• ANCHE FONTANA dopo FERRUCCIO De Bortoli se ne è accorto!
    La Milano di oggi e‘ il risultato di una gestione sconsiderata della città da parte di un sindaco e relativa lobby interessata al guadagno rapido e a favorire la classe abbiente!
    ANCHE FONTANA dopo FERRUCCIO De Bortoli se ne è accorto! La Milano di oggi e‘ il risultato di una gestione sconsiderata della città da parte di un sindaco e relativa lobby interessata al guadagno rapido e a favorire la classe abbiente!
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  • MILANO, IL CORAGGIO NON LO TROVI IN GIUNTA

    Il coraggio, evidentemente, non lo si compra al mercato.

    La via istituzionale resta sempre quella più dura ma necessaria, perché è lì — tra i banchi del Consiglio — che si misura il peso vero della politica. È lì che servono spina dorsale e coscienza.

    Eppure anche oggi, a Milano, abbiamo motivo per incazzarci sul serio. Perché quando si tradiscono i valori, non è solo una mozione a cadere: è un pezzo di dignità collettiva che si sgretola.

    La mozione bocciata chiedeva una cosa semplice, chiara, limpida:
    che Milano cessasse il gemellaggio con Tel Aviv finché Israele continuerà a violare i diritti umani e il diritto internazionale nei territori palestinesi,
    e che la città si facesse promotrice di un dialogo di pace vero, libero da complicità istituzionali e da relazioni di comodo.

    Non era una provocazione, ma una presa di posizione morale.
    Un segnale concreto per dire che la pace non si invoca: si costruisce anche prendendo le distanze da chi la calpesta ogni giorno.

    Dalla città che ama definirsi “medaglia d’oro della Resistenza”, ci saremmo aspettati almeno un lampo di coraggio. Un voto chiaro, netto, capace di dire: “Sì, vogliamo rompere con chi perpetua violenza e oppressione.”

    Io quella mozione l’ho firmata convintamente, orgoglioso di essere tra i 1238 milanesi che hanno scelto la coerenza alla convenienza. Perché un’idea giusta non ha bisogno di “targhe” politiche: si sostiene, punto.

    Ma ancora una volta, le nostre speranze si sono infrante contro il muro di una Giunta senza vergogna né dignità, dove l’unica bussola sembra essere quella degli affari e delle relazioni “strategiche”.

    Sciogliere il gemellaggio con Tel Aviv non era un atto di guerra.
    Era un atto di coscienza politica, un segno di autodeterminazione e rispetto verso chi subisce, ogni giorno, la negazione della propria libertà.
    Era un modo per dire: Milano è ancora viva, pensa, sceglie.

    E invece no.
    Milano ha preferito il silenzio.
    Ha scelto la comodità dei vincoli, delle lobby, delle famiglie “intoccabili”, e di una memoria storica brandita come scudo, non come lezione.

    Oggi questa città vive di rendita morale, come un artista decaduto che si presenta ancora ai festival con un premio vinto quarant’anni fa.
    O peggio — come una prostituta di lusso, pronta a muoversi solo quando c’è da compiacere il miglior offerente.

    E così, una mozione cade.
    E con lei cade un’altra occasione per dimostrare che Milano è ancora la città della Resistenza, e non una vetrina di ipocrisia.

    Ma la storia non finisce qui.
    Perché fuori da Palazzo Marino, tra chi non si arrende, c’è ancora chi crede in un nuovo soggetto politico dal basso, fondato su coraggio, verità e partecipazione reale.

    Da domani basta slogan.
    Basta medaglie d’oro sventolate come souvenir.
    Milano deve scegliere se vuole essere memoria o coscienza viva.
    Perché oggi, purtroppo, non è né l’una né l’altra.

    #MilanoSenzaCoraggio
    #ResistenzaTradita
    #StopGemellaggioTelAviv
    #GiuntaSenzaVergogna
    #PoliticaConCoscienza
    #MilanoIpocrita
    #OltreGliAffari
    #MilanoResiste
    #VergognaCivica
    #dirittiumanisempre
    🔥 MILANO, IL CORAGGIO NON LO TROVI IN GIUNTA Il coraggio, evidentemente, non lo si compra al mercato. La via istituzionale resta sempre quella più dura ma necessaria, perché è lì — tra i banchi del Consiglio — che si misura il peso vero della politica. È lì che servono spina dorsale e coscienza. Eppure anche oggi, a Milano, abbiamo motivo per incazzarci sul serio. Perché quando si tradiscono i valori, non è solo una mozione a cadere: è un pezzo di dignità collettiva che si sgretola. La mozione bocciata chiedeva una cosa semplice, chiara, limpida: 👉 che Milano cessasse il gemellaggio con Tel Aviv finché Israele continuerà a violare i diritti umani e il diritto internazionale nei territori palestinesi, 👉 e che la città si facesse promotrice di un dialogo di pace vero, libero da complicità istituzionali e da relazioni di comodo. Non era una provocazione, ma una presa di posizione morale. Un segnale concreto per dire che la pace non si invoca: si costruisce anche prendendo le distanze da chi la calpesta ogni giorno. Dalla città che ama definirsi “medaglia d’oro della Resistenza”, ci saremmo aspettati almeno un lampo di coraggio. Un voto chiaro, netto, capace di dire: “Sì, vogliamo rompere con chi perpetua violenza e oppressione.” Io quella mozione l’ho firmata convintamente, orgoglioso di essere tra i 1238 milanesi che hanno scelto la coerenza alla convenienza. Perché un’idea giusta non ha bisogno di “targhe” politiche: si sostiene, punto. Ma ancora una volta, le nostre speranze si sono infrante contro il muro di una Giunta senza vergogna né dignità, dove l’unica bussola sembra essere quella degli affari e delle relazioni “strategiche”. Sciogliere il gemellaggio con Tel Aviv non era un atto di guerra. Era un atto di coscienza politica, un segno di autodeterminazione e rispetto verso chi subisce, ogni giorno, la negazione della propria libertà. Era un modo per dire: Milano è ancora viva, pensa, sceglie. E invece no. Milano ha preferito il silenzio. Ha scelto la comodità dei vincoli, delle lobby, delle famiglie “intoccabili”, e di una memoria storica brandita come scudo, non come lezione. Oggi questa città vive di rendita morale, come un artista decaduto che si presenta ancora ai festival con un premio vinto quarant’anni fa. O peggio — come una prostituta di lusso, pronta a muoversi solo quando c’è da compiacere il miglior offerente. E così, una mozione cade. E con lei cade un’altra occasione per dimostrare che Milano è ancora la città della Resistenza, e non una vetrina di ipocrisia. Ma la storia non finisce qui. Perché fuori da Palazzo Marino, tra chi non si arrende, c’è ancora chi crede in un nuovo soggetto politico dal basso, fondato su coraggio, verità e partecipazione reale. Da domani basta slogan. Basta medaglie d’oro sventolate come souvenir. Milano deve scegliere se vuole essere memoria o coscienza viva. Perché oggi, purtroppo, non è né l’una né l’altra. #MilanoSenzaCoraggio #ResistenzaTradita #StopGemellaggioTelAviv #GiuntaSenzaVergogna #PoliticaConCoscienza #MilanoIpocrita #OltreGliAffari #MilanoResiste #VergognaCivica #dirittiumanisempre
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  • Addio a Charlie Kirk, simbolo del conservatorismo militante.

    Colpisce ancora l’odio progressista (e, stando ai fatti, “progressivo”) dei jihadisti woke della composita e (a tratti) liberal-democratica società statunitense.
    Questa volta non si tratta di minacce, censura o procedimenti disciplinari inferti a qualche professore universitario (come Jordan B. Peterson) o ad altri presunti “neofascisti” conservatori, bensì di un colpo fatale che ha spezzato la vita al tanto amato quanto odiato trentunenne Charlie Kirk.
    Una morte improvvisa, avvenuta il 10 settembre, causata da un proiettile sparato conprecisione al collo di Kirk mentre l’audace conservatore trumpiano stava tenendo uno dei suoi consueti dibattiti aperti al campus della Utah Valley University.
    Devoto cristiano evangelico (vicino alla conversione cattolica), marito e padre amorevole, da sempre impegnato nella difesa dei valori cristiani e della libertà di parola, Charlie Kirk ha affrontato con coraggio ed enorme dedizione folle di collegiali woke schierati a favore di aborto, immigrazionismo clandestino e ideologia gender.
    Era noto per la sua appartenenza al movimento MAGA e per l’instancabile attivismo nella sua onlus Turning Point USA (rete studentesca co-fondata con Bill Montgomery alla tenera età di 18 anni e oggi diffusa in migliaia di campus, capace di ispirare milioni di giovani a pensare con la propria testa).
    La presenza sulle reti sociali e il successo del suo podcast (“The Charlie Kirk Show”), oltre a numerose apparizioni pubbliche e provocatorie nei campus universitari, lo avevano reso inarrestabile e alquanto scomodo alla comunità progressista.

    Rimarranno nella storia i suoi arguti dibattiti nei college (da lui considerati campi di indottrinamento al pensiero di sinistra ed ostacolo ad una sana ed efficiente istruzione) dove, invitando anche i woke più estremi e ostili al confronto libero e diretto, rispondeva con maestria e schiettezza alle obiezioni e provocazioni più assurde lasciando (quasi) sempre spiazzati i suoi più inferociti interlocutori.

    I temi più dibattuti sono stati: l’aborto (fermamente condannato da un dichiarato “provita” come Kirk), l’apertura dei confini nazionali e il giustificazionismo dell’immigrazione clandestina (tanto cara e difesa dai paladini woke), la libertà di parola e di religione (argomento scottante per i giovani progressisti, sempre molto inclusivi con i musulmani e le
    loro pretese, ma severi censori del cristianesimo), le folli politiche di “inclusione” di transgender e altri soggetti non ascrivibili al “discriminatorio e bigotto” (ma pur sempre “naturale”) sistema binario in competizioni sportive, prigioni, bagni pubblici, spogliatoi ecc., i benefici della politica Trump sulla vita ed economia americana, il libero mercato, il governo
    limitato e la libertà (oltre che responsabilità) individuale.

    In relazione a questi ultimi temi Kirk, come altri noti conservatori, ha sempre criticato (fornendo dati incontestabili) i sistemi socialisti, comunisti e quelli improntati su forme di anarchia sociale (sostenuti da lobby neomarxiste come Black Lives Matter ed estremisti ecologisti legati a Greta Thunberg).
    Insomma, un boccone troppo amaro per il collegiale medio americano, intriso di contorte ideologie e di quel patologico vittimismo che contraddistingue larga parte della gioventù cresciuta sotto i governi Obama/Biden, il costante bombardamento di messaggi luciferini (provenienti da musica e film) e di una narrazione contraddittoria e falsata da personaggi politici e autorità scolastiche.
    Ultimo ma non meno importante, la sua critica ad Hamas e alle ondate di chiara discriminazione e violenza nei confronti di studenti ebrei da parte di pacifici rivoltosi woke “propal” armati di bandiere palestinesi e arcobaleno (non per tutti un chiaro ossimoro) ma
    incapaci di indicare su una cartina la striscia di Gaza o di comprendere le origini di questo doloroso conflitto.
    È innegabile che Charlie avesse un dono speciale: nessuno come lui sapeva toccare il cuore dei giovani attraverso la verità e l'esercizio della ragione. Usando il dialogo costruiva ponti, dove altri alimentavano divisioni, in grado di unire persone diverse nella sola autentica Verità che alberga in fondo all’animo di ciascun uomo.
    Sapeva ascoltare, incoraggiare i giovani a porsi domande su quanto veicolato dalla narrazione dominante. Invitava inoltre ragazzi e ragazze a non rinunciare a matrimonio e figli per una vita incentrata sulla sola carriera professionale.

    Charlie credeva fermamente che la verità si forgiasse nel dialogo e non nel silenzio imposto dalla paura. Come diceva lui stesso:
    “Quando le persone smettono di parlare, è allora che avviene la violenza. È allora che avvengono le guerre civili perché inizi a pensare che l'altra parte sia così malvagia, e perde la sua umanità”.
    Messaggi di sentito cordoglio sono arrivati dall’amico presidente Donald Trump, da Benjamin Netanyahu e dal fronte conservatore ma anche dalla nostra onlus Pro Vita e Famiglia che lo ha ricordato come un martire nella lotta a difesa della Famiglia e della Vita fin dal suo concepimento.
    Mentre sorge il timore di nuovi attentati a personalità conservatrici (quali Matt Walsh, Ben Shapiro, Michael Knowles e Douglas Murray) vicine a Kirk e impegnate in prima linea nelle stesse campagne, tutti noi ci uniamo in preghiera affinché non accadano più tali tragedie e ci
    siano sorveglianza e sistemi di sicurezza più incisivi in occasione di simili comizi.

    Un proiettile sventato (come accaduto al presidente Trump) può arrivare a destinazione in successive occasioni.
    Il brutale omicidio di Kirk è un triste e chiaro promemoria che la libertà non è mai scontata.
    Charlie mancherà a moltissime persone ma la sua eredità rimarrà nel cuore di chi lo ha amato e forse anche in quello di alcuni suoi detrattori ai quali è stata sempre data piena libertà di controbatterlo e accusarlo di bigottismo e fascismo.
    “Una famiglia forte, radicata nella fede, è la prima linea di difesa in un mondo in rovina”
    Charlie Kirk (1993-2025)
    RIP

    Irene V.
    Addio a Charlie Kirk, simbolo del conservatorismo militante. Colpisce ancora l’odio progressista (e, stando ai fatti, “progressivo”) dei jihadisti woke della composita e (a tratti) liberal-democratica società statunitense. Questa volta non si tratta di minacce, censura o procedimenti disciplinari inferti a qualche professore universitario (come Jordan B. Peterson) o ad altri presunti “neofascisti” conservatori, bensì di un colpo fatale che ha spezzato la vita al tanto amato quanto odiato trentunenne Charlie Kirk. Una morte improvvisa, avvenuta il 10 settembre, causata da un proiettile sparato conprecisione al collo di Kirk mentre l’audace conservatore trumpiano stava tenendo uno dei suoi consueti dibattiti aperti al campus della Utah Valley University. Devoto cristiano evangelico (vicino alla conversione cattolica), marito e padre amorevole, da sempre impegnato nella difesa dei valori cristiani e della libertà di parola, Charlie Kirk ha affrontato con coraggio ed enorme dedizione folle di collegiali woke schierati a favore di aborto, immigrazionismo clandestino e ideologia gender. Era noto per la sua appartenenza al movimento MAGA e per l’instancabile attivismo nella sua onlus Turning Point USA (rete studentesca co-fondata con Bill Montgomery alla tenera età di 18 anni e oggi diffusa in migliaia di campus, capace di ispirare milioni di giovani a pensare con la propria testa). La presenza sulle reti sociali e il successo del suo podcast (“The Charlie Kirk Show”), oltre a numerose apparizioni pubbliche e provocatorie nei campus universitari, lo avevano reso inarrestabile e alquanto scomodo alla comunità progressista. Rimarranno nella storia i suoi arguti dibattiti nei college (da lui considerati campi di indottrinamento al pensiero di sinistra ed ostacolo ad una sana ed efficiente istruzione) dove, invitando anche i woke più estremi e ostili al confronto libero e diretto, rispondeva con maestria e schiettezza alle obiezioni e provocazioni più assurde lasciando (quasi) sempre spiazzati i suoi più inferociti interlocutori. I temi più dibattuti sono stati: l’aborto (fermamente condannato da un dichiarato “provita” come Kirk), l’apertura dei confini nazionali e il giustificazionismo dell’immigrazione clandestina (tanto cara e difesa dai paladini woke), la libertà di parola e di religione (argomento scottante per i giovani progressisti, sempre molto inclusivi con i musulmani e le loro pretese, ma severi censori del cristianesimo), le folli politiche di “inclusione” di transgender e altri soggetti non ascrivibili al “discriminatorio e bigotto” (ma pur sempre “naturale”) sistema binario in competizioni sportive, prigioni, bagni pubblici, spogliatoi ecc., i benefici della politica Trump sulla vita ed economia americana, il libero mercato, il governo limitato e la libertà (oltre che responsabilità) individuale. In relazione a questi ultimi temi Kirk, come altri noti conservatori, ha sempre criticato (fornendo dati incontestabili) i sistemi socialisti, comunisti e quelli improntati su forme di anarchia sociale (sostenuti da lobby neomarxiste come Black Lives Matter ed estremisti ecologisti legati a Greta Thunberg). Insomma, un boccone troppo amaro per il collegiale medio americano, intriso di contorte ideologie e di quel patologico vittimismo che contraddistingue larga parte della gioventù cresciuta sotto i governi Obama/Biden, il costante bombardamento di messaggi luciferini (provenienti da musica e film) e di una narrazione contraddittoria e falsata da personaggi politici e autorità scolastiche. Ultimo ma non meno importante, la sua critica ad Hamas e alle ondate di chiara discriminazione e violenza nei confronti di studenti ebrei da parte di pacifici rivoltosi woke “propal” armati di bandiere palestinesi e arcobaleno (non per tutti un chiaro ossimoro) ma incapaci di indicare su una cartina la striscia di Gaza o di comprendere le origini di questo doloroso conflitto. È innegabile che Charlie avesse un dono speciale: nessuno come lui sapeva toccare il cuore dei giovani attraverso la verità e l'esercizio della ragione. Usando il dialogo costruiva ponti, dove altri alimentavano divisioni, in grado di unire persone diverse nella sola autentica Verità che alberga in fondo all’animo di ciascun uomo. Sapeva ascoltare, incoraggiare i giovani a porsi domande su quanto veicolato dalla narrazione dominante. Invitava inoltre ragazzi e ragazze a non rinunciare a matrimonio e figli per una vita incentrata sulla sola carriera professionale. Charlie credeva fermamente che la verità si forgiasse nel dialogo e non nel silenzio imposto dalla paura. Come diceva lui stesso: “Quando le persone smettono di parlare, è allora che avviene la violenza. È allora che avvengono le guerre civili perché inizi a pensare che l'altra parte sia così malvagia, e perde la sua umanità”. Messaggi di sentito cordoglio sono arrivati dall’amico presidente Donald Trump, da Benjamin Netanyahu e dal fronte conservatore ma anche dalla nostra onlus Pro Vita e Famiglia che lo ha ricordato come un martire nella lotta a difesa della Famiglia e della Vita fin dal suo concepimento. Mentre sorge il timore di nuovi attentati a personalità conservatrici (quali Matt Walsh, Ben Shapiro, Michael Knowles e Douglas Murray) vicine a Kirk e impegnate in prima linea nelle stesse campagne, tutti noi ci uniamo in preghiera affinché non accadano più tali tragedie e ci siano sorveglianza e sistemi di sicurezza più incisivi in occasione di simili comizi. Un proiettile sventato (come accaduto al presidente Trump) può arrivare a destinazione in successive occasioni. Il brutale omicidio di Kirk è un triste e chiaro promemoria che la libertà non è mai scontata. Charlie mancherà a moltissime persone ma la sua eredità rimarrà nel cuore di chi lo ha amato e forse anche in quello di alcuni suoi detrattori ai quali è stata sempre data piena libertà di controbatterlo e accusarlo di bigottismo e fascismo. “Una famiglia forte, radicata nella fede, è la prima linea di difesa in un mondo in rovina” Charlie Kirk (1993-2025) RIP Irene V.
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  • Massacrò la ex, niente carcere.
    Il giudice: 'va compreso'

    (e poi mandano nelle scuole la lobby della lotta al patriarcato)

    https://www.imolaoggi.it/2025/09/11/massacro-la-ex-niente-carcere-il-giudice-va-compreso/
    Massacrò la ex, niente carcere. Il giudice: 'va compreso' (e poi mandano nelle scuole la lobby della lotta al patriarcato) https://www.imolaoggi.it/2025/09/11/massacro-la-ex-niente-carcere-il-giudice-va-compreso/
    WWW.IMOLAOGGI.IT
    Massacrò la ex, niente carcere. Il giudice: ‘va compreso’
    Il violento pestaggio ha lasciato Lucia Regna, 44 anni, con il volto ricostruito da 21 placche di titanio e un nervo oculare lesionato
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  • CARI " LIBERI TRA I VIVI", VOGLIO FARVI INIZIARE BENE IL NOSTRO ULTIMO WEEKEND DI AGOSTO CON QUESTA ULTERIORE INFORMAZIONE CHE CI FA CRESCERE SEMPRE DI PIU IN CONSAPEVOLEZZA, CONVINTI DI ESSERE DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA

    "SISTEMA ARABELLA": IL "BANCOMAT" DEI PROGRESSISTI GESTITO DA SOROS STA COLLASANDO

    Fiumi di miliardi: così Soros ingrassa le casse della sinistra
    Dal 2000 ad oggi il magnate nato a Budapest ha stanziato 21 miliardi di dollari tra partiti e lobby: il più grande bancomat per cause politiche al mondo

    CI sono "Assi di sinistra" che sono in procinto di saltare: per esempio Trump ha appena messo Soros sotto osservazione RICO cosi come, allo stesso tempo e modo, ha messo Gates& his foundations' system". COME HA FATTO???
    "Elementare whatson" direbbero i " fratelli maggiori inglesi": Arabella Advisors, il bancomat della sinistra, la fogna dei finanziamenti segreti dei Democratici, e' stata presa di mira dal MAGA ed ora sta collassando.
    Ma come funziona il "SISTEMA ARABELLA" e chi lo gestisce???
    Va premesso innanzitutto che ieri 28 agosto Trump ha detto pubblicamente in un'intervista dallo studio ovale della White House che "Soros e suo figlio Alex dovrebbero essere perseguiti ai sensi del RICO per il sostegno alle proteste violente e molto altro attuate in tutti gli Stati Uniti”: non ha usato mezzi termini continuando ad affermare che “Non permetteremo più a questi pazzi di fare a pezzi l'America” ed Elon Musk , per rincarare la dose lo ha immediatamente appoggiato dichiarando: “È ora di agire direttamente contro Soros”!!!!....PIU' LAPIDARI E CHIARI DI COSI, alla faccia della DIPLOMAZIA!!!!!
    Nel frattempo, il New York Times ha ammesso silenziosamente ciò che ha nascosto per anni scrivendo:" Arabella Advisors - l'enorme macchina di denaro oscuro che finanzia l'attivismo di sinistra - sta cadendo a pezzi". MA COSA FA ARABELLA?
    Arabella gestisce centinaia di fondi che finanziano le proteste per il clima, le iniziative elettorali, i gruppi per la giustizia razziale, le campagne di registrazione degli elettori , insomma l'intero “gioco di base” della sinistra.Cosa pero' non ha volutamente detto il Times?Che Arabella è legata alla famiglia Soros: per anni è stata la macchina del denaro ombra dietro le operazioni dei Democratici gestita direttamente dai Soros&friends
    Il generale Flynn aveva gia' lanciato l'allarme dal 2020 dichiarando:"Arabella e' l'hub in cui i soldi dei miliardari + i fondi dei contribuenti si fondevano per alimentare proteste ed elezioni anti sovranisti".
    Eccovi dunque come funzionava la pipeline?
    dollari dei contribuenti USAID → mega-fondazioni (come Gates) → Arabella Advisors → ONG democratiche, politici, rivolte e corruzzione dilagante in Usa ed in tutto il mondo, nessuno escluso.
    In parole povere: stavamo pagando la distruzione del "sistema sovranista" su cui fino a 40 anni fa si basavano (e si basano tuttora anche se sono state x ora bypassate da fonti legislative di "grado superiore" come dice l'elite) la maggiorparte delle CARTE COSTITUZIONALI DEI PAESI DEMOCRATICI DEL 1900.
    Ritornando ad Arabella si puo' dire con certezza che
    nell'ultimo decennio Arabella ha fatto "incetta" di burocrati dell'USAID, offrendo loro posti di lavoro privilegiati nella sua rete di “organizzazioni non profit” dai nomi blandi, cosi come grandi donatori come la Fondazione Gates hanno ottenuto grasse sovvenzioni dall'USAID. In effetti, l'USAID inviava loro denaro dei contribuenti, che passavano ad Arabella, che poi lo incanalava nell’attivismo progressista antisovranista.
    Trump, tra le prime cose che ha fatto, ha chiuso il rubinetto dell'USAID: ed ora per mantenere a galla Arabella, Gates deve attingere ai fondi della sua fondazione di cui nel contempo gli investigatori del DOGE stanno tracciando ogni singolo dollaro grazie anche al Qfs.
    Non c'è quindi da sorprendersi se Gates&c. si stanno tirando fuori da Arabella, nascondendosi dietro una linea di pubbliche relazioni secondo cui si trattava “solo di una decisione commerciale”. Traduzione: sono nel panico!!!!

    Non era solo una questione di ottica, Arabella era l'ancora di salvezza della sinistra, il loro bancomat!!!!Senza di essa, i Democratici perdono la loro macchina ombra e cosi pure la raccolta di denaro anonimo dei megadonatori che manteneva in funzione le loro operazioni sul campo.
    I repubblicani hanno ancora WinRed e i donatori di base. I Democratici? La loro fogna di denaro oscuro è stata tappata.
    Le conseguenze sono enormi: I gruppi finanziati da Arabella che hanno favorito l'affluenza alle urne dei Democratici devono ora ridimensionarsi: questo si ripercuote sugli Stati in bilico nel 2026 e 2028, dove le operazioni sul margine di errore decidono le elezioni.
    E la parte migliore: I democratici non possono piangere senza ammettere la verità: che il loro “impegno civico” è stato alimentato dal denaro oscuro di miliardari e contribuenti.
    Ed anche a livello globale la pressione sta aumentando: per esempio Il premier ungherese Orbán ha già giurato di espellere i gruppi sostenuti da Soros, definendoli “corruzione”. Ora Trump sta segnalando la stessa cosa in patria.
    Le indagini lo confermano: I gruppi legati ad Arabella hanno inscenato rivolte anti-ICE, hanno ricevuto milioni di sovvenzioni e si sono persino messi in fila per ottenere 2 miliardi di dollari di fondi EPA per il clima: una vera e propria macchina di protesta anti sovranista finanziata dai contribuenti.
    Morale della favola: Soros + Arabella non era filantropia ma PURO RACKET!!!!.
    La palude progressista è ormai nel panico: i patrioti vincono!!!

    https://www.ilgiornale.it/news/interni/soros-e-investimenti-sinistra-27-miliardi-solo-nel-2021-2106853.html
    CARI " LIBERI TRA I VIVI", VOGLIO FARVI INIZIARE BENE IL NOSTRO ULTIMO WEEKEND DI AGOSTO CON QUESTA ULTERIORE INFORMAZIONE CHE CI FA CRESCERE SEMPRE DI PIU IN CONSAPEVOLEZZA, CONVINTI DI ESSERE DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA💪🇮🇹😜 🖤🔥"SISTEMA ARABELLA": IL "BANCOMAT" DEI PROGRESSISTI GESTITO DA SOROS STA COLLASANDO🙈😱 Fiumi di miliardi: così Soros ingrassa le casse della sinistra Dal 2000 ad oggi il magnate nato a Budapest ha stanziato 21 miliardi di dollari tra partiti e lobby: il più grande bancomat per cause politiche al mondo CI sono "Assi di sinistra" che sono in procinto di saltare: per esempio Trump ha appena messo Soros sotto osservazione RICO cosi come, allo stesso tempo e modo, ha messo Gates& his foundations' system". COME HA FATTO??? "Elementare whatson" direbbero i " fratelli maggiori inglesi": Arabella Advisors, il bancomat della sinistra, la fogna dei finanziamenti segreti dei Democratici, e' stata presa di mira dal MAGA ed ora sta collassando. Ma come funziona il "SISTEMA ARABELLA" e chi lo gestisce??? Va premesso innanzitutto che ieri 28 agosto Trump ha detto pubblicamente in un'intervista dallo studio ovale della White House che "Soros e suo figlio Alex dovrebbero essere perseguiti ai sensi del RICO per il sostegno alle proteste violente e molto altro attuate in tutti gli Stati Uniti”: non ha usato mezzi termini continuando ad affermare che “Non permetteremo più a questi pazzi di fare a pezzi l'America” ed Elon Musk , per rincarare la dose lo ha immediatamente appoggiato dichiarando: “È ora di agire direttamente contro Soros”!!!!....PIU' LAPIDARI E CHIARI DI COSI, alla faccia della DIPLOMAZIA!!!!! Nel frattempo, il New York Times ha ammesso silenziosamente ciò che ha nascosto per anni scrivendo:" Arabella Advisors - l'enorme macchina di denaro oscuro che finanzia l'attivismo di sinistra - sta cadendo a pezzi". MA COSA FA ARABELLA? Arabella gestisce centinaia di fondi che finanziano le proteste per il clima, le iniziative elettorali, i gruppi per la giustizia razziale, le campagne di registrazione degli elettori , insomma l'intero “gioco di base” della sinistra.Cosa pero' non ha volutamente detto il Times?Che Arabella è legata alla famiglia Soros: per anni è stata la macchina del denaro ombra dietro le operazioni dei Democratici gestita direttamente dai Soros&friends Il generale Flynn aveva gia' lanciato l'allarme dal 2020 dichiarando:"Arabella e' l'hub in cui i soldi dei miliardari + i fondi dei contribuenti si fondevano per alimentare proteste ed elezioni anti sovranisti". Eccovi dunque come funzionava la pipeline? 👉 dollari dei contribuenti USAID → mega-fondazioni (come Gates) → Arabella Advisors → ONG democratiche, politici, rivolte e corruzzione dilagante in Usa ed in tutto il mondo, nessuno escluso. In parole povere: stavamo pagando la distruzione del "sistema sovranista" su cui fino a 40 anni fa si basavano (e si basano tuttora anche se sono state x ora bypassate da fonti legislative di "grado superiore" come dice l'elite) la maggiorparte delle CARTE COSTITUZIONALI DEI PAESI DEMOCRATICI DEL 1900. Ritornando ad Arabella si puo' dire con certezza che nell'ultimo decennio Arabella ha fatto "incetta" di burocrati dell'USAID, offrendo loro posti di lavoro privilegiati nella sua rete di “organizzazioni non profit” dai nomi blandi, cosi come grandi donatori come la Fondazione Gates hanno ottenuto grasse sovvenzioni dall'USAID. In effetti, l'USAID inviava loro denaro dei contribuenti, che passavano ad Arabella, che poi lo incanalava nell’attivismo progressista antisovranista. Trump, tra le prime cose che ha fatto, ha chiuso il rubinetto dell'USAID: ed ora per mantenere a galla Arabella, Gates deve attingere ai fondi della sua fondazione di cui nel contempo gli investigatori del DOGE stanno tracciando ogni singolo dollaro grazie anche al Qfs. Non c'è quindi da sorprendersi se Gates&c. si stanno tirando fuori da Arabella, nascondendosi dietro una linea di pubbliche relazioni secondo cui si trattava “solo di una decisione commerciale”. Traduzione: sono nel panico!!!! Non era solo una questione di ottica, Arabella era l'ancora di salvezza della sinistra, il loro bancomat!!!!Senza di essa, i Democratici perdono la loro macchina ombra e cosi pure la raccolta di denaro anonimo dei megadonatori che manteneva in funzione le loro operazioni sul campo. I repubblicani hanno ancora WinRed e i donatori di base. I Democratici? La loro fogna di denaro oscuro è stata tappata. Le conseguenze sono enormi: I gruppi finanziati da Arabella che hanno favorito l'affluenza alle urne dei Democratici devono ora ridimensionarsi: questo si ripercuote sugli Stati in bilico nel 2026 e 2028, dove le operazioni sul margine di errore decidono le elezioni. E la parte migliore: I democratici non possono piangere senza ammettere la verità: che il loro “impegno civico” è stato alimentato dal denaro oscuro di miliardari e contribuenti. Ed anche a livello globale la pressione sta aumentando: per esempio Il premier ungherese Orbán ha già giurato di espellere i gruppi sostenuti da Soros, definendoli “corruzione”. Ora Trump sta segnalando la stessa cosa in patria. Le indagini lo confermano: I gruppi legati ad Arabella hanno inscenato rivolte anti-ICE, hanno ricevuto milioni di sovvenzioni e si sono persino messi in fila per ottenere 2 miliardi di dollari di fondi EPA per il clima: una vera e propria macchina di protesta anti sovranista finanziata dai contribuenti. Morale della favola: Soros + Arabella non era filantropia ma PURO RACKET!!!!. La palude progressista è ormai nel panico: i patrioti vincono❤️🇺🇸!!! https://www.ilgiornale.it/news/interni/soros-e-investimenti-sinistra-27-miliardi-solo-nel-2021-2106853.html
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    Fiumi di miliardi: così Soros ingrassa le casse della sinistra
    Dal 2000 ad oggi il magnate nato a Budapest ha stanziato 21 miliardi di dollari tra partiti e lobby: il più grande bancomat per cause politiche al mondo
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  • Questa volta non passa liscia, cara lobby NO-IPPOCRATE


    ROMA – Paolo Bellavite, già professore associato di Patologia generale all’Università di Verona – da dove è stato allontanato nel 2021 (quando era “cultore della materia”) per ciò che ha detto durante una puntata di “Di martedì” a La7 – è uno dei due membri del Nitag sui quali si sono concentrate le polemiche a causa delle sue posizioni critiche sui vaccini. La loro presenza ha spinto Schillaci ad azzerare la commissione.

    È dispiaciuto per come è finita?

    «Non sono dispiaciuto per me, ma per l’Italia. Avevo capito che finalmente ci sarebbe stata un po’ di discussione seria nel dibattito sui vaccini. Finora il Nitag non aveva avuto grande importanza, adesso con componenti portatori di punti di vista diversi avremmo avuto un organo un po’ più competente».

    Cosa pensa di quanto successo in questi giorni?

    «È stato tutto assurdo, soprattutto ha fatto male a dimettersi la rappresentate delle Regioni, che poteva dare un contributo di esperienza».

    Il mondo scientifico e professionale si è ribellato di fronte ai vostri nomi.

    «Siamo stati accusati di essere No-Vax. Anche se lo fossimo, e non lo siamo, eventuali nostri dubbi sulle politiche vaccinali, se gli altri venti membri fossero stati straconvinti delle decisioni da adottare, non avrebbero inciso. Perché loro avrebbero avuto la maggioranza assoluta. Però avremmo portato un po’ di vivacità».

    Sa come è finito nell’elenco dei membri?

    «Il mio nome e quello di Serravalle sono circolati perché facciamo parte di un gruppo, la Commissione medico scientifica indipendente, che durante il Covid ha dato pareri scientifici. Non so chi è arrivato a proporci al ministero, ma so di godere ad esempio di stima anche da parte di personaggi della Lega. Qualcuno voleva fare pressioni sul ministro per avere una commissione più pluralista, come succede negli Usa».

    Chi vi ha fatti fuori?

    «Ci sono livelli decisionali che trascendono la volontà popolare, e persino la politica. Mi pare che Schillaci non sia espressione dei partiti, dietro c’è la presidenza della Repubblica. E poi in questa occasione sono emerse forze dormienti, come le categorie mediche».

    La gran parte della comunità scientifica la pensa in modo diverso da voi.

    «Questo non lo accetto, io sono stato e sono uno scienziato. La comunità scientifica non esiste. Si parla di pensiero dominante e di chi lo contesta, nella scienza sempre stato così».

    fonte

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    💥 Questa volta non passa liscia, cara lobby NO-IPPOCRATE 😎 ROMA – Paolo Bellavite, già professore associato di Patologia generale all’Università di Verona – da dove è stato allontanato nel 2021 (quando era “cultore della materia”) per ciò che ha detto durante una puntata di “Di martedì” a La7 – è uno dei due membri del Nitag sui quali si sono concentrate le polemiche a causa delle sue posizioni critiche sui vaccini. La loro presenza ha spinto Schillaci ad azzerare la commissione. È dispiaciuto per come è finita? «Non sono dispiaciuto per me, ma per l’Italia. Avevo capito che finalmente ci sarebbe stata un po’ di discussione seria nel dibattito sui vaccini. Finora il Nitag non aveva avuto grande importanza, adesso con componenti portatori di punti di vista diversi avremmo avuto un organo un po’ più competente». Cosa pensa di quanto successo in questi giorni? «È stato tutto assurdo, soprattutto ha fatto male a dimettersi la rappresentate delle Regioni, che poteva dare un contributo di esperienza». Il mondo scientifico e professionale si è ribellato di fronte ai vostri nomi. «Siamo stati accusati di essere No-Vax. Anche se lo fossimo, e non lo siamo, eventuali nostri dubbi sulle politiche vaccinali, se gli altri venti membri fossero stati straconvinti delle decisioni da adottare, non avrebbero inciso. Perché loro avrebbero avuto la maggioranza assoluta. Però avremmo portato un po’ di vivacità». Sa come è finito nell’elenco dei membri? «Il mio nome e quello di Serravalle sono circolati perché facciamo parte di un gruppo, la Commissione medico scientifica indipendente, che durante il Covid ha dato pareri scientifici. Non so chi è arrivato a proporci al ministero, ma so di godere ad esempio di stima anche da parte di personaggi della Lega. Qualcuno voleva fare pressioni sul ministro per avere una commissione più pluralista, come succede negli Usa». Chi vi ha fatti fuori? «Ci sono livelli decisionali che trascendono la volontà popolare, e persino la politica. Mi pare che Schillaci non sia espressione dei partiti, dietro c’è la presidenza della Repubblica. E poi in questa occasione sono emerse forze dormienti, come le categorie mediche». La gran parte della comunità scientifica la pensa in modo diverso da voi. «Questo non lo accetto, io sono stato e sono uno scienziato. La comunità scientifica non esiste. Si parla di pensiero dominante e di chi lo contesta, nella scienza sempre stato così». 💥 fonte Segui ➡️ 🌐  t.me/ArsenaleKappa 🅰️ 💥💥ㅤ
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  • CEMENTOPOLI - Summer Remix

    Fra tre settimane si torna alla solita giostra di settembre: scuole aperte, lavori a manetta, e le polemiche estive che dovrebbero calare… ma no, qui a Milano il Festivalbar della corruzione continua .
    Cementopoli 2.0 si sta rivelando più un fiasco che un vaso di Pandora. E, diciamocelo, il copione lo conosciamo a memoria — solo che ogni giorno salta fuori una nuova “traccia bonus” che ci fa perdere tempo e fiducia.

    Questa volta il singolo più chiacchierato è tratto dalla chat “Pirellino”:
    “Ma mi confermi come assessore?” scrive l’ex assessore Tancredi a Catella.
    “Voi siete i best ever. Io se volete vi faccio da segretario”, risponde il re dell’immobiliare milanese.
    E il DG Malangone, entusiasta: “Me lo tatuo sulla schiena”.
    La Procura non ride: parla di mercimonio della funzione pubblica, di sfregio delle leggi e di attentato alla democrazia urbanistica.

    Tradotto: qui i pubblici ufficiali agiscono come dipendenti privati, deferenti agli ordini di un privato cittadino… che, a leggere i messaggi, pare fosse considerato il vero sindaco di Milano .

    Ma non è certo il primo episodio, anzi: è solo l’ultimo capitolo di un palinsesto di tormentoni politici che sembrano fatti apposta per tenerci incollati allo schermo mentre altrove si consumano altri scippi silenziosi ai danni della città.

    Scarcerazione di Scandurra & Bezzicheri
    Presentata come il colpo di scena della stagione, ma alla fine è solo il solito giro di giostra giudiziaria. Tanto clamore per nulla: il tempo mediatico speso qui è lo stesso che potrebbe servire per discutere di come evitare che simili figure abbiano ancora margini di manovra… e invece no, si resta a commentare la sentenza come se fosse la finale di Champions.

    Proteste delle famiglie senza casa
    Una tragedia sociale trasformata in “servizio di colore” per i telegiornali, senza un vero seguito politico. Il problema resta lì, irrisolto, e intanto il dibattito pubblico si sposta rapidamente su chi ha scritto cosa nelle chat. Nel frattempo, mentre si litiga sui messaggini, la città continua a perdere case accessibili e spazi vivibili.

    Il silenzio imbarazzante del PD e le frasi di circostanza del centro-sinistra
    La fiera dell’ipocrisia: si evitano prese di posizione nette per paura di perdere voti o poltrone, e si preferisce il linguaggio da comunicato stampa, tanto vuoto quanto “corretto”. Così il rumore resta alto ma il significato vicino allo zero.

    E noi? Restiamo qui, spettatori di questa telenovela politica, sapendo già che finirà a tarallucci e vino , esattamente come ogni altro scandalo in salsa italiana.

    Nel frattempo, sotto silenzio, è in stadio avanzato il processo di chiusura del Leonardo3, un pezzo di patrimonio culturale milanese, stessa sorte toccata ad altrettante realtà importanti. Ma su questo, silenzio totale: niente titoloni, niente “chat bollenti”, nessuna indignazione virale.

    Forse è il momento di spegnere per un attimo le nostre “bioporte” digitali e investire energia nel creare un’alternativa politica vera: fatta di cittadini e non di lobby, capace di proteggere la città e la qualità della vita da questo lento saccheggio.
    Finché non lo faremo, resteremo bloccati nel solito loop: stallo, decadenza… e noia pura.

    #Cementopoli #Milano #Corruzione #PoliticaItaliana #Urbanistica #DenunciaSociale #Giustizia #MilanoSvegliati #estatemilanese
    🎭 CEMENTOPOLI - Summer Remix 🎷🍹 Fra tre settimane si torna alla solita giostra di settembre: scuole aperte, lavori a manetta, e le polemiche estive che dovrebbero calare… ma no, qui a Milano il Festivalbar della corruzione continua 🎶. Cementopoli 2.0 si sta rivelando più un fiasco che un vaso di Pandora. E, diciamocelo, il copione lo conosciamo a memoria — solo che ogni giorno salta fuori una nuova “traccia bonus” che ci fa perdere tempo e fiducia. Questa volta il singolo più chiacchierato è tratto dalla chat “Pirellino”: 📱 “Ma mi confermi come assessore?” scrive l’ex assessore Tancredi a Catella. 📱 “Voi siete i best ever. Io se volete vi faccio da segretario”, risponde il re dell’immobiliare milanese. 📱 E il DG Malangone, entusiasta: “Me lo tatuo sulla schiena”. La Procura non ride: parla di mercimonio della funzione pubblica, di sfregio delle leggi e di attentato alla democrazia urbanistica. Tradotto: qui i pubblici ufficiali agiscono come dipendenti privati, deferenti agli ordini di un privato cittadino… che, a leggere i messaggi, pare fosse considerato il vero sindaco di Milano 🏙️. Ma non è certo il primo episodio, anzi: è solo l’ultimo capitolo di un palinsesto di tormentoni politici che sembrano fatti apposta per tenerci incollati allo schermo mentre altrove si consumano altri scippi silenziosi ai danni della città. Scarcerazione di Scandurra & Bezzicheri🎢 Presentata come il colpo di scena della stagione, ma alla fine è solo il solito giro di giostra giudiziaria. Tanto clamore per nulla: il tempo mediatico speso qui è lo stesso che potrebbe servire per discutere di come evitare che simili figure abbiano ancora margini di manovra… e invece no, si resta a commentare la sentenza come se fosse la finale di Champions. Proteste delle famiglie senza casa 🏚️ Una tragedia sociale trasformata in “servizio di colore” per i telegiornali, senza un vero seguito politico. Il problema resta lì, irrisolto, e intanto il dibattito pubblico si sposta rapidamente su chi ha scritto cosa nelle chat. Nel frattempo, mentre si litiga sui messaggini, la città continua a perdere case accessibili e spazi vivibili. Il silenzio imbarazzante del PD e le frasi di circostanza del centro-sinistra 🙄 La fiera dell’ipocrisia: si evitano prese di posizione nette per paura di perdere voti o poltrone, e si preferisce il linguaggio da comunicato stampa, tanto vuoto quanto “corretto”. Così il rumore resta alto ma il significato vicino allo zero. E noi? Restiamo qui, spettatori di questa telenovela politica, sapendo già che finirà a tarallucci e vino 🍷, esattamente come ogni altro scandalo in salsa italiana. 💡 Nel frattempo, sotto silenzio, è in stadio avanzato il processo di chiusura del Leonardo3, un pezzo di patrimonio culturale milanese, stessa sorte toccata ad altrettante realtà importanti. Ma su questo, silenzio totale: niente titoloni, niente “chat bollenti”, nessuna indignazione virale. Forse è il momento di spegnere per un attimo le nostre “bioporte” digitali e investire energia nel creare un’alternativa politica vera: fatta di cittadini e non di lobby, capace di proteggere la città e la qualità della vita da questo lento saccheggio. Finché non lo faremo, resteremo bloccati nel solito loop: stallo, decadenza… e noia pura. #Cementopoli #Milano #Corruzione #PoliticaItaliana #Urbanistica #DenunciaSociale #Giustizia #MilanoSvegliati #estatemilanese
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  • GAVI è l’organizzazione mondiale di lobbying di Bill Gates e dei big della produzione dei vaccini o di quanto tale viene definito.
    L’attuale CEO di GAVI è l’ex Presidente della Commissione Europea Josè Manuel Barroso che su richiesta di Gates & Co. nel 2009 ha portato la Commissione Europea ad escludere con Regolamento 2009/120

    https://t.co/45MakPDbXY
    dalla definizione di prodotto di terapia genica, sostanze che solo formalmente vengono definiti “vaccini contro infezioni virali”, che però nella loro composizione (acido nucleico … RNA modificata, ora anche autoamplificante, impacchettata in nanolipidi) e nel loro modo d’azione corrispondono esattamente alla definizione giuridica eurounionale dei prodotti di terapia genica.
    GAVI è il driver per l’Agenda di immunizzazione 2030 dell’OMS e cioè di Bill Gates & Co. a livello mondiale
    https://t.co/xWz9FL44QY
    e a livello europeo
    https://t.co/4kvSSCC15y
    L’interesse dei mandanti di GAVI non è certo la preservazione della salute della popolazione mondiale!
    È un immenso scandalo che Antonio Tajani abbia in nome della Repubblica Italiana regalato recentemente un quarto miliardo di euro dei nostri soldi a questa organizzazione di Bill Gates & Co.
    Leggete qui cosa spiega oggi il Prof. Dott. Mariani Bizzarri (Università La Sapienza) riguardo a GAVI.

    drive.google.com/file/d/1vik47G…
    Tutti devono sapere. Divulgate, perché la gente deve smettere di credere che GAVI e i suoi mandanti (in prima linea Bill Gates) siano dei benefattori. È vero giusto il contrario!
    ‼️GAVI è l’organizzazione mondiale di lobbying di Bill Gates e dei big della produzione dei vaccini o di quanto tale viene definito. L’attuale CEO di GAVI è l’ex Presidente della Commissione Europea Josè Manuel Barroso che su richiesta di Gates & Co. nel 2009 ha portato la Commissione Europea ad escludere con Regolamento 2009/120 https://t.co/45MakPDbXY dalla definizione di prodotto di terapia genica, sostanze che solo formalmente vengono definiti “vaccini contro infezioni virali”, che però nella loro composizione (acido nucleico … RNA modificata, ora anche autoamplificante, impacchettata in nanolipidi) e nel loro modo d’azione corrispondono esattamente alla definizione giuridica eurounionale dei prodotti di terapia genica. GAVI è il driver per l’Agenda di immunizzazione 2030 dell’OMS e cioè di Bill Gates & Co. a livello mondiale https://t.co/xWz9FL44QY e a livello europeo https://t.co/4kvSSCC15y L’interesse dei mandanti di GAVI non è certo la preservazione della salute della popolazione mondiale! È un immenso scandalo che Antonio Tajani abbia in nome della Repubblica Italiana regalato recentemente un quarto miliardo di euro dei nostri soldi a questa organizzazione di Bill Gates & Co. Leggete qui cosa spiega oggi il Prof. Dott. Mariani Bizzarri (Università La Sapienza) riguardo a GAVI. 👇👇👇 drive.google.com/file/d/1vik47G… Tutti devono sapere. Divulgate, perché la gente deve smettere di credere che GAVI e i suoi mandanti (in prima linea Bill Gates) siano dei benefattori. È vero giusto il contrario!
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  • Il documentario che non vedrete mai in tv

    Cosa succede quando la salute pubblica viene sacrificata sull'altare del profitto?
    “Sistema Malato" è un viaggio senza filtri nel lato oscuro della sanità italiana e internazionale. Un racconto documentato che svela scandali, conflitti d’interesse e connivenze tra politica, industria farmaceutica e istituzioni sanitarie.
    Attraverso immagini di repertorio, testimonianze e dati ufficiali, il documentario ricostruisce decenni di abusi e silenzi: dal caso Poggiolini-De Lorenzo negli anni ’90 alla gestione del Covid-19, passando per il decreto Lorenzin, il ruolo di GAVI e il peso crescente delle lobby farmaceutiche.
    Un’inchiesta che non si limita a denunciare, ma invita lo spettatore a riflettere: chi decide davvero sulle nostre cure? Possiamo ancora fidarci del sistema sanitario? E soprattutto: esiste una via d’uscita? ⛔️

    È da circa 6 mesi che lavoro a questo documentario. Ora è vostro!

    L'avevo promesso: non ci fermeremo finché non verrà fatta Verità e Giustizia.

    https://www.youtube.com/watch?v=pDRMmNZ1qL8
    Il documentario che non vedrete mai in tv 📺 ❌ Cosa succede quando la salute pubblica viene sacrificata sull'altare del profitto? “Sistema Malato" è un viaggio senza filtri nel lato oscuro della sanità italiana e internazionale. Un racconto documentato che svela scandali, conflitti d’interesse e connivenze tra politica, industria farmaceutica e istituzioni sanitarie. Attraverso immagini di repertorio, testimonianze e dati ufficiali, il documentario ricostruisce decenni di abusi e silenzi: dal caso Poggiolini-De Lorenzo negli anni ’90 alla gestione del Covid-19, passando per il decreto Lorenzin, il ruolo di GAVI e il peso crescente delle lobby farmaceutiche. Un’inchiesta che non si limita a denunciare, ma invita lo spettatore a riflettere: chi decide davvero sulle nostre cure? Possiamo ancora fidarci del sistema sanitario? E soprattutto: esiste una via d’uscita? ⛔️ È da circa 6 mesi che lavoro a questo documentario. Ora è vostro! L'avevo promesso: non ci fermeremo finché non verrà fatta Verità e Giustizia. 📌 https://www.youtube.com/watch?v=pDRMmNZ1qL8
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