovere i sindacati avendo l’impressione che le istituzioni stiano facendo ben poco”. Subito ha risposto Sara Girelli Carasi, insegnante della scuola media Pascoli di Brescia, che ha lanciato l’idea di creare una community di cui ora fanno parte, mentre scriviamo, 1.050 membri.

    “Sentiamo l’esigenza di fare qualcosa – ha detto invece Fernando Scarlata, docente del centro di formazione professionale Canossa di Brescia, anche lui tra i promotori dell’iniziativa pro Gaza – Non possiamo più rimandare. Per questo chiediamo che si indica uno sciopero unitario della scuola, ma capace di coinvolgere anche studenti e famiglie, con lo scopo di fare pressione sul governo affinché interrompa le relazioni militari e commerciali con lo Stato di Israele”. E aggiunge: “Di iniziative in questo periodo ce ne sono parecchie, ma spesso quelle legate al mondo della scuola sono scollegate tra loro. Il nostro obiettivo è dare a questi progetti la giusta visibilità e far uscire queste progettualità dalla scuola per coinvolgere unitariamente tutte le istituzioni”.

    Per questo i promotori della mobilitazione hanno scritto, tre giorni fa in occasione della loro prima assemblea che si è tenuta aula magna dell’Itis Castelli di Brescia, una lettera che spediranno a presidente della Repubblica, governo, Parlamento, sindacati e uffici scolastici territoriali. Nel documento, una sorta di manifesto programmatico che ci si aspetta verrà sottoscritto da migliaia di persone. Si chiede, tra le altre cose, che il governo cessi immediatamente l’invio di armi verso Israele e ogni forma di collaborazione militare con Tel Aviv, che si assuma una posizione di ferma condanna verso i crimini di guerra e contro l’umanità commessi, che si sospenda ogni forma di collaborazione politica ed economica fino a quando non si porrà fine al genocidio in corso e all’occupazione dei territori palestinesi, l’immediato riconoscimento da parte dell’Italia dello Stato di Palestina (come già hanno fatto altri 143 Stati) per affermare un diritto universale e inalienabile, ossia il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese.

    In vista dell’avvio dell’anno scolastico e dei primi collegi-docenti, Girelli Carasi spiega che la community sta pensando a un evento di sensibilizzazione per il primo giorno di scuola. Inoltre, i promotori hanno chiesto al ministero dell’Istruzione di inserire nella normale programmazione didattica spazi e momenti di educazione alla pace e alla non violenza, oltre ad approfondimenti storici su sionismo e anti-semitismo. Argomenti che andranno tarati per tipologia di scuola e utenza. Vi è anche l’idea di suggerire ai ragazzi di intrattenere una corrispondenza epistolare con studenti gazawi e per i bimbi più piccoli la possibilità di avere accanto a loro, in un forte legame ideale, uno degli oltre 18mila bambini uccisi dal 7 ottobre 2023.

    “Il primo settembre riprenderò la scuola – racconta ancora De Rocco – e non posso immaginare di iniziare così, come se niente fosse, di partecipare al primo collegio docenti come fosse routine e poi ritrovare i miei alunni allegri, fiduciosi e giocosi, come dovrebbero essere tutti i bambini del mondo, senza pensare ai bambini di Gaza. Io non posso iniziare facendo finta di niente, non ce la faccio”.

    Le maestre si occupano dei bambini, della loro cura, cercando di trasmettere loro valori e speranze e dunque “come è possibile dedicarsi a tutto ciò – si legge ancora nel documento programmatico – sapendo che ci sono bambini e famiglie che vengo intenzionalmente uccise, lasciate morire di fame e di sete, sapendo che il nostro Paese è complice di simili atrocità?”.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/08/29/insegnanti-mobilitazione-gaza-stop-armi-notizie/8107979/
    QUESTA MI SEMBRA un'OTTIMA INIZIATIVA! FORZA ADERIAMO IN CENTINAIA di MIGLIAIA! Oltre mille insegnanti italiani si mobilitano contro il genocidio a Gaza Da un gruppo WhatsApp nato a Brescia a un movimento nazionale: docenti uniti per sensibilizzare sul conflitto a Gaza e chiedere lo stop alle armi. “Sentiamo l’esigenza di fare qualcosa - raccontano - Per questo chiediamo che si indica uno sciopero unitario della scuola, ma capace di coinvolgere anche studenti e famiglie, con lo scopo di fare pressione sul governo affinché interrompa le relazioni militari e commerciali con lo Stato di Israele” Più di mille insegnanti si mobilitano per Gaza: “Servono progetti per sensibilizzare i nostri bambini” Mobilitazione del mondo della scuola per alzare la voce e dire no al genocidio in corso nella Striscia di Gaza ad opera del governo israeliano. Una iniziativa, nata quasi per caso, spontaneamente, pochi giorni fa a Brescia e che oggi sta coinvolgendo istituti scolastici di tutta Italia, dalla Lombardia alla Sicilia, dall’Alto Adige alla Toscana. Un gruppo WhatsApp che oggi ha raggiunto una dimensione nazionale e che conta oltre mille iscritti tra insegnanti, educatori e operatori che lavorano nell’universo scolastico, dall’asilo nido fino all’università. “Un paio di settimane fa – racconta a ilfattoquotidiano.it Emanuela De Rocco, una delle promotrici della mobilitazione che insegna alla scuola primaria Torricella di Brescia – ho scritto un messaggio sul gruppo ‘Coordinamento bresciano contro la guerra per la pace e il disarmo’. Non potevo immaginare di riprendere la scuola facendo finta di niente. Mi sono chiesta, angosciata e impotente, se fosse possibile trovarsi e condividere questi pensieri, oltre che muovere i sindacati avendo l’impressione che le istituzioni stiano facendo ben poco”. Subito ha risposto Sara Girelli Carasi, insegnante della scuola media Pascoli di Brescia, che ha lanciato l’idea di creare una community di cui ora fanno parte, mentre scriviamo, 1.050 membri. “Sentiamo l’esigenza di fare qualcosa – ha detto invece Fernando Scarlata, docente del centro di formazione professionale Canossa di Brescia, anche lui tra i promotori dell’iniziativa pro Gaza – Non possiamo più rimandare. Per questo chiediamo che si indica uno sciopero unitario della scuola, ma capace di coinvolgere anche studenti e famiglie, con lo scopo di fare pressione sul governo affinché interrompa le relazioni militari e commerciali con lo Stato di Israele”. E aggiunge: “Di iniziative in questo periodo ce ne sono parecchie, ma spesso quelle legate al mondo della scuola sono scollegate tra loro. Il nostro obiettivo è dare a questi progetti la giusta visibilità e far uscire queste progettualità dalla scuola per coinvolgere unitariamente tutte le istituzioni”. Per questo i promotori della mobilitazione hanno scritto, tre giorni fa in occasione della loro prima assemblea che si è tenuta aula magna dell’Itis Castelli di Brescia, una lettera che spediranno a presidente della Repubblica, governo, Parlamento, sindacati e uffici scolastici territoriali. Nel documento, una sorta di manifesto programmatico che ci si aspetta verrà sottoscritto da migliaia di persone. Si chiede, tra le altre cose, che il governo cessi immediatamente l’invio di armi verso Israele e ogni forma di collaborazione militare con Tel Aviv, che si assuma una posizione di ferma condanna verso i crimini di guerra e contro l’umanità commessi, che si sospenda ogni forma di collaborazione politica ed economica fino a quando non si porrà fine al genocidio in corso e all’occupazione dei territori palestinesi, l’immediato riconoscimento da parte dell’Italia dello Stato di Palestina (come già hanno fatto altri 143 Stati) per affermare un diritto universale e inalienabile, ossia il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese. In vista dell’avvio dell’anno scolastico e dei primi collegi-docenti, Girelli Carasi spiega che la community sta pensando a un evento di sensibilizzazione per il primo giorno di scuola. Inoltre, i promotori hanno chiesto al ministero dell’Istruzione di inserire nella normale programmazione didattica spazi e momenti di educazione alla pace e alla non violenza, oltre ad approfondimenti storici su sionismo e anti-semitismo. Argomenti che andranno tarati per tipologia di scuola e utenza. Vi è anche l’idea di suggerire ai ragazzi di intrattenere una corrispondenza epistolare con studenti gazawi e per i bimbi più piccoli la possibilità di avere accanto a loro, in un forte legame ideale, uno degli oltre 18mila bambini uccisi dal 7 ottobre 2023. “Il primo settembre riprenderò la scuola – racconta ancora De Rocco – e non posso immaginare di iniziare così, come se niente fosse, di partecipare al primo collegio docenti come fosse routine e poi ritrovare i miei alunni allegri, fiduciosi e giocosi, come dovrebbero essere tutti i bambini del mondo, senza pensare ai bambini di Gaza. Io non posso iniziare facendo finta di niente, non ce la faccio”. Le maestre si occupano dei bambini, della loro cura, cercando di trasmettere loro valori e speranze e dunque “come è possibile dedicarsi a tutto ciò – si legge ancora nel documento programmatico – sapendo che ci sono bambini e famiglie che vengo intenzionalmente uccise, lasciate morire di fame e di sete, sapendo che il nostro Paese è complice di simili atrocità?”. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/08/29/insegnanti-mobilitazione-gaza-stop-armi-notizie/8107979/
    WWW.ILFATTOQUOTIDIANO.IT
    Oltre mille insegnanti italiani si mobilitano contro il genocidio a Gaza
    Da un gruppo WhatsApp nato a Brescia a un movimento nazionale: docenti uniti per sensibilizzare sul conflitto a Gaza e chiedere lo stop alle armi
    Like
    2
    0 Yorumlar 0 hisse senetleri 2K Views
  • IL DIGITALE STA RUBANDO L'INFANZIA!
    Mentre Microsoft, Google e Apple cercano di piazzare i loro programmi dentro ogni scuola pubblica, nella Silicon Valley e in altre aree abitate da dirigenti del settore tecnologico l'approccio ai dispositivi digitali per i loro figli è stato sempre centellinato.
    Come mai questa discrepanza?
    Steve Jobs, il fondatore di Apple, non permetteva alle figlie adolescenti di usare la sua invenzione: l'iPhone. Bill Gates non ha dato ai figli il cellulare prima dei 14 anni. Sundar Pichai, il CEO di Alphabet e Google ha vietato lo smartphone ai figli fino ai 14 anni. Satya Nadella, CEO di Microsoft monitora attentamente i siti visitati dai figli. Chris Anderson, ex editore di Wired e CEO di 3D Robotics ha educato i figli imponendo limiti di tempo e controlli su ogni dispositivo presente in casa. Evan Williams, co-fondatore di Twitter ai figli adolescenti ha sempre preferito comprare libri anziché gadget tecnologici, mentre Tim Cook, CEO di Apple ha proibito al nipote i social. Susan Wojcicki, CEO di YouTube ha autorizzato lo smartphone quando i suoi figli hanno cominciato ad uscire da soli, ed Evan Spiegel, co-fondatore e CEO di Snapchat ha permesso al figliastro massimo un'ora e mezza alla settimana davanti agli schermi.
    Non solo i Big che costruiscono e progettano dispositivi tecnologici, software e social, non fanno usare il digitale ai propri figli, ma questi vengono educati nelle scuole Waldorf!
    Le scuole Waldorf, dette anche steineriane sono nate nel 1919 a Stoccarda grazie al filosofo e scienziato austriaco Rudolf Steiner.
    Tanto per capirci a Los Altos c’è la Waldorf School of the Peninsula, con circa 320 studenti, due terzi dei quali hanno genitori che lavorano per i giganti del web. Per loro niente cellulare, ma solo giocattoli in legno e interazioni all’aria aperta.
    Si tratta di uno dei 270 istituti steineriani negli Stati Uniti, di cui 52 solo in California, quindi nella Silicon Valley, mentre da noi in Italia ce ne sono meno di un centinaio!
    La pedagogia steineriana punta a sviluppare individualità libere, facendo emergere le potenzialità proprie di ogni bambino, rispettando i tempi di evoluzione fisica e mentale diversi per ognuno.
    Come mai chi costruisce i dispositivi digitali porta i propri figli nelle scuole Waldorf? Sicuramente deriva da una paura sempre più concreta e studiata: la perdita di vivacità nei bambini correlata a un abuso di nuove tecnologie.
    Sempre più studi confermano infatti che i bambini e gli adolescenti passano più ore davanti a uno schermo rispetto a dormire, e per questo manifestano inclinazione a depressione, solitudine, scarsa concentrazione, instabilità emotiva per arrivare all'autolesionismo e al suicidio. Il disagio generazionale risulta raddoppiato solo negli ultimi 5-6 anni.
    Lo psicoterapeuta Alberto Pellai utilizza una azzeccata metafora: “Il cervello dei bambini è come il DAS: morbido e plasmabile finché lo lavori, ma se lo lasci riposare, si indurisce”. Il cervello è infatti neuroplastico, capace cioè di creare connessioni sinaptiche in modo esponenziale. Tuttavia, l’esposizione precoce agli schermi depotenzia questa capacità. Tradotto: rende più cretini! Ed è proprio quello che desidera il Sistema.
    Ha perfettamente ragione Pellai quando dice che “il digitale sta rubando l’infanzia", e la responsabilità è dei genitori!
    IL DIGITALE STA RUBANDO L'INFANZIA! Mentre Microsoft, Google e Apple cercano di piazzare i loro programmi dentro ogni scuola pubblica, nella Silicon Valley e in altre aree abitate da dirigenti del settore tecnologico l'approccio ai dispositivi digitali per i loro figli è stato sempre centellinato. Come mai questa discrepanza? Steve Jobs, il fondatore di Apple, non permetteva alle figlie adolescenti di usare la sua invenzione: l'iPhone. Bill Gates non ha dato ai figli il cellulare prima dei 14 anni. Sundar Pichai, il CEO di Alphabet e Google ha vietato lo smartphone ai figli fino ai 14 anni. Satya Nadella, CEO di Microsoft monitora attentamente i siti visitati dai figli. Chris Anderson, ex editore di Wired e CEO di 3D Robotics ha educato i figli imponendo limiti di tempo e controlli su ogni dispositivo presente in casa. Evan Williams, co-fondatore di Twitter ai figli adolescenti ha sempre preferito comprare libri anziché gadget tecnologici, mentre Tim Cook, CEO di Apple ha proibito al nipote i social. Susan Wojcicki, CEO di YouTube ha autorizzato lo smartphone quando i suoi figli hanno cominciato ad uscire da soli, ed Evan Spiegel, co-fondatore e CEO di Snapchat ha permesso al figliastro massimo un'ora e mezza alla settimana davanti agli schermi. Non solo i Big che costruiscono e progettano dispositivi tecnologici, software e social, non fanno usare il digitale ai propri figli, ma questi vengono educati nelle scuole Waldorf! Le scuole Waldorf, dette anche steineriane sono nate nel 1919 a Stoccarda grazie al filosofo e scienziato austriaco Rudolf Steiner. Tanto per capirci a Los Altos c’è la Waldorf School of the Peninsula, con circa 320 studenti, due terzi dei quali hanno genitori che lavorano per i giganti del web. Per loro niente cellulare, ma solo giocattoli in legno e interazioni all’aria aperta. Si tratta di uno dei 270 istituti steineriani negli Stati Uniti, di cui 52 solo in California, quindi nella Silicon Valley, mentre da noi in Italia ce ne sono meno di un centinaio! La pedagogia steineriana punta a sviluppare individualità libere, facendo emergere le potenzialità proprie di ogni bambino, rispettando i tempi di evoluzione fisica e mentale diversi per ognuno. Come mai chi costruisce i dispositivi digitali porta i propri figli nelle scuole Waldorf? Sicuramente deriva da una paura sempre più concreta e studiata: la perdita di vivacità nei bambini correlata a un abuso di nuove tecnologie. Sempre più studi confermano infatti che i bambini e gli adolescenti passano più ore davanti a uno schermo rispetto a dormire, e per questo manifestano inclinazione a depressione, solitudine, scarsa concentrazione, instabilità emotiva per arrivare all'autolesionismo e al suicidio. Il disagio generazionale risulta raddoppiato solo negli ultimi 5-6 anni. Lo psicoterapeuta Alberto Pellai utilizza una azzeccata metafora: “Il cervello dei bambini è come il DAS: morbido e plasmabile finché lo lavori, ma se lo lasci riposare, si indurisce”. Il cervello è infatti neuroplastico, capace cioè di creare connessioni sinaptiche in modo esponenziale. Tuttavia, l’esposizione precoce agli schermi depotenzia questa capacità. Tradotto: rende più cretini! Ed è proprio quello che desidera il Sistema. Ha perfettamente ragione Pellai quando dice che “il digitale sta rubando l’infanzia", e la responsabilità è dei genitori!
    Angry
    2
    0 Yorumlar 0 hisse senetleri 4K Views
  • 11 SETTEMBRE: COLPO DI STATO SIONISTA CONTRO IL VECCHIO MONDO !

    Non è teoria. È operazione. Non è odio.
    È verità. Il giorno in cui l’umanità è stata messa in catene digitali si chiama 11 settembre 2001. Non fu un attacco subito: fu un colpo di Stato interno, progettato, eseguito e coperto dall’élite sionista globale.

    - COSA ACCADDE DAVVERO?

    Le Torri Gemelle non crollarono per gli aerei. Crollarono a caduta libera, simmetricamente, come da demolizione controllata. WTC 7, il terzo grattacielo, crollò senza essere colpito da nulla.
    Zero intercettazioni aeree, nonostante esercitazioni militari in corso.
    Gli impianti di sicurezza gestiti da una società legata a… Marvin Bush, fratello del presidente.
    Tonnellate di documenti distrutti: su frodi miliardarie, insider trading e inchieste sulla spesa militare scomparsi in fumo.

    CHI C’ERA DAVVERO DIETRO ? I NOMI 👇🏻

    • ARCHITETTI STRATEGICI

    - Richard Perle, Paul Wolfowitz, Douglas Feith, Elliott Abrams: neocon sionisti, autori del “Project for the New American Century” (PNAC). Scrissero che ci voleva “un nuovo Pearl Harbor” per rilanciare il dominio USA-Israele.

    - Zbigniew Brzezinski (mentore di Obama e stratega NATO): teorizzava il controllo dell’Eurasia tramite shock.

    • FINANZIATORI E PROFITTATORI

    - Larry Silverstein: acquistò le Torri 6 mesi prima, le assicurò contro attacchi terroristici. Incassò oltre 7 miliardi di dollari.

    - Frank Lowy: co-proprietario del World Trade Center, sionista legato all’intelligence israeliana.

    • SERVIZI SEGRETI E APPARATI

    - Mossad: presente a New York tramite la Urban Moving Systems, copertura usata da 5 “israeliani danzanti” che filmarono il crollo festeggiando.

    - CIA e NSA: consapevoli, complici, e presenti in ogni snodo critico.

    • COPERTURA MEDIATICA

    Michael Bloomberg, Mort Zuckerman, Sumner Redstone (Rothstein), Rupert Murdoch: oligarchi dell’informazione filo-sionista che hanno zittito ogni voce dissidente.

    Alan Dershowitz: giurista e difensore pubblico dell’élite sionista negli scandali Epstein, 9/11 e oltre.

    • ISTITUZIONI DI COPERTURA

    - AIPAC: lobby israeliana che comanda il Congresso USA.

    - B’nai B’rith, ADL: gruppi di copertura per etichettare ogni voce critica come “antisemita”.

    - Council on Foreign Relations, Trilateral Commission, Skull and Bones, logge massoniche legate a Israele.

    • COSA HANNO OTTENUTO :

    - Patriot Act: legalizzata la sorveglianza di massa.

    - Guerre infinite: Iraq, Afghanistan, Siria, Libia... tutte in funzione degli interessi israeliani.

    - Controllo totale: biometria, droni, dati, passaporti sanitari. Tutto parte da quel giorno.

    - Distruzione del dissenso: ogni oppositore è terrorista, ogni verità è “cospirazionismo”.

    • NON È ANTISEMITISMO:
    È GUERRA AL POTERE !

    L’ebraismo religioso non c’entra. Il popolo ebraico è stato usato, manipolato, e sacrificato anch’esso.
    Il nemico è il sionismo apolide, globalista, elitario.
    Una rete che si infiltra, si mimetizza e sfrutta ogni tragedia per guadagnare potere.

    IN CONCLUSIONE.....

    L' 11 settembre è il momento in cui il Mondo è stato messo sotto regime.
    Da allora siamo in guerra.
    Una guerra invisibile, digitale, psicologica.
    E finché non chiameremo i colpevoli con nome e cognome, saremo schiavi.
    Il silenzio è complicità.
    La verità è la prima forma di resistenza.
    E ora, sai dove colpire.
    11 SETTEMBRE: COLPO DI STATO SIONISTA CONTRO IL VECCHIO MONDO ! Non è teoria. È operazione. Non è odio. È verità. Il giorno in cui l’umanità è stata messa in catene digitali si chiama 11 settembre 2001. Non fu un attacco subito: fu un colpo di Stato interno, progettato, eseguito e coperto dall’élite sionista globale. - COSA ACCADDE DAVVERO? Le Torri Gemelle non crollarono per gli aerei. Crollarono a caduta libera, simmetricamente, come da demolizione controllata. WTC 7, il terzo grattacielo, crollò senza essere colpito da nulla. Zero intercettazioni aeree, nonostante esercitazioni militari in corso. Gli impianti di sicurezza gestiti da una società legata a… Marvin Bush, fratello del presidente. Tonnellate di documenti distrutti: su frodi miliardarie, insider trading e inchieste sulla spesa militare scomparsi in fumo. CHI C’ERA DAVVERO DIETRO ? I NOMI 👇🏻 • ARCHITETTI STRATEGICI - Richard Perle, Paul Wolfowitz, Douglas Feith, Elliott Abrams: neocon sionisti, autori del “Project for the New American Century” (PNAC). Scrissero che ci voleva “un nuovo Pearl Harbor” per rilanciare il dominio USA-Israele. - Zbigniew Brzezinski (mentore di Obama e stratega NATO): teorizzava il controllo dell’Eurasia tramite shock. • FINANZIATORI E PROFITTATORI - Larry Silverstein: acquistò le Torri 6 mesi prima, le assicurò contro attacchi terroristici. Incassò oltre 7 miliardi di dollari. - Frank Lowy: co-proprietario del World Trade Center, sionista legato all’intelligence israeliana. • SERVIZI SEGRETI E APPARATI - Mossad: presente a New York tramite la Urban Moving Systems, copertura usata da 5 “israeliani danzanti” che filmarono il crollo festeggiando. - CIA e NSA: consapevoli, complici, e presenti in ogni snodo critico. • COPERTURA MEDIATICA Michael Bloomberg, Mort Zuckerman, Sumner Redstone (Rothstein), Rupert Murdoch: oligarchi dell’informazione filo-sionista che hanno zittito ogni voce dissidente. Alan Dershowitz: giurista e difensore pubblico dell’élite sionista negli scandali Epstein, 9/11 e oltre. • ISTITUZIONI DI COPERTURA - AIPAC: lobby israeliana che comanda il Congresso USA. - B’nai B’rith, ADL: gruppi di copertura per etichettare ogni voce critica come “antisemita”. - Council on Foreign Relations, Trilateral Commission, Skull and Bones, logge massoniche legate a Israele. • COSA HANNO OTTENUTO : - Patriot Act: legalizzata la sorveglianza di massa. - Guerre infinite: Iraq, Afghanistan, Siria, Libia... tutte in funzione degli interessi israeliani. - Controllo totale: biometria, droni, dati, passaporti sanitari. Tutto parte da quel giorno. - Distruzione del dissenso: ogni oppositore è terrorista, ogni verità è “cospirazionismo”. • NON È ANTISEMITISMO: È GUERRA AL POTERE ! L’ebraismo religioso non c’entra. Il popolo ebraico è stato usato, manipolato, e sacrificato anch’esso. Il nemico è il sionismo apolide, globalista, elitario. Una rete che si infiltra, si mimetizza e sfrutta ogni tragedia per guadagnare potere. IN CONCLUSIONE..... L' 11 settembre è il momento in cui il Mondo è stato messo sotto regime. Da allora siamo in guerra. Una guerra invisibile, digitale, psicologica. E finché non chiameremo i colpevoli con nome e cognome, saremo schiavi. Il silenzio è complicità. La verità è la prima forma di resistenza. E ora, sai dove colpire.
    Like
    1
    0 Yorumlar 0 hisse senetleri 4K Views
  • VAFFANCULO BENIGNI. QUANTO TI HANNO PAGATO.
    Ieri sera su Rai1 è andato in scena uno dei teatrini più miserabili e spregevoli, mai andati in onda sulla televisione pubblica italiana. I protagonisti? Bruno Vespa e Roberto Benigni. 

    Un mix devastante di propaganda, falsità storiche, revisionismo e spazzatura intellettuale. 

    Visti i personaggi, è molto probabile che nessuno si azzarderà a contraddirli e mettere in discussione quanto è stato detto in quel salotto. Lo faccio io, anche per voi. 

    Condividete il video a più non posso, facciamolo arrivare ai due pagliacci in questione... che si rendano conto che siamo in molti a non accettare più porcate simili. 

    ---

    Scarica e condividi questo video anche su altre piattaforme e suggerisci il mio canale ai tuoi amici: @matteogracis
    VAFFANCULO BENIGNI. QUANTO TI HANNO PAGATO. Ieri sera su Rai1 è andato in scena uno dei teatrini più miserabili e spregevoli, mai andati in onda sulla televisione pubblica italiana. I protagonisti? Bruno Vespa e Roberto Benigni.  Un mix devastante di propaganda, falsità storiche, revisionismo e spazzatura intellettuale. 🤮 Visti i personaggi, è molto probabile che nessuno si azzarderà a contraddirli e mettere in discussione quanto è stato detto in quel salotto. Lo faccio io, anche per voi.  Condividete il video a più non posso, facciamolo arrivare ai due pagliacci in questione... che si rendano conto che siamo in molti a non accettare più porcate simili.  --- Scarica e condividi questo video anche su altre piattaforme e suggerisci il mio canale ai tuoi amici: @matteogracis 👈
    Angry
    1
    0 Yorumlar 0 hisse senetleri 2K Views 3
  • QUELLO CHE STANNO FACENDO a GAZA è UN GENOCIDIO. CON LA COMPLICITA' ISRAELIANA.
    Gaza, Di Battista: "L'esercito israeliano è la peggior organizzazione terroristica al mondo". E critica Meloni - Il Fatto Quotidiano
    "Meloni ha deciso di schierarsi dalla parte degli assassini e del nazionalsionismo. Tajani? Le sue sono tutte balle" [Video]

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/22/gaza-di-battista-esercito-israeliano-organizzazione-terroristica-meloni-video/7997526/
    QUELLO CHE STANNO FACENDO a GAZA è UN GENOCIDIO. CON LA COMPLICITA' ISRAELIANA. Gaza, Di Battista: "L'esercito israeliano è la peggior organizzazione terroristica al mondo". E critica Meloni - Il Fatto Quotidiano "Meloni ha deciso di schierarsi dalla parte degli assassini e del nazionalsionismo. Tajani? Le sue sono tutte balle" [Video] https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/22/gaza-di-battista-esercito-israeliano-organizzazione-terroristica-meloni-video/7997526/
    WWW.ILFATTOQUOTIDIANO.IT
    Gaza, Di Battista: "L'esercito israeliano è la peggior organizzazione terroristica al mondo". E critica Meloni - Il Fatto Quotidiano
    "Meloni ha deciso di schierarsi dalla parte degli assassini e del nazionalsionismo. Tajani? Le sue sono tutte balle" [Video]
    Like
    1
    0 Yorumlar 0 hisse senetleri 995 Views
  • Dei cinque camion entrati ieri a Gaza, di cui i media internazionali parlano per migliorare l'immagine del sionismo, due erano carichi di sudari, donati da un paese arabo tramite le Nazioni Unite.
    Sacchi bianchi con la scritta "Sudari" in blu: non si tratta di aiuti alimentari, ma di preparazione a una morte di massa. Gaza non viene nutrita, viene sepolta. MASSIMA DIFFUSIONE!

    Of the five trucks that entered Gaza yesterday, which the international media are talking about to improve the image of Zionism, two were loaded with shrouds, donated by an Arab country through the United Nations.
    White bags with the writing "Sudari" in blue: this is not food aid, but preparation for mass death. Gaza is not fed, it is buried. MAXIMUM DIFFUSION!

    Majdi Balgouthi, 20 maggio 2025
    Dei cinque camion entrati ieri a Gaza, di cui i media internazionali parlano per migliorare l'immagine del sionismo, due erano carichi di sudari, donati da un paese arabo tramite le Nazioni Unite. Sacchi bianchi con la scritta "Sudari" in blu: non si tratta di aiuti alimentari, ma di preparazione a una morte di massa. Gaza non viene nutrita, viene sepolta. MASSIMA DIFFUSIONE! Of the five trucks that entered Gaza yesterday, which the international media are talking about to improve the image of Zionism, two were loaded with shrouds, donated by an Arab country through the United Nations. White bags with the writing "Sudari" in blue: this is not food aid, but preparation for mass death. Gaza is not fed, it is buried. MAXIMUM DIFFUSION! Majdi Balgouthi, 20 maggio 2025
    Angry
    1
    0 Yorumlar 0 hisse senetleri 953 Views
  • Moni Ovadia: “L’uso infame dell’epiteto ‘antisemita’ contro chi è dalla parte dei perseguitati è una schifezza”

    “L’uso infame e ripugnante dell’epiteto ‘antisemita’, rivolto a persone perbene che sentono come loro fratelli gli ultimi, i vessati, i perseguitati, è una schifezza. È come sputare sulle ceneri dei morti della Shoah“. Sono le parole pronunciate ai microfoni di Battitori Liberi (Radio Cusano Campus) da Moni Ovadia a proposito degli opinionisti che furoreggiano in tv e che sostengono la liceità dei crimini israeliani “per combattere il terrorismo di Hamas”: “Questi giornalisti dicono una stupidaggine di proporzioni ciclopiche, perché sostengono un partito preso a priori. Se fossero onesti, direbbero almeno che Israele ha violato tutte le risoluzioni dell’Onu e la convenzione di Ginevra. Israele, insieme al suo complice, cioè gli Usa – continua- – ha fatto carne di porco del diritto internazionale. Il danno che hanno fatto i sionisti è inenarrabile. Intanto, è la bancarotta fraudolenta di tutto l’Occidente che non si è opposto. Bastava dire agli israeliani che sarebbero stati sostenuti, a patto che avessero rispettato le risoluzioni di Ginevra e dell’Onu. E invece a chiunque muova una critica loro danno dell’antisemita”.

    Ovadia si pronuncia sulle proteste dei parenti degli ostaggi israeliani contro Netanyahu: “Io capisco e sento la tragedia dei familiari, ma avrebbero fatto bene a protestare prima, cioè quando le colonizzazioni, l’occupazione, la segregazione e il razzismo si estendevano progressivamente. Il sionismo è sempre stato ab origine un’ideologia colonialista, razzista e segregazionista. Quando hanno esteso le colonie a dismisura, non c’era ancora Netanyahu. Netanyahu non è una deriva rispetto al sionismo ma è l’epitome del sionismo – continua, citando Golda Meir – C’era Ben Gurion quando fecero la pulizia etnica del ’48, non c’era Netanyahu. Ora c’è naturalmente Netanyahu che fa parte del sionismo revisionista, cioè fascista. Quindi, Netanyahu è un fascista e anche peggio. Però tutto il progetto sionista è stato concepito per scotomizzare i palestinesi dalla realtà”.
    E aggiunge: “Io mi definisco un radicale antisionista. Il sionismo è un progetto fallito nell’infamia. Mi riferisco alle parole del professor Amos Goldberg, il più illustre storico dell’Olocausto israeliano e docente dipartimento di storia ebraica dell’Università ebraica di Gerusalemme e che ha definito quello che accade a Gaza “genocidio intenzionale””.

    Lo scrittore conclude: “A Londra manifestano ogni giorno alcuni sopravvissuti alla Shoah. Il loro rappresentante si chiama Stephen Kapos, da Budapest fu deportato per sette anni ad Auschwitz. Lui gira con un cartello attaccato al collo con la scritta “Stop genocide in Gaza”, ogni giorno che Dio manda in terra. Quindi, nessuno può avocare a sé la titolarità di quella terribile catastrofe subita dagli ebrei – chiosa – perché gli ebrei che sono stati sterminati dai nazisti non avevano una nazione, non erano ebrei della Diaspora. Dubito che, se Hitler avesse visto gli ebrei come sono oggi gli israeliani, avrebbe messo in piedi quell’immane macello. E lo dico perché è pieno di antisemiti che sono ultrafilosionisti, soprattutto in America”.



    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/06/ovadia-israele-gaza-genocidio-sionismo-netanyahu/7977351/
    Moni Ovadia: “L’uso infame dell’epiteto ‘antisemita’ contro chi è dalla parte dei perseguitati è una schifezza” “L’uso infame e ripugnante dell’epiteto ‘antisemita’, rivolto a persone perbene che sentono come loro fratelli gli ultimi, i vessati, i perseguitati, è una schifezza. È come sputare sulle ceneri dei morti della Shoah“. Sono le parole pronunciate ai microfoni di Battitori Liberi (Radio Cusano Campus) da Moni Ovadia a proposito degli opinionisti che furoreggiano in tv e che sostengono la liceità dei crimini israeliani “per combattere il terrorismo di Hamas”: “Questi giornalisti dicono una stupidaggine di proporzioni ciclopiche, perché sostengono un partito preso a priori. Se fossero onesti, direbbero almeno che Israele ha violato tutte le risoluzioni dell’Onu e la convenzione di Ginevra. Israele, insieme al suo complice, cioè gli Usa – continua- – ha fatto carne di porco del diritto internazionale. Il danno che hanno fatto i sionisti è inenarrabile. Intanto, è la bancarotta fraudolenta di tutto l’Occidente che non si è opposto. Bastava dire agli israeliani che sarebbero stati sostenuti, a patto che avessero rispettato le risoluzioni di Ginevra e dell’Onu. E invece a chiunque muova una critica loro danno dell’antisemita”. Ovadia si pronuncia sulle proteste dei parenti degli ostaggi israeliani contro Netanyahu: “Io capisco e sento la tragedia dei familiari, ma avrebbero fatto bene a protestare prima, cioè quando le colonizzazioni, l’occupazione, la segregazione e il razzismo si estendevano progressivamente. Il sionismo è sempre stato ab origine un’ideologia colonialista, razzista e segregazionista. Quando hanno esteso le colonie a dismisura, non c’era ancora Netanyahu. Netanyahu non è una deriva rispetto al sionismo ma è l’epitome del sionismo – continua, citando Golda Meir – C’era Ben Gurion quando fecero la pulizia etnica del ’48, non c’era Netanyahu. Ora c’è naturalmente Netanyahu che fa parte del sionismo revisionista, cioè fascista. Quindi, Netanyahu è un fascista e anche peggio. Però tutto il progetto sionista è stato concepito per scotomizzare i palestinesi dalla realtà”. E aggiunge: “Io mi definisco un radicale antisionista. Il sionismo è un progetto fallito nell’infamia. Mi riferisco alle parole del professor Amos Goldberg, il più illustre storico dell’Olocausto israeliano e docente dipartimento di storia ebraica dell’Università ebraica di Gerusalemme e che ha definito quello che accade a Gaza “genocidio intenzionale””. Lo scrittore conclude: “A Londra manifestano ogni giorno alcuni sopravvissuti alla Shoah. Il loro rappresentante si chiama Stephen Kapos, da Budapest fu deportato per sette anni ad Auschwitz. Lui gira con un cartello attaccato al collo con la scritta “Stop genocide in Gaza”, ogni giorno che Dio manda in terra. Quindi, nessuno può avocare a sé la titolarità di quella terribile catastrofe subita dagli ebrei – chiosa – perché gli ebrei che sono stati sterminati dai nazisti non avevano una nazione, non erano ebrei della Diaspora. Dubito che, se Hitler avesse visto gli ebrei come sono oggi gli israeliani, avrebbe messo in piedi quell’immane macello. E lo dico perché è pieno di antisemiti che sono ultrafilosionisti, soprattutto in America”. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/06/ovadia-israele-gaza-genocidio-sionismo-netanyahu/7977351/
    WWW.ILFATTOQUOTIDIANO.IT
    Ovadia: “L’uso infame dell’epiteto ‘antisemita’ contro chi è dalla parte dei perseguitati è una schifezza” - Il Fatto Quotidiano
    Lo scrittore cita Amos Goldberg: “A Gaza c’è un genocidio intenzionale”. E attacca il sionismo e molti commentatori televisivi - Video
    Like
    2
    0 Yorumlar 0 hisse senetleri 4K Views
  • JONATHAN OFIR - ALLA FINE, L' EREDITÀ DEL SIONISMO SARÀ IL GENOCIDIO, E SOLO IL GENOCIDIO

    Di Jonathan Ofir - 27 aprile 2025

    Molti hanno attribuito tratti positivi al Sionismo, e molti lo fanno ancora. Una risposta alla persecuzione degli ebrei, pensavano molti, e sulla scia della Seconda Guerra Mondiale, anche una risposta all'Olocausto.

    Una risposta al Genocidio degli ebrei, forse, ma ora dovrebbe essere chiaro a tutti che non è mai stato un antidoto al Genocidio in generale. Direi anzi che, nella sua intrinseca vena ultranazionalista, è stato ed è un prevedibile Catalizzatore del Genocidio.

    La vena giudeo-centrista del Sionismo ha sempre mantenuto l'idea centrale che "ci prendiamo cura di noi stessi". I cinici direbbero che non possiamo risolvere i problemi del mondo intero; tuttavia, quando i mezzi per tale presunta autoconservazione sono così intrinsecamente legati all'espropriazione dei palestinesi, allora il Genocidio è insito nelle fondamenta del Sionismo. La creazione della "Nazione" nello "Stato Nazione" diventa la distruzione del nativo.

    La Pulizia Etnica è stata l'atto fondante dello Stato. I Crimini coinvolti sono stati tenuti nascosti dai Sionisti per decenni, ma alla fine è diventato ampiamente noto che questo è ciò che è accaduto. Persino gli storici Sionisti più convinti come Benny Morris lo capiscono: la spoliazione era insita e inevitabile nel Sionismo. Si tratta, infatti, di un atto in corso.

    E ora, nonostante la disperata negazione da parte di molti, compresi ovviamente i Sionisti, del Genocidio.

    I negazionisti sono ancora in modalità accusatoria. Ma la colpa non cambierà ciò che è.

    E non scrivo questo per incolpare gli israeliani del Genocidio che perpetrano. Responsabilità e attribuzione di responsabilità sono ben altro che la semplice colpa, e in effetti, i processi legali devono culminare in un'efficace azione penale per almeno i principali responsabili. Sarebbe irrealistico perseguire penalmente tutti i sostenitori, o tutti i silenziosi sostenitori, anche a livello internazionale, sebbene si dovrebbero fare dei tentativi.

    In realtà, sto parlando di qualcosa di più ampio dei singoli autori: si tratta dell'ideologia che essi sottoscrivono, che è, senza dubbio, il Sionismo.

    In un certo senso, attribuire il più grave Crimine contro l'Umanità a un'ideologia può sembrare troppo indulgente, troppo impersonale. Come si può perseguire un'ideologia? Ma c'è un significato morale nel comprendere il problema morale insito in un'ideologia, al fine di condannarla.

    E abbiamo precedenti storici. Il Nazismo è diventato noto come un'ideologia ripugnante, per la quale il Genocidio era naturale. Coloro che aderiscono al Nazismo oggi non hanno bisogno di commettere un Genocidio per essere visti come persone che ne acclamano l'idea stessa, e questo è sufficiente.

    Non è necessario equiparare Sionismo e Nazismo per comprendere questa logica.

    E se il Genocidio è davvero il culmine naturale del Sionismo, allora è prevedibile che i suoi seguaci finiscano per sostenerlo.

    Questo è in effetti ciò a cui stiamo assistendo, cosa che a molti appare scioccante, perché pensavano che il Sionismo, dopotutto, mirasse a prevenire il Genocidio, non a perpetrarlo.

    Ma questo è il culmine della Logica di Eliminazione del Colonialismo d'Insediamento. Questa non è un'aberrazione del Sionismo, ne è la realizzazione.

    Questo è, in senso essenziale, il Genocidio Sionista.

    Che debba essere fermato, è ovvio. Ma la centralità dell'ideologia Sionista nella sua formazione deve essere compresa. Non solo i Genocidi futuri non saranno impediti se il Sionismo non verrà abbandonato, ma servirà nella loro preparazione.

    I Sionisti non abbandoneranno volontariamente la loro ideologia Suprematista ebraica, finché ne trarranno beneficio. E così, la lotta contro il Genocidio diventa una lotta contro il Sionismo.

    Il Sionismo può essere stato noto per ogni sorta di cose apparentemente positive, ma in definitiva, è il suo Crimine più grande a definirne l'eredità. Il Genocidio prevale su tutti gli aspetti positivi, poiché la sua essenza è lo sradicamento dell'Umanità.

    Jonathan Ofir è un direttore d'orchestra, musicista, scrittore e blogger israelo-danese, che scrive regolarmente per Mondoweiss.

    Traduzione: La Zona Grigia

    Fonte: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10162293043044342&id=771374341
    JONATHAN OFIR - ALLA FINE, L' EREDITÀ DEL SIONISMO SARÀ IL GENOCIDIO, E SOLO IL GENOCIDIO Di Jonathan Ofir - 27 aprile 2025 Molti hanno attribuito tratti positivi al Sionismo, e molti lo fanno ancora. Una risposta alla persecuzione degli ebrei, pensavano molti, e sulla scia della Seconda Guerra Mondiale, anche una risposta all'Olocausto. Una risposta al Genocidio degli ebrei, forse, ma ora dovrebbe essere chiaro a tutti che non è mai stato un antidoto al Genocidio in generale. Direi anzi che, nella sua intrinseca vena ultranazionalista, è stato ed è un prevedibile Catalizzatore del Genocidio. La vena giudeo-centrista del Sionismo ha sempre mantenuto l'idea centrale che "ci prendiamo cura di noi stessi". I cinici direbbero che non possiamo risolvere i problemi del mondo intero; tuttavia, quando i mezzi per tale presunta autoconservazione sono così intrinsecamente legati all'espropriazione dei palestinesi, allora il Genocidio è insito nelle fondamenta del Sionismo. La creazione della "Nazione" nello "Stato Nazione" diventa la distruzione del nativo. La Pulizia Etnica è stata l'atto fondante dello Stato. I Crimini coinvolti sono stati tenuti nascosti dai Sionisti per decenni, ma alla fine è diventato ampiamente noto che questo è ciò che è accaduto. Persino gli storici Sionisti più convinti come Benny Morris lo capiscono: la spoliazione era insita e inevitabile nel Sionismo. Si tratta, infatti, di un atto in corso. E ora, nonostante la disperata negazione da parte di molti, compresi ovviamente i Sionisti, del Genocidio. I negazionisti sono ancora in modalità accusatoria. Ma la colpa non cambierà ciò che è. E non scrivo questo per incolpare gli israeliani del Genocidio che perpetrano. Responsabilità e attribuzione di responsabilità sono ben altro che la semplice colpa, e in effetti, i processi legali devono culminare in un'efficace azione penale per almeno i principali responsabili. Sarebbe irrealistico perseguire penalmente tutti i sostenitori, o tutti i silenziosi sostenitori, anche a livello internazionale, sebbene si dovrebbero fare dei tentativi. In realtà, sto parlando di qualcosa di più ampio dei singoli autori: si tratta dell'ideologia che essi sottoscrivono, che è, senza dubbio, il Sionismo. In un certo senso, attribuire il più grave Crimine contro l'Umanità a un'ideologia può sembrare troppo indulgente, troppo impersonale. Come si può perseguire un'ideologia? Ma c'è un significato morale nel comprendere il problema morale insito in un'ideologia, al fine di condannarla. E abbiamo precedenti storici. Il Nazismo è diventato noto come un'ideologia ripugnante, per la quale il Genocidio era naturale. Coloro che aderiscono al Nazismo oggi non hanno bisogno di commettere un Genocidio per essere visti come persone che ne acclamano l'idea stessa, e questo è sufficiente. Non è necessario equiparare Sionismo e Nazismo per comprendere questa logica. E se il Genocidio è davvero il culmine naturale del Sionismo, allora è prevedibile che i suoi seguaci finiscano per sostenerlo. Questo è in effetti ciò a cui stiamo assistendo, cosa che a molti appare scioccante, perché pensavano che il Sionismo, dopotutto, mirasse a prevenire il Genocidio, non a perpetrarlo. Ma questo è il culmine della Logica di Eliminazione del Colonialismo d'Insediamento. Questa non è un'aberrazione del Sionismo, ne è la realizzazione. Questo è, in senso essenziale, il Genocidio Sionista. Che debba essere fermato, è ovvio. Ma la centralità dell'ideologia Sionista nella sua formazione deve essere compresa. Non solo i Genocidi futuri non saranno impediti se il Sionismo non verrà abbandonato, ma servirà nella loro preparazione. I Sionisti non abbandoneranno volontariamente la loro ideologia Suprematista ebraica, finché ne trarranno beneficio. E così, la lotta contro il Genocidio diventa una lotta contro il Sionismo. Il Sionismo può essere stato noto per ogni sorta di cose apparentemente positive, ma in definitiva, è il suo Crimine più grande a definirne l'eredità. Il Genocidio prevale su tutti gli aspetti positivi, poiché la sua essenza è lo sradicamento dell'Umanità. Jonathan Ofir è un direttore d'orchestra, musicista, scrittore e blogger israelo-danese, che scrive regolarmente per Mondoweiss. Traduzione: La Zona Grigia Fonte: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10162293043044342&id=771374341
    Like
    1
    0 Yorumlar 0 hisse senetleri 3K Views
  • "Era il 2 maggio 2014, quando militanti di estrema destra e neonazisti ucraini, filo-europeisti, a Odessa, in Ucraina, aggredirono e massacrarono manifestanti comunisti e di sinistra, favorevoli all’indipendenza della regione del Donbass e contro l’entrata dell’Ucraina nell’UE."

    Così narrano il massacro di Odessa i meno infami, ma anche in questa narrazione c'è il falso e la superficialità.

    Intanto va detto che da quel massacro iniziò la guerra civile in Ucraina tra forze naziste sostenute dagli Stati occidentali e le popolazioni del Donbass, le quali dopo quella strage di Odessa hanno deciso collettivamente di difendersi armi in pugno. Ma cosa sono socialmente queste popolazioni del Donbass? Nella narrazione semplificata e subdola le si descrivono come popolazioni russofone, filo putiniane, anti-ue, qual'è invece la verità sociologica e di classe più profonda ?

    Nel Donbass vi è da sempre una forte concentrazione di classe operaia (operai, impiegati, minatori...) sindacalizzata e coesa. Dico "sindacalizzata" per definire una classe operaia non rivoluzionaria ed allo stesso tempo però assolutamente ostile al capitalismo liberista fatto di privatizzazioni, chiusure di aziende, speculazioni e di sopraffazione. Insomma una classe di "diritti e doveri" che non mette in discussione la gerarchia del lavoro e il profitto, ma pretende però che parte di quel profitto venga reinvestito e redistribuito in salario diretto e indiretto (stato sociale) senza tante discussioni. Sono stati proprio quegli operai lì ad imbracciare le armi.

    Le popolazioni del Donbass si sono formate culturalmente e politicamente nella grande industria dell'estrazione e della trasformazione delle materie prime, e sanno di essere fulcro della società, gente che se ne sbatte di massimizzare i profitti, che guarda con avversione l'aumento della produttività e la robotizzazione che toglie loro lavoro, che impone ritmi... Insomma quella gente è e resta, secondo i canoni liberisti da "capitale umano" una obsolescenza, un esubero da eliminare, è sostanzialmente l'operaio massa in versione Russa.

    Quell'operaio che in tutto l'occidente fu sconfitto ed eliminato negli anni 70/80, sostituito dall'operaio precario, flessibile, terziarizzato, disperso in mille mansioni e luoghi, disoccupato e marginale, schiacciato dalla finanziarizzazione dell'economia che ha ridotto la forza lavoro a orpello quasi inutile, senza diritti, da comprare al prezzo più basso possibile, usare e gettare.

    Ecco, quella classe operaia del Donbass rimane invece "conservatrice" si oppone a questo modello sociale e ai nazisti che cercavano di imporlo con l'occidente, il quale comunque valutava secondario questo obiettivo di eliminazione ma vedeva in quella popolazione un perfetto mezzo per provocare la Fed Russa, da qui la narrazione condivisa un po' da tutti di chiamare quella gente "russa o russofona" ma sono classe sociale !

    Ad Odessa i nazisti non hanno massacrato esseri umani in una discoteca ma dentro la casa dei sindacati dove i manifestanti anti-golpisti si erano rifugiati dopo essere stati bersagli di violenze da parte di nazifascisti e polizia (vi ricorda niente compagni ?) durante il corteo.

    Oh si, gente ribelle, determinata, rozza e molto diversa da noi, perché tradizionalista, religiosa, poco propensa ad assimilare culture LGBT e poco avvezza alle fantasy della woke culture, oltre che radicalmente antinazista... Stiamo parlando pur sempre di classe in sé letteralmente.

    Che l'indipendentismo e l'annessionismo non siano esattamente istanze rivoluzionarie non ci piove, che quelle popolazioni non lo siano di fatto come soggetti politici altrettanto vero, loro hanno scelto su basi tattiche e strategiche quello che come classe in questo momento gli garantiva vita e un futuro accettabile, cioè la Russia del democristiano Putin.
    Non hanno creduto alle favole sull'eldorado hollywoodiano occidentale che hanno trasformato l'altra parte del popolo ucraino in carne da macello e prostitute, loro sono stati le vittime sacrificali di una provocazione e lo hanno pagato col sangue.

    A Vadim Papura e tutti i martiri del massacro di Odessa.
    "Era il 2 maggio 2014, quando militanti di estrema destra e neonazisti ucraini, filo-europeisti, a Odessa, in Ucraina, aggredirono e massacrarono manifestanti comunisti e di sinistra, favorevoli all’indipendenza della regione del Donbass e contro l’entrata dell’Ucraina nell’UE." Così narrano il massacro di Odessa i meno infami, ma anche in questa narrazione c'è il falso e la superficialità. Intanto va detto che da quel massacro iniziò la guerra civile in Ucraina tra forze naziste sostenute dagli Stati occidentali e le popolazioni del Donbass, le quali dopo quella strage di Odessa hanno deciso collettivamente di difendersi armi in pugno. Ma cosa sono socialmente queste popolazioni del Donbass? Nella narrazione semplificata e subdola le si descrivono come popolazioni russofone, filo putiniane, anti-ue, qual'è invece la verità sociologica e di classe più profonda ? Nel Donbass vi è da sempre una forte concentrazione di classe operaia (operai, impiegati, minatori...) sindacalizzata e coesa. Dico "sindacalizzata" per definire una classe operaia non rivoluzionaria ed allo stesso tempo però assolutamente ostile al capitalismo liberista fatto di privatizzazioni, chiusure di aziende, speculazioni e di sopraffazione. Insomma una classe di "diritti e doveri" che non mette in discussione la gerarchia del lavoro e il profitto, ma pretende però che parte di quel profitto venga reinvestito e redistribuito in salario diretto e indiretto (stato sociale) senza tante discussioni. Sono stati proprio quegli operai lì ad imbracciare le armi. Le popolazioni del Donbass si sono formate culturalmente e politicamente nella grande industria dell'estrazione e della trasformazione delle materie prime, e sanno di essere fulcro della società, gente che se ne sbatte di massimizzare i profitti, che guarda con avversione l'aumento della produttività e la robotizzazione che toglie loro lavoro, che impone ritmi... Insomma quella gente è e resta, secondo i canoni liberisti da "capitale umano" una obsolescenza, un esubero da eliminare, è sostanzialmente l'operaio massa in versione Russa. Quell'operaio che in tutto l'occidente fu sconfitto ed eliminato negli anni 70/80, sostituito dall'operaio precario, flessibile, terziarizzato, disperso in mille mansioni e luoghi, disoccupato e marginale, schiacciato dalla finanziarizzazione dell'economia che ha ridotto la forza lavoro a orpello quasi inutile, senza diritti, da comprare al prezzo più basso possibile, usare e gettare. Ecco, quella classe operaia del Donbass rimane invece "conservatrice" si oppone a questo modello sociale e ai nazisti che cercavano di imporlo con l'occidente, il quale comunque valutava secondario questo obiettivo di eliminazione ma vedeva in quella popolazione un perfetto mezzo per provocare la Fed Russa, da qui la narrazione condivisa un po' da tutti di chiamare quella gente "russa o russofona" ma sono classe sociale ! Ad Odessa i nazisti non hanno massacrato esseri umani in una discoteca ma dentro la casa dei sindacati dove i manifestanti anti-golpisti si erano rifugiati dopo essere stati bersagli di violenze da parte di nazifascisti e polizia (vi ricorda niente compagni ?) durante il corteo. Oh si, gente ribelle, determinata, rozza e molto diversa da noi, perché tradizionalista, religiosa, poco propensa ad assimilare culture LGBT e poco avvezza alle fantasy della woke culture, oltre che radicalmente antinazista... Stiamo parlando pur sempre di classe in sé letteralmente. Che l'indipendentismo e l'annessionismo non siano esattamente istanze rivoluzionarie non ci piove, che quelle popolazioni non lo siano di fatto come soggetti politici altrettanto vero, loro hanno scelto su basi tattiche e strategiche quello che come classe in questo momento gli garantiva vita e un futuro accettabile, cioè la Russia del democristiano Putin. Non hanno creduto alle favole sull'eldorado hollywoodiano occidentale che hanno trasformato l'altra parte del popolo ucraino in carne da macello e prostitute, loro sono stati le vittime sacrificali di una provocazione e lo hanno pagato col sangue. A Vadim Papura e tutti i martiri del massacro di Odessa.
    Like
    2
    0 Yorumlar 0 hisse senetleri 10K Views
Arama Sonuçları