• QUESTO SIGNIFICA PARLARE CHIARO!

    Milano, il video di una donna multata scatena il web: “Non posso più lavorare, resto sul divano”
    Sta facendo il giro dei social il video di una signora multata a Milano, visibilmente furiosa per una sanzione da 173 euro con sospensione della guida.
    Il motivo? Violazione delle nuove regole sull’Area B e C, che limitano l'accesso ai veicoli più inquinanti senza abbonamento o permesso.

    Nel video, la donna accusa le istituzioni di colpire chi lavora onestamente, denunciando i costi di trasporto in città, la difficoltà a spostarsi senza auto e il paradosso di “dover pagare per inquinare”.

    “Non posso più usare la macchina per andare a lavorare, da domani resto sul divano. Mi tocca chiedere l’ADI.”

    Una sfuriata accesa, tra frustrazione sociale e disagio reale, che ha acceso un acceso dibattito tra chi si indigna, chi si riconosce… e chi ironizza.

    Fonte: TikTok @laribelle077

    #Milano #AreaB #AreaC #multa #trasporti #viabilità #sfuriatavirale #verbale #cittàeautomobili #ADI #reddito #costonellavorare #mobilitàurbana #dissatadigente #videoVirale #milanosocial #mammeelavoro
    QUESTO SIGNIFICA PARLARE CHIARO! Milano, il video di una donna multata scatena il web: “Non posso più lavorare, resto sul divano” 🚗💥📹 Sta facendo il giro dei social il video di una signora multata a Milano, visibilmente furiosa per una sanzione da 173 euro con sospensione della guida. 🎙️ Il motivo? Violazione delle nuove regole sull’Area B e C, che limitano l'accesso ai veicoli più inquinanti senza abbonamento o permesso. Nel video, la donna accusa le istituzioni di colpire chi lavora onestamente, denunciando i costi di trasporto in città, la difficoltà a spostarsi senza auto e il paradosso di “dover pagare per inquinare”. 🗣️ “Non posso più usare la macchina per andare a lavorare, da domani resto sul divano. Mi tocca chiedere l’ADI.” Una sfuriata accesa, tra frustrazione sociale e disagio reale, che ha acceso un acceso dibattito tra chi si indigna, chi si riconosce… e chi ironizza. Fonte: TikTok @laribelle077 #Milano #AreaB #AreaC #multa #trasporti #viabilità #sfuriatavirale #verbale #cittàeautomobili #ADI #reddito #costonellavorare #mobilitàurbana #dissatadigente #videoVirale #milanosocial #mammeelavoro
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  • Questa è per il nido, ma forse il punto 4 può aiutarti...
    --------------------------------
    INFORMATIVA

    MINORI NON VACCINATI esonerati e sospesi per la frequenza nel Nido e nella scuola dell'Infanzia

    I genitori che si vedono esonerati o sospesi i figli da 0 -6 anni dal Nido e dalla Scuola dell'Infanzia, perché l'A.S.L. ha comunicato alla scuola i dati sanitari personali del minore, di "NON ESSERE IN REGOLA CON LE "VACCINAZIONI""; l'A.S.L. commette un illecito rivelando un dato sanitario personale del minore, violando quanto previsto dall' Art. 9 GDPR ( Regolamento UE 2016/679, il D.L.vo 101/2018.)

    I genitori per adempiere quanto richiesto, si recano con appuntamento all'A.S.L. competente territorialmente, e far valere i propri DIRITTI con la facoltà di decidere, ai sensi dell'art. 3-bis, comma 2 e 3, della L. 119/2017 ( c.d. " legge Lorenzin), nel valutare tra le 4 condizioni previste:

    1) VACCINARE il minore, Firmando come previsto il Consenso Libero e Informato Legge 219/ 2017.

    2) ESONERARE dalla vaccinazione. Con un certificato diagnostico del medico.

    3) DIFFERIRE la vaccinazione. Se i genitori, per vari motivi, devono rimandare e decidere in futuro.

    *4) OMETTERE (rifiutare) la vaccinazione, NEGANDO di firmare il CONSENSO. Anche in forma verbale. Come previsto dalla Legge 219/2017 .*

    I genitori comunicando tra una delle 4 condizioni previste, adempie alla disposizione della Legge. E, l' A.S.L. è OBBLIGATA a riportare nel F.S.E. (Fascicolo Sanitario Elettronico) del MINORE l'avvenuta REGOLARIZZAZIONE di quanto previsto dalla L. 119/2017.

    Si consiglia i genitori di andare a verificare nel F.S.E. l'avvenuta registrazione della volontà espressa.

    • Comunicazione dell'A.S.L. alla SCUOLA

    L' A.S.L., per gli inadempienti a una delle 4 condizioni previste dalla Norma, correttamente comunica alla scuola che:
    IL MINORE NON È IN REGOLA CON LA LEGGE 119/2017.

    Nel rispetto della Legge del Garante della Privacy (GDPR ART. 9) , la Scuola NON può venire a conoscenza se il minore sia o non sia in regola con le vaccinazioni, perché oltretutto sono dati personali che non è autorizzata a ricevere dall' ASL; nè tanto meno l'ASL è autorizzata di comunicare alla Scuola.
    Così che anche se i genitori hanno deciso di Differire o Omettere la vaccinazione del proprio figlio, adempiono a quanto previsto dalla Legge 119/2017 Art 3 -bis com.2, com 3;
    La Direzione del Nido e della Scuola per l'Infanzia è OBBLIGATA a ISCRIVERE il minore, senza commettere discriminazione in violazione della Costituzione art. 2; art. 3; art. 13; art. 34.

    https://www.altalex.com/documents/news/2018/04/12/articolo-9-gdpr-trattamento-di-categorie-particolari-di-dati

    https://www.brocardi.it/costituzione/parte-i/titolo-ii/art34.html

    https://www.brocardi.it/costituzione/principi-fondamentali/art3.html
    Questa è per il nido, ma forse il punto 4 può aiutarti... -------------------------------- 🟢 INFORMATIVA 🟢 🎒 MINORI NON VACCINATI esonerati e sospesi per la frequenza nel Nido e nella scuola dell'Infanzia I genitori che si vedono esonerati o sospesi i figli da 0 -6 anni dal Nido e dalla Scuola dell'Infanzia, perché l'A.S.L. ha comunicato alla scuola i dati sanitari personali del minore, di "NON ESSERE IN REGOLA CON LE "VACCINAZIONI""; l'A.S.L. commette un illecito rivelando un dato sanitario personale del minore, violando quanto previsto dall' Art. 9 GDPR ( Regolamento UE 2016/679, il D.L.vo 101/2018.) I genitori per adempiere quanto richiesto, si recano con appuntamento all'A.S.L. competente territorialmente, e far valere i propri DIRITTI con la facoltà di decidere, ai sensi dell'art. 3-bis, comma 2 e 3, della L. 119/2017 ( c.d. " legge Lorenzin), nel valutare tra le 4 condizioni previste: 1) VACCINARE il minore, Firmando come previsto il Consenso Libero e Informato Legge 219/ 2017. 2) ESONERARE dalla vaccinazione. Con un certificato diagnostico del medico. 3) DIFFERIRE la vaccinazione. Se i genitori, per vari motivi, devono rimandare e decidere in futuro. *4) OMETTERE (rifiutare) la vaccinazione, NEGANDO di firmare il CONSENSO. Anche in forma verbale. Come previsto dalla Legge 219/2017 .* I genitori comunicando tra una delle 4 condizioni previste, adempie alla disposizione della Legge. E, l' A.S.L. è OBBLIGATA a riportare nel F.S.E. (Fascicolo Sanitario Elettronico) del MINORE l'avvenuta REGOLARIZZAZIONE di quanto previsto dalla L. 119/2017. Si consiglia i genitori di andare a verificare nel F.S.E. l'avvenuta registrazione della volontà espressa. • Comunicazione dell'A.S.L. alla SCUOLA L' A.S.L., per gli inadempienti a una delle 4 condizioni previste dalla Norma, correttamente comunica alla scuola che: IL MINORE NON È IN REGOLA CON LA LEGGE 119/2017. Nel rispetto della Legge del Garante della Privacy (GDPR ART. 9) , la Scuola NON può venire a conoscenza se il minore sia o non sia in regola con le vaccinazioni, perché oltretutto sono dati personali che non è autorizzata a ricevere dall' ASL; nè tanto meno l'ASL è autorizzata di comunicare alla Scuola. Così che anche se i genitori hanno deciso di Differire o Omettere la vaccinazione del proprio figlio, adempiono a quanto previsto dalla Legge 119/2017 Art 3 -bis com.2, com 3; La Direzione del Nido e della Scuola per l'Infanzia è OBBLIGATA a ISCRIVERE il minore, senza commettere discriminazione in violazione della Costituzione art. 2; art. 3; art. 13; art. 34. https://www.altalex.com/documents/news/2018/04/12/articolo-9-gdpr-trattamento-di-categorie-particolari-di-dati https://www.brocardi.it/costituzione/parte-i/titolo-ii/art34.html https://www.brocardi.it/costituzione/principi-fondamentali/art3.html
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    Art. 9 GDPR - Trattamento di categorie particolari di dati personali
    È vietato trattare dati personali che rivelino l'origine razziale o etnica, le opinioni politiche, le convinzioni religiose o filosofiche, o l'appartenenza...
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  • ECCO QUAL E' IL LORO OBIETTIVO. L'8 e il 9 giugno ANDATE al MARE o NON RITIRATE la QUINTA SCHEDA e FATE METTERE a VERBALE!
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  • Italia e la libertà di stampa: un declino che preoccupa

    Il nuovo rapporto annuale di Reporters sans frontières (RSF) fotografa una realtà allarmante: la libertà di stampa nel mondo è al “minimo storico” e l’Italia scivola al 49esimo posto, il peggiore dell’Europa occidentale, perdendo tre posizioni rispetto all’anno precedente.
    Un dato che non sorprende chi segue da tempo le dinamiche del nostro Paese, ma che dovrebbe comunque indignare e preoccupare ogni cittadino consapevole del ruolo cruciale dell’informazione in una democrazia.

    I motivi della retrocessione

    Secondo RSF, le minacce alla libertà di stampa in Italia sono molteplici e strutturali:
    • Le organizzazioni mafiose, soprattutto nel Sud, continuano a intimidire e condizionare i giornalisti.
    • Gruppi estremisti compiono atti di violenza contro chi fa informazione.
    • La classe politica tenta di ostacolare la libera informazione, in particolare sulle inchieste giudiziarie, attraverso la cosiddetta “legge bavaglio” che limita la pubblicazione delle intercettazioni.
    • Proliferano le azioni legali strumentali (le cosiddette “querele temerarie”) per intimidire, imbavagliare o punire chi cerca di raccontare fatti di interesse pubblico.

    Un quadro internazionale cupo, ma l’Italia spicca in negativo

    La situazione globale è grave: oltre metà della popolazione mondiale vive in Paesi dove la stampa è sotto attacco. In fondo alla classifica troviamo regimi notoriamente autoritari come Cina, Corea del Nord ed Eritrea. Tuttavia, l’Italia, pur restando formalmente una democrazia, mostra segnali preoccupanti di deriva autoritaria proprio nel modo in cui tratta l’informazione e chi la produce.

    La deriva autoritaria: segnali da non sottovalutare

    Il progressivo restringimento degli spazi di libertà per la stampa è un indicatore chiave della salute democratica di un Paese. In Italia, il tentativo di limitare la pubblicazione delle intercettazioni, la pressione giudiziaria sui giornalisti e la violenza – fisica e verbale – contro chi esercita il diritto di cronaca, sono segnali inequivocabili di una deriva autoritaria.
    Non si tratta di semplici “incidenti di percorso”, ma di una strategia sistematica volta a ridurre la capacità dei media di svolgere il loro ruolo di controllo del potere.
    “Il giornalismo indipendente è una spina nel fianco degli autocrati”, ricorda la direttrice generale di RSF Anja Osterhaus.
    Se i media sono finanziariamente in difficoltà e sotto pressione politica e giudiziaria, chi smaschererà disinformazione e propaganda?

    Cosa resta della democrazia senza una stampa libera?

    La libertà di stampa non è un lusso, ma il fondamento di ogni democrazia reale. Senza la possibilità per i giornalisti di indagare, raccontare e criticare senza timori di ritorsioni, la democrazia si svuota di significato e diventa una mera facciata. La discesa dell’Italia nella classifica RSF non è solo un dato statistico: è il sintomo di una malattia profonda che rischia di uccidere quel poco di democrazia che ancora ci resta.

    Conclusione

    Davanti a questi dati, non basta indignarsi: serve una presa di coscienza collettiva e una mobilitazione concreta per difendere la libertà di stampa. Perché dove muore l’informazione, muore anche la democrazia. E la deriva autoritaria, oggi, non è più solo una minaccia lontana, ma una realtà che avanza silenziosa, giorno dopo giorno, anche in Italia.

    COMMENTO all'ARTICOLO uscito oggi:
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/02/nel-mondo-la-liberta-di-stampa-e-al-minimo-storico-litalia-scende-al-49esimo-posto-il-report-di-rsf/7972129
    Italia e la libertà di stampa: un declino che preoccupa Il nuovo rapporto annuale di Reporters sans frontières (RSF) fotografa una realtà allarmante: la libertà di stampa nel mondo è al “minimo storico” e l’Italia scivola al 49esimo posto, il peggiore dell’Europa occidentale, perdendo tre posizioni rispetto all’anno precedente. Un dato che non sorprende chi segue da tempo le dinamiche del nostro Paese, ma che dovrebbe comunque indignare e preoccupare ogni cittadino consapevole del ruolo cruciale dell’informazione in una democrazia. I motivi della retrocessione Secondo RSF, le minacce alla libertà di stampa in Italia sono molteplici e strutturali: • Le organizzazioni mafiose, soprattutto nel Sud, continuano a intimidire e condizionare i giornalisti. • Gruppi estremisti compiono atti di violenza contro chi fa informazione. • La classe politica tenta di ostacolare la libera informazione, in particolare sulle inchieste giudiziarie, attraverso la cosiddetta “legge bavaglio” che limita la pubblicazione delle intercettazioni. • Proliferano le azioni legali strumentali (le cosiddette “querele temerarie”) per intimidire, imbavagliare o punire chi cerca di raccontare fatti di interesse pubblico. Un quadro internazionale cupo, ma l’Italia spicca in negativo La situazione globale è grave: oltre metà della popolazione mondiale vive in Paesi dove la stampa è sotto attacco. In fondo alla classifica troviamo regimi notoriamente autoritari come Cina, Corea del Nord ed Eritrea. Tuttavia, l’Italia, pur restando formalmente una democrazia, mostra segnali preoccupanti di deriva autoritaria proprio nel modo in cui tratta l’informazione e chi la produce. La deriva autoritaria: segnali da non sottovalutare Il progressivo restringimento degli spazi di libertà per la stampa è un indicatore chiave della salute democratica di un Paese. In Italia, il tentativo di limitare la pubblicazione delle intercettazioni, la pressione giudiziaria sui giornalisti e la violenza – fisica e verbale – contro chi esercita il diritto di cronaca, sono segnali inequivocabili di una deriva autoritaria. Non si tratta di semplici “incidenti di percorso”, ma di una strategia sistematica volta a ridurre la capacità dei media di svolgere il loro ruolo di controllo del potere. “Il giornalismo indipendente è una spina nel fianco degli autocrati”, ricorda la direttrice generale di RSF Anja Osterhaus. Se i media sono finanziariamente in difficoltà e sotto pressione politica e giudiziaria, chi smaschererà disinformazione e propaganda? Cosa resta della democrazia senza una stampa libera? La libertà di stampa non è un lusso, ma il fondamento di ogni democrazia reale. Senza la possibilità per i giornalisti di indagare, raccontare e criticare senza timori di ritorsioni, la democrazia si svuota di significato e diventa una mera facciata. La discesa dell’Italia nella classifica RSF non è solo un dato statistico: è il sintomo di una malattia profonda che rischia di uccidere quel poco di democrazia che ancora ci resta. Conclusione Davanti a questi dati, non basta indignarsi: serve una presa di coscienza collettiva e una mobilitazione concreta per difendere la libertà di stampa. Perché dove muore l’informazione, muore anche la democrazia. E la deriva autoritaria, oggi, non è più solo una minaccia lontana, ma una realtà che avanza silenziosa, giorno dopo giorno, anche in Italia. COMMENTO all'ARTICOLO uscito oggi: https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/02/nel-mondo-la-liberta-di-stampa-e-al-minimo-storico-litalia-scende-al-49esimo-posto-il-report-di-rsf/7972129
    WWW.ILFATTOQUOTIDIANO.IT
    Nel mondo la libertà di stampa è al "minimo storico", l'Italia scende al 49esimo posto. Il report di Rsf - Il Fatto Quotidiano
    Siamo il Paese peggiore dell’Europa occidentale, scesi di ben tre posti (dal 46esimo al 49esimo) nella classifica generale. Passano gli anni e i numeri di Reporters sans frontières che riguardano la libertà di stampa per l’Italia, ma non solo, sono sempre più impietosi. Proprio alla vigilia della Giornata internazionale per la libertà di stampa, l’organizzazione …
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  • Nel documento ufficiale "Simpsonwood Memo", datato Giugno 2000, la "scienza" era già perfettamente a conoscenza della "correlazione molto significativa" fra vaccini ed autismo: hanno preferito annacquare e silenziare tutto

    In un vecchio documento che doveva rimanere privato, vi è una trascrizione verbale di un incontro svolto alla CDC, che dimostra scientificamente, tramite uno studio svolto, la "relazione statisticamente significativa" fra vaccini ed autismo.

    Eravamo nel 2000: 25 anni fa.

    Ora pensate a tutto quello che hanno fatto dopo con le varie leggi pro vaccini, fino ad arrivare alla criminale Legge Lorenzin ed alla farsa del virus immaginario, essendo perfettamente a conoscenza di questo terribile studio che mette i chiodi sulla bara di tutti questi sieri mortiferi.

    Fatalità: chi fece pubblicare questo documento, Robert F. Kennedy Jr., adesso è nella stanza dei bottoni, ovvero Segretario alla Salute dell'amministrazione Trump. Kennedy può e deve rompere il giochino a questi mostri.

    Il fatto di sapere che questi sieri abbiano conseguenze nefaste su chi li assume, li identifica in un solo modo: demoni maledetti.

    In the official document "Simpsonwood Memo", dated June 2000, "science" was already perfectly aware of the "highly significant correlation" between vaccines and autism: they preferred to water it down and silence everything

    In an old document that was supposed to remain private, there is a verbal transcript of a meeting held at the CDC, which scientifically demonstrates, through a study conducted, the "statistically significant relationship" between vaccines and autism.

    It was 2000: 25 years ago.

    Now think about everything they did afterwards with the various pro-vaccine laws, up to the criminal Lorenzin Law and the farce of the imaginary virus, being perfectly aware of this terrible study that puts the nails in the coffin of all these deadly serums.

    Fatality: the person who published this document, Robert F. Kennedy Jr., is now in the control room, namely Secretary of Health of the Trump administration. Kennedy can and must break the game of these monsters.

    The knowledge that these serums have dire consequences on those who take them identifies them in only one way: cursed demons.

    luogocomune.net

    In_Telegram_Veritas
    Nel documento ufficiale "Simpsonwood Memo", datato Giugno 2000, la "scienza" era già perfettamente a conoscenza della "correlazione molto significativa" fra vaccini ed autismo: hanno preferito annacquare e silenziare tutto In un vecchio documento che doveva rimanere privato, vi è una trascrizione verbale di un incontro svolto alla CDC, che dimostra scientificamente, tramite uno studio svolto, la "relazione statisticamente significativa" fra vaccini ed autismo. Eravamo nel 2000: 25 anni fa. Ora pensate a tutto quello che hanno fatto dopo con le varie leggi pro vaccini, fino ad arrivare alla criminale Legge Lorenzin ed alla farsa del virus immaginario, essendo perfettamente a conoscenza di questo terribile studio che mette i chiodi sulla bara di tutti questi sieri mortiferi. Fatalità: chi fece pubblicare questo documento, Robert F. Kennedy Jr., adesso è nella stanza dei bottoni, ovvero Segretario alla Salute dell'amministrazione Trump. Kennedy può e deve rompere il giochino a questi mostri. Il fatto di sapere che questi sieri abbiano conseguenze nefaste su chi li assume, li identifica in un solo modo: demoni maledetti. In the official document "Simpsonwood Memo", dated June 2000, "science" was already perfectly aware of the "highly significant correlation" between vaccines and autism: they preferred to water it down and silence everything In an old document that was supposed to remain private, there is a verbal transcript of a meeting held at the CDC, which scientifically demonstrates, through a study conducted, the "statistically significant relationship" between vaccines and autism. It was 2000: 25 years ago. Now think about everything they did afterwards with the various pro-vaccine laws, up to the criminal Lorenzin Law and the farce of the imaginary virus, being perfectly aware of this terrible study that puts the nails in the coffin of all these deadly serums. Fatality: the person who published this document, Robert F. Kennedy Jr., is now in the control room, namely Secretary of Health of the Trump administration. Kennedy can and must break the game of these monsters. The knowledge that these serums have dire consequences on those who take them identifies them in only one way: cursed demons. luogocomune.net 🔗 In_Telegram_Veritas
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  • VENTOTENE - UN TORTO CIASCUNO (E UNA FIGURACCIA PER TUTTI)
    Parlamento Show

    Ci siamo cascati di nuovo…
    Chiedere maturità a questo Paese è come aspettarsi puntualità da un treno regionale: romantico, ma inutile. Ogni volta ripetiamo gli stessi errori, con la stessa tenacia con cui si difendono i parcheggi abusivi o le pizze surgelate.

    Con sanità al collasso, carovita, disoccupazione e un Paese in apnea… davvero, davvero, c’era bisogno di dissotterrare un documento fondativo della democrazia europea solo per fare a gara a chi lo cita peggio?
    E ovviamente, come ogni settimana che si rispetti, lo scontro politico si riduce a un teatrino da bar sport. Stavolta con ospite d’onore: il Manifesto di Ventotene.

    ❗️ Ma davvero non c’era un altro modo per affrontare il tema guerra-Ucraina-riarmo? Davvero non c’erano 100mila sfumature ideologiche possibili per parlarne con serietà?

    Come cittadini (e come comitati), ci stiamo sbattendo per portare avanti proposte concrete contro questo nuovo “Re-Arm”.
    E cosa fa il Parlamento? Ci regala l’ennesimo show tragicomico, in cui il torto – per equità e buon senso – va equamente distribuito a destra e a manca. Una standing ovation bipartisan dell’imbarazzo.

    ❗️❗️Un testo può anche essere anacronistico, superato, distante dal contesto storico che viviamo.
    Mai mi sognerei di applicare oggi, alla lettera, le teorie di un Bakunin o le leggi di Hammurabi.
    Ma una cosa è certa: non possono diventare pretesti beceri per prenderci a schiaffi ideologici.
    Citare fuori contesto, deformare, banalizzare: questo non è dibattito, è solo rumore.

    La polemica parte quando Giorgia Meloni decide di citare (con amorevole selettività) alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene durante un intervento alla Camera.
    Cita cose tipo:
    «La rivoluzione europea dovrà essere socialista»
    e
    «La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta»
    e chiude il siparietto con: «Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia».
    Standing ovation? Macché. Bagno di fischi.
    L'opposizione insorge, accusa la Premier di aver tagliato e incollato frasi fuori contesto per affondare uno dei pilastri dell'antifascismo e dell’integrazione europea.
    Risultato? Rissa verbale, cori da stadio, e indignazione a comando. Applausi registrati.
    Anche al Senato non si fanno mancare nulla: la bagarre continua, come da copione.

    Ora io mi domando (e domando anche a voi):
    Come si può pretendere che la politica torni a essere credibile, attraente, interessante, se continua a dimostrarsi così profondamente scollegata dalla realtà?
    Tiriamo fuori Ventotene come se fosse il Capitale di Marx al discount per discutere di inflazione e proprietà privata. Ok, l'esercizio storico va anche bene... ma intanto si perde fottutamente tempo.
    Da una parte, chi taglia frasi a caso per farci polemica a favore.
    Dall’altra, chi reagisce come se fossimo al derby Lazio-Roma.
    Nel mezzo, il dibattito vero – tipo quello sul riarmo – che finisce nel cassetto, insieme al buonsenso.

    E noi cittadini? Sempre più stanchi. Sempre più lontani. Sempre più presi per il culo.
    Forse chiedere contesto, serietà e rispetto delle priorità è troppo.
    Nel dubbio, attendiamo che questo delirio si estingua da solo.
    Povera Italia.

    #Ventotene #Meloni #ManifestoDiVentotene #PoliticaItaliana #ReArm #Parlamento #Europa #Antifascismo #Bagarre #TeatroDellaPolitica #SatiraPolitica #poveraitalia
    VENTOTENE - UN TORTO CIASCUNO (E UNA FIGURACCIA PER TUTTI) 🇮🇹🤡 Parlamento Show Ci siamo cascati di nuovo… 🤦‍♂️ Chiedere maturità a questo Paese è come aspettarsi puntualità da un treno regionale: romantico, ma inutile. Ogni volta ripetiamo gli stessi errori, con la stessa tenacia con cui si difendono i parcheggi abusivi o le pizze surgelate. Con sanità al collasso, carovita, disoccupazione e un Paese in apnea… davvero, davvero, c’era bisogno di dissotterrare un documento fondativo della democrazia europea solo per fare a gara a chi lo cita peggio? E ovviamente, come ogni settimana che si rispetti, lo scontro politico si riduce a un teatrino da bar sport. Stavolta con ospite d’onore: il Manifesto di Ventotene. 👉❗️ Ma davvero non c’era un altro modo per affrontare il tema guerra-Ucraina-riarmo? Davvero non c’erano 100mila sfumature ideologiche possibili per parlarne con serietà? Come cittadini (e come comitati), ci stiamo sbattendo per portare avanti proposte concrete contro questo nuovo “Re-Arm”. E cosa fa il Parlamento? Ci regala l’ennesimo show tragicomico, in cui il torto – per equità e buon senso – va equamente distribuito a destra e a manca. Una standing ovation bipartisan dell’imbarazzo. 👏 👉❗️❗️Un testo può anche essere anacronistico, superato, distante dal contesto storico che viviamo. Mai mi sognerei di applicare oggi, alla lettera, le teorie di un Bakunin o le leggi di Hammurabi. Ma una cosa è certa: non possono diventare pretesti beceri per prenderci a schiaffi ideologici. Citare fuori contesto, deformare, banalizzare: questo non è dibattito, è solo rumore. 😱La polemica parte quando Giorgia Meloni decide di citare (con amorevole selettività) alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene durante un intervento alla Camera. Cita cose tipo: «La rivoluzione europea dovrà essere socialista» e «La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta» e chiude il siparietto con: «Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia». Standing ovation? Macché. Bagno di fischi. 🎭 L'opposizione insorge, accusa la Premier di aver tagliato e incollato frasi fuori contesto per affondare uno dei pilastri dell'antifascismo e dell’integrazione europea. Risultato? Rissa verbale, cori da stadio, e indignazione a comando. Applausi registrati. Anche al Senato non si fanno mancare nulla: la bagarre continua, come da copione. Ora io mi domando (e domando anche a voi): Come si può pretendere che la politica torni a essere credibile, attraente, interessante, se continua a dimostrarsi così profondamente scollegata dalla realtà? Tiriamo fuori Ventotene come se fosse il Capitale di Marx al discount per discutere di inflazione e proprietà privata. Ok, l'esercizio storico va anche bene... ma intanto si perde fottutamente tempo. Da una parte, chi taglia frasi a caso per farci polemica a favore. Dall’altra, chi reagisce come se fossimo al derby Lazio-Roma. Nel mezzo, il dibattito vero – tipo quello sul riarmo – che finisce nel cassetto, insieme al buonsenso. E noi cittadini? Sempre più stanchi. Sempre più lontani. Sempre più presi per il culo. Forse chiedere contesto, serietà e rispetto delle priorità è troppo. Nel dubbio, attendiamo che questo delirio si estingua da solo. Povera Italia. 🇮🇹 #Ventotene #Meloni #ManifestoDiVentotene #PoliticaItaliana #ReArm #Parlamento #Europa #Antifascismo #Bagarre #TeatroDellaPolitica #SatiraPolitica #poveraitalia
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  • SALVATE IL SOLDATO ZELENSKY
    Diplomazia o spettacolo? Il paradosso della politica internazionale

    La saggezza popolare suggerisce che chi è più maturo lo dimostri con i fatti. Ma osservando la gestione della crisi internazionale, la maturità sembra un valore in declino. Se la pace deve dipendere da logiche di potere e dinamiche mediatiche, allora lo scenario è tutt'altro che rassicurante. L’incontro di ieri alla Casa Bianca—se così si può definire—ha rappresentato un ulteriore episodio di imbarazzo e stallo, con la cacciata di Zelensky e l'annullamento della conferenza stampa di rito. Un momento che, al di là delle simpatie e delle narrazioni di parte, impone riflessioni profonde su ciò che è rimasto della diplomazia internazionale.

    Il tramonto della diplomazia tradizionale. L'incontro tra il presidente-tycoon Trump e il "soldato" Zelensky ha sancito definitivamente un cambio di paradigma: il dialogo diplomatico, inteso come disciplina dell'equilibrio e del confronto strategico, sembra superato. Al suo posto, domina la logica dello show system, in linea con una politica ormai plasmata dalle dinamiche mediatiche e dallo spin doctoring degli apparati governativi. La gestione delle crisi è diventata un prodotto da confezionare per il pubblico globale, più che un processo da costruire con lucidità.

    Spettacolarizzazione e trasparenza distorta. La trattativa di pace, per sua natura, richiederebbe discrezione, strategia e negoziati approfonditi. Tuttavia, oggi il concetto di trasparenza è spesso utilizzato per giustificare una narrazione spettacolare degli eventi, trasformando la politica estera in un format da prime time. Churchill e altri grandi leader hanno scritto la storia senza la necessità di telecamere accese: il loro peso politico derivava dall'azione, non dalla messinscena.

    L'Europa? Spettatore passivo. I nostri leader, invece di mantenere una posizione neutrale e responsabile, continuano a farsi trascinare nel tifo da stadio, difendendo l’aggredito di turno che viene però trattato dagli USA come un venditore porta a porta. L'Italia? Ancora una volta in una posizione defilata, intrappolata nella sua insignificanza politica. E ora che si fa? Un altro summit tra alleati? Certo, ma magari senza isterismi da prima serata.

    Una narrazione mediatica tossica. Oggi, i titoli dei media parlano di "agguato", "trappola", "sberla diplomatica". Un linguaggio volutamente incendiario, che contribuisce ad alimentare una guerra psicologica ancor prima che militare. Ma il vero punto non è l'ennesimo scontro verbale tra leader, né la prevedibile rigidità delle loro posizioni. Il tema centrale è la totale assenza di una visione diplomatica autentica.

    L'incontro di ieri non è stato un passo avanti, né una svolta strategica. È stato un capitolo inutile, privo di sostanza e prospettiva. Da archiviare immediatamente.

    #TrumpVsZelensky #Geopolitica #CasaBianca #ShowPolitico #UkraineCrisis #politicainternazionale
    SALVATE IL SOLDATO ZELENSKY 🎭 Diplomazia o spettacolo? Il paradosso della politica internazionale La saggezza popolare suggerisce che chi è più maturo lo dimostri con i fatti. Ma osservando la gestione della crisi internazionale, la maturità sembra un valore in declino. Se la pace deve dipendere da logiche di potere e dinamiche mediatiche, allora lo scenario è tutt'altro che rassicurante. L’incontro di ieri alla Casa Bianca—se così si può definire—ha rappresentato un ulteriore episodio di imbarazzo e stallo, con la cacciata di Zelensky e l'annullamento della conferenza stampa di rito. Un momento che, al di là delle simpatie e delle narrazioni di parte, impone riflessioni profonde su ciò che è rimasto della diplomazia internazionale. ⚫ Il tramonto della diplomazia tradizionale. L'incontro tra il presidente-tycoon Trump e il "soldato" Zelensky ha sancito definitivamente un cambio di paradigma: il dialogo diplomatico, inteso come disciplina dell'equilibrio e del confronto strategico, sembra superato. Al suo posto, domina la logica dello show system, in linea con una politica ormai plasmata dalle dinamiche mediatiche e dallo spin doctoring degli apparati governativi. La gestione delle crisi è diventata un prodotto da confezionare per il pubblico globale, più che un processo da costruire con lucidità. ⚫ Spettacolarizzazione e trasparenza distorta. La trattativa di pace, per sua natura, richiederebbe discrezione, strategia e negoziati approfonditi. Tuttavia, oggi il concetto di trasparenza è spesso utilizzato per giustificare una narrazione spettacolare degli eventi, trasformando la politica estera in un format da prime time. Churchill e altri grandi leader hanno scritto la storia senza la necessità di telecamere accese: il loro peso politico derivava dall'azione, non dalla messinscena. ⚫ L'Europa? Spettatore passivo. I nostri leader, invece di mantenere una posizione neutrale e responsabile, continuano a farsi trascinare nel tifo da stadio, difendendo l’aggredito di turno che viene però trattato dagli USA come un venditore porta a porta. L'Italia? Ancora una volta in una posizione defilata, intrappolata nella sua insignificanza politica. E ora che si fa? Un altro summit tra alleati? Certo, ma magari senza isterismi da prima serata. ⚫ Una narrazione mediatica tossica. Oggi, i titoli dei media parlano di "agguato", "trappola", "sberla diplomatica". Un linguaggio volutamente incendiario, che contribuisce ad alimentare una guerra psicologica ancor prima che militare. Ma il vero punto non è l'ennesimo scontro verbale tra leader, né la prevedibile rigidità delle loro posizioni. Il tema centrale è la totale assenza di una visione diplomatica autentica. L'incontro di ieri non è stato un passo avanti, né una svolta strategica. È stato un capitolo inutile, privo di sostanza e prospettiva. Da archiviare immediatamente. #TrumpVsZelensky #Geopolitica #CasaBianca #ShowPolitico #UkraineCrisis #politicainternazionale
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  • Trentadue anni fa Amato, di notte, prelevò soldi sui conti degli italiani. Il ricordo di Monorchio, ex ragioniere dello Stato.
    Andrea Monorchio, 32 anni dopo, svela cosa è successo la notte del prelievo forzoso sui conti degli italiani. Si sono infatti riaccesi i riflettori su ciò che accadde tra il 9 e il 10 luglio 1992, quando il governo Amato operò un prelievo forzoso del 6 per mille su tutti i depositi bancari. Si trattò di una mossa senza precedenti per quanto riguarda la storia del nostro Paese, una norma varata per fronteggiare la speculazione dei mercati che si stavano accanendo sulla lira. Ma il provvedimento non sortì l’effetto sperato: l’economia italiana rimase comunque sull’orlo della recessione.
    “La decisione fu assunta in un incontro tra il presidente del Consiglio e il ministro delle Finanze Giovanni Goria – ha raccontato Monorchio al Corriere della Sera -. Era notte fonda ed eravamo riuniti a Palazzo Chigi, alle prese con i numeri della manovra. Mancavano tra i sei e gli ottomila miliardi. A un certo punto – ha proseguito – Goria disse ad Amato: ‘Andiamo di là’. Tornarono dopo venti minuti e il premier disse ai ministri: ‘Potete andare a dormire. Non lei Monorchio‘”.

    Come spiegato dal diretto interessato, Monorchio rimase del tutto allo scuro delle intenzioni di Amato: “La decisione del prelievo forzoso fu tenuta segreta per evidenti motivi: se fosse trapelato qualcosa il sistema sarebbe collassato. Nessuno fu informato: non i ministri, non il capo dello Stato e nemmeno il governatore di Bankitalia”.

    “Amato semplicemente la saltò – ha sottolineato Monorchio -. Quando verranno desecretati i verbali della riunione, si vedrà che tra i provvedimenti citati quello del prelievo forzoso non è agli atti. Per non menzionarlo, il premier si trincerò dietro una sorta di scioglilingua e passò avanti. La decisione rimase segreta fino alla sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale”. Non solo: quando la misura fu ufficializzata, “il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, che era solito chiamarmi ogni giorno, quella volta non chiamò. Ciampi (allora governatore di Bankitalia) invece andò su tutte le furie. Chiamò Amato ed ebbe con lui uno scontro verbale violento”.
    L’85enne economista ribadisce che non era d’accordo con la misura e lascia intendere che fosse evitabile. Tuttavia, “tra le urla del governatore di Bankitalia e il silenzio del presidente della Repubblica, l’Italia alla fine si salvò“.
    Trentadue anni fa Amato, di notte, prelevò soldi sui conti degli italiani. Il ricordo di Monorchio, ex ragioniere dello Stato. Andrea Monorchio, 32 anni dopo, svela cosa è successo la notte del prelievo forzoso sui conti degli italiani. Si sono infatti riaccesi i riflettori su ciò che accadde tra il 9 e il 10 luglio 1992, quando il governo Amato operò un prelievo forzoso del 6 per mille su tutti i depositi bancari. Si trattò di una mossa senza precedenti per quanto riguarda la storia del nostro Paese, una norma varata per fronteggiare la speculazione dei mercati che si stavano accanendo sulla lira. Ma il provvedimento non sortì l’effetto sperato: l’economia italiana rimase comunque sull’orlo della recessione. “La decisione fu assunta in un incontro tra il presidente del Consiglio e il ministro delle Finanze Giovanni Goria – ha raccontato Monorchio al Corriere della Sera -. Era notte fonda ed eravamo riuniti a Palazzo Chigi, alle prese con i numeri della manovra. Mancavano tra i sei e gli ottomila miliardi. A un certo punto – ha proseguito – Goria disse ad Amato: ‘Andiamo di là’. Tornarono dopo venti minuti e il premier disse ai ministri: ‘Potete andare a dormire. Non lei Monorchio‘”. Come spiegato dal diretto interessato, Monorchio rimase del tutto allo scuro delle intenzioni di Amato: “La decisione del prelievo forzoso fu tenuta segreta per evidenti motivi: se fosse trapelato qualcosa il sistema sarebbe collassato. Nessuno fu informato: non i ministri, non il capo dello Stato e nemmeno il governatore di Bankitalia”. “Amato semplicemente la saltò – ha sottolineato Monorchio -. Quando verranno desecretati i verbali della riunione, si vedrà che tra i provvedimenti citati quello del prelievo forzoso non è agli atti. Per non menzionarlo, il premier si trincerò dietro una sorta di scioglilingua e passò avanti. La decisione rimase segreta fino alla sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale”. Non solo: quando la misura fu ufficializzata, “il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, che era solito chiamarmi ogni giorno, quella volta non chiamò. Ciampi (allora governatore di Bankitalia) invece andò su tutte le furie. Chiamò Amato ed ebbe con lui uno scontro verbale violento”. L’85enne economista ribadisce che non era d’accordo con la misura e lascia intendere che fosse evitabile. Tuttavia, “tra le urla del governatore di Bankitalia e il silenzio del presidente della Repubblica, l’Italia alla fine si salvò“.
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  • ESPLOSIVO: "I verbali del CTS (comitato tecnico-scientifico) certificano la presenza di un rappresentante della NATO alla riunione del 5 marzo del 2020"

    Un contributo fondamentale di PressKit che ricostruisce la vicenda a partire dalla denuncia dell’avv. Oddo e dai verbali desecretati. L’anello mancante per comprendere il legame fra le Istituzioni nazionali ed il coordinamento della NATO nella gestione “Corona”, dalle prime misure alla campagna pseudo-vaccinale.

    “Dopo le prime battute, in cui l’onorevole Ministro Speranza, parlando con i membri del comitato, afferma che alcune loro dichiarazioni nei giorni precedenti hanno creato disorientamento, viene introdotto il Generale Bonfiglio [...] appartenente al Punto Nato UEO del DPC [...] Ma che cos’è l’UEO? L’UEO è l’Unione dell’Europa Occidentale, un organo della NATO che, per quello che risulta, non dovrebbe più esistere dal 2011.”
    “il Generale Bonfiglio ricorda gli impegni relativi alla trattazione di documentazione riservata, sottolineando che la trasmissione dei documenti prodotti dal CTS avverrà d’ora in avanti tramite il Punto Nato UEO del DPC (Protezione Civile, ndr) e il Ministero della Salute.”
    “Questo è molto interessante per capire la portata di ciò che stiamo analizzando. In un verbale riguardante ricercatori, studiosi e scienziati che si occupano della salute pubblica, improvvisamente interviene un rappresentante della NATO, il Generale Bonfiglio, che a quanto pare non è rintracciabile online. Interviene e si frappone tra il CTS e i suoi componenti, dichiarando che da quel momento in poi tutto sarebbe passato attraverso la NATO.”
    “Nello stesso giorno, il 5 marzo 2020, al Pentagono si tiene una conferenza stampa, in cui alti esponenti del Dipartimento della Difesa americano discutono dello sviluppo di un vaccino contro il coronavirus.”
    Un tassello importante per capire e legare fra loro alcuni degli avvenimenti più importanti e drammatici della storia recente del nostro Paese, e non solo.

    Qui l’articolo https://presskit.it/2024/09/27/verbali-del-cts-certificano-la-presenza-un-rappresentate-della-nato-alla-riunione-del-5-marzo-del-2020-avv-andrea-oddo-lo-giorno-pentagono-parla-vaccini-quindi-non-lo-diceva-la-sc/

    Qui i verbali desecretati https://github.com/pcm-dpc/COVID-19-Verbali-CTS/blob/master/elenco-verbali.md

    Fonte: https://t.me/canalemiracolomilano
    🛑 🛑 ESPLOSIVO: "I verbali del CTS (comitato tecnico-scientifico) certificano la presenza di un rappresentante della NATO alla riunione del 5 marzo del 2020" 👉 Un contributo fondamentale di PressKit che ricostruisce la vicenda a partire dalla denuncia dell’avv. Oddo e dai verbali desecretati. L’anello mancante per comprendere il legame fra le Istituzioni nazionali ed il coordinamento della NATO nella gestione “Corona”, dalle prime misure alla campagna pseudo-vaccinale. “Dopo le prime battute, in cui l’onorevole Ministro Speranza, parlando con i membri del comitato, afferma che alcune loro dichiarazioni nei giorni precedenti hanno creato disorientamento, viene introdotto il Generale Bonfiglio [...] appartenente al Punto Nato UEO del DPC [...] Ma che cos’è l’UEO? L’UEO è l’Unione dell’Europa Occidentale, un organo della NATO che, per quello che risulta, non dovrebbe più esistere dal 2011.” “il Generale Bonfiglio ricorda gli impegni relativi alla trattazione di documentazione riservata, sottolineando che la trasmissione dei documenti prodotti dal CTS avverrà d’ora in avanti tramite il Punto Nato UEO del DPC (Protezione Civile, ndr) e il Ministero della Salute.” “Questo è molto interessante per capire la portata di ciò che stiamo analizzando. In un verbale riguardante ricercatori, studiosi e scienziati che si occupano della salute pubblica, improvvisamente interviene un rappresentante della NATO, il Generale Bonfiglio, che a quanto pare non è rintracciabile online. Interviene e si frappone tra il CTS e i suoi componenti, dichiarando che da quel momento in poi tutto sarebbe passato attraverso la NATO.” “Nello stesso giorno, il 5 marzo 2020, al Pentagono si tiene una conferenza stampa, in cui alti esponenti del Dipartimento della Difesa americano discutono dello sviluppo di un vaccino contro il coronavirus.” Un tassello importante per capire e legare fra loro alcuni degli avvenimenti più importanti e drammatici della storia recente del nostro Paese, e non solo. Qui l’articolo 👉 https://presskit.it/2024/09/27/verbali-del-cts-certificano-la-presenza-un-rappresentate-della-nato-alla-riunione-del-5-marzo-del-2020-avv-andrea-oddo-lo-giorno-pentagono-parla-vaccini-quindi-non-lo-diceva-la-sc/ Qui i verbali desecretati 👉 https://github.com/pcm-dpc/COVID-19-Verbali-CTS/blob/master/elenco-verbali.md Fonte: https://t.me/canalemiracolomilano
    PRESSKIT.IT
    I Verbali del Cts certificano la presenza un rappresentate della Nato alla riunione del 5 marzo del 2020, avv. Andrea Oddo. “Lo stesso giorno il Pentagono parla di vaccini…quindi non lo diceva la scienza”
    Seguici su Telegram “Esaminiamo il verbale numero 19 del 5 marzo 2020. In sostanza, cosa accade in questa seduta del CTS? Dopo le prime battute, in cui l’onorevole Ministro Speranza, parlando con i membri del comitato, afferma che alcune loro dichiarazioni nei giorni precedenti hanno creato disorientamento, viene introdotto il Generale Bonfiglio”, denuncia l’avv. Andrea …
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  • L'International Boxing Association (IBA) ritiene opportuno affrontare le recenti dichiarazioni dei media riguardanti gli atleti Lin Yu-ting e Imane Khelif, in particolare per quanto riguarda la loro partecipazione ai Giochi olimpici di Parigi 2024.

    Desideriamo fare le seguenti osservazioni a riguardo:

    Il 24 marzo 2023, l'IBA ha squalificato gli atleti Lin Yu-ting e Imane Khelif dagli IBA Women's World Boxing Championships di Nuova Delhi 2023. Questa squalifica è stata il risultato del loro mancato rispetto dei criteri di ammissibilità per la partecipazione alla competizione femminile, come stabilito nei regolamenti IBA. Questa decisione, presa dopo un'attenta revisione, è stata estremamente importante e necessaria per mantenere il livello di correttezza e la massima integrità della competizione.

    Da notare che gli atleti non sono stati sottoposti a un esame del testosterone, ma sono stati sottoposti a un test separato e riconosciuto, i cui dettagli rimangono riservati. Questo test ha indicato in modo conclusivo che entrambe le atlete non soddisfacevano i criteri di ammissibilità necessari richiesti e sono state ritenute avere vantaggi competitivi rispetto alle altre atlete.

    La decisione presa dall'IBA il 24 marzo 2023 è stata successivamente ratificata dal Consiglio di amministrazione dell'IBA il 25 marzo 2023. Il verbale ufficiale di questa decisione è disponibile sul sito Web dell'IBA.

    La squalifica si basava su due test condotti su entrambe le atlete come segue:

    Test eseguito durante i Campionati mondiali di boxe femminile IBA a Istanbul 2022.
    Test eseguito durante i Campionati mondiali di boxe femminile IBA a Nuova Delhi 2023.

    Per chiarezza.

    Lin Yu-ting non ha presentato ricorso contro la decisione dell'IBA alla Corte arbitrale dello sport (CAS), rendendo così la decisione legalmente vincolante.
    Imane Khelif ha inizialmente presentato ricorso contro la decisione al CAS, ma ha ritirato il ricorso durante il processo, rendendo anche lei la decisione dell'IBA legalmente vincolante. I nostri comitati hanno esaminato e approvato rigorosamente la decisione presa durante i Campionati del mondo. Mentre l'IBA rimane impegnata a garantire l'equità competitiva in tutti i nostri eventi, esprimiamo preoccupazione per l'applicazione incoerente dei criteri di ammissibilità da parte di altre organizzazioni sportive, comprese quelle che supervisionano i Giochi olimpici. Le diverse normative del CIO su queste questioni, in cui l'IBA non è coinvolta, sollevano seri interrogativi sia sull'equità competitiva che sulla sicurezza degli atleti.

    Per chiarimenti sul motivo per cui il CIO consente agli atleti con vantaggi competitivi di competere nei propri eventi, invitiamo le parti interessate a cercare risposte direttamente dal CIO.

    Cordiali saluti,

    International Boxing Association

    https://www.iba.sport/news/statement-made-by-the-international-boxing-association-regarding-athletes-disqualifications-in-world-boxing-championships-2023/?fbclid=IwY2xjawEdSG1leHRuA2FlbQIxMQABHXEdVVSNEEor82OeysdLqhUb6xdtl24MOq34DfVJaWUKBGBTS5Hes7n5Mg_aem_Ld-HxiymIK_4DLcl2-uGTA
    L'International Boxing Association (IBA) ritiene opportuno affrontare le recenti dichiarazioni dei media riguardanti gli atleti Lin Yu-ting e Imane Khelif, in particolare per quanto riguarda la loro partecipazione ai Giochi olimpici di Parigi 2024. Desideriamo fare le seguenti osservazioni a riguardo: Il 24 marzo 2023, l'IBA ha squalificato gli atleti Lin Yu-ting e Imane Khelif dagli IBA Women's World Boxing Championships di Nuova Delhi 2023. Questa squalifica è stata il risultato del loro mancato rispetto dei criteri di ammissibilità per la partecipazione alla competizione femminile, come stabilito nei regolamenti IBA. Questa decisione, presa dopo un'attenta revisione, è stata estremamente importante e necessaria per mantenere il livello di correttezza e la massima integrità della competizione. Da notare che gli atleti non sono stati sottoposti a un esame del testosterone, ma sono stati sottoposti a un test separato e riconosciuto, i cui dettagli rimangono riservati. Questo test ha indicato in modo conclusivo che entrambe le atlete non soddisfacevano i criteri di ammissibilità necessari richiesti e sono state ritenute avere vantaggi competitivi rispetto alle altre atlete. La decisione presa dall'IBA il 24 marzo 2023 è stata successivamente ratificata dal Consiglio di amministrazione dell'IBA il 25 marzo 2023. Il verbale ufficiale di questa decisione è disponibile sul sito Web dell'IBA. La squalifica si basava su due test condotti su entrambe le atlete come segue: Test eseguito durante i Campionati mondiali di boxe femminile IBA a Istanbul 2022. Test eseguito durante i Campionati mondiali di boxe femminile IBA a Nuova Delhi 2023. Per chiarezza. Lin Yu-ting non ha presentato ricorso contro la decisione dell'IBA alla Corte arbitrale dello sport (CAS), rendendo così la decisione legalmente vincolante. Imane Khelif ha inizialmente presentato ricorso contro la decisione al CAS, ma ha ritirato il ricorso durante il processo, rendendo anche lei la decisione dell'IBA legalmente vincolante. I nostri comitati hanno esaminato e approvato rigorosamente la decisione presa durante i Campionati del mondo. Mentre l'IBA rimane impegnata a garantire l'equità competitiva in tutti i nostri eventi, esprimiamo preoccupazione per l'applicazione incoerente dei criteri di ammissibilità da parte di altre organizzazioni sportive, comprese quelle che supervisionano i Giochi olimpici. Le diverse normative del CIO su queste questioni, in cui l'IBA non è coinvolta, sollevano seri interrogativi sia sull'equità competitiva che sulla sicurezza degli atleti. Per chiarimenti sul motivo per cui il CIO consente agli atleti con vantaggi competitivi di competere nei propri eventi, invitiamo le parti interessate a cercare risposte direttamente dal CIO. Cordiali saluti, International Boxing Association https://www.iba.sport/news/statement-made-by-the-international-boxing-association-regarding-athletes-disqualifications-in-world-boxing-championships-2023/?fbclid=IwY2xjawEdSG1leHRuA2FlbQIxMQABHXEdVVSNEEor82OeysdLqhUb6xdtl24MOq34DfVJaWUKBGBTS5Hes7n5Mg_aem_Ld-HxiymIK_4DLcl2-uGTA
    WWW.IBA.SPORT
    Statement made by the International Boxing Association regarding Athletes Disqualifications in World Boxing Championships 2023
    As stated, the International Boxing Association (IBA) feels it appropriate at this prevalent time, to address recent media statements regarding those athletes Lin Yu-ting and Imane Khelif, particularly regarding their participation in the Paris Olympic Games 2024. We wish to make ...
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