• 1. L'agenzia ucraina di giornalismo investigativo, dimostra che Zelensky e soci, nella persona di Serhiy Shefir, suo amico/socio e assistente presidenziale, intestarono le LORO società a Cipro e in RUSSIA a un idrulico PRESTANOME, per CONTINUARE a incassare MILIONI dalla RUSSIA.

    Source: https://x.com/ChanceGardi/status/1998451531658502390?t=QrGI0ds_59FvBUDSTMFOxg&s=19
    1. L'agenzia ucraina di giornalismo investigativo, dimostra che Zelensky e soci, nella persona di Serhiy Shefir, suo amico/socio e assistente presidenziale, intestarono le LORO società a Cipro e in RUSSIA a un idrulico PRESTANOME, per CONTINUARE a incassare MILIONI dalla RUSSIA. Source: https://x.com/ChanceGardi/status/1998451531658502390?t=QrGI0ds_59FvBUDSTMFOxg&s=19
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  • MA COSTUI è ANCORA sulla PIAZZA dopo aver rubato il profumo al Duty Free dell'areoporto?
    Netanyahu deve essere processato per crimini contro l'umanità!!!
    Ci vuole una bella faccia tosta!!!
    Cos'ha detto Fassino alla Knesset: "Israele società aperta, libera e democratica. Inaccettabile trasformare critiche a Netanyahu in criminalizzazione" - Il Fatto Quotidiano
    Ecco le parole del deputato dem in visita alla Knesset in Israele

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/12/05/cosha-detto-fassino-alla-knesset-israele-societa-aperta-libera-e-democratica-inaccettabile-trasformare-critiche-a-netanyahu-in-criminalizzazione/8218642/
    MA COSTUI è ANCORA sulla PIAZZA dopo aver rubato il profumo al Duty Free dell'areoporto? Netanyahu deve essere processato per crimini contro l'umanità!!! Ci vuole una bella faccia tosta!!! Cos'ha detto Fassino alla Knesset: "Israele società aperta, libera e democratica. Inaccettabile trasformare critiche a Netanyahu in criminalizzazione" - Il Fatto Quotidiano Ecco le parole del deputato dem in visita alla Knesset in Israele https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/12/05/cosha-detto-fassino-alla-knesset-israele-societa-aperta-libera-e-democratica-inaccettabile-trasformare-critiche-a-netanyahu-in-criminalizzazione/8218642/
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  • È online e in distribuzione il nuovo numero de Il SUD Milano – Dicembre 2025!

    Bentrovati/e!
    Con l’arrivo delle feste torniamo a farvi compagnia con la nostra informazione libera, partecipata e profondamente radicata nei quartieri del Sud Milano.
    In questo ultimo numero dell’anno raccontiamo il territorio con uno sguardo che unisce attualità, cultura e le storie di chi ogni giorno lavora per costruire comunità più vive e inclusive.

    In questo numero trovate:
    Approfondimenti sui fatti più significativi del mese
    Interviste e testimonianze dal territorio
    Cultura, teatro, eventi e musica nel Sud Milano
    Le nostre rubriche dedicate a libri, serie TV, società e lifestyle
    Uno sguardo sulle iniziative natalizie nei quartieri

    Vi auguriamo una buona lettura e delle feste serene, con l’auspicio che il 2026 porti nuove energie, nuovi progetti e un anno di comunicazione ancora più ricco e fortunato per tutti e tutte.

    La versione cartacea è in distribuzione dal 3 dicembre.
    Puoi leggere e scaricare l’edizione digitale in PDF qui:


    Home - Il Sud Milano https://share.google/psAk2A3nqbP2eveh6

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    facebook.com/ilSUDMilano

    #ilsudmilano #Dicembre2025 #milano #cultura #territori #cronacalocale #attualità #rubriche #interviste #giornalismoindipendente #freepress #SudMilanoInforma #Natale2025 #Comunità #Buon2026
    🎄 È online e in distribuzione il nuovo numero de Il SUD Milano – Dicembre 2025! 🎄 Bentrovati/e! Con l’arrivo delle feste torniamo a farvi compagnia con la nostra informazione libera, partecipata e profondamente radicata nei quartieri del Sud Milano. ✨🗞️ In questo ultimo numero dell’anno raccontiamo il territorio con uno sguardo che unisce attualità, cultura e le storie di chi ogni giorno lavora per costruire comunità più vive e inclusive. 👉 In questo numero trovate: ✔️ Approfondimenti sui fatti più significativi del mese ✔️ Interviste e testimonianze dal territorio ✔️ Cultura, teatro, eventi e musica nel Sud Milano ✔️ Le nostre rubriche dedicate a libri, serie TV, società e lifestyle ✔️ Uno sguardo sulle iniziative natalizie nei quartieri 📖 Vi auguriamo una buona lettura e delle feste serene, con l’auspicio che il 2026 porti nuove energie, nuovi progetti e un anno di comunicazione ancora più ricco e fortunato per tutti e tutte. ✨ 📰 La versione cartacea è in distribuzione dal 3 dicembre. 💻 Puoi leggere e scaricare l’edizione digitale in PDF qui: 👉 Home - Il Sud Milano https://share.google/psAk2A3nqbP2eveh6 🔗 Seguici anche su Facebook: facebook.com/ilSUDMilano #ilsudmilano #Dicembre2025 #milano #cultura #territori #cronacalocale #attualità #rubriche #interviste #giornalismoindipendente #freepress #SudMilanoInforma #Natale2025 #Comunità #Buon2026
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  • Erano andati a vivere in toscana dal Sudtirolo pensando di trovare pace e serenità. Hanno trovato la polizia politica novella Stasi del sistema Bibbiano che in Emilia e Toscana le regioni rosse, detta legge.
    Iene, streghe malefiche, cosa da il diritto a queste assistenti sociali di distruggere le famiglie che vogliono vivere in autonomia a contatto della natura?
    Il sistema ideologico costruito dalla pseudo sinistra globalista che vuole distruggere gli affetti familiari per creare una società di monadi prive di volontà e scopo.
    Erano andati a vivere in toscana dal Sudtirolo pensando di trovare pace e serenità. Hanno trovato la polizia politica novella Stasi del sistema Bibbiano che in Emilia e Toscana le regioni rosse, detta legge. Iene, streghe malefiche, cosa da il diritto a queste assistenti sociali di distruggere le famiglie che vogliono vivere in autonomia a contatto della natura? Il sistema ideologico costruito dalla pseudo sinistra globalista che vuole distruggere gli affetti familiari per creare una società di monadi prive di volontà e scopo.
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  • Quando toccano i nostri bambini

    Ci sono realtà che non si dicono sottovoce. Si gridano. Si gridano perché fanno male nel punto più profondo, quello che nessuno dovrebbe mai sfiorare: l’infanzia. Non l’infanzia come parola astratta, ma quella vera, fatta di mani piccole, di capelli che profumano di latte, di occhi che non conoscono ancora il male. Quando il mondo è un abbraccio, non un concetto. Quando un bambino si addormenta perché sente una voce gentile, non perché comprende una storia.

    Eppure oggi abbiamo scoperto che in alcuni nidi qualcuno ha pensato bene di infilarsi dentro questa sacralità con la prepotenza di chi non ha più alcun senso del limite. Non stiamo parlando di scuole superiori, non stiamo parlando di adolescenti: stiamo parlando di bambini da tre mesi a tre anni. Creature che non sanno ancora parlare, che non distinguono il gioco dal simbolo, che non capirebbero nemmeno il significato della parola “famiglia”, figurarsi «utero in affitto». E invece qualcuno, nascosto dietro il paravento del “progresso”, ha portato proprio questo dentro l’asilo nido. Lo raccontano i genitori, lo riporta la stampa: libretti, attività, interventi dall’esterno. Tutto senza una spiegazione. Tutto senza un permesso. Tutto senza il minimo pudore.

    Chiunque abbia tenuto in braccio un bambino di pochi mesi lo sa: quel piccolo essere non ha difese. Non può dire no. Non può girarsi dall’altra parte. Non può capire, distinguere, respingere. Assorbe. E proprio perché assorbe, è diventato il bersaglio perfetto per chi vuole modellare il mondo non attraverso il dialogo con gli adulti - troppo scomodi, troppo pensanti - ma occupando il primo spazio vuoto della mente umana. Il più puro. Il più vulnerabile.

    Pensiamoci un secondo: che differenza c’è tra un neonato e un foglio di carta ancora bianco? Nessuna. E quel bianco, quello spazio sacro, qualcuno ha deciso di scriverlo con la penna dell’ideologia. Senza chiedere. Senza rispettare. Senza capire che esistono confini che non si valicano neppure per scherzo.

    Un adulto può scegliere, può discutere, può rifiutare. Un bambino no. E allora cosa siamo diventati se permettiamo che idee costruite a tavolino vengano messe nelle mani di chi non sa neanche ancora indicare sé stesso allo specchio?

    Perché questo è: non educazione, non inclusione, non progresso. È colonizzazione dell’infanzia. Un’infanzia che non può difendersi, che non può gridare, che non può scappare. Viene presa per la gola e riempita di contenuti che non le appartengono, come se la mente umana fosse un vaso da riempire a piacimento altrui.

    E allora sorge una domanda che dovremmo farci tutti:

    che tipo di essere umano vuole costruire chi arriva fino alla culla pur di piantare una bandiera ideologica?

    Perché chi supera questa linea non sta preparando un futuro migliore: sta preparando una generazione che non ricorderà più un tempo in cui poteva essere libera. Una generazione in cui la prima “carezza culturale” non arriva dalla famiglia, ma da qualcuno che si sente proprietario del destino altrui.

    È uno sfregio. Uno sfregio alla fiducia. Uno sfregio alla genitorialità. Uno sfregio alla fragilità più preziosa che abbiamo: i nostri figli.

    Quando si arriva a mettere mano alla culla per riscrivere l’immaginario dei bambini, significa che non ci sono più freni morali. Significa che il rispetto è morto e lo ha sostituito l’ingordigia ideologica. Significa che la società ha smarrito l’istinto primordiale di protezione, quello che perfino gli animali conoscono senza bisogno di scuole, leggi e manuali.

    Perché gli animali difendono i loro piccoli.Noi… li stiamo lasciando in balia di chi usa le loro menti come un campo di prova.

    E allora la verità è semplice, nuda, brutale: chi violenta l’infanzia con l’ideologia non è un educatore. È un predatore culturale.

    E una società che lo permette, che minimizza, che si volta dall’altra parte, è una società che ha deciso di abdicare al suo compito più antico: difendere chi non può difendersi. t.me/carmen_tortora1
    Quando toccano i nostri bambini Ci sono realtà che non si dicono sottovoce. Si gridano. Si gridano perché fanno male nel punto più profondo, quello che nessuno dovrebbe mai sfiorare: l’infanzia. Non l’infanzia come parola astratta, ma quella vera, fatta di mani piccole, di capelli che profumano di latte, di occhi che non conoscono ancora il male. Quando il mondo è un abbraccio, non un concetto. Quando un bambino si addormenta perché sente una voce gentile, non perché comprende una storia. Eppure oggi abbiamo scoperto che in alcuni nidi qualcuno ha pensato bene di infilarsi dentro questa sacralità con la prepotenza di chi non ha più alcun senso del limite. Non stiamo parlando di scuole superiori, non stiamo parlando di adolescenti: stiamo parlando di bambini da tre mesi a tre anni. Creature che non sanno ancora parlare, che non distinguono il gioco dal simbolo, che non capirebbero nemmeno il significato della parola “famiglia”, figurarsi «utero in affitto». E invece qualcuno, nascosto dietro il paravento del “progresso”, ha portato proprio questo dentro l’asilo nido. Lo raccontano i genitori, lo riporta la stampa: libretti, attività, interventi dall’esterno. Tutto senza una spiegazione. Tutto senza un permesso. Tutto senza il minimo pudore. Chiunque abbia tenuto in braccio un bambino di pochi mesi lo sa: quel piccolo essere non ha difese. Non può dire no. Non può girarsi dall’altra parte. Non può capire, distinguere, respingere. Assorbe. E proprio perché assorbe, è diventato il bersaglio perfetto per chi vuole modellare il mondo non attraverso il dialogo con gli adulti - troppo scomodi, troppo pensanti - ma occupando il primo spazio vuoto della mente umana. Il più puro. Il più vulnerabile. Pensiamoci un secondo: che differenza c’è tra un neonato e un foglio di carta ancora bianco? Nessuna. E quel bianco, quello spazio sacro, qualcuno ha deciso di scriverlo con la penna dell’ideologia. Senza chiedere. Senza rispettare. Senza capire che esistono confini che non si valicano neppure per scherzo. Un adulto può scegliere, può discutere, può rifiutare. Un bambino no. E allora cosa siamo diventati se permettiamo che idee costruite a tavolino vengano messe nelle mani di chi non sa neanche ancora indicare sé stesso allo specchio? Perché questo è: non educazione, non inclusione, non progresso. È colonizzazione dell’infanzia. Un’infanzia che non può difendersi, che non può gridare, che non può scappare. Viene presa per la gola e riempita di contenuti che non le appartengono, come se la mente umana fosse un vaso da riempire a piacimento altrui. E allora sorge una domanda che dovremmo farci tutti: che tipo di essere umano vuole costruire chi arriva fino alla culla pur di piantare una bandiera ideologica? Perché chi supera questa linea non sta preparando un futuro migliore: sta preparando una generazione che non ricorderà più un tempo in cui poteva essere libera. Una generazione in cui la prima “carezza culturale” non arriva dalla famiglia, ma da qualcuno che si sente proprietario del destino altrui. È uno sfregio. Uno sfregio alla fiducia. Uno sfregio alla genitorialità. Uno sfregio alla fragilità più preziosa che abbiamo: i nostri figli. Quando si arriva a mettere mano alla culla per riscrivere l’immaginario dei bambini, significa che non ci sono più freni morali. Significa che il rispetto è morto e lo ha sostituito l’ingordigia ideologica. Significa che la società ha smarrito l’istinto primordiale di protezione, quello che perfino gli animali conoscono senza bisogno di scuole, leggi e manuali. Perché gli animali difendono i loro piccoli.Noi… li stiamo lasciando in balia di chi usa le loro menti come un campo di prova. E allora la verità è semplice, nuda, brutale: chi violenta l’infanzia con l’ideologia non è un educatore. È un predatore culturale. E una società che lo permette, che minimizza, che si volta dall’altra parte, è una società che ha deciso di abdicare al suo compito più antico: difendere chi non può difendersi. t.me/carmen_tortora1
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  • COSA vi ASPETTAVATE dopo AVERLI ALLONTANATI dalla FAMIGLIA?

    Famiglia nel bosco: il racconto dei genitori dei bimbi allontanati
    Il racconto dei genitori dei bambini che vivevano nel bosco di Palmoli, allontanati dal tribunale per le condizioni abitative considerate pericolose...
    Mentre la politica blatera, il ministro della Giustizia pensa di dover intervenire e i magistrati fanno quadrato intorno ai colleghi, i genitori dei bimbi allontanati dalla capanna in cui vivevano, prima di essere allontanati per ordine del Tribunale dell’Aquila, spiegano ai giornalisti cosa sta accadendo ai figli e cosa accade a loro. “C’è stata la fase della rabbia, poi quella della paura. Ora sono superate, sono fiducioso” confida al Corriere della Sera che vuole ricongiungersi con la sua famiglia. L’uomo spiega anche che l’abitazione – considerata inadatta per assenza di corrente elettrica e acqua – verrà migliorata. “Si tratta di un progetto studiato da un ingegnere al quale ci siamo rivolti. Prevede di aggiungere un locale alla casa. Ospiterà cucina e bagno“, dichiara rispondendo alle critiche sulla inadeguatezza delle condizioni abitative.

    Le criticità
    I piccoli, una bambina di 8 anni e due gemelli di 6, vivevano in quello che appare come un rudere fatiscente e privo di utenze e in una roulotte nel bosco a Palmoli (Chieti). per i magistrati è stato necessario allontanare i minori dall’abitazione familiare, “in considerazione del pericolo per l’integrità fisica derivante dalla condizione abitativa, nonché dal rifiuto da parte dei genitori di consentire le verifiche e i trattamenti sanitari obbligatori per legge”. Inoltre, “l’assenza di agibilità e pertanto di sicurezza statica, anche sotto il profilo del rischio sismico e della prevenzione di incendi, degli impianti elettrico, idrico e termico e delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità dell’abitazione, comporta la presunzione ex lege dell’esistenza del periodo di pregiudizio per l’integrità e l’incolumità fisica dei minori”.

    Solo latte di soia e niente tv
    A questi dati l’uomo replica così: “Hanno detto che viviamo nell’inconsapevolezza. Invece abbiamo il nostro know how – continua, ricordando la cura con cui gestiscono la vita familiare e le coltivazioni di frutta e verdura -. Vorrei dire qualcosa che non è stato compreso: noi proviamo una particolare soddisfazione a nutrirci dei prodotti della terra da noi stessi coltivata. Una soddisfazione nel fare a meno di tutto ciò che è in più”. Un’alimentazione di fatto vegana, ma non seguita da uno specialista e sconsigliata dalla letteratura scientifica e dalle società di pediatria. Almeno nei primi sei anni di vita, secondo gli esperti, i bambini non dovrebbero mai fare a meno dei derivati di origine animale. L’uomo tiene a specificare: “Niente latte di mucca. Non mangiamo animali), verdure e frutta solo delle nostre coltivazioni. Colazione? Tè con porridge. Voi continuate a concentrarvi su cose superflue. A noi non servono. Non abbiamo elettrodomestici, ma non ci servono. Non abbiamo la tv. In compenso abbiamo due pc che vengono utilizzati anche dai bambini per studiare”.

    “Sotto choc”, “euforici”
    Il padre dei piccoli dice che sono “Sono sotto choc per questa separazione. È difficile spiegare, si tratta di un equilibrio a cui sono abituati. La sera ci si ritrova tutti assieme per mangiare, scherzare, giocare. Questo è venuto meno. Sono distrutto. Li ho visti dieci minuti questa mattina, il tempo di lasciare indumenti e giocattoli e li ho dovuti lasciare. Nel centro dove li hanno portati non è prevista la mia presenza”.

    Anche la madre ritiene che i figli stiano vivendo un trauma: “Li vedo stranamente euforici, e capisco che è la dimostrazione della loro ansia. Vorrebbero tornare a casa, tornare ad essere un nucleo familiare. Io resto qui, non li lascio soli. I nostri figli non andranno in una scuola ortodossa, continueranno a ricevere un’educazione familiare e naturale, si chiama unschooling e ti connette con la parte destra del cervello” aggiunge ribadendo il loro progetto educativo. L’avvocato Giovanni Angelucci sta preparando l’appello contro l’ordinanza che ha tolto la potestà genitoriale. I genitori, intanto, confidano che il progetto edilizio, con stanze aggiuntive e bagno interno, possa migliorare le condizioni della casa e consentire il ritorno dei figli.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/11/23/famiglia-bosco-bambini-allontanati-palmoli-notizie/8204948/
    COSA vi ASPETTAVATE dopo AVERLI ALLONTANATI dalla FAMIGLIA? Famiglia nel bosco: il racconto dei genitori dei bimbi allontanati Il racconto dei genitori dei bambini che vivevano nel bosco di Palmoli, allontanati dal tribunale per le condizioni abitative considerate pericolose... Mentre la politica blatera, il ministro della Giustizia pensa di dover intervenire e i magistrati fanno quadrato intorno ai colleghi, i genitori dei bimbi allontanati dalla capanna in cui vivevano, prima di essere allontanati per ordine del Tribunale dell’Aquila, spiegano ai giornalisti cosa sta accadendo ai figli e cosa accade a loro. “C’è stata la fase della rabbia, poi quella della paura. Ora sono superate, sono fiducioso” confida al Corriere della Sera che vuole ricongiungersi con la sua famiglia. L’uomo spiega anche che l’abitazione – considerata inadatta per assenza di corrente elettrica e acqua – verrà migliorata. “Si tratta di un progetto studiato da un ingegnere al quale ci siamo rivolti. Prevede di aggiungere un locale alla casa. Ospiterà cucina e bagno“, dichiara rispondendo alle critiche sulla inadeguatezza delle condizioni abitative. Le criticità I piccoli, una bambina di 8 anni e due gemelli di 6, vivevano in quello che appare come un rudere fatiscente e privo di utenze e in una roulotte nel bosco a Palmoli (Chieti). per i magistrati è stato necessario allontanare i minori dall’abitazione familiare, “in considerazione del pericolo per l’integrità fisica derivante dalla condizione abitativa, nonché dal rifiuto da parte dei genitori di consentire le verifiche e i trattamenti sanitari obbligatori per legge”. Inoltre, “l’assenza di agibilità e pertanto di sicurezza statica, anche sotto il profilo del rischio sismico e della prevenzione di incendi, degli impianti elettrico, idrico e termico e delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità dell’abitazione, comporta la presunzione ex lege dell’esistenza del periodo di pregiudizio per l’integrità e l’incolumità fisica dei minori”. Solo latte di soia e niente tv A questi dati l’uomo replica così: “Hanno detto che viviamo nell’inconsapevolezza. Invece abbiamo il nostro know how – continua, ricordando la cura con cui gestiscono la vita familiare e le coltivazioni di frutta e verdura -. Vorrei dire qualcosa che non è stato compreso: noi proviamo una particolare soddisfazione a nutrirci dei prodotti della terra da noi stessi coltivata. Una soddisfazione nel fare a meno di tutto ciò che è in più”. Un’alimentazione di fatto vegana, ma non seguita da uno specialista e sconsigliata dalla letteratura scientifica e dalle società di pediatria. Almeno nei primi sei anni di vita, secondo gli esperti, i bambini non dovrebbero mai fare a meno dei derivati di origine animale. L’uomo tiene a specificare: “Niente latte di mucca. Non mangiamo animali), verdure e frutta solo delle nostre coltivazioni. Colazione? Tè con porridge. Voi continuate a concentrarvi su cose superflue. A noi non servono. Non abbiamo elettrodomestici, ma non ci servono. Non abbiamo la tv. In compenso abbiamo due pc che vengono utilizzati anche dai bambini per studiare”. “Sotto choc”, “euforici” Il padre dei piccoli dice che sono “Sono sotto choc per questa separazione. È difficile spiegare, si tratta di un equilibrio a cui sono abituati. La sera ci si ritrova tutti assieme per mangiare, scherzare, giocare. Questo è venuto meno. Sono distrutto. Li ho visti dieci minuti questa mattina, il tempo di lasciare indumenti e giocattoli e li ho dovuti lasciare. Nel centro dove li hanno portati non è prevista la mia presenza”. Anche la madre ritiene che i figli stiano vivendo un trauma: “Li vedo stranamente euforici, e capisco che è la dimostrazione della loro ansia. Vorrebbero tornare a casa, tornare ad essere un nucleo familiare. Io resto qui, non li lascio soli. I nostri figli non andranno in una scuola ortodossa, continueranno a ricevere un’educazione familiare e naturale, si chiama unschooling e ti connette con la parte destra del cervello” aggiunge ribadendo il loro progetto educativo. L’avvocato Giovanni Angelucci sta preparando l’appello contro l’ordinanza che ha tolto la potestà genitoriale. I genitori, intanto, confidano che il progetto edilizio, con stanze aggiuntive e bagno interno, possa migliorare le condizioni della casa e consentire il ritorno dei figli. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/11/23/famiglia-bosco-bambini-allontanati-palmoli-notizie/8204948/
    WWW.ILFATTOQUOTIDIANO.IT
    Famiglia nel bosco: il racconto dei genitori dei bimbi allontanati
    Il racconto dei genitori dei bambini che vivevano nel bosco di Palmoli, allontanati dal tribunale per le condizioni abitative considerate pericolose.
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  • NON SCARICATELO O PER VOI È FINITA!


    Buongiorno a tutti.
    Questa mattina vorrei mettere in evidenza un "problemino" che sta per arrivare il mese prossimo.
    Da notare che questo "evento" viene visto da moltissime persone come una cosa buona, UNA GRAN COSA.
    Si tratta di IT WALLET.
    il "portafoglio digitale" in cui andranno a finire tutti i nostri documenti, i quali saranno disponibili presto SOLO IN VERSIONE DIGITALE.
    La app che si occuperebbe di questo, si chiama : "IO".
    Mai nome più appropriato.
    Infatti "io e voi e tutti" , da quel momento saremo definitivamente SCHIAVI DEL SISTEMA, SENZA POSSIBILITÀ DI USCITA.
    Stiamo bene ATTENTI, perché quello che verrà spacciato come " innovazione" , sarà in realtà una vera "COERCIZIONE" .
    Un green pass ETERNO, per tutti gli aspetti della nostra vita.
    Quindi, rivolgendomi a TUTTI VOI, vi chiedo di NON aderire a questa "iniziativa", ma bensì di evitarla come la peste.
    Da quando si aderirà, chi aderirà potrà essere semplicemente "SPENTO".
    Non spento nel senso "ucciso", ma potranno essere spenti tutti i suoi diritti, persino la sua identità ed i suoi averi.
    Vi invito a far girare a più gente possibile questo messaggio, perché quello che sta arrivando è di una gravità ASSOLUTA, e se la maggior parte delle persone inconsapevoli del pericolo aderiranno, per la nostra società sarà la fine, dando inizio alla VERA schiavitù, in cui, se non saremo "obbedienti" , verremo privati di TUTTI I DIRITTI CIVILI.
    DIFFONDIAMO URBI ET ORBI
    NON SCARICATELO O PER VOI È FINITA! 🔴 Buongiorno a tutti. Questa mattina vorrei mettere in evidenza un "problemino" che sta per arrivare il mese prossimo. Da notare che questo "evento" viene visto da moltissime persone come una cosa buona, UNA GRAN COSA. Si tratta di IT WALLET. il "portafoglio digitale" in cui andranno a finire tutti i nostri documenti, i quali saranno disponibili presto SOLO IN VERSIONE DIGITALE. La app che si occuperebbe di questo, si chiama : "IO". Mai nome più appropriato. Infatti "io e voi e tutti" , da quel momento saremo definitivamente SCHIAVI DEL SISTEMA, SENZA POSSIBILITÀ DI USCITA. Stiamo bene ATTENTI, perché quello che verrà spacciato come " innovazione" , sarà in realtà una vera "COERCIZIONE" . Un green pass ETERNO, per tutti gli aspetti della nostra vita. Quindi, rivolgendomi a TUTTI VOI, vi chiedo di NON aderire a questa "iniziativa", ma bensì di evitarla come la peste. Da quando si aderirà, chi aderirà potrà essere semplicemente "SPENTO". Non spento nel senso "ucciso", ma potranno essere spenti tutti i suoi diritti, persino la sua identità ed i suoi averi. Vi invito a far girare a più gente possibile questo messaggio, perché quello che sta arrivando è di una gravità ASSOLUTA, e se la maggior parte delle persone inconsapevoli del pericolo aderiranno, per la nostra società sarà la fine, dando inizio alla VERA schiavitù, in cui, se non saremo "obbedienti" , verremo privati di TUTTI I DIRITTI CIVILI. DIFFONDIAMO URBI ET ORBI👍👍👍
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  • Aveva 73 anni quando guidò bambini — con dita mancanti e occhi danneggiati dal lavoro in fabbrica — in una marcia di 125 miglia fino alla porta del Presidente.
    I loro striscioni dicevano: “Vogliamo andare a scuola, non nelle miniere.”

    Era il 1903, l’Età Dorata. Rockefeller e Carnegie vivevano nel lusso mentre milioni di bambini lavoravano turni lunghi in miniere e fabbriche tessili, subendo gravi danni fisici. La società chiamava tutto questo progresso.

    Mary Harris Jones, nata in Irlanda nel 1837 e soprannominata Mother Jones, aveva perso marito e quattro figli in un’epidemia di febbre gialla. Si rifugiò nella rabbia e nella giustizia sociale, diventando una figura centrale del movimento operaio: organizzava scioperi, proteggeva i lavoratori e affrontava i potenti senza paura.

    Quando vide i bambini nei mulini tessili di Kensington, Pennsylvania, decise di agire. Ragazzi di sei anni lavoravano tredici ore al giorno, respirando polvere di cotone che rovinava i polmoni; molti avevano perso dita o mani nelle macchine. Mother Jones organizzò la Marcia dei Bambini delle Fabbriche, portandoli da Philadelphia a Oyster Bay per mostrare al Presidente Roosevelt le condizioni reali in cui vivevano.

    La marcia durò tre settimane. I bambini dormivano in stalle e sedi sindacali, sotto il sole estivo, mentre Mother Jones camminava accanto a loro, raccontando le loro storie ai cittadini e ai giornalisti. Le fotografie e i reportage rivelarono la dura realtà, scatenando indignazione pubblica.

    Roosevelt rifiutò di incontrarli, ma il messaggio era chiaro: il paese finalmente vide cosa significava prosperità costruita sul lavoro dei bambini.
    Le fabbriche non chiusero subito e le leggi sul lavoro minorile arrivarono decenni dopo, ma la marcia cambiò la coscienza pubblica e spinse il paese verso riforme.

    Mother Jones continuò a lottare fino alla sua morte nel 1930, organizzando minatori, operai e tessitori. Non ricoprì mai cariche ufficiali: il suo potere era la presenza, il coraggio e la convinzione che i bambini meritassero l’infanzia.

    Grazie a lei, alcuni dei bambini della marcia vissero abbastanza da vedere il Fair Labor Standards Act del 1938, che finalmente rese illegale il lavoro minorile su scala nazionale.
    Alla fine, poterono andare a scuola.
    🎖️🎖️🎖️🎖️ Aveva 73 anni quando guidò bambini — con dita mancanti e occhi danneggiati dal lavoro in fabbrica — in una marcia di 125 miglia fino alla porta del Presidente. I loro striscioni dicevano: “Vogliamo andare a scuola, non nelle miniere.” Era il 1903, l’Età Dorata. Rockefeller e Carnegie vivevano nel lusso mentre milioni di bambini lavoravano turni lunghi in miniere e fabbriche tessili, subendo gravi danni fisici. La società chiamava tutto questo progresso. Mary Harris Jones, nata in Irlanda nel 1837 e soprannominata Mother Jones, aveva perso marito e quattro figli in un’epidemia di febbre gialla. Si rifugiò nella rabbia e nella giustizia sociale, diventando una figura centrale del movimento operaio: organizzava scioperi, proteggeva i lavoratori e affrontava i potenti senza paura. Quando vide i bambini nei mulini tessili di Kensington, Pennsylvania, decise di agire. Ragazzi di sei anni lavoravano tredici ore al giorno, respirando polvere di cotone che rovinava i polmoni; molti avevano perso dita o mani nelle macchine. Mother Jones organizzò la Marcia dei Bambini delle Fabbriche, portandoli da Philadelphia a Oyster Bay per mostrare al Presidente Roosevelt le condizioni reali in cui vivevano. La marcia durò tre settimane. I bambini dormivano in stalle e sedi sindacali, sotto il sole estivo, mentre Mother Jones camminava accanto a loro, raccontando le loro storie ai cittadini e ai giornalisti. Le fotografie e i reportage rivelarono la dura realtà, scatenando indignazione pubblica. Roosevelt rifiutò di incontrarli, ma il messaggio era chiaro: il paese finalmente vide cosa significava prosperità costruita sul lavoro dei bambini. Le fabbriche non chiusero subito e le leggi sul lavoro minorile arrivarono decenni dopo, ma la marcia cambiò la coscienza pubblica e spinse il paese verso riforme. Mother Jones continuò a lottare fino alla sua morte nel 1930, organizzando minatori, operai e tessitori. Non ricoprì mai cariche ufficiali: il suo potere era la presenza, il coraggio e la convinzione che i bambini meritassero l’infanzia. Grazie a lei, alcuni dei bambini della marcia vissero abbastanza da vedere il Fair Labor Standards Act del 1938, che finalmente rese illegale il lavoro minorile su scala nazionale. Alla fine, poterono andare a scuola.
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  • IL COLPO DI SCENA CHE NESSUNO SI ASPETTAVA. Tranne tutti noi di media idiozia.

    La notizia che a Kiev, mentre i soldati vengono mandati al macello senza più uno scopo, i fedelissimi di Zelensky rubano tutto il rubabile dai fondi e dalle armi inviati da Nato e Ue senz’alcun controllo, viene accolta in Italia e nel resto d’Europa con un misto di sorpresa e incredulità.

    Ma come: noi paghiamo, gli ucraini crepano e il regime sguazza tra mazzette e water, bidet e rubinetti d’oro massiccio?

    Ma Zelensky non era il “nuovo Churchill” (Nancy Pelosi e Messaggero),

    il “De Gaulle ucraino” (Prospect Magazine),

    il redivivo “Scipione l’Africano” (Minzolini, Giornale)?

    E la sua Ucraina non era “incorruttibile” (Zafesova, Stampa)?

    In realtà bastava leggere l’inchiesta internazionale “Pandora Papers” del 2021 per sapere che Zelensky è una creatura dell’oligarca, prima latitante e ora detenuto, Ihor Kolomoisky, re dei metalli, finanziatore di milizie fascio-nazi (dall’Azov al Dnipro) e titolare della tv 1+1 che lo lanciò; e che il presidente ucraino ha una villa a Forte dei Marmi con 6 camere da letto, 15 stanze, parco e piscina, acquistata nel 2017 per 3,8 milioni, intestata a una società italiana controllata da una cipriota e mai dichiarata prima dell’elezione nel 2019, come pure una delle quattro offshore controllate da lui e dai suoi soci nella casa di produzione Kvartal95 con conti correnti in vari paradisi fiscali (Isole Vergini, Cipro e Belize).

    Uno dei soci, Timur Mindich, che fino all’altrogiorno ospitava Zelensky in casa sua, è l’uomo dal cesso d’oro e dalle credenze piene di pacchi di banconote da 200 euro, esentato dalla naja malgrado l’età da leva e appena fuggito all’estero grazie a una soffiata per scampare all’arresto: sarebbe il regista del sistema tangentizio che grassava il 10-15% di ogni appalto per il sistema elettrico. Che, non bastando i bombardamenti russi, veniva rapinato dal regime, come i fondi per le uniformi e persino i 170 milioni versati dalla Nato per costruire trincee di legno.

    Notizie che non possono che galvanizzare il morale delle truppe superstiti intrappolate nelle sacche russe da Pokrovsk a Kupyansk, in attesa che Zelensky e il generale Syrsky (una sorta di Alì il Chimico o il Comico ucraino) la smettano di millantare successi e resistenze o di incolpare la nebbia e suonino la ritirata finché ci sarà qualcuno vivo da ritirare.
    Dinanzi alla disfatta militare e morale dell’Ucraina con i nostri soldi, i governi europei tacciono imbarazzati. Per promettere altri soldi, vista la fine che fanno, attendono tutti che la gente dimentichi le foto dei cessi d’oro. Tutti tranne uno, il più sveglio della compagnia: Antonio Tajani che, temendo di essere preceduto da qualcun altro, si affretta ad annunciare “un nuovo pacchetto di aiuti a Kiev nelle prossime ore”. Casomai non sapessero più cosa rubare.

    Editoriale di Marco Travaglio
    15 novembre 2025
    Il Fatto Quotidiano
    IL COLPO DI SCENA CHE NESSUNO SI ASPETTAVA. Tranne tutti noi di media idiozia. La notizia che a Kiev, mentre i soldati vengono mandati al macello senza più uno scopo, i fedelissimi di Zelensky rubano tutto il rubabile dai fondi e dalle armi inviati da Nato e Ue senz’alcun controllo, viene accolta in Italia e nel resto d’Europa con un misto di sorpresa e incredulità. Ma come: noi paghiamo, gli ucraini crepano e il regime sguazza tra mazzette e water, bidet e rubinetti d’oro massiccio? Ma Zelensky non era il “nuovo Churchill” (Nancy Pelosi e Messaggero), il “De Gaulle ucraino” (Prospect Magazine), il redivivo “Scipione l’Africano” (Minzolini, Giornale)? E la sua Ucraina non era “incorruttibile” (Zafesova, Stampa)? In realtà bastava leggere l’inchiesta internazionale “Pandora Papers” del 2021 per sapere che Zelensky è una creatura dell’oligarca, prima latitante e ora detenuto, Ihor Kolomoisky, re dei metalli, finanziatore di milizie fascio-nazi (dall’Azov al Dnipro) e titolare della tv 1+1 che lo lanciò; e che il presidente ucraino ha una villa a Forte dei Marmi con 6 camere da letto, 15 stanze, parco e piscina, acquistata nel 2017 per 3,8 milioni, intestata a una società italiana controllata da una cipriota e mai dichiarata prima dell’elezione nel 2019, come pure una delle quattro offshore controllate da lui e dai suoi soci nella casa di produzione Kvartal95 con conti correnti in vari paradisi fiscali (Isole Vergini, Cipro e Belize). Uno dei soci, Timur Mindich, che fino all’altrogiorno ospitava Zelensky in casa sua, è l’uomo dal cesso d’oro e dalle credenze piene di pacchi di banconote da 200 euro, esentato dalla naja malgrado l’età da leva e appena fuggito all’estero grazie a una soffiata per scampare all’arresto: sarebbe il regista del sistema tangentizio che grassava il 10-15% di ogni appalto per il sistema elettrico. Che, non bastando i bombardamenti russi, veniva rapinato dal regime, come i fondi per le uniformi e persino i 170 milioni versati dalla Nato per costruire trincee di legno. Notizie che non possono che galvanizzare il morale delle truppe superstiti intrappolate nelle sacche russe da Pokrovsk a Kupyansk, in attesa che Zelensky e il generale Syrsky (una sorta di Alì il Chimico o il Comico ucraino) la smettano di millantare successi e resistenze o di incolpare la nebbia e suonino la ritirata finché ci sarà qualcuno vivo da ritirare. Dinanzi alla disfatta militare e morale dell’Ucraina con i nostri soldi, i governi europei tacciono imbarazzati. Per promettere altri soldi, vista la fine che fanno, attendono tutti che la gente dimentichi le foto dei cessi d’oro. Tutti tranne uno, il più sveglio della compagnia: Antonio Tajani che, temendo di essere preceduto da qualcun altro, si affretta ad annunciare “un nuovo pacchetto di aiuti a Kiev nelle prossime ore”. Casomai non sapessero più cosa rubare. Editoriale di Marco Travaglio 15 novembre 2025 Il Fatto Quotidiano
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  • L'ABRUTTIMENTO UMANO ai MASSIMI LIVELLI!
    Applausi per alcuni soldati israeliani accusati di aver stuprato un detenuto
    Quando si sono presentati in tribunale a Gerusalemme, i soldati israeliani coinvolti nello stupro di un detenuto palestinese presso il campo di detenzione di...
    Uno spaccato della società civile israeliana, di certo non nella sua totalità , dalla quale ci si dovrebbe attendere una posizione favorevole ad uno Stato palestinese a fianco di Israele....
    Riecheggia in quegli applausi un' affermazione di Golda Meir, che fu primo ministro di Israele:
    "I palestinesi? Semplicemente non esistono".....e se non esistono chi avrebbero stuprato quei soldati dell' idf chiamati a presentarsi dinnanzi ad un giudice?

    https://youtube.com/shorts/PmJYaiq11Cc?si=jdIj71cuIy8gHbZ5
    L'ABRUTTIMENTO UMANO ai MASSIMI LIVELLI! Applausi per alcuni soldati israeliani accusati di aver stuprato un detenuto Quando si sono presentati in tribunale a Gerusalemme, i soldati israeliani coinvolti nello stupro di un detenuto palestinese presso il campo di detenzione di... Uno spaccato della società civile israeliana, di certo non nella sua totalità , dalla quale ci si dovrebbe attendere una posizione favorevole ad uno Stato palestinese a fianco di Israele.... Riecheggia in quegli applausi un' affermazione di Golda Meir, che fu primo ministro di Israele: "I palestinesi? Semplicemente non esistono".....e se non esistono chi avrebbero stuprato quei soldati dell' idf chiamati a presentarsi dinnanzi ad un giudice? https://youtube.com/shorts/PmJYaiq11Cc?si=jdIj71cuIy8gHbZ5
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    Applausi per alcuni soldati israeliani accusati di aver stuprato un detenuto
    Quando si sono presentati in tribunale a Gerusalemme, i soldati israeliani coinvolti nello stupro di un detenuto palestinese presso il campo di detenzione di...
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