• CONTINUIAMO a SOSTENERE L'UCRAINA? ECCO DOVE VANNO I NOSTRI SOLDI. E gli ITALIANI SEMPRE PIÙ POVERI!!!
    Travaglio sul Nove: "
    Così Marco Travaglio, ospite di Accordi&Disaccordi, il talk condotto da Luca Sommi con la partecipazione di Marco Travaglio e Andrea Scanzi, in onda il s...
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/11/16/travaglio-sul-nove-corruzione-in-ucraina-mentre-i-soldati-muoiono-al-fronte-ce-chi-si-siede-sulla-tazza-del-cesso-doro-massiccio/8197016/
    CONTINUIAMO a SOSTENERE L'UCRAINA? ECCO DOVE VANNO I NOSTRI SOLDI. E gli ITALIANI SEMPRE PIÙ POVERI!!! Travaglio sul Nove: " Così Marco Travaglio, ospite di Accordi&Disaccordi, il talk condotto da Luca Sommi con la partecipazione di Marco Travaglio e Andrea Scanzi, in onda il s... https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/11/16/travaglio-sul-nove-corruzione-in-ucraina-mentre-i-soldati-muoiono-al-fronte-ce-chi-si-siede-sulla-tazza-del-cesso-doro-massiccio/8197016/
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  • EFFETTO MAMDA – yes, but… calma

    Quando si percepiscono venti di cambiamento, parole di speranza e propositi basati su solidarietà e bene comune, è umano lasciarsi trascinare.
    Ci emozioniamo, ci esaltiamo, sentiamo di nuovo che “qualcosa si muove”.

    Ma — proprio perché di illusioni ne abbiamo collezionate parecchie — un po’ di prudenza civica non guasta.

    È un bel risultato, quello dei cittadini di New York con l’elezione di Zhoran Mamdani. Faccia pulita, linguaggio diretto, spirito socialdemocratico e un programma che mette al centro i diritti di tutti.
    Bello, ispirante. Ma da qui a farne un modello da importare chiavi in mano per Milano... calma.

    Negli ultimi giorni si è scatenata una specie di febbre da “Effetto Mamda”: c’è chi sogna di trovare un sindaco simile, chi lancia sondaggi come se si trattasse di un casting per il Grande Fratello della politica civica. Tutto comprensibile. Ma davvero crediamo che basti un volto giovane e carismatico per rimettere in sesto una città ferita da anni di malgoverno e autoreferenzialità?
    Non è pessimismo, ma memoria. E qualche punto fermo ci serve per non ripetere gli stessi errori

    Tre cose semplici da considerare:

    1️⃣ Milano non è New York.
    Le due città hanno morfologie, mix sociali e strutture urbanistiche profondamente diverse. Laddove New York è un mosaico di distretti autonomi e di comunità organizzate, Milano vive ancora una rigida centralizzazione amministrativa e un’urbanistica spesso piegata agli interessi immobiliari. I modelli non si “esportano”: si contestualizzano.
    Forse ora come ora qualunque schema ci sembra "oro colato" davanti al fallimento del "Modello Milano".

    2️⃣ Basta con l’uomo solo al comando.
    L’eroe solitario, bello e magnetico come un dio pagano, non serve più. Lo abbiamo visto, lo abbiamo applaudito, e troppe volte ci ha deluso. Il cambiamento vero nasce dal lavoro collettivo, dalle reti civiche, dalla condivisione del potere decisionale.
    Ma a patto che sapremo guardare oltre la concorrenza fra i nostri gruppi politici di opposizione e mettendo da parte le mire personali. Altrimenti la disfatta del 2021 sarà la stessa. Basta guardarsi in cagnesco quindi e ripartiamo.

    3️⃣ Le intenzioni non bastano.
    Stiamo già brindando a un cambiamento che deve ancora tradursi in politiche concrete. È un po’ come il Nobel a Obama: simbolico, ma prematuro. Dietro ogni volto nuovo serve un progetto, una visione collettiva e strutturata.

    E quindi?

    Non è questione di non credere al cambiamento. È questione di non farsi incantare dai riflessi del cambiamento apparente.

    Per Milano, serve una rotta chiara:

    Un candidato empatico ma circondato da una squadra forte, capace di ricucire il legame fra istituzioni e cittadini. Il leader da solo non basta più.

    Un programma concreto, pochi punti ma chiari, costruiti dai quartieri verso il centro. Basta libri dei sogni, servono agende nate dal basso: dal trasporto pubblico all’abitare, dalla giustizia sociale alla qualità della vita.

    Un patto civico nuovo, dove le Municipalità non siano più la “Serie B” della politica, ma il cuore pulsante del cambiamento reale.

    Milano non ha bisogno di un Messia o di un guru come di un profeta, ma di un’etica pubblica nuova.
    Una mentalità diversa, che parta da noi cittadini attivi. Perché senza una spinta collettiva, nemmeno il “Mamdani” più ispirato potrà salvarci.
    Va bene esultare, sognare, farsi contagiare da un entusiasmo sano.
    Ma ricordiamoci che ogni sbornia finisce… e il lunedì arriva per tutti.


    In bocca al lupo, “Mamda”. Ora tocca a noi.
    Posiamo i calici e mettiamoci al lavoro.

    #EffettoMamda #MilanoCivica #PoliticaConcreta #CambiamentoVero #LeadershipDiffusa #Partecipazione #CittàCheCambia #AttivismoCivico
    ✳️ EFFETTO MAMDA – yes, but… calma ✳️ Quando si percepiscono venti di cambiamento, parole di speranza e propositi basati su solidarietà e bene comune, è umano lasciarsi trascinare. Ci emozioniamo, ci esaltiamo, sentiamo di nuovo che “qualcosa si muove”. Ma — proprio perché di illusioni ne abbiamo collezionate parecchie — un po’ di prudenza civica non guasta. ✋ È un bel risultato, quello dei cittadini di New York con l’elezione di Zhoran Mamdani. Faccia pulita, linguaggio diretto, spirito socialdemocratico e un programma che mette al centro i diritti di tutti. Bello, ispirante. Ma da qui a farne un modello da importare chiavi in mano per Milano... calma. Negli ultimi giorni si è scatenata una specie di febbre da “Effetto Mamda”: c’è chi sogna di trovare un sindaco simile, chi lancia sondaggi come se si trattasse di un casting per il Grande Fratello della politica civica. Tutto comprensibile. Ma davvero crediamo che basti un volto giovane e carismatico per rimettere in sesto una città ferita da anni di malgoverno e autoreferenzialità? Non è pessimismo, ma memoria. E qualche punto fermo ci serve per non ripetere gli stessi errori 👇 ⚖️ Tre cose semplici da considerare: 1️⃣ Milano non è New York. Le due città hanno morfologie, mix sociali e strutture urbanistiche profondamente diverse. Laddove New York è un mosaico di distretti autonomi e di comunità organizzate, Milano vive ancora una rigida centralizzazione amministrativa e un’urbanistica spesso piegata agli interessi immobiliari. I modelli non si “esportano”: si contestualizzano. Forse ora come ora qualunque schema ci sembra "oro colato" davanti al fallimento del "Modello Milano". 2️⃣ Basta con l’uomo solo al comando. L’eroe solitario, bello e magnetico come un dio pagano, non serve più. Lo abbiamo visto, lo abbiamo applaudito, e troppe volte ci ha deluso. Il cambiamento vero nasce dal lavoro collettivo, dalle reti civiche, dalla condivisione del potere decisionale. Ma a patto che sapremo guardare oltre la concorrenza fra i nostri gruppi politici di opposizione e mettendo da parte le mire personali. Altrimenti la disfatta del 2021 sarà la stessa. Basta guardarsi in cagnesco quindi e ripartiamo. 3️⃣ Le intenzioni non bastano. Stiamo già brindando a un cambiamento che deve ancora tradursi in politiche concrete. È un po’ come il Nobel a Obama: simbolico, ma prematuro. Dietro ogni volto nuovo serve un progetto, una visione collettiva e strutturata. 💡 E quindi? Non è questione di non credere al cambiamento. È questione di non farsi incantare dai riflessi del cambiamento apparente. Per Milano, serve una rotta chiara: Un candidato empatico ma circondato da una squadra forte, capace di ricucire il legame fra istituzioni e cittadini. Il leader da solo non basta più. Un programma concreto, pochi punti ma chiari, costruiti dai quartieri verso il centro. Basta libri dei sogni, servono agende nate dal basso: dal trasporto pubblico all’abitare, dalla giustizia sociale alla qualità della vita. Un patto civico nuovo, dove le Municipalità non siano più la “Serie B” della politica, ma il cuore pulsante del cambiamento reale. Milano non ha bisogno di un Messia o di un guru come di un profeta, ma di un’etica pubblica nuova. Una mentalità diversa, che parta da noi cittadini attivi. Perché senza una spinta collettiva, nemmeno il “Mamdani” più ispirato potrà salvarci. Va bene esultare, sognare, farsi contagiare da un entusiasmo sano. Ma ricordiamoci che ogni sbornia finisce… e il lunedì arriva per tutti. 🍷 ➡️💼 In bocca al lupo, “Mamda”. Ora tocca a noi. Posiamo i calici e mettiamoci al lavoro. #EffettoMamda #MilanoCivica #PoliticaConcreta #CambiamentoVero #LeadershipDiffusa #Partecipazione #CittàCheCambia #AttivismoCivico
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  • XXII Giornata per ricordare i danneggiati da vaccino - Lunedì 27 Ottobre 2025 - Roma
    Ciao a tutti,
    come indicato nel comunicato stampa di Assisi, si terrà la XXII Giornata per ricordare le persone decedute o rese disabili dai vaccini.
    L'evento, organizzato dal CONDAV ETS (Coordinamento Nazionale Danneggiati da Vaccino) in memoria di Fabio Giamberduca, Antonia Spada, David Gomiero e di tutti coloro che hanno subito gravi conseguenze o perso la vita a seguito di reazioni avverse vaccinali, si svolgerà:
    Quando: Domani, Lunedì 27 ottobre 2025, alle ore 15.00
    Dove: Presso la prestigiosa Sala Capitolare del Chiostro di Santa Maria Sopra la Minerva a Roma.
    Grazie alla richiesta dell'Associazione Assisi, il Comitato di scopo per Tuttela della Salute Pubblica ( 2CS) sarà presente e rappresentato dalla Dott.ssa Laura Teodori.
    Programma: Trovate il programma dettagliato dell'evento al seguente link: http://www.condav.it/document/Homepage/XXII%C2%B0%20GNDV%2027.10.25%202.pdf
    Accredito e Partecipazione: I giornalisti e gli ospiti che desiderano partecipare in presenza sono pregati di accreditarsi scrivendo a: segreteriacondav@libero.it
    Diretta Streaming: Per chi non potrà essere presente, l'evento verrà trasmesso in diretta sulla web TV del Senato: https://webtv.senato.it/webtv_live
    NON perdetevi questo evento.
    ❗❗❗XXII Giornata per ricordare i danneggiati da vaccino - Lunedì 27 Ottobre 2025 - Roma Ciao a tutti, come indicato nel comunicato stampa di Assisi, si terrà la XXII Giornata per ricordare le persone decedute o rese disabili dai vaccini. L'evento, organizzato dal CONDAV ETS (Coordinamento Nazionale Danneggiati da Vaccino) in memoria di Fabio Giamberduca, Antonia Spada, David Gomiero e di tutti coloro che hanno subito gravi conseguenze o perso la vita a seguito di reazioni avverse vaccinali, si svolgerà: Quando: Domani, Lunedì 27 ottobre 2025, alle ore 15.00 Dove: Presso la prestigiosa Sala Capitolare del Chiostro di Santa Maria Sopra la Minerva a Roma. Grazie alla richiesta dell'Associazione Assisi, il Comitato di scopo per Tuttela della Salute Pubblica ( 2CS) sarà presente e rappresentato dalla Dott.ssa Laura Teodori. Programma: Trovate il programma dettagliato dell'evento al seguente link: http://www.condav.it/document/Homepage/XXII%C2%B0%20GNDV%2027.10.25%202.pdf Accredito e Partecipazione: I giornalisti e gli ospiti che desiderano partecipare in presenza sono pregati di accreditarsi scrivendo a: segreteriacondav@libero.it Diretta Streaming: Per chi non potrà essere presente, l'evento verrà trasmesso in diretta sulla web TV del Senato: https://webtv.senato.it/webtv_live NON perdetevi questo evento.
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  • RIPROVIAMOCI
    Insieme, per restituire voce e scelta ai cittadini

    Ebbene sì.
    La cosa più importante nella vita – e ancora di più in questo periodo storico – rimane una sola: non arrendersi.

    Se la politica merita ancora di essere vissuta e partecipata, dobbiamo avere il coraggio di andare oltre le polemiche e riportare l’attenzione sulle reali esigenze dei cittadini:
    ridare a ognuno di noi una legge elettorale giusta, che consenta di scegliere davvero chi ci rappresenta.

    Nonostante i risultati passati, abbiamo deciso di riprendere da capo l’esperienza – comunque costruttiva – di “Io Voglio Scegliere” del 2024.

    Così, lo scorso 3 maggio 2025 a Rimini, cinque soci fondatori hanno dato vita all’Associazione “Per la Rappresentanza – Voto LibEguale”, con un obiettivo chiaro:
    restituire agli italiani il diritto di scelta dei propri rappresentanti in Parlamento, attraverso un voto libero, personale, segreto ed eguale.

    La nostra azione si ispira alla Costituzione – in particolare all’articolo 48 – e al ricordo di uomini coraggiosi come Giacomo Matteotti e Felice Besostri, che ci hanno insegnato quanto la democrazia vada difesa ogni giorno.

    Cosa stiamo facendo ora

    In questi mesi stiamo lavorando alla presentazione di tre Leggi di Iniziativa Popolare per una riforma parziale ma decisiva del Rosatellum, con l’obiettivo di rendere il voto:

    più libero,

    più eguale,

    più rappresentativo.

    Perché solo così potremo riconnettere cittadini e istituzioni e contrastare la crescente disaffezione politica e l’astensionismo.

    Una firma che fa la differenza

    Siamo in una fase di ripartenza, e vogliamo coinvolgere tutte le persone sensibili alla vita democratica del Paese.

    Un piccolo gesto può avere un grande impatto:
    firma online per sostenere le proposte che promuoviamo direttamente o in collaborazione con altre realtà civiche.

    In particolare, ti invitiamo a firmare per la campagna sul “voto fuori sede”, attualmente attiva qui:

    https://firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/4200000

    Perché aderire a Voto LibEguale?

    Perché non cerchiamo visibilità o vantaggi di parte.
    Il nostro è un progetto collettivo e partecipato, alimentato dall’entusiasmo e dal contributo di tutti.

    Crediamo che solo facendo rete potremo contrastare l’immobilismo dei poteri consolidati e restituire ai cittadini la vera sovranità, quella che nasce dal diritto di scegliere.

    Unisciti a noi

    info@votolibeguale.it
    www.votolibeguale.it

    Perché la democrazia non è un concetto astratto: è partecipazione, è responsabilità, è futuro.

    Riproviamoci insieme!

    #VotoLibEguale #Riproviamoci #DemocraziaAttiva
    💪 RIPROVIAMOCI Insieme, per restituire voce e scelta ai cittadini 🇮🇹 Ebbene sì. La cosa più importante nella vita – e ancora di più in questo periodo storico – rimane una sola: non arrendersi. Se la politica merita ancora di essere vissuta e partecipata, dobbiamo avere il coraggio di andare oltre le polemiche e riportare l’attenzione sulle reali esigenze dei cittadini: ridare a ognuno di noi una legge elettorale giusta, che consenta di scegliere davvero chi ci rappresenta. Nonostante i risultati passati, abbiamo deciso di riprendere da capo l’esperienza – comunque costruttiva – di “Io Voglio Scegliere” del 2024. Così, lo scorso 3 maggio 2025 a Rimini, cinque soci fondatori hanno dato vita all’Associazione “Per la Rappresentanza – Voto LibEguale”, con un obiettivo chiaro: restituire agli italiani il diritto di scelta dei propri rappresentanti in Parlamento, attraverso un voto libero, personale, segreto ed eguale. La nostra azione si ispira alla Costituzione – in particolare all’articolo 48 – e al ricordo di uomini coraggiosi come Giacomo Matteotti e Felice Besostri, che ci hanno insegnato quanto la democrazia vada difesa ogni giorno. ⚖️ Cosa stiamo facendo ora In questi mesi stiamo lavorando alla presentazione di tre Leggi di Iniziativa Popolare per una riforma parziale ma decisiva del Rosatellum, con l’obiettivo di rendere il voto: più libero, più eguale, più rappresentativo. Perché solo così potremo riconnettere cittadini e istituzioni e contrastare la crescente disaffezione politica e l’astensionismo. ✍️ Una firma che fa la differenza Siamo in una fase di ripartenza, e vogliamo coinvolgere tutte le persone sensibili alla vita democratica del Paese. Un piccolo gesto può avere un grande impatto: 👉 firma online per sostenere le proposte che promuoviamo direttamente o in collaborazione con altre realtà civiche. In particolare, ti invitiamo a firmare per la campagna sul “voto fuori sede”, attualmente attiva qui: 👉https://firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/4200000 💬 Perché aderire a Voto LibEguale? Perché non cerchiamo visibilità o vantaggi di parte. Il nostro è un progetto collettivo e partecipato, alimentato dall’entusiasmo e dal contributo di tutti. Crediamo che solo facendo rete potremo contrastare l’immobilismo dei poteri consolidati e restituire ai cittadini la vera sovranità, quella che nasce dal diritto di scegliere. 🤝 Unisciti a noi 📧 info@votolibeguale.it 🌐 www.votolibeguale.it 💬 Perché la democrazia non è un concetto astratto: è partecipazione, è responsabilità, è futuro. Riproviamoci insieme! 💙 #VotoLibEguale #Riproviamoci #DemocraziaAttiva
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  • VERGOGNOSO! ECCO UN ALTRO buon motivo per BOICOTTARE le OLIMPIADI di MILANO CORTINA.
    Russi e bielorussi esclusi dalle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 anche come atleti neutrali
    La Federazione internazionale sci ha votato contro la partecipazione degli atleti russi e bielorussi anche come neutrali...
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/10/22/olimpiadi-milano-cortina-esclusione-russia-bielorussia-news/8169245/
    VERGOGNOSO! ECCO UN ALTRO buon motivo per BOICOTTARE le OLIMPIADI di MILANO CORTINA. Russi e bielorussi esclusi dalle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 anche come atleti neutrali La Federazione internazionale sci ha votato contro la partecipazione degli atleti russi e bielorussi anche come neutrali... https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/10/22/olimpiadi-milano-cortina-esclusione-russia-bielorussia-news/8169245/
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    Russi e bielorussi esclusi dalle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 anche come atleti neutrali
    La Federazione internazionale sci ha votato contro la partecipazione degli atleti russi e bielorussi anche come neutrali
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  • Inoltro la lettera pervenutami dal comitato difesa parco Nord.
    Vi ho aggiunto gli indirizzi di posta elettronica dei sindaci di Cinisello, Bresso e Sesto San Giovanni.
    Buona giornata a voi tutti.

    Come sapete la situazione attuale dell'aeroporto di Bresso crea disagio ai comuni dell'hinterland e  del nord Milano e impatta sul Parco Nord, coinvolgendo migliaia di persone che vivono o frequentano questi luoghi. L'aeroporto è già iper inflazionato, si contano decine di sorvoli giornalieri (a quote basse anche su edifici), non solo di velivoli delle scuole di volo ma anche soggetti privati italiani ed esteri.
    Il progetto RAM di Enac prevede un'ulteriore espansione commerciale, inaccettabile!

    Qualcosa si sta già muovendo. alleghiamo articolo su Il Giorno. 
    Alleghiamo anche il volantino, per chi non l'avesse ricevuto in precedenza.

    Il comitato si riunisce periodicamente presso l'Associazione Amici Parco Nord viale Suzzani 273,Milano (la più recente ieri sera), e la partecipazione è libera. Provvederemo a segnalare i prossimi incontri e vi terremo aggiornati sulle iniziative in programma.

    Cos'altro si può fare? 
     - Il passaparola è importante, cerchiamo di coinvolgere amici,, conoscenti, inquilini del proprio e di altri condomini;
     - scriviamo ai nostri sindaci, è ora che subiscano pressioni e prendano posizione a fianco dei cittadini;
    sindaco@comune.cinisello-balsamo.mi.it
    sindaco@bresso.net
    r.distefano@sestosg.net
    - scriviamo a Enac per segnalare pericolosità del traffico aereo sulle case a basse quote, lamentarci della rumorosità e del numero di velivoli che costantemente ci assediano con relativo inquinamento acustico e ambientale. Enac, infatti, ha risposto ad un membro del comitato che non gli risulta nessuna lamentela dei cittadini negli ultimi anni.
    Ecco l'indirizzo: linate.apt@enac.gov.it
    Potete mettere pc anche:
    lombardia.apt@enac.gov.it
    Operazioni.nordovest@enac.gov.it

    Seguiranno a breve ulteriori info, a seguito della riunione di ieri. 

    Comitato Difesa Parco Nord
    NO Aeroporto Commerciale
    Inoltro la lettera pervenutami dal comitato difesa parco Nord. Vi ho aggiunto gli indirizzi di posta elettronica dei sindaci di Cinisello, Bresso e Sesto San Giovanni. Buona giornata a voi tutti. Come sapete la situazione attuale dell'aeroporto di Bresso crea disagio ai comuni dell'hinterland e  del nord Milano e impatta sul Parco Nord, coinvolgendo migliaia di persone che vivono o frequentano questi luoghi. L'aeroporto è già iper inflazionato, si contano decine di sorvoli giornalieri (a quote basse anche su edifici), non solo di velivoli delle scuole di volo ma anche soggetti privati italiani ed esteri. Il progetto RAM di Enac prevede un'ulteriore espansione commerciale, inaccettabile! Qualcosa si sta già muovendo. alleghiamo articolo su Il Giorno.  Alleghiamo anche il volantino, per chi non l'avesse ricevuto in precedenza. Il comitato si riunisce periodicamente presso l'Associazione Amici Parco Nord viale Suzzani 273,Milano (la più recente ieri sera), e la partecipazione è libera. Provvederemo a segnalare i prossimi incontri e vi terremo aggiornati sulle iniziative in programma. Cos'altro si può fare?   - Il passaparola è importante, cerchiamo di coinvolgere amici,, conoscenti, inquilini del proprio e di altri condomini;  - scriviamo ai nostri sindaci, è ora che subiscano pressioni e prendano posizione a fianco dei cittadini; sindaco@comune.cinisello-balsamo.mi.it sindaco@bresso.net r.distefano@sestosg.net - scriviamo a Enac per segnalare pericolosità del traffico aereo sulle case a basse quote, lamentarci della rumorosità e del numero di velivoli che costantemente ci assediano con relativo inquinamento acustico e ambientale. Enac, infatti, ha risposto ad un membro del comitato che non gli risulta nessuna lamentela dei cittadini negli ultimi anni. Ecco l'indirizzo: linate.apt@enac.gov.it Potete mettere pc anche: lombardia.apt@enac.gov.it Operazioni.nordovest@enac.gov.it Seguiranno a breve ulteriori info, a seguito della riunione di ieri.  Comitato Difesa Parco Nord NO Aeroporto Commerciale
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  • *IL MOMENTO È ORA*
    Leggi il comunicato stampa

    www.dicosicontiamoci.it/post/il-momento-è-ora

    *Manifestazione nazionale per verità, giustizia e diritti*
    Roma, Piazza Santi Apostoli
    Sabato 18 ottobre 2025 – ore 15:00–19:00

    Una grande giornata di partecipazione civile.
    Un fronte comune di cittadini, lavoratori, famiglie e *oltre 50 associazioni e comitati da tutta Italia* , uniti per chiedere trasparenza, ascolto e rispetto dei diritti costituzionali.

    Per i lavoratori sospesi e discriminati.
    Per chi ha subito danni e attende riconoscimento.
    Per le famiglie colpite da morti improvvise.
    Per i bambini penalizzati dalla legge Lorenzin.
    Per difendere lavoro, salute e libertà come principi inviolabili.

    Una piazza pacifica che *non volta pagina* e chiede al Paese giustizia e verità.

    *Tutti con una maglia bianca!*
    E come bandiera, solo il tricolore!
    ✳️ *IL MOMENTO È ORA* Leggi il comunicato stampa 👇👇👇 www.dicosicontiamoci.it/post/il-momento-è-ora *Manifestazione nazionale per verità, giustizia e diritti* 📍 Roma, Piazza Santi Apostoli 🗓️ Sabato 18 ottobre 2025 – ore 15:00–19:00 Una grande giornata di partecipazione civile. Un fronte comune di cittadini, lavoratori, famiglie e *oltre 50 associazioni e comitati da tutta Italia* , uniti per chiedere trasparenza, ascolto e rispetto dei diritti costituzionali. 👉 Per i lavoratori sospesi e discriminati. 👉 Per chi ha subito danni e attende riconoscimento. 👉 Per le famiglie colpite da morti improvvise. 👉 Per i bambini penalizzati dalla legge Lorenzin. 👉 Per difendere lavoro, salute e libertà come principi inviolabili. Una piazza pacifica che *non volta pagina* e chiede al Paese giustizia e verità. 🤍 *Tutti con una maglia bianca!* 🇮🇹 E come bandiera, solo il tricolore!
    IL MOMENTO È ORA
    Manifestazione nazionale per verità, giustizia e diritti 📍 Roma, Piazza Santi Apostoli 🗓️ Sabato 18 ottobre 2025 – ore 15:00–19:00 Una grande giornata di partecipazione civile. Un fronte comune di cittadini, lavoratori, famiglie e oltre 50 associazioni e comitati da tutta Italia, uniti per chiedere trasparenza, ascolto e rispetto dei diritti costituzionali. 👉 Per i lavoratori sospesi e discriminati. 👉 Per chi ha subito danni e attende riconoscimento. 👉 Per le famiglie colpite da mor
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  • Alessandro Orsini sul piano Trump per Gaza: "Cornice giuridica per la pulizia etnica" | Il Fatto - Il Fatto Quotidiano
    Ad Accordi&Disaccordi il professore ha analizzato due punti messi nero su bianco dal presidente Usa: "I palestinesi non hanno più nulla: come compreranno le case previste dalla ricostruzione?
    “Il piano di Trump è semplicemente il tentativo di costruire una cornice giuridica intorno alla pulizia etnica della Palestina“. Così Alessandro Orsini ad Accordi&Disaccordi il talk condotto da Luca Sommi sul Nove con la partecipazione di Marco Travaglio e Andrea Scanzi. Secondo il professore di Sociologia del Terrorismo alla Luiss “questo si capisce dalla differenza tra il punto 2 del piano e il punto 10. Il punto due infatti dice che tutta la ricostruzione di Gaza avverrà ad esclusivo vantaggio dei suoi abitanti, il punto 10 invece dice che la ricostruzione avverrà in base al libero mercato attraverso l’attrazione di capitali privati. – ha proseguito l’analista – Sempre nel punto 10 c’è scritto che vogliono costruire una città dei sogni mediorientale. Per costruire una città dei sogni mediorientale, devi costruire centinaia di migliaia di appartamenti lussuosi e i palestinesi non avranno mai i soldi per comprarsi quegli appartamenti. Sempre il punto 10 non dice che le case verranno costruite da Israele, con i soldi dei contribuenti israeliani, con i soldi dello Stato israeliano che ripaga tutto quello che ha distrutto, ma affida tutto al libero mercato. Ai palestinesi non è rimasto nulla, quindi non avranno i soldi per comprarsi questi appartamenti. Ci sarà così un’alterazione della composizione etnica e demografica della Striscia, dove tanti gazawi saranno costretti a vivere nei campi profughi o ad abbandonare il Paese”, ha concluso Orsini.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/10/12/orsini-piano-trump-gaza-pulizia-etnica-news/8157360/amp/
    Alessandro Orsini sul piano Trump per Gaza: "Cornice giuridica per la pulizia etnica" | Il Fatto - Il Fatto Quotidiano Ad Accordi&Disaccordi il professore ha analizzato due punti messi nero su bianco dal presidente Usa: "I palestinesi non hanno più nulla: come compreranno le case previste dalla ricostruzione? “Il piano di Trump è semplicemente il tentativo di costruire una cornice giuridica intorno alla pulizia etnica della Palestina“. Così Alessandro Orsini ad Accordi&Disaccordi il talk condotto da Luca Sommi sul Nove con la partecipazione di Marco Travaglio e Andrea Scanzi. Secondo il professore di Sociologia del Terrorismo alla Luiss “questo si capisce dalla differenza tra il punto 2 del piano e il punto 10. Il punto due infatti dice che tutta la ricostruzione di Gaza avverrà ad esclusivo vantaggio dei suoi abitanti, il punto 10 invece dice che la ricostruzione avverrà in base al libero mercato attraverso l’attrazione di capitali privati. – ha proseguito l’analista – Sempre nel punto 10 c’è scritto che vogliono costruire una città dei sogni mediorientale. Per costruire una città dei sogni mediorientale, devi costruire centinaia di migliaia di appartamenti lussuosi e i palestinesi non avranno mai i soldi per comprarsi quegli appartamenti. Sempre il punto 10 non dice che le case verranno costruite da Israele, con i soldi dei contribuenti israeliani, con i soldi dello Stato israeliano che ripaga tutto quello che ha distrutto, ma affida tutto al libero mercato. Ai palestinesi non è rimasto nulla, quindi non avranno i soldi per comprarsi questi appartamenti. Ci sarà così un’alterazione della composizione etnica e demografica della Striscia, dove tanti gazawi saranno costretti a vivere nei campi profughi o ad abbandonare il Paese”, ha concluso Orsini. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/10/12/orsini-piano-trump-gaza-pulizia-etnica-news/8157360/amp/
    Alessandro Orsini sul piano Trump per Gaza: "Cornice giuridica per la pulizia etnica" | Il Fatto - Il Fatto Quotidiano
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  • MILANO, IL CORAGGIO NON LO TROVI IN GIUNTA

    Il coraggio, evidentemente, non lo si compra al mercato.

    La via istituzionale resta sempre quella più dura ma necessaria, perché è lì — tra i banchi del Consiglio — che si misura il peso vero della politica. È lì che servono spina dorsale e coscienza.

    Eppure anche oggi, a Milano, abbiamo motivo per incazzarci sul serio. Perché quando si tradiscono i valori, non è solo una mozione a cadere: è un pezzo di dignità collettiva che si sgretola.

    La mozione bocciata chiedeva una cosa semplice, chiara, limpida:
    che Milano cessasse il gemellaggio con Tel Aviv finché Israele continuerà a violare i diritti umani e il diritto internazionale nei territori palestinesi,
    e che la città si facesse promotrice di un dialogo di pace vero, libero da complicità istituzionali e da relazioni di comodo.

    Non era una provocazione, ma una presa di posizione morale.
    Un segnale concreto per dire che la pace non si invoca: si costruisce anche prendendo le distanze da chi la calpesta ogni giorno.

    Dalla città che ama definirsi “medaglia d’oro della Resistenza”, ci saremmo aspettati almeno un lampo di coraggio. Un voto chiaro, netto, capace di dire: “Sì, vogliamo rompere con chi perpetua violenza e oppressione.”

    Io quella mozione l’ho firmata convintamente, orgoglioso di essere tra i 1238 milanesi che hanno scelto la coerenza alla convenienza. Perché un’idea giusta non ha bisogno di “targhe” politiche: si sostiene, punto.

    Ma ancora una volta, le nostre speranze si sono infrante contro il muro di una Giunta senza vergogna né dignità, dove l’unica bussola sembra essere quella degli affari e delle relazioni “strategiche”.

    Sciogliere il gemellaggio con Tel Aviv non era un atto di guerra.
    Era un atto di coscienza politica, un segno di autodeterminazione e rispetto verso chi subisce, ogni giorno, la negazione della propria libertà.
    Era un modo per dire: Milano è ancora viva, pensa, sceglie.

    E invece no.
    Milano ha preferito il silenzio.
    Ha scelto la comodità dei vincoli, delle lobby, delle famiglie “intoccabili”, e di una memoria storica brandita come scudo, non come lezione.

    Oggi questa città vive di rendita morale, come un artista decaduto che si presenta ancora ai festival con un premio vinto quarant’anni fa.
    O peggio — come una prostituta di lusso, pronta a muoversi solo quando c’è da compiacere il miglior offerente.

    E così, una mozione cade.
    E con lei cade un’altra occasione per dimostrare che Milano è ancora la città della Resistenza, e non una vetrina di ipocrisia.

    Ma la storia non finisce qui.
    Perché fuori da Palazzo Marino, tra chi non si arrende, c’è ancora chi crede in un nuovo soggetto politico dal basso, fondato su coraggio, verità e partecipazione reale.

    Da domani basta slogan.
    Basta medaglie d’oro sventolate come souvenir.
    Milano deve scegliere se vuole essere memoria o coscienza viva.
    Perché oggi, purtroppo, non è né l’una né l’altra.

    #MilanoSenzaCoraggio
    #ResistenzaTradita
    #StopGemellaggioTelAviv
    #GiuntaSenzaVergogna
    #PoliticaConCoscienza
    #MilanoIpocrita
    #OltreGliAffari
    #MilanoResiste
    #VergognaCivica
    #dirittiumanisempre
    🔥 MILANO, IL CORAGGIO NON LO TROVI IN GIUNTA Il coraggio, evidentemente, non lo si compra al mercato. La via istituzionale resta sempre quella più dura ma necessaria, perché è lì — tra i banchi del Consiglio — che si misura il peso vero della politica. È lì che servono spina dorsale e coscienza. Eppure anche oggi, a Milano, abbiamo motivo per incazzarci sul serio. Perché quando si tradiscono i valori, non è solo una mozione a cadere: è un pezzo di dignità collettiva che si sgretola. La mozione bocciata chiedeva una cosa semplice, chiara, limpida: 👉 che Milano cessasse il gemellaggio con Tel Aviv finché Israele continuerà a violare i diritti umani e il diritto internazionale nei territori palestinesi, 👉 e che la città si facesse promotrice di un dialogo di pace vero, libero da complicità istituzionali e da relazioni di comodo. Non era una provocazione, ma una presa di posizione morale. Un segnale concreto per dire che la pace non si invoca: si costruisce anche prendendo le distanze da chi la calpesta ogni giorno. Dalla città che ama definirsi “medaglia d’oro della Resistenza”, ci saremmo aspettati almeno un lampo di coraggio. Un voto chiaro, netto, capace di dire: “Sì, vogliamo rompere con chi perpetua violenza e oppressione.” Io quella mozione l’ho firmata convintamente, orgoglioso di essere tra i 1238 milanesi che hanno scelto la coerenza alla convenienza. Perché un’idea giusta non ha bisogno di “targhe” politiche: si sostiene, punto. Ma ancora una volta, le nostre speranze si sono infrante contro il muro di una Giunta senza vergogna né dignità, dove l’unica bussola sembra essere quella degli affari e delle relazioni “strategiche”. Sciogliere il gemellaggio con Tel Aviv non era un atto di guerra. Era un atto di coscienza politica, un segno di autodeterminazione e rispetto verso chi subisce, ogni giorno, la negazione della propria libertà. Era un modo per dire: Milano è ancora viva, pensa, sceglie. E invece no. Milano ha preferito il silenzio. Ha scelto la comodità dei vincoli, delle lobby, delle famiglie “intoccabili”, e di una memoria storica brandita come scudo, non come lezione. Oggi questa città vive di rendita morale, come un artista decaduto che si presenta ancora ai festival con un premio vinto quarant’anni fa. O peggio — come una prostituta di lusso, pronta a muoversi solo quando c’è da compiacere il miglior offerente. E così, una mozione cade. E con lei cade un’altra occasione per dimostrare che Milano è ancora la città della Resistenza, e non una vetrina di ipocrisia. Ma la storia non finisce qui. Perché fuori da Palazzo Marino, tra chi non si arrende, c’è ancora chi crede in un nuovo soggetto politico dal basso, fondato su coraggio, verità e partecipazione reale. Da domani basta slogan. Basta medaglie d’oro sventolate come souvenir. Milano deve scegliere se vuole essere memoria o coscienza viva. Perché oggi, purtroppo, non è né l’una né l’altra. #MilanoSenzaCoraggio #ResistenzaTradita #StopGemellaggioTelAviv #GiuntaSenzaVergogna #PoliticaConCoscienza #MilanoIpocrita #OltreGliAffari #MilanoResiste #VergognaCivica #dirittiumanisempre
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  • I tre «sconosciuti» dell’Usb e la batosta Cgil: perché lo sciopero pro Pal di lunedì ha cambiato il sindacato
    di Luca Angelini
    26 settembre 2025
    L’atto di proclamazione ufficiale dello sciopero è stato firmato da Daniela Mencarelli, Cinzia Della Porta e Guido Lutrario: ignoti ai più. Il clima collettivo del «blocchiamo tutto» ha lasciato la Cgil in mezzo al guado

    Visto che i primi sconfitti per le violenze, in particolare alla stazione Centrale di Milano, sono stati gli organizzatori dei cortei pro Palestina, non si è fatto molto caso al fatto che quella di lunedì fosse una giornata di sciopero generale. Secondo Dario Di Vico, però, non è da sottovalutare il fatto che l’atto di proclamazione ufficiale dello sciopero fosse stato firmato da Daniela Mencarelli, Cinzia Della Porta e Guido Lutrario. «Tre sindacalisti - scrive Di Vico in un intervento sul Foglio - che fanno parte degli organi dirigenti dell’Usb (Unione sindacati di base) ma che sono sconosciuti sia al grande pubblico sia agli addetti ai lavori».



    L’identikit dei tre alla guida di Usb
    È possibile, ma non troppo probabile, che quei tre nomi si conquistino, d'ora in avanti, una duratura ribalta. Di sicuro, però, un posto sotto i riflettori se l'è assicurato, da un po', l’Usb, il cui identikit Di Vico tratteggia così: «Nata nel 2010, è una piccola organizzazione della galassia Cobas che però nel tempo si è radicata nel territorio (dichiara 80 sedi territoriali) e soprattutto nei settori dei servizi come logistica, trasporti, scuola e pubblico impiego. (...) Vale il dato che nelle periferie del lavoro vari sindacatini più o meno simil-Cobas sono riusciti a radicarsi, come nel caso di Prato in cui organizzano gli operai pachistani in lotta contro i padroni sia cinesi sia italiani».

    Lo sciopero di venerdì
    Quel che a Di Vico preme di più far notare è, però, che un altro sciopero pro Palestina c'era stato appena pochi giorni prima, venerdì 19 settembre. A proclamarlo era stata la Cgil di Maurizio Landini. Eppure, fors'anche perché si era generata «una discreta confusione su quali fossero i settori coinvolti e le modalità dell’astensione», «la partecipazione non è stata minimamente paragonabile a quella delle 70 piazze di lunedì». E non basta, a spiegare come sia potuto succedere, il fatto che «il segmento di tute blu più vicino ai sindacati di base, e anche più coinvolto nel boicottaggio delle merci e armi dirette in Israele, è quello dei portuali soprattutto di Genova e Livorno».

    Il terzo settore
    Se, come ha scritto Prospero, portando quasi 15 milioni di italiani alle urne l'8 e 9 giugno «la Cgil ha mostrato che la strettoia per il recupero di rappresentanza rimane tuttora aperta», il fatto che in quella strettoia sembri essersi inserito qualcun altro è, per Di Vico, la conseguenza di errori imputabili al segretario generale: «Nella rete sapientemente tessuta in questi anni da Landini sono presenti realtà del terzo settore e organizzazioni come Arci e Acli o Libera ma pare più un’adunata di ufficiali che di soldati semplici. Un progetto cerebrale che quando si scontra con la realtà dei fatti si rivela una sorta di prefabbricato costruito a misura di una leadership e per minare l’unità sindacale più che indicare nuove strade. Con il risultato però che la Cgil da una parte perde le sue caratteristiche storiche fondate sulla contrattazione e la rappresentatività e dall’altra non conquista nuovo consenso».

    Source: https://www.corriere.it/economia/lavoro/25_settembre_26/i-tre-sconosciuti-dell-usb-e-la-batosta-cgil-perche-lo-sciopero-pro-pal-di-lunedi-ha-cambiato-il-sindacato-9fc80ef2-ddb2-4038-9745-d14a24facxlk_amp.shtml
    I tre «sconosciuti» dell’Usb e la batosta Cgil: perché lo sciopero pro Pal di lunedì ha cambiato il sindacato di Luca Angelini 26 settembre 2025 L’atto di proclamazione ufficiale dello sciopero è stato firmato da Daniela Mencarelli, Cinzia Della Porta e Guido Lutrario: ignoti ai più. Il clima collettivo del «blocchiamo tutto» ha lasciato la Cgil in mezzo al guado Visto che i primi sconfitti per le violenze, in particolare alla stazione Centrale di Milano, sono stati gli organizzatori dei cortei pro Palestina, non si è fatto molto caso al fatto che quella di lunedì fosse una giornata di sciopero generale. Secondo Dario Di Vico, però, non è da sottovalutare il fatto che l’atto di proclamazione ufficiale dello sciopero fosse stato firmato da Daniela Mencarelli, Cinzia Della Porta e Guido Lutrario. «Tre sindacalisti - scrive Di Vico in un intervento sul Foglio - che fanno parte degli organi dirigenti dell’Usb (Unione sindacati di base) ma che sono sconosciuti sia al grande pubblico sia agli addetti ai lavori». L’identikit dei tre alla guida di Usb È possibile, ma non troppo probabile, che quei tre nomi si conquistino, d'ora in avanti, una duratura ribalta. Di sicuro, però, un posto sotto i riflettori se l'è assicurato, da un po', l’Usb, il cui identikit Di Vico tratteggia così: «Nata nel 2010, è una piccola organizzazione della galassia Cobas che però nel tempo si è radicata nel territorio (dichiara 80 sedi territoriali) e soprattutto nei settori dei servizi come logistica, trasporti, scuola e pubblico impiego. (...) Vale il dato che nelle periferie del lavoro vari sindacatini più o meno simil-Cobas sono riusciti a radicarsi, come nel caso di Prato in cui organizzano gli operai pachistani in lotta contro i padroni sia cinesi sia italiani». Lo sciopero di venerdì Quel che a Di Vico preme di più far notare è, però, che un altro sciopero pro Palestina c'era stato appena pochi giorni prima, venerdì 19 settembre. A proclamarlo era stata la Cgil di Maurizio Landini. Eppure, fors'anche perché si era generata «una discreta confusione su quali fossero i settori coinvolti e le modalità dell’astensione», «la partecipazione non è stata minimamente paragonabile a quella delle 70 piazze di lunedì». E non basta, a spiegare come sia potuto succedere, il fatto che «il segmento di tute blu più vicino ai sindacati di base, e anche più coinvolto nel boicottaggio delle merci e armi dirette in Israele, è quello dei portuali soprattutto di Genova e Livorno». Il terzo settore Se, come ha scritto Prospero, portando quasi 15 milioni di italiani alle urne l'8 e 9 giugno «la Cgil ha mostrato che la strettoia per il recupero di rappresentanza rimane tuttora aperta», il fatto che in quella strettoia sembri essersi inserito qualcun altro è, per Di Vico, la conseguenza di errori imputabili al segretario generale: «Nella rete sapientemente tessuta in questi anni da Landini sono presenti realtà del terzo settore e organizzazioni come Arci e Acli o Libera ma pare più un’adunata di ufficiali che di soldati semplici. Un progetto cerebrale che quando si scontra con la realtà dei fatti si rivela una sorta di prefabbricato costruito a misura di una leadership e per minare l’unità sindacale più che indicare nuove strade. Con il risultato però che la Cgil da una parte perde le sue caratteristiche storiche fondate sulla contrattazione e la rappresentatività e dall’altra non conquista nuovo consenso». Source: https://www.corriere.it/economia/lavoro/25_settembre_26/i-tre-sconosciuti-dell-usb-e-la-batosta-cgil-perche-lo-sciopero-pro-pal-di-lunedi-ha-cambiato-il-sindacato-9fc80ef2-ddb2-4038-9745-d14a24facxlk_amp.shtml
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