• 4 OTTOBRE

    Senza retorica.
    La giornata di oggi, per alcuni di noi, non è solo una ricorrenza da calendario. È il ricordo di un tempo in cui abbiamo fatto parte di un “Movimento” che si definiva francescano proprio perché nato in questo giorno.

    Forse oggi tutto questo appartiene alla categoria dei "ricordi". E i ricordi, si sa, dovrebbero restare custoditi in un cassetto. Ma mai come ora sarebbero necessari.
    Anche perché, con il tempo, la parola ricordi ha ceduto il posto a un’altra, più dura: "rancori".

    Viviamo in un mondo sempre più intriso di rancori e ingiustizie, in un’Italia divisa in dibattiti infiniti su ciò che sia giusto o sbagliato. Per questo spero che questa data non rimanga soltanto un anniversario come tanti. Sarebbe forse utopistico immaginare che diventi un nuovo inizio, eppure… non è questo il senso più autentico di un giorno dedicato a Francesco?

    Non parlo di fede, né di ideologie. Ognuno porta con sé le proprie convinzioni, tutte rispettabili. Vorrei soltanto che provassimo, ciascuno a modo suo, a rispolverare quello spirito davvero francescano: la semplicità, l’umanità, la capacità di fare squadra. Quando bastava poco, pochissimo, per stare bene.

    Forse più che appellarci ai santi, dovremmo ricordarci dei valori che hanno incarnato. Perché la pace non è mai un dono dall’alto: è una scelta che nasce prima di tutto dentro di noi.
    E rimango convinto che nessuna guerra nel mondo finirà davvero se non saremo capaci di porre fine alla "guerra che c'è dentro di noi".

    Buon 4 Ottobre, comunque.

    #SanFrancesco #4Ottobre #PaceInteriore #Francescano #Ricordi #Valori #Umanità #Insieme
    4 OTTOBRE Senza retorica. La giornata di oggi, per alcuni di noi, non è solo una ricorrenza da calendario. È il ricordo di un tempo in cui abbiamo fatto parte di un “Movimento” che si definiva francescano proprio perché nato in questo giorno. Forse oggi tutto questo appartiene alla categoria dei "ricordi". E i ricordi, si sa, dovrebbero restare custoditi in un cassetto. Ma mai come ora sarebbero necessari. Anche perché, con il tempo, la parola ricordi ha ceduto il posto a un’altra, più dura: "rancori". Viviamo in un mondo sempre più intriso di rancori e ingiustizie, in un’Italia divisa in dibattiti infiniti su ciò che sia giusto o sbagliato. Per questo spero che questa data non rimanga soltanto un anniversario come tanti. Sarebbe forse utopistico immaginare che diventi un nuovo inizio, eppure… non è questo il senso più autentico di un giorno dedicato a Francesco? Non parlo di fede, né di ideologie. Ognuno porta con sé le proprie convinzioni, tutte rispettabili. Vorrei soltanto che provassimo, ciascuno a modo suo, a rispolverare quello spirito davvero francescano: la semplicità, l’umanità, la capacità di fare squadra. Quando bastava poco, pochissimo, per stare bene. Forse più che appellarci ai santi, dovremmo ricordarci dei valori che hanno incarnato. Perché la pace non è mai un dono dall’alto: è una scelta che nasce prima di tutto dentro di noi. E rimango convinto che nessuna guerra nel mondo finirà davvero se non saremo capaci di porre fine alla "guerra che c'è dentro di noi". Buon 4 Ottobre, comunque. #SanFrancesco #4Ottobre #PaceInteriore #Francescano #Ricordi #Valori #Umanità #Insieme
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  • https://youtu.be/0ilF4LJsV4E?si=0_oH-lUYbRuxMEiY

    Domandiamoci bene bene tutti a cosa tutto serve la geoingegneria climaticaE perché nelle scie chimiche degli aerei che sorvolano i nostri cieli sono contenute sostanze altamente inquinanti e tossiche per gli esseri viventi e per la natura
    E perché Enrico Gianini è stato internato senza il suo consenso... Ingiustamente

    ENRICO GIANINI LIBERO

    P.S. : Per ulteriore e basilare conoscenza di tutta la popolazione italiana:... 👇🏻👇🏻👇🏻

    nelle acque piovane

    Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-10970 presentata da DOMENICO SCILIPOTI martedi' 22 febbraio 2011, seduta n.437 SCILIPOTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che: nel 1999 il Parlamento europeo con delibera nr. A 4-0005/99 del 14 gennaio 1999 si e espressa contro le sperimentazioni HAARP (con base in Alaska-Usa); nel 2002 l'Italia ha firmato un accordo bilaterale con gli USA sulla ricerca climatica e il capo dei ricercatori italiani e il Professore Franco Prodi; nel 2003 l'ex Ministro della difesa, Martino, autorizza le forze aeree Usa (USAF) a sorvolare gli spazi aerei dell'Italia; nel periodo dal 2003 al 2009 sono state presentate nr. 14 interrogazioni parlamentari sull'argomento; le sostanze tossiche utilizzate per le operazioni di aerosol sono composte da metalli, polimeri, silicati, virus e batteri; l'alluminio e' una sostanza neurotossica che danneggia sia il sistema nervoso centrale, che i processi omeostatici cellulari (l'alluminio e' un fattore determinante nell'Alzheimer); l'intossicazioni di metalli produce un abbassamento delle difese immunitarie; l'alluminio uccide la flora batterica dei terreni; le piogge prodotte dalle scie chimiche cambiano il ph dei terreni; le operazioni di aerosol, comunemente chiamate scie chimiche, finiscono per determinare, ad avviso dell'interrogante, una lesione di diritti sanciti dalla Costituzione -: se il Governo intenda assumere, per quanto di competenza, iniziative volte: a) ad accertare i valori di acidita', ovvero, i ph cambiati dal 2003 al 2010, a mappare con precisione la qualita' attuale dei terreni e a garantire la cessazione delle operazioni suddette in quanto obbligano all'utilizzo di OGM; b) a misurare il livello di bario e di alluminio nelle acque piovane su tutto il territorio nazionale promuovendo verifiche dopo le piogge provocate dalle operazioni militari; c) a misurare il tasso d'inquinamento dell'aria specificamente in relazione ai prodotti utilizzati nelle operazioni di aerosol; d) a determinare il rischio ambientale e per la salute della popolazione dei territori soggetti a operazioni di scie chimiche permanenti; e) a chiarire l'influenza che le operazioni di scie chimiche dal 2003 ad oggi hanno avuto sulla salute degli italiani; f) a pubblicare le ricerche epidemiologiche relative: 1) alle malattie infettive dell'apparato respiratorio; 2) allergie dovute a intossicazione da metalli; 3) Alzheimer e altre malattie degenerative riconducibili all'intossicazione di metalli; g) a stimare la correlazione dell'aumento delle malattie in rapporto alle sostanze utilizzate nelle scie chimiche (ovviamente ogni malattia e' multifattoriale e le questioni ambientali incidono significativamente, ma dal 2003 se vi e' stato un aumento statistico significativo probabilmente dovuto alle scie chimiche); intenda promuovere la cancellazione del segreto di Stato relativo alle scie chimiche e far cessare le operazioni che comportano scie chimiche tutt'oggi effettuate. (4-10970)

    RESTIAMO LIBERI IN SALUTE E UMANI
    https://youtu.be/0ilF4LJsV4E?si=0_oH-lUYbRuxMEiY Domandiamoci bene bene tutti a cosa tutto serve la geoingegneria climatica❓E perché nelle scie chimiche degli aerei che sorvolano i nostri cieli sono contenute sostanze altamente inquinanti e tossiche per gli esseri viventi e per la natura❓ E perché Enrico Gianini è stato internato senza il suo consenso... Ingiustamente ❓❓❓ ENRICO GIANINI LIBERO ‼️ P.S. : Per ulteriore e basilare conoscenza di tutta la popolazione italiana:... 👇🏻👇🏻👇🏻 nelle acque piovane Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-10970 presentata da DOMENICO SCILIPOTI martedi' 22 febbraio 2011, seduta n.437 SCILIPOTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che: nel 1999 il Parlamento europeo con delibera nr. A 4-0005/99 del 14 gennaio 1999 si e espressa contro le sperimentazioni HAARP (con base in Alaska-Usa); nel 2002 l'Italia ha firmato un accordo bilaterale con gli USA sulla ricerca climatica e il capo dei ricercatori italiani e il Professore Franco Prodi; nel 2003 l'ex Ministro della difesa, Martino, autorizza le forze aeree Usa (USAF) a sorvolare gli spazi aerei dell'Italia; nel periodo dal 2003 al 2009 sono state presentate nr. 14 interrogazioni parlamentari sull'argomento; le sostanze tossiche utilizzate per le operazioni di aerosol sono composte da metalli, polimeri, silicati, virus e batteri; l'alluminio e' una sostanza neurotossica che danneggia sia il sistema nervoso centrale, che i processi omeostatici cellulari (l'alluminio e' un fattore determinante nell'Alzheimer); l'intossicazioni di metalli produce un abbassamento delle difese immunitarie; l'alluminio uccide la flora batterica dei terreni; le piogge prodotte dalle scie chimiche cambiano il ph dei terreni; le operazioni di aerosol, comunemente chiamate scie chimiche, finiscono per determinare, ad avviso dell'interrogante, una lesione di diritti sanciti dalla Costituzione -: se il Governo intenda assumere, per quanto di competenza, iniziative volte: a) ad accertare i valori di acidita', ovvero, i ph cambiati dal 2003 al 2010, a mappare con precisione la qualita' attuale dei terreni e a garantire la cessazione delle operazioni suddette in quanto obbligano all'utilizzo di OGM; b) a misurare il livello di bario e di alluminio nelle acque piovane su tutto il territorio nazionale promuovendo verifiche dopo le piogge provocate dalle operazioni militari; c) a misurare il tasso d'inquinamento dell'aria specificamente in relazione ai prodotti utilizzati nelle operazioni di aerosol; d) a determinare il rischio ambientale e per la salute della popolazione dei territori soggetti a operazioni di scie chimiche permanenti; e) a chiarire l'influenza che le operazioni di scie chimiche dal 2003 ad oggi hanno avuto sulla salute degli italiani; f) a pubblicare le ricerche epidemiologiche relative: 1) alle malattie infettive dell'apparato respiratorio; 2) allergie dovute a intossicazione da metalli; 3) Alzheimer e altre malattie degenerative riconducibili all'intossicazione di metalli; g) a stimare la correlazione dell'aumento delle malattie in rapporto alle sostanze utilizzate nelle scie chimiche (ovviamente ogni malattia e' multifattoriale e le questioni ambientali incidono significativamente, ma dal 2003 se vi e' stato un aumento statistico significativo probabilmente dovuto alle scie chimiche); intenda promuovere la cancellazione del segreto di Stato relativo alle scie chimiche e far cessare le operazioni che comportano scie chimiche tutt'oggi effettuate. (4-10970) RESTIAMO LIBERI IN SALUTE E UMANI ‼️
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  • "L'ARTE IN TEMPO DI GUERRA" Video dell'incontro di Sabato 20/09 – Tre giorni per la Pace

    "L’arte in tempo di guerra" è stata per noi una piccola grande sfida all’interno della Tre giorni per la Pace. Non è stato semplice, ma con impegno e condivisione siamo riusciti a portare nel cuore di questo palinsesto un momento di riflessione in cui l’arte e la cultura hanno trovato spazio accanto ai temi, purtroppo drammaticamente attuali, dei conflitti.

    Mantenendo l'umilta' abbiamo trascorso un’ora e mezza insieme a tre amici relatori che non sono solo artisti, ma anche attivisti , capaci di intrecciare esperienza personale, sensibilità e impegno civile. È stato un dialogo intenso, che ci ha ricordato come l’arte, persino nei momenti più bui, sappia diventare strumento di coscienza e di resistenza.

    Ringrazio di cuore chi ha partecipato e chi ci ha sostenuto: forse, proprio da incontri come questo, possono nascere i semi di una nuova riflessione collettiva, fondata su valori umanistici che oggi più che mai abbiamo il dovere di recuperare.

    Rivedi l’incontro qui:
    https://www.youtube.com/live/EXU8ikCaPgA?feature=shared

    #ArteInTempoDiGuerra #TreGiorniPerLaPace #ArteECultura #Attivismo #ValoriUmanistici #RiflessioneCollettiva
    🎨 "L'ARTE IN TEMPO DI GUERRA" ✨📅 Video dell'incontro di Sabato 20/09 – Tre giorni per la Pace 🕊️ "L’arte in tempo di guerra" è stata per noi una piccola grande sfida all’interno della Tre giorni per la Pace. Non è stato semplice, ma con impegno e condivisione siamo riusciti a portare nel cuore di questo palinsesto un momento di riflessione in cui l’arte e la cultura hanno trovato spazio accanto ai temi, purtroppo drammaticamente attuali, dei conflitti. Mantenendo l'umilta' abbiamo trascorso un’ora e mezza insieme a tre amici relatori che non sono solo artisti, ma anche attivisti 🎭✊, capaci di intrecciare esperienza personale, sensibilità e impegno civile. È stato un dialogo intenso, che ci ha ricordato come l’arte, persino nei momenti più bui, sappia diventare strumento di coscienza e di resistenza. 🙏 Ringrazio di cuore chi ha partecipato e chi ci ha sostenuto: forse, proprio da incontri come questo, possono nascere i semi di una nuova riflessione collettiva, fondata su valori umanistici che oggi più che mai abbiamo il dovere di recuperare. 🎥 Rivedi l’incontro qui: https://www.youtube.com/live/EXU8ikCaPgA?feature=shared #ArteInTempoDiGuerra #TreGiorniPerLaPace #ArteECultura #Attivismo #ValoriUmanistici #RiflessioneCollettiva
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  • Caro ministro Tajani, crede davvero che finora l’Italia su Gaza sia stata dalla parte giusta della storia?

    In questi giorni gira in rete un video del Ministro Antonio Tajani, che durante un comizio elettorale nelle Marche precisa “(…) noi sul genocidio (pausa), su tutto ciò che accade a Gaza non abbiamo nessuna responsabilità. Stiamo difendendo il diritto del popolo palestinese a rimanere dov’è (…) ad avere uno stato. Non siamo complici di nessun… omicidio, di nessun genocidio, di nessun crimine”.

    Chissà cosa avrà pensato il Ministro in quella breve pausa dopo aver pronunciato la parola genocidio, purtroppo la regia non ci fa neanche vedere il suo volto. Ma ormai la frittata era fatta. Con questo discorso è caduta infatti tutta la narrazione italiana alimentata in questi due anni guerra dai due vicepremier Tajani e Salvini, così come dalla Presidente, Giorgia Meloni. Un racconto pubblico in cui prima si è supportata l’azione militare israeliana, poi la si è giustificata rimanendo silenti sulle atrocità e si è negato i crimini commessi a Gaza, arrivando solo negli ultimi mesi ad avanzare qualche critica di fronte all’evidenza delle immagini, delle testimonianze e alle proteste sempre crescenti dell’opinione pubblica.

    Finalmente è quindi caduta la maschera. Ministro Tajani, Lei pronunciando quella parola ha automaticamente riconosciuto tutta una serie di obblighi che il nostro Paese almeno dal 26 gennaio 2024 non sta rispettando. È utile ricordarli perché, nel rispetto del diritto internazionale, l’Italia era tenuta a:

    – interrompere qualunque fornitura di armi, componenti d’arma, tecnologie e servizi militari a Israele;
    – rivedere le proprie relazioni economiche, politiche, accademiche, sociali e culturali con Israele, interrompendo immediatamente qualunque rapporto che potesse rafforzare o giustificare la commissione di gravi violazioni del diritto internazionale o ostacolare l’esercizio del diritto di autodeterminazione del popolo palestinese;
    – astenersi dall’intrattenere con Israele qualunque relazione economica o commerciale che riguardasse il Territorio palestinese occupato, che potesse in qualunque modo supportare la presenza illegale di Israele;
    – adottare provvedimenti adeguati per impedire che cittadini italiani e imprese presenti in Italia intrattenessero relazioni commerciali o di investimento, che potessero contribuire a consolidare l’occupazione illegale di Israele dei territori palestinesi;
    – attivarsi per chiedere e ottenere la sospensione dell’Accordo di associazione tra Ue e Israele, che dovrebbe essere basato sul rispetto dei diritti umani e dei valori democratici;
    – sostenere a livello internazionale qualunque iniziativa politica volta a fare pressione su Israele, con l’obiettivo di indurlo a desistere dalla commissione dei gravi crimini di cui si è reso responsabile;
    – collaborare in modo proattivo e tempestivo con altri Stati e organismi internazionali, come la Corte Penale internazionale, che hanno intrapreso indagini e azioni penali su presunti crimini di diritto internazionale commessi a Gaza o in Israele.
    – valutare, anche in sede europea, l’adozione di misure restrittive contro la leadership militare e politica israeliana (come il congelamento dei beni e il travel ban) analoghe a quelle che sono state adottate contro la Russia e l’establishment russo, a seguito dell’illecita invasione dell’Ucraina.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/19/genocidio-gaza-tajani-responsabilita-italia-notizie/8132596/
    Caro ministro Tajani, crede davvero che finora l’Italia su Gaza sia stata dalla parte giusta della storia? In questi giorni gira in rete un video del Ministro Antonio Tajani, che durante un comizio elettorale nelle Marche precisa “(…) noi sul genocidio (pausa), su tutto ciò che accade a Gaza non abbiamo nessuna responsabilità. Stiamo difendendo il diritto del popolo palestinese a rimanere dov’è (…) ad avere uno stato. Non siamo complici di nessun… omicidio, di nessun genocidio, di nessun crimine”. Chissà cosa avrà pensato il Ministro in quella breve pausa dopo aver pronunciato la parola genocidio, purtroppo la regia non ci fa neanche vedere il suo volto. Ma ormai la frittata era fatta. Con questo discorso è caduta infatti tutta la narrazione italiana alimentata in questi due anni guerra dai due vicepremier Tajani e Salvini, così come dalla Presidente, Giorgia Meloni. Un racconto pubblico in cui prima si è supportata l’azione militare israeliana, poi la si è giustificata rimanendo silenti sulle atrocità e si è negato i crimini commessi a Gaza, arrivando solo negli ultimi mesi ad avanzare qualche critica di fronte all’evidenza delle immagini, delle testimonianze e alle proteste sempre crescenti dell’opinione pubblica. Finalmente è quindi caduta la maschera. Ministro Tajani, Lei pronunciando quella parola ha automaticamente riconosciuto tutta una serie di obblighi che il nostro Paese almeno dal 26 gennaio 2024 non sta rispettando. È utile ricordarli perché, nel rispetto del diritto internazionale, l’Italia era tenuta a: – interrompere qualunque fornitura di armi, componenti d’arma, tecnologie e servizi militari a Israele; – rivedere le proprie relazioni economiche, politiche, accademiche, sociali e culturali con Israele, interrompendo immediatamente qualunque rapporto che potesse rafforzare o giustificare la commissione di gravi violazioni del diritto internazionale o ostacolare l’esercizio del diritto di autodeterminazione del popolo palestinese; – astenersi dall’intrattenere con Israele qualunque relazione economica o commerciale che riguardasse il Territorio palestinese occupato, che potesse in qualunque modo supportare la presenza illegale di Israele; – adottare provvedimenti adeguati per impedire che cittadini italiani e imprese presenti in Italia intrattenessero relazioni commerciali o di investimento, che potessero contribuire a consolidare l’occupazione illegale di Israele dei territori palestinesi; – attivarsi per chiedere e ottenere la sospensione dell’Accordo di associazione tra Ue e Israele, che dovrebbe essere basato sul rispetto dei diritti umani e dei valori democratici; – sostenere a livello internazionale qualunque iniziativa politica volta a fare pressione su Israele, con l’obiettivo di indurlo a desistere dalla commissione dei gravi crimini di cui si è reso responsabile; – collaborare in modo proattivo e tempestivo con altri Stati e organismi internazionali, come la Corte Penale internazionale, che hanno intrapreso indagini e azioni penali su presunti crimini di diritto internazionale commessi a Gaza o in Israele. – valutare, anche in sede europea, l’adozione di misure restrittive contro la leadership militare e politica israeliana (come il congelamento dei beni e il travel ban) analoghe a quelle che sono state adottate contro la Russia e l’establishment russo, a seguito dell’illecita invasione dell’Ucraina. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/19/genocidio-gaza-tajani-responsabilita-italia-notizie/8132596/
    WWW.ILFATTOQUOTIDIANO.IT
    Blog | Tajani ammette il genocidio a Gaza: cosa rischia ora l'Italia?
    Le parole del ministro sul genocidio a Gaza svelano le responsabilità dell'Italia. Ecco cosa dovrebbe fare il governo secondo il diritto internazionale.
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  • BASILE / ALBANESE — la verità è donna

    Più passano i giorni e più mi sembra evidente che l'essere umano non sia programmato per la Pace.
    Perché, diciamolo, in queste ore un assassinio come quello di Charlie Kirk diventa occasione di scannamento e tiro al bersaglio — sia per i nostri magnanimi governanti sia per noi opinionisti da salotto digitale. Paradossale? Sì. Punto.
    Eppure esistono persone che — senza prediche dal piedistallo — riescono a parlare chiaro, a rimettere le posizioni ideologiche su un piano di verità e coraggio. Doti rare, ormai: tanti leader avrebbero visibilità, mezzi e possibilità per guidare verso il buonsenso, ma non lo fanno. Perché il profitto ha inquinato i pozzi da tempo.

    Che la donna sia fonte di ispirazione non è una novità. Ma in tempi di guerra e incertezza il pragmatismo femminile è necessario come l’aria.
    Nel contesto della festa del Fatto Quotidiano, due interventi sono spiccati — quasi passati sotto silenzio rispetto al frastuono dei TG — e meritano di essere ripresi. Li riportiamo per ricordare qual è il vero “succo” di ciò che accade, quello che molti fingono di non vedere.

    Aprire faide e polemiche infinite è sempre più semplice — soprattutto qui dove tutto serve a lanciare bordate tra centrodestra e centrosinistra. Ecco perché non saremo mai pronti alla pace.
    Ma torniamo al punto: gli interventi sono due. Possono sembrare scontati, triti e ritriti, ma non lasciano spazio a immaginazioni o allucinazioni.

    Elena Basile, ex ambasciatrice e voce critica della diplomazia italiana, ha affrontato con toni durissimi la questione palestinese e il sostegno occidentale alle politiche israeliane.
    “La politica che sta tenendo Israele oggi è una politica mafiosa, terrorista”, ha dichiarato dal palco, distinguendola persino dalle strategie dei primi governi israeliani: “Ben Gurion faceva interventi lampo perché teneva conto della situazione geografica e delle forze di Israele, metteva gli ostaggi in primo luogo. Oggi abbiamo un paese che mantiene sette fronti militari: Gaza, Cisgiordania, Libano, Yemen, Iran, Siria e Iraq. E con l’attacco a Doha sta mettendo in discussione le stesse alleanze con Egitto, Giordania e le monarchie del Golfo, gli interlocutori degli accordi di Abramo”.
    Secondo Basile, Israele appare oggi sempre più isolato: “Alle Nazioni Unite due terzi del mondo votano contro Israele. Grazie soprattutto al lavoro di Francesca Albanese, la società civile resiste e si oppone”. Tuttavia, ha sottolineato che anche Russia, Cina e paesi arabi “non sfidano apertamente Israele, pur non essendone complici come l’Occidente”.

    E rilancia :
    “Dobbiamo concentrarci in una mobilitazione dentro gli Stati europei e, se possibile, negli Stati Uniti, per chiedere la fine della cooperazione politica, militare ed economica con Israele. Grazie a Francesca Albanese, oggi abbiamo i nomi e cognomi di tutte le imprese che fanno profitto col genocidio”.

    E proprio Francesca Albanese subentra chiamando le cose con il loro nome: genocidio o atto di supremazia — non una semplice “guerra” — parlando con la franchezza di chi conosce il conflitto e con lo sguardo lucido di chi analizza i fatti:

    “Dinanzi a questa brutalità non si reagisce con le contromisure previste dal diritto: fermare trasferimenti e acquisti di armi, sospendere gli accordi commerciali. È un obbligo degli Stati”. E ha definito Israele nei territori occupati “una dittatura militare che ha governato 5 milioni di persone attraverso ordini scritti da soldati e rivisti da corti militari composte da soldati”.

    Sulla sua situazione personale mantiene una compostezza e un’obiettività invidiabili da che da questo luglio 2025, Francesca Albanese è finita nella lista nera degli Stati Uniti.
    ‘Vorrei non essere la notizia. Credo che la cosa più importante sia continuare a parlare di Gaza. Ma le sanzioni significano non poter entrare negli Stati Uniti, e per chi ha legami personali o familiari lì, come mia figlia, nata negli Usa, anche rischiare pene pecuniarie o persino l’arresto fino a 20 anni di carcere.
    L’obiettivo è intimidire, isolare, congelare chi denuncia’.”

    E chiude con una constatazione che fotografa la tossicità del dibattito pubblico:
    “Non credo neanche che sia giusta la frase che ho detto prima, e cioè che quello a Gaza sia il primo genocidio trasmesso in televisione. Le immagini passano, ma vengono accompagnate da una narrazione totalmente falsata. È questa tossicità del dibattito che non permette di capire cosa sta succedendo”.

    Cosa ne penso ?
    Questo è il nostro tempo: la spettacolarizzazione di ogni delitto o decesso e il disprezzo per un’informazione che rispetti i fatti hanno trasformato il dibattito in un’arena che uccide le ragioni. A chilometri da qui muoiono persone; nel cosiddetto “Occidente evoluto” muoiono valori e ideali. Stiamo scavando un fondo cui è difficile credere che non ci siamo già inabissati.

    La testimonianza di due “outsider” come Basile e Albanese è, in questo contesto, una boccata d’ossigeno a pochi metri dal baratro. È la lezione semplice e urgente del “parlare chiaro”: senza urlare, con rigore e sotto il frastuono di una cacofonia che noi stessi alimentiamo online.
    Serve un passo indietro rispetto agli interessi e un passo avanti verso verità e responsabilità. Serve un’informazione che sia veritiera, rigorosa e capace di restituire dignità alle vittime e senso alle azioni politiche.

    Siamo tutti, in una misura o nell’altra, parte del problema. Se vogliamo davvero costruire una nuova umanità, il primo gesto è scegliere di essere meritevoli di quella fiducia reciproca che oggi manca. Lo ripeto: al momento non lo siamo — ma possiamo decidere di cambiare.

    #Basile #Albanese #Informazione #Verità #Gaza #DirittiUmani #Pace #Responsabilità #StopProfittoSullaGuerra
    BASILE / ALBANESE — la verità è donna ✨👩‍⚖️ Più passano i giorni e più mi sembra evidente che l'essere umano non sia programmato per la Pace. Perché, diciamolo, in queste ore un assassinio come quello di Charlie Kirk diventa occasione di scannamento e tiro al bersaglio — sia per i nostri magnanimi governanti sia per noi opinionisti da salotto digitale. Paradossale? Sì. Punto. 🙄 Eppure esistono persone che — senza prediche dal piedistallo — riescono a parlare chiaro, a rimettere le posizioni ideologiche su un piano di verità e coraggio. Doti rare, ormai: tanti leader avrebbero visibilità, mezzi e possibilità per guidare verso il buonsenso, ma non lo fanno. Perché il profitto ha inquinato i pozzi da tempo. Che la donna sia fonte di ispirazione non è una novità. Ma in tempi di guerra e incertezza il pragmatismo femminile è necessario come l’aria. Nel contesto della festa del Fatto Quotidiano, due interventi sono spiccati — quasi passati sotto silenzio rispetto al frastuono dei TG — e meritano di essere ripresi. Li riportiamo per ricordare qual è il vero “succo” di ciò che accade, quello che molti fingono di non vedere. Aprire faide e polemiche infinite è sempre più semplice — soprattutto qui dove tutto serve a lanciare bordate tra centrodestra e centrosinistra. Ecco perché non saremo mai pronti alla pace. Ma torniamo al punto: gli interventi sono due. Possono sembrare scontati, triti e ritriti, ma non lasciano spazio a immaginazioni o allucinazioni. Elena Basile, ex ambasciatrice e voce critica della diplomazia italiana, ha affrontato con toni durissimi la questione palestinese e il sostegno occidentale alle politiche israeliane. “La politica che sta tenendo Israele oggi è una politica mafiosa, terrorista”, ha dichiarato dal palco, distinguendola persino dalle strategie dei primi governi israeliani: “Ben Gurion faceva interventi lampo perché teneva conto della situazione geografica e delle forze di Israele, metteva gli ostaggi in primo luogo. Oggi abbiamo un paese che mantiene sette fronti militari: Gaza, Cisgiordania, Libano, Yemen, Iran, Siria e Iraq. E con l’attacco a Doha sta mettendo in discussione le stesse alleanze con Egitto, Giordania e le monarchie del Golfo, gli interlocutori degli accordi di Abramo”. Secondo Basile, Israele appare oggi sempre più isolato: “Alle Nazioni Unite due terzi del mondo votano contro Israele. Grazie soprattutto al lavoro di Francesca Albanese, la società civile resiste e si oppone”. Tuttavia, ha sottolineato che anche Russia, Cina e paesi arabi “non sfidano apertamente Israele, pur non essendone complici come l’Occidente”. E rilancia : “Dobbiamo concentrarci in una mobilitazione dentro gli Stati europei e, se possibile, negli Stati Uniti, per chiedere la fine della cooperazione politica, militare ed economica con Israele. Grazie a Francesca Albanese, oggi abbiamo i nomi e cognomi di tutte le imprese che fanno profitto col genocidio”. E proprio Francesca Albanese subentra chiamando le cose con il loro nome: genocidio o atto di supremazia — non una semplice “guerra” — parlando con la franchezza di chi conosce il conflitto e con lo sguardo lucido di chi analizza i fatti: “Dinanzi a questa brutalità non si reagisce con le contromisure previste dal diritto: fermare trasferimenti e acquisti di armi, sospendere gli accordi commerciali. È un obbligo degli Stati”. E ha definito Israele nei territori occupati “una dittatura militare che ha governato 5 milioni di persone attraverso ordini scritti da soldati e rivisti da corti militari composte da soldati”. Sulla sua situazione personale mantiene una compostezza e un’obiettività invidiabili da che da questo luglio 2025, Francesca Albanese è finita nella lista nera degli Stati Uniti. ‘Vorrei non essere la notizia. Credo che la cosa più importante sia continuare a parlare di Gaza. Ma le sanzioni significano non poter entrare negli Stati Uniti, e per chi ha legami personali o familiari lì, come mia figlia, nata negli Usa, anche rischiare pene pecuniarie o persino l’arresto fino a 20 anni di carcere. L’obiettivo è intimidire, isolare, congelare chi denuncia’.” E chiude con una constatazione che fotografa la tossicità del dibattito pubblico: “Non credo neanche che sia giusta la frase che ho detto prima, e cioè che quello a Gaza sia il primo genocidio trasmesso in televisione. Le immagini passano, ma vengono accompagnate da una narrazione totalmente falsata. È questa tossicità del dibattito che non permette di capire cosa sta succedendo”. 📌Cosa ne penso ? Questo è il nostro tempo: la spettacolarizzazione di ogni delitto o decesso e il disprezzo per un’informazione che rispetti i fatti hanno trasformato il dibattito in un’arena che uccide le ragioni. A chilometri da qui muoiono persone; nel cosiddetto “Occidente evoluto” muoiono valori e ideali. Stiamo scavando un fondo cui è difficile credere che non ci siamo già inabissati. 😔 La testimonianza di due “outsider” come Basile e Albanese è, in questo contesto, una boccata d’ossigeno a pochi metri dal baratro. È la lezione semplice e urgente del “parlare chiaro”: senza urlare, con rigore e sotto il frastuono di una cacofonia che noi stessi alimentiamo online. Serve un passo indietro rispetto agli interessi e un passo avanti verso verità e responsabilità. Serve un’informazione che sia veritiera, rigorosa e capace di restituire dignità alle vittime e senso alle azioni politiche. Siamo tutti, in una misura o nell’altra, parte del problema. Se vogliamo davvero costruire una nuova umanità, il primo gesto è scegliere di essere meritevoli di quella fiducia reciproca che oggi manca. Lo ripeto: al momento non lo siamo — ma possiamo decidere di cambiare. #Basile #Albanese #Informazione #Verità #Gaza #DirittiUmani #Pace #Responsabilità #StopProfittoSullaGuerra
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  • I SARDI SI STANNO MOBILITANDO PER ESIGERE DALLA PRESIDENTE TODDE LO STOP TOTALE DEGLI IMPIANTI INDUSTRIALI EOLICI E FOTOVOLTAICI NELL'ISOLA. UN SOLO MESSAGGIO: AZZERALI TUTTI! - https://www.ifanews.it/i-sardi-si-stanno-mobilitando-per-esigere-dalla-presidente-todde-lo-stop-totale-degli-impianti-industriali-eolici-e-fotovoltaici-nellisola-un-solo-messaggio-azzerali-tutti

    I Sardi Popolo Fiero che rispetta le sue antiche tradizioni che ama il suo territorio e che quando emigra per lavorare poi torna nella sua meravigliosa terra per vivere a contatto con la natura montagne e mare una terra di antiche tradizioni e bellezze culturali ATLANTIDE emersa dall'acqua con la pastorizia umiliata dai politici inetti con il turismo internazionale di quanti nel mondo vogliono visitare quest'isola meravigliosa una Regione a Statuto Speciale che ha ottenuto la sua costituzione vergata con il sangue un paradiso dove il governo centrale ha dimenticato essere zona franca e essere autonoma quello regionale invece profanando i valori paesaggistici e le belle arti vuole creare i parchi eolici e fotovoltaici distruggendo i valori credo che sia giunta l'ora di dire basta fermatevi il popolo sardo si ribellera' giù le mani dalla Sardegna solo Uniti Si Vince
    Antonino Magistro Presidente del Popolo di Italia Liberi e Forti
    I SARDI SI STANNO MOBILITANDO PER ESIGERE DALLA PRESIDENTE TODDE LO STOP TOTALE DEGLI IMPIANTI INDUSTRIALI EOLICI E FOTOVOLTAICI NELL'ISOLA. UN SOLO MESSAGGIO: AZZERALI TUTTI! - https://www.ifanews.it/i-sardi-si-stanno-mobilitando-per-esigere-dalla-presidente-todde-lo-stop-totale-degli-impianti-industriali-eolici-e-fotovoltaici-nellisola-un-solo-messaggio-azzerali-tutti I Sardi Popolo Fiero che rispetta le sue antiche tradizioni che ama il suo territorio e che quando emigra per lavorare poi torna nella sua meravigliosa terra per vivere a contatto con la natura montagne e mare una terra di antiche tradizioni e bellezze culturali ATLANTIDE emersa dall'acqua con la pastorizia umiliata dai politici inetti con il turismo internazionale di quanti nel mondo vogliono visitare quest'isola meravigliosa una Regione a Statuto Speciale che ha ottenuto la sua costituzione vergata con il sangue un paradiso dove il governo centrale ha dimenticato essere zona franca e essere autonoma quello regionale invece profanando i valori paesaggistici e le belle arti vuole creare i parchi eolici e fotovoltaici distruggendo i valori credo che sia giunta l'ora di dire basta fermatevi il popolo sardo si ribellera' giù le mani dalla Sardegna solo Uniti Si Vince Antonino Magistro Presidente del Popolo di Italia Liberi e Forti
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  • SECONDO ROUND PER LA DEMOCRAZIA
    (mai demordere, mai arretrare)

    Dimenticate i sequel cinematografici . Qui non c’è finzione: c’è la vera battaglia per il futuro del Paese.
    Sì, siamo in un momento storico drammatico, dove guerre e crisi monopolizzano l’attenzione. Ma proprio perché il mondo brucia non possiamo permettere che la voce dei cittadini venga soffocata, che la politica vera venga cancellata dall’indifferenza o da sistemi che ci tolgono il diritto di scegliere.

    Archiviata l’esperienza di “Io voglio scegliere”, oggi si rinnova il percorso con il Comitato Iniziative Popolari, nato da donne e uomini che non si arrendono. Perché la riforma della legge elettorale non è un tecnicismo: è il punto da cui tutto ricomincia.
    Non lasciamoci anestetizzare dall’astensionismo o dalla rassegnazione del “sono tutti uguali”. Questa è la nostra seconda chance.

    Il Comitato è aperto a tutti i cittadini e le cittadine che credono ancora nei valori di Democrazia, Libertà, Solidarietà, Sussidiarietà ed Eguaglianza, così come sanciti dalla nostra Costituzione .
    Non ha fini di lucro. Ha fini di dignità, di verità, di partecipazione.
    E oggi basta una firma — finalmente elettronica — per rimettere in moto una Democrazia interrotta.

    Il 10 settembre, nella Sala Stampa della Camera dei Deputati, sono state presentate due Leggi di Iniziativa Popolare:

    1️⃣ Una ordinaria, che restituisce ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti con un sistema elettorale proporzionale, senza soglie di sbarramento né premi di maggioranza, con preferenze di genere equilibrate.
    2️⃣ Una costituzionale, che propone un sistema di governo basato sul modello del Cancellierato tedesco: un premier scelto dal Parlamento, forte nei poteri ma responsabile, revocabile solo con una sfiducia costruttiva. Un’alternativa seria e democratica al premierato elettivo che rischia di indebolire le istituzioni.

    Tutti i dettagli sul sito:
    www.comitatoiniziativepopolari.it

    Seguite gli aggiornamenti su Facebook :

    https://www.facebook.com/share/16Avj3bJvW/

    e Instagram:

    https://www.instagram.com/comitatoiniziativepopolari?igsh=N25haTh6emg0YzZv

    Adesso tocca a noi. Non basta indignarsi, bisogna agire.
    Firmate. Partecipate. Condividete. Fate vostra questa battaglia.
    Perché la Democrazia vive solo se noi la difendiamo.
    Io ci sono, pronto a fare squadra su Milano e dare tutto il supporto possibile.

    Vi aspettiamo.

    #IniziativePopolari #SecondoRound #IoVoglioScegliere #DemocraziaViva #Partecipazione #Lip #firmaperlademocrazia
    ✊ SECONDO ROUND PER LA DEMOCRAZIA (mai demordere, mai arretrare) Dimenticate i sequel cinematografici 🎬. Qui non c’è finzione: c’è la vera battaglia per il futuro del Paese. Sì, siamo in un momento storico drammatico, dove guerre e crisi monopolizzano l’attenzione. Ma proprio perché il mondo brucia 🌍🔥 non possiamo permettere che la voce dei cittadini venga soffocata, che la politica vera venga cancellata dall’indifferenza o da sistemi che ci tolgono il diritto di scegliere. 👉 Archiviata l’esperienza di “Io voglio scegliere”, oggi si rinnova il percorso con il Comitato Iniziative Popolari, nato da donne e uomini che non si arrendono. Perché la riforma della legge elettorale non è un tecnicismo: è il punto da cui tutto ricomincia. Non lasciamoci anestetizzare dall’astensionismo o dalla rassegnazione del “sono tutti uguali”. Questa è la nostra seconda chance. Il Comitato è aperto a tutti i cittadini e le cittadine che credono ancora nei valori di Democrazia, Libertà, Solidarietà, Sussidiarietà ed Eguaglianza, così come sanciti dalla nostra Costituzione 📜🇮🇹. Non ha fini di lucro. Ha fini di dignità, di verità, di partecipazione. 💻 E oggi basta una firma — finalmente elettronica — per rimettere in moto una Democrazia interrotta. 📌 Il 10 settembre, nella Sala Stampa della Camera dei Deputati, sono state presentate due Leggi di Iniziativa Popolare: 1️⃣ Una ordinaria, che restituisce ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti con un sistema elettorale proporzionale, senza soglie di sbarramento né premi di maggioranza, con preferenze di genere equilibrate. 2️⃣ Una costituzionale, che propone un sistema di governo basato sul modello del Cancellierato tedesco: un premier scelto dal Parlamento, forte nei poteri ma responsabile, revocabile solo con una sfiducia costruttiva. Un’alternativa seria e democratica al premierato elettivo che rischia di indebolire le istituzioni. ℹ️ Tutti i dettagli sul sito: www.comitatoiniziativepopolari.it 📲 Seguite gli aggiornamenti su Facebook : https://www.facebook.com/share/16Avj3bJvW/ e Instagram: https://www.instagram.com/comitatoiniziativepopolari?igsh=N25haTh6emg0YzZv 💡 Adesso tocca a noi. Non basta indignarsi, bisogna agire. Firmate. Partecipate. Condividete. Fate vostra questa battaglia. Perché la Democrazia vive solo se noi la difendiamo. Io ci sono, pronto a fare squadra su Milano e dare tutto il supporto possibile. ➡️ Vi aspettiamo. #IniziativePopolari #SecondoRound #IoVoglioScegliere #DemocraziaViva #Partecipazione #Lip #firmaperlademocrazia
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  • Addio a Charlie Kirk, simbolo del conservatorismo militante.

    Colpisce ancora l’odio progressista (e, stando ai fatti, “progressivo”) dei jihadisti woke della composita e (a tratti) liberal-democratica società statunitense.
    Questa volta non si tratta di minacce, censura o procedimenti disciplinari inferti a qualche professore universitario (come Jordan B. Peterson) o ad altri presunti “neofascisti” conservatori, bensì di un colpo fatale che ha spezzato la vita al tanto amato quanto odiato trentunenne Charlie Kirk.
    Una morte improvvisa, avvenuta il 10 settembre, causata da un proiettile sparato conprecisione al collo di Kirk mentre l’audace conservatore trumpiano stava tenendo uno dei suoi consueti dibattiti aperti al campus della Utah Valley University.
    Devoto cristiano evangelico (vicino alla conversione cattolica), marito e padre amorevole, da sempre impegnato nella difesa dei valori cristiani e della libertà di parola, Charlie Kirk ha affrontato con coraggio ed enorme dedizione folle di collegiali woke schierati a favore di aborto, immigrazionismo clandestino e ideologia gender.
    Era noto per la sua appartenenza al movimento MAGA e per l’instancabile attivismo nella sua onlus Turning Point USA (rete studentesca co-fondata con Bill Montgomery alla tenera età di 18 anni e oggi diffusa in migliaia di campus, capace di ispirare milioni di giovani a pensare con la propria testa).
    La presenza sulle reti sociali e il successo del suo podcast (“The Charlie Kirk Show”), oltre a numerose apparizioni pubbliche e provocatorie nei campus universitari, lo avevano reso inarrestabile e alquanto scomodo alla comunità progressista.

    Rimarranno nella storia i suoi arguti dibattiti nei college (da lui considerati campi di indottrinamento al pensiero di sinistra ed ostacolo ad una sana ed efficiente istruzione) dove, invitando anche i woke più estremi e ostili al confronto libero e diretto, rispondeva con maestria e schiettezza alle obiezioni e provocazioni più assurde lasciando (quasi) sempre spiazzati i suoi più inferociti interlocutori.

    I temi più dibattuti sono stati: l’aborto (fermamente condannato da un dichiarato “provita” come Kirk), l’apertura dei confini nazionali e il giustificazionismo dell’immigrazione clandestina (tanto cara e difesa dai paladini woke), la libertà di parola e di religione (argomento scottante per i giovani progressisti, sempre molto inclusivi con i musulmani e le
    loro pretese, ma severi censori del cristianesimo), le folli politiche di “inclusione” di transgender e altri soggetti non ascrivibili al “discriminatorio e bigotto” (ma pur sempre “naturale”) sistema binario in competizioni sportive, prigioni, bagni pubblici, spogliatoi ecc., i benefici della politica Trump sulla vita ed economia americana, il libero mercato, il governo
    limitato e la libertà (oltre che responsabilità) individuale.

    In relazione a questi ultimi temi Kirk, come altri noti conservatori, ha sempre criticato (fornendo dati incontestabili) i sistemi socialisti, comunisti e quelli improntati su forme di anarchia sociale (sostenuti da lobby neomarxiste come Black Lives Matter ed estremisti ecologisti legati a Greta Thunberg).
    Insomma, un boccone troppo amaro per il collegiale medio americano, intriso di contorte ideologie e di quel patologico vittimismo che contraddistingue larga parte della gioventù cresciuta sotto i governi Obama/Biden, il costante bombardamento di messaggi luciferini (provenienti da musica e film) e di una narrazione contraddittoria e falsata da personaggi politici e autorità scolastiche.
    Ultimo ma non meno importante, la sua critica ad Hamas e alle ondate di chiara discriminazione e violenza nei confronti di studenti ebrei da parte di pacifici rivoltosi woke “propal” armati di bandiere palestinesi e arcobaleno (non per tutti un chiaro ossimoro) ma
    incapaci di indicare su una cartina la striscia di Gaza o di comprendere le origini di questo doloroso conflitto.
    È innegabile che Charlie avesse un dono speciale: nessuno come lui sapeva toccare il cuore dei giovani attraverso la verità e l'esercizio della ragione. Usando il dialogo costruiva ponti, dove altri alimentavano divisioni, in grado di unire persone diverse nella sola autentica Verità che alberga in fondo all’animo di ciascun uomo.
    Sapeva ascoltare, incoraggiare i giovani a porsi domande su quanto veicolato dalla narrazione dominante. Invitava inoltre ragazzi e ragazze a non rinunciare a matrimonio e figli per una vita incentrata sulla sola carriera professionale.

    Charlie credeva fermamente che la verità si forgiasse nel dialogo e non nel silenzio imposto dalla paura. Come diceva lui stesso:
    “Quando le persone smettono di parlare, è allora che avviene la violenza. È allora che avvengono le guerre civili perché inizi a pensare che l'altra parte sia così malvagia, e perde la sua umanità”.
    Messaggi di sentito cordoglio sono arrivati dall’amico presidente Donald Trump, da Benjamin Netanyahu e dal fronte conservatore ma anche dalla nostra onlus Pro Vita e Famiglia che lo ha ricordato come un martire nella lotta a difesa della Famiglia e della Vita fin dal suo concepimento.
    Mentre sorge il timore di nuovi attentati a personalità conservatrici (quali Matt Walsh, Ben Shapiro, Michael Knowles e Douglas Murray) vicine a Kirk e impegnate in prima linea nelle stesse campagne, tutti noi ci uniamo in preghiera affinché non accadano più tali tragedie e ci
    siano sorveglianza e sistemi di sicurezza più incisivi in occasione di simili comizi.

    Un proiettile sventato (come accaduto al presidente Trump) può arrivare a destinazione in successive occasioni.
    Il brutale omicidio di Kirk è un triste e chiaro promemoria che la libertà non è mai scontata.
    Charlie mancherà a moltissime persone ma la sua eredità rimarrà nel cuore di chi lo ha amato e forse anche in quello di alcuni suoi detrattori ai quali è stata sempre data piena libertà di controbatterlo e accusarlo di bigottismo e fascismo.
    “Una famiglia forte, radicata nella fede, è la prima linea di difesa in un mondo in rovina”
    Charlie Kirk (1993-2025)
    RIP

    Irene V.
    Addio a Charlie Kirk, simbolo del conservatorismo militante. Colpisce ancora l’odio progressista (e, stando ai fatti, “progressivo”) dei jihadisti woke della composita e (a tratti) liberal-democratica società statunitense. Questa volta non si tratta di minacce, censura o procedimenti disciplinari inferti a qualche professore universitario (come Jordan B. Peterson) o ad altri presunti “neofascisti” conservatori, bensì di un colpo fatale che ha spezzato la vita al tanto amato quanto odiato trentunenne Charlie Kirk. Una morte improvvisa, avvenuta il 10 settembre, causata da un proiettile sparato conprecisione al collo di Kirk mentre l’audace conservatore trumpiano stava tenendo uno dei suoi consueti dibattiti aperti al campus della Utah Valley University. Devoto cristiano evangelico (vicino alla conversione cattolica), marito e padre amorevole, da sempre impegnato nella difesa dei valori cristiani e della libertà di parola, Charlie Kirk ha affrontato con coraggio ed enorme dedizione folle di collegiali woke schierati a favore di aborto, immigrazionismo clandestino e ideologia gender. Era noto per la sua appartenenza al movimento MAGA e per l’instancabile attivismo nella sua onlus Turning Point USA (rete studentesca co-fondata con Bill Montgomery alla tenera età di 18 anni e oggi diffusa in migliaia di campus, capace di ispirare milioni di giovani a pensare con la propria testa). La presenza sulle reti sociali e il successo del suo podcast (“The Charlie Kirk Show”), oltre a numerose apparizioni pubbliche e provocatorie nei campus universitari, lo avevano reso inarrestabile e alquanto scomodo alla comunità progressista. Rimarranno nella storia i suoi arguti dibattiti nei college (da lui considerati campi di indottrinamento al pensiero di sinistra ed ostacolo ad una sana ed efficiente istruzione) dove, invitando anche i woke più estremi e ostili al confronto libero e diretto, rispondeva con maestria e schiettezza alle obiezioni e provocazioni più assurde lasciando (quasi) sempre spiazzati i suoi più inferociti interlocutori. I temi più dibattuti sono stati: l’aborto (fermamente condannato da un dichiarato “provita” come Kirk), l’apertura dei confini nazionali e il giustificazionismo dell’immigrazione clandestina (tanto cara e difesa dai paladini woke), la libertà di parola e di religione (argomento scottante per i giovani progressisti, sempre molto inclusivi con i musulmani e le loro pretese, ma severi censori del cristianesimo), le folli politiche di “inclusione” di transgender e altri soggetti non ascrivibili al “discriminatorio e bigotto” (ma pur sempre “naturale”) sistema binario in competizioni sportive, prigioni, bagni pubblici, spogliatoi ecc., i benefici della politica Trump sulla vita ed economia americana, il libero mercato, il governo limitato e la libertà (oltre che responsabilità) individuale. In relazione a questi ultimi temi Kirk, come altri noti conservatori, ha sempre criticato (fornendo dati incontestabili) i sistemi socialisti, comunisti e quelli improntati su forme di anarchia sociale (sostenuti da lobby neomarxiste come Black Lives Matter ed estremisti ecologisti legati a Greta Thunberg). Insomma, un boccone troppo amaro per il collegiale medio americano, intriso di contorte ideologie e di quel patologico vittimismo che contraddistingue larga parte della gioventù cresciuta sotto i governi Obama/Biden, il costante bombardamento di messaggi luciferini (provenienti da musica e film) e di una narrazione contraddittoria e falsata da personaggi politici e autorità scolastiche. Ultimo ma non meno importante, la sua critica ad Hamas e alle ondate di chiara discriminazione e violenza nei confronti di studenti ebrei da parte di pacifici rivoltosi woke “propal” armati di bandiere palestinesi e arcobaleno (non per tutti un chiaro ossimoro) ma incapaci di indicare su una cartina la striscia di Gaza o di comprendere le origini di questo doloroso conflitto. È innegabile che Charlie avesse un dono speciale: nessuno come lui sapeva toccare il cuore dei giovani attraverso la verità e l'esercizio della ragione. Usando il dialogo costruiva ponti, dove altri alimentavano divisioni, in grado di unire persone diverse nella sola autentica Verità che alberga in fondo all’animo di ciascun uomo. Sapeva ascoltare, incoraggiare i giovani a porsi domande su quanto veicolato dalla narrazione dominante. Invitava inoltre ragazzi e ragazze a non rinunciare a matrimonio e figli per una vita incentrata sulla sola carriera professionale. Charlie credeva fermamente che la verità si forgiasse nel dialogo e non nel silenzio imposto dalla paura. Come diceva lui stesso: “Quando le persone smettono di parlare, è allora che avviene la violenza. È allora che avvengono le guerre civili perché inizi a pensare che l'altra parte sia così malvagia, e perde la sua umanità”. Messaggi di sentito cordoglio sono arrivati dall’amico presidente Donald Trump, da Benjamin Netanyahu e dal fronte conservatore ma anche dalla nostra onlus Pro Vita e Famiglia che lo ha ricordato come un martire nella lotta a difesa della Famiglia e della Vita fin dal suo concepimento. Mentre sorge il timore di nuovi attentati a personalità conservatrici (quali Matt Walsh, Ben Shapiro, Michael Knowles e Douglas Murray) vicine a Kirk e impegnate in prima linea nelle stesse campagne, tutti noi ci uniamo in preghiera affinché non accadano più tali tragedie e ci siano sorveglianza e sistemi di sicurezza più incisivi in occasione di simili comizi. Un proiettile sventato (come accaduto al presidente Trump) può arrivare a destinazione in successive occasioni. Il brutale omicidio di Kirk è un triste e chiaro promemoria che la libertà non è mai scontata. Charlie mancherà a moltissime persone ma la sua eredità rimarrà nel cuore di chi lo ha amato e forse anche in quello di alcuni suoi detrattori ai quali è stata sempre data piena libertà di controbatterlo e accusarlo di bigottismo e fascismo. “Una famiglia forte, radicata nella fede, è la prima linea di difesa in un mondo in rovina” Charlie Kirk (1993-2025) RIP Irene V.
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  • Le bandiere della Casa Bianca sono state ufficialmente abbassate a mezz'asta in onore di un vero grande americano, Charlie Kirk.
    Charlie Kirk ha toccato la vita di tanti giovani americani in modo così positivo.
    Ha sempre sostenuto i valori cristiani nei suoi interventi.

    L'assassino che ha tolto la vita a Charlie Kirk è stato ARRESTATO, secondo il direttore dell'FBI Patel
    Le bandiere della Casa Bianca sono state ufficialmente abbassate a mezz'asta in onore di un vero grande americano, Charlie Kirk. Charlie Kirk ha toccato la vita di tanti giovani americani in modo così positivo. Ha sempre sostenuto i valori cristiani nei suoi interventi. L'assassino che ha tolto la vita a Charlie Kirk è stato ARRESTATO, secondo il direttore dell'FBI Patel
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  • Assurda questa sentenza. ma il dovere educativo della scuola dov'e'? spiegare il significato di un simbolo a una ragazzina in crescita e agli altri suoi compagni non mi pare contrario ai doveri di un'insegnante. si parla di tutela della riservatezza quando questo crocifisso rovesciato era ostentato pubblicamente; e l'offesa a chi e' cristiano non si tutela? Al di la' del fatto che Cristo e i suoi insegnamenti sono comunque simbolo di bene anche per chi non crede, e Satana è comunque simbolo di male, portatore di insegnamenti e valori che demoliscono e avviliscono l'uomo e la persona, quando tutte le tradizioni religiose e non e i saggi di ogni tempo riconoscono che l'uomo nel suo profondo è un essere sociale creato per vivere in armonia con gli altri, e questo ci insegna la stessa natura. Il satanismo è una religione tutelata? Non lo sapevo. Pensavo che almeno nella formazione si educasse a valori di solidarietà umana non di demolizione dell'uomo. un insegnante non ha il dovere di "formare" i ragazzi, di spiegare cosa sta dietro simboli e credenze, di educare a valori di rispetto per tutti, e benevolenza verso ognuno, l'inclusione tanto decantata non ha alla radice il rispetto, cui il satanismo è totalmente estraneo perché Satana è da sempre simbolo di prevaricazione, dominio, sopraffazione? Il rispetto reale dell'altro non è un valore universalmente riconosciuto e decantato in tutte le carte dei diritti dell'uomo, un valore fondante della nostra società???? In questa sentenza però l'inclusione e il rispetto vengono utilizzati per tutelare valori totalmente opposti.
    Resto allibita da questa pronuncia che va contro i valori universalmente riconosciuti, il diritto naturale e la Costituzione, oltre al ruolo da sempre riconosciuto agli insegnanti di ausilio alla formazione di persone improntate al rispetto vero e profondo, oltre che alle matrici cristiane della nostra cultura che anch'esse chiedono rispetto. Ritengo che riconoscere il satanismo come credo religioso da tutelare da parte delle istituzioni, addirittura in una scuola, senza portare i ragazzi a esaminare in profondita' gli insegnamenti (se cosi vogliamo chiamarli) sottostanti a questi orientamenti che riconoscono sacrifici umani, violenze e sopraffazioni di ogni genere, sia l'emblema del degrado profondo in cui si trova la nostra societa e penso che questo atteggiamento sia da rigettare e condannare in quanto contrario ai valori dell'uomo di cui la nostra stessa Costituzione e tutto il diritto internazionale sono portatori.

    Alessandra Chiavegatti

    Source: https://t.me/c/1569685676/10788
    Assurda questa sentenza. ma il dovere educativo della scuola dov'e'? spiegare il significato di un simbolo a una ragazzina in crescita e agli altri suoi compagni non mi pare contrario ai doveri di un'insegnante. si parla di tutela della riservatezza quando questo crocifisso rovesciato era ostentato pubblicamente; e l'offesa a chi e' cristiano non si tutela? Al di la' del fatto che Cristo e i suoi insegnamenti sono comunque simbolo di bene anche per chi non crede, e Satana è comunque simbolo di male, portatore di insegnamenti e valori che demoliscono e avviliscono l'uomo e la persona, quando tutte le tradizioni religiose e non e i saggi di ogni tempo riconoscono che l'uomo nel suo profondo è un essere sociale creato per vivere in armonia con gli altri, e questo ci insegna la stessa natura. Il satanismo è una religione tutelata? Non lo sapevo. Pensavo che almeno nella formazione si educasse a valori di solidarietà umana non di demolizione dell'uomo. un insegnante non ha il dovere di "formare" i ragazzi, di spiegare cosa sta dietro simboli e credenze, di educare a valori di rispetto per tutti, e benevolenza verso ognuno, l'inclusione tanto decantata non ha alla radice il rispetto, cui il satanismo è totalmente estraneo perché Satana è da sempre simbolo di prevaricazione, dominio, sopraffazione? Il rispetto reale dell'altro non è un valore universalmente riconosciuto e decantato in tutte le carte dei diritti dell'uomo, un valore fondante della nostra società???? In questa sentenza però l'inclusione e il rispetto vengono utilizzati per tutelare valori totalmente opposti. Resto allibita da questa pronuncia che va contro i valori universalmente riconosciuti, il diritto naturale e la Costituzione, oltre al ruolo da sempre riconosciuto agli insegnanti di ausilio alla formazione di persone improntate al rispetto vero e profondo, oltre che alle matrici cristiane della nostra cultura che anch'esse chiedono rispetto. Ritengo che riconoscere il satanismo come credo religioso da tutelare da parte delle istituzioni, addirittura in una scuola, senza portare i ragazzi a esaminare in profondita' gli insegnamenti (se cosi vogliamo chiamarli) sottostanti a questi orientamenti che riconoscono sacrifici umani, violenze e sopraffazioni di ogni genere, sia l'emblema del degrado profondo in cui si trova la nostra societa e penso che questo atteggiamento sia da rigettare e condannare in quanto contrario ai valori dell'uomo di cui la nostra stessa Costituzione e tutto il diritto internazionale sono portatori. Alessandra Chiavegatti Source: https://t.me/c/1569685676/10788
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