• VOLANO CANDELABRI.

    —❗️ "Perché hai provocato l'Iran?!"

    Il ministro della Sicurezza Nazionale Ben-Gvir ha accusato il capo del Mossad Barnea di aver iniziato la guerra.

    🗣 Barnea ha risposto:

    — "Non sapevo che l'Iran avesse tali capacità missilistiche!"

    FLYING CANDELABRA.

    —❗️ "Why did you provoke Iran?!"

    National Security Minister Ben-Gvir accused Mossad chief Barnea of ​​starting the war.

    🗣 Barnea replied:

    — “I didn't know Iran had such missile capabilities!”


    https://x.com/max1ci6/status/1936040559409275078
    VOLANO CANDELABRI. —❗️ "Perché hai provocato l'Iran?!" Il ministro della Sicurezza Nazionale Ben-Gvir ha accusato il capo del Mossad Barnea di aver iniziato la guerra. 🗣 Barnea ha risposto: — "Non sapevo che l'Iran avesse tali capacità missilistiche!" FLYING CANDELABRA. —❗️ "Why did you provoke Iran?!" National Security Minister Ben-Gvir accused Mossad chief Barnea of ​​starting the war. 🗣 Barnea replied: — “I didn't know Iran had such missile capabilities!” 👇 https://x.com/max1ci6/status/1936040559409275078
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  • LA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA RITIENE CHE I MEDICI SARANNO GLI UNICI RESPONSABILI DELLE CONSEGUENZE DELLE INIEZIONI ANTI-COVID PERCHÉ ERANO LIBERI DI RIFIUTARSI DI INIETTARLE.

    Secondo una sentenza della Corte di giustizia europea, tutti gli operatori sanitari che ti hanno consigliato o vaccinato contro il Covid sono responsabili civilmente e penalmente.
    Il caso del Professor Frajese davanti alla Corte di Giustizia Europea ha avuto un esito sorprendente! Secondo la Corte, per somministrare i vaccini anti-Covid era necessaria una prescrizione medica . Ma c'è di più: i medici avrebbero potuto scegliere se somministrarli o meno, e persino sconsigliarli, al punto che la potenziale responsabilità civile e penale degli operatori sanitari è attribuibile al caso specifico.

    Le motivazioni fornite dalla Corte potrebbero quindi rimettere in discussione i procedimenti disciplinari e penali avviati nei confronti dei medici contrari alle vaccinazioni , e attribuire invece gravi responsabilità a chi ha vaccinato “senza se e senza ma”, favorendo così anche il rischio di eventi avversi.

    https://buongiornosuedtirol.it/2025/02/19/esclusivo-vaccini-covid-la-corte-ue-serviva-la-prescrizione-e-il-medico-poteva-sconsigliarli/

    Ha ribadito il principio fondamentale del diritto alla libertà di cura e di scegliere il trattamento più appropriato, più sicuro e più efficace da parte del medico, in buona fede e in tutta coscienza, nel caso specifico e nell'esclusivo interesse della salute del paziente.

    Questo passaggio è di straordinaria importanza, perché smonta definitivamente le accuse mosse, sia in sede giudiziale sia nei procedimenti disciplinari, contro tutti i medici che hanno sconsigliato ai propri pazienti la vaccinazione anti-Covid o si sono rifiutati di promuoverla , restituendo così al medico la piena libertà di cura.

    https://www.europereloaded.com/european-court-of-justice-doctors-will-be-solely-responsible-for-the-consequences-of-covid-injections/
    🧩🟢 LA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA RITIENE CHE I MEDICI SARANNO GLI UNICI RESPONSABILI DELLE CONSEGUENZE DELLE INIEZIONI ANTI-COVID PERCHÉ ERANO LIBERI DI RIFIUTARSI DI INIETTARLE. Secondo una sentenza della Corte di giustizia europea, tutti gli operatori sanitari che ti hanno consigliato o vaccinato contro il Covid sono responsabili civilmente e penalmente. Il caso del Professor Frajese davanti alla Corte di Giustizia Europea ha avuto un esito sorprendente! Secondo la Corte, per somministrare i vaccini anti-Covid era necessaria una prescrizione medica . Ma c'è di più: i medici avrebbero potuto scegliere se somministrarli o meno, e persino sconsigliarli, al punto che la potenziale responsabilità civile e penale degli operatori sanitari è attribuibile al caso specifico. ✅ Le motivazioni fornite dalla Corte potrebbero quindi rimettere in discussione i procedimenti disciplinari e penali avviati nei confronti dei medici contrari alle vaccinazioni , e attribuire invece gravi responsabilità a chi ha vaccinato “senza se e senza ma”, favorendo così anche il rischio di eventi avversi. https://buongiornosuedtirol.it/2025/02/19/esclusivo-vaccini-covid-la-corte-ue-serviva-la-prescrizione-e-il-medico-poteva-sconsigliarli/ Ha ribadito il principio fondamentale del diritto alla libertà di cura e di scegliere il trattamento più appropriato, più sicuro e più efficace da parte del medico, in buona fede e in tutta coscienza, nel caso specifico e nell'esclusivo interesse della salute del paziente. ✅ Questo passaggio è di straordinaria importanza, perché smonta definitivamente le accuse mosse, sia in sede giudiziale sia nei procedimenti disciplinari, contro tutti i medici che hanno sconsigliato ai propri pazienti la vaccinazione anti-Covid o si sono rifiutati di promuoverla , restituendo così al medico la piena libertà di cura. https://www.europereloaded.com/european-court-of-justice-doctors-will-be-solely-responsible-for-the-consequences-of-covid-injections/
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    ESCLUSIVO. Vaccini Covid, la Corte UE: “Serviva la prescrizione e il medico poteva sconsigliarli” - BGS News - Buongiorno Südtirol
    La causa intentata dal professor Frajese dinnanzi alla Corte di Giustizia UE ha avuto un esito sorprendente. Non perché la richiesta di revoca dell’autorizzazione al commercio dei vaccini effettuata dal ricorrente -difeso dagli avvocati Olga Milanese (Umanità e Ragione) e Andrea Montanari (Eunomis)- sia stata respinta, bensì per le statuizioni confermate dalla sentenza. Per somministrare i vaccini anti-Covid, infatti, secondo la Corte era necessaria la prescrizione medica. Ma c’è di più: i medici avrebbero potuto scegliere se somministrarli o meno e persino sconsigliarli, tant’è che l’eventuale responsabilità civile e penale dei sanitari è riconducibile al caso concreto. Le motivazioni della Corte potrebbero smontare il fondamento dei procedimenti disciplinari e penali avviati nei confronti dei medici che si opposero alle vaccinazioni e attribuire invece gravi responsabilità ai camici bianchi che vaccinarono ‘senza se e senza ma’, con ciò promuovendo anche il rischio di cagionare eventi avversi. Ne abbiamo parlato con l’avvocato Olga Milanese. Avvocato, la Corte ha dichiarato la carenza di interesse del professor Frajese ad adire la Corte comunitaria per ottenere l’annullamento delle autorizzazioni all’immissione in commercio dei vaccini Covid. Può spiegarci, in sintesi, le motivazioni della sentenza? “Devo premettere che eravamo perfettamente consapevoli del fatto che difficilmente la Corte ci avrebbe consentito di superare lo scoglio dell’ammissibilità del ricorso, ma abbiamo deciso di tentare ugualmente sia perché i nostri argomenti erano molto solidi, sia perché una volta decorso il termine per le impugnazioni delle autorizzazioni all’immissione in commercio non sarebbe stato più possibile provare a perseguire la strada dell’annullamento. Le azioni presso il Tribunale UE sono vincolate a filtri molto stringenti. Per impugnare un atto della Commissione Europea è necessario dimostrare la sussistenza dell’interesse ad agire qualificato, di una posizione particolare che giustifica l’interesse a richiedere il suo annullamento”. Cioè? “In altre parole, bisogna dimostrare che l’annullamento dell’atto sia idoneo a produrre per la persona che agisce delle conseguenze giuridiche, che l’esito positivo della causa sia idoneo a procurare beneficio alla parte che ha proposto ricorso. Per questo, a nostro avviso, la richiesta di annullamento dei provvedimenti che autorizzavano l’immissione in commercio dei vaccini Covid-19 non poteva che essere presentata da un medico. L’atto medico della vaccinazione è, infatti, una diretta conseguenza delle autorizzazioni impugnate; lo scopo stesso degli atti autorizzativi è consentire l’uso dei prodotti autorizzati nel territorio dell’Unione, nel rispetto delle prescrizioni ivi indicate e, dunque, in questo caso, la somministrazione del farmaco. Tanto ciò è vero che gli stessi allegati alle decisioni di esecuzione esigono, per la somministrazione del prodotto autorizzato, la prescrizione medica, che per l’appunto è un’attività affidata unicamente ai medici vaccinatori. Per indurre la Corte a non fermarsi al filtro dell’ammissibilità e analizzare il merito delle questioni poste, abbiamo rappresentato che le decisioni della Commissione impugnate, e dunque l’immissione in commercio dei vaccini Covid, determinano l’obbligo per tutti i medici vaccinatori di dover considerare i rischi ed i benefici del farmaco nell’espletamento delle loro specifiche funzioni, valutazione che, invece, in caso di annullamento degli atti autorizzativi e conseguente ritiro del prodotto dal mercato, non sarebbero tenuti a fare. Di qui l’interesse del prof. Frajese ad adire il Tribunale UE in ragione delle implicazioni dirette che le decisioni impugnate hanno sull’attività dei medici e sulle loro scelte professionali. Abbiamo rammentato anche alla Corte il grande problema della mancanza di strumenti in grado di indurre gli Enti regolatori ad effettuare una verifica effettiva e non formale della sicurezza dei prodotti che il medico è chiamato a valutare e somministrare, e l’altrettanto enorme problema dell’assenza di rimedi giurisdizionali, escluso quello da noi scelto, da poter attivare per impugnare e/o contestare gli atti autorizzativi all’immissione in commercio dei farmaci Covid-19. La Corte non ha voluto riconoscere la sussistenza di un interesse specifico della categoria dei medici a richiedere l’annullamento degli atti che autorizzano l’immissione in commercio dei farmaci, sostenendo che gli unici legittimati ad agire in tal senso sono i destinatari degli atti medesimi, ovvero le case farmaceutiche, che chiaramente mai proporrebbero una simile azione. Va da sé che questo equivale ad affermare la sostanziale inoppugnabilità delle decisioni della Commissione Europea in un settore importantissimo, ovvero quello della salute, peraltro esposto ad enormi conflitti di interessi, trattandosi di decisioni con le quali viene permessa la commercializzazione di prodotti destinati alla prevenzione o cura delle persone. Tutto ciò in difetto non soltanto di un controllo terzo ed imparziale sulla sicurezza del prodotto, ma di un controllo di qualunque tipo e questo può essere dimostrato”. Nonostante l’esito a Voi sfavorevole della sentenza, la Corte ha dichiarato che i vaccini anti-Covid dovevano essere somministrati su prescrizione, salvo la libertà del medico di sconsigliarli. Non Le sembra un autogol clamoroso da parte della Corte? “In realtà, speravamo che la nostra puntuale ricostruzione dei motivi posti a giustificazione dell’interesse ad agire del ricorrente, per essere disattesa, avrebbe necessitato un’analisi di merito delle questioni da noi sollevate, e così è stato. Vi erano solo due possibilità: o confermare l’impossibilità del medico di valutare i vaccini Covid, scegliendo se e quando somministrarli (il che avrebbe dovuto portare ad un riconoscimento del suo specifico e personale interesse a richiedere l’annullamento dei provvedimenti di immissione in commercio), o dichiarare la sua libertà di valutazione e scelta al fine di negare il suo interesse ad adire la Corte europea. In entrambi i casi, avremmo ottenuto una pronuncia importante e così è stato. Certo auspicavamo un esame di merito della nostra richiesta di annullamento delle autorizzazioni (con conseguente ritiro dei prodotti in questione dal mercato), anche in considerazione dell’immane lavoro svolto per dimostrare l’assenza dei presupposti per il rilascio delle autorizzazioni tramite la raccolta, traduzione, numerazione e collazione di tutti gli studi scientifici attestanti la mancanza di sicurezza di questi prodotti, ma il risultato “secondario” ottenuto non è comunque di poco conto”. Perché, dal vostro punto di vista, era così importante porre l’attenzione sull’immissione in commercio dei prodotti anti-Covid? “Ritengo che gli atti ufficiali dimostrino in modo lampante che il procedimento autorizzativo si è svolto in violazione non solo della normativa comunitaria, ma delle più banali regole
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  • LA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA RITIENE CHE I MEDICI SARANNO GLI UNICI RESPONSABILI DELLE CONSEGUENZE DELLE INIEZIONI ANTI-COVID PERCHÉ ERANO LIBERI DI RIFIUTARSI DI INIETTARLE.

    Secondo una sentenza della Corte di giustizia europea, tutti gli operatori sanitari che ti hanno consigliato o vaccinato contro il Covid sono responsabili civilmente e penalmente.
    Il caso del Professor Frajese davanti alla Corte di Giustizia Europea ha avuto un esito sorprendente! Secondo la Corte, per somministrare i vaccini anti-Covid era necessaria una prescrizione medica . Ma c'è di più: i medici avrebbero potuto scegliere se somministrarli o meno, e persino sconsigliarli, al punto che la potenziale responsabilità civile e penale degli operatori sanitari è attribuibile al caso specifico.

    Le motivazioni fornite dalla Corte potrebbero quindi rimettere in discussione i procedimenti disciplinari e penali avviati nei confronti dei medici contrari alle vaccinazioni , e attribuire invece gravi responsabilità a chi ha vaccinato “senza se e senza ma”, favorendo così anche il rischio di eventi avversi.

    https://buongiornosuedtirol.it/2025/02/19/esclusivo-vaccini-covid-la-corte-ue-serviva-la-prescrizione-e-il-medico-poteva-sconsigliarli/

    Ha ribadito il principio fondamentale del diritto alla libertà di cura e di scegliere il trattamento più appropriato, più sicuro e più efficace da parte del medico, in buona fede e in tutta coscienza, nel caso specifico e nell'esclusivo interesse della salute del paziente.

    Questo passaggio è di straordinaria importanza, perché smonta definitivamente le accuse mosse, sia in sede giudiziale sia nei procedimenti disciplinari, contro tutti i medici che hanno sconsigliato ai propri pazienti la vaccinazione anti-Covid o si sono rifiutati di promuoverla , restituendo così al medico la piena libertà di cura.

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    DÉJÀ VU: https://t.me/+yk9HVn5Tu0c4MWE0
    🧩🟢 LA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA RITIENE CHE I MEDICI SARANNO GLI UNICI RESPONSABILI DELLE CONSEGUENZE DELLE INIEZIONI ANTI-COVID PERCHÉ ERANO LIBERI DI RIFIUTARSI DI INIETTARLE. Secondo una sentenza della Corte di giustizia europea, tutti gli operatori sanitari che ti hanno consigliato o vaccinato contro il Covid sono responsabili civilmente e penalmente. Il caso del Professor Frajese davanti alla Corte di Giustizia Europea ha avuto un esito sorprendente! Secondo la Corte, per somministrare i vaccini anti-Covid era necessaria una prescrizione medica . Ma c'è di più: i medici avrebbero potuto scegliere se somministrarli o meno, e persino sconsigliarli, al punto che la potenziale responsabilità civile e penale degli operatori sanitari è attribuibile al caso specifico. ✅ Le motivazioni fornite dalla Corte potrebbero quindi rimettere in discussione i procedimenti disciplinari e penali avviati nei confronti dei medici contrari alle vaccinazioni , e attribuire invece gravi responsabilità a chi ha vaccinato “senza se e senza ma”, favorendo così anche il rischio di eventi avversi. https://buongiornosuedtirol.it/2025/02/19/esclusivo-vaccini-covid-la-corte-ue-serviva-la-prescrizione-e-il-medico-poteva-sconsigliarli/ Ha ribadito il principio fondamentale del diritto alla libertà di cura e di scegliere il trattamento più appropriato, più sicuro e più efficace da parte del medico, in buona fede e in tutta coscienza, nel caso specifico e nell'esclusivo interesse della salute del paziente. ✅ Questo passaggio è di straordinaria importanza, perché smonta definitivamente le accuse mosse, sia in sede giudiziale sia nei procedimenti disciplinari, contro tutti i medici che hanno sconsigliato ai propri pazienti la vaccinazione anti-Covid o si sono rifiutati di promuoverla , restituendo così al medico la piena libertà di cura. https://www.europereloaded.com/european-court-of-justice-doctors-will-be-solely-responsible-for-the-consequences-of-covid-injections/ ✅ DÉJÀ VU: https://t.me/+yk9HVn5Tu0c4MWE0 ❎
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Le motivazioni della Corte potrebbero smontare il fondamento dei procedimenti disciplinari e penali avviati nei confronti dei medici che si opposero alle vaccinazioni e attribuire invece gravi responsabilità ai camici bianchi che vaccinarono ‘senza se e senza ma’, con ciò promuovendo anche il rischio di cagionare eventi avversi. Ne abbiamo parlato con l’avvocato Olga Milanese. Avvocato, la Corte ha dichiarato la carenza di interesse del professor Frajese ad adire la Corte comunitaria per ottenere l’annullamento delle autorizzazioni all’immissione in commercio dei vaccini Covid. Può spiegarci, in sintesi, le motivazioni della sentenza? “Devo premettere che eravamo perfettamente consapevoli del fatto che difficilmente la Corte ci avrebbe consentito di superare lo scoglio dell’ammissibilità del ricorso, ma abbiamo deciso di tentare ugualmente sia perché i nostri argomenti erano molto solidi, sia perché una volta decorso il termine per le impugnazioni delle autorizzazioni all’immissione in commercio non sarebbe stato più possibile provare a perseguire la strada dell’annullamento. Le azioni presso il Tribunale UE sono vincolate a filtri molto stringenti. Per impugnare un atto della Commissione Europea è necessario dimostrare la sussistenza dell’interesse ad agire qualificato, di una posizione particolare che giustifica l’interesse a richiedere il suo annullamento”. Cioè? “In altre parole, bisogna dimostrare che l’annullamento dell’atto sia idoneo a produrre per la persona che agisce delle conseguenze giuridiche, che l’esito positivo della causa sia idoneo a procurare beneficio alla parte che ha proposto ricorso. Per questo, a nostro avviso, la richiesta di annullamento dei provvedimenti che autorizzavano l’immissione in commercio dei vaccini Covid-19 non poteva che essere presentata da un medico. L’atto medico della vaccinazione è, infatti, una diretta conseguenza delle autorizzazioni impugnate; lo scopo stesso degli atti autorizzativi è consentire l’uso dei prodotti autorizzati nel territorio dell’Unione, nel rispetto delle prescrizioni ivi indicate e, dunque, in questo caso, la somministrazione del farmaco. Tanto ciò è vero che gli stessi allegati alle decisioni di esecuzione esigono, per la somministrazione del prodotto autorizzato, la prescrizione medica, che per l’appunto è un’attività affidata unicamente ai medici vaccinatori. Per indurre la Corte a non fermarsi al filtro dell’ammissibilità e analizzare il merito delle questioni poste, abbiamo rappresentato che le decisioni della Commissione impugnate, e dunque l’immissione in commercio dei vaccini Covid, determinano l’obbligo per tutti i medici vaccinatori di dover considerare i rischi ed i benefici del farmaco nell’espletamento delle loro specifiche funzioni, valutazione che, invece, in caso di annullamento degli atti autorizzativi e conseguente ritiro del prodotto dal mercato, non sarebbero tenuti a fare. Di qui l’interesse del prof. Frajese ad adire il Tribunale UE in ragione delle implicazioni dirette che le decisioni impugnate hanno sull’attività dei medici e sulle loro scelte professionali. Abbiamo rammentato anche alla Corte il grande problema della mancanza di strumenti in grado di indurre gli Enti regolatori ad effettuare una verifica effettiva e non formale della sicurezza dei prodotti che il medico è chiamato a valutare e somministrare, e l’altrettanto enorme problema dell’assenza di rimedi giurisdizionali, escluso quello da noi scelto, da poter attivare per impugnare e/o contestare gli atti autorizzativi all’immissione in commercio dei farmaci Covid-19. La Corte non ha voluto riconoscere la sussistenza di un interesse specifico della categoria dei medici a richiedere l’annullamento degli atti che autorizzano l’immissione in commercio dei farmaci, sostenendo che gli unici legittimati ad agire in tal senso sono i destinatari degli atti medesimi, ovvero le case farmaceutiche, che chiaramente mai proporrebbero una simile azione. Va da sé che questo equivale ad affermare la sostanziale inoppugnabilità delle decisioni della Commissione Europea in un settore importantissimo, ovvero quello della salute, peraltro esposto ad enormi conflitti di interessi, trattandosi di decisioni con le quali viene permessa la commercializzazione di prodotti destinati alla prevenzione o cura delle persone. Tutto ciò in difetto non soltanto di un controllo terzo ed imparziale sulla sicurezza del prodotto, ma di un controllo di qualunque tipo e questo può essere dimostrato”. Nonostante l’esito a Voi sfavorevole della sentenza, la Corte ha dichiarato che i vaccini anti-Covid dovevano essere somministrati su prescrizione, salvo la libertà del medico di sconsigliarli. Non Le sembra un autogol clamoroso da parte della Corte? “In realtà, speravamo che la nostra puntuale ricostruzione dei motivi posti a giustificazione dell’interesse ad agire del ricorrente, per essere disattesa, avrebbe necessitato un’analisi di merito delle questioni da noi sollevate, e così è stato. Vi erano solo due possibilità: o confermare l’impossibilità del medico di valutare i vaccini Covid, scegliendo se e quando somministrarli (il che avrebbe dovuto portare ad un riconoscimento del suo specifico e personale interesse a richiedere l’annullamento dei provvedimenti di immissione in commercio), o dichiarare la sua libertà di valutazione e scelta al fine di negare il suo interesse ad adire la Corte europea. In entrambi i casi, avremmo ottenuto una pronuncia importante e così è stato. Certo auspicavamo un esame di merito della nostra richiesta di annullamento delle autorizzazioni (con conseguente ritiro dei prodotti in questione dal mercato), anche in considerazione dell’immane lavoro svolto per dimostrare l’assenza dei presupposti per il rilascio delle autorizzazioni tramite la raccolta, traduzione, numerazione e collazione di tutti gli studi scientifici attestanti la mancanza di sicurezza di questi prodotti, ma il risultato “secondario” ottenuto non è comunque di poco conto”. Perché, dal vostro punto di vista, era così importante porre l’attenzione sull’immissione in commercio dei prodotti anti-Covid? “Ritengo che gli atti ufficiali dimostrino in modo lampante che il procedimento autorizzativo si è svolto in violazione non solo della normativa comunitaria, ma delle più banali regole
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  • ROCK SALVATION
    La terza via tra caos e coscienza

    Credo nella via "mediana". Credo nella mediazione e nella ricerca di un equilibrio che oggi ci serve come il pane . E quando dico via mediana, mi riferisco a quell’onda che abbiamo cercato anni fa, chiamata anche “terza via”. No, non è quell'equidistanza democristiana fluttuante che odora di compromessi sterili. Sia chiaro, per i malpensanti.

    E oggi mi fa piacere che questa via del dialogo, questo fragile sentiero d'equilibrio, arrivi ancora una volta dal #Rock. Da chi, dentro al caos creativo, ha saputo sublimare la propria inquietudine in suono e parola. Thom Yorke, come altri poeti del suono – Roger Waters, o in forma più silenziosa Eric Clapton (che sale sul palco con una chitarra palestinese) – oggi ci offre parole che hanno il sapore di un coraggio diverso. Di un equilibrio pensato, sofferto. E io, quelle parole, le sento mie. Le condivido. Le rilancio.

    ❗️Perché no, non sempre nella vita esiste l’obbligo di schierarsi. Non sempre serve scegliere tra una contrada o l’altra, in queste moderne guerre tribali tra vax e no vax, palestinesi e israeliani, russi e ucraini. Sembrano gironi di Champions League della coscienza, con tanto di quote da scommessa pseudocalcistica .
    La vita non è solo dicotomia. Ci vuole coraggio – vero coraggio – per voler (e saper) percorrere la via mediana. Quella in cui i problemi si affrontano con precisione chirurgica, dove si cerca la negoziazione come strumento di civiltà. Una via che tarda ad arrivare perché il mondo, oggi, ha disimparato a praticarla.
    Ed è allora che arte, cultura, e in questo caso il rock sperimentale di chi non ha padroni, tornano a farci da bussola.

    Ecco, le parole di Thom Yorke non sono un j’accuse né un manifesto pacifista da bacheca scolastica. Sono riflessioni lucide, scomode, profondamente umane. Le sue parole riecheggiano proprio quella terza via che rivendichiamo.

    “Spero che per chiunque abbia mai ascoltato una nota della musica della mia band o di qualsiasi altra musica che ho creato nel corso degli anni, o abbia guardato la copertina o letto un qualsiasi testo, sia ovvio che non potrei mai supportare alcuna forma di estremismo o disumanizzazione degli altri.”

    Parole che non si piegano né a slogan né a tifoserie. Yorke lo dice senza infingimenti, quando denuncia l’agire dell’attuale governo israeliano:

    “Penso che Netanyahu e la sua banda di estremisti siano totalmente fuori controllo e debbano essere fermati, e che la comunità internazionale dovrebbe esercitare tutta la pressione possibile su di loro affinché cessino. La loro scusa di autodifesa si è esaurita da tempo ed è stata sostituita da un palese desiderio di prendere il controllo di Gaza e della Cisgiordania permanentemente.”

    “Credo che questa amministrazione ultranazionalista si sia nascosta dietro un popolo terrorizzato e addolorato e lo abbia usato per deviare ogni critica, usando quella paura e quel dolore per promuovere la sua agenda ultranazionalista con conseguenze terribili, come vediamo ora con l'orribile blocco degli aiuti a Gaza.”

    Ma attenzione: non c'è parzialità. Non c'è adesione cieca a una sola parte. Yorke mette sotto lente anche l’altro lato:

    “Allo stesso tempo, l'incondizionato ritornello di Palestina Libera che ci circonda non risponde alla semplice domanda: perché gli ostaggi non sono ancora stati tutti restituiti? Per quale possibile motivo? Perché Hamas ha scelto gli atti davvero orribili del 7 ottobre?”

    “La risposta sembra ovvia, e credo che anche Hamas scelga di nascondersi dietro le sofferenze del suo popolo, in modo altrettanto cinico, per i propri scopi.”

    Yorke non gioca a fare il moderato da talk show. Prende posizione. Ma la sua è una posizione mediana, non neutrale. È il coraggio di chiamare le cose con il loro nome, senza rinunciare alla complessità. Senza cedere alle tifoserie.

    No, non è paraculaggine questa. Né mancanza di coraggio. Tutt’altro.
    Perché è proprio quando ci dividiamo in fazioni d’opinionismo e in sacche di resistenza ideologica, che diventiamo la caricatura di quella pace che diciamo di voler costruire. Anche qui, sui social, tra commenti urlati e condivisioni da tastiera.


    Serve invece il coraggio di guardare in faccia le contraddizioni. Di non avere paura della complessità. Di non cercare scorciatoie morali. Perché la vera pace non è mai un atto di schieramento. È un lavoro chirurgico, continuo, spesso ingrato.
    E non è un caso se anni fa fu un poeta del rock – non un politico – a cantare:
    "Give peace a chance".

    Rock docet.

    #ThomYorke #TheSmile #Radiohead #PeaceNotSides #MusicaImpegnata #RockPoetico #ArteEDialogo #ViaMediana #RockSalvation #NoToExtremism #MusicaChePensa #ThirdWay #StopHamas #StopNetanyahu #TomYorkeQuotes #GivePeaceAChance #MusicForPeace #Palestina #Israele #RockAndPolitics #ThinkBeforeYouShout #Equilibrio
    🎸 ROCK SALVATION 🤘 La terza via tra caos e coscienza 🌪️🕊️ Credo nella via "mediana". Credo nella mediazione e nella ricerca di un equilibrio che oggi ci serve come il pane 🍞. E quando dico via mediana, mi riferisco a quell’onda che abbiamo cercato anni fa, chiamata anche “terza via”. No, non è quell'equidistanza democristiana fluttuante che odora di compromessi sterili. Sia chiaro, per i malpensanti. E oggi mi fa piacere che questa via del dialogo, questo fragile sentiero d'equilibrio, arrivi ancora una volta dal #Rock. Da chi, dentro al caos creativo, ha saputo sublimare la propria inquietudine in suono e parola. Thom Yorke, come altri poeti del suono – Roger Waters, o in forma più silenziosa Eric Clapton (che sale sul palco con una chitarra palestinese) – oggi ci offre parole che hanno il sapore di un coraggio diverso. Di un equilibrio pensato, sofferto. E io, quelle parole, le sento mie. Le condivido. Le rilancio. ❗️Perché no, non sempre nella vita esiste l’obbligo di schierarsi. Non sempre serve scegliere tra una contrada o l’altra, in queste moderne guerre tribali tra vax e no vax, palestinesi e israeliani, russi e ucraini. Sembrano gironi di Champions League della coscienza, con tanto di quote da scommessa pseudocalcistica 🎲⚽. La vita non è solo dicotomia. Ci vuole coraggio – vero coraggio – per voler (e saper) percorrere la via mediana. Quella in cui i problemi si affrontano con precisione chirurgica, dove si cerca la negoziazione come strumento di civiltà. Una via che tarda ad arrivare perché il mondo, oggi, ha disimparato a praticarla. Ed è allora che arte, cultura, e in questo caso il rock sperimentale di chi non ha padroni, tornano a farci da bussola. 🎧🌍 👉Ecco, le parole di Thom Yorke non sono un j’accuse né un manifesto pacifista da bacheca scolastica. Sono riflessioni lucide, scomode, profondamente umane. Le sue parole riecheggiano proprio quella terza via che rivendichiamo. “Spero che per chiunque abbia mai ascoltato una nota della musica della mia band o di qualsiasi altra musica che ho creato nel corso degli anni, o abbia guardato la copertina o letto un qualsiasi testo, sia ovvio che non potrei mai supportare alcuna forma di estremismo o disumanizzazione degli altri.” Parole che non si piegano né a slogan né a tifoserie. Yorke lo dice senza infingimenti, quando denuncia l’agire dell’attuale governo israeliano: “Penso che Netanyahu e la sua banda di estremisti siano totalmente fuori controllo e debbano essere fermati, e che la comunità internazionale dovrebbe esercitare tutta la pressione possibile su di loro affinché cessino. La loro scusa di autodifesa si è esaurita da tempo ed è stata sostituita da un palese desiderio di prendere il controllo di Gaza e della Cisgiordania permanentemente.” “Credo che questa amministrazione ultranazionalista si sia nascosta dietro un popolo terrorizzato e addolorato e lo abbia usato per deviare ogni critica, usando quella paura e quel dolore per promuovere la sua agenda ultranazionalista con conseguenze terribili, come vediamo ora con l'orribile blocco degli aiuti a Gaza.” Ma attenzione: non c'è parzialità. Non c'è adesione cieca a una sola parte. Yorke mette sotto lente anche l’altro lato: “Allo stesso tempo, l'incondizionato ritornello di Palestina Libera che ci circonda non risponde alla semplice domanda: perché gli ostaggi non sono ancora stati tutti restituiti? Per quale possibile motivo? Perché Hamas ha scelto gli atti davvero orribili del 7 ottobre?” “La risposta sembra ovvia, e credo che anche Hamas scelga di nascondersi dietro le sofferenze del suo popolo, in modo altrettanto cinico, per i propri scopi.” Yorke non gioca a fare il moderato da talk show. Prende posizione. Ma la sua è una posizione mediana, non neutrale. È il coraggio di chiamare le cose con il loro nome, senza rinunciare alla complessità. Senza cedere alle tifoserie. No, non è paraculaggine questa. Né mancanza di coraggio. Tutt’altro. Perché è proprio quando ci dividiamo in fazioni d’opinionismo e in sacche di resistenza ideologica, che diventiamo la caricatura di quella pace che diciamo di voler costruire. Anche qui, sui social, tra commenti urlati e condivisioni da tastiera. 🎭📱 Serve invece il coraggio di guardare in faccia le contraddizioni. Di non avere paura della complessità. Di non cercare scorciatoie morali. Perché la vera pace non è mai un atto di schieramento. È un lavoro chirurgico, continuo, spesso ingrato. E non è un caso se anni fa fu un poeta del rock – non un politico – a cantare: 🎵 "Give peace a chance". Rock docet. #ThomYorke #TheSmile #Radiohead #PeaceNotSides #MusicaImpegnata #RockPoetico #ArteEDialogo #ViaMediana #RockSalvation #NoToExtremism #MusicaChePensa #ThirdWay #StopHamas #StopNetanyahu #TomYorkeQuotes #GivePeaceAChance #MusicForPeace #Palestina #Israele #RockAndPolitics #ThinkBeforeYouShout #Equilibrio
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  • "Ho appena deciso con i miei legali, di presentarmi domani, da solo, davanti a 15 colleghi Giudici per controbattere alle 12 gravi accuse addebitatemi dalla Commissione Disciplinare dell’Ordine per radiarmi.
    Perché farò questa imprudenza?
    Perché se essere un Medico che ha curato e guarito oltre 6000 pazienti, gratuitamente, rischiando la vita, lavorando 14 ore al giorno per oltre due anni, subendo perquisizioni, indagini, interrogatori, vessazioni e insulti non è considerato dall’Ordine essere un buon Medico, fedele al Giuramento di Ippocrate, fanno molto bene a radiarmi.
    Ma non per punirmi.
    Per proteggermi dal loro concetto di “nuovo” Medico.
    E perché io non mi riconosco più nell’Ordine, che diventa un braccio del potere, invece che ricordarsi cosa dovrebbe essere un Medico.
    Perché senza i legali? Perché essi stessi mi hanno detto che loro non sarebbero mai in grado di trasmettere la mia passione, il mio spirito di sacrificio e la mia umanità.
    Vogliono che i colleghi si guardino allo specchio, ascoltando le mie parole.
    È l’unica possibilità che ho di salvarmi e continuare a curare. Toccare le loro coscienze e i loro cuori”.

    Dott. Andrea Stramezzi
    "Ho appena deciso con i miei legali, di presentarmi domani, da solo, davanti a 15 colleghi Giudici per controbattere alle 12 gravi accuse addebitatemi dalla Commissione Disciplinare dell’Ordine per radiarmi. Perché farò questa imprudenza? Perché se essere un Medico che ha curato e guarito oltre 6000 pazienti, gratuitamente, rischiando la vita, lavorando 14 ore al giorno per oltre due anni, subendo perquisizioni, indagini, interrogatori, vessazioni e insulti non è considerato dall’Ordine essere un buon Medico, fedele al Giuramento di Ippocrate, fanno molto bene a radiarmi. Ma non per punirmi. Per proteggermi dal loro concetto di “nuovo” Medico. E perché io non mi riconosco più nell’Ordine, che diventa un braccio del potere, invece che ricordarsi cosa dovrebbe essere un Medico. Perché senza i legali? Perché essi stessi mi hanno detto che loro non sarebbero mai in grado di trasmettere la mia passione, il mio spirito di sacrificio e la mia umanità. Vogliono che i colleghi si guardino allo specchio, ascoltando le mie parole. È l’unica possibilità che ho di salvarmi e continuare a curare. Toccare le loro coscienze e i loro cuori”. Dott. Andrea Stramezzi
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  • COSTEI deve DIMETTERSI IMMEDIATAMENTE. SENZA se e SENZA MA e DEVE ESSERE INDAGATA.
    Vaccini, la Corte Ue boccia von der Leyen sul Pfizergate: "Illegittimo vietare l'accesso dei giornalisti agli sms con l'ad dell'azienda" - Il Fatto Quotidiano
    La Commissione Ue aveva negato l'accesso ai messaggi tra la presidente e l'ad di Pfizer Albert Bourla alla reporter americana che seguiva il caso...

    Impedire ai giornalisti di accedere ai messaggi di testo tra Ursula von der Leyen e l’ad di Pfizer, Albert Bourla, nell’ambito dello scandalo Pfizergate scoppiato durante la pandemia di Covid-19, fu un atto illegittimo da parte della Commissione europea. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia Ue nella decisione presa nella mattinata del 14 maggio sostenendo che la richiesta della reporter del New York Times Matina Stevis-Gridneff, che voleva accedere agli sms scambiati tra von der Leyen e Bourla tra il 1 gennaio 2021 e l’11 maggio 2022, era fondata sul regolamento relativo all’accesso ai documenti. L’intento della reporter era quello di indagare sulle accuse di scarsa trasparenza nelle contrattazioni per la fornitura di un’enorme quantità di dosi vaccinali da parte dell’Europa. Palazzo Berlaymont respinse però la richiesta del quotidiano americano sostenendo di non essere in possesso dei documenti oggetto della domanda. Adeso, però, il quotidiano americano potrà avanzare una nuova richiesta di accesso agli atti: “In tal caso, la Commissione potrà ancora negare l’accesso, ma dovrà motivare il diniego in modo molto più chiaro, solido e coerente, tenendo conto delle indicazioni fornite dal Tribunale che ora costituiscono un riferimento giuridico”.

    Nelle motivazioni il Tribunale ricorda che il regolamento mira a dare la massima attuazione al diritto di accesso del pubblico ai documenti in possesso delle istituzioni: in linea di principio, tutti i documenti dovrebbero quindi essere accessibili. Tuttavia, quando un’istituzione afferma che uno specifico file non esiste o di non esserne in possesso si presume che la dichiarazione sia veritiera. Presunzione che può però essere superata sulla base di elementi pertinenti e concordanti forniti dal richiedente. Il Tribunale, ad esempio, osserva che le risposte fornite dalla Commissione nel corso dell’intero procedimento si basano o su ipotesi oppure su “informazioni mutevoli o imprecise. Per contro, la sig.ra Stevis e il New York Times hanno presentato elementi pertinenti e concordanti che descrivono l’esistenza di scambi, in particolare sotto forma di messaggi di testo, tra la presidente della Commissione e l’amministratore delegato di Pfizer nell’ambito dell’acquisto, da parte della Commissione, di vaccini presso tale società durante la pandemia di Covid-19. Essi sono quindi riusciti a superare la presunzione di inesistenza e di non possesso dei documenti richiesti”, si legge.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/14/vaccini-il-tribunale-ue-boccia-von-der-leyen-sul-pfizergate-illegittimo-vietare-laccesso-agli-atti-al-nyt/7987176/
    COSTEI deve DIMETTERSI IMMEDIATAMENTE. SENZA se e SENZA MA e DEVE ESSERE INDAGATA. Vaccini, la Corte Ue boccia von der Leyen sul Pfizergate: "Illegittimo vietare l'accesso dei giornalisti agli sms con l'ad dell'azienda" - Il Fatto Quotidiano La Commissione Ue aveva negato l'accesso ai messaggi tra la presidente e l'ad di Pfizer Albert Bourla alla reporter americana che seguiva il caso... Impedire ai giornalisti di accedere ai messaggi di testo tra Ursula von der Leyen e l’ad di Pfizer, Albert Bourla, nell’ambito dello scandalo Pfizergate scoppiato durante la pandemia di Covid-19, fu un atto illegittimo da parte della Commissione europea. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia Ue nella decisione presa nella mattinata del 14 maggio sostenendo che la richiesta della reporter del New York Times Matina Stevis-Gridneff, che voleva accedere agli sms scambiati tra von der Leyen e Bourla tra il 1 gennaio 2021 e l’11 maggio 2022, era fondata sul regolamento relativo all’accesso ai documenti. L’intento della reporter era quello di indagare sulle accuse di scarsa trasparenza nelle contrattazioni per la fornitura di un’enorme quantità di dosi vaccinali da parte dell’Europa. Palazzo Berlaymont respinse però la richiesta del quotidiano americano sostenendo di non essere in possesso dei documenti oggetto della domanda. Adeso, però, il quotidiano americano potrà avanzare una nuova richiesta di accesso agli atti: “In tal caso, la Commissione potrà ancora negare l’accesso, ma dovrà motivare il diniego in modo molto più chiaro, solido e coerente, tenendo conto delle indicazioni fornite dal Tribunale che ora costituiscono un riferimento giuridico”. Nelle motivazioni il Tribunale ricorda che il regolamento mira a dare la massima attuazione al diritto di accesso del pubblico ai documenti in possesso delle istituzioni: in linea di principio, tutti i documenti dovrebbero quindi essere accessibili. Tuttavia, quando un’istituzione afferma che uno specifico file non esiste o di non esserne in possesso si presume che la dichiarazione sia veritiera. Presunzione che può però essere superata sulla base di elementi pertinenti e concordanti forniti dal richiedente. Il Tribunale, ad esempio, osserva che le risposte fornite dalla Commissione nel corso dell’intero procedimento si basano o su ipotesi oppure su “informazioni mutevoli o imprecise. Per contro, la sig.ra Stevis e il New York Times hanno presentato elementi pertinenti e concordanti che descrivono l’esistenza di scambi, in particolare sotto forma di messaggi di testo, tra la presidente della Commissione e l’amministratore delegato di Pfizer nell’ambito dell’acquisto, da parte della Commissione, di vaccini presso tale società durante la pandemia di Covid-19. Essi sono quindi riusciti a superare la presunzione di inesistenza e di non possesso dei documenti richiesti”, si legge. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/14/vaccini-il-tribunale-ue-boccia-von-der-leyen-sul-pfizergate-illegittimo-vietare-laccesso-agli-atti-al-nyt/7987176/
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    Vaccini, la Corte Ue boccia von der Leyen sul Pfizergate: "Illegittimo vietare l'accesso dei giornalisti agli sms con l'ad dell'azienda" - Il Fatto Quotidiano
    La Commissione Ue aveva negato l'accesso ai messaggi tra la presidente e l'ad di Pfizer Albert Bourla alla reporter americana che seguiva il caso
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  • Caos urbanistica, il Comune anticipa la Procura e restituisce oneri di urbanizzazione per il progetto in via Salomone che considera a rischio

    https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/25_aprile_06/caos-urbanistica-il-comune-anticipa-la-procura-e-restituisce-oneri-di-urbanizzazione-per-il-progetto-in-via-salomone-che-ed8a2c0d-6fb2-4adb-8487-cba9f348bxlk.shtml?refresh_ce



    Palazzo Marino previene le mosse della Procura, giocando d’anticipo. Per la prima volta il Comune restituisce a un costruttore le somme versate come oneri di urbanizzazione per un progetto su cui la Procura non ha aperto un fascicolo ma che avrebbe potuto presentare criticità, sulla base dei profili contestati dalla magistratura nelle inchieste sull’urbanistica. La prima società a ricevere la restituzione è Bluestone, per il progetto in via Salomone 77. Un provvedimento adottato in via cautelare in attesa di sviluppi futuri sul fronte delle inchieste. In prospettiva potrebbero essercene anche altri, in seguito al lavoro di istruttoria che Palazzo Marino sta portando avanti da un anno.

    Il Comune a febbraio del 2024, sulla base di una delibera approvata dalla giunta, ha istituito un gruppo di lavoro per visionare quei dossier su cui la Procura non ha aperto un’indagine ma che potrebbero presentare criticità, sulla base dei rilievi emersi dalle inchieste sull’urbanistica. Nell’istruttoria che Palazzo Marino da un anno sta portando avanti, il Comune ha chiesto ad alcuni costruttori di rivedere aspetti progettuali, ad altri di modificare il piano attuativo. Per la prima volta, nel corso dell’istruttoria, Palazzo Marino è arrivato anche a restituire a una società la somma versata per gli oneri di urbanizzazione. È accaduto a Bluestone per il progetto in via Salomone, dove l’edificio, da sede della casa editrice Ricordi, dovrebbe diventare un complesso residenziale di 200 appartamenti.
    PUBBLICITÀ

    Per avviare il cantiere è stata rilasciata la Scia, segnalazione certificata di inizio attività, in alternativa al permesso di costruire. L’intervento è stato qualificato come «ristrutturazione edilizia», «con demolizione e ricostruzione» di un fabbricato «a vocazione residenziale». Il progetto prevede un «cambio d’uso» dell’edificio in via Salomone: da stabile utilizzato per ospitare uffici a edificio «a totale superficie residenziale». Come contributo di costruzione è stato determinato l’importo complessivo di quasi 2 milioni, da versare a rate.

    La prima, già saldata, pari a quasi 500 mila euro. Dal lavoro di istruttoria svolto dal Comune è emerso che il progetto, su cui la Procura non ha aperto un fascicolo, avrebbe potuto presentare delle criticità, in quanto uno dei profili contestati dalla magistratura riguarda proprio il titolo edilizio. Per la Procura per alcuni interventi sarebbero necessari i permessi di costruire, piuttosto che la Scia.

    Così ad agosto del 2024 l’amministrazione agisce «in regime di autotutela», annullando d’ufficio il titolo edilizio che si è formato. In altre parole, il Comune interviene prevenendo possibili accuse dalla Procura ed evitando lo stallo di un altro progetto edilizio in città. Poiché però Bluestone aveva già versato al Comune parte della somma dovuta per gli oneri di urbanizzazione, Palazzo Marino si è preso l’impegno di restituirla alla società. Da quanto emerge dalla determina, l’amministrazione ha approvato la restituzione della prima rata e degli interessi legali pari a seimila euro circa. La somma verrà liquidata nelle prossime settimane.

    Il Comune, intanto, continua la sua istruttoria su quei progetti che non sono sotto indagine della Procura ma che potrebbero presentare profili di criticità. Per quei dossier, invece, per cui la magistratura ha aperto un fascicolo Palazzo Marino ricerca un accordo. Giovedì l’avvocatura del Comune ha incontrato la Procura per cercare di trovare una soluzione allo stallo urbanistico in città. Al vaglio c’è la strada della giustizia riparativa. L’ipotesi è quella che i costruttori possano versare gli oneri di urbanizzazione mancanti o adibire aree dei propri progetti a spazi per servizi da destinare alla cittadinanza. Non è scontato che le parti in gioco accettino l’accordo. La strada è in salita ma dall’incontro è emersa la volontà di non arrecare danni inutili alla città
    Caos urbanistica, il Comune anticipa la Procura e restituisce oneri di urbanizzazione per il progetto in via Salomone che considera a rischio https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/25_aprile_06/caos-urbanistica-il-comune-anticipa-la-procura-e-restituisce-oneri-di-urbanizzazione-per-il-progetto-in-via-salomone-che-ed8a2c0d-6fb2-4adb-8487-cba9f348bxlk.shtml?refresh_ce Palazzo Marino previene le mosse della Procura, giocando d’anticipo. Per la prima volta il Comune restituisce a un costruttore le somme versate come oneri di urbanizzazione per un progetto su cui la Procura non ha aperto un fascicolo ma che avrebbe potuto presentare criticità, sulla base dei profili contestati dalla magistratura nelle inchieste sull’urbanistica. La prima società a ricevere la restituzione è Bluestone, per il progetto in via Salomone 77. Un provvedimento adottato in via cautelare in attesa di sviluppi futuri sul fronte delle inchieste. In prospettiva potrebbero essercene anche altri, in seguito al lavoro di istruttoria che Palazzo Marino sta portando avanti da un anno. Il Comune a febbraio del 2024, sulla base di una delibera approvata dalla giunta, ha istituito un gruppo di lavoro per visionare quei dossier su cui la Procura non ha aperto un’indagine ma che potrebbero presentare criticità, sulla base dei rilievi emersi dalle inchieste sull’urbanistica. Nell’istruttoria che Palazzo Marino da un anno sta portando avanti, il Comune ha chiesto ad alcuni costruttori di rivedere aspetti progettuali, ad altri di modificare il piano attuativo. Per la prima volta, nel corso dell’istruttoria, Palazzo Marino è arrivato anche a restituire a una società la somma versata per gli oneri di urbanizzazione. È accaduto a Bluestone per il progetto in via Salomone, dove l’edificio, da sede della casa editrice Ricordi, dovrebbe diventare un complesso residenziale di 200 appartamenti. PUBBLICITÀ Per avviare il cantiere è stata rilasciata la Scia, segnalazione certificata di inizio attività, in alternativa al permesso di costruire. L’intervento è stato qualificato come «ristrutturazione edilizia», «con demolizione e ricostruzione» di un fabbricato «a vocazione residenziale». Il progetto prevede un «cambio d’uso» dell’edificio in via Salomone: da stabile utilizzato per ospitare uffici a edificio «a totale superficie residenziale». Come contributo di costruzione è stato determinato l’importo complessivo di quasi 2 milioni, da versare a rate. La prima, già saldata, pari a quasi 500 mila euro. Dal lavoro di istruttoria svolto dal Comune è emerso che il progetto, su cui la Procura non ha aperto un fascicolo, avrebbe potuto presentare delle criticità, in quanto uno dei profili contestati dalla magistratura riguarda proprio il titolo edilizio. Per la Procura per alcuni interventi sarebbero necessari i permessi di costruire, piuttosto che la Scia. Così ad agosto del 2024 l’amministrazione agisce «in regime di autotutela», annullando d’ufficio il titolo edilizio che si è formato. In altre parole, il Comune interviene prevenendo possibili accuse dalla Procura ed evitando lo stallo di un altro progetto edilizio in città. Poiché però Bluestone aveva già versato al Comune parte della somma dovuta per gli oneri di urbanizzazione, Palazzo Marino si è preso l’impegno di restituirla alla società. Da quanto emerge dalla determina, l’amministrazione ha approvato la restituzione della prima rata e degli interessi legali pari a seimila euro circa. La somma verrà liquidata nelle prossime settimane. Il Comune, intanto, continua la sua istruttoria su quei progetti che non sono sotto indagine della Procura ma che potrebbero presentare profili di criticità. Per quei dossier, invece, per cui la magistratura ha aperto un fascicolo Palazzo Marino ricerca un accordo. Giovedì l’avvocatura del Comune ha incontrato la Procura per cercare di trovare una soluzione allo stallo urbanistico in città. Al vaglio c’è la strada della giustizia riparativa. L’ipotesi è quella che i costruttori possano versare gli oneri di urbanizzazione mancanti o adibire aree dei propri progetti a spazi per servizi da destinare alla cittadinanza. Non è scontato che le parti in gioco accettino l’accordo. La strada è in salita ma dall’incontro è emersa la volontà di non arrecare danni inutili alla città
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    Caos urbanistica, il Comune anticipa la Procura e restituisce oneri di urbanizzazione per il progetto in via Salomone che considera a rischio
    Progetti in stallo preventivo: in via Salomone primo caso di rimborso per «correggere» l’iter. Sull'operazione di Bluestone non è aperto un fascicolo, Palazzo Marino: procediamo in autotutela
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  • Inizia oggi a New York il processo contro Puff Diddy


    Per due decenni ha dominato l’hip hop americano, produttore potentissimo, musicista da tre Grammy, rapper, cantante, imprenditore. Il suo impero si è sgretolato sotto le accuse pesantissime di abusi sessuali, violenze e sfruttamento della prostituzione. Puff Diddy, è detenuto in carcere a Brooklyn da settembre.

    A novembre scorso i giudici avevano deciso di tenerlo in carcere perché “influenzava i testimoni”. La selezione della giuria è prevista per questa mattina e potrebbe durare diversi giorni.

    Combs si è dichiarato non colpevole di tutte le accuse. Si prevede che il processo duri almeno otto settimane.

    Sean John Combs, conosciuto sotto mille pseudonimi Diddy e Puffy, Puff Daddy, P. Diddy e Love, dovrà affrontare le accuse di aver usato l'influenza e le risorse del suo impero commerciale per abusare sessualmente di donne che venivano manipolate per partecipare a spettacoli sessuali a base di droga con prostituti maschili che Combs chiamava "Freak Off". Per tenere le donne sotto controllo, i pubblici ministeri affermano che Combs faceva uso di un mix di influenza e violenza: si offriva di dare una spinta alle loro carriere nel mondo dello spettacolo se avessero fatto ciò che chiedeva, o le interrompeva in caso contrario.

    L'atto d'accusa di 17 pagine contro Combs è secondo i media americani un atto contro un capo mafioso o il capo di una banda di narcotrafficanti, coinvolto nel traffico di esseri umani a fini sessuali. Le feste a casa sua tragicamente leggendarie sarebbero state luoghi di violenze e orrori sotto l’effetto di droghe, per anni nessuno avrebbe avuto il coraggio di andare contro quello che è già stato definito l’Harvey Weinstein della musica.

    Il processo è l'ultimo e il più grave di una lunga serie di problemi legali per Combs; il rapper sta affrontando anche un procedimento civile intentato da oltre 120 presunte vittime, tra cui 25 minorenni all'epoca dei fatti, che lo accusano di violenza sessuale.

    GOODBYE PEDOWOOD potrebbe diventare la migliore produzione hollywoodiana di tutti i tempi


    Source:  t.me/ArsenaleKappa
    Inizia oggi a New York il processo contro Puff Diddy Per due decenni ha dominato l’hip hop americano, produttore potentissimo, musicista da tre Grammy, rapper, cantante, imprenditore. Il suo impero si è sgretolato sotto le accuse pesantissime di abusi sessuali, violenze e sfruttamento della prostituzione. Puff Diddy, è detenuto in carcere a Brooklyn da settembre. A novembre scorso i giudici avevano deciso di tenerlo in carcere perché “influenzava i testimoni”. La selezione della giuria è prevista per questa mattina e potrebbe durare diversi giorni. Combs si è dichiarato non colpevole di tutte le accuse. Si prevede che il processo duri almeno otto settimane. Sean John Combs, conosciuto sotto mille pseudonimi Diddy e Puffy, Puff Daddy, P. Diddy e Love, dovrà affrontare le accuse di aver usato l'influenza e le risorse del suo impero commerciale per abusare sessualmente di donne che venivano manipolate per partecipare a spettacoli sessuali a base di droga con prostituti maschili che Combs chiamava "Freak Off". Per tenere le donne sotto controllo, i pubblici ministeri affermano che Combs faceva uso di un mix di influenza e violenza: si offriva di dare una spinta alle loro carriere nel mondo dello spettacolo se avessero fatto ciò che chiedeva, o le interrompeva in caso contrario. L'atto d'accusa di 17 pagine contro Combs è secondo i media americani un atto contro un capo mafioso o il capo di una banda di narcotrafficanti, coinvolto nel traffico di esseri umani a fini sessuali. Le feste a casa sua tragicamente leggendarie sarebbero state luoghi di violenze e orrori sotto l’effetto di droghe, per anni nessuno avrebbe avuto il coraggio di andare contro quello che è già stato definito l’Harvey Weinstein della musica. Il processo è l'ultimo e il più grave di una lunga serie di problemi legali per Combs; il rapper sta affrontando anche un procedimento civile intentato da oltre 120 presunte vittime, tra cui 25 minorenni all'epoca dei fatti, che lo accusano di violenza sessuale. GOODBYE PEDOWOOD potrebbe diventare la migliore produzione hollywoodiana di tutti i tempi 😎🍿 Source:  t.me/ArsenaleKappa 🅰️ 💥💥 ㅤ
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  • FAUCI SMASCHERATO DA 17 PROCURATORI GENERALI PER CRIMINI CONTRO L'UMANITÀ. di Agostino Conte

    Sta succedendo
    Diciassette procuratori generali degli stati si stanno muovendo contro Fauci, armati delle prove che ha progettato il COVID-19, ha mentito al Congresso e ha aiutato il PCC a scatenare un'arma biologica sul mondo.

    Questa è una guerra, non solo contro un singolo uomo, ma contro l'intera macchina che rappresenta. Fauci non stava "ingannando". Stava eseguendo un piano decennale di guerra psicologica, controllo demografico e sottomissione biologica delle persone.

    Biden ha cercato di proteggerlo. In un atto disperato, ha concesso una grazia preventiva e totale prima che i processi potessero iniziare. Questo da solo lo dimostra: Fauci era colpevole, e il deep state lo sapeva. Ma le accuse a livello statale non possono essere graziate. I procuratori generali stanno sfondando il muro di protezione, pronti a distruggere questo mostro.

    FAUCI HA GESTITO L'INTERA OPERAZIONE

    Il COVID non è stato un incidente. È stata un'operazione programmata. Fauci stava finanziando la ricerca sulle armi biologiche con guadagno di funzione in laboratori segreti finanziati dagli Stati Uniti in tutto il mondo. Ucraina. Cina. E altro ancora.

    Non era solo. NIH, CDC, OMS... erano tutti coinvolti. Anni prima del COVID, Fauci aveva contribuito a redigere l'intero progetto.

    Evento 201 (ottobre 2019): una simulazione della pandemia.
    Previsione per il 2017: Fauci aveva promesso un'epidemia a sorpresa sotto Trump.
    Rockefeller Lockstep Plan (2010): una strategia pre-scritta per una dittatura alimentata dalla pandemia.

    Fauci non ha mai "reagito" a una crisi. L'ha orchestrata.

    HA MENTITO. HA INSABBIATO TUTTO. HA UCCISO MILIONI DI PERSONE.

    Fauci ha diretto la campagna per mettere a tacere la teoria della fuga di notizie dai laboratori. Ha usato riviste scientifiche come armi, corrotto i media e utilizzato email trapelate per nascondere la verità. Ha bloccato l'ivermectina e l'idrossiclorochina, permettendo morti di massa per incrementare le vendite di vaccini.

    Questo è stato un omicidio perpetrato tramite la politica.

    I VACCINI ERANO UNA RETE DI CONTROLLO, NON UNA CURA

    Le iniezioni non erano medicine, erano armi. Creata su contratto militare, la tecnologia mRNA era stata progettata per modificare geneticamente la popolazione.

    Picchi di morti di massa. Arresti cardiaci. Sistemi immunitari al collasso.
    Tutto insabbiato dagli stessi media da lui controllati.

    FAUCI = CRIMINALE DI GUERRA BIOLOGICO

    Ha imposto una sostanza sperimentale a miliardi di persone. Non si è trattato di incompetenza, ma di genocidio intenzionale. E ora gli Stati Uniti stanno reagendo. Con conseguenze anche per chi l'ha sostenuto in Europa.

    I procuratori generali degli Stati stanno presentando accuse di associazione a delinquere, cospirazione, falsa testimonianza e crimini contro l'umanità. La finta grazia di Biden è inutile in questo caso.

    La gente è stanca di aspettare le prove di questo genocidio ma le prove stanno arrivando.

    FAUCI EXPOSED BY 17 STATE ATTORNEYS GENERAL FOR CRIMES AGAINST HUMANITY. by Agostino Conte

    It’s Happening
    Seventeen state attorneys general are moving against Fauci, armed with evidence that he engineered COVID-19, lied to Congress, and helped the CCP unleash a bioweapon on the world.

    This is a war, not just against one man, but against the entire machine he represents. Fauci wasn’t “cheating.” He was executing a decades-long plan of psychological warfare, population control, and biological subjugation of the people.

    Biden tried to protect him. In an act of desperation, he issued a preemptive and full pardon before the trials could begin. That alone proves it: Fauci was guilty, and the deep state knew it. But state-level charges cannot be pardoned. The attorneys general are breaking through the protective wall, ready to destroy this monster.

    FAUCI RUN THE ENTIRE OPERATION

    COVID wasn’t an accident. It was a planned operation. Fauci was funding gain-of-function bioweapons research in secret US-funded labs around the world. Ukraine. China. And more.

    He wasn’t alone. NIH, CDC, WHO… they were all in on it. Years before COVID, Fauci helped draft the entire project.

    Event 201 (October 2019): A simulation of the pandemic.
    Prediction for 2017: Fauci promised a surprise outbreak under Trump.
    Rockefeller Lockstep Plan (2010): A pre-written strategy for a pandemic-fueled dictatorship.

    Fauci never “reacted” to a crisis. He orchestrated it.

    HE LIED. HE COVERED UP. HE KILLED MILLIONS.

    Fauci led the campaign to silence the lab leak theory. He weaponized scientific journals, bribed the media, and used leaked emails to hide the truth. He blocked ivermectin and hydroxychloroquine, allowing mass deaths to boost vaccine sales.

    This was murder through politics.

    VACCINES WERE A CONTROL NET, NOT A CURE

    The shots were not medicine, they were weapons. Created under military contract, the mRNA technology was designed to genetically modify the population.

    Mass death spikes. Cardiac arrests. Immune systems collapsed.
    All covered up by the very media he controlled.

    FAUCI = BIOLOGICAL WAR CRIMINAL

    He forced an experimental substance on billions of people. This was not incompetence, it was intentional genocide. And now the United States is fighting back. With consequences also for those who supported him in Europe.

    State attorneys general are filing charges of conspiracy, conspiracy, perjury and crimes against humanity. Biden's fake pardon is useless in this case.

    People are tired of waiting for evidence of this genocide but the evidence is coming
    FAUCI SMASCHERATO DA 17 PROCURATORI GENERALI PER CRIMINI CONTRO L'UMANITÀ. di Agostino Conte Sta succedendo Diciassette procuratori generali degli stati si stanno muovendo contro Fauci, armati delle prove che ha progettato il COVID-19, ha mentito al Congresso e ha aiutato il PCC a scatenare un'arma biologica sul mondo. Questa è una guerra, non solo contro un singolo uomo, ma contro l'intera macchina che rappresenta. Fauci non stava "ingannando". Stava eseguendo un piano decennale di guerra psicologica, controllo demografico e sottomissione biologica delle persone. Biden ha cercato di proteggerlo. In un atto disperato, ha concesso una grazia preventiva e totale prima che i processi potessero iniziare. Questo da solo lo dimostra: Fauci era colpevole, e il deep state lo sapeva. Ma le accuse a livello statale non possono essere graziate. I procuratori generali stanno sfondando il muro di protezione, pronti a distruggere questo mostro. FAUCI HA GESTITO L'INTERA OPERAZIONE Il COVID non è stato un incidente. È stata un'operazione programmata. Fauci stava finanziando la ricerca sulle armi biologiche con guadagno di funzione in laboratori segreti finanziati dagli Stati Uniti in tutto il mondo. Ucraina. Cina. E altro ancora. Non era solo. NIH, CDC, OMS... erano tutti coinvolti. Anni prima del COVID, Fauci aveva contribuito a redigere l'intero progetto. Evento 201 (ottobre 2019): una simulazione della pandemia. Previsione per il 2017: Fauci aveva promesso un'epidemia a sorpresa sotto Trump. Rockefeller Lockstep Plan (2010): una strategia pre-scritta per una dittatura alimentata dalla pandemia. Fauci non ha mai "reagito" a una crisi. L'ha orchestrata. HA MENTITO. HA INSABBIATO TUTTO. HA UCCISO MILIONI DI PERSONE. Fauci ha diretto la campagna per mettere a tacere la teoria della fuga di notizie dai laboratori. Ha usato riviste scientifiche come armi, corrotto i media e utilizzato email trapelate per nascondere la verità. Ha bloccato l'ivermectina e l'idrossiclorochina, permettendo morti di massa per incrementare le vendite di vaccini. Questo è stato un omicidio perpetrato tramite la politica. I VACCINI ERANO UNA RETE DI CONTROLLO, NON UNA CURA Le iniezioni non erano medicine, erano armi. Creata su contratto militare, la tecnologia mRNA era stata progettata per modificare geneticamente la popolazione. Picchi di morti di massa. Arresti cardiaci. Sistemi immunitari al collasso. Tutto insabbiato dagli stessi media da lui controllati. FAUCI = CRIMINALE DI GUERRA BIOLOGICO Ha imposto una sostanza sperimentale a miliardi di persone. Non si è trattato di incompetenza, ma di genocidio intenzionale. E ora gli Stati Uniti stanno reagendo. Con conseguenze anche per chi l'ha sostenuto in Europa. I procuratori generali degli Stati stanno presentando accuse di associazione a delinquere, cospirazione, falsa testimonianza e crimini contro l'umanità. La finta grazia di Biden è inutile in questo caso. La gente è stanca di aspettare le prove di questo genocidio ma le prove stanno arrivando. FAUCI EXPOSED BY 17 STATE ATTORNEYS GENERAL FOR CRIMES AGAINST HUMANITY. by Agostino Conte It’s Happening Seventeen state attorneys general are moving against Fauci, armed with evidence that he engineered COVID-19, lied to Congress, and helped the CCP unleash a bioweapon on the world. This is a war, not just against one man, but against the entire machine he represents. Fauci wasn’t “cheating.” He was executing a decades-long plan of psychological warfare, population control, and biological subjugation of the people. Biden tried to protect him. In an act of desperation, he issued a preemptive and full pardon before the trials could begin. That alone proves it: Fauci was guilty, and the deep state knew it. But state-level charges cannot be pardoned. The attorneys general are breaking through the protective wall, ready to destroy this monster. FAUCI RUN THE ENTIRE OPERATION COVID wasn’t an accident. It was a planned operation. Fauci was funding gain-of-function bioweapons research in secret US-funded labs around the world. Ukraine. China. And more. He wasn’t alone. NIH, CDC, WHO… they were all in on it. Years before COVID, Fauci helped draft the entire project. Event 201 (October 2019): A simulation of the pandemic. Prediction for 2017: Fauci promised a surprise outbreak under Trump. Rockefeller Lockstep Plan (2010): A pre-written strategy for a pandemic-fueled dictatorship. Fauci never “reacted” to a crisis. He orchestrated it. HE LIED. HE COVERED UP. HE KILLED MILLIONS. Fauci led the campaign to silence the lab leak theory. He weaponized scientific journals, bribed the media, and used leaked emails to hide the truth. He blocked ivermectin and hydroxychloroquine, allowing mass deaths to boost vaccine sales. This was murder through politics. VACCINES WERE A CONTROL NET, NOT A CURE The shots were not medicine, they were weapons. Created under military contract, the mRNA technology was designed to genetically modify the population. Mass death spikes. Cardiac arrests. Immune systems collapsed. All covered up by the very media he controlled. FAUCI = BIOLOGICAL WAR CRIMINAL He forced an experimental substance on billions of people. This was not incompetence, it was intentional genocide. And now the United States is fighting back. With consequences also for those who supported him in Europe. State attorneys general are filing charges of conspiracy, conspiracy, perjury and crimes against humanity. Biden's fake pardon is useless in this case. People are tired of waiting for evidence of this genocide but the evidence is coming
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  • Non saranno tutti bombati? A pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca...
    Giocatori del Barcellona con le bende ai polsi: in Spagna scoppia il caso. L'ex medico del Real: "Se vuoi un accesso venoso più facile..." - Il Fatto Quotidiano
    "Non credo si tratti di una moda. Basta che mi spieghino il motivo. Qual è il segreto?"

    “Non so cosa stia succedendo, ma quello che voglio dire è che qualsiasi medico sa che se vuoi avere un accesso venoso più facile devi agire sulle mani e sui polsi”. Niko Mihic, ex responsabile dei servizi medici del Real Madrid per 7 anni, ha rilasciato un’intervista a Marca che sta facendo molto discutere in Spagna, proprio a pochi giorni dalla semifinale di ritorno di Champions League contro l’Inter. Il dottore, rispondendo a una domanda in cui gli veniva chiesto se dietro questa nuova tendenza da parte dei calciatori del Barcellona e non solo di indossare fasciature alle mani e ai polsi ci fosse una spiegazione medica, ha dichiarato: “Non credo si tratti di una moda. Penso che un giocatore non indossi qualcosa che faccia presumere che si stia proteggendo da una lesione solo per sentirsi più bello. Gli servirà per qualche motivo, no?”.

    Che Mihic abbia lasciato intendere che tra i catalani ci siano dei casi di doping? Non è chiaro, ma è una delle interpretazioni possibile delle sue affermazioni. Dal canto suo, il medico ha quindi ironizzato: “Potrebbe darsi che stiano progettando giochi di strategia, giocando molto a calcio balilla e prendendosi la tendinite“. E quindi: “Non capisco ciò che stanno facendo e che lo smentiscano, che dicano ‘no’, che mi spieghino ciò che stanno facendo. Qual è il segreto?”.

    Il calciatore blaugrana Pau Victor ha commentato queste parole con una storia su Instagram con l’emoji della faccina che ride. Probabilmente si tratta solo di abitudine da parte di calciatori che in passato si sono fatti male in quelle parti del corpo e ora si tutelano con questi bendaggi. E poi, c’è anche un po’ di superstizione: Luis Suarez, ex Barcellona tra l’altro, ha spesso giocato con questa fasciatura e una volta dichiarò: “La prima volta che mi sono fasciato la mano feci 2 gol, da quel momento non l’ho più tolta”.

    Nel Barcellona sono effettivamente tanti i giocatori che usano i bendaggi: da Lewandowski a Lamine Yamal, da Raphinha a De Jong fino a Gavi. Ma in molti, rispondendo alle parole di Mihic, hanno fatto notare come la moda sia diffusa anche tra i giocatori del Real Madrid, in particolare Rudiger e Fran Garcia. Senza dimenticare che uno dei bendaggi al polso più famosi è quello di un ex Blancos, Karim Benzema. Il francese nel 2019 si fratturò il dito mignolo e scelse di rimandare l’operazione e continuare a giocare con una fasciatura. Nella stagione successiva subì un altro colpo nello stesso punto, costringendolo a mantenere il bendaggio, diventato poi un portafortuna e un trattino iconico. Per questo, quando gioca, Benzema ha deciso di non farne più a meno.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/03/giocatori-barcellona-bende-fasciature-mani-polsi-spagna-polemiche-ex-medico-real-madrid-accuse/7973634/
    Non saranno tutti bombati? A pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca... Giocatori del Barcellona con le bende ai polsi: in Spagna scoppia il caso. L'ex medico del Real: "Se vuoi un accesso venoso più facile..." - Il Fatto Quotidiano "Non credo si tratti di una moda. Basta che mi spieghino il motivo. Qual è il segreto?" “Non so cosa stia succedendo, ma quello che voglio dire è che qualsiasi medico sa che se vuoi avere un accesso venoso più facile devi agire sulle mani e sui polsi”. Niko Mihic, ex responsabile dei servizi medici del Real Madrid per 7 anni, ha rilasciato un’intervista a Marca che sta facendo molto discutere in Spagna, proprio a pochi giorni dalla semifinale di ritorno di Champions League contro l’Inter. Il dottore, rispondendo a una domanda in cui gli veniva chiesto se dietro questa nuova tendenza da parte dei calciatori del Barcellona e non solo di indossare fasciature alle mani e ai polsi ci fosse una spiegazione medica, ha dichiarato: “Non credo si tratti di una moda. Penso che un giocatore non indossi qualcosa che faccia presumere che si stia proteggendo da una lesione solo per sentirsi più bello. Gli servirà per qualche motivo, no?”. Che Mihic abbia lasciato intendere che tra i catalani ci siano dei casi di doping? Non è chiaro, ma è una delle interpretazioni possibile delle sue affermazioni. Dal canto suo, il medico ha quindi ironizzato: “Potrebbe darsi che stiano progettando giochi di strategia, giocando molto a calcio balilla e prendendosi la tendinite“. E quindi: “Non capisco ciò che stanno facendo e che lo smentiscano, che dicano ‘no’, che mi spieghino ciò che stanno facendo. Qual è il segreto?”. Il calciatore blaugrana Pau Victor ha commentato queste parole con una storia su Instagram con l’emoji della faccina che ride. Probabilmente si tratta solo di abitudine da parte di calciatori che in passato si sono fatti male in quelle parti del corpo e ora si tutelano con questi bendaggi. E poi, c’è anche un po’ di superstizione: Luis Suarez, ex Barcellona tra l’altro, ha spesso giocato con questa fasciatura e una volta dichiarò: “La prima volta che mi sono fasciato la mano feci 2 gol, da quel momento non l’ho più tolta”. Nel Barcellona sono effettivamente tanti i giocatori che usano i bendaggi: da Lewandowski a Lamine Yamal, da Raphinha a De Jong fino a Gavi. Ma in molti, rispondendo alle parole di Mihic, hanno fatto notare come la moda sia diffusa anche tra i giocatori del Real Madrid, in particolare Rudiger e Fran Garcia. Senza dimenticare che uno dei bendaggi al polso più famosi è quello di un ex Blancos, Karim Benzema. Il francese nel 2019 si fratturò il dito mignolo e scelse di rimandare l’operazione e continuare a giocare con una fasciatura. Nella stagione successiva subì un altro colpo nello stesso punto, costringendolo a mantenere il bendaggio, diventato poi un portafortuna e un trattino iconico. Per questo, quando gioca, Benzema ha deciso di non farne più a meno. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/03/giocatori-barcellona-bende-fasciature-mani-polsi-spagna-polemiche-ex-medico-real-madrid-accuse/7973634/
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