• SCIE CHIMICHE SULLE NOSTRE TESTE.

    L'ingegnere aerospaziale Juan Zaragoza spiega che l'irrorazione del cielo da parte degli aerei, chiamata anche chemtrail, è la causa del riscaldamento globale artificiale. E questo argomento è finalizzato ad adottare misure sulla popolazione umana, a togliere diritti e a chiedere pagamenti.

    Firmate e condividete la nostra petizione per dire No alle Scie Chimiche:
    https://signshare.org/p/6

    MASSIMA CONDIVISIONE!!!

    Cosa c'è nella scia?
    Elenco dei contenuti
    - Ossido di alluminio
    - Arsenico
    - Bacilli e funghi
    - Piombo
    - Metilalluminio
    - Trifluoruro di azoto
    - Psedumonas (nome proprio dato al genere di bacilli aerobi gram-negativi e causa di infezioni umane)
    - Selenio
    - Stronzio
    - Batteri sconosciuti
    - Sali di bario
    - Cadmio
    - Cromo
    - Sali di litio (stupefacenti per l'uomo)
    - Spore di muffa
    - Nichel
    - Cesio radioattivo
    - Particelle di titanio
    - Anidride solforosa
    - Microtossine prodotte da funghi
    - Tritanato di bario
    - Enterobacteriaceae
    - Mercurio
    - fibre di vetro con fibre di alluminio e polimeri (possono essere auto-assemblate)

    Firmate e condividete la nostra petizione per dire No alle Scie Chimiche:
    https://signshare.org/p/6

    MASSIMA CONDIVISIONE!!!
    SCIE CHIMICHE SULLE NOSTRE TESTE. L'ingegnere aerospaziale Juan Zaragoza spiega che l'irrorazione del cielo da parte degli aerei, chiamata anche chemtrail, è la causa del riscaldamento globale artificiale. E questo argomento è finalizzato ad adottare misure sulla popolazione umana, a togliere diritti e a chiedere pagamenti. Firmate e condividete la nostra petizione per dire No alle Scie Chimiche: https://signshare.org/p/6 MASSIMA CONDIVISIONE!!! Cosa c'è nella scia? Elenco dei contenuti - Ossido di alluminio - Arsenico - Bacilli e funghi - Piombo - Metilalluminio - Trifluoruro di azoto - Psedumonas (nome proprio dato al genere di bacilli aerobi gram-negativi e causa di infezioni umane) - Selenio - Stronzio - Batteri sconosciuti - Sali di bario - Cadmio - Cromo - Sali di litio (stupefacenti per l'uomo) - Spore di muffa - Nichel - Cesio radioattivo - Particelle di titanio - Anidride solforosa - Microtossine prodotte da funghi - Tritanato di bario - Enterobacteriaceae - Mercurio - fibre di vetro con fibre di alluminio e polimeri (possono essere auto-assemblate) Firmate e condividete la nostra petizione per dire No alle Scie Chimiche: https://signshare.org/p/6 MASSIMA CONDIVISIONE!!!
    Like
    1
    0 Σχόλια 0 Μοιράστηκε 426 Views 5
  • Quando toccano i nostri bambini

    Ci sono realtà che non si dicono sottovoce. Si gridano. Si gridano perché fanno male nel punto più profondo, quello che nessuno dovrebbe mai sfiorare: l’infanzia. Non l’infanzia come parola astratta, ma quella vera, fatta di mani piccole, di capelli che profumano di latte, di occhi che non conoscono ancora il male. Quando il mondo è un abbraccio, non un concetto. Quando un bambino si addormenta perché sente una voce gentile, non perché comprende una storia.

    Eppure oggi abbiamo scoperto che in alcuni nidi qualcuno ha pensato bene di infilarsi dentro questa sacralità con la prepotenza di chi non ha più alcun senso del limite. Non stiamo parlando di scuole superiori, non stiamo parlando di adolescenti: stiamo parlando di bambini da tre mesi a tre anni. Creature che non sanno ancora parlare, che non distinguono il gioco dal simbolo, che non capirebbero nemmeno il significato della parola “famiglia”, figurarsi «utero in affitto». E invece qualcuno, nascosto dietro il paravento del “progresso”, ha portato proprio questo dentro l’asilo nido. Lo raccontano i genitori, lo riporta la stampa: libretti, attività, interventi dall’esterno. Tutto senza una spiegazione. Tutto senza un permesso. Tutto senza il minimo pudore.

    Chiunque abbia tenuto in braccio un bambino di pochi mesi lo sa: quel piccolo essere non ha difese. Non può dire no. Non può girarsi dall’altra parte. Non può capire, distinguere, respingere. Assorbe. E proprio perché assorbe, è diventato il bersaglio perfetto per chi vuole modellare il mondo non attraverso il dialogo con gli adulti - troppo scomodi, troppo pensanti - ma occupando il primo spazio vuoto della mente umana. Il più puro. Il più vulnerabile.

    Pensiamoci un secondo: che differenza c’è tra un neonato e un foglio di carta ancora bianco? Nessuna. E quel bianco, quello spazio sacro, qualcuno ha deciso di scriverlo con la penna dell’ideologia. Senza chiedere. Senza rispettare. Senza capire che esistono confini che non si valicano neppure per scherzo.

    Un adulto può scegliere, può discutere, può rifiutare. Un bambino no. E allora cosa siamo diventati se permettiamo che idee costruite a tavolino vengano messe nelle mani di chi non sa neanche ancora indicare sé stesso allo specchio?

    Perché questo è: non educazione, non inclusione, non progresso. È colonizzazione dell’infanzia. Un’infanzia che non può difendersi, che non può gridare, che non può scappare. Viene presa per la gola e riempita di contenuti che non le appartengono, come se la mente umana fosse un vaso da riempire a piacimento altrui.

    E allora sorge una domanda che dovremmo farci tutti:

    che tipo di essere umano vuole costruire chi arriva fino alla culla pur di piantare una bandiera ideologica?

    Perché chi supera questa linea non sta preparando un futuro migliore: sta preparando una generazione che non ricorderà più un tempo in cui poteva essere libera. Una generazione in cui la prima “carezza culturale” non arriva dalla famiglia, ma da qualcuno che si sente proprietario del destino altrui.

    È uno sfregio. Uno sfregio alla fiducia. Uno sfregio alla genitorialità. Uno sfregio alla fragilità più preziosa che abbiamo: i nostri figli.

    Quando si arriva a mettere mano alla culla per riscrivere l’immaginario dei bambini, significa che non ci sono più freni morali. Significa che il rispetto è morto e lo ha sostituito l’ingordigia ideologica. Significa che la società ha smarrito l’istinto primordiale di protezione, quello che perfino gli animali conoscono senza bisogno di scuole, leggi e manuali.

    Perché gli animali difendono i loro piccoli.Noi… li stiamo lasciando in balia di chi usa le loro menti come un campo di prova.

    E allora la verità è semplice, nuda, brutale: chi violenta l’infanzia con l’ideologia non è un educatore. È un predatore culturale.

    E una società che lo permette, che minimizza, che si volta dall’altra parte, è una società che ha deciso di abdicare al suo compito più antico: difendere chi non può difendersi. t.me/carmen_tortora1
    Quando toccano i nostri bambini Ci sono realtà che non si dicono sottovoce. Si gridano. Si gridano perché fanno male nel punto più profondo, quello che nessuno dovrebbe mai sfiorare: l’infanzia. Non l’infanzia come parola astratta, ma quella vera, fatta di mani piccole, di capelli che profumano di latte, di occhi che non conoscono ancora il male. Quando il mondo è un abbraccio, non un concetto. Quando un bambino si addormenta perché sente una voce gentile, non perché comprende una storia. Eppure oggi abbiamo scoperto che in alcuni nidi qualcuno ha pensato bene di infilarsi dentro questa sacralità con la prepotenza di chi non ha più alcun senso del limite. Non stiamo parlando di scuole superiori, non stiamo parlando di adolescenti: stiamo parlando di bambini da tre mesi a tre anni. Creature che non sanno ancora parlare, che non distinguono il gioco dal simbolo, che non capirebbero nemmeno il significato della parola “famiglia”, figurarsi «utero in affitto». E invece qualcuno, nascosto dietro il paravento del “progresso”, ha portato proprio questo dentro l’asilo nido. Lo raccontano i genitori, lo riporta la stampa: libretti, attività, interventi dall’esterno. Tutto senza una spiegazione. Tutto senza un permesso. Tutto senza il minimo pudore. Chiunque abbia tenuto in braccio un bambino di pochi mesi lo sa: quel piccolo essere non ha difese. Non può dire no. Non può girarsi dall’altra parte. Non può capire, distinguere, respingere. Assorbe. E proprio perché assorbe, è diventato il bersaglio perfetto per chi vuole modellare il mondo non attraverso il dialogo con gli adulti - troppo scomodi, troppo pensanti - ma occupando il primo spazio vuoto della mente umana. Il più puro. Il più vulnerabile. Pensiamoci un secondo: che differenza c’è tra un neonato e un foglio di carta ancora bianco? Nessuna. E quel bianco, quello spazio sacro, qualcuno ha deciso di scriverlo con la penna dell’ideologia. Senza chiedere. Senza rispettare. Senza capire che esistono confini che non si valicano neppure per scherzo. Un adulto può scegliere, può discutere, può rifiutare. Un bambino no. E allora cosa siamo diventati se permettiamo che idee costruite a tavolino vengano messe nelle mani di chi non sa neanche ancora indicare sé stesso allo specchio? Perché questo è: non educazione, non inclusione, non progresso. È colonizzazione dell’infanzia. Un’infanzia che non può difendersi, che non può gridare, che non può scappare. Viene presa per la gola e riempita di contenuti che non le appartengono, come se la mente umana fosse un vaso da riempire a piacimento altrui. E allora sorge una domanda che dovremmo farci tutti: che tipo di essere umano vuole costruire chi arriva fino alla culla pur di piantare una bandiera ideologica? Perché chi supera questa linea non sta preparando un futuro migliore: sta preparando una generazione che non ricorderà più un tempo in cui poteva essere libera. Una generazione in cui la prima “carezza culturale” non arriva dalla famiglia, ma da qualcuno che si sente proprietario del destino altrui. È uno sfregio. Uno sfregio alla fiducia. Uno sfregio alla genitorialità. Uno sfregio alla fragilità più preziosa che abbiamo: i nostri figli. Quando si arriva a mettere mano alla culla per riscrivere l’immaginario dei bambini, significa che non ci sono più freni morali. Significa che il rispetto è morto e lo ha sostituito l’ingordigia ideologica. Significa che la società ha smarrito l’istinto primordiale di protezione, quello che perfino gli animali conoscono senza bisogno di scuole, leggi e manuali. Perché gli animali difendono i loro piccoli.Noi… li stiamo lasciando in balia di chi usa le loro menti come un campo di prova. E allora la verità è semplice, nuda, brutale: chi violenta l’infanzia con l’ideologia non è un educatore. È un predatore culturale. E una società che lo permette, che minimizza, che si volta dall’altra parte, è una società che ha deciso di abdicare al suo compito più antico: difendere chi non può difendersi. t.me/carmen_tortora1
    0 Σχόλια 0 Μοιράστηκε 2χλμ. Views
  • L’UE allarga la rete dei suoi nuovi censori di Stato

    L’Unione Europea sta costruendo la sua macchina di censura pezzo dopo pezzo, e lo sta facendo con la solita eleganza burocratica: chiamando tutto ciò “sicurezza online”. Grazie al DSA, entro la fine del 2025 ogni Stato membro dovrà nominare i cosiddetti “segnalatori attendibili”, organismi con poteri sovranazionali che potranno indicare alle piattaforme quali contenuti rimuovere con priorità. In Germania e Austria il processo è già partito da mesi. Gli altri stanno correndo ai ripari.

    Il Belgio ha appena nominato un centro antidiscriminazione come organismo ufficiale. La Francia, con la sua ARCOM sempre in prima linea quando c’è da controllare qualcuno, ne ha già certificati otto e altri arriveranno a breve. Tra i probabili nuovi ingressi figura SOS Racisme, con buona pace della sovranità nazionale: perché questi organismi, una volta approvati dall’UE, possono intervenire ovunque, superando confini e governi eletti. Tradotto: ONG straniere - spesso ideologicamente molto allineate - potranno influenzare la libertà di espressione dentro un Paese che non le ha mai votate.

    In Germania il compito è finito alla Bundesnetzagentur, in Austria a KommAustria. Vienna ha già promosso cinque strutture, che vanno dalla Camera del Lavoro all’Associazione Consumatori. Berlino, dal canto suo, punta su sigle come HateAid e REspect!. Tutte con la stessa missione: segnalare “disinformazione”, “odio” e contenuti ritenuti “illegali”, categorie così elastiche da potersi allungare quanto basta. Le piattaforme digitali, per legge, devono obbedire e processare le segnalazioni con priorità. Il sistema funziona: secondo TKP, in un solo trimestre l’UE ha fatto sparire 29 milioni di contenuti.

    Il meccanismo dei “Trusted Flagger” è nel mirino da anni: non perché censuri apertamente, ma perché usa metodi più moderni e asettici, come la riduzione della portata dei media scomodi. Un’arma molto più discreta ed efficace della semplice rimozione. La Commissione mantiene anche un database centralizzato di tutti i segnalatori. Finora undici Paesi non ne hanno nominato neppure uno; altri, come l’Ungheria, ne hanno appena uno. Ma Bruxelles vuole omogeneizzare tutto entro il 2025, così nessuno potrà mai pensare di inserire un organismo non allineato.

    Il quadro è semplice: una rete di censura in espansione, travestita da sistema di protezione. Un apparato che sfugge agli Stati e che crea nuovi intermediari ideologici con il potere di decidere cosa è accettabile leggere e cosa no. E con la scusa della sicurezza, l’UE sta ottenendo quello che nessuna dittatura del Novecento è riuscita a costruire: un sistema paneuropeo di controllo dell’informazione, perfettamente integrato e mascherato da bene comune.

    Per aggiornamenti senza filtri: https://t.me/carmen_tortora1
    L’UE allarga la rete dei suoi nuovi censori di Stato L’Unione Europea sta costruendo la sua macchina di censura pezzo dopo pezzo, e lo sta facendo con la solita eleganza burocratica: chiamando tutto ciò “sicurezza online”. Grazie al DSA, entro la fine del 2025 ogni Stato membro dovrà nominare i cosiddetti “segnalatori attendibili”, organismi con poteri sovranazionali che potranno indicare alle piattaforme quali contenuti rimuovere con priorità. In Germania e Austria il processo è già partito da mesi. Gli altri stanno correndo ai ripari. Il Belgio ha appena nominato un centro antidiscriminazione come organismo ufficiale. La Francia, con la sua ARCOM sempre in prima linea quando c’è da controllare qualcuno, ne ha già certificati otto e altri arriveranno a breve. Tra i probabili nuovi ingressi figura SOS Racisme, con buona pace della sovranità nazionale: perché questi organismi, una volta approvati dall’UE, possono intervenire ovunque, superando confini e governi eletti. Tradotto: ONG straniere - spesso ideologicamente molto allineate - potranno influenzare la libertà di espressione dentro un Paese che non le ha mai votate. In Germania il compito è finito alla Bundesnetzagentur, in Austria a KommAustria. Vienna ha già promosso cinque strutture, che vanno dalla Camera del Lavoro all’Associazione Consumatori. Berlino, dal canto suo, punta su sigle come HateAid e REspect!. Tutte con la stessa missione: segnalare “disinformazione”, “odio” e contenuti ritenuti “illegali”, categorie così elastiche da potersi allungare quanto basta. Le piattaforme digitali, per legge, devono obbedire e processare le segnalazioni con priorità. Il sistema funziona: secondo TKP, in un solo trimestre l’UE ha fatto sparire 29 milioni di contenuti. Il meccanismo dei “Trusted Flagger” è nel mirino da anni: non perché censuri apertamente, ma perché usa metodi più moderni e asettici, come la riduzione della portata dei media scomodi. Un’arma molto più discreta ed efficace della semplice rimozione. La Commissione mantiene anche un database centralizzato di tutti i segnalatori. Finora undici Paesi non ne hanno nominato neppure uno; altri, come l’Ungheria, ne hanno appena uno. Ma Bruxelles vuole omogeneizzare tutto entro il 2025, così nessuno potrà mai pensare di inserire un organismo non allineato. Il quadro è semplice: una rete di censura in espansione, travestita da sistema di protezione. Un apparato che sfugge agli Stati e che crea nuovi intermediari ideologici con il potere di decidere cosa è accettabile leggere e cosa no. E con la scusa della sicurezza, l’UE sta ottenendo quello che nessuna dittatura del Novecento è riuscita a costruire: un sistema paneuropeo di controllo dell’informazione, perfettamente integrato e mascherato da bene comune. Per aggiornamenti senza filtri: https://t.me/carmen_tortora1
    T.ME
    Carmen Tortora
    You can view and join @carmen_tortora1 right away.
    Angry
    2
    0 Σχόλια 0 Μοιράστηκε 2χλμ. Views
  • GLI INFLUENCER DOVRANNO ISCRIVERSI AD UN ALBO DI STATO E SARANNO CENSURATI

    English translation
    👉🏻 CLICK HERE 👈🏻

    Rendere internet superficiale e servile come la TV.

    1) DITTATURA DELL'INFORMAZIONE NEI CONFRONTI DEGLI INFLUENCER

    L'AGCOM con una nuova delibera che si può leggere cliccando qui sancisce l'obbligo per qualsiasi influencer dotato di più di 500mila iscritti o più di 1milione di visualizzazioni mensili, indipendentemente dalla piattaforma in cui opera, ad iscriversi ad un albo statale dove deve fornire tutte le sue informazioni personali. Gli influencer possono effettuare l'iscrizione su questo sito dove oltre ad indicare il proprio nome e il proprio cognome reali sono costretti ad indicare le pagine in cui è seguito, il numero dei followers ed anche a lasciare dei recapiti. Siccome è richiesto anche il documento di identità, si tratta di una vera e propria schedatura attraverso la quale lo Stato italiano vuole tenere in pugno ogni persona che ha un grande pubblico. Nell'allegato B, che consiste nel codice di condotta degli influencer è scritto che in assenza di registrazione si verrà puniti in base alla legge 31 luglio 1997, n. 249, art. 30 comma 1 la quale sancisce che chi non fornisce i dati richiesti dalle autorità dovrà pagare una sanzione amministrativa da 1 milione a 200 milioni di lire, quindi con una sanzione che può arrivare a circa 100 mila euro.
    Come illustrato nell'allegato A alla delibera, gli influencer che non seguiranno il codice di condotta saranno sanzionati in base al regolamento del testo unico, ciò vuol dire che crolla il muro che per anni ha separato il mondo della televisione dal mondo di internet, visto che anche gli influencer adesso dovranno seguire lo stesso regolamento imposto le emittenti radiofoniche e televisive, e possiamo dire addio anche alla creatività, libertà e spontaneità nella creazione dei contenuti che ha sempre caratterizzato internet trasformandolo nell'ennesimo braccio della propaganda statale.

    2) IL CODICE DI CONDOTTA IMPONE LA LOTTA ALLA CONTROINFORMAZIONE

    Fin da subito a pp, 2, disposizioni generali, si parla dell'obbligo degli influencer di "contrastare la disinformazione" e quando il sistema parla di disinformazione parla della controinformazione. Gli influencer non possono neanche diffondere "odio razziale" o parlare male di qualsiasi minoranza, quindi sarà vietato pubblicare qualsiasi cosa possa giustificare odio verso di loro. Non potranno parlare dell'invasione, citare statistiche sulla criminalità degli stranieri, in quanto saranno tenuti a seguire l'art. 4 del testo unico che impone la salvaguardia delle differenze "etniche" e l'art. 30 che parla di divieto di istigazione dei reati o apologia degli stessi. L'influencer è anche tenuto a non produrre contenuti che siano "gravemente nocivi per i minori", e ciò vuol dire che non potranno trattare i seguenti temi: "violenza; sesso; diritti fondamentali e incolumità della persona". I contenuti di violenza o di sesso non si identificano necessariamente con atti espliciti di violenza o di pornografia, ma basta che si parli anche solo indirettamente di questi contenuti. Se quindi si sfora dai parametri (le scene non possono essere verosimili, non si possono raccontare i dettagli etc.) il contenuto può essere considerato "altamente nocivo" e incorrere in problemi. Ciò impedisce agli influencer di trattare propriamente tematiche di cronaca nera, affrontare con dovizia di particolari le questioni geopolitiche ed insomma contribuisce a rendere internet un Paese dei Balocchi dove si può parlare solo di stronzate e videogiochi, un luogo di intrattenimento becero la cui unica funzione è far spegnere i cervelli.

    CONCLUSIONI

    Per gli influencer non rilevanti, cioè quelli che hanno meno di 500mila iscritti, si applicano comunque l'art. 41 e 42. L'art 42, b sancisce che le piattaforme sono tenute a "tutelare il pubblico" da contenuti che incitano all'odio nei confronti delle minoranze, quindi parte della censura si applica a chiunque produca materiali audiovisivi.

    Iscriviti a Der Einzige
    👉🏻 CLICCA QUI 👈🏻
    GLI INFLUENCER DOVRANNO ISCRIVERSI AD UN ALBO DI STATO E SARANNO CENSURATI English translation 👉🏻 CLICK HERE 👈🏻 Rendere internet superficiale e servile come la TV. 1) DITTATURA DELL'INFORMAZIONE NEI CONFRONTI DEGLI INFLUENCER L'AGCOM con una nuova delibera che si può leggere cliccando qui sancisce l'obbligo per qualsiasi influencer dotato di più di 500mila iscritti o più di 1milione di visualizzazioni mensili, indipendentemente dalla piattaforma in cui opera, ad iscriversi ad un albo statale dove deve fornire tutte le sue informazioni personali. Gli influencer possono effettuare l'iscrizione su questo sito dove oltre ad indicare il proprio nome e il proprio cognome reali sono costretti ad indicare le pagine in cui è seguito, il numero dei followers ed anche a lasciare dei recapiti. Siccome è richiesto anche il documento di identità, si tratta di una vera e propria schedatura attraverso la quale lo Stato italiano vuole tenere in pugno ogni persona che ha un grande pubblico. Nell'allegato B, che consiste nel codice di condotta degli influencer è scritto che in assenza di registrazione si verrà puniti in base alla legge 31 luglio 1997, n. 249, art. 30 comma 1 la quale sancisce che chi non fornisce i dati richiesti dalle autorità dovrà pagare una sanzione amministrativa da 1 milione a 200 milioni di lire, quindi con una sanzione che può arrivare a circa 100 mila euro. Come illustrato nell'allegato A alla delibera, gli influencer che non seguiranno il codice di condotta saranno sanzionati in base al regolamento del testo unico, ciò vuol dire che crolla il muro che per anni ha separato il mondo della televisione dal mondo di internet, visto che anche gli influencer adesso dovranno seguire lo stesso regolamento imposto le emittenti radiofoniche e televisive, e possiamo dire addio anche alla creatività, libertà e spontaneità nella creazione dei contenuti che ha sempre caratterizzato internet trasformandolo nell'ennesimo braccio della propaganda statale. 2) IL CODICE DI CONDOTTA IMPONE LA LOTTA ALLA CONTROINFORMAZIONE Fin da subito a pp, 2, disposizioni generali, si parla dell'obbligo degli influencer di "contrastare la disinformazione" e quando il sistema parla di disinformazione parla della controinformazione. Gli influencer non possono neanche diffondere "odio razziale" o parlare male di qualsiasi minoranza, quindi sarà vietato pubblicare qualsiasi cosa possa giustificare odio verso di loro. Non potranno parlare dell'invasione, citare statistiche sulla criminalità degli stranieri, in quanto saranno tenuti a seguire l'art. 4 del testo unico che impone la salvaguardia delle differenze "etniche" e l'art. 30 che parla di divieto di istigazione dei reati o apologia degli stessi. L'influencer è anche tenuto a non produrre contenuti che siano "gravemente nocivi per i minori", e ciò vuol dire che non potranno trattare i seguenti temi: "violenza; sesso; diritti fondamentali e incolumità della persona". I contenuti di violenza o di sesso non si identificano necessariamente con atti espliciti di violenza o di pornografia, ma basta che si parli anche solo indirettamente di questi contenuti. Se quindi si sfora dai parametri (le scene non possono essere verosimili, non si possono raccontare i dettagli etc.) il contenuto può essere considerato "altamente nocivo" e incorrere in problemi. Ciò impedisce agli influencer di trattare propriamente tematiche di cronaca nera, affrontare con dovizia di particolari le questioni geopolitiche ed insomma contribuisce a rendere internet un Paese dei Balocchi dove si può parlare solo di stronzate e videogiochi, un luogo di intrattenimento becero la cui unica funzione è far spegnere i cervelli. CONCLUSIONI Per gli influencer non rilevanti, cioè quelli che hanno meno di 500mila iscritti, si applicano comunque l'art. 41 e 42. L'art 42, b sancisce che le piattaforme sono tenute a "tutelare il pubblico" da contenuti che incitano all'odio nei confronti delle minoranze, quindi parte della censura si applica a chiunque produca materiali audiovisivi. Iscriviti a Der Einzige 👉🏻 CLICCA QUI 👈🏻
    0 Σχόλια 0 Μοιράστηκε 3χλμ. Views
  • Come era prevedibile adesso parlano di tassare le auto elettriche per recuperare le accise di disel e benza non consumate. Succederà tutto ad un tratto, senza preavviso vi troverete a pagare 3 cent./km per la vostra EV con cui pensavate di risparmiare anche a costo di perdere il vostro tempo prezioso nelle ricariche. 10mila km/anno significano 300 euro. E poi non potrete nemmeno entrare a Milano perché il criterio non è neppure l'inquinamento ma la congestione. E così i green che possono permettersi di andare a lavorare in bicicletta o col solo tpl, chiusi dentro la loro città a 15 minuti, collegati con la AI, saranno contenuti. https://youtu.be/5iDegcpRsdM?si=ZTJ6WPKqjE4jtE7c
    Come era prevedibile adesso parlano di tassare le auto elettriche per recuperare le accise di disel e benza non consumate. Succederà tutto ad un tratto, senza preavviso vi troverete a pagare 3 cent./km per la vostra EV con cui pensavate di risparmiare anche a costo di perdere il vostro tempo prezioso nelle ricariche. 10mila km/anno significano 300 euro. E poi non potrete nemmeno entrare a Milano perché il criterio non è neppure l'inquinamento ma la congestione. E così i green che possono permettersi di andare a lavorare in bicicletta o col solo tpl, chiusi dentro la loro città a 15 minuti, collegati con la AI, saranno contenuti. https://youtu.be/5iDegcpRsdM?si=ZTJ6WPKqjE4jtE7c
    Haha
    1
    0 Σχόλια 0 Μοιράστηκε 662 Views
  • PROGETTAVANO IL CONTROLLO DELLE CHAT, MA...

    Lo stop inatteso alla proposta di legge sul controllo delle chat di milioni di cittadini (che ancora attendono i contenuti di quelle da Pfizer alla Von Der Leyen) fermata dagli stessi governanti dell'Europa del malaffare.
    Rispetto per i cittadini o paura del boomerang per tutti i loro intrallazzi??

    https://edunews24-it.cdn.ampproject.org/v/s/edunews24.it/amp/mondo/chat-control-naufraga-la-proposta-sul-controllo-delle-chat-nellue-e-viene-esclusa-dallagenda-delleuroparlamento?amp_gsa=1&amp_js_v=a9&usqp=


    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/10/08/slitta-il-voto-su-chat-control-niente-accordo-tra-i-27-e-il-voto-del-14-ottobre-non-e-piu-in-agenda/8154159/

    Source: https://t.me/giubbenere
    PROGETTAVANO IL CONTROLLO DELLE CHAT, MA... Lo stop inatteso alla proposta di legge sul controllo delle chat di milioni di cittadini (che ancora attendono i contenuti di quelle da Pfizer alla Von Der Leyen) fermata dagli stessi governanti dell'Europa del malaffare. Rispetto per i cittadini o paura del boomerang per tutti i loro intrallazzi🤡🤡🤡?? https://edunews24-it.cdn.ampproject.org/v/s/edunews24.it/amp/mondo/chat-control-naufraga-la-proposta-sul-controllo-delle-chat-nellue-e-viene-esclusa-dallagenda-delleuroparlamento?amp_gsa=1&amp_js_v=a9&usqp= https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/10/08/slitta-il-voto-su-chat-control-niente-accordo-tra-i-27-e-il-voto-del-14-ottobre-non-e-piu-in-agenda/8154159/ Source: https://t.me/giubbenere
    Like
    2
    0 Σχόλια 0 Μοιράστηκε 863 Views
  • I nostri figli sono sotto attacco! Questa volta, la colpa è di Netflix.

    E ciò che stanno facendo è uno degli attacchi più subdoli all’innocenza dei nostri figli che abbiamo mai visto.

    Netflix ha trasformato l’intrattenimento per bambini in uno strumento per diffondere l’ideologia LGBT. E ciò che è ancora più inquietante è che stanno iniziando dai più piccoli!

    In programmi come CoComelon Lane (stagione 1, episodio 8), Netflix prende di mira bambini di appena 2 anni con la propaganda. Mostrano un bambino che balla con un tutù e un diadema in testa davanti ai suoi due "papà" gay, cantando “Just Be You” ("Semplicemente sii te stesso") per promuovere la confusione di genere e gli stili di vita omosessuali tra i bambini in età prescolare.

    E questo è solo l’inizio. Il catalogo per bambini di Netflix è infestato dalla propaganda LGBT:

    Dead End: Paranormal Park esalta il personaggio di un adolescente trans e una storia d’amore gay per bambini di 7 anni.

    The Baby-Sitters Club presenta un personaggio che si scaglia conto un ospedale colpevole di aver usato il pronome "sbagliato" con un ragazzo trans.

    Jurassic World: Camp Cretaceous inserisce di nascosto un bacio lesbico tra adolescenti.

    Ada Twist, Scientist celebra un matrimonio omosessuale, per i bambini della scuola materna.

    Questo non è intrattenimento. Questa non è inclusione.

    È indottrinamento, puro e semplice. Il loro obiettivo è far sì che i tuoi figli accettino l’ideologia trans e le relazioni omosessuali come normali, prima ancora che sappiano scrivere il proprio nome.

    Netflix pensa di poterlo fare di nascosto. Che i genitori non se ne accorgano. Che resteremo in silenzio mentre corrompono i cuori e le menti dei piccoli.

    Ma noi non lo faremo! Stiamo per scatenare una tempesta che non dimenticheranno mai.

    Abbiamo già visto cosa accade quando famiglie come la tua reagiscono.

    Ti ricordi la Disney? Quando hanno provato a inserire l’indottrinamento LGBT nei film per bambini, ti sei ribellato e li hai costretti sulla difensiva. E Apple TV? Quando hanno deriso i cristiani, campagne in tutto il mondo hanno esposto la loro blasfemia e li hanno costretti a fare marcia indietro.

    Ora è il turno di Netflix.

    Persino Elon Musk si è unito a questa battaglia, denunciando questa perversione, cancellando pubblicamente il suo abbonamento a Netflix, definendo la piattaforma “propaganda woke transgender” e invitando milioni di persone a fare lo stesso.

    Il suo appello a “Cancellare Netflix per la salute dei vostri figli” ha fatto crollare il loro titolo in borsa!

    Quindi andiamo avanti!

    Chiediamo a Netflix di:

    Rimuovere immediatamente questi programmi dal catalogo per bambini.

    Pubblicare scuse ufficiali per aver diffuso propaganda trans e gay tra i più piccoli.

    Implementare avvisi chiari affinché i genitori possano proteggere i loro figli da questi contenuti.

    Aggiungi subito la tua firma per inondare Netflix e i suoi dirigenti con la nostra indignazione e mostrare loro che quando toccano i nostri figli, toccano tutti noi.

    Questa è una battaglia per l’innocenza dei nostri ragazzi. Se restiamo in silenzio, Netflix continuerà ancora e ancora, prendendo di mira bambini sempre più piccoli con la sua agenda woke.

    Non lo permetteremo.

    Unisciti a migliaia di genitori e cittadini preoccupati. Firma la petizione per chiedere conto a Netflix e proteggere i nostri figli dall’indottrinamento.

    FIRMIAMO e CONDIVIDIAMO! MASSIMA CONDIVISIONE!

    Source: https://www.citizengo.org/it/fm/16643-fermiamo-l-indottrinamento-lgbt-di-netflix-sui-bambini-
    I nostri figli sono sotto attacco! Questa volta, la colpa è di Netflix. E ciò che stanno facendo è uno degli attacchi più subdoli all’innocenza dei nostri figli che abbiamo mai visto. Netflix ha trasformato l’intrattenimento per bambini in uno strumento per diffondere l’ideologia LGBT. E ciò che è ancora più inquietante è che stanno iniziando dai più piccoli! In programmi come CoComelon Lane (stagione 1, episodio 8), Netflix prende di mira bambini di appena 2 anni con la propaganda. Mostrano un bambino che balla con un tutù e un diadema in testa davanti ai suoi due "papà" gay, cantando “Just Be You” ("Semplicemente sii te stesso") per promuovere la confusione di genere e gli stili di vita omosessuali tra i bambini in età prescolare. E questo è solo l’inizio. Il catalogo per bambini di Netflix è infestato dalla propaganda LGBT: Dead End: Paranormal Park esalta il personaggio di un adolescente trans e una storia d’amore gay per bambini di 7 anni. The Baby-Sitters Club presenta un personaggio che si scaglia conto un ospedale colpevole di aver usato il pronome "sbagliato" con un ragazzo trans. Jurassic World: Camp Cretaceous inserisce di nascosto un bacio lesbico tra adolescenti. Ada Twist, Scientist celebra un matrimonio omosessuale, per i bambini della scuola materna. Questo non è intrattenimento. Questa non è inclusione. È indottrinamento, puro e semplice. Il loro obiettivo è far sì che i tuoi figli accettino l’ideologia trans e le relazioni omosessuali come normali, prima ancora che sappiano scrivere il proprio nome. Netflix pensa di poterlo fare di nascosto. Che i genitori non se ne accorgano. Che resteremo in silenzio mentre corrompono i cuori e le menti dei piccoli. Ma noi non lo faremo! Stiamo per scatenare una tempesta che non dimenticheranno mai. Abbiamo già visto cosa accade quando famiglie come la tua reagiscono. Ti ricordi la Disney? Quando hanno provato a inserire l’indottrinamento LGBT nei film per bambini, ti sei ribellato e li hai costretti sulla difensiva. E Apple TV? Quando hanno deriso i cristiani, campagne in tutto il mondo hanno esposto la loro blasfemia e li hanno costretti a fare marcia indietro. Ora è il turno di Netflix. Persino Elon Musk si è unito a questa battaglia, denunciando questa perversione, cancellando pubblicamente il suo abbonamento a Netflix, definendo la piattaforma “propaganda woke transgender” e invitando milioni di persone a fare lo stesso. Il suo appello a “Cancellare Netflix per la salute dei vostri figli” ha fatto crollare il loro titolo in borsa! Quindi andiamo avanti! Chiediamo a Netflix di: Rimuovere immediatamente questi programmi dal catalogo per bambini. Pubblicare scuse ufficiali per aver diffuso propaganda trans e gay tra i più piccoli. Implementare avvisi chiari affinché i genitori possano proteggere i loro figli da questi contenuti. Aggiungi subito la tua firma per inondare Netflix e i suoi dirigenti con la nostra indignazione e mostrare loro che quando toccano i nostri figli, toccano tutti noi. Questa è una battaglia per l’innocenza dei nostri ragazzi. Se restiamo in silenzio, Netflix continuerà ancora e ancora, prendendo di mira bambini sempre più piccoli con la sua agenda woke. Non lo permetteremo. Unisciti a migliaia di genitori e cittadini preoccupati. Firma la petizione per chiedere conto a Netflix e proteggere i nostri figli dall’indottrinamento. FIRMIAMO e CONDIVIDIAMO! MASSIMA CONDIVISIONE! Source: https://www.citizengo.org/it/fm/16643-fermiamo-l-indottrinamento-lgbt-di-netflix-sui-bambini-
    0 Σχόλια 0 Μοιράστηκε 2χλμ. Views
  • Le prime reazioni di Hollywood all’attrice AI Tilly Norwood: «Fermatevi, cosa vi passa per la testa?»
    Emily Blunt e Whoopi Goldberg sono state tra le prime a commentare la presentazione della "collega": «Vi prego, smettetela di portarci via la nostra connessione umana»

    Gli attori di Hollywood stanno cominciando a reagire all’arrivo di Tilly Norwood, prima attrice AI ufficialmente introdotta nell’industria del cinema. Ve lo raccontavamo ieri: Norwood ha un profilo social, comunica come qualsiasi attrice in erba, e ha recitato la sua prima parte in uno sketch comico della casa-madre che l’ha creata, lo studio Xiconia.

    Emily Blunt, per esempio, scoprendo l’esistenza della “collega” durante la registrazione di un podcast di Variety, ha commentato: «Se questa cosa mi dispiace? Non so bene come rispondere, mai viene da dire che mi spaventa molto». E poi, vedendo una foto di Norwood: «State scherzando? Quella è fatta con l’AI? Santo cielo, siamo fritti. Questo fa davvero, davvero paura. Agenzie, ma che vi passa per la testa? Fermatevi. Vi prego, smettetela di portarci via la nostra connessione umana».

    L’attrice ha poi proseguito, notando la somiglianza di Norwood con una serie di professioniste in carne e ossa, e come il suo aspetto risultasse essere un mix di tutte loro. Gli intervistatori le hanno poi riferito una dichiarazione della portavoce di Xiconia, secondo la quale il loro scopo sarebbe quello di rendere Norwood “la prossima Scarlett Johansson”. Al che, Blunt ha risposto: «Ma noi abbiamo già Scarlett Johansson!».

    Dello stesso parere anche Whoopi Goldberg, che durante la puntata del 29 settembre della trasmissione che conduce, The View, ha commentato così la “nascita” di Tilly Norwood: «Il problema, se mi permettete, è che ci fanno competere con qualcosa che è stato generato mettendo insieme 5000 attori. Ha lo charme di Bette Davis e le labbra di Humphrey Bogart. Quindi si tratta di una competizione impari. Sapete che vi dico? Fatevi sotto. Si può sempre riconoscerli, distinguerli dagli esseri umani. Noi ci muoviamo in modo diverso, le nostre facce si muovono in modo diverso, e pure i nostri corpi».

    Per poi aggiungere: «Se tutto va bene, riusciremo a resistere. Quello che stiamo vedendo significa che l’AI entrerà nei luoghi di lavoro, non solo quelli del mio lavoro, ma in ogni industria. Alcune industrie stanno già usando l’AI. Le persone dicono di non avere più connessioni, di essere sole, ma se continuiamo con queste forme di intelligenza artificiale, allora sì che non avremo altre connessioni che quelle con il nostro telefono».

    E su Tilly Norwood è arrivata anche una nota della Screen Actors Guild, il sindacato degli attori USA: «Per essere chiari, Tilly Norwood non è un’attrice, è un personaggio generato da un programma informatico che è stato addestrato in base al lavoro di innumerevoli artisti professionisti, senza permesso o compenso. Non ha alcuna esperienza di vita da cui attingere, nessuna emozione e, da quello che abbiamo visto, il pubblico non è interessato a guardare contenuti generati al computer slegati dall’esperienza umana. Non risolve alcun “problema”: crea il problema di usare performance rubate per mettere gli attori senza lavoro, mettendo a repentaglio i mezzi di sostentamento degli artisti e svalutando l’arte umana. I produttori firmatari devono essere consapevoli che non possono utilizzare attori digitali senza rispettare i nostri obblighi contrattuali, che richiedono preavviso e contrattazione ogni volta che verrà utilizzato un attore digitale».

    Source: https://www.rollingstone.it/cinema-tv/news-cinema-tv/le-prime-reazioni-di-hollywood-allattrice-ai-tilly-norwood-fermatevi-cosa-vi-passa-per-la-testa/1006219/?utm_source=firefox-newtab-it-it
    Le prime reazioni di Hollywood all’attrice AI Tilly Norwood: «Fermatevi, cosa vi passa per la testa?» Emily Blunt e Whoopi Goldberg sono state tra le prime a commentare la presentazione della "collega": «Vi prego, smettetela di portarci via la nostra connessione umana» Gli attori di Hollywood stanno cominciando a reagire all’arrivo di Tilly Norwood, prima attrice AI ufficialmente introdotta nell’industria del cinema. Ve lo raccontavamo ieri: Norwood ha un profilo social, comunica come qualsiasi attrice in erba, e ha recitato la sua prima parte in uno sketch comico della casa-madre che l’ha creata, lo studio Xiconia. Emily Blunt, per esempio, scoprendo l’esistenza della “collega” durante la registrazione di un podcast di Variety, ha commentato: «Se questa cosa mi dispiace? Non so bene come rispondere, mai viene da dire che mi spaventa molto». E poi, vedendo una foto di Norwood: «State scherzando? Quella è fatta con l’AI? Santo cielo, siamo fritti. Questo fa davvero, davvero paura. Agenzie, ma che vi passa per la testa? Fermatevi. Vi prego, smettetela di portarci via la nostra connessione umana». L’attrice ha poi proseguito, notando la somiglianza di Norwood con una serie di professioniste in carne e ossa, e come il suo aspetto risultasse essere un mix di tutte loro. Gli intervistatori le hanno poi riferito una dichiarazione della portavoce di Xiconia, secondo la quale il loro scopo sarebbe quello di rendere Norwood “la prossima Scarlett Johansson”. Al che, Blunt ha risposto: «Ma noi abbiamo già Scarlett Johansson!». Dello stesso parere anche Whoopi Goldberg, che durante la puntata del 29 settembre della trasmissione che conduce, The View, ha commentato così la “nascita” di Tilly Norwood: «Il problema, se mi permettete, è che ci fanno competere con qualcosa che è stato generato mettendo insieme 5000 attori. Ha lo charme di Bette Davis e le labbra di Humphrey Bogart. Quindi si tratta di una competizione impari. Sapete che vi dico? Fatevi sotto. Si può sempre riconoscerli, distinguerli dagli esseri umani. Noi ci muoviamo in modo diverso, le nostre facce si muovono in modo diverso, e pure i nostri corpi». Per poi aggiungere: «Se tutto va bene, riusciremo a resistere. Quello che stiamo vedendo significa che l’AI entrerà nei luoghi di lavoro, non solo quelli del mio lavoro, ma in ogni industria. Alcune industrie stanno già usando l’AI. Le persone dicono di non avere più connessioni, di essere sole, ma se continuiamo con queste forme di intelligenza artificiale, allora sì che non avremo altre connessioni che quelle con il nostro telefono». E su Tilly Norwood è arrivata anche una nota della Screen Actors Guild, il sindacato degli attori USA: «Per essere chiari, Tilly Norwood non è un’attrice, è un personaggio generato da un programma informatico che è stato addestrato in base al lavoro di innumerevoli artisti professionisti, senza permesso o compenso. Non ha alcuna esperienza di vita da cui attingere, nessuna emozione e, da quello che abbiamo visto, il pubblico non è interessato a guardare contenuti generati al computer slegati dall’esperienza umana. Non risolve alcun “problema”: crea il problema di usare performance rubate per mettere gli attori senza lavoro, mettendo a repentaglio i mezzi di sostentamento degli artisti e svalutando l’arte umana. I produttori firmatari devono essere consapevoli che non possono utilizzare attori digitali senza rispettare i nostri obblighi contrattuali, che richiedono preavviso e contrattazione ogni volta che verrà utilizzato un attore digitale». Source: https://www.rollingstone.it/cinema-tv/news-cinema-tv/le-prime-reazioni-di-hollywood-allattrice-ai-tilly-norwood-fermatevi-cosa-vi-passa-per-la-testa/1006219/?utm_source=firefox-newtab-it-it
    WWW.ROLLINGSTONE.IT
    Le prime reazioni di Hollywood all’attrice AI Tilly Norwood: «Fermatevi, cosa vi passa per la testa?»
    Emily Blunt e Whoopi Goldberg sono state tra le prime a commentare la presentazione della "collega": «Vi prego, smettetela di portarci via la nostra connessione umana»
    Angry
    2
    0 Σχόλια 0 Μοιράστηκε 3χλμ. Views
  • Moni Ovadia: voce per la Pace e la Partecipazione
    Chiusura della Tre Giorni per la Pace 2025

    Domenica 21 settembre si è chiusa la Tre Giorni per la Pace 2025: un evento intenso, faticoso ma ricco di contenuti e di incontri che hanno lasciato il segno.

    La chiusura con Moni Ovadia è stata un momento di straordinaria lucidità e forza: un appello alla solidarietà con i popoli che soffrono e, allo stesso tempo, un richiamo forte e chiaro alla responsabilità politica in Italia.

    Non solo empatia e memoria , ma l’urgenza di costruire una rivoluzione non violenta, determinata e partecipata, che rimetta al centro la pace, la giustizia sociale e la dignità umana.
    Un intervento che ha riacceso gli animi e che merita di essere ascoltato e condiviso.

    Guarda qui il video integrale:

    https://www.youtube.com/live/Se5KWcabfiE?si=pkIDjFqxTRhLp9_r

    #MoniOvadia #TreGiorniPerLaPace #Pace2025 #Attivismo #NonViolenza #Partecipazione #GiustiziaSociale #Solidarietà #DirittiUmani #PaceInItalia #VocePerLaPace #rivoluzionenonviolenta
    ✨ Moni Ovadia: voce per la Pace e la Partecipazione ✨ ✊ Chiusura della Tre Giorni per la Pace 2025 Domenica 21 settembre si è chiusa la Tre Giorni per la Pace 2025: un evento intenso, faticoso ma ricco di contenuti e di incontri che hanno lasciato il segno. La chiusura con Moni Ovadia 🎤 è stata un momento di straordinaria lucidità e forza: un appello alla solidarietà con i popoli che soffrono e, allo stesso tempo, un richiamo forte e chiaro alla responsabilità politica in Italia. Non solo empatia e memoria 💡, ma l’urgenza di costruire una rivoluzione non violenta, determinata e partecipata, che rimetta al centro la pace, la giustizia sociale e la dignità umana. Un intervento che ha riacceso gli animi e che merita di essere ascoltato e condiviso. 🎥 Guarda qui il video integrale: https://www.youtube.com/live/Se5KWcabfiE?si=pkIDjFqxTRhLp9_r #MoniOvadia #TreGiorniPerLaPace #Pace2025 #Attivismo #NonViolenza #Partecipazione #GiustiziaSociale #Solidarietà #DirittiUmani #PaceInItalia #VocePerLaPace #rivoluzionenonviolenta
    0 Σχόλια 0 Μοιράστηκε 3χλμ. Views
  • Circolo vizioso.
    Chi tocca i fili muore. Segui il denaro.
    Anteprima dei contenuti del nuovo cortometraggio. Poche Istituzioni private, arcimiliardarie, Bill Gates Fundation, Gavi, OMS, Forum di Davos, Black rock, Vanguard, State Street etc, controllano fabbriche di armi, case farmaceutiche, il green. Indirizzano fiumi di denaro a istituzioni pubbliche in bolletta : politici,governi,università, società scientifiche, enti di controllo, chiese e media. In cambio non solo regole a favore dei donatori, ma anche denaro pubblico regalato ai privati, per es Von der Leyen e Taiani a Gavi. Privati sempre più ricchi con l’acquisto imposto dei loro prodotti. Governi rafforzati a suon di dollari, mentre i semplici cittadini diventano sempre più poveri, con assistenza sanitaria in crollo, meno istruzione e meno protezione per i deboli. Ma state tranquilli, dicono i Media megafono degli interessi privati, LO STIAMO FACENDO PER IL VOSTRO BENE.

    Daniele Giovanardi, Patto Internazionale, la verità al potere.
    Circolo vizioso. Chi tocca i fili muore. Segui il denaro. Anteprima dei contenuti del nuovo cortometraggio. Poche Istituzioni private, arcimiliardarie, Bill Gates Fundation, Gavi, OMS, Forum di Davos, Black rock, Vanguard, State Street etc, controllano fabbriche di armi, case farmaceutiche, il green. Indirizzano fiumi di denaro a istituzioni pubbliche in bolletta : politici,governi,università, società scientifiche, enti di controllo, chiese e media. In cambio non solo regole a favore dei donatori, ma anche denaro pubblico regalato ai privati, per es Von der Leyen e Taiani a Gavi. Privati sempre più ricchi con l’acquisto imposto dei loro prodotti. Governi rafforzati a suon di dollari, mentre i semplici cittadini diventano sempre più poveri, con assistenza sanitaria in crollo, meno istruzione e meno protezione per i deboli. Ma state tranquilli, dicono i Media megafono degli interessi privati, LO STIAMO FACENDO PER IL VOSTRO BENE. Daniele Giovanardi, Patto Internazionale, la verità al potere.
    Like
    1
    0 Σχόλια 0 Μοιράστηκε 4χλμ. Views
Αναζήτηση αποτελεσμάτων