• NON MI E' MAI PIACIUTO. IL PEGGIOR SINDACO CHE MILANO ABBIA MAI AVUTO!
    NON LO RIMPIAGEREMO!
    Indagato il sindaco Sala nelle inchieste sull'urbanistica a Milano
    Il primo cittadino coinvolto per dichiarazioni false e induzione indebita in relazione a nomine e progetti immobiliari...

    Anche il sindaco di Milano, Beppe Sala, è indagato nell’ambito delle inchieste sull’urbanistica per le quali i pm hanno chiesto sei arresti: lo scrivono Corriere della Sera, La Repubblica e La Stampa.

    Le ipotesi di reato, riportano i quotidiani, sono di false dichiarazioni su qualità proprie o di altre persone relativamente alla nomina del presidente della Commissione per il paesaggio del Comune, Giuseppe Marinoni, e di induzione indebita a dare o a promettere utilità intorno al progetto del ‘Pirellino’ dell’architetto Stefano Boeri e dell’imprenditore Manfredi Catella, presidente del gruppo Coima.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/17/sala-indagato-urbanistica-milano-news/8064263/
    NON MI E' MAI PIACIUTO. IL PEGGIOR SINDACO CHE MILANO ABBIA MAI AVUTO! NON LO RIMPIAGEREMO! Indagato il sindaco Sala nelle inchieste sull'urbanistica a Milano Il primo cittadino coinvolto per dichiarazioni false e induzione indebita in relazione a nomine e progetti immobiliari... Anche il sindaco di Milano, Beppe Sala, è indagato nell’ambito delle inchieste sull’urbanistica per le quali i pm hanno chiesto sei arresti: lo scrivono Corriere della Sera, La Repubblica e La Stampa. Le ipotesi di reato, riportano i quotidiani, sono di false dichiarazioni su qualità proprie o di altre persone relativamente alla nomina del presidente della Commissione per il paesaggio del Comune, Giuseppe Marinoni, e di induzione indebita a dare o a promettere utilità intorno al progetto del ‘Pirellino’ dell’architetto Stefano Boeri e dell’imprenditore Manfredi Catella, presidente del gruppo Coima. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/17/sala-indagato-urbanistica-milano-news/8064263/
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    Indagato il sindaco Sala nelle inchieste sull'urbanistica a Milano
    Il primo cittadino coinvolto per dichiarazioni false e induzione indebita in relazione a nomine e progetti immobiliari
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  • SE NON ORA, QUANDO?

    Quante volte abbiamo rimandato, aspettando “tempi migliori”?
    Ecco la verità: quei tempi non arriveranno mai, se non siamo noi a cambiarli.
    Non userò mezze parole.
    Parlo di Milano, oggi.
    E non perderò tempo a commentare oltre ciò che già sappiamo: un terremoto giudiziario senza precedenti ha travolto la “premiata ditta” Tancredi & Friends, con la supervisione politica di Sala.
    Per chi ancora non avesse letto: 21 indagati, tra cui l’assessore Tancredi e il costruttore Catella. La Procura parla di corruzione sistemica, sono coinvolti ex membri della Commissione Paesaggio e grandi gruppi immobiliari. Al centro ci sono nove aree chiave della città, incluso il progetto del Pirellino. È stata chiesta la custodia cautelare per sei figure chiave.
    Tutto già visto? Sì.
    Tutto già insabbiato, in passato? Sì.
    Expo 2015 ve lo ricordate? Anche allora, polvere sotto il tappeto. Eppure, sempre le stesse facce restano a galla.
    Ma stavolta è diverso.
    Non per ciò che accade in procura, ma per ciò che possiamo scegliere di fare NOI.

    È IL MOMENTO DEL CORAGGIO COLLETTIVO

    Indipendentemente da come finirà quest'inchiesta, questo è un punto di rottura.
    Un segnale. Un’occasione storica per voltare pagina.
    Serve un nuovo inizio.
    Non l’ennesimo movimento, non l’ennesimo hashtag. Ma una forza concreta, popolare, trasversale, che unisca cittadini, attivisti, comitati, professionisti e realtà indipendenti.
    Niente più parrocchie ideologiche.
    Niente più tribù autoreferenziali.
    Solo un obiettivo comune: riportare la politica nelle mani dei cittadini, ripristinare trasparenza, etica e competenza, costruire una Milano che non svenda i suoi spazi pubblici.

    È TEMPO DI UN’ONDA. UNA NOUVELLE VAGUE CIVILE

    Immagina un’onda nuova. Non un’onda di rabbia, ma di rivalsa consapevole.
    Una forza ispirata a Hokusai, alla bellezza che travolge e rigenera.
    Un’onda civile fatta di cultura, giustizia sociale, politica viva e partecipata, spirito di servizio.
    Basta con i compromessi.
    Basta con chi svende la città pezzo dopo pezzo.
    È ora di prenderci lo spazio che ci spetta.

    È IL TEMPO DEL FARE

    Ogni giorno mi confronto con persone stanche, sfiduciate, deluse.
    Ma io vi dico: non è finita.
    Non dobbiamo chiuderci in comunità parallele, ma tornare al centro.
    Controllare, vigilare, proporre, agire.
    Siamo in grado di farlo?
    Sì, se ci uniamo. Ora.
    Chi ci sta?
    Chi è pronto a costruire, insieme, un nuovo soggetto civico e politico per Milano?
    Chi è pronto a mettersi in gioco, senza paura?
    Oggi non lanciamo un appello.
    Oggi lanciamo una sfida.
    Una sfida che parte dal basso e punta in alto.
    Una sfida che non aspetta permessi.
    Parte oggi. Parte da qui. E parte da NOI.

    SE NON ORA, QUANDO?

    #OndaCivile
    #MilanoLibera
    #StopCorruzione
    #TrasparenzaSubito
    #PoliticaDalBasso
    #NouvelleVagueMilano
    #MilanoRinasce
    #MilanoÈNostra
    #AgireOra
    🔥 SE NON ORA, QUANDO? 🔥 Quante volte abbiamo rimandato, aspettando “tempi migliori”? Ecco la verità: quei tempi non arriveranno mai, se non siamo noi a cambiarli. Non userò mezze parole. Parlo di Milano, oggi. E non perderò tempo a commentare oltre ciò che già sappiamo: un terremoto giudiziario senza precedenti ha travolto la “premiata ditta” Tancredi & Friends, con la supervisione politica di Sala. Per chi ancora non avesse letto: 21 indagati, tra cui l’assessore Tancredi e il costruttore Catella. La Procura parla di corruzione sistemica, sono coinvolti ex membri della Commissione Paesaggio e grandi gruppi immobiliari. Al centro ci sono nove aree chiave della città, incluso il progetto del Pirellino. È stata chiesta la custodia cautelare per sei figure chiave. Tutto già visto? Sì. Tutto già insabbiato, in passato? Sì. Expo 2015 ve lo ricordate? Anche allora, polvere sotto il tappeto. Eppure, sempre le stesse facce restano a galla. Ma stavolta è diverso. Non per ciò che accade in procura, ma per ciò che possiamo scegliere di fare NOI. È IL MOMENTO DEL CORAGGIO COLLETTIVO Indipendentemente da come finirà quest'inchiesta, questo è un punto di rottura. Un segnale. Un’occasione storica per voltare pagina. Serve un nuovo inizio. Non l’ennesimo movimento, non l’ennesimo hashtag. Ma una forza concreta, popolare, trasversale, che unisca cittadini, attivisti, comitati, professionisti e realtà indipendenti. Niente più parrocchie ideologiche. Niente più tribù autoreferenziali. Solo un obiettivo comune: riportare la politica nelle mani dei cittadini, ripristinare trasparenza, etica e competenza, costruire una Milano che non svenda i suoi spazi pubblici. È TEMPO DI UN’ONDA. UNA NOUVELLE VAGUE CIVILE Immagina un’onda nuova. Non un’onda di rabbia, ma di rivalsa consapevole. Una forza ispirata a Hokusai, alla bellezza che travolge e rigenera. Un’onda civile fatta di cultura, giustizia sociale, politica viva e partecipata, spirito di servizio. Basta con i compromessi. Basta con chi svende la città pezzo dopo pezzo. È ora di prenderci lo spazio che ci spetta. È IL TEMPO DEL FARE Ogni giorno mi confronto con persone stanche, sfiduciate, deluse. Ma io vi dico: non è finita. Non dobbiamo chiuderci in comunità parallele, ma tornare al centro. Controllare, vigilare, proporre, agire. Siamo in grado di farlo? Sì, se ci uniamo. Ora. Chi ci sta? Chi è pronto a costruire, insieme, un nuovo soggetto civico e politico per Milano? Chi è pronto a mettersi in gioco, senza paura? Oggi non lanciamo un appello. Oggi lanciamo una sfida. Una sfida che parte dal basso e punta in alto. Una sfida che non aspetta permessi. Parte oggi. Parte da qui. E parte da NOI. 👉 SE NON ORA, QUANDO? #OndaCivile #MilanoLibera #StopCorruzione #TrasparenzaSubito #PoliticaDalBasso #NouvelleVagueMilano #MilanoRinasce #MilanoÈNostra #AgireOra
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  • SILENZIO PER GAZA. MASSIMA DIFFUSIONE!
    "Silenzio per Gaza" è una campagna digitale coordinata. È un'ondata crescente.
    Perché qualcosa si può fare: una pausa digitale giornaliera di 30 minuti ogni sera, dalle 21:00 alle 21:30 ora locale di ogni Paese.
    Per favore, leggete dal Dott. Ezzideen, Gaza

    Non c'è internet. Nessun segnale. Nessun suono. Nessun mondo oltre questa gabbia.
    Ho camminato per trenta minuti tra rovine e polvere. Non in cerca di una via di fuga, ma di un frammento di segnale, giusto quel tanto che basta per sussurrare: "Siamo ancora vivi".
    Non perché qualcuno stia ascoltando, ma perché morire senza essere ascoltati è la morte definitiva.
    Gaza ora è silenziosa. Non di pace, ma di annientamento.
    Non un silenzio di immobilità, ma di soffocamento.
    Hanno tagliato l'ultimo cavo. Nessun messaggio esce. Nessuna immagine entra.
    Persino il dolore è stato proibito.
    Ho superato i cadaveri di edifici, di case, di uomini, alcuni respiravano, altri no. Tutti cancellati dalla stessa mano che ha cancellato le nostre voci.
    Questo non è solo un assedio di bombe. È un assedio della memoria: una guerra contro la nostra capacità di dire: "Eravamo qui".
    I bombardamenti non sono mai cessati, soprattutto a Jabalia. Bombardano le strade dove i bambini chiedono cibo. Bombardano le file dove le madri aspettano la farina. Bombardano la fame stessa.
    Niente cibo. Niente acqua. Nessuna via d'uscita. E coloro che ci provano, coloro che cercano aiuto, vengono colpiti.
    Qui si muore, e nessuno lo sa.
    Non perché le uccisioni si siano fermate, ma perché la distruzione della connessione è riuscita.
    Internet è stato il nostro ultimo respiro. Non era un lusso; era l'ultima prova della nostra umanità.
    Ora non c'è più. E nel buio, massacrano senza conseguenze.
    Ho trovato questo debole segnale eSIM come un uomo morente trova un barlume di fiamma. Ero in piedi sotto un cielo squarciato, rischiando la morte, non per essere salvato, ma per inviare questo.
    Un singolo messaggio. Un'ultima resistenza.
    Se state leggendo questo, ricordate che abbiamo attraversato il fuoco per dirlo.
    Non siamo rimasti in silenzio. Siamo stati messi a tacere.
    E quando i cavi saranno ripristinati, la verità trasparirà dai fili, e il mondo saprà cosa ha scelto di non vedere.

    Dott. Ezzideen, Gaza
    -----------------------------
    Silenzio per Gaza

    A partire da oggi, spegnerò il mio cellulare dalle 21:00 alle 21:30 per una settimana, per il popolo palestinese.
    30 minuti di silenzio digitale
    "Silenzio per Gaza" è una campagna digitale coordinata. È un'ondata crescente.
    Perché qualcosa si può fare: una pausa digitale giornaliera di 30 minuti ogni sera, dalle 21:00 alle 21:30 ora locale di ogni Paese.
    Durante questa pausa:
    Niente social media. Nessun messaggio. Nessun commento. Telefoni e computer saranno spenti.
    Questa azione collettiva invierà un forte segnale digitale agli algoritmi e mostrerà la nostra solidarietà con Gaza. (Non è facile, ma facciamo qualcosa. È ciò che conta.)
    L'idea:
    Ogni giorno, alla stessa ora, milioni di utenti in tutto il mondo rimarranno completamente in silenzio sui social media per 30 minuti. Nessun post. Nessun Mi piace. Nessun commento. Nessuna app aperta.
    Silenzio digitale completo. Spegni il telefono.
    È un atto di resistenza, una protesta digitale globale.
    La rabbia di tanti cittadini di fronte a un'ingiustizia immensa.
    Perché qualcosa si può fare: semplice ed efficace.
    Ricordate il silenzio digitale delle 21:00.
    (Impostate una sveglia sul telefono: promemoria per le 21:00.)

    Spiegazione tecnica:
    1. Impatto algoritmico
    Le piattaforme dei social media dipendono dall'attività costante degli utenti. Siamo noi che manteniamo attivo il sistema. Un calo improvviso e sincronizzato dell'attività, anche per un breve periodo, può:
    (a) interrompere gli algoritmi di visibilità.
    (b) influenzare le statistiche sul traffico in tempo reale.
    (c) inviare un segnale tecnico ai server in merito a comportamenti anomali degli utenti.
    Questo atto evidenzia la resistenza dei cittadini all'ingiustizia, che fino ad ora era alimentata dalla nostra passività. 2. Impatto simbolico
    In un mondo iperconnesso, il silenzio digitale è una dichiarazione potente.
    Crea un netto contrasto tra il rumore dei social media e il silenzio forzato a Gaza.
    È un momento di riflessione collettiva.
    3. Impatto sociale
    Se l'azione sarà diffusa, i leader vedranno che i cittadini respingono il crimine a Gaza –
    E solo allora si muoveranno.

    Miriamo a creare un'ondata progressista che si diffonda in tutto il mondo .
    Non dimenticate: 21:00 (21:00) — Silenzio digitale!
    Impostate i vostri orologi. Spegnete i telefoni!


    Dalle 21:00 (21:00) alle 21:30 (21:30) — Ovunque vi troviate nel mondo:
    SMETTETE di usare:
    • Telefoni
    • Computer
    • Laptop

    SILENZIO — per il bene di Gaza. GRAZIE
    SILENZIO PER GAZA. MASSIMA DIFFUSIONE! "Silenzio per Gaza" è una campagna digitale coordinata. È un'ondata crescente. Perché qualcosa si può fare: una pausa digitale giornaliera di 30 minuti ogni sera, dalle 21:00 alle 21:30 ora locale di ogni Paese. Per favore, leggete dal Dott. Ezzideen, Gaza Non c'è internet. Nessun segnale. Nessun suono. Nessun mondo oltre questa gabbia. Ho camminato per trenta minuti tra rovine e polvere. Non in cerca di una via di fuga, ma di un frammento di segnale, giusto quel tanto che basta per sussurrare: "Siamo ancora vivi". Non perché qualcuno stia ascoltando, ma perché morire senza essere ascoltati è la morte definitiva. Gaza ora è silenziosa. Non di pace, ma di annientamento. Non un silenzio di immobilità, ma di soffocamento. Hanno tagliato l'ultimo cavo. Nessun messaggio esce. Nessuna immagine entra. Persino il dolore è stato proibito. Ho superato i cadaveri di edifici, di case, di uomini, alcuni respiravano, altri no. Tutti cancellati dalla stessa mano che ha cancellato le nostre voci. Questo non è solo un assedio di bombe. È un assedio della memoria: una guerra contro la nostra capacità di dire: "Eravamo qui". I bombardamenti non sono mai cessati, soprattutto a Jabalia. Bombardano le strade dove i bambini chiedono cibo. Bombardano le file dove le madri aspettano la farina. Bombardano la fame stessa. Niente cibo. Niente acqua. Nessuna via d'uscita. E coloro che ci provano, coloro che cercano aiuto, vengono colpiti. Qui si muore, e nessuno lo sa. Non perché le uccisioni si siano fermate, ma perché la distruzione della connessione è riuscita. Internet è stato il nostro ultimo respiro. Non era un lusso; era l'ultima prova della nostra umanità. Ora non c'è più. E nel buio, massacrano senza conseguenze. Ho trovato questo debole segnale eSIM come un uomo morente trova un barlume di fiamma. Ero in piedi sotto un cielo squarciato, rischiando la morte, non per essere salvato, ma per inviare questo. Un singolo messaggio. Un'ultima resistenza. Se state leggendo questo, ricordate che abbiamo attraversato il fuoco per dirlo. Non siamo rimasti in silenzio. Siamo stati messi a tacere. E quando i cavi saranno ripristinati, la verità trasparirà dai fili, e il mondo saprà cosa ha scelto di non vedere. Dott. Ezzideen, Gaza ----------------------------- Silenzio per Gaza A partire da oggi, spegnerò il mio cellulare dalle 21:00 alle 21:30 per una settimana, per il popolo palestinese. 30 minuti di silenzio digitale "Silenzio per Gaza" è una campagna digitale coordinata. È un'ondata crescente. Perché qualcosa si può fare: una pausa digitale giornaliera di 30 minuti ogni sera, dalle 21:00 alle 21:30 ora locale di ogni Paese. Durante questa pausa: Niente social media. Nessun messaggio. Nessun commento. Telefoni e computer saranno spenti. Questa azione collettiva invierà un forte segnale digitale agli algoritmi e mostrerà la nostra solidarietà con Gaza. (Non è facile, ma facciamo qualcosa. È ciò che conta.) L'idea: Ogni giorno, alla stessa ora, milioni di utenti in tutto il mondo rimarranno completamente in silenzio sui social media per 30 minuti. Nessun post. Nessun Mi piace. Nessun commento. Nessuna app aperta. Silenzio digitale completo. Spegni il telefono. È un atto di resistenza, una protesta digitale globale. La rabbia di tanti cittadini di fronte a un'ingiustizia immensa. Perché qualcosa si può fare: semplice ed efficace. Ricordate il silenzio digitale delle 21:00. (Impostate una sveglia sul telefono: promemoria per le 21:00.) Spiegazione tecnica: 1. Impatto algoritmico Le piattaforme dei social media dipendono dall'attività costante degli utenti. Siamo noi che manteniamo attivo il sistema. Un calo improvviso e sincronizzato dell'attività, anche per un breve periodo, può: (a) interrompere gli algoritmi di visibilità. (b) influenzare le statistiche sul traffico in tempo reale. (c) inviare un segnale tecnico ai server in merito a comportamenti anomali degli utenti. Questo atto evidenzia la resistenza dei cittadini all'ingiustizia, che fino ad ora era alimentata dalla nostra passività. 2. Impatto simbolico In un mondo iperconnesso, il silenzio digitale è una dichiarazione potente. Crea un netto contrasto tra il rumore dei social media e il silenzio forzato a Gaza. È un momento di riflessione collettiva. 3. Impatto sociale Se l'azione sarà diffusa, i leader vedranno che i cittadini respingono il crimine a Gaza – E solo allora si muoveranno. Miriamo a creare un'ondata progressista che si diffonda in tutto il mondo 🌎. Non dimenticate: 21:00 (21:00) — Silenzio digitale! Impostate i vostri orologi. Spegnete i telefoni! 📣📣📣 Dalle 21:00 (21:00) alle 21:30 (21:30) — Ovunque vi troviate nel mondo: SMETTETE di usare: • Telefoni • Computer • Laptop SILENZIO — per il bene di Gaza. GRAZIE
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  • CITTÀ PUBBLICA E CASE PER TUTTI!

    Abbiamo una sfida collettiva qui a Milano che non può più essere rimandata. È la stessa che investe tutte le principali città italiane: ripensare radicalmente le politiche dell’abitare.

    Non si tratta semplicemente di spazi vuoti o di affitti troppo alti: parliamo del diritto a una vita dignitosa per tutti, giovani e anziani, precari e studenti, famiglie e persone sole.

    Il 3 luglio scendiamo in piazza per dire basta a caro affitti, sfratti, sgomberi e speculazione immobiliare.
    Piazzale Lodi (MM3) | Ore 18:30

    Una manifestazione cittadina con sindacati inquilini, studenti, comitati, spazi sociali, reti territoriali, associazioni civiche e forze politiche: uniti e unite per il diritto alla casa e alla città.

    Questa è anche un’occasione per fare squadra , perché solo insieme possiamo costruire una Milano che metta al centro le persone, e non i profitti.

    PARTECIPA. CONDIVIDI. ORGANIZZATI.

    #3luglioMilano #DirittoAllaCasa #CittàPubblica #CaroAffitti #StopSfratti #SpeculazioneZero #CasePerTutti #TettoAgliAffitti #StudentatiPubblici #QuartieriAccessibili #RecuperoCasePopolari #WelfareMetropolitano #AltaTensioneAbitativa #DirittiSociali #milanosolidale
    CITTÀ PUBBLICA E CASE PER TUTTI! Abbiamo una sfida collettiva qui a Milano che non può più essere rimandata. È la stessa che investe tutte le principali città italiane: ripensare radicalmente le politiche dell’abitare. Non si tratta semplicemente di spazi vuoti o di affitti troppo alti: parliamo del diritto a una vita dignitosa per tutti, giovani e anziani, precari e studenti, famiglie e persone sole. Il 3 luglio scendiamo in piazza per dire basta a caro affitti, sfratti, sgomberi e speculazione immobiliare. Piazzale Lodi (MM3) | Ore 18:30 Una manifestazione cittadina con sindacati inquilini, studenti, comitati, spazi sociali, reti territoriali, associazioni civiche e forze politiche: uniti e unite per il diritto alla casa e alla città. Questa è anche un’occasione per fare squadra , perché solo insieme possiamo costruire una Milano che metta al centro le persone, e non i profitti. PARTECIPA. CONDIVIDI. ORGANIZZATI. #3luglioMilano #DirittoAllaCasa #CittàPubblica #CaroAffitti #StopSfratti #SpeculazioneZero #CasePerTutti #TettoAgliAffitti #StudentatiPubblici #QuartieriAccessibili #RecuperoCasePopolari #WelfareMetropolitano #AltaTensioneAbitativa #DirittiSociali #milanosolidale
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  • Roadside Assistance In Lawrenceville

    Looking for roadside assistance near you? Get fast emergency roadside services, tow trucks, car lockout help, and more in Atlanta, Lawrenceville and Stone Mountain.

    About Company-

    Flat tire, dead battery, no gas, car lockout or tow needed— Get help fast with JIB Roadside Assistance. We are the Uber of roadside service. Our providers are local and waiting to service you in 45 minutes or less. No surprises, just service you can count on. JIB Roadside Assistance and Mobility Services is an American multinational network of driver technicians. Customer demand for personal assistance and concierge services is growing.” The average response time from automotive Original Equipment Manufacturers and insurance providers emergency roadside assistance programs is 48 minutes compared to 36 minutes among other independent commercial providers. Our industry leading platform seamlessly connects immobilized drivers with a network of local roadside technicians delivering fast and efficient on-demand service within a 5 – 10 mile proximity! JIB is an efficient and cost-effective service option for consumers and creates more business opportunities for roadside technician drivers to earn on their schedule as independent contractors. We bring critical services, people and their cities closer.

    Click Here For More Info:- https://jibroadsideassistance.com/
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  • Finesse Group GmbH

    Immobilienverkauf & Bewertung in München: Luxusimmobilien, Altbau vs Neubau, Tipps, Grundbuch & Erbpacht erklärt. Haus Verkaufen München , Wohnung Verkaufen München , Immobilienbewertung München , Verkauf Immobilie Tipps , Luxusimmobilien München

    Map Url:-https://maps.app.goo.gl/BmCiEqGGxBBTn3cy8
    Finesse Group GmbH Immobilienverkauf & Bewertung in München: Luxusimmobilien, Altbau vs Neubau, Tipps, Grundbuch & Erbpacht erklärt. Haus Verkaufen München , Wohnung Verkaufen München , Immobilienbewertung München , Verkauf Immobilie Tipps , Luxusimmobilien München Map Url:-https://maps.app.goo.gl/BmCiEqGGxBBTn3cy8
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  • BUON INIZIO DI SETTIMANA A TUTTI, CON UN ABBRACCIO. E' DI ADESSO LA NOTIZIA DEL COSIDDETTO MINISTRO DELLA DIFESA CHE PARLA DEI RISERVISTI E DI 10 MILIARDI DI EURO PER IL 2 % DEL PIL !!!! IL MINISTRO E' QUELLO CHE DEVE DARE 60.000 EURO, PER FITTI DI IMMOBILI CHE NON PAGA !!!!! CHE VERGOGNA !!!! NON MI RICONOSCO PIU' IN UNA ITALIA COSI' CONCIATA !!!!!
    BUON INIZIO DI SETTIMANA A TUTTI, CON UN ABBRACCIO. E' DI ADESSO LA NOTIZIA DEL COSIDDETTO MINISTRO DELLA DIFESA CHE PARLA DEI RISERVISTI E DI 10 MILIARDI DI EURO PER IL 2 % DEL PIL !!!! IL MINISTRO E' QUELLO CHE DEVE DARE 60.000 EURO, PER FITTI DI IMMOBILI CHE NON PAGA !!!!! CHE VERGOGNA !!!! NON MI RICONOSCO PIU' IN UNA ITALIA COSI' CONCIATA !!!!!
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  • DECIDERE NON BASTA: È L’AZIONE CHE CAMBIA IL DESTINO
    ⋆━━━━━━☽☼☾━━━━━━⋆

    In un’aula silenziosa di un’università, un professore guarda i suoi studenti e pone una semplice domanda:
    “Su un ramo ci sono otto uccelli. Sette decidono di volare via. Quanti ne restano?”

    La risposta arriva rapida, sicura, corale:
    “Uno.”

    Ma un solo studente alza la mano e dice con voce ferma:
    “Sono ancora otto.”

    L’aula si zittisce. Il professore lo guarda.
    “Spiegati.”

    Lo studente respira e risponde:
    “Lei ha detto che hanno deciso di volare via. Ma non ha detto che l’hanno fatto.”

    Un silenzio carico di rispetto scende tra i banchi. Quel ragazzo ha appena acceso una verità che brucia sotto pelle:
    decidere non è agire.

    Quanti vivono così?
    Colmi di buone intenzioni, di promesse a sé stessi, di sogni scritti nel cassetto.
    Eppure bloccati. Immobili.
    In attesa del coraggio, della sicurezza, del momento giusto.
    Che spesso non arriva mai.

    Ogni giorno rimandiamo, ci raccontiamo “ci sto pensando”, “lo farò presto”.
    Ma il ramo della vita è lì.
    E la decisione senza azione è solo un pensiero che sfuma.
    Il cambiamento accade solo quando ti lanci. Quando il pensiero si fa passo. Quando il desiderio diventa atto.

    “Non basta decidere di volare. Devi spiegare le ali, anche tremando.”

    ⋆━━━━━━☽☼☾━━━━━━⋆
    E tu? Quale decisione stai tenendo ferma sul ramo? Qual è l’azione che oggi puoi finalmente compiere? Scrivilo. Fallo tuo. Condividilo.

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    DECIDERE NON BASTA: È L’AZIONE CHE CAMBIA IL DESTINO ⋆━━━━━━☽☼☾━━━━━━⋆ In un’aula silenziosa di un’università, un professore guarda i suoi studenti e pone una semplice domanda: “Su un ramo ci sono otto uccelli. Sette decidono di volare via. Quanti ne restano?” La risposta arriva rapida, sicura, corale: “Uno.” Ma un solo studente alza la mano e dice con voce ferma: “Sono ancora otto.” L’aula si zittisce. Il professore lo guarda. “Spiegati.” Lo studente respira e risponde: “Lei ha detto che hanno deciso di volare via. Ma non ha detto che l’hanno fatto.” Un silenzio carico di rispetto scende tra i banchi. Quel ragazzo ha appena acceso una verità che brucia sotto pelle: decidere non è agire. Quanti vivono così? Colmi di buone intenzioni, di promesse a sé stessi, di sogni scritti nel cassetto. Eppure bloccati. Immobili. In attesa del coraggio, della sicurezza, del momento giusto. Che spesso non arriva mai. Ogni giorno rimandiamo, ci raccontiamo “ci sto pensando”, “lo farò presto”. Ma il ramo della vita è lì. E la decisione senza azione è solo un pensiero che sfuma. Il cambiamento accade solo quando ti lanci. Quando il pensiero si fa passo. Quando il desiderio diventa atto. “Non basta decidere di volare. Devi spiegare le ali, anche tremando.” ⋆━━━━━━☽☼☾━━━━━━⋆ E tu? Quale decisione stai tenendo ferma sul ramo? Qual è l’azione che oggi puoi finalmente compiere? Scrivilo. Fallo tuo. Condividilo. Condividi ed ispira gli altri.
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  • SAN SIRO: - nostalgia + STRATEGIA ⚽️

    La partita per San Siro non è finita.
    Ma siamo entrati in un’altra fase del gioco: quella in cui serve testa fredda, visione chiara e pressione nei punti giusti.
    Non bastano più i ricordi, i racconti di partite leggendarie, le emozioni vissute sugli spalti.Non è (più) una battaglia di cuore. È una questione di strategia.

    Perché San Siro oggi non è solo uno stadio. È diventato un asset immobiliare da abbattere per far spazio a un’operazione speculativa che non porta nessun vero vantaggio alla città.

    E allora dobbiamo smettere di inseguire la narrazione di chi comanda il gioco, e iniziare a parlare a chi può davvero cambiare il risultato: i TIFOSI.

    Perché senza tifosi non c’è sistema che regga.Senza di loro non ci sono sponsor, né abbonamenti, né visibilità.E allora facciamoci una domanda scomoda:perché continuare a finanziare chi distrugge la tua memoria sportiva e il patrimonio della tua città

    Serve una nuova mentalità:

    ⚫️ Boicottaggio simbolico, intelligente.

    Lanciare una campagna civica in cui si invitano i tifosi a non rinnovare gli abbonamenti, non acquistare merchandising ufficiale e non partecipare ad attivazioni promozionali legate alle società, fino a quando non verrà ritirato il progetto di demolizione.

    ⚫️ Campagne di pressione sui partner commerciali.

    Creare un dossier pubblico e una lettera aperta, firmata da cittadini, urbanisti, intellettuali e sportivi, indirizzata a sponsor e brand legati a Milan e Inter, chiedendo trasparenza e una presa di posizione.

    ⚫️ Contenuti chiari, divulgativi, che raccontino la dinamica dei fatti dietro questo progetto.

    Produrre micro-video, caroselli, infografiche e brevi podcast che raccontino: la VERITÀ.

    E soprattutto, una "comunità attiva" che smetta di subire e inizi a rispondere con metodo.

    ❗️Non si vince con uno stadio nuovo.Si vince con una società che rispetta la sua storia.Ed è proprio lì che dobbiamo colpire.

    La memoria non si abbatte.La cultura urbana non si demolisce.San Siro non è un ostacolo. È un simbolo.

    Facciamoci sentire. Adesso.

    #SaveSanSiro #SìMeazza #SanSiroPatrimonio #StopSpeculazione #MilanoÈDeiCittadini #MeazzaNonSiTocca #CulturaVsCemento #TifosiPerSanSiro #NonÈSoloCalcio #DifendiamoSanSiro
    SAN SIRO: - nostalgia + STRATEGIA ⚽️✊ La partita per San Siro non è finita. Ma siamo entrati in un’altra fase del gioco: quella in cui serve testa fredda, visione chiara e pressione nei punti giusti. Non bastano più i ricordi, i racconti di partite leggendarie, le emozioni vissute sugli spalti.Non è (più) una battaglia di cuore. È una questione di strategia. Perché San Siro oggi non è solo uno stadio. È diventato un asset immobiliare da abbattere per far spazio a un’operazione speculativa che non porta nessun vero vantaggio alla città. E allora dobbiamo smettere di inseguire la narrazione di chi comanda il gioco, e iniziare a parlare a chi può davvero cambiare il risultato: i TIFOSI. Perché senza tifosi non c’è sistema che regga.Senza di loro non ci sono sponsor, né abbonamenti, né visibilità.E allora facciamoci una domanda scomoda:perché continuare a finanziare chi distrugge la tua memoria sportiva e il patrimonio della tua città⁉️ Serve una nuova mentalità: ⚫️ Boicottaggio simbolico, intelligente. Lanciare una campagna civica in cui si invitano i tifosi a non rinnovare gli abbonamenti, non acquistare merchandising ufficiale e non partecipare ad attivazioni promozionali legate alle società, fino a quando non verrà ritirato il progetto di demolizione. ⚫️ Campagne di pressione sui partner commerciali. Creare un dossier pubblico e una lettera aperta, firmata da cittadini, urbanisti, intellettuali e sportivi, indirizzata a sponsor e brand legati a Milan e Inter, chiedendo trasparenza e una presa di posizione. ⚫️ Contenuti chiari, divulgativi, che raccontino la dinamica dei fatti dietro questo progetto. Produrre micro-video, caroselli, infografiche e brevi podcast che raccontino: la VERITÀ. 👉 E soprattutto, una "comunità attiva" che smetta di subire e inizi a rispondere con metodo. ❗️Non si vince con uno stadio nuovo.Si vince con una società che rispetta la sua storia.Ed è proprio lì che dobbiamo colpire. La memoria non si abbatte.La cultura urbana non si demolisce.San Siro non è un ostacolo. È un simbolo. Facciamoci sentire. Adesso. #SaveSanSiro #SìMeazza #SanSiroPatrimonio #StopSpeculazione #MilanoÈDeiCittadini #MeazzaNonSiTocca #CulturaVsCemento #TifosiPerSanSiro #NonÈSoloCalcio #DifendiamoSanSiro
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  • SMEMBRANDO QUARTIERI

    Quello che fa inorridire non è solo la solita speculazione edilizia, l’ennesima cementificazione selvaggia che di certo non arricchirà il tessuto sociale, ma piuttosto i conti bancari di qualche investitore. No, la vera tragedia è culturale. Perché il problema non è solo cosa si costruisce, ma cosa si distrugge per farlo.

    Milano sta vivendo un lento processo di cancellazione della propria storia urbana, una rimozione sistematica di edifici e simboli che hanno dato identità ai quartieri. Non sono solo palazzi da riempire e svuotare come camere d’albergo, ma spazi che hanno segnato la crescita e l’evoluzione di intere comunità. Eppure, la città continua a smantellare tutto senza memoria, senza rispetto, senza una visione che vada oltre il profitto immediato. Decostruendo i quartieri, si cancella la storia. E nemmeno con la certezza che le casse pubbliche ne trarranno beneficio.

    Il caso del "Tamburello" di Affori

    L’ultimo esempio di questa politica dello sfregio urbano è il Tamburello, storico edificio tra via Astesani e la stazione FN di Affori. Un nome che forse non tutti conoscono, ma che per decenni ha rappresentato un punto fermo per il Municipio 9. Costruito negli anni ’60 su progetto degli architetti Vito e Gustavo Latis, ha ospitato una filiale della Banca Nazionale del Lavoro, poi un’edicola, un parcheggio, e infine è diventato uno spazio sociale con il collettivo Ri-make, prima dello sgombero nel 2018.
    Oggi, il Tamburello è destinato alla demolizione per far posto all’ennesimo complesso residenziale: nove piani, 21 appartamenti, spazi commerciali. Un progetto curato dalla società immobiliare Rehalta, parte del gruppo FG Invest, e affidato a Coima Image. La costruzione sarebbe dovuta partire da tempo, ma i lavori ancora non sono iniziati.

    Non si tratta solo di un vecchio edificio abbandonato. Il Tamburello era e poteva essere ancora un luogo di aggregazione, un punto di riferimento per il quartiere. La cittadinanza, consapevole di ciò che si sta per perdere, non è rimasta a guardare e ha lanciato una raccolta firme per chiedere al Comune di Milano di fermare la demolizione e valutare alternative concrete. La proposta è chiara: riqualificare invece di abbattere, trasformando l’edificio in un centro polifunzionale per associazioni, eventi culturali, laboratori artigianali e servizi di welfare.

    Ancora una volta, la città si muove senza la politica, perché tanto l’interesse per i quartieri si accende solo sotto elezioni. Milano si racconta come città europea, innovativa, inclusiva. Ma la verità è che le manca quella mentalità creativa che altrove ha permesso di valorizzare il patrimonio esistente senza distruggerlo.

    A Rotterdam bastano quattro case cubiche per fare scuola di architettura. A Londra si reinventano interi quartieri con moduli abitativi sostenibili. Qui, invece, si abbatte e si ricostruisce senza logica, senza sensibilità, senza una strategia che non sia quella del guadagno immediato.
    Ma tutto si altera. E tutto si deteriora. E comunque, il passato non ritorna.

    #SalviamoIlTamburello #Affori #Milano #RigenerazioneUrbana #SpeculazioneEdilizia #PartecipazioneCivica #CulturaNonSiDemolisce
    SMEMBRANDO QUARTIERI 🏗️💔 Quello che fa inorridire non è solo la solita speculazione edilizia, l’ennesima cementificazione selvaggia che di certo non arricchirà il tessuto sociale, ma piuttosto i conti bancari di qualche investitore. No, la vera tragedia è culturale. Perché il problema non è solo cosa si costruisce, ma cosa si distrugge per farlo. Milano sta vivendo un lento processo di cancellazione della propria storia urbana, una rimozione sistematica di edifici e simboli che hanno dato identità ai quartieri. Non sono solo palazzi da riempire e svuotare come camere d’albergo, ma spazi che hanno segnato la crescita e l’evoluzione di intere comunità. Eppure, la città continua a smantellare tutto senza memoria, senza rispetto, senza una visione che vada oltre il profitto immediato. Decostruendo i quartieri, si cancella la storia. E nemmeno con la certezza che le casse pubbliche ne trarranno beneficio. 📍 Il caso del "Tamburello" di Affori L’ultimo esempio di questa politica dello sfregio urbano è il Tamburello, storico edificio tra via Astesani e la stazione FN di Affori. Un nome che forse non tutti conoscono, ma che per decenni ha rappresentato un punto fermo per il Municipio 9. Costruito negli anni ’60 su progetto degli architetti Vito e Gustavo Latis, ha ospitato una filiale della Banca Nazionale del Lavoro, poi un’edicola, un parcheggio, e infine è diventato uno spazio sociale con il collettivo Ri-make, prima dello sgombero nel 2018. Oggi, il Tamburello è destinato alla demolizione per far posto all’ennesimo complesso residenziale: nove piani, 21 appartamenti, spazi commerciali. Un progetto curato dalla società immobiliare Rehalta, parte del gruppo FG Invest, e affidato a Coima Image. La costruzione sarebbe dovuta partire da tempo, ma i lavori ancora non sono iniziati. 🔎 Non si tratta solo di un vecchio edificio abbandonato. Il Tamburello era e poteva essere ancora un luogo di aggregazione, un punto di riferimento per il quartiere. La cittadinanza, consapevole di ciò che si sta per perdere, non è rimasta a guardare e ha lanciato una raccolta firme per chiedere al Comune di Milano di fermare la demolizione e valutare alternative concrete. La proposta è chiara: riqualificare invece di abbattere, trasformando l’edificio in un centro polifunzionale per associazioni, eventi culturali, laboratori artigianali e servizi di welfare. 💬 Ancora una volta, la città si muove senza la politica, perché tanto l’interesse per i quartieri si accende solo sotto elezioni. Milano si racconta come città europea, innovativa, inclusiva. Ma la verità è che le manca quella mentalità creativa che altrove ha permesso di valorizzare il patrimonio esistente senza distruggerlo. A Rotterdam bastano quattro case cubiche per fare scuola di architettura. A Londra si reinventano interi quartieri con moduli abitativi sostenibili. Qui, invece, si abbatte e si ricostruisce senza logica, senza sensibilità, senza una strategia che non sia quella del guadagno immediato. Ma tutto si altera. E tutto si deteriora. E comunque, il passato non ritorna. #SalviamoIlTamburello 🥁 #Affori #Milano #RigenerazioneUrbana #SpeculazioneEdilizia #PartecipazioneCivica #CulturaNonSiDemolisce
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