(Adesso) NIENTE SCUSE
Quando la giustizia internazionale diventa “opinione”
Non ci sono più alibi.
Non c'è più la scusa della accusa di improvvisazione e incoscienza per una Flotilla o per il troppo rumore sollevato dalle manifestazioni e i cortei sparsi per il mondo.
Non serve essere esperti di geopolitica per vedere che qualcuno non sta rispettando patti sottoscritti — e che la "fame"è diventata oggi un’arma di guerra indiretta.
Un attacco silenzioso, che continua nonostante un accordo di tregua, siglato oltre due settimane fa.
Avevamo ragione a non lasciarci trascinare dall’entusiasmo.
Per cosa avremmo dovuto esultare?
Per una giustizia che vale come carta straccia, o che — peggio — diventa opinione?
Siamo entrati nell’epoca in cui la giustizia internazionale è discrezionale, interpretata a seconda della convenienza del momento.
“Lo Stato di Israele, in quanto Potenza occupante, è tenuto a garantire alla popolazione dei territori palestinesi occupati beni essenziali quali cibo, acqua, indumenti, rifugio, combustibile, medicine e servizi medici.”
— Corte Internazionale di Giustizia, L’Aia
Eppure, nei fatti, siamo punto e a capo.
Secondo Oxfam e oltre 40 organizzazioni umanitarie, tra il 10 e il 21 ottobre sono state negate 99 richieste di Ong internazionali e 6 delle Nazioni Unite per fornire aiuti a Gaza.
Pari a circa 50 milioni di dollari di aiuti bloccati: acqua, cibo, tende, medicine.
Da questa circolazione di aiuti dipende la sopravvivenza di 2 milioni di persone, per lo più donne e bambini.
Senza interventi immediati, l’inverno a Gaza sarà una condanna: rifugi improvvisati, nessun riscaldamento, acqua contaminata.
E altri moriranno — quando tutto questo sarebbe evitabile.
Posso non fidarmi della giustizia italiana, e avremmo fascicoli infiniti a dimostrarlo.
Ma quando vengono calpestati accordi internazionali e ignorati gli appelli delle istituzioni più autorevoli, che cosa resta?
Solo indignazione.
E un dubbio legittimo: se la nostra Premier definiva “inutile” ogni iniziativa umanitaria nata dal basso, cosa resta allora della solidarietà autentica?
Davvero crediamo che basti un intervento governativo per aprire i valichi?
E come si sarebbero potuti garantire aiuti umanitari alla popolazione di Gaza? Allungando mazzette o tangenti alle autorità israeliane ?
Il paradosso è questo: oggi ogni accordo è carta straccia di fronte a volontà politiche che non si piegano.
Siamo nel tempo del “vale tutto”.
Non esiste più una linea chiara di giustizia.
E la parola umanità sembra un concetto arcaico, quasi estinto.
Ma una speranza resta.
Sta nella voce di chi non accetta di restare in silenzio, nella scelta di chi si impegna davvero in politica per riportare giustizia e umanità al centro.
A patto che ci sia anche coraggio — quella virtù ormai dimenticata che distingue chi parla da chi agisce.
E allora, ditemi voi:
come cittadini milanesi, come italiani, dovevamo davvero tollerare un gemellaggio del genere?
#GiustiziaInternazionale #DirittiUmani #GazaUnderAttack #Oxfam #HumanityFirst #CessateIlFuoco #Milano #TelAviv #PoliticaEtica #StopWar #Solidarietà #Verità #CoraggioCivile #Flotilla #ONU #Pace #InternationalLaw
Quando la giustizia internazionale diventa “opinione”
Non ci sono più alibi.
Non c'è più la scusa della accusa di improvvisazione e incoscienza per una Flotilla o per il troppo rumore sollevato dalle manifestazioni e i cortei sparsi per il mondo.
Non serve essere esperti di geopolitica per vedere che qualcuno non sta rispettando patti sottoscritti — e che la "fame"è diventata oggi un’arma di guerra indiretta.
Un attacco silenzioso, che continua nonostante un accordo di tregua, siglato oltre due settimane fa.
Avevamo ragione a non lasciarci trascinare dall’entusiasmo.
Per cosa avremmo dovuto esultare?
Per una giustizia che vale come carta straccia, o che — peggio — diventa opinione?
Siamo entrati nell’epoca in cui la giustizia internazionale è discrezionale, interpretata a seconda della convenienza del momento.
“Lo Stato di Israele, in quanto Potenza occupante, è tenuto a garantire alla popolazione dei territori palestinesi occupati beni essenziali quali cibo, acqua, indumenti, rifugio, combustibile, medicine e servizi medici.”
— Corte Internazionale di Giustizia, L’Aia
Eppure, nei fatti, siamo punto e a capo.
Secondo Oxfam e oltre 40 organizzazioni umanitarie, tra il 10 e il 21 ottobre sono state negate 99 richieste di Ong internazionali e 6 delle Nazioni Unite per fornire aiuti a Gaza.
Pari a circa 50 milioni di dollari di aiuti bloccati: acqua, cibo, tende, medicine.
Da questa circolazione di aiuti dipende la sopravvivenza di 2 milioni di persone, per lo più donne e bambini.
Senza interventi immediati, l’inverno a Gaza sarà una condanna: rifugi improvvisati, nessun riscaldamento, acqua contaminata.
E altri moriranno — quando tutto questo sarebbe evitabile.
Posso non fidarmi della giustizia italiana, e avremmo fascicoli infiniti a dimostrarlo.
Ma quando vengono calpestati accordi internazionali e ignorati gli appelli delle istituzioni più autorevoli, che cosa resta?
Solo indignazione.
E un dubbio legittimo: se la nostra Premier definiva “inutile” ogni iniziativa umanitaria nata dal basso, cosa resta allora della solidarietà autentica?
Davvero crediamo che basti un intervento governativo per aprire i valichi?
E come si sarebbero potuti garantire aiuti umanitari alla popolazione di Gaza? Allungando mazzette o tangenti alle autorità israeliane ?
Il paradosso è questo: oggi ogni accordo è carta straccia di fronte a volontà politiche che non si piegano.
Siamo nel tempo del “vale tutto”.
Non esiste più una linea chiara di giustizia.
E la parola umanità sembra un concetto arcaico, quasi estinto.
Ma una speranza resta.
Sta nella voce di chi non accetta di restare in silenzio, nella scelta di chi si impegna davvero in politica per riportare giustizia e umanità al centro.
A patto che ci sia anche coraggio — quella virtù ormai dimenticata che distingue chi parla da chi agisce.
E allora, ditemi voi:
come cittadini milanesi, come italiani, dovevamo davvero tollerare un gemellaggio del genere?
#GiustiziaInternazionale #DirittiUmani #GazaUnderAttack #Oxfam #HumanityFirst #CessateIlFuoco #Milano #TelAviv #PoliticaEtica #StopWar #Solidarietà #Verità #CoraggioCivile #Flotilla #ONU #Pace #InternationalLaw
✊ (Adesso) NIENTE SCUSE
🕊️ Quando la giustizia internazionale diventa “opinione”
Non ci sono più alibi.
Non c'è più la scusa della accusa di improvvisazione e incoscienza per una Flotilla o per il troppo rumore sollevato dalle manifestazioni e i cortei sparsi per il mondo.
📉 Non serve essere esperti di geopolitica per vedere che qualcuno non sta rispettando patti sottoscritti — e che la "fame"è diventata oggi un’arma di guerra indiretta.
Un attacco silenzioso, che continua nonostante un accordo di tregua, siglato oltre due settimane fa.
Avevamo ragione a non lasciarci trascinare dall’entusiasmo.
Per cosa avremmo dovuto esultare?
Per una giustizia che vale come carta straccia, o che — peggio — diventa opinione?
Siamo entrati nell’epoca in cui la giustizia internazionale è discrezionale, interpretata a seconda della convenienza del momento. ⚖️
“Lo Stato di Israele, in quanto Potenza occupante, è tenuto a garantire alla popolazione dei territori palestinesi occupati beni essenziali quali cibo, acqua, indumenti, rifugio, combustibile, medicine e servizi medici.”
— Corte Internazionale di Giustizia, L’Aia
Eppure, nei fatti, siamo punto e a capo.
🔒 Secondo Oxfam e oltre 40 organizzazioni umanitarie, tra il 10 e il 21 ottobre sono state negate 99 richieste di Ong internazionali e 6 delle Nazioni Unite per fornire aiuti a Gaza.
💰 Pari a circa 50 milioni di dollari di aiuti bloccati: acqua, cibo, tende, medicine.
Da questa circolazione di aiuti dipende la sopravvivenza di 2 milioni di persone, per lo più donne e bambini.
Senza interventi immediati, l’inverno a Gaza sarà una condanna: rifugi improvvisati, nessun riscaldamento, acqua contaminata.
E altri moriranno — quando tutto questo sarebbe evitabile.
🇮🇹 Posso non fidarmi della giustizia italiana, e avremmo fascicoli infiniti a dimostrarlo.
Ma quando vengono calpestati accordi internazionali e ignorati gli appelli delle istituzioni più autorevoli, che cosa resta?
Solo indignazione.
E un dubbio legittimo: se la nostra Premier definiva “inutile” ogni iniziativa umanitaria nata dal basso, cosa resta allora della solidarietà autentica?
Davvero crediamo che basti un intervento governativo per aprire i valichi?
E come si sarebbero potuti garantire aiuti umanitari alla popolazione di Gaza? Allungando mazzette o tangenti alle autorità israeliane ?
🎭 Il paradosso è questo: oggi ogni accordo è carta straccia di fronte a volontà politiche che non si piegano.
Siamo nel tempo del “vale tutto”.
Non esiste più una linea chiara di giustizia.
E la parola umanità sembra un concetto arcaico, quasi estinto.
Ma una speranza resta. 🌱
Sta nella voce di chi non accetta di restare in silenzio, nella scelta di chi si impegna davvero in politica per riportare giustizia e umanità al centro.
A patto che ci sia anche coraggio — quella virtù ormai dimenticata che distingue chi parla da chi agisce.
E allora, ditemi voi:
come cittadini milanesi, come italiani, dovevamo davvero tollerare un gemellaggio del genere? 🇮🇹🤝🇮🇱
#GiustiziaInternazionale #DirittiUmani #GazaUnderAttack #Oxfam #HumanityFirst #CessateIlFuoco #Milano #TelAviv #PoliticaEtica #StopWar #Solidarietà #Verità #CoraggioCivile #Flotilla #ONU #Pace #InternationalLaw
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