• «Come una molotov lanciata sul mercato dell'AI»: il colosso cinese Baidu rende open source il suo modello Ernie
    La scelta del gigante tecnologico cinese è una minaccia per OpenAI, Anthropic e le altre aziende occidentali, che dovranno giustificare i costi di abbonamento. Alec Strasmore, fondatore di Epic Loot: «Il messaggio per le varie startup del mondo è...
    La scelta del gigante tecnologico cinese è una minaccia per OpenAI, Anthropic e le altre aziende occidentali, che dovranno giustificare i costi di abbonamento. Alec Strasmore, fondatore di Epic Loot: «Il messaggio per le varie startup del mondo è chiaro: "Smettetela di pagare cifre esorbitanti"»

    Il gigante tecnologico cinese Baidu ha dichiarato di voler rendere open source il suo modello di linguaggio di intelligenza artificiale generativa Ernie a partire da oggi, lunedì 30 giugno. La scelta rappresenta un notevole cambiamento per Baidu, storicamente protezionista nei confronti della sua tecnologia. Un modello open source significa infatti che il codice sorgente è disponibile al pubblico e può essere modificato e distribuito in formati diversi. Un portavoce di Baidu ha sottolineato che l'implementazione open source sarà graduale.

    Il chatbot Ernie era stato lanciato sul mercato cinese il 31 agosto 2023, con un pubblico potenziale di un miliardo e mezzo di utenti (e senza la possibilità di accesso ad altri rivali occidentali), che ha contribuito ad allenare la nuova intelligenza artificiale generativa.

    Che cosa significa per il mercato
    Sarà uno choc per il mercato come fu DeepSeek, anch'essa open source cinese e gratuita? Gli esperti di IA sono divisi sull'impatto di questa decisione: alcuni dubitano che sarà un «momento DeepSeek» per il mercato statunitense, mentre altri ritengono che potrebbe consolidare la posizione della Cina come leader dell'IA.
    Sean Ren, professore associato di informatica presso la University of Southern California, intervistato da CNBC, ha sottolineato come tutto ciò non sia solo una questione cinese, visto che «ogni volta che un laboratorio importante rende open-source un modello potente, l'asticella si alza per l'intero settore».

    Una minaccia per il modelli americani
    La decisione di Baidu è vista come una potenziale minaccia per fornitori di modelli «chiusi» come OpenAI e Anthropic perché viene messa sotto pressione la loro strategia di prezzi.
    Alec Strasmore, fondatore di Epic Loot, ha dichiarato che «Baidu ha appena lanciato una molotov nel mondo dell'AI», prevedendo che Baidu offrirà qualcosa di altrettanto potente, ma «praticamente gratis». «OpenAI, Anthropic, DeepSeek, tutti coloro che pensavano di vendere champagne di prima qualità stanno per rendersi conto che Baidu sta per regalare qualcosa di altrettanto potente. Questa non è una competizione, ma una dichiarazione di guerra dei prezzi» ha aggiunto Strasmore. Il messaggio per le varie startup del mondo è chiaro: «Smettetela di pagare cifre esorbitanti». Il ceo di Baidu, Robin Li, ha chiarito che l'obiettivo dell'open source è consentire agli sviluppatori di creare le migliori applicazioni senza preoccuparsi di capacità, costi o strumenti.

    Il movimento open source
    Baidu aveva già annunciato a marzo che il suo modello Ernie X1, focalizzato sul ragionamento e sulla soluzione di problemi complessi, offre prestazioni paragonabili a DeepSeek R1, ma a metà prezzo. Non c’è dubbio che il movimento open source nell’intelligenza artificiale rappresenti una minaccia per i modelli di business dei principali attori del settore. Lo stesso ceo di OpenAI, Sam Altman ha riconosciuto che il movimento open source rappresenta una minaccia ai modelli di business consolidati spiegando che OpenAI ha in programma di rilasciare un modello di open source quest'estate.

    DeepSeek, Manus e non solo: come funzionano e quali sono le intelligenze artificiali generative in arrivo dalla Cina

    Le criticità
    La mossa di Baidu costringerà gli investitori a riconsiderare le dinamiche dei costi di accesso ai modelli di IA. Tuttavia non mancano le preoccupazioni riguardo a sicurezza, trasparenza dei dati e fiducia del mercato. Sean Ren ha infatti sottolineato che, sebbene un'open source trasmetta un senso di trasparenza, il fatto che i codici siano pubblici non significa che si conosca esattamente su quali dati il modello sia stato addestrato, se chi ha fornito i dati abbia fornito il consenso o sia stato compensato. Infine un aspetto preoccupante - ha sottolineato Strasmore - è che non sappiamo se i sistemi siano collegati all'API (Application Programming Interface) Badiu, e cioé un insieme di protocolli che consentono a diverse applicazioni sofware di comunicare tra loro e scambiarsi funzionalità: «Questo equivarrebbe a dare alla Cina accesso a tutte le appa su tutti i telefoni e certamente sarebbe inquietante».
    https://www.corriere.it/tecnologia/25_giugno_30/come-una-molotov-lanciata-sul-mercato-dell-ai-il-colosso-cinese-baidu-rende-open-source-il-suo-modello-ernie-aee1753d-ec98-4184-9587-1ffe3b885xlk_amp.shtml
    «Come una molotov lanciata sul mercato dell'AI»: il colosso cinese Baidu rende open source il suo modello Ernie La scelta del gigante tecnologico cinese è una minaccia per OpenAI, Anthropic e le altre aziende occidentali, che dovranno giustificare i costi di abbonamento. Alec Strasmore, fondatore di Epic Loot: «Il messaggio per le varie startup del mondo è... La scelta del gigante tecnologico cinese è una minaccia per OpenAI, Anthropic e le altre aziende occidentali, che dovranno giustificare i costi di abbonamento. Alec Strasmore, fondatore di Epic Loot: «Il messaggio per le varie startup del mondo è chiaro: "Smettetela di pagare cifre esorbitanti"» Il gigante tecnologico cinese Baidu ha dichiarato di voler rendere open source il suo modello di linguaggio di intelligenza artificiale generativa Ernie a partire da oggi, lunedì 30 giugno. La scelta rappresenta un notevole cambiamento per Baidu, storicamente protezionista nei confronti della sua tecnologia. Un modello open source significa infatti che il codice sorgente è disponibile al pubblico e può essere modificato e distribuito in formati diversi. Un portavoce di Baidu ha sottolineato che l'implementazione open source sarà graduale. Il chatbot Ernie era stato lanciato sul mercato cinese il 31 agosto 2023, con un pubblico potenziale di un miliardo e mezzo di utenti (e senza la possibilità di accesso ad altri rivali occidentali), che ha contribuito ad allenare la nuova intelligenza artificiale generativa. Che cosa significa per il mercato Sarà uno choc per il mercato come fu DeepSeek, anch'essa open source cinese e gratuita? Gli esperti di IA sono divisi sull'impatto di questa decisione: alcuni dubitano che sarà un «momento DeepSeek» per il mercato statunitense, mentre altri ritengono che potrebbe consolidare la posizione della Cina come leader dell'IA. Sean Ren, professore associato di informatica presso la University of Southern California, intervistato da CNBC, ha sottolineato come tutto ciò non sia solo una questione cinese, visto che «ogni volta che un laboratorio importante rende open-source un modello potente, l'asticella si alza per l'intero settore». Una minaccia per il modelli americani La decisione di Baidu è vista come una potenziale minaccia per fornitori di modelli «chiusi» come OpenAI e Anthropic perché viene messa sotto pressione la loro strategia di prezzi. Alec Strasmore, fondatore di Epic Loot, ha dichiarato che «Baidu ha appena lanciato una molotov nel mondo dell'AI», prevedendo che Baidu offrirà qualcosa di altrettanto potente, ma «praticamente gratis». «OpenAI, Anthropic, DeepSeek, tutti coloro che pensavano di vendere champagne di prima qualità stanno per rendersi conto che Baidu sta per regalare qualcosa di altrettanto potente. Questa non è una competizione, ma una dichiarazione di guerra dei prezzi» ha aggiunto Strasmore. Il messaggio per le varie startup del mondo è chiaro: «Smettetela di pagare cifre esorbitanti». Il ceo di Baidu, Robin Li, ha chiarito che l'obiettivo dell'open source è consentire agli sviluppatori di creare le migliori applicazioni senza preoccuparsi di capacità, costi o strumenti. Il movimento open source Baidu aveva già annunciato a marzo che il suo modello Ernie X1, focalizzato sul ragionamento e sulla soluzione di problemi complessi, offre prestazioni paragonabili a DeepSeek R1, ma a metà prezzo. Non c’è dubbio che il movimento open source nell’intelligenza artificiale rappresenti una minaccia per i modelli di business dei principali attori del settore. Lo stesso ceo di OpenAI, Sam Altman ha riconosciuto che il movimento open source rappresenta una minaccia ai modelli di business consolidati spiegando che OpenAI ha in programma di rilasciare un modello di open source quest'estate. DeepSeek, Manus e non solo: come funzionano e quali sono le intelligenze artificiali generative in arrivo dalla Cina Le criticità La mossa di Baidu costringerà gli investitori a riconsiderare le dinamiche dei costi di accesso ai modelli di IA. Tuttavia non mancano le preoccupazioni riguardo a sicurezza, trasparenza dei dati e fiducia del mercato. Sean Ren ha infatti sottolineato che, sebbene un'open source trasmetta un senso di trasparenza, il fatto che i codici siano pubblici non significa che si conosca esattamente su quali dati il modello sia stato addestrato, se chi ha fornito i dati abbia fornito il consenso o sia stato compensato. Infine un aspetto preoccupante - ha sottolineato Strasmore - è che non sappiamo se i sistemi siano collegati all'API (Application Programming Interface) Badiu, e cioé un insieme di protocolli che consentono a diverse applicazioni sofware di comunicare tra loro e scambiarsi funzionalità: «Questo equivarrebbe a dare alla Cina accesso a tutte le appa su tutti i telefoni e certamente sarebbe inquietante». https://www.corriere.it/tecnologia/25_giugno_30/come-una-molotov-lanciata-sul-mercato-dell-ai-il-colosso-cinese-baidu-rende-open-source-il-suo-modello-ernie-aee1753d-ec98-4184-9587-1ffe3b885xlk_amp.shtml
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    «Come una molotov lanciata sul mercato dell'AI»: il colosso cinese Baidu rende open source il suo modello Ernie
    La scelta del gigante tecnologico cinese è una minaccia per OpenAI, Anthropic e le altre aziende occidentali, che dovranno giustificare i costi di abbonamento. Alec Strasmore, fondatore di Epic Loot: «Il messaggio per le varie startup del mondo è chiaro: "Smettetela di pagare cifre esorbitanti"»
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  • Mentre i telegiornali italiani mandavano in onda servizi su gossip e meteo, qualcosa di ben più grave veniva deciso lontano dai riflettori. I leader della NATO, con in testa il presidente americano Donald Trump, siglavano un accordo destinato a cambiare per sempre la vita di ogni cittadino europeo. Si tratta dell’impegno a portare la spesa militare al 5% del PIL entro il 2035; una cifra enorme che trasformerà inevitabilmente il bilancio pubblico, costringendo a tagli su welfare, sanità, scuola e servizi essenziali. Mentre la retorica ufficiale parla di “sicurezza” e “difesa”, la realtà è che questo patto rappresenta un giuramento di obbedienza al Nuovo Ordine Mondiale, un vincolo che obbliga l’Italia a investire miliardi nelle guerre del futuro.
    Nel summit, il Presidente Trump ha rivestito un ruolo chiave. Non più solo voce fuori dal coro, ma il volto autorevole che ha imposto il diktat agli alleati europei. Con minacce di dazi e pressioni serrate, ha costretto paesi come la Spagna a cedere, segnando il tono duro di un’alleanza sempre più militarizzata e meno democratica. La sua immagine da salvatore populista è servita a mascherare la realtà: Trump ha legittimato e accelerato la trasformazione della NATO in un apparato di potere globale, a cui l’Italia ha consegnato mani e piedi.
    Dal 2026, gli effetti di questo accordo si faranno sentire pesantemente nelle tasche e nella vita quotidiana di ogni italiano. Le tasse aumenteranno, mentre i servizi essenziali diminuiranno. Il sistema scolastico sarà sottoposto a una militarizzazione silenziosa: programmi di “resilienza” e “educazione digitale” che celano un controllo sempre più capillare sulle giovani generazioni.
    Le famiglie saranno al centro di un attacco che mira a spezzare l’unità e a instaurare una sorveglianza capillare, dal controllo sanitario obbligatorio a bonus sociali condizionati all’obbedienza digitale.
    La guerra del futuro non esploderà con armi convenzionali, ma con pandemie simulate, blackout mirati, cyberattacchi pilotati e campagne di disinformazione. Ogni emergenza servirà a giustificare misure di controllo più stringenti: dalla censura preventiva alla profilazione digitale.
    Nel 2035, questa guerra simulata diventerà realtà consolidata: un sistema di sorveglianza totale, una digitalizzazione integrale della vita, con il cittadino ridotto a pedina di un gioco globale che non perdona. E i media tacciono o minimizzano.
    Il messaggio ufficiale resta rassicurante: tutto è per il bene comune, per la pace, per la sicurezza. Ma dietro le quinte, la NATO si trasforma in un ordine autoritario mascherato da alleanza difensiva, perché l’Italia ha firmato un patto che la lega a un futuro di guerre, controlli e sacrifici. Lo ha fatto senza consultare i cittadini, senza un dibattito reale, senza trasparenza.
    Chi capisce oggi questo ha una responsabilità enorme: svegliarsi, informarsi, raccontare la verità. Perché domani potrebbe essere troppo tardi.

    Mauro Bertamè
    Mentre i telegiornali italiani mandavano in onda servizi su gossip e meteo, qualcosa di ben più grave veniva deciso lontano dai riflettori. I leader della NATO, con in testa il presidente americano Donald Trump, siglavano un accordo destinato a cambiare per sempre la vita di ogni cittadino europeo. Si tratta dell’impegno a portare la spesa militare al 5% del PIL entro il 2035; una cifra enorme che trasformerà inevitabilmente il bilancio pubblico, costringendo a tagli su welfare, sanità, scuola e servizi essenziali. Mentre la retorica ufficiale parla di “sicurezza” e “difesa”, la realtà è che questo patto rappresenta un giuramento di obbedienza al Nuovo Ordine Mondiale, un vincolo che obbliga l’Italia a investire miliardi nelle guerre del futuro. Nel summit, il Presidente Trump ha rivestito un ruolo chiave. Non più solo voce fuori dal coro, ma il volto autorevole che ha imposto il diktat agli alleati europei. Con minacce di dazi e pressioni serrate, ha costretto paesi come la Spagna a cedere, segnando il tono duro di un’alleanza sempre più militarizzata e meno democratica. La sua immagine da salvatore populista è servita a mascherare la realtà: Trump ha legittimato e accelerato la trasformazione della NATO in un apparato di potere globale, a cui l’Italia ha consegnato mani e piedi. Dal 2026, gli effetti di questo accordo si faranno sentire pesantemente nelle tasche e nella vita quotidiana di ogni italiano. Le tasse aumenteranno, mentre i servizi essenziali diminuiranno. Il sistema scolastico sarà sottoposto a una militarizzazione silenziosa: programmi di “resilienza” e “educazione digitale” che celano un controllo sempre più capillare sulle giovani generazioni. Le famiglie saranno al centro di un attacco che mira a spezzare l’unità e a instaurare una sorveglianza capillare, dal controllo sanitario obbligatorio a bonus sociali condizionati all’obbedienza digitale. La guerra del futuro non esploderà con armi convenzionali, ma con pandemie simulate, blackout mirati, cyberattacchi pilotati e campagne di disinformazione. Ogni emergenza servirà a giustificare misure di controllo più stringenti: dalla censura preventiva alla profilazione digitale. Nel 2035, questa guerra simulata diventerà realtà consolidata: un sistema di sorveglianza totale, una digitalizzazione integrale della vita, con il cittadino ridotto a pedina di un gioco globale che non perdona. E i media tacciono o minimizzano. Il messaggio ufficiale resta rassicurante: tutto è per il bene comune, per la pace, per la sicurezza. Ma dietro le quinte, la NATO si trasforma in un ordine autoritario mascherato da alleanza difensiva, perché l’Italia ha firmato un patto che la lega a un futuro di guerre, controlli e sacrifici. Lo ha fatto senza consultare i cittadini, senza un dibattito reale, senza trasparenza. Chi capisce oggi questo ha una responsabilità enorme: svegliarsi, informarsi, raccontare la verità. Perché domani potrebbe essere troppo tardi. Mauro Bertamè
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  • Gemini CLI: Google porta l’IA nel terminale degli sviluppatori. Gratis e open-source
    Google ha lanciato Gemini CLI, un assistente AI open source che porta la potenza di Gemini direttamente nel terminale. Una mossa strategica che sfida direttamente GitHub Copilot e Claude Code, puntando sulla trasparenza...
    https://www.dday.it/redazione/53477/gemini-cli-google-porta-lia-nel-terminale-degli-sviluppatori-gratis-e-open-source
    Gemini CLI: Google porta l’IA nel terminale degli sviluppatori. Gratis e open-source Google ha lanciato Gemini CLI, un assistente AI open source che porta la potenza di Gemini direttamente nel terminale. Una mossa strategica che sfida direttamente GitHub Copilot e Claude Code, puntando sulla trasparenza... https://www.dday.it/redazione/53477/gemini-cli-google-porta-lia-nel-terminale-degli-sviluppatori-gratis-e-open-source
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    Gemini CLI: Google porta l’IA nel terminale degli sviluppatori. Gratis e open-source
    Google ha lanciato Gemini CLI, un assistente AI open source che porta la potenza di Gemini direttamente nel terminale. Una mossa strategica che sfida direttamente GitHub Copilot e Claude Code, puntando sulla trasparenza e sull’integrazione nell'ecosistema esistente degli sviluppatori.
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  • STOP WAR ON JOURNALISM!

    #PardonAssangeNow

    La battaglia non è mai terminata veramente.
    È proprio adesso che la nostra voce si risolleva per difendere valori universali: libertà d'informazione, verità e giustizia.
    Dalla figura di Julian Assange si dipana un filo che tocca ogni angolo del mondo del giornalismo e della comunicazione libera.

    Martedì 24 giugno 2025
    Dalle ore 19.00
    Piazza dei Mercanti, Milano
    Presidio parallelo a Napoli, in Piazza Dante, a cura degli amici di Free Assange Napoli

    Partecipa all’evento su Facebook:
    https://facebook.com/events/s/stop-war-on-journalism-pardona/1891404388065215/

    Il 24 giugno 2024 Julian Assange ha riacquistato la libertà dopo 14 anni di persecuzione.
    Una libertà ottenuta al prezzo di un’ammissione paradossale: essersi "dichiarato colpevole"… di giornalismo.
    Ma la verità non può essere un crimine.

    Il suo caso è solo la punta dell’iceberg di un sistema bellico globale che colpisce per primo la trasparenza e il diritto all'informazione.

    Ne sono prova:

    L’assassinio del fotoreporter italiano Andrea Rocchelli, ucciso da fuoco ucraino.

    Gli oltre 200 giornalisti palestinesi assassinati nel genocidio in corso.

    Unisciti a noi!
    Questa non è solo una commemorazione, ma il proseguimento di un lungo cammino di resistenza e consapevolezza.
    Abbiamo bisogno del contributo di tutte e tutti.
    Facciamoci sentire: per Julian, per il giornalismo, per la verità.

    #FreeAssange
    #StopWarOnJournalism
    #FreedomOfPress
    #GiornalismoNonÈUnCrimine
    #AssangeLibero
    #MilanoPerAssange
    #NoMoreCensorship
    #TruthMatters
    .
    🗞️ STOP WAR ON JOURNALISM! ✊ #PardonAssangeNow 🗣️ La battaglia non è mai terminata veramente. È proprio adesso che la nostra voce si risolleva per difendere valori universali: libertà d'informazione, verità e giustizia. Dalla figura di Julian Assange si dipana un filo che tocca ogni angolo del mondo del giornalismo e della comunicazione libera. 📅 Martedì 24 giugno 2025 🕖 Dalle ore 19.00 📍 Piazza dei Mercanti, Milano 📍 Presidio parallelo a Napoli, in Piazza Dante, a cura degli amici di Free Assange Napoli 🔗 Partecipa all’evento su Facebook: 👉 https://facebook.com/events/s/stop-war-on-journalism-pardona/1891404388065215/ Il 24 giugno 2024 Julian Assange ha riacquistato la libertà dopo 14 anni di persecuzione. Una libertà ottenuta al prezzo di un’ammissione paradossale: essersi "dichiarato colpevole"… di giornalismo. Ma la verità non può essere un crimine. Il suo caso è solo la punta dell’iceberg di un sistema bellico globale che colpisce per primo la trasparenza e il diritto all'informazione. 📸 Ne sono prova: L’assassinio del fotoreporter italiano Andrea Rocchelli, ucciso da fuoco ucraino. Gli oltre 200 giornalisti palestinesi assassinati nel genocidio in corso. ✊ Unisciti a noi! Questa non è solo una commemorazione, ma il proseguimento di un lungo cammino di resistenza e consapevolezza. Abbiamo bisogno del contributo di tutte e tutti. 📢 Facciamoci sentire: per Julian, per il giornalismo, per la verità. 🔖 #FreeAssange #StopWarOnJournalism #FreedomOfPress #GiornalismoNonÈUnCrimine #AssangeLibero #MilanoPerAssange #NoMoreCensorship #TruthMatters .
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  • RAI – Oscurantismo nostrano in prima serata

    Abbiamo fatto della libertà di espressione una bandiera. Abbiamo difeso voci scomode, icone come Julian Assange, abbiamo creduto che un servizio pubblico dovesse servire... il pubblico. E invece? Ecco l’ennesima dimostrazione che servizio pubblico non significa più informazione pluralista, ma piuttosto esecuzione di ordini dall’alto.

    Mentre politici di primo piano invitano apertamente a disertare le urne (una roba che in altri Paesi suonerebbe come un golpe), la RAI – che ricordiamolo, paghiamo noi – si chiude in un silenzio assordante.
    Zero dibattiti, zero servizi informativi, zero spazio ai cittadini.
    Il referendum? Non pervenuto.
    Eppure, si parla di un voto che riguarda diritti, libertà, e futuro. Ma il grande assente in questa democrazia mutilata è proprio lui: l’accesso all’informazione.
    Questo blackout mediatico non è una svista: è una scelta.

    E allora ci chiediamo: con quale faccia si ripresenteranno tra qualche mese a chiederci fiducia, consenso, legittimità

    Ma attenzione: non è il momento di scivolare nel vittimismo o nella sterile indignazione da social. Il cambiamento non passa solo dalle denunce, ma dall’azione. E oggi l’azione concreta è firmare e diffondere questa petizione nata dal basso, da chi crede ancora nella Democrazia Diretta e nella partecipazione attiva:

    FIRMA QUI:

    https://www.change.org/p/la-rai-deve-informare-non-censurare-stop-all-oscuramento-dei-referendum

    Unisciti anche tu alla richiesta di trasparenza: la RAI deve informare, non censurare.

    Le contraddizioni del nostro Paese le conosciamo bene. Ma non possono diventare un alibi per arrenderci.
    Non lasciamo che l’informazione diventi un privilegio riservato a pochi.

    Non deleghiamo, partecipiamo.
    Facciamoci sentire. Adesso.

    #StopCensuraRAI #Referendum2025 #LibertàDiInformazione #ServizioPubblico #DemocraziaDiretta #PartecipazioneAttiva #InformazioneÈPotere #FirmaLaPetizione #ControLOscurantismo #LaRAISeiTu
    RAI – Oscurantismo nostrano in prima serata 📺🕳️ Abbiamo fatto della libertà di espressione una bandiera. Abbiamo difeso voci scomode, icone come Julian Assange, abbiamo creduto che un servizio pubblico dovesse servire... il pubblico. E invece? Ecco l’ennesima dimostrazione che servizio pubblico non significa più informazione pluralista, ma piuttosto esecuzione di ordini dall’alto. Mentre politici di primo piano invitano apertamente a disertare le urne (una roba che in altri Paesi suonerebbe come un golpe), la RAI – che ricordiamolo, paghiamo noi – si chiude in un silenzio assordante. Zero dibattiti, zero servizi informativi, zero spazio ai cittadini. Il referendum? Non pervenuto. Eppure, si parla di un voto che riguarda diritti, libertà, e futuro. Ma il grande assente in questa democrazia mutilata è proprio lui: l’accesso all’informazione. Questo blackout mediatico non è una svista: è una scelta. E allora ci chiediamo: con quale faccia si ripresenteranno tra qualche mese a chiederci fiducia, consenso, legittimità⁉️ Ma attenzione: non è il momento di scivolare nel vittimismo o nella sterile indignazione da social. Il cambiamento non passa solo dalle denunce, ma dall’azione. E oggi l’azione concreta è firmare e diffondere questa petizione nata dal basso, da chi crede ancora nella Democrazia Diretta e nella partecipazione attiva: 👉FIRMA QUI: https://www.change.org/p/la-rai-deve-informare-non-censurare-stop-all-oscuramento-dei-referendum Unisciti anche tu alla richiesta di trasparenza: la RAI deve informare, non censurare. Le contraddizioni del nostro Paese le conosciamo bene. Ma non possono diventare un alibi per arrenderci. Non lasciamo che l’informazione diventi un privilegio riservato a pochi. Non deleghiamo, partecipiamo. Facciamoci sentire. Adesso. #StopCensuraRAI #Referendum2025 #LibertàDiInformazione #ServizioPubblico #DemocraziaDiretta #PartecipazioneAttiva #InformazioneÈPotere #FirmaLaPetizione #ControLOscurantismo #LaRAISeiTu
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  • Non solo la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, ma tutti i parlamentari UE che hanno sostenuto l’operato gravemente illegittimo della von der Leyen, votando a favore del rigetto delle diverse richieste di accesso agli sms della von der Leyen al CEO Alfred Bourla della Pfizer ed altri, e dunque contro la trasparenza e legalità, devono dimettersi! Hanno dato chiara dimostrazione di non operare nell’interesse dei cittadini (… e dunque dei loro elettori) ma di big pharma e di coloro che ne sono i burattini, e di operare come rappresentanti di un regime autoritario e non democratico!

    Not only the President of the European Commission Ursula von der Leyen, but all the EU parliamentarians who supported the seriously illegitimate actions of von der Leyen, voting in favor of the rejection of the various requests for access to von der Leyen's text messages to Pfizer CEO Alfred Bourla and others, and therefore against transparency and legality, must resign! They have clearly demonstrated that they do not operate in the interests of citizens (... and therefore of their voters) but of big pharma and those who are its puppets, and that they operate as representatives of an authoritarian and undemocratic regime!

    Source:

    https://x.com/RHolzeisen/status/1922600170975277461?t=ncVgFEHSPmkhXVc4f6vxgQ&s=19
    ‼️Non solo la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, ma tutti i parlamentari UE che hanno sostenuto l’operato gravemente illegittimo della von der Leyen, votando a favore del rigetto delle diverse richieste di accesso agli sms della von der Leyen al CEO Alfred Bourla della Pfizer ed altri, e dunque contro la trasparenza e legalità, devono dimettersi! Hanno dato chiara dimostrazione di non operare nell’interesse dei cittadini (… e dunque dei loro elettori) ma di big pharma e di coloro che ne sono i burattini, e di operare come rappresentanti di un regime autoritario e non democratico! ‼️Not only the President of the European Commission Ursula von der Leyen, but all the EU parliamentarians who supported the seriously illegitimate actions of von der Leyen, voting in favor of the rejection of the various requests for access to von der Leyen's text messages to Pfizer CEO Alfred Bourla and others, and therefore against transparency and legality, must resign! They have clearly demonstrated that they do not operate in the interests of citizens (... and therefore of their voters) but of big pharma and those who are its puppets, and that they operate as representatives of an authoritarian and undemocratic regime! Source: https://x.com/RHolzeisen/status/1922600170975277461?t=ncVgFEHSPmkhXVc4f6vxgQ&s=19
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  • COSTEI deve DIMETTERSI IMMEDIATAMENTE. SENZA se e SENZA MA e DEVE ESSERE INDAGATA.
    Vaccini, la Corte Ue boccia von der Leyen sul Pfizergate: "Illegittimo vietare l'accesso dei giornalisti agli sms con l'ad dell'azienda" - Il Fatto Quotidiano
    La Commissione Ue aveva negato l'accesso ai messaggi tra la presidente e l'ad di Pfizer Albert Bourla alla reporter americana che seguiva il caso...

    Impedire ai giornalisti di accedere ai messaggi di testo tra Ursula von der Leyen e l’ad di Pfizer, Albert Bourla, nell’ambito dello scandalo Pfizergate scoppiato durante la pandemia di Covid-19, fu un atto illegittimo da parte della Commissione europea. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia Ue nella decisione presa nella mattinata del 14 maggio sostenendo che la richiesta della reporter del New York Times Matina Stevis-Gridneff, che voleva accedere agli sms scambiati tra von der Leyen e Bourla tra il 1 gennaio 2021 e l’11 maggio 2022, era fondata sul regolamento relativo all’accesso ai documenti. L’intento della reporter era quello di indagare sulle accuse di scarsa trasparenza nelle contrattazioni per la fornitura di un’enorme quantità di dosi vaccinali da parte dell’Europa. Palazzo Berlaymont respinse però la richiesta del quotidiano americano sostenendo di non essere in possesso dei documenti oggetto della domanda. Adeso, però, il quotidiano americano potrà avanzare una nuova richiesta di accesso agli atti: “In tal caso, la Commissione potrà ancora negare l’accesso, ma dovrà motivare il diniego in modo molto più chiaro, solido e coerente, tenendo conto delle indicazioni fornite dal Tribunale che ora costituiscono un riferimento giuridico”.

    Nelle motivazioni il Tribunale ricorda che il regolamento mira a dare la massima attuazione al diritto di accesso del pubblico ai documenti in possesso delle istituzioni: in linea di principio, tutti i documenti dovrebbero quindi essere accessibili. Tuttavia, quando un’istituzione afferma che uno specifico file non esiste o di non esserne in possesso si presume che la dichiarazione sia veritiera. Presunzione che può però essere superata sulla base di elementi pertinenti e concordanti forniti dal richiedente. Il Tribunale, ad esempio, osserva che le risposte fornite dalla Commissione nel corso dell’intero procedimento si basano o su ipotesi oppure su “informazioni mutevoli o imprecise. Per contro, la sig.ra Stevis e il New York Times hanno presentato elementi pertinenti e concordanti che descrivono l’esistenza di scambi, in particolare sotto forma di messaggi di testo, tra la presidente della Commissione e l’amministratore delegato di Pfizer nell’ambito dell’acquisto, da parte della Commissione, di vaccini presso tale società durante la pandemia di Covid-19. Essi sono quindi riusciti a superare la presunzione di inesistenza e di non possesso dei documenti richiesti”, si legge.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/14/vaccini-il-tribunale-ue-boccia-von-der-leyen-sul-pfizergate-illegittimo-vietare-laccesso-agli-atti-al-nyt/7987176/
    COSTEI deve DIMETTERSI IMMEDIATAMENTE. SENZA se e SENZA MA e DEVE ESSERE INDAGATA. Vaccini, la Corte Ue boccia von der Leyen sul Pfizergate: "Illegittimo vietare l'accesso dei giornalisti agli sms con l'ad dell'azienda" - Il Fatto Quotidiano La Commissione Ue aveva negato l'accesso ai messaggi tra la presidente e l'ad di Pfizer Albert Bourla alla reporter americana che seguiva il caso... Impedire ai giornalisti di accedere ai messaggi di testo tra Ursula von der Leyen e l’ad di Pfizer, Albert Bourla, nell’ambito dello scandalo Pfizergate scoppiato durante la pandemia di Covid-19, fu un atto illegittimo da parte della Commissione europea. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia Ue nella decisione presa nella mattinata del 14 maggio sostenendo che la richiesta della reporter del New York Times Matina Stevis-Gridneff, che voleva accedere agli sms scambiati tra von der Leyen e Bourla tra il 1 gennaio 2021 e l’11 maggio 2022, era fondata sul regolamento relativo all’accesso ai documenti. L’intento della reporter era quello di indagare sulle accuse di scarsa trasparenza nelle contrattazioni per la fornitura di un’enorme quantità di dosi vaccinali da parte dell’Europa. Palazzo Berlaymont respinse però la richiesta del quotidiano americano sostenendo di non essere in possesso dei documenti oggetto della domanda. Adeso, però, il quotidiano americano potrà avanzare una nuova richiesta di accesso agli atti: “In tal caso, la Commissione potrà ancora negare l’accesso, ma dovrà motivare il diniego in modo molto più chiaro, solido e coerente, tenendo conto delle indicazioni fornite dal Tribunale che ora costituiscono un riferimento giuridico”. Nelle motivazioni il Tribunale ricorda che il regolamento mira a dare la massima attuazione al diritto di accesso del pubblico ai documenti in possesso delle istituzioni: in linea di principio, tutti i documenti dovrebbero quindi essere accessibili. Tuttavia, quando un’istituzione afferma che uno specifico file non esiste o di non esserne in possesso si presume che la dichiarazione sia veritiera. Presunzione che può però essere superata sulla base di elementi pertinenti e concordanti forniti dal richiedente. Il Tribunale, ad esempio, osserva che le risposte fornite dalla Commissione nel corso dell’intero procedimento si basano o su ipotesi oppure su “informazioni mutevoli o imprecise. Per contro, la sig.ra Stevis e il New York Times hanno presentato elementi pertinenti e concordanti che descrivono l’esistenza di scambi, in particolare sotto forma di messaggi di testo, tra la presidente della Commissione e l’amministratore delegato di Pfizer nell’ambito dell’acquisto, da parte della Commissione, di vaccini presso tale società durante la pandemia di Covid-19. Essi sono quindi riusciti a superare la presunzione di inesistenza e di non possesso dei documenti richiesti”, si legge. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/14/vaccini-il-tribunale-ue-boccia-von-der-leyen-sul-pfizergate-illegittimo-vietare-laccesso-agli-atti-al-nyt/7987176/
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    Vaccini, la Corte Ue boccia von der Leyen sul Pfizergate: "Illegittimo vietare l'accesso dei giornalisti agli sms con l'ad dell'azienda" - Il Fatto Quotidiano
    La Commissione Ue aveva negato l'accesso ai messaggi tra la presidente e l'ad di Pfizer Albert Bourla alla reporter americana che seguiva il caso
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  • LIBRETTO INFORMATIVO PER IL REFERENDUM DELL’8 E 9 GIUGNO 2025
    Facciamo la nostra parte. Ora. Non dopo.

    Manca poco più di un mese al Referendum e ai suoi 5 quesiti fondamentali.
    C’è chi ha già deciso come votare.
    C’è chi aspetta ancora le indicazioni del proprio partito.
    E c’è una larga parte della popolazione che – con onestà – non ha ancora capito di cosa si tratti.
    E non è una colpa. È un sintomo.
    Un sintomo di una democrazia che non informa abbastanza, che spesso lascia i cittadini in balia di propaganda e confusione.
    Ma questa volta è diverso. Questa volta non si tratta solo di scegliere un simbolo o un partito.
    Si tratta di scegliere se vogliamo davvero contare.
    L’8 e 9 Giugno non si vota per "simpatia", né per "convenienza".
    Si vota per noi. Per i nostri diritti. Per la nostra voce.
    Cinque quesiti che superano le bandiere ideologiche e parlano di giustizia, trasparenza, partecipazione.
    Chi pensa che astenersi sia una forma di protesta, stavolta rischia di fare il gioco di chi conta sul nostro silenzio.
    Se non raggiungiamo il quorum, nessuno ci ascolterà più.
    E avremo consegnato il potere – ancora una volta – a chi lo usa per sé, non per noi.

    ❗️Ma c’è uno strumento prezioso a nostra disposizione.
    Un libretto, redatto grazie al lavoro del collettivo Più Democrazia Italia, in collaborazione con cittadini e comitati per il Sì e per il No.
    Un atto di responsabilità civica, come dovrebbe essere fatto dallo Stato, ma che oggi arriva da noi cittadini.
    È uno strumento neutro, chiaro, onesto. Come dovrebbe essere l'informazione in democrazia.
    Vi invitiamo a leggerlo.
    A condividerlo.
    A discuterne con amici, colleghi, parenti.

    Perché la democrazia diretta parte da qui. Dalla consapevolezza. Dalla scelta. Dal coraggio.

    Scaricalo qui:

    https://www.piudemocraziaitalia.org/2025/04/28/libretto-informativo-per-i-referendum-del-8-9-giugno-2025/

    Buona lettura, buona condivisione e buona partecipazione.
    Facciamoci sentire. È il nostro momento.

    #Referendum2025 #DemocraziaDiretta #PartecipazioneCivica #InformarsiPerScegliere #IoVoto #DirittiDiTutti #PiùDemocrazia #QuorumDaRaggiungere #ItaliaChePartecipa #ResponsabilitàCivile #LibrettoReferendum
    LIBRETTO INFORMATIVO PER IL REFERENDUM DELL’8 E 9 GIUGNO 2025 Facciamo la nostra parte. Ora. Non dopo. ✍️ Manca poco più di un mese al Referendum e ai suoi 5 quesiti fondamentali. C’è chi ha già deciso come votare. C’è chi aspetta ancora le indicazioni del proprio partito. E c’è una larga parte della popolazione che – con onestà – non ha ancora capito di cosa si tratti. E non è una colpa. È un sintomo. Un sintomo di una democrazia che non informa abbastanza, che spesso lascia i cittadini in balia di propaganda e confusione. Ma questa volta è diverso. Questa volta non si tratta solo di scegliere un simbolo o un partito. Si tratta di scegliere se vogliamo davvero contare. L’8 e 9 Giugno non si vota per "simpatia", né per "convenienza". Si vota per noi. Per i nostri diritti. Per la nostra voce. Cinque quesiti che superano le bandiere ideologiche e parlano di giustizia, trasparenza, partecipazione. Chi pensa che astenersi sia una forma di protesta, stavolta rischia di fare il gioco di chi conta sul nostro silenzio. Se non raggiungiamo il quorum, nessuno ci ascolterà più. E avremo consegnato il potere – ancora una volta – a chi lo usa per sé, non per noi. ❗️👉Ma c’è uno strumento prezioso a nostra disposizione. Un libretto, redatto grazie al lavoro del collettivo Più Democrazia Italia, in collaborazione con cittadini e comitati per il Sì e per il No. Un atto di responsabilità civica, come dovrebbe essere fatto dallo Stato, ma che oggi arriva da noi cittadini. È uno strumento neutro, chiaro, onesto. Come dovrebbe essere l'informazione in democrazia. Vi invitiamo a leggerlo. A condividerlo. A discuterne con amici, colleghi, parenti. Perché la democrazia diretta parte da qui. Dalla consapevolezza. Dalla scelta. Dal coraggio. 👉 Scaricalo qui: https://www.piudemocraziaitalia.org/2025/04/28/libretto-informativo-per-i-referendum-del-8-9-giugno-2025/ Buona lettura, buona condivisione e buona partecipazione. Facciamoci sentire. È il nostro momento. #Referendum2025 #DemocraziaDiretta #PartecipazioneCivica #InformarsiPerScegliere #IoVoto #DirittiDiTutti #PiùDemocrazia #QuorumDaRaggiungere #ItaliaChePartecipa #ResponsabilitàCivile #LibrettoReferendum
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  • SAN SIRO: - nostalgia + STRATEGIA ⚽️

    La partita per San Siro non è finita.
    Ma siamo entrati in un’altra fase del gioco: quella in cui serve testa fredda, visione chiara e pressione nei punti giusti.
    Non bastano più i ricordi, i racconti di partite leggendarie, le emozioni vissute sugli spalti.Non è (più) una battaglia di cuore. È una questione di strategia.

    Perché San Siro oggi non è solo uno stadio. È diventato un asset immobiliare da abbattere per far spazio a un’operazione speculativa che non porta nessun vero vantaggio alla città.

    E allora dobbiamo smettere di inseguire la narrazione di chi comanda il gioco, e iniziare a parlare a chi può davvero cambiare il risultato: i TIFOSI.

    Perché senza tifosi non c’è sistema che regga.Senza di loro non ci sono sponsor, né abbonamenti, né visibilità.E allora facciamoci una domanda scomoda:perché continuare a finanziare chi distrugge la tua memoria sportiva e il patrimonio della tua città

    Serve una nuova mentalità:

    ⚫️ Boicottaggio simbolico, intelligente.

    Lanciare una campagna civica in cui si invitano i tifosi a non rinnovare gli abbonamenti, non acquistare merchandising ufficiale e non partecipare ad attivazioni promozionali legate alle società, fino a quando non verrà ritirato il progetto di demolizione.

    ⚫️ Campagne di pressione sui partner commerciali.

    Creare un dossier pubblico e una lettera aperta, firmata da cittadini, urbanisti, intellettuali e sportivi, indirizzata a sponsor e brand legati a Milan e Inter, chiedendo trasparenza e una presa di posizione.

    ⚫️ Contenuti chiari, divulgativi, che raccontino la dinamica dei fatti dietro questo progetto.

    Produrre micro-video, caroselli, infografiche e brevi podcast che raccontino: la VERITÀ.

    E soprattutto, una "comunità attiva" che smetta di subire e inizi a rispondere con metodo.

    ❗️Non si vince con uno stadio nuovo.Si vince con una società che rispetta la sua storia.Ed è proprio lì che dobbiamo colpire.

    La memoria non si abbatte.La cultura urbana non si demolisce.San Siro non è un ostacolo. È un simbolo.

    Facciamoci sentire. Adesso.

    #SaveSanSiro #SìMeazza #SanSiroPatrimonio #StopSpeculazione #MilanoÈDeiCittadini #MeazzaNonSiTocca #CulturaVsCemento #TifosiPerSanSiro #NonÈSoloCalcio #DifendiamoSanSiro
    SAN SIRO: - nostalgia + STRATEGIA ⚽️✊ La partita per San Siro non è finita. Ma siamo entrati in un’altra fase del gioco: quella in cui serve testa fredda, visione chiara e pressione nei punti giusti. Non bastano più i ricordi, i racconti di partite leggendarie, le emozioni vissute sugli spalti.Non è (più) una battaglia di cuore. È una questione di strategia. Perché San Siro oggi non è solo uno stadio. È diventato un asset immobiliare da abbattere per far spazio a un’operazione speculativa che non porta nessun vero vantaggio alla città. E allora dobbiamo smettere di inseguire la narrazione di chi comanda il gioco, e iniziare a parlare a chi può davvero cambiare il risultato: i TIFOSI. Perché senza tifosi non c’è sistema che regga.Senza di loro non ci sono sponsor, né abbonamenti, né visibilità.E allora facciamoci una domanda scomoda:perché continuare a finanziare chi distrugge la tua memoria sportiva e il patrimonio della tua città⁉️ Serve una nuova mentalità: ⚫️ Boicottaggio simbolico, intelligente. Lanciare una campagna civica in cui si invitano i tifosi a non rinnovare gli abbonamenti, non acquistare merchandising ufficiale e non partecipare ad attivazioni promozionali legate alle società, fino a quando non verrà ritirato il progetto di demolizione. ⚫️ Campagne di pressione sui partner commerciali. Creare un dossier pubblico e una lettera aperta, firmata da cittadini, urbanisti, intellettuali e sportivi, indirizzata a sponsor e brand legati a Milan e Inter, chiedendo trasparenza e una presa di posizione. ⚫️ Contenuti chiari, divulgativi, che raccontino la dinamica dei fatti dietro questo progetto. Produrre micro-video, caroselli, infografiche e brevi podcast che raccontino: la VERITÀ. 👉 E soprattutto, una "comunità attiva" che smetta di subire e inizi a rispondere con metodo. ❗️Non si vince con uno stadio nuovo.Si vince con una società che rispetta la sua storia.Ed è proprio lì che dobbiamo colpire. La memoria non si abbatte.La cultura urbana non si demolisce.San Siro non è un ostacolo. È un simbolo. Facciamoci sentire. Adesso. #SaveSanSiro #SìMeazza #SanSiroPatrimonio #StopSpeculazione #MilanoÈDeiCittadini #MeazzaNonSiTocca #CulturaVsCemento #TifosiPerSanSiro #NonÈSoloCalcio #DifendiamoSanSiro
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  • Fratelli d’Italia ha votato insieme al PD contro l’annullamento di sanzioni inflitte ai cittadini per il mancato uso della mascherina all‘aperto dalla Provincia Autonoma di Bolzano in assenza totale di potere e di evidenza scientifica
    Il Consigliere Provinciale Repetto del PD è contrario alla mia mozione di obbligare la Giunta Provinciale dell‘Alto Adige/Sudtirolo a voler annullare le sanzioni inflitte dalla Segreteria della Provincia Autonoma di Bolzano - in difetto assoluto di competenza (ultra vires) e in assoluto difetto di evidenza scientifica - oppure quantomeno di voler sospendere l‘incasso fino alla decisione della Corte Costituzionale dopo l’udienza del 10 giugno,
    perché secondo il Consigliere del PD votando per la mia mozione i cittadini (cioè i sudditi al regime autoritario) che ci hanno creduto o semplicemente non si sono opposti, sarebbero gli idioti (… sic!).
    Il governatore Arno Kompatscher in una arrampicata sugli specchi non riesce a spiegare per quale motivo ha sollecitato al servizio di riscossione provinciale di andare proprio adesso all‘incasso di importi che alla Provincia Autonoma di Bolzano semplicemente non spettano (abuso di potere e indebito arricchimento con intrusione nel potere esclusivo dello Stato) e l‘Assessore Provinciale Marco Galateo di Fratelli d‘Italia, anziché fare l‘unica cosa sensata, e cioè prendere atto sulla base di tutta una serie di sentenze della Corte Costituzionale del fatto che la Provincia Autonoma non poteva legiferare nella profilassi internazionale e, dunque, non poteva applicare ed incassare sanzioni pecuniarie p.e. per il mancato uso della mascherina all‘aperto, mi chiede di ritirare la mia mozione con la quale ho chiesto ai colleghi Consiglieri di voler obbligare il governo provinciale affinché annulli le sanzioni inflitte in difetto assoluto di potere o di volerle quantomeno sospendere in attesa della decisione specifica della Corte Costituzionale. Valutate Voi … il PD lo sappiamo come „la pensa“, ma vedere votare FdI contro la richiesta di sospensione di esecuzione di sanzioni inflitte ultra vires, in difetto assoluto di competenza della Provincia Autonoma di Bolzano e in difetto assoluto di evidenza scientifica a cittadini che si sono giustamente permessi di girare all‘aperto senza mascherina, è una gran presa in giro di tanti elettori di Fratelli d‘Italia, di quel partito che con spazi pubblicitari acquistati su media online altoatesini ha annunciato la verità sulle misure pandemiche, ma che invece sta sistematicamente votando (eccetto le astensioni di una loro consigliera) in Consiglio Provinciale di Bolzano contro la tutela dei cittadini rispetto alle misure autoritarie e contro la trasparenza.

    Source: https://x.com/RHolzeisen/status/1910946295495143781?t=nY-vTL_D3VIxNSL2hUUL6Q&s=19
    ‼️Fratelli d’Italia ha votato insieme al PD contro l’annullamento di sanzioni inflitte ai cittadini per il mancato uso della mascherina all‘aperto dalla Provincia Autonoma di Bolzano in assenza totale di potere e di evidenza scientifica‼️ Il Consigliere Provinciale Repetto del PD è contrario alla mia mozione di obbligare la Giunta Provinciale dell‘Alto Adige/Sudtirolo a voler annullare le sanzioni inflitte dalla Segreteria della Provincia Autonoma di Bolzano - in difetto assoluto di competenza (ultra vires) e in assoluto difetto di evidenza scientifica - oppure quantomeno di voler sospendere l‘incasso fino alla decisione della Corte Costituzionale dopo l’udienza del 10 giugno, perché secondo il Consigliere del PD votando per la mia mozione i cittadini (cioè i sudditi al regime autoritario) che ci hanno creduto o semplicemente non si sono opposti, sarebbero gli idioti (… sic!). Il governatore Arno Kompatscher in una arrampicata sugli specchi non riesce a spiegare per quale motivo ha sollecitato al servizio di riscossione provinciale di andare proprio adesso all‘incasso di importi che alla Provincia Autonoma di Bolzano semplicemente non spettano (abuso di potere e indebito arricchimento con intrusione nel potere esclusivo dello Stato) e l‘Assessore Provinciale Marco Galateo di Fratelli d‘Italia, anziché fare l‘unica cosa sensata, e cioè prendere atto sulla base di tutta una serie di sentenze della Corte Costituzionale del fatto che la Provincia Autonoma non poteva legiferare nella profilassi internazionale e, dunque, non poteva applicare ed incassare sanzioni pecuniarie p.e. per il mancato uso della mascherina all‘aperto, mi chiede di ritirare la mia mozione con la quale ho chiesto ai colleghi Consiglieri di voler obbligare il governo provinciale affinché annulli le sanzioni inflitte in difetto assoluto di potere o di volerle quantomeno sospendere in attesa della decisione specifica della Corte Costituzionale. Valutate Voi … il PD lo sappiamo come „la pensa“, ma vedere votare FdI contro la richiesta di sospensione di esecuzione di sanzioni inflitte ultra vires, in difetto assoluto di competenza della Provincia Autonoma di Bolzano e in difetto assoluto di evidenza scientifica a cittadini che si sono giustamente permessi di girare all‘aperto senza mascherina, è una gran presa in giro di tanti elettori di Fratelli d‘Italia, di quel partito che con spazi pubblicitari acquistati su media online altoatesini ha annunciato la verità sulle misure pandemiche, ma che invece sta sistematicamente votando (eccetto le astensioni di una loro consigliera) in Consiglio Provinciale di Bolzano contro la tutela dei cittadini rispetto alle misure autoritarie e contro la trasparenza. Source: https://x.com/RHolzeisen/status/1910946295495143781?t=nY-vTL_D3VIxNSL2hUUL6Q&s=19
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