L’OCCASIONE DI ISTANBUL SABOTATA DAGLI EUROPEIβοΈ
Elena Basile
I direttori di Istituti di ricerca e leader di partito si recano a Kiev, parlano con una dirigenza che ha sospeso le elezioni per timore di essere inviata a casa, e ci deliziano con i loro sogni. Si guardano bene dal parlare con i ragazzi al fronte, con i cittadini ordinari, con le popolazioni russofone che rappresentavano il 30 % del Paese.
πΈοΈ L’Ucraina si sentirebbe forte (dopo aver perso un terzo del suo territorio e della popolazione, aver finito soldati e munizioni, essere costretta a firmare un accordo da paese colonizzato con Washington sulle terre rare) e vorrebbe continuare la guerra per poter vincere contro una potenza nucleare grazie all’assicurazione offerta dagli europei, leader a guida di paesi deboli politicamente ed economicamente.
πΈοΈ L’Ue non ha una difesa né un’integrazione delle forze militari nazionali, non ha neanche una politica estera unitaria con un potere centrale riconosciuto. Il riarmo e le spese fino a 800 miliardi dovrebbero rendere la Germania e gli altri paesi pronti alla guerra nel 2030.
πΈοΈ In questi cinque anni di sereni e positivi propositi i cosiddetti filo-ucraini continueranno a gridare Slava Ukraini! e a prodigarsi in esternazioni bellicistiche, attendendosi, con una coerenza sbalorditiva, da un Putin gentiluomo che fermi la sua avanzata e aspetti pazientemente che l’esercito ucraino e i cobelligeranti europei si siano rafforzati.
Continua
Riassunto punti salienti
LIBERTÀ E DEMOCRAZIA
Canale Libertà e democrazia
@liberademocrazia (Chat)
Elena Basile
I direttori di Istituti di ricerca e leader di partito si recano a Kiev, parlano con una dirigenza che ha sospeso le elezioni per timore di essere inviata a casa, e ci deliziano con i loro sogni. Si guardano bene dal parlare con i ragazzi al fronte, con i cittadini ordinari, con le popolazioni russofone che rappresentavano il 30 % del Paese.
πΈοΈ L’Ucraina si sentirebbe forte (dopo aver perso un terzo del suo territorio e della popolazione, aver finito soldati e munizioni, essere costretta a firmare un accordo da paese colonizzato con Washington sulle terre rare) e vorrebbe continuare la guerra per poter vincere contro una potenza nucleare grazie all’assicurazione offerta dagli europei, leader a guida di paesi deboli politicamente ed economicamente.
πΈοΈ L’Ue non ha una difesa né un’integrazione delle forze militari nazionali, non ha neanche una politica estera unitaria con un potere centrale riconosciuto. Il riarmo e le spese fino a 800 miliardi dovrebbero rendere la Germania e gli altri paesi pronti alla guerra nel 2030.
πΈοΈ In questi cinque anni di sereni e positivi propositi i cosiddetti filo-ucraini continueranno a gridare Slava Ukraini! e a prodigarsi in esternazioni bellicistiche, attendendosi, con una coerenza sbalorditiva, da un Putin gentiluomo che fermi la sua avanzata e aspetti pazientemente che l’esercito ucraino e i cobelligeranti europei si siano rafforzati.
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Elena Basile
βΉοΈ I direttori di Istituti di ricerca e leader di partito si recano a Kiev, parlano con una dirigenza che ha sospeso le elezioni per timore di essere inviata a casa, e ci deliziano con i loro sogni. Si guardano bene dal parlare con i ragazzi al fronte, con i cittadini ordinari, con le popolazioni russofone che rappresentavano il 30 % del Paese.
πΈοΈ L’Ucraina si sentirebbe forte (dopo aver perso un terzo del suo territorio e della popolazione, aver finito soldati e munizioni, essere costretta a firmare un accordo da paese colonizzato con Washington sulle terre rare) e vorrebbe continuare la guerra per poter vincere contro una potenza nucleare grazie all’assicurazione offerta dagli europei, leader a guida di paesi deboli politicamente ed economicamente.
πΈοΈ L’Ue non ha una difesa né un’integrazione delle forze militari nazionali, non ha neanche una politica estera unitaria con un potere centrale riconosciuto. Il riarmo e le spese fino a 800 miliardi dovrebbero rendere la Germania e gli altri paesi pronti alla guerra nel 2030.
πΈοΈ In questi cinque anni di sereni e positivi propositi i cosiddetti filo-ucraini continueranno a gridare Slava Ukraini! e a prodigarsi in esternazioni bellicistiche, attendendosi, con una coerenza sbalorditiva, da un Putin gentiluomo che fermi la sua avanzata e aspetti pazientemente che l’esercito ucraino e i cobelligeranti europei si siano rafforzati.
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