• La chiamano energia rinnovabile perché ogni volta che c'è una grandinata devono rinnovare i pannelli…
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  • Per l'addestramento dell'intelligenza artificiale servirà moltissima acqua. Troppa
    Si stimano almeno 6 miliardi di litri di consumi. Ma i modelli di AI potranno anche incentivare i risparmi di energia. Le sfide della sostenibilità dei grandi Llm
    https://www.wired.it/article/addestramento-intelligenza-artificiale-consumi-acqua-sostenibilita/
    Per l'addestramento dell'intelligenza artificiale servirà moltissima acqua. Troppa Si stimano almeno 6 miliardi di litri di consumi. Ma i modelli di AI potranno anche incentivare i risparmi di energia. Le sfide della sostenibilità dei grandi Llm https://www.wired.it/article/addestramento-intelligenza-artificiale-consumi-acqua-sostenibilita/
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    Si stimano almeno 6 miliardi di litri di consumi. Ma i modelli di AI potranno anche incentivare i risparmi di energia. Le sfide della sostenibilità dei grandi Llm
    https://www.wired.it/article/addestramento-intelligenza-artificiale-consumi-acqua-sostenibilita/
    Per l'addestramento dell'intelligenza artificiale servirà moltissima acqua. Troppa Si stimano almeno 6 miliardi di litri di consumi. Ma i modelli di AI potranno anche incentivare i risparmi di energia. Le sfide della sostenibilità dei grandi Llm https://www.wired.it/article/addestramento-intelligenza-artificiale-consumi-acqua-sostenibilita/
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    Per l'addestramento dell'intelligenza artificiale servirà moltissima acqua. Troppa
    Si stimano almeno 6 miliardi di litri di consumi. Ma i modelli di AI potranno anche incentivare i risparmi di energia. Le sfide della sostenibilità dei grandi Llm
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  • ESTRAZIONE DELL'ACQUA DALL'ATMOSFERA

    Nonostante gli sforzi istituzionali posti in essere a livello internazionale dai Governi (tra cui gli Accordi di Parigi sui cambiamenti climatici, le continue Conferences of Parties, il forte impegno dei vari attori della Cooperazione allo Sviluppo) si è purtroppo ancora molto lontani dalla soluzione del problema. L’acqua, in particolare, manca in tante aree del mondo e non sempre la costruzione di pozzi (pur di estrema utilità) può essere una soluzione adeguata o sufficiente. Vediamo allora alcune idee sull’estrazione dell’acqua dall’atmosfera, nate dall’intuizione e dalle conoscenze tecniche di privati o di centri di studi di vari Paesi del mondo.

    .. N.B. per leggere i diversi metodi di ESTRAZIONE DELL'ACQUA DALL'ATMOSFERA e per tutto l'articolo
    https://abaqua.it/lumidita-dellaria-come-fonte-strategica-per-la-produzione-di-acqua/

    dalla sezione
    Energia Rinnovabile

    EcoAutonomia Telegram

    Gruppo Tematico d'InterScambio Open-source di Beni Servizi ed Informazioni
    Link di Accesso
    https://t.me/+QY2pYp5LyHc5MWU8
    ESTRAZIONE DELL'ACQUA DALL'ATMOSFERA Nonostante gli sforzi istituzionali posti in essere a livello internazionale dai Governi (tra cui gli Accordi di Parigi sui cambiamenti climatici, le continue Conferences of Parties, il forte impegno dei vari attori della Cooperazione allo Sviluppo) si è purtroppo ancora molto lontani dalla soluzione del problema. L’acqua, in particolare, manca in tante aree del mondo e non sempre la costruzione di pozzi (pur di estrema utilità) può essere una soluzione adeguata o sufficiente. Vediamo allora alcune idee sull’estrazione dell’acqua dall’atmosfera, nate dall’intuizione e dalle conoscenze tecniche di privati o di centri di studi di vari Paesi del mondo. .. N.B. per leggere i diversi metodi di ESTRAZIONE DELL'ACQUA DALL'ATMOSFERA e per tutto l'articolo 👇 https://abaqua.it/lumidita-dellaria-come-fonte-strategica-per-la-produzione-di-acqua/ ♻️ dalla sezione 👇 Energia Rinnovabile ♻️EcoAutonomia Telegram♻️ Gruppo Tematico d'InterScambio Open-source di Beni Servizi ed Informazioni Link di Accesso👇👇👇 https://t.me/+QY2pYp5LyHc5MWU8
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  • BEN Oltre i Confini

    Se la musica sa ancora colpire, allora sì, una speranza per la rivoluzione culturale esiste ancora.

    L’ho già detto — e non me ne pento: ci sono artisti capaci di essere più incisivi di mille editoriali. Cantautori e musicisti che non seguono la corrente, la generano. Che non inseguono classifiche né algoritmi, e che dell’autotune se ne fregano.
    Se non siamo noi a cercare la musica, allora sarà lei a trovare noi.

    E questa volta lo fa con forza, nella nuova avventura discografica di un veterano che ha ancora tanto da dire: Eugenio "Ben" Bennato.
    "Musica del Mondo", il nuovo LP fresco di stampa in questo avvio di 2025, è una dichiarazione di intenti. Una mappa sonora che parte da Napoli — autentica terra di mezzo, crocevia sonoro — per attraversare il Mediterraneo e oltre.
    Che Napoli fosse laboratorio permanente di fusioni culturali lo sapevamo già, ma oggi è ancora più vitale ricordarlo.
    In un presente che ha bisogno urgente di reazioni di orgoglio, di consapevolezza e di riscatto.
    Non con la solita retorica polarizzante, non con le solite "parti in causa" che si spartiscono l’opinione pubblica, ma con un album che invita all’unione attraverso la differenza.
    Che canta l’umanità come un'unica orchestra di stili e identità, senza censura né confini.
    Una musica che non predica, ma unisce.
    Che racconta senza retorica.
    Che propone invece di opporsi.
    E allora, cosa c'è di più politico di un disco che mette insieme la taranta, le scale indiane e la dolce malinconia del canto rai?

    "Musica del Mondo" è un viaggio che parte da New Delhi, fa tappa a Beirut, attraversa la Calabria e torna sempre a Napoli.
    Non per chiudere il cerchio, ma per aprirlo di nuovo.
    È un disco da ascoltare a volume alto, soprattutto se si ha la sensazione che il mondo stia affondando.
    Perché, a volte, la risposta non è nella nostalgia di un tempo in cui eravamo "grandi", ma nella capacità di accettare la decadenza con dignità, trasformandola in energia creativa.

    Non c'è bisogno di avere canali televisivi a disposizione, giornali o momenti dedicati di tortura tirata all'eccesso, normalmente chiamata "comizio politico".
    Il grande Ben lancia una lezione di quella che dovrebbe essere la vera politica, che va a braccetto con la Cultura attraverso la forma d'arte che per eccellenza fa parlare i #territori: la musica popolare.
    E laddove la politica ha disunito, la musica popolare come la cultura potranno ancora salvarci. Basta avere la forza e la pazienza di applicarsi.
    Scetateve guagliù!

    #BenOltreiConfini #EugenioBennato #MusicadelMondo #NapoliChiama #TarantaGlobale #MusicaRibelle #PoliticaCulturale #CulturaAttiva #MusicaPopolare #MediterraneoVivo #SudCreativo #EthnoSound #SuoniSenzaConfini #CantareèResistere #worldmusicrevolution
    BEN Oltre i Confini 🌍🎶✊ Se la musica sa ancora colpire, allora sì, una speranza per la rivoluzione culturale esiste ancora. L’ho già detto — e non me ne pento: ci sono artisti capaci di essere più incisivi di mille editoriali. Cantautori e musicisti che non seguono la corrente, la generano. Che non inseguono classifiche né algoritmi, e che dell’autotune se ne fregano. Se non siamo noi a cercare la musica, allora sarà lei a trovare noi. E questa volta lo fa con forza, nella nuova avventura discografica di un veterano che ha ancora tanto da dire: Eugenio "Ben" Bennato. "Musica del Mondo", il nuovo LP fresco di stampa in questo avvio di 2025, è una dichiarazione di intenti. Una mappa sonora che parte da Napoli — autentica terra di mezzo, crocevia sonoro — per attraversare il Mediterraneo e oltre. 🌊🎧 Che Napoli fosse laboratorio permanente di fusioni culturali lo sapevamo già, ma oggi è ancora più vitale ricordarlo. In un presente che ha bisogno urgente di reazioni di orgoglio, di consapevolezza e di riscatto. Non con la solita retorica polarizzante, non con le solite "parti in causa" che si spartiscono l’opinione pubblica, ma con un album che invita all’unione attraverso la differenza. Che canta l’umanità come un'unica orchestra di stili e identità, senza censura né confini. 🎵 Una musica che non predica, ma unisce. Che racconta senza retorica. Che propone invece di opporsi. E allora, cosa c'è di più politico di un disco che mette insieme la taranta, le scale indiane e la dolce malinconia del canto rai? "Musica del Mondo" è un viaggio che parte da New Delhi, fa tappa a Beirut, attraversa la Calabria e torna sempre a Napoli. Non per chiudere il cerchio, ma per aprirlo di nuovo. 🌐 È un disco da ascoltare a volume alto, soprattutto se si ha la sensazione che il mondo stia affondando. Perché, a volte, la risposta non è nella nostalgia di un tempo in cui eravamo "grandi", ma nella capacità di accettare la decadenza con dignità, trasformandola in energia creativa. Non c'è bisogno di avere canali televisivi a disposizione, giornali o momenti dedicati di tortura tirata all'eccesso, normalmente chiamata "comizio politico". Il grande Ben lancia una lezione di quella che dovrebbe essere la vera politica, che va a braccetto con la Cultura attraverso la forma d'arte che per eccellenza fa parlare i #territori: la musica popolare. E laddove la politica ha disunito, la musica popolare come la cultura potranno ancora salvarci. Basta avere la forza e la pazienza di applicarsi. Scetateve guagliù! #BenOltreiConfini #EugenioBennato #MusicadelMondo #NapoliChiama #TarantaGlobale #MusicaRibelle #PoliticaCulturale #CulturaAttiva #MusicaPopolare #MediterraneoVivo #SudCreativo #EthnoSound #SuoniSenzaConfini #CantareèResistere #worldmusicrevolution
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  • USAID, propaganda e verità: apriamo gli occhi! 👁️‍🗨️

    Cari amici, attivisti e amanti dell'informazione libera,
    riparte il nostro percorso con un nuovo spirito, una nuova energia e la voglia di ricercare insieme la verità.
    Questo è il primo evento ufficiale della nuova gestione del Comitato e vogliamo inaugurarlo insieme a voi!
    Vi invitiamo a un appuntamento imperdibile per comprendere il ruolo della propaganda nei conflitti globali e l’influenza dell’agenzia USAID nei contesti internazionali.

    Ne parliamo con:

    Germana Leoni, giornalista investigativa indipendente
    Leonardo Cribio, portavoce del Comitato Assange Italia

    Sabato 29 Marzo ore 18:00
    Casa Rossa, Via Privata Monte Lungo 2 – Milano (MM1 Turro)

    Un incontro per smascherare le narrazioni dominanti, confrontarci e ridare forza all'informazione critica.
    Porta la tua voce, la tua curiosità, la tua voglia di capire.
    La verità ha bisogno di tutti noi.
    Ingresso libero – partecipazione consapevole.

    #CasaRossaMilano #ComitatoAssangeItalia #PropagandaDiGuerra #EventoMilano #InformazioneLibera #USAID #VeritàNascosta #AttivismoCritico #SabatoInsieme #giornalismoinvestigativo
    🕵️‍♀️ USAID, propaganda e verità: apriamo gli occhi! 👁️‍🗨️ Cari amici, attivisti e amanti dell'informazione libera, riparte il nostro percorso con un nuovo spirito, una nuova energia e la voglia di ricercare insieme la verità. Questo è il primo evento ufficiale della nuova gestione del Comitato e vogliamo inaugurarlo insieme a voi! ✊ Vi invitiamo a un appuntamento imperdibile per comprendere il ruolo della propaganda nei conflitti globali e l’influenza dell’agenzia USAID nei contesti internazionali. 🌍 Ne parliamo con: Germana Leoni, giornalista investigativa indipendente 📰 Leonardo Cribio, portavoce del Comitato Assange Italia 🌐 🗓️ Sabato 29 Marzo ore 18:00 📍 Casa Rossa, Via Privata Monte Lungo 2 – Milano (MM1 Turro) Un incontro per smascherare le narrazioni dominanti, confrontarci e ridare forza all'informazione critica. 🗣️ Porta la tua voce, la tua curiosità, la tua voglia di capire. La verità ha bisogno di tutti noi. 💪 Ingresso libero – partecipazione consapevole. #CasaRossaMilano #ComitatoAssangeItalia #PropagandaDiGuerra #EventoMilano #InformazioneLibera #USAID #VeritàNascosta #AttivismoCritico #SabatoInsieme #giornalismoinvestigativo
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  • Usa: "Intesa con Ucraina e Russia per navigazione sicura nel Mar Nero". Kiev colpisce la Crimea con il nuovo missile - Il Fatto Quotidiano
    Terminati i colloqui Usa-Russia a Riad, in Arabia Saudita. Mosca: "Non saranno resi noti i contenuti". Giovedì a Parigi la riunione dei paesi "volenterosi"...

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/03/25/ucraina-zelensky-macron-base-kursk-uccisi-30-soldati/7927168/

    I colloqui a Riad, in Arabia Saudita, tra gli Stati Uniti e la Russia sono terminati lunedì sera. Le delegazioni di Washington e Mosca hanno già inviato relazioni ai leader di entrambi i Paesi. I rappresentanti degli Usa e quelli ucraini, invece, si sono visti martedì mattina per il secondo round di negoziati. Nessuna dichiarazione congiunta ma la Casa Bianca diffonde due differenti testi per ciascun colloquio, facendo sapere che gli esperti dei gruppi di lavoro Usa-Russia hanno concordato a Riad sugli stessi punti condivisi da Washington e Kiev. Ma mentre si apre uno spiraglio per garantire anche la navigazione sicura nel Mar Nero, su fronte della guerra continuano i raid e i bombardamenti con Kiev che ha anche annunciato di avere utilizzato il nuovissimo missile da crociera Long-Neptune anche contro la Crimea.

    Le dichiarazioni della Casa Bianca – “Gli Stati Uniti, la Russia e l’Ucraina hanno concordato di garantire la sicurezza della navigazione, eliminare l’uso della forza e impedire l’uso di navi commerciali per scopi militari nel Mar Nero”, rende noto la Casa Bianca. Al punto 2 della dichiarazione con Mosca si legge che gli Stati Uniti contribuiranno a ripristinare l’accesso della Russia al mercato mondiale per le esportazioni di prodotti agricoli e fertilizzanti, a ridurre i costi delle assicurazioni marittime e a migliorare l’accesso ai porti e ai sistemi di pagamento per tali transazioni. Mentre il secondo punto della dichiarazione con Kiev afferma che gli Stati Uniti e l’Ucraina hanno concordato che gli Usa rimangono impegnati a contribuire allo scambio di prigionieri di guerra, al rilascio di detenuti civili e al ritorno dei bambini ucraini trasferiti con la forza. Tra i punti concordati dai tre Paesi, fa sapere Washington, anche lo sviluppo di misure per l’attuazione dell’accordo del presidente Trump e del presidente Putin e del presidente Zelensky per vietare gli attacchi contro le strutture energetiche di Russia e Ucraina e l’accoglimento “con favore” dei “buoni uffici di Paesi Terzi al fine di sostenere l’applicazione degli accordi su energia e traffico marittimo”.

    “Trump vuole fermare le uccisioni” – Entrambe le note si concludono con la riaffermazione che gli Stati Uniti hanno ribadito a Mosca e Kiev “l’imperativo del presidente Trump di fermare le uccisioni da entrambe le parti del conflitto, come passo necessario per raggiungere una soluzione di pace duratura. A tal fine, gli Stati Uniti continueranno a facilitare i negoziati tra le due parti per raggiungere una risoluzione pacifica, in linea con gli accordi presi a Riad”.

    Le razioni – Il governo ucraino, confermando l’intesa raggiunta con gli Stati Uniti a Riad, ha allo stesso tempo avvertito che “tutti i movimenti delle navi militari russe al di fuori della parte orientale del Mar Nero costituiranno una violazione dello spirito di questo accordo, saranno considerati una violazione dell’impegno a garantire una navigazione sicura nel Mar Nero e una minaccia alla sicurezza nazionale dell’Ucraina. In questo caso l’Ucraina avrà pieno diritto di esercitare il diritto all’autodifesa“, ha scritto su X il ministro della Difesa Rustem Umerov, che ha guidato la delegazione ucraina in Arabia Saudita. Dal fronte russo, invece, il primo vice capo del Comitato di difesa e sicurezza del Consiglio della Federazione Russa, Vladimir Chizhov, ha tenuto a specificare che Russia e Stati Uniti non hanno adottato una dichiarazione congiunta dopo i colloqui di Riad a causa della posizione dell’Ucraina: “Anche il fatto che si siano seduti per 12 ore e si sia accordato su una dichiarazione congiunta, che però non è stata adottata a causa della posizione dell’Ucraina, è molto tipico e sintomatico”, ha detto Chizhov al canale televisivo Rossiya-24. I punti da chiarire rimangono, pertanto ancora, tanti.

    Il punto di Zelensky – L’Ucraina intende “attuare” gli accordi annunciati dalla Casa Bianca, in particolare per quanto riguarda la tregua nel Mar Nero tra Kiev e Mosca. A dichiararlo, definendoli “buone misure“, è stato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Faremo del nostro meglio per attuare gli accordi raggiunti nell’incontro tra Ucraina e Stati Uniti”, ha dichiarato Zelensky in una conferenza stampa. “Saremo costruttivi”, ha aggiunto. Ma “le infrastrutture civili non saranno incluse nell’accordo” che prevede la fine degli attacchi ucraini e russi alle rispettive strutture energetiche, ha precisato, Zelensky. Il presidente ucraino ha però criticato gli Usa per il ripristino delle esportazioni agricole russe: “Riteniamo che questo sia un indebolimento della posizione e un indebolimento delle sanzioni, a nostro avviso. Non conosciamo ancora i dettagli di questa voce”, ha detto. Zelensky ha anche mosso delle critiche all’inviato della Casa Bianca Steve Witkoff per le sue dichiarazioni sui territori di cui la Russia rivendica l’annessione: “Molte delle informazioni diffuse da alcune persone e dalla persona che lei ha citato… sono molto in linea con i messaggi del Cremlino“, ha dichiarato rispondendo a una domanda su un’intervista rilasciata da Witkoff nei giorni scorsi.

    Il punto di Mosca – Il Cremlino, intanto, afferma che Russia e Stati Uniti “hanno concordato di sviluppare misure per attuare gli accordi dei presidenti dei due Paesi sul divieto di attacchi agli impianti energetici in Russia e Ucraina per un periodo di 30 giorni, a partire dal 18 marzo 2025, con possibilità di estensione e ritiro dall’accordo in caso di mancato rispetto da parte di una delle parti”. Mosca è favorevole ad attuare un accordo sulla sicurezza della navigazione sul Mar Nero ma afferma che l’intesa con gli Usa entrerà in vigore dopo il ritiro delle sanzioni sulle esportazioni agricole russe e su alcuni settori collegati. “La Russia e gli Stati Uniti continueranno a lavorare per raggiungere una pace solida e duratura” in Ucraina, si legge nella nota del Cremlino.

    L’incontro all’Eliseo – Intanto di certo al momento c’è, invece, che Emmanuel Macron accoglierà mercoledì sera all’Eliseo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “per un incontro seguito da una cena di lavoro”. Il capo dello stato francese – precisa la presidenza – “ribadirà a Zelensky che la Francia farà della continuazione e del rafforzamento del sostegno militare e finanziario all’Ucraina la sua priorità assoluta”. L’Eliseo aggiunge che l’incontro “consentirà ai due dirigenti di preparare la riunione sulla pace e la sicurezza per l’Ucraina che si terrà il giorno dopo a Parigi”, la riunione dei cosiddetti paesi “volenterosi” alla quale parteciperà anche Giorgia Meloni.

    La guerra sul campo – Sul fronte bellico, invece, fa rumore l’annuncio dell’aeronautica militare ucraina che afferma di aver colpito una base militare russa nella regione di Kursk, in Russia, eliminando circa 30 soldati russi. Lo Stato maggiore delle forze armate di Kiev ha spiegato che la distruzione di questa base riduce la capacità dei russi di condurre operazioni di combattimento nelle regioni di Sumy e Kursk. In più, in un’intervista al giornale norvegese Nettavisen, il ministro delle industrie strategiche di Kiev, Herman Smetanin, ha fatto sapere che il nuovissimo missile da crociera di fabbricazione ucraina Long-Neptune – con una gittata di 1.000 chilometri – è stato utilizzato contro la Russia: non solo contro una raffineria di petrolio russa di Tuapse, ma in realtà “la prima volta che l’abbiamo utilizzato abbiamo attaccato un obiettivo militare nella penisola della Crimea occupata”, ha dichiarato. Mosca, da parte sua, accusa le forze ucraine di aver sparato volutamente su un gruppo di giornalisti e operatori di media russi nella zona del fronte provocando la morte di tre di loro. “Il fuoco era mirato, volevano specificamente ucciderli”, ha detto Peskov. Le accuse non sono verificabili in modo indipendente. Secondo il Cremlino e il ministero degli Esteri russo, ieri sono morti il giornalista di Izvestia, Aleksandr Fedorchak, il cameraman del canale televisivo Zvezda, Andrey Panov, e l’autista, Aleksandr Sirkeli, mentre altri due giornalisti sono rimasti feriti.
    Usa: "Intesa con Ucraina e Russia per navigazione sicura nel Mar Nero". Kiev colpisce la Crimea con il nuovo missile - Il Fatto Quotidiano Terminati i colloqui Usa-Russia a Riad, in Arabia Saudita. Mosca: "Non saranno resi noti i contenuti". Giovedì a Parigi la riunione dei paesi "volenterosi"... https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/03/25/ucraina-zelensky-macron-base-kursk-uccisi-30-soldati/7927168/ I colloqui a Riad, in Arabia Saudita, tra gli Stati Uniti e la Russia sono terminati lunedì sera. Le delegazioni di Washington e Mosca hanno già inviato relazioni ai leader di entrambi i Paesi. I rappresentanti degli Usa e quelli ucraini, invece, si sono visti martedì mattina per il secondo round di negoziati. Nessuna dichiarazione congiunta ma la Casa Bianca diffonde due differenti testi per ciascun colloquio, facendo sapere che gli esperti dei gruppi di lavoro Usa-Russia hanno concordato a Riad sugli stessi punti condivisi da Washington e Kiev. Ma mentre si apre uno spiraglio per garantire anche la navigazione sicura nel Mar Nero, su fronte della guerra continuano i raid e i bombardamenti con Kiev che ha anche annunciato di avere utilizzato il nuovissimo missile da crociera Long-Neptune anche contro la Crimea. Le dichiarazioni della Casa Bianca – “Gli Stati Uniti, la Russia e l’Ucraina hanno concordato di garantire la sicurezza della navigazione, eliminare l’uso della forza e impedire l’uso di navi commerciali per scopi militari nel Mar Nero”, rende noto la Casa Bianca. Al punto 2 della dichiarazione con Mosca si legge che gli Stati Uniti contribuiranno a ripristinare l’accesso della Russia al mercato mondiale per le esportazioni di prodotti agricoli e fertilizzanti, a ridurre i costi delle assicurazioni marittime e a migliorare l’accesso ai porti e ai sistemi di pagamento per tali transazioni. Mentre il secondo punto della dichiarazione con Kiev afferma che gli Stati Uniti e l’Ucraina hanno concordato che gli Usa rimangono impegnati a contribuire allo scambio di prigionieri di guerra, al rilascio di detenuti civili e al ritorno dei bambini ucraini trasferiti con la forza. Tra i punti concordati dai tre Paesi, fa sapere Washington, anche lo sviluppo di misure per l’attuazione dell’accordo del presidente Trump e del presidente Putin e del presidente Zelensky per vietare gli attacchi contro le strutture energetiche di Russia e Ucraina e l’accoglimento “con favore” dei “buoni uffici di Paesi Terzi al fine di sostenere l’applicazione degli accordi su energia e traffico marittimo”. “Trump vuole fermare le uccisioni” – Entrambe le note si concludono con la riaffermazione che gli Stati Uniti hanno ribadito a Mosca e Kiev “l’imperativo del presidente Trump di fermare le uccisioni da entrambe le parti del conflitto, come passo necessario per raggiungere una soluzione di pace duratura. A tal fine, gli Stati Uniti continueranno a facilitare i negoziati tra le due parti per raggiungere una risoluzione pacifica, in linea con gli accordi presi a Riad”. Le razioni – Il governo ucraino, confermando l’intesa raggiunta con gli Stati Uniti a Riad, ha allo stesso tempo avvertito che “tutti i movimenti delle navi militari russe al di fuori della parte orientale del Mar Nero costituiranno una violazione dello spirito di questo accordo, saranno considerati una violazione dell’impegno a garantire una navigazione sicura nel Mar Nero e una minaccia alla sicurezza nazionale dell’Ucraina. In questo caso l’Ucraina avrà pieno diritto di esercitare il diritto all’autodifesa“, ha scritto su X il ministro della Difesa Rustem Umerov, che ha guidato la delegazione ucraina in Arabia Saudita. Dal fronte russo, invece, il primo vice capo del Comitato di difesa e sicurezza del Consiglio della Federazione Russa, Vladimir Chizhov, ha tenuto a specificare che Russia e Stati Uniti non hanno adottato una dichiarazione congiunta dopo i colloqui di Riad a causa della posizione dell’Ucraina: “Anche il fatto che si siano seduti per 12 ore e si sia accordato su una dichiarazione congiunta, che però non è stata adottata a causa della posizione dell’Ucraina, è molto tipico e sintomatico”, ha detto Chizhov al canale televisivo Rossiya-24. I punti da chiarire rimangono, pertanto ancora, tanti. Il punto di Zelensky – L’Ucraina intende “attuare” gli accordi annunciati dalla Casa Bianca, in particolare per quanto riguarda la tregua nel Mar Nero tra Kiev e Mosca. A dichiararlo, definendoli “buone misure“, è stato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Faremo del nostro meglio per attuare gli accordi raggiunti nell’incontro tra Ucraina e Stati Uniti”, ha dichiarato Zelensky in una conferenza stampa. “Saremo costruttivi”, ha aggiunto. Ma “le infrastrutture civili non saranno incluse nell’accordo” che prevede la fine degli attacchi ucraini e russi alle rispettive strutture energetiche, ha precisato, Zelensky. Il presidente ucraino ha però criticato gli Usa per il ripristino delle esportazioni agricole russe: “Riteniamo che questo sia un indebolimento della posizione e un indebolimento delle sanzioni, a nostro avviso. Non conosciamo ancora i dettagli di questa voce”, ha detto. Zelensky ha anche mosso delle critiche all’inviato della Casa Bianca Steve Witkoff per le sue dichiarazioni sui territori di cui la Russia rivendica l’annessione: “Molte delle informazioni diffuse da alcune persone e dalla persona che lei ha citato… sono molto in linea con i messaggi del Cremlino“, ha dichiarato rispondendo a una domanda su un’intervista rilasciata da Witkoff nei giorni scorsi. Il punto di Mosca – Il Cremlino, intanto, afferma che Russia e Stati Uniti “hanno concordato di sviluppare misure per attuare gli accordi dei presidenti dei due Paesi sul divieto di attacchi agli impianti energetici in Russia e Ucraina per un periodo di 30 giorni, a partire dal 18 marzo 2025, con possibilità di estensione e ritiro dall’accordo in caso di mancato rispetto da parte di una delle parti”. Mosca è favorevole ad attuare un accordo sulla sicurezza della navigazione sul Mar Nero ma afferma che l’intesa con gli Usa entrerà in vigore dopo il ritiro delle sanzioni sulle esportazioni agricole russe e su alcuni settori collegati. “La Russia e gli Stati Uniti continueranno a lavorare per raggiungere una pace solida e duratura” in Ucraina, si legge nella nota del Cremlino. L’incontro all’Eliseo – Intanto di certo al momento c’è, invece, che Emmanuel Macron accoglierà mercoledì sera all’Eliseo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “per un incontro seguito da una cena di lavoro”. Il capo dello stato francese – precisa la presidenza – “ribadirà a Zelensky che la Francia farà della continuazione e del rafforzamento del sostegno militare e finanziario all’Ucraina la sua priorità assoluta”. L’Eliseo aggiunge che l’incontro “consentirà ai due dirigenti di preparare la riunione sulla pace e la sicurezza per l’Ucraina che si terrà il giorno dopo a Parigi”, la riunione dei cosiddetti paesi “volenterosi” alla quale parteciperà anche Giorgia Meloni. La guerra sul campo – Sul fronte bellico, invece, fa rumore l’annuncio dell’aeronautica militare ucraina che afferma di aver colpito una base militare russa nella regione di Kursk, in Russia, eliminando circa 30 soldati russi. Lo Stato maggiore delle forze armate di Kiev ha spiegato che la distruzione di questa base riduce la capacità dei russi di condurre operazioni di combattimento nelle regioni di Sumy e Kursk. In più, in un’intervista al giornale norvegese Nettavisen, il ministro delle industrie strategiche di Kiev, Herman Smetanin, ha fatto sapere che il nuovissimo missile da crociera di fabbricazione ucraina Long-Neptune – con una gittata di 1.000 chilometri – è stato utilizzato contro la Russia: non solo contro una raffineria di petrolio russa di Tuapse, ma in realtà “la prima volta che l’abbiamo utilizzato abbiamo attaccato un obiettivo militare nella penisola della Crimea occupata”, ha dichiarato. Mosca, da parte sua, accusa le forze ucraine di aver sparato volutamente su un gruppo di giornalisti e operatori di media russi nella zona del fronte provocando la morte di tre di loro. “Il fuoco era mirato, volevano specificamente ucciderli”, ha detto Peskov. Le accuse non sono verificabili in modo indipendente. Secondo il Cremlino e il ministero degli Esteri russo, ieri sono morti il giornalista di Izvestia, Aleksandr Fedorchak, il cameraman del canale televisivo Zvezda, Andrey Panov, e l’autista, Aleksandr Sirkeli, mentre altri due giornalisti sono rimasti feriti.
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  • Per la Pace in Europa: No ai 800 Miliardi di Armamenti di Von der Leyen

    Noi, cittadini europei, esprimiamo la nostra ferma opposizione alle recenti dichiarazioni della Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che il 4 marzo 2025 ha proposto un piano da 800 miliardi di euro per il riarmo dell’Europa, chiamato “ReArm Europe”. Questo annuncio è arrivato poche ore dopo che il Presidente USA Donald Trump ha sospeso gli aiuti militari all’Ucraina, intensificando le tensioni transatlantiche.
    Dopo tre anni di guerra tra Russia e Ucraina, iniziata il 24 febbraio 2022, il conflitto ha causato una tragedia immensa: secondo l’ONU, al febbraio 2025, oltre 10.500 civili sono morti, mentre stime ucraine riportano più di 100.000 militari caduti e la Russia ammette oltre 50.000 perdite, con numeri reali probabilmente più alti. La guerra ha distrutto città come Mariupol e Bakhmut, lasciando milioni di sfollati. La maggioranza dei cittadini europei, come rilevato da sondaggi Eurobarometro del 2024, desidera la pace: il 68% si oppone a ulteriori escalation militari e sostiene negoziati.

    Invece di investire in armi, come i 150 miliardi di euro in prestiti per droni e missili annunciati da Von der Leyen, chiediamo che l’Europa punti su diplomazia e ricostruzione. Negli ultimi tre anni, il costo del gas e dell’energia è esploso: secondo Eurostat, i prezzi del gas per le famiglie sono passati da 7,8 €/100 kWh nel 2021 a 11,9 €/100 kWh nel 2023 (+52%), mentre l’elettricità è salita da 23,5 €/100 kWh a 28,9 €/100 kWh (+23%); l’inflazione complessiva nell’UE è balzata dal 2,55% nel 2021 al 9,32% nel 2022, per poi scendere al 6,3% nel 2023, restando però ben sopra il target BCE del 2%.
    Questi aumenti pesano sui bilanci familiari e industriali, rendendo insostenibile un’ulteriore militarizzazione. Il summit UE del 6 marzo 2025 a Bruxelles non deve trasformarsi in un via libera alla militarizzazione, ma in un’occasione per ascoltare la volontà popolare.

    Rifiutiamo una corsa agli armamenti che rischia di portarci verso una terza guerra mondiale e chiediamo ai leader di fermare le ostilità, destinando risorse a una visione di pace concreta: chiediamo fondi per ricostruire città come Mariupol e Bakhmut, completamente rase al suolo, anziché finanziare nuovi conflitti, risorse per compensare economicamente i familiari delle vittime della guerra e per fornire assistenza medica e riabilitativa alle centinaia di migliaia di feriti, invece di investire in armi, e programmi di assistenza per il reinsediamento delle famiglie sfollate.

    Firma per dire no alla guerra e sì a un’Europa di dialogo e solidarietà.

    https://www.change.org/for_peace_in_europe

    MASSIMA CONDIVISIONE! GRAZIE!
    Per la Pace in Europa: No ai 800 Miliardi di Armamenti di Von der Leyen Noi, cittadini europei, esprimiamo la nostra ferma opposizione alle recenti dichiarazioni della Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che il 4 marzo 2025 ha proposto un piano da 800 miliardi di euro per il riarmo dell’Europa, chiamato “ReArm Europe”. Questo annuncio è arrivato poche ore dopo che il Presidente USA Donald Trump ha sospeso gli aiuti militari all’Ucraina, intensificando le tensioni transatlantiche. Dopo tre anni di guerra tra Russia e Ucraina, iniziata il 24 febbraio 2022, il conflitto ha causato una tragedia immensa: secondo l’ONU, al febbraio 2025, oltre 10.500 civili sono morti, mentre stime ucraine riportano più di 100.000 militari caduti e la Russia ammette oltre 50.000 perdite, con numeri reali probabilmente più alti. La guerra ha distrutto città come Mariupol e Bakhmut, lasciando milioni di sfollati. La maggioranza dei cittadini europei, come rilevato da sondaggi Eurobarometro del 2024, desidera la pace: il 68% si oppone a ulteriori escalation militari e sostiene negoziati. Invece di investire in armi, come i 150 miliardi di euro in prestiti per droni e missili annunciati da Von der Leyen, chiediamo che l’Europa punti su diplomazia e ricostruzione. Negli ultimi tre anni, il costo del gas e dell’energia è esploso: secondo Eurostat, i prezzi del gas per le famiglie sono passati da 7,8 €/100 kWh nel 2021 a 11,9 €/100 kWh nel 2023 (+52%), mentre l’elettricità è salita da 23,5 €/100 kWh a 28,9 €/100 kWh (+23%); l’inflazione complessiva nell’UE è balzata dal 2,55% nel 2021 al 9,32% nel 2022, per poi scendere al 6,3% nel 2023, restando però ben sopra il target BCE del 2%. Questi aumenti pesano sui bilanci familiari e industriali, rendendo insostenibile un’ulteriore militarizzazione. Il summit UE del 6 marzo 2025 a Bruxelles non deve trasformarsi in un via libera alla militarizzazione, ma in un’occasione per ascoltare la volontà popolare. Rifiutiamo una corsa agli armamenti che rischia di portarci verso una terza guerra mondiale e chiediamo ai leader di fermare le ostilità, destinando risorse a una visione di pace concreta: chiediamo fondi per ricostruire città come Mariupol e Bakhmut, completamente rase al suolo, anziché finanziare nuovi conflitti, risorse per compensare economicamente i familiari delle vittime della guerra e per fornire assistenza medica e riabilitativa alle centinaia di migliaia di feriti, invece di investire in armi, e programmi di assistenza per il reinsediamento delle famiglie sfollate. Firma per dire no alla guerra e sì a un’Europa di dialogo e solidarietà. https://www.change.org/for_peace_in_europe MASSIMA CONDIVISIONE! GRAZIE!
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    For Peace in Europe: No to Von der Leyen’s 800 Billion in Armaments
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  • Petizione: Per la Pace in Europa: No ai 800 Miliardi di Armamenti di Von der Leyen

    Noi, cittadini europei, esprimiamo la nostra ferma opposizione alle recenti dichiarazioni della Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che il 4 marzo 2025 ha proposto un piano da 800 miliardi di euro per il riarmo dell’Europa, chiamato “ReArm Europe”. Questo annuncio è arrivato poche ore dopo che il Presidente USA Donald Trump ha sospeso gli aiuti militari all’Ucraina, intensificando le tensioni transatlantiche. Dopo tre anni di guerra tra Russia e Ucraina, iniziata il 24 febbraio 2022, il conflitto ha causato una tragedia immensa: secondo l’ONU, al febbraio 2025, oltre 10.500 civili sono morti, mentre stime ucraine riportano più di 100.000 militari caduti e la Russia ammette oltre 50.000 perdite, con numeri reali probabilmente più alti. La guerra ha distrutto città come Mariupol e Bakhmut, lasciando milioni di sfollati. La maggioranza dei cittadini europei, come rilevato da sondaggi Eurobarometro del 2024, desidera la pace: il 68% si oppone a ulteriori escalation militari e sostiene negoziati. Invece di investire in armi, come i 150 miliardi di euro in prestiti per droni e missili annunciati da Von der Leyen, chiediamo che l’Europa punti su diplomazia e ricostruzione. Negli ultimi tre anni, il costo del gas e dell’energia è esploso: secondo Eurostat, i prezzi del gas per le famiglie sono passati da 7,8 €/100 kWh nel 2021 a 11,9 €/100 kWh nel 2023 (+52%), mentre l’elettricità è salita da 23,5 €/100 kWh a 28,9 €/100 kWh (+23%); l’inflazione complessiva nell’UE è balzata dal 2,55% nel 2021 al 9,32% nel 2022, per poi scendere al 6,3% nel 2023, restando però ben sopra il target BCE del 2%. Questi aumenti pesano sui bilanci familiari e industriali, rendendo insostenibile un’ulteriore militarizzazione. Il summit UE del 6 marzo 2025 a Bruxelles non deve trasformarsi in un via libera alla militarizzazione, ma in un’occasione per ascoltare la volontà popolare. Rifiutiamo una corsa agli armamenti che rischia di portarci verso una terza guerra mondiale e chiediamo ai leader di fermare le ostilità, destinando risorse a una visione di pace concreta: chiediamo fondi per ricostruire città come Mariupol e Bakhmut, completamente rase al suolo, anziché finanziare nuovi conflitti, risorse per compensare economicamente i familiari delle vittime della guerra e per fornire assistenza medica e riabilitativa alle centinaia di migliaia di feriti, invece di investire in armi, e programmi di assistenza per il reinsediamento delle famiglie sfollate. Firma per dire no alla guerra e sì a un’Europa di dialogo e solidarietà.

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    English

    Petition: For Peace in Europe: No to Von der Leyen’s 800 Billion in Armaments

    We, European citizens, strongly oppose the recent statements by European Commission President Ursula von der Leyen, who on March 4, 2025, unveiled an €800 billion “ReArm Europe” plan to bolster Europe’s defenses. This came hours after U.S. President Donald Trump suspended military aid to Ukraine, escalating transatlantic tensions. The Russia-Ukraine war, ongoing since February 24, 2022, has caused immense tragedy: the UN reports over 10,500 civilian deaths by February 2025, while Ukraine estimates over 100,000 soldiers killed and Russia acknowledges 50,000 losses, with true figures likely higher. Cities like Mariupol and Bakhmut lie in ruins, and millions are displaced. Most Europeans, as shown by a 2024 Eurobarometer survey, want peace—68% oppose further military escalation and support negotiations. Instead of pouring €150 billion in loans into drones and missiles, as Von der Leyen proposes, we demand investment in diplomacy and rebuilding. Over the past three years, gas and energy costs have soared: Eurostat data shows household gas prices rose from €7.8/100 kWh in 2021 to €11.9/100 kWh in 2023 (+52%), and electricity from €23.5/100 kWh to €28.9/100 kWh (+23%); EU inflation spiked from 2.55% in 2021 to 9.32% in 2022, then eased to 6.3% in 2023, still far above the ECB’s 2% target. These rises burden households and industries, making further militarization untenable. The EU summit on March 6, 2025, in Brussels must not greenlight militarization but reflect the public’s will. We reject an arms race that could drag us toward a third world war and urge leaders to end hostilities, redirecting funds to a tangible vision of peace: we demand funds to rebuild cities like Mariupol and Bakhmut, completely razed to the ground, rather than funding new conflicts, resources to financially compensate the families of war victims and to provide medical and rehabilitative care to the hundreds of thousands of wounded, instead of investing in weapons, and programs to assist the resettlement of displaced families. Sign to say no to war and yes to a Europe of dialogue and solidarity.

    SIGN and SHARE. WE ARE THE VAST MAJORITY of EUROPEAN and WORLD CITIZENS. LET'S SHOW OUR STRENGTH. THANK YOU ALL!

    https://www.change.org/for_peace_in_europe
    Petizione: Per la Pace in Europa: No ai 800 Miliardi di Armamenti di Von der Leyen Noi, cittadini europei, esprimiamo la nostra ferma opposizione alle recenti dichiarazioni della Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che il 4 marzo 2025 ha proposto un piano da 800 miliardi di euro per il riarmo dell’Europa, chiamato “ReArm Europe”. Questo annuncio è arrivato poche ore dopo che il Presidente USA Donald Trump ha sospeso gli aiuti militari all’Ucraina, intensificando le tensioni transatlantiche. Dopo tre anni di guerra tra Russia e Ucraina, iniziata il 24 febbraio 2022, il conflitto ha causato una tragedia immensa: secondo l’ONU, al febbraio 2025, oltre 10.500 civili sono morti, mentre stime ucraine riportano più di 100.000 militari caduti e la Russia ammette oltre 50.000 perdite, con numeri reali probabilmente più alti. La guerra ha distrutto città come Mariupol e Bakhmut, lasciando milioni di sfollati. La maggioranza dei cittadini europei, come rilevato da sondaggi Eurobarometro del 2024, desidera la pace: il 68% si oppone a ulteriori escalation militari e sostiene negoziati. Invece di investire in armi, come i 150 miliardi di euro in prestiti per droni e missili annunciati da Von der Leyen, chiediamo che l’Europa punti su diplomazia e ricostruzione. Negli ultimi tre anni, il costo del gas e dell’energia è esploso: secondo Eurostat, i prezzi del gas per le famiglie sono passati da 7,8 €/100 kWh nel 2021 a 11,9 €/100 kWh nel 2023 (+52%), mentre l’elettricità è salita da 23,5 €/100 kWh a 28,9 €/100 kWh (+23%); l’inflazione complessiva nell’UE è balzata dal 2,55% nel 2021 al 9,32% nel 2022, per poi scendere al 6,3% nel 2023, restando però ben sopra il target BCE del 2%. Questi aumenti pesano sui bilanci familiari e industriali, rendendo insostenibile un’ulteriore militarizzazione. Il summit UE del 6 marzo 2025 a Bruxelles non deve trasformarsi in un via libera alla militarizzazione, ma in un’occasione per ascoltare la volontà popolare. Rifiutiamo una corsa agli armamenti che rischia di portarci verso una terza guerra mondiale e chiediamo ai leader di fermare le ostilità, destinando risorse a una visione di pace concreta: chiediamo fondi per ricostruire città come Mariupol e Bakhmut, completamente rase al suolo, anziché finanziare nuovi conflitti, risorse per compensare economicamente i familiari delle vittime della guerra e per fornire assistenza medica e riabilitativa alle centinaia di migliaia di feriti, invece di investire in armi, e programmi di assistenza per il reinsediamento delle famiglie sfollate. Firma per dire no alla guerra e sì a un’Europa di dialogo e solidarietà. FIRMA e CONDIVIDI. SIAMO LA GRANDE MAGGIORANZA dei CITTADINI EUROPEI e MONDIALI. DIMOSTRIAMO LA NOSTRA FORZA. GRAZIE a TUTTI! English Petition: For Peace in Europe: No to Von der Leyen’s 800 Billion in Armaments We, European citizens, strongly oppose the recent statements by European Commission President Ursula von der Leyen, who on March 4, 2025, unveiled an €800 billion “ReArm Europe” plan to bolster Europe’s defenses. This came hours after U.S. President Donald Trump suspended military aid to Ukraine, escalating transatlantic tensions. The Russia-Ukraine war, ongoing since February 24, 2022, has caused immense tragedy: the UN reports over 10,500 civilian deaths by February 2025, while Ukraine estimates over 100,000 soldiers killed and Russia acknowledges 50,000 losses, with true figures likely higher. Cities like Mariupol and Bakhmut lie in ruins, and millions are displaced. Most Europeans, as shown by a 2024 Eurobarometer survey, want peace—68% oppose further military escalation and support negotiations. Instead of pouring €150 billion in loans into drones and missiles, as Von der Leyen proposes, we demand investment in diplomacy and rebuilding. Over the past three years, gas and energy costs have soared: Eurostat data shows household gas prices rose from €7.8/100 kWh in 2021 to €11.9/100 kWh in 2023 (+52%), and electricity from €23.5/100 kWh to €28.9/100 kWh (+23%); EU inflation spiked from 2.55% in 2021 to 9.32% in 2022, then eased to 6.3% in 2023, still far above the ECB’s 2% target. These rises burden households and industries, making further militarization untenable. The EU summit on March 6, 2025, in Brussels must not greenlight militarization but reflect the public’s will. We reject an arms race that could drag us toward a third world war and urge leaders to end hostilities, redirecting funds to a tangible vision of peace: we demand funds to rebuild cities like Mariupol and Bakhmut, completely razed to the ground, rather than funding new conflicts, resources to financially compensate the families of war victims and to provide medical and rehabilitative care to the hundreds of thousands of wounded, instead of investing in weapons, and programs to assist the resettlement of displaced families. Sign to say no to war and yes to a Europe of dialogue and solidarity. SIGN and SHARE. WE ARE THE VAST MAJORITY of EUROPEAN and WORLD CITIZENS. LET'S SHOW OUR STRENGTH. THANK YOU ALL! https://www.change.org/for_peace_in_europe
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  • ESPLOSIVO: STARMER E ZELENSKYY HANNO APPENA CERCATO DI GIOCARE A TRUMP: ACCORDI SOTTO BANCO GLOBALISTI SVELATI!Pensateci. Il 17 gennaio, Starmer e Zelenskyy hanno siglato un accordo che lega la ricchezza mineraria critica dell'Ucraina al Regno Unito per il prossimo secolo. Tale accordo riguarda difesa, sicurezza, energia e infrastrutture, E un gruppo di lavoro speciale progettato per "massimizzare i benefici" delle risorse naturali dell'Ucraina. Allora perché Zelenskyy a Washington si comportava come se stesse negoziando in buona fede con gli USA? Si è trattato di una vera discussione, o solo di un tentativo di scuotere l'amministrazione Trump mentre Starmer e i suoi amici globalisti se ne stavano seduti a ridere? Trump ha capito il gioco e ha rifiutato di farsi manipolare: ora i globalisti sono in difficoltà. LA LORO TRUFFA È STATA SVELATA: CHI ALTRO È COINVOLTO? TRUMP SI È RIFIUTATO DI FARSI PRENDERE IN GIRO: ORA È IL MOMENTO CHE IL POPOLO AMERICANO SI SVEGLI! Quanto tempo ci vorrà prima che il mondo si renda conto che l'Ucraina è solo una pedina nel gioco dell'impero globalista? La lotta per la verità è appena iniziata.
    ESPLOSIVO: STARMER E ZELENSKYY HANNO APPENA CERCATO DI GIOCARE A TRUMP: ACCORDI SOTTO BANCO GLOBALISTI SVELATI!Pensateci. Il 17 gennaio, Starmer e Zelenskyy hanno siglato un accordo che lega la ricchezza mineraria critica dell'Ucraina al Regno Unito per il prossimo secolo. Tale accordo riguarda difesa, sicurezza, energia e infrastrutture, E un gruppo di lavoro speciale progettato per "massimizzare i benefici" delle risorse naturali dell'Ucraina. Allora perché Zelenskyy a Washington si comportava come se stesse negoziando in buona fede con gli USA? Si è trattato di una vera discussione, o solo di un tentativo di scuotere l'amministrazione Trump mentre Starmer e i suoi amici globalisti se ne stavano seduti a ridere? Trump ha capito il gioco e ha rifiutato di farsi manipolare: ora i globalisti sono in difficoltà. 📷 LA LORO TRUFFA È STATA SVELATA: CHI ALTRO È COINVOLTO? 📷 TRUMP SI È RIFIUTATO DI FARSI PRENDERE IN GIRO: ORA È IL MOMENTO CHE IL POPOLO AMERICANO SI SVEGLI! 📷Quanto tempo ci vorrà prima che il mondo si renda conto che l'Ucraina è solo una pedina nel gioco dell'impero globalista? La lotta per la verità è appena iniziata.
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