• VACCINI, GLI OSPEDALI STANNO CAMBIANDO FORMA: ORA VENGONO CAMUFFATI DA "FARMACI BIOLOGICI".

    Un informatore interno al sistema ospedaliero lancia l'allarme: il termine "vaccino" sta scomparendo silenziosamente dai moduli di consenso informato medico e viene sostituito dal vago termine generico "farmaco biologico" o "biogenico". Questa nuova classificazione potrebbe consentire ai pazienti di ricevere iniezioni di vaccini e altri prodotti biologici, anche in stato di incoscienza sotto anestesia!!

    Cosa sono esattamente i "farmaci biologici"? Secondo la Food and Drug Administration (FDA) statunitense, questa categoria comprende un'ampia gamma di sostanze: vaccini, terapie geniche, anticorpi monoclonali, sangue intero e plasma, cellule staminali, fattori di crescita, allergeni, antitossine, proteine ricombinanti, terapie ormonali sostitutive, immunoterapie e persino Botox.

    Quindi, se firmi un modulo che autorizza "farmaci biologici" o "biogenici", potresti potenzialmente dare ai professionisti medici il diritto legale di somministrarti uno qualsiasi di questi prodotti a loro discrezione.

    Il pericolo risiede nei dettagli della nuova formulazione. Pazienti e tutori potrebbero credere di firmare moduli di consenso medico standard, ma il testo ora consente un'ampia approvazione di tutti gli agenti biologici, compresi i vaccini. Ciò significa che se un medico o un infermiere lo ritiene "necessario", ad esempio durante la stagione influenzale o polmonare, potresti ricevere un vaccino senza che tu lo chieda o ti informi. E se sei sotto anestesia, non hai modo di opporti.

    Secondo la legge europea tutti i trattamenti medici devono essere basati sul consenso informato del paziente: questo è stato stabilito da tempo ed è stato sancito nel Codice Civile europea 2013. I medici devono informare i pazienti sulla diagnosi, la procedura di trattamento, i benefici, i rischi e le alternative. Il vero consenso informato implica una chiara informativa su ciò che si sta facendo, sul perché lo si sta facendo e sui rischi associati.

    Ma in questo nuovo quadro normativo, il consenso è nascosto nel gergo legale.

    Gli esperti di etica medica avvertono: l'uso di un linguaggio normativo tecnico rende difficile per la persona media riconoscere che sta autorizzando la somministrazione di vaccini e altri materiali biologici sperimentali. I pazienti sono ora invitati a leggere attentamente ogni parola dei moduli di consenso di ospedali e cliniche. Se vedete i termini "biologici" o "biogenici" in qualsiasi punto del documento, potrebbe trattarsi di un'autorizzazione all'uso di vaccini, terapie geniche o altri trattamenti basati su organismi viventi. Avete il diritto di rifiutare queste autorizzazioni per iscritto!

    Cosa potete fare? Innanzitutto, redigete una chiara dichiarazione scritta: "Non acconsento alla somministrazione di biologici o biogenici". Secondo: procuratevi una copia cartacea del vostro rifiuto firmato, soprattutto se è stato compilato elettronicamente su un tablet. Terzo: ricorda verbalmente al personale medico che non acconsenti a iniezioni o infusioni di questo tipo. Ogni paziente, genitore e caregiver deve farsi portavoce di se stesso e controllare ogni modulo e ogni riga di stampa in piccolo.

    DÉJÀ Q: https://t.me/+yk9HVn5Tu0c4MWE0
    🧩🔴 VACCINI, GLI OSPEDALI STANNO CAMBIANDO FORMA: ORA VENGONO CAMUFFATI DA "FARMACI BIOLOGICI". Un informatore interno al sistema ospedaliero lancia l'allarme: il termine "vaccino" sta scomparendo silenziosamente dai moduli di consenso informato medico e viene sostituito dal vago termine generico "farmaco biologico" o "biogenico". Questa nuova classificazione potrebbe consentire ai pazienti di ricevere iniezioni di vaccini e altri prodotti biologici, anche in stato di incoscienza sotto anestesia!! ✅ Cosa sono esattamente i "farmaci biologici"? Secondo la Food and Drug Administration (FDA) statunitense, questa categoria comprende un'ampia gamma di sostanze: vaccini, terapie geniche, anticorpi monoclonali, sangue intero e plasma, cellule staminali, fattori di crescita, allergeni, antitossine, proteine ricombinanti, terapie ormonali sostitutive, immunoterapie e persino Botox. ✅ Quindi, se firmi un modulo che autorizza "farmaci biologici" o "biogenici", potresti potenzialmente dare ai professionisti medici il diritto legale di somministrarti uno qualsiasi di questi prodotti a loro discrezione. ✅ Il pericolo risiede nei dettagli della nuova formulazione. Pazienti e tutori potrebbero credere di firmare moduli di consenso medico standard, ma il testo ora consente un'ampia approvazione di tutti gli agenti biologici, compresi i vaccini. Ciò significa che se un medico o un infermiere lo ritiene "necessario", ad esempio durante la stagione influenzale o polmonare, potresti ricevere un vaccino senza che tu lo chieda o ti informi. E se sei sotto anestesia, non hai modo di opporti. ✅ Secondo la legge europea tutti i trattamenti medici devono essere basati sul consenso informato del paziente: questo è stato stabilito da tempo ed è stato sancito nel Codice Civile europea 2013. I medici devono informare i pazienti sulla diagnosi, la procedura di trattamento, i benefici, i rischi e le alternative. Il vero consenso informato implica una chiara informativa su ciò che si sta facendo, sul perché lo si sta facendo e sui rischi associati. ✅ Ma in questo nuovo quadro normativo, il consenso è nascosto nel gergo legale. Gli esperti di etica medica avvertono: l'uso di un linguaggio normativo tecnico rende difficile per la persona media riconoscere che sta autorizzando la somministrazione di vaccini e altri materiali biologici sperimentali. I pazienti sono ora invitati a leggere attentamente ogni parola dei moduli di consenso di ospedali e cliniche. Se vedete i termini "biologici" o "biogenici" in qualsiasi punto del documento, potrebbe trattarsi di un'autorizzazione all'uso di vaccini, terapie geniche o altri trattamenti basati su organismi viventi. Avete il diritto di rifiutare queste autorizzazioni per iscritto! 🧩 Cosa potete fare? Innanzitutto, redigete una chiara dichiarazione scritta: "Non acconsento alla somministrazione di biologici o biogenici". Secondo: procuratevi una copia cartacea del vostro rifiuto firmato, soprattutto se è stato compilato elettronicamente su un tablet. Terzo: ricorda verbalmente al personale medico che non acconsenti a iniezioni o infusioni di questo tipo. Ogni paziente, genitore e caregiver deve farsi portavoce di se stesso e controllare ogni modulo e ogni riga di stampa in piccolo. ❎ DÉJÀ Q: https://t.me/+yk9HVn5Tu0c4MWE0
    T.ME
    🔵 DÉJÀ Q 🔴
    ✅ The Choice Is Yours 🧩 🐸 Together We Win ❎
    Angry
    1
    0 Commentarios 0 Compartido 2K Vistas
  • Negli ultimi anni, molte persone hanno raccontato di aver avuto una riattivazione dell'herpes dopo il vaccino per il COVID, con vescicole, dolore e bruciore, e per mesi si è detto che fosse solo stress o una coincidenza, ma oggi la scienza comincia a confermare che qualcosa di vero c'è.

    Te ne parlo in questo video completo di FONTE SCIENTIFICA:
    Source: https://www.instagram.com/p/DRfJmJICnmy/

    Ti interessa? Unisciti a questo canale per continuare a ricevere gli aggiornamenti su Whatsapp!
    https://whatsapp.com/channel/0029Vb6PWK5DDmFPMtTS6O0D
    Negli ultimi anni, molte persone hanno raccontato di aver avuto una riattivazione dell'herpes dopo il vaccino per il COVID, con vescicole, dolore e bruciore, e per mesi si è detto che fosse solo stress o una coincidenza, ma oggi la scienza comincia a confermare che qualcosa di vero c'è. Te ne parlo in questo video completo di FONTE SCIENTIFICA: Source: https://www.instagram.com/p/DRfJmJICnmy/ Ti interessa? Unisciti a questo canale per continuare a ricevere gli aggiornamenti su Whatsapp! https://whatsapp.com/channel/0029Vb6PWK5DDmFPMtTS6O0D
    Angry
    2
    0 Commentarios 0 Compartido 467 Vistas 5

  • Aveva 73 anni quando guidò bambini — con dita mancanti e occhi danneggiati dal lavoro in fabbrica — in una marcia di 125 miglia fino alla porta del Presidente.
    I loro striscioni dicevano: “Vogliamo andare a scuola, non nelle miniere.”

    Era il 1903, l’Età Dorata. Rockefeller e Carnegie vivevano nel lusso mentre milioni di bambini lavoravano turni lunghi in miniere e fabbriche tessili, subendo gravi danni fisici. La società chiamava tutto questo progresso.

    Mary Harris Jones, nata in Irlanda nel 1837 e soprannominata Mother Jones, aveva perso marito e quattro figli in un’epidemia di febbre gialla. Si rifugiò nella rabbia e nella giustizia sociale, diventando una figura centrale del movimento operaio: organizzava scioperi, proteggeva i lavoratori e affrontava i potenti senza paura.

    Quando vide i bambini nei mulini tessili di Kensington, Pennsylvania, decise di agire. Ragazzi di sei anni lavoravano tredici ore al giorno, respirando polvere di cotone che rovinava i polmoni; molti avevano perso dita o mani nelle macchine. Mother Jones organizzò la Marcia dei Bambini delle Fabbriche, portandoli da Philadelphia a Oyster Bay per mostrare al Presidente Roosevelt le condizioni reali in cui vivevano.

    La marcia durò tre settimane. I bambini dormivano in stalle e sedi sindacali, sotto il sole estivo, mentre Mother Jones camminava accanto a loro, raccontando le loro storie ai cittadini e ai giornalisti. Le fotografie e i reportage rivelarono la dura realtà, scatenando indignazione pubblica.

    Roosevelt rifiutò di incontrarli, ma il messaggio era chiaro: il paese finalmente vide cosa significava prosperità costruita sul lavoro dei bambini.
    Le fabbriche non chiusero subito e le leggi sul lavoro minorile arrivarono decenni dopo, ma la marcia cambiò la coscienza pubblica e spinse il paese verso riforme.

    Mother Jones continuò a lottare fino alla sua morte nel 1930, organizzando minatori, operai e tessitori. Non ricoprì mai cariche ufficiali: il suo potere era la presenza, il coraggio e la convinzione che i bambini meritassero l’infanzia.

    Grazie a lei, alcuni dei bambini della marcia vissero abbastanza da vedere il Fair Labor Standards Act del 1938, che finalmente rese illegale il lavoro minorile su scala nazionale.
    Alla fine, poterono andare a scuola.
    🎖️🎖️🎖️🎖️ Aveva 73 anni quando guidò bambini — con dita mancanti e occhi danneggiati dal lavoro in fabbrica — in una marcia di 125 miglia fino alla porta del Presidente. I loro striscioni dicevano: “Vogliamo andare a scuola, non nelle miniere.” Era il 1903, l’Età Dorata. Rockefeller e Carnegie vivevano nel lusso mentre milioni di bambini lavoravano turni lunghi in miniere e fabbriche tessili, subendo gravi danni fisici. La società chiamava tutto questo progresso. Mary Harris Jones, nata in Irlanda nel 1837 e soprannominata Mother Jones, aveva perso marito e quattro figli in un’epidemia di febbre gialla. Si rifugiò nella rabbia e nella giustizia sociale, diventando una figura centrale del movimento operaio: organizzava scioperi, proteggeva i lavoratori e affrontava i potenti senza paura. Quando vide i bambini nei mulini tessili di Kensington, Pennsylvania, decise di agire. Ragazzi di sei anni lavoravano tredici ore al giorno, respirando polvere di cotone che rovinava i polmoni; molti avevano perso dita o mani nelle macchine. Mother Jones organizzò la Marcia dei Bambini delle Fabbriche, portandoli da Philadelphia a Oyster Bay per mostrare al Presidente Roosevelt le condizioni reali in cui vivevano. La marcia durò tre settimane. I bambini dormivano in stalle e sedi sindacali, sotto il sole estivo, mentre Mother Jones camminava accanto a loro, raccontando le loro storie ai cittadini e ai giornalisti. Le fotografie e i reportage rivelarono la dura realtà, scatenando indignazione pubblica. Roosevelt rifiutò di incontrarli, ma il messaggio era chiaro: il paese finalmente vide cosa significava prosperità costruita sul lavoro dei bambini. Le fabbriche non chiusero subito e le leggi sul lavoro minorile arrivarono decenni dopo, ma la marcia cambiò la coscienza pubblica e spinse il paese verso riforme. Mother Jones continuò a lottare fino alla sua morte nel 1930, organizzando minatori, operai e tessitori. Non ricoprì mai cariche ufficiali: il suo potere era la presenza, il coraggio e la convinzione che i bambini meritassero l’infanzia. Grazie a lei, alcuni dei bambini della marcia vissero abbastanza da vedere il Fair Labor Standards Act del 1938, che finalmente rese illegale il lavoro minorile su scala nazionale. Alla fine, poterono andare a scuola.
    Like
    1
    0 Commentarios 0 Compartido 2K Vistas
  • CIAK, SI CHIUDE!

    Un popolo totalmente a digiuno di cultura è un popolo senza spirito critico, e quindi controllabile.
    Non serve una scienza occulta per capirlo: è esattamente ciò che vogliono i signori seduti sugli scranni più decisivi del governo di questo paese.

    E ci voleva davvero del talento — credetemi — per tirare fuori dal cilindro una bestialità simile. Nel silenzio generale, nel disinteresse generale. Eppure è successo.

    Sì, perché se Sangiuliano era già riuscito a coprirsi di vergogna e ridicolo, il suo successore, Giuli, è riuscito nella sacra impresa di fare addirittura meglio.
    Un fuoriclasse del disastro.
    Un talento raro nel rendere il Ministero della Cultura un paradosso vivente: quello di chi chiede, con convinzione, di tagliare i fondi alla cultura che dovrebbe tutelare.

    E qui, signore e signori, la maschera cade del tutto: nessun pregiudizio politico, solo fatti.
    C’era la possibilità — questa volta sì — di ribaltare l’idea di un centrodestra privo di cultura, visione e passione per le arti.
    E invece no: dignità e credibilità vengono sacrificate in nome di una manovra “di bilancio” che odora di restaurazione culturale.
    Una retromarcia verso le retrovie, come non se ne vedevano da anni.
    E a farne le spese, ancora una volta, sarà il Cinema italiano.


    Siamo nel pieno della bufera: la Ragioneria dello Stato ha bloccato il piano del MIC che avrebbe dovuto reintegrare di 100 milioni il Fondo Cinema 2026, già falcidiato dalla legge di bilancio.
    Fin qui, tutto grave ma “ordinario”.
    Poi arriva il colpo di scena: il 11 novembre, Repubblica svela una mail del 17 ottobre indirizzata al Ministero dell’Economia, nella quale sarebbe stato lo stesso gabinetto di Giuli a suggerire di tagliare di circa un terzo il Fondo per lo sviluppo del cinema e dell’audiovisivo.

    Sì, avete letto bene.
    Il taglio non arriva da fuori. Parte da dentro.
    Dal Ministero stesso.
    Dal ministro stesso.

    Un taglio di circa un terzo, con una riduzione che porterebbe il fondo dai 696 milioni attuali a circa 400 milioni nel 2026, e quasi 300 milioni nel 2027.
    Un ritorno al 2017, quando il settore arrancava, ma con un contesto oggi infinitamente più fragile.
    Ora ditemi voi: da che mondo è mondo, quale ministro chiede tagli al proprio ministero?
    O è follia, o è una linea precisa. E in entrambi i casi, è un disastro annunciato.


    E qui, sì, ci piace “pensare male”. Perché è facile prevedere dove andremo a finire:

    Il cinema italiano verrà ulteriormente penalizzato, lasciando spazio alle grandi produzioni internazionali — soprattutto statunitensi — che controllano i flussi economici e mediatici.

    Meno fondi significa meno sviluppo, e quindi un arretramento culturale e industriale: sopravviverà solo il cinema d’incasso facile, mentre il cinema d’autore scomparirà lentamente dai nostri schermi.

    Meno produzioni sul territorio, meno indotto, meno promozione per l’Italia stessa. Sparisce il marketing territoriale, resta solo un contenitore vuoto di storie importate.

    Addio ai giovani autori, ai tecnici, agli interpreti emergenti, ai ricercatori e agli studenti che ogni anno escono dai nostri atenei sognando un’industria viva.
    Il loro futuro è già scritto: disoccupazione culturale.


    Era difficile vent’anni fa. Oggi è impossibile.
    Un finale amaro che sa di titoli di coda per il cinema italiano.


    Riusciranno i nostri eroi dell’opposizione a farsi sentire?
    Mah.

    Da fuori, possiamo solo urlare il nostro disgusto e la nostra rabbia.
    Perché la cultura, in questo paese, viene ignorata quando le cose vanno bene e violentata quando vanno male.
    E per favore, basta scuse: non è colpa delle piattaforme, né dei social, né dell’intelligenza artificiale.

    Qui la colpa è una sola.
    Ed è fottutamente politica.
    Ed è profondamente umana.

    Fine.
    Ma senza applausi.

    #CinemaItaliano #CulturaSottoAttacco #Giuli #MIC #TagliAllaCultura #CiakSiChiude #RetromarciaVersoLeRetroVie #PoliticaCulturale #DifendiamoIlCinema
    🎬 CIAK, SI CHIUDE! Un popolo totalmente a digiuno di cultura è un popolo senza spirito critico, e quindi controllabile. Non serve una scienza occulta per capirlo: è esattamente ciò che vogliono i signori seduti sugli scranni più decisivi del governo di questo paese. E ci voleva davvero del talento — credetemi — per tirare fuori dal cilindro una bestialità simile. Nel silenzio generale, nel disinteresse generale. Eppure è successo. Sì, perché se Sangiuliano era già riuscito a coprirsi di vergogna e ridicolo, il suo successore, Giuli, è riuscito nella sacra impresa di fare addirittura meglio. Un fuoriclasse del disastro. Un talento raro nel rendere il Ministero della Cultura un paradosso vivente: quello di chi chiede, con convinzione, di tagliare i fondi alla cultura che dovrebbe tutelare. E qui, signore e signori, la maschera cade del tutto: nessun pregiudizio politico, solo fatti. C’era la possibilità — questa volta sì — di ribaltare l’idea di un centrodestra privo di cultura, visione e passione per le arti. E invece no: dignità e credibilità vengono sacrificate in nome di una manovra “di bilancio” che odora di restaurazione culturale. Una retromarcia verso le retrovie, come non se ne vedevano da anni. E a farne le spese, ancora una volta, sarà il Cinema italiano. 🎞️ Siamo nel pieno della bufera: la Ragioneria dello Stato ha bloccato il piano del MIC che avrebbe dovuto reintegrare di 100 milioni il Fondo Cinema 2026, già falcidiato dalla legge di bilancio. Fin qui, tutto grave ma “ordinario”. Poi arriva il colpo di scena: il 11 novembre, Repubblica svela una mail del 17 ottobre indirizzata al Ministero dell’Economia, nella quale sarebbe stato lo stesso gabinetto di Giuli a suggerire di tagliare di circa un terzo il Fondo per lo sviluppo del cinema e dell’audiovisivo. Sì, avete letto bene. Il taglio non arriva da fuori. Parte da dentro. Dal Ministero stesso. Dal ministro stesso. 🤯 Un taglio di circa un terzo, con una riduzione che porterebbe il fondo dai 696 milioni attuali a circa 400 milioni nel 2026, e quasi 300 milioni nel 2027. Un ritorno al 2017, quando il settore arrancava, ma con un contesto oggi infinitamente più fragile. Ora ditemi voi: da che mondo è mondo, quale ministro chiede tagli al proprio ministero? O è follia, o è una linea precisa. E in entrambi i casi, è un disastro annunciato. E qui, sì, ci piace “pensare male”. Perché è facile prevedere dove andremo a finire: Il cinema italiano verrà ulteriormente penalizzato, lasciando spazio alle grandi produzioni internazionali — soprattutto statunitensi — che controllano i flussi economici e mediatici. Meno fondi significa meno sviluppo, e quindi un arretramento culturale e industriale: sopravviverà solo il cinema d’incasso facile, mentre il cinema d’autore scomparirà lentamente dai nostri schermi. Meno produzioni sul territorio, meno indotto, meno promozione per l’Italia stessa. Sparisce il marketing territoriale, resta solo un contenitore vuoto di storie importate. Addio ai giovani autori, ai tecnici, agli interpreti emergenti, ai ricercatori e agli studenti che ogni anno escono dai nostri atenei sognando un’industria viva. Il loro futuro è già scritto: disoccupazione culturale. Era difficile vent’anni fa. Oggi è impossibile. Un finale amaro che sa di titoli di coda per il cinema italiano. 🎞️💔 Riusciranno i nostri eroi dell’opposizione a farsi sentire? Mah. Da fuori, possiamo solo urlare il nostro disgusto e la nostra rabbia. Perché la cultura, in questo paese, viene ignorata quando le cose vanno bene e violentata quando vanno male. E per favore, basta scuse: non è colpa delle piattaforme, né dei social, né dell’intelligenza artificiale. Qui la colpa è una sola. Ed è fottutamente politica. Ed è profondamente umana. 🎬 Fine. Ma senza applausi. #CinemaItaliano #CulturaSottoAttacco #Giuli #MIC #TagliAllaCultura #CiakSiChiude #RetromarciaVersoLeRetroVie #PoliticaCulturale #DifendiamoIlCinema
    0 Commentarios 0 Compartido 3K Vistas
  • Dott. Gabriele Patrizi: Hai mai sentito parlare di persone che, dopo il vaccino o dopo il Covid, hanno iniziato a sentirsi diverse… più stanche, con tachicardia, formicolii o disturbi strani che non passano?

    La scienza sta cercando di capire perché succede, e uno dei meccanismi più discussi si chiama mimica molecolare.

    Te ne parlo in questo video completo di FONTE SCIENTIFICA:
    https://www.instagram.com/p/DQoqmINCvFj/

    Ti interessa? Unisciti a questo canale per continuare a ricevere gli aggiornamenti su Whatsapp!
    https://whatsapp.com/channel/0029Vb6PWK5DDmFPMtTS6O0D
    Dott. Gabriele Patrizi: Hai mai sentito parlare di persone che, dopo il vaccino o dopo il Covid, hanno iniziato a sentirsi diverse… più stanche, con tachicardia, formicolii o disturbi strani che non passano? La scienza sta cercando di capire perché succede, e uno dei meccanismi più discussi si chiama mimica molecolare. Te ne parlo in questo video completo di FONTE SCIENTIFICA: https://www.instagram.com/p/DQoqmINCvFj/ Ti interessa? Unisciti a questo canale per continuare a ricevere gli aggiornamenti su Whatsapp! https://whatsapp.com/channel/0029Vb6PWK5DDmFPMtTS6O0D
    Like
    2
    0 Commentarios 0 Compartido 970 Vistas 15
  • Ancora ipotesi ardite da Avi Loeb: 3I/ATLAS è spinta da un motore? - Focus.it
    Nuove analisi dello scienziato Avi Loeb su 3I/ATLAS, la cometa interstellare che presenta anomalie che, secondo lui, sfidano la fisica. E riaccendono il dibattito scientifico...
    https://www.focus.it/scienza/spazio/ancora-ipotesi-ardite-da-avi-loeb-3i-atlas-e-spinta-da-un-motore
    Ancora ipotesi ardite da Avi Loeb: 3I/ATLAS è spinta da un motore? - Focus.it Nuove analisi dello scienziato Avi Loeb su 3I/ATLAS, la cometa interstellare che presenta anomalie che, secondo lui, sfidano la fisica. E riaccendono il dibattito scientifico... https://www.focus.it/scienza/spazio/ancora-ipotesi-ardite-da-avi-loeb-3i-atlas-e-spinta-da-un-motore
    WWW.FOCUS.IT
    Ancora ipotesi ardite da Avi Loeb: 3I/ATLAS è spinta da un motore? - Focus.it
    Nuove analisi dello scienziato Avi Loeb su 3I/ATLAS, la cometa interstellare che presenta anomalie che, secondo lui, sfidano la fisica. E riaccendono il dibattito scientifico.
    Like
    1
    0 Commentarios 0 Compartido 798 Vistas
  • Dai documenti ufficiali emerge un fatto sconcertante: EMA non ha mai verificato direttamente l’efficacia o la sicurezza dei vaccini anti-Covid.
    Le sue valutazioni si sono basate unicamente sui dati forniti dalle stesse case farmaceutiche, senza alcuna verifica indipendente.
    Quando si chiede su quali studi o prove scientifiche siano stati approvati i vettori che avrebbero fatto penetrare la proteina spike nelle cellule, EMA risponde che “si fida” delle informazioni ricevute.
    Alla domanda sui brevetti, si dichiara “non competente”.
    E quando viene chiesto quanta parte del vaccino entri realmente nella cellula, l’Agenzia risponde che “questa informazione non ha rilevanza”.
    Nessuna indagine autonoma, nessuna analisi concreta.
    È su queste basi — su autodichiarazioni di aziende in conflitto d’interessi — che è stata costruita l’intera narrativa della vaccinazione di massa.
    Altro che evidenze scientifiche: qui si è trasformata la fede cieca nelle multinazionali in scienza ufficiale.
    Un “premio Nobel” dato non alla ricerca, ma alla propaganda.

    #covid #vaccini #istitutosuperioredisanità #ema #italia #tamponi #scienza
    Dai documenti ufficiali emerge un fatto sconcertante: EMA non ha mai verificato direttamente l’efficacia o la sicurezza dei vaccini anti-Covid. Le sue valutazioni si sono basate unicamente sui dati forniti dalle stesse case farmaceutiche, senza alcuna verifica indipendente. Quando si chiede su quali studi o prove scientifiche siano stati approvati i vettori che avrebbero fatto penetrare la proteina spike nelle cellule, EMA risponde che “si fida” delle informazioni ricevute. Alla domanda sui brevetti, si dichiara “non competente”. E quando viene chiesto quanta parte del vaccino entri realmente nella cellula, l’Agenzia risponde che “questa informazione non ha rilevanza”. Nessuna indagine autonoma, nessuna analisi concreta. È su queste basi — su autodichiarazioni di aziende in conflitto d’interessi — che è stata costruita l’intera narrativa della vaccinazione di massa. Altro che evidenze scientifiche: qui si è trasformata la fede cieca nelle multinazionali in scienza ufficiale. Un “premio Nobel” dato non alla ricerca, ma alla propaganda. #covid #vaccini #istitutosuperioredisanità #ema #italia #tamponi #scienza
    Angry
    1
    0 Commentarios 0 Compartido 2K Vistas 3
  • Mia intervista al fisico Faggin sul rapporto tra coscienza e Intelligenza Artificiale.

    https://x.com/AlbertoContri/status/1593681345422757890
    Mia intervista al fisico Faggin sul rapporto tra coscienza e Intelligenza Artificiale. https://x.com/AlbertoContri/status/1593681345422757890
    Like
    1
    0 Commentarios 0 Compartido 729 Vistas
  • Siamo uomini non macchine come vuol farci credere la #scienza materialista imperante:abbiamo creato noi i computer non viceversa!
    #AI ci sta portando a tradire la nostra umanità ma l'idea di chi siamo è cruciale per il futuro

    Parla #Faggin inventore del microchip
    https://x.com/CathVoicesITA/status/1577905083496415233

    #lachiesachecè
    Siamo uomini non macchine come vuol farci credere la #scienza materialista imperante:abbiamo creato noi i computer non viceversa! #AI ci sta portando a tradire la nostra umanità ma l'idea di chi siamo è cruciale per il futuro Parla #Faggin inventore del microchip https://x.com/CathVoicesITA/status/1577905083496415233 #lachiesachecè
    Like
    1
    0 Commentarios 0 Compartido 789 Vistas
  • Esistono gli italiani su base genetica, in base agli studi del DNA recenti ? "Il DNA degli italiani di oggi è per larga parte lo stesso che avevano gli abitanti della penisola italica all’epoca dei Romani — con variazioni regionali dovute a invasioni, migrazioni e scambi mediterranei successivi. Nel complesso, le popolazioni italiane sono geneticamente molto continue con quelle di 2500–3000 anni fa: non esistono “sostituzioni di massa” dopo l’Età del Ferro, solo graduali apporti regionali."

    Quindi, in base alla scienza, genetica insomma, la sostituzione in atto degli italiani oggi è la prima da 2,500 anni
    G.Zibordi

    ---------------- Chatgpt ----------
    Quando si parla di “DNA degli italiani”, si intende la composizione genetica media della popolazione residente nella Penisola Italiana oggi, che riflette:
    antiche migrazioni (Neolitico, Età del Bronzo, ecc.);
    spostamenti storici (Etruschi, Romani, Longobardi, Arabi, Normanni...);
    e l’isolamento relativo di alcune aree (Sardegna, Alpi, Appennini).
    Gli studi genomici moderni usano campioni di DNA antico (prelevato da scheletri) e DNA moderno, confrontandoli per capire da quali popolazioni storiche derivino gli attuali italiani.

    2. Le grandi fasi genetiche nella storia d’Italia (in sintesi)
    a) Cacciatori-raccoglitori mesolitici (fino a ~8000 a.C.)
    I primi abitanti stabili della penisola dopo l’ultima glaciazione.
    DNA simile agli “Western Hunter-Gatherers” europei (come in Spagna e Francia).
    Quasi completamente sostituiti dagli agricoltori neolitici.

    b) Agricoltori neolitici (da ~7000 a.C.)
    Arrivano dal Vicino Oriente (Anatolia) portando l’agricoltura.
    Hanno un profilo genetico simile a quello che oggi caratterizza in parte la Sardegna, dove il DNA neolitico è rimasto molto conservato.
    Si mescolano con i cacciatori locali → prima grande base genetica “italiana”.

    c) Età del Bronzo (da ~2200 a.C.)
    Arrivano popolazioni di origine indoeuropea dalle steppe (area del Mar Nero e Caspio), portando nuove lingue e una forte componente genetica “delle steppe”.
    Questa componente diventa dominante in gran parte d’Europa, Italia compresa, e forma lo strato su cui nasceranno i popoli italici, latini, osco-umbri, ecc.

    Intorno al 1000 a.C. la popolazione della penisola ha già grosso modo la composizione genetica “di base” che sarà quella dei Romani.

    3. Epoca romana e tardoantica (500 a.C. – 500 d.C.)
    Gli studi del Max Planck Institute e della Sapienza di Roma (pubblicati su Science, 2019) hanno sequenziato 127 genomi da sepolture romane dal 1000 a.C. al 1000 d.C.:
    In epoca repubblicana e imperiale, Roma era estremamente cosmopolita.
    Durante l’Impero, il DNA della popolazione romana mostra forti influenze dal Mediterraneo orientale (Levant, Anatolia, Grecia, Siria, Egitto), coerenti con la mobilità di schiavi e cittadini da tutto l’Impero.
    Dopo la caduta dell’Impero (400–700 d.C.) la componente “orientale” diminuisce, e aumenta quella dell’Europa centrale e settentrionale (Longobardi, Goti, ecc.).

    In sintesi:
    Il DNA “medio romano” del I secolo d.C. non è esattamente lo stesso degli italiani di oggi, ma l’Italia nel suo complesso ha mantenuto un mix genetico simile, solo ribilanciato verso le componenti europee nel Medioevo.

    4. Medioevo – Età moderna
    Le invasioni e dominazioni successive hanno inciso localmente, ma non rivoluzionato la base genetica:

    AreaInfluenze prevalentiNord ItaliaMigrazioni germaniche (Longobardi, Franchi) → piccola ma visibile componente centro-europea.Centro ItaliaBase genetica italico-romana con minori apporti esterni.Sud e SiciliaInfluenze greche (Magna Grecia), arabe e normanne → maggiore mescolanza mediterranea.SardegnaMolto isolata: conserva il DNA neolitico più “puro” d’Europa (simile agli agricoltori anatolici del 7000 a.C.).

    Nel complesso, le popolazioni italiane sono geneticamente molto continue con quelle di 2500–3000 anni fa: non esistono “sostituzioni di massa” dopo l’Età del Ferro, solo graduali apporti regionali.

    5. Conclusione: quanto è “romano” il DNA italiano?
    La base genetica degli italiani moderni risale per lo più all’Età del Bronzo e del Ferro, cioè prima e durante l’epoca romana.
    La componente “romana antica” è ancora fortemente presente in tutta la penisola, ma diluita da flussi successivi.
    In media, si stima che oltre il 70–80% del patrimonio genetico italiano derivi da popolazioni già presenti in Italia prima del 500 a.C.
    In altre parole:

    Il DNA degli italiani di oggi è per larga parte lo stesso che avevano gli abitanti della penisola italica all’epoca dei Romani — con variazioni regionali dovute a invasioni, migrazioni e scambi mediterranei successivi.
    Esistono gli italiani su base genetica, in base agli studi del DNA recenti ? "Il DNA degli italiani di oggi è per larga parte lo stesso che avevano gli abitanti della penisola italica all’epoca dei Romani — con variazioni regionali dovute a invasioni, migrazioni e scambi mediterranei successivi. Nel complesso, le popolazioni italiane sono geneticamente molto continue con quelle di 2500–3000 anni fa: non esistono “sostituzioni di massa” dopo l’Età del Ferro, solo graduali apporti regionali." Quindi, in base alla scienza, genetica insomma, la sostituzione in atto degli italiani oggi è la prima da 2,500 anni G.Zibordi ---------------- Chatgpt ---------- Quando si parla di “DNA degli italiani”, si intende la composizione genetica media della popolazione residente nella Penisola Italiana oggi, che riflette: antiche migrazioni (Neolitico, Età del Bronzo, ecc.); spostamenti storici (Etruschi, Romani, Longobardi, Arabi, Normanni...); e l’isolamento relativo di alcune aree (Sardegna, Alpi, Appennini). Gli studi genomici moderni usano campioni di DNA antico (prelevato da scheletri) e DNA moderno, confrontandoli per capire da quali popolazioni storiche derivino gli attuali italiani. 🏺 2. Le grandi fasi genetiche nella storia d’Italia (in sintesi) 🔹 a) Cacciatori-raccoglitori mesolitici (fino a ~8000 a.C.) I primi abitanti stabili della penisola dopo l’ultima glaciazione. DNA simile agli “Western Hunter-Gatherers” europei (come in Spagna e Francia). Quasi completamente sostituiti dagli agricoltori neolitici. 🔹 b) Agricoltori neolitici (da ~7000 a.C.) Arrivano dal Vicino Oriente (Anatolia) portando l’agricoltura. Hanno un profilo genetico simile a quello che oggi caratterizza in parte la Sardegna, dove il DNA neolitico è rimasto molto conservato. Si mescolano con i cacciatori locali → prima grande base genetica “italiana”. 🔹 c) Età del Bronzo (da ~2200 a.C.) Arrivano popolazioni di origine indoeuropea dalle steppe (area del Mar Nero e Caspio), portando nuove lingue e una forte componente genetica “delle steppe”. Questa componente diventa dominante in gran parte d’Europa, Italia compresa, e forma lo strato su cui nasceranno i popoli italici, latini, osco-umbri, ecc. 👉 Intorno al 1000 a.C. la popolazione della penisola ha già grosso modo la composizione genetica “di base” che sarà quella dei Romani. 🏛️ 3. Epoca romana e tardoantica (500 a.C. – 500 d.C.) Gli studi del Max Planck Institute e della Sapienza di Roma (pubblicati su Science, 2019) hanno sequenziato 127 genomi da sepolture romane dal 1000 a.C. al 1000 d.C.: In epoca repubblicana e imperiale, Roma era estremamente cosmopolita. Durante l’Impero, il DNA della popolazione romana mostra forti influenze dal Mediterraneo orientale (Levant, Anatolia, Grecia, Siria, Egitto), coerenti con la mobilità di schiavi e cittadini da tutto l’Impero. Dopo la caduta dell’Impero (400–700 d.C.) la componente “orientale” diminuisce, e aumenta quella dell’Europa centrale e settentrionale (Longobardi, Goti, ecc.). In sintesi: Il DNA “medio romano” del I secolo d.C. non è esattamente lo stesso degli italiani di oggi, ma l’Italia nel suo complesso ha mantenuto un mix genetico simile, solo ribilanciato verso le componenti europee nel Medioevo. ⚔️ 4. Medioevo – Età moderna Le invasioni e dominazioni successive hanno inciso localmente, ma non rivoluzionato la base genetica: AreaInfluenze prevalentiNord ItaliaMigrazioni germaniche (Longobardi, Franchi) → piccola ma visibile componente centro-europea.Centro ItaliaBase genetica italico-romana con minori apporti esterni.Sud e SiciliaInfluenze greche (Magna Grecia), arabe e normanne → maggiore mescolanza mediterranea.SardegnaMolto isolata: conserva il DNA neolitico più “puro” d’Europa (simile agli agricoltori anatolici del 7000 a.C.). Nel complesso, le popolazioni italiane sono geneticamente molto continue con quelle di 2500–3000 anni fa: non esistono “sostituzioni di massa” dopo l’Età del Ferro, solo graduali apporti regionali. 🧩 5. Conclusione: quanto è “romano” il DNA italiano? La base genetica degli italiani moderni risale per lo più all’Età del Bronzo e del Ferro, cioè prima e durante l’epoca romana. La componente “romana antica” è ancora fortemente presente in tutta la penisola, ma diluita da flussi successivi. In media, si stima che oltre il 70–80% del patrimonio genetico italiano derivi da popolazioni già presenti in Italia prima del 500 a.C. 👉 In altre parole: Il DNA degli italiani di oggi è per larga parte lo stesso che avevano gli abitanti della penisola italica all’epoca dei Romani — con variazioni regionali dovute a invasioni, migrazioni e scambi mediterranei successivi.
    Like
    2
    0 Commentarios 0 Compartido 2K Vistas
Más resultados