• ANTIFA OMEOPATICI

    Marco Travaglio - 3 Maggio 2025

    Degli “antifascisti immaginari” ritratti da Padellaro non c’è bisogno di fare i nomi, anche perché sono troppi. Ma basta vedere chi s’è infuriato per la definizione, che ovviamente esclude gli antifascisti veri e seri. E include chi dell’antifascismo di maniera e di carriera ha fatto un mestiere a rischio zero e guadagno mille. Come dice Giordano Bruno Guerri, i partigiani doc rischiavano la vita e molti la persero: quelli fuori tempo massimo rischiano al massimo qualche applauso (e royalty). Un’altra cartina al tornasole per riconoscerli è ciò che accadrà il 9 maggio, 80° anniversario della vittoria dell’Urss contro il Terzo Reich. A Mosca la vittoria nella “Grande Guerra Patriottica” sarà celebrata con la consueta parata nella Piazza Rossa, più solenne del solito per la cifra tonda, dove Putin mostrerà al mondo di essere tutt’altro che isolato ospitando i leader di Cina, India, Brasile, Sudafrica, altri Brics e Palestina. Dall’Europa giungeranno solo lo slovacco Fico e il serbo Vucic, subito minacciati dalla rappresentante per la Politica estera Ue, la estone Kaja Kallas, il cui Paese 80 anni fa stava coi nazisti. E non era il solo: era filonazista anche la parte occidentale dell’Ucraina, la Galizia attorno a Leopoli. Lì nel 1941 migliaia di collaborazionisti accolsero come liberatori i soldati hitleriani della Wehrmacht in marcia verso la Russia e da allora aiutarono le SS a rastrellare e depredare gli ebrei ucraini (1,6 milioni), in parte trucidati in loco e in parte deportati nei lager nazisti. Nella sola Leopoli una serie di terribili pogrom ridusse gli ebrei da 100 mila a un migliaio scarso in quattro anni. Vicino a Leopoli era nato l’ideologo nazionalista Stepan Bandera, filo-nazista, razzista e antisemita, fondatore della 14ª divisione Waffen-Grenadier delle SS, criminale di guerra responsabile dello sterminio di decine di migliaia di ebrei, polacchi, ucraini, russi, fuggito nel dopoguerra in Germania con la protezione dell’MI6, poi giustiziato dal Kgb e tuttoggi venerato in Ucraina come eroe nazionale.

    Che fa la cosiddetta Europa antifascista e antinazista? Trova il modo di commemorare i 26-28 milioni di morti sovietici che la liberarono da Hitler & complici insieme a mezzo milione di caduti anglo-americani? Non sia mai. Nel 1985 s’è inventata un contro-anniversario nel tentativo di oscurare quello russo: la “Giornata dell’Europa per la pace, l’unità e la solidarietà”, che guardacaso cade il 9 maggio come la Dichiarazione Schuman del 1950 (vuoi mettere con la sconfitta del nazifascismo). Quest’anno il ministro degli Esteri ucraino Sybiha ha invitato i vertici Ue a festeggiare. Indovinate dove? A Leopoli. “Grande idea”, ha esultato il suo omologo polacco Sikorski. E il prossimo anno tutti a Salò.

    Fatto Quotidiano
    ANTIFA OMEOPATICI Marco Travaglio - 3 Maggio 2025 Degli “antifascisti immaginari” ritratti da Padellaro non c’è bisogno di fare i nomi, anche perché sono troppi. Ma basta vedere chi s’è infuriato per la definizione, che ovviamente esclude gli antifascisti veri e seri. E include chi dell’antifascismo di maniera e di carriera ha fatto un mestiere a rischio zero e guadagno mille. Come dice Giordano Bruno Guerri, i partigiani doc rischiavano la vita e molti la persero: quelli fuori tempo massimo rischiano al massimo qualche applauso (e royalty). Un’altra cartina al tornasole per riconoscerli è ciò che accadrà il 9 maggio, 80° anniversario della vittoria dell’Urss contro il Terzo Reich. A Mosca la vittoria nella “Grande Guerra Patriottica” sarà celebrata con la consueta parata nella Piazza Rossa, più solenne del solito per la cifra tonda, dove Putin mostrerà al mondo di essere tutt’altro che isolato ospitando i leader di Cina, India, Brasile, Sudafrica, altri Brics e Palestina. Dall’Europa giungeranno solo lo slovacco Fico e il serbo Vucic, subito minacciati dalla rappresentante per la Politica estera Ue, la estone Kaja Kallas, il cui Paese 80 anni fa stava coi nazisti. E non era il solo: era filonazista anche la parte occidentale dell’Ucraina, la Galizia attorno a Leopoli. Lì nel 1941 migliaia di collaborazionisti accolsero come liberatori i soldati hitleriani della Wehrmacht in marcia verso la Russia e da allora aiutarono le SS a rastrellare e depredare gli ebrei ucraini (1,6 milioni), in parte trucidati in loco e in parte deportati nei lager nazisti. Nella sola Leopoli una serie di terribili pogrom ridusse gli ebrei da 100 mila a un migliaio scarso in quattro anni. Vicino a Leopoli era nato l’ideologo nazionalista Stepan Bandera, filo-nazista, razzista e antisemita, fondatore della 14ª divisione Waffen-Grenadier delle SS, criminale di guerra responsabile dello sterminio di decine di migliaia di ebrei, polacchi, ucraini, russi, fuggito nel dopoguerra in Germania con la protezione dell’MI6, poi giustiziato dal Kgb e tuttoggi venerato in Ucraina come eroe nazionale. Che fa la cosiddetta Europa antifascista e antinazista? Trova il modo di commemorare i 26-28 milioni di morti sovietici che la liberarono da Hitler & complici insieme a mezzo milione di caduti anglo-americani? Non sia mai. Nel 1985 s’è inventata un contro-anniversario nel tentativo di oscurare quello russo: la “Giornata dell’Europa per la pace, l’unità e la solidarietà”, che guardacaso cade il 9 maggio come la Dichiarazione Schuman del 1950 (vuoi mettere con la sconfitta del nazifascismo). Quest’anno il ministro degli Esteri ucraino Sybiha ha invitato i vertici Ue a festeggiare. Indovinate dove? A Leopoli. “Grande idea”, ha esultato il suo omologo polacco Sikorski. E il prossimo anno tutti a Salò. Fatto Quotidiano
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  • CARI AMICI, GRAZIE DEI VOSTRI LIKE. FINO ALLA NOMINA DEL NUOVO PAPA,CI DIREMO SOLO BUONA GIORNATA . INFATTI CONTINUA IL SILENZIO DELLA POLITICA ITALIANA, ROTTO SOLO DALLA STORIA DEL FASCISMO E DELL'ANTIFASCISMO E DALLA FESTA DEL LAVORO CHE IN ITALIA NON C'E' !!!! IL PD HA INVITATO LA MELONA AL TAGLIO DEL CUNEO FISCALE . NON C'E' ALTRO SE NON L'ATTESA DEGLI ITALIANI ATEI, MISCREDENTI, MASSONI, DELLA ELEZIONE DEL NUOVO PAPA, NELLA CHIESA CATTOLICA, MOLTO LONTANA DA QUELLA CHE CRISTO AVREBBE VOLUTO E VORREBBE. BUON MARTEDI. UN ABBRACCIO.
    CARI AMICI, GRAZIE DEI VOSTRI LIKE. FINO ALLA NOMINA DEL NUOVO PAPA,CI DIREMO SOLO BUONA GIORNATA . INFATTI CONTINUA IL SILENZIO DELLA POLITICA ITALIANA, ROTTO SOLO DALLA STORIA DEL FASCISMO E DELL'ANTIFASCISMO E DALLA FESTA DEL LAVORO CHE IN ITALIA NON C'E' !!!! IL PD HA INVITATO LA MELONA AL TAGLIO DEL CUNEO FISCALE . NON C'E' ALTRO SE NON L'ATTESA DEGLI ITALIANI ATEI, MISCREDENTI, MASSONI, DELLA ELEZIONE DEL NUOVO PAPA, NELLA CHIESA CATTOLICA, MOLTO LONTANA DA QUELLA CHE CRISTO AVREBBE VOLUTO E VORREBBE. BUON MARTEDI. UN ABBRACCIO.
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  • Ci hanno chiesto sobrietà. Ma da troppo tempo ci vengono imposte condizioni e limitazioni in un Paese che sembra aver dimenticato uno dei suoi valori fondanti: la libertà.

    E come in ogni battaglia morale e civile, non sempre serve alzare la voce. Sono i valori, quando sono autentici, a farsi sentire con forza attraverso le nostre azioni.

    Che sia un 25 Aprile di memoria e dignità, ma soprattutto di presenza. In piazza, con sincerità, per dire no ai conflitti, al riarmo, e a una politica che alimenta divisioni invece di costruire futuro.
    Auguri Italia (ne hai bisogno...)

    #25Aprile #Liberazione #Antifascismo #MemoriaAttiva #NoAlRiarmo #UnitiperlaPace #ResistenzaOggi #Democrazia #Libertà
    Ci hanno chiesto sobrietà. Ma da troppo tempo ci vengono imposte condizioni e limitazioni in un Paese che sembra aver dimenticato uno dei suoi valori fondanti: la libertà. E come in ogni battaglia morale e civile, non sempre serve alzare la voce. Sono i valori, quando sono autentici, a farsi sentire con forza attraverso le nostre azioni. Che sia un 25 Aprile di memoria e dignità, ma soprattutto di presenza. In piazza, con sincerità, per dire no ai conflitti, al riarmo, e a una politica che alimenta divisioni invece di costruire futuro. Auguri Italia (ne hai bisogno...) #25Aprile #Liberazione #Antifascismo #MemoriaAttiva #NoAlRiarmo #UnitiperlaPace #ResistenzaOggi #Democrazia #Libertà
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  • VENTOTENE - UN TORTO CIASCUNO (E UNA FIGURACCIA PER TUTTI)
    Parlamento Show

    Ci siamo cascati di nuovo…
    Chiedere maturità a questo Paese è come aspettarsi puntualità da un treno regionale: romantico, ma inutile. Ogni volta ripetiamo gli stessi errori, con la stessa tenacia con cui si difendono i parcheggi abusivi o le pizze surgelate.

    Con sanità al collasso, carovita, disoccupazione e un Paese in apnea… davvero, davvero, c’era bisogno di dissotterrare un documento fondativo della democrazia europea solo per fare a gara a chi lo cita peggio?
    E ovviamente, come ogni settimana che si rispetti, lo scontro politico si riduce a un teatrino da bar sport. Stavolta con ospite d’onore: il Manifesto di Ventotene.

    ❗️ Ma davvero non c’era un altro modo per affrontare il tema guerra-Ucraina-riarmo? Davvero non c’erano 100mila sfumature ideologiche possibili per parlarne con serietà?

    Come cittadini (e come comitati), ci stiamo sbattendo per portare avanti proposte concrete contro questo nuovo “Re-Arm”.
    E cosa fa il Parlamento? Ci regala l’ennesimo show tragicomico, in cui il torto – per equità e buon senso – va equamente distribuito a destra e a manca. Una standing ovation bipartisan dell’imbarazzo.

    ❗️❗️Un testo può anche essere anacronistico, superato, distante dal contesto storico che viviamo.
    Mai mi sognerei di applicare oggi, alla lettera, le teorie di un Bakunin o le leggi di Hammurabi.
    Ma una cosa è certa: non possono diventare pretesti beceri per prenderci a schiaffi ideologici.
    Citare fuori contesto, deformare, banalizzare: questo non è dibattito, è solo rumore.

    La polemica parte quando Giorgia Meloni decide di citare (con amorevole selettività) alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene durante un intervento alla Camera.
    Cita cose tipo:
    «La rivoluzione europea dovrà essere socialista»
    e
    «La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta»
    e chiude il siparietto con: «Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia».
    Standing ovation? Macché. Bagno di fischi.
    L'opposizione insorge, accusa la Premier di aver tagliato e incollato frasi fuori contesto per affondare uno dei pilastri dell'antifascismo e dell’integrazione europea.
    Risultato? Rissa verbale, cori da stadio, e indignazione a comando. Applausi registrati.
    Anche al Senato non si fanno mancare nulla: la bagarre continua, come da copione.

    Ora io mi domando (e domando anche a voi):
    Come si può pretendere che la politica torni a essere credibile, attraente, interessante, se continua a dimostrarsi così profondamente scollegata dalla realtà?
    Tiriamo fuori Ventotene come se fosse il Capitale di Marx al discount per discutere di inflazione e proprietà privata. Ok, l'esercizio storico va anche bene... ma intanto si perde fottutamente tempo.
    Da una parte, chi taglia frasi a caso per farci polemica a favore.
    Dall’altra, chi reagisce come se fossimo al derby Lazio-Roma.
    Nel mezzo, il dibattito vero – tipo quello sul riarmo – che finisce nel cassetto, insieme al buonsenso.

    E noi cittadini? Sempre più stanchi. Sempre più lontani. Sempre più presi per il culo.
    Forse chiedere contesto, serietà e rispetto delle priorità è troppo.
    Nel dubbio, attendiamo che questo delirio si estingua da solo.
    Povera Italia.

    #Ventotene #Meloni #ManifestoDiVentotene #PoliticaItaliana #ReArm #Parlamento #Europa #Antifascismo #Bagarre #TeatroDellaPolitica #SatiraPolitica #poveraitalia
    VENTOTENE - UN TORTO CIASCUNO (E UNA FIGURACCIA PER TUTTI) 🇮🇹🤡 Parlamento Show Ci siamo cascati di nuovo… 🤦‍♂️ Chiedere maturità a questo Paese è come aspettarsi puntualità da un treno regionale: romantico, ma inutile. Ogni volta ripetiamo gli stessi errori, con la stessa tenacia con cui si difendono i parcheggi abusivi o le pizze surgelate. Con sanità al collasso, carovita, disoccupazione e un Paese in apnea… davvero, davvero, c’era bisogno di dissotterrare un documento fondativo della democrazia europea solo per fare a gara a chi lo cita peggio? E ovviamente, come ogni settimana che si rispetti, lo scontro politico si riduce a un teatrino da bar sport. Stavolta con ospite d’onore: il Manifesto di Ventotene. 👉❗️ Ma davvero non c’era un altro modo per affrontare il tema guerra-Ucraina-riarmo? Davvero non c’erano 100mila sfumature ideologiche possibili per parlarne con serietà? Come cittadini (e come comitati), ci stiamo sbattendo per portare avanti proposte concrete contro questo nuovo “Re-Arm”. E cosa fa il Parlamento? Ci regala l’ennesimo show tragicomico, in cui il torto – per equità e buon senso – va equamente distribuito a destra e a manca. Una standing ovation bipartisan dell’imbarazzo. 👏 👉❗️❗️Un testo può anche essere anacronistico, superato, distante dal contesto storico che viviamo. Mai mi sognerei di applicare oggi, alla lettera, le teorie di un Bakunin o le leggi di Hammurabi. Ma una cosa è certa: non possono diventare pretesti beceri per prenderci a schiaffi ideologici. Citare fuori contesto, deformare, banalizzare: questo non è dibattito, è solo rumore. 😱La polemica parte quando Giorgia Meloni decide di citare (con amorevole selettività) alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene durante un intervento alla Camera. Cita cose tipo: «La rivoluzione europea dovrà essere socialista» e «La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta» e chiude il siparietto con: «Non so se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia». Standing ovation? Macché. Bagno di fischi. 🎭 L'opposizione insorge, accusa la Premier di aver tagliato e incollato frasi fuori contesto per affondare uno dei pilastri dell'antifascismo e dell’integrazione europea. Risultato? Rissa verbale, cori da stadio, e indignazione a comando. Applausi registrati. Anche al Senato non si fanno mancare nulla: la bagarre continua, come da copione. Ora io mi domando (e domando anche a voi): Come si può pretendere che la politica torni a essere credibile, attraente, interessante, se continua a dimostrarsi così profondamente scollegata dalla realtà? Tiriamo fuori Ventotene come se fosse il Capitale di Marx al discount per discutere di inflazione e proprietà privata. Ok, l'esercizio storico va anche bene... ma intanto si perde fottutamente tempo. Da una parte, chi taglia frasi a caso per farci polemica a favore. Dall’altra, chi reagisce come se fossimo al derby Lazio-Roma. Nel mezzo, il dibattito vero – tipo quello sul riarmo – che finisce nel cassetto, insieme al buonsenso. E noi cittadini? Sempre più stanchi. Sempre più lontani. Sempre più presi per il culo. Forse chiedere contesto, serietà e rispetto delle priorità è troppo. Nel dubbio, attendiamo che questo delirio si estingua da solo. Povera Italia. 🇮🇹 #Ventotene #Meloni #ManifestoDiVentotene #PoliticaItaliana #ReArm #Parlamento #Europa #Antifascismo #Bagarre #TeatroDellaPolitica #SatiraPolitica #poveraitalia
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  • Fiano: in Russia uno come Rizzo non potrebbe parlare.
    Ma quando Rizzo gli domanda più volte se invece in Romania si possa parlare il grande politico del PD non risponde.
    Intanto Visione TV è stata chiusa e questo è il comunicato.
    Intesa San Paolo prende ordini dal PD sui conti correnti da chiudere sulla base della geopolitica?
    Vi ricordate quando, qualche settimana fa, il marito di Pina Picerno (vice presidente PD del Parlamento europeo) scriveva sul giornale Linkiesta che Intesa San Paolo aveva chiuso il conto corrente di Visione Tv in quanto filo russa (!) perché aveva pubblicato un articolo di Putin del 2019 come libro? Ebbene, all’epoca dell’articolo, la notizia non sembrava trovare riscontro nella realtà. Il conto corrente era fino a ieri aperto e funzionante.
    Però, proprio ora, Banca Intesa ha comunicato a Visione TV la chiusura unilaterale del conto corrente, senza specificarne le motivazioni, che sono evidentemente politiche.
    Infatti, Visione Tv ha osato pubblicare un libro che spiega le ragioni culturali di unità del mondo russo e ucraino scritto da Putin senza sposare la solita propaganda del totalitarismo globalista liberista proteso alla guerra ed ha addirittura osato documentare reportage in Donbass per raccontare da vicino il conflitto.
    Se poi si vuole aggiungere che Visione TV ha anche stampato libri e presentato punti di vista a favore di Trump e Musk siamo “fritti”.
    Insomma, cosa serve ancora per far capire alla gente che i veri fascisti sono proprio quelli che si riempiono la bocca ogni giorno dell’antifascismo da passerella?
    Il PD è il nuovo fascismo.
    Chiediamo a tutta l’opinione pubblica, ai pochi giornali non pagati dalla CIA di Biden e dalla UE della Von der Leyen, alle forze politiche realmente democratiche di schierarsi e solidarizzare contro questa porcheria politica fatta da una delle banche

    Source:
    https://x.com/Orgoglioitalia3/status/1891043390432677888?t=_ELmxxgzYVs-GUcmgjCbVQ&s=19
    Fiano: in Russia uno come Rizzo non potrebbe parlare. Ma quando Rizzo gli domanda più volte se invece in Romania si possa parlare il grande politico del PD non risponde. Intanto Visione TV è stata chiusa e questo è il comunicato. Intesa San Paolo prende ordini dal PD sui conti correnti da chiudere sulla base della geopolitica? Vi ricordate quando, qualche settimana fa, il marito di Pina Picerno (vice presidente PD del Parlamento europeo) scriveva sul giornale Linkiesta che Intesa San Paolo aveva chiuso il conto corrente di Visione Tv in quanto filo russa (!) perché aveva pubblicato un articolo di Putin del 2019 come libro? Ebbene, all’epoca dell’articolo, la notizia non sembrava trovare riscontro nella realtà. Il conto corrente era fino a ieri aperto e funzionante. Però, proprio ora, Banca Intesa ha comunicato a Visione TV la chiusura unilaterale del conto corrente, senza specificarne le motivazioni, che sono evidentemente politiche. Infatti, Visione Tv ha osato pubblicare un libro che spiega le ragioni culturali di unità del mondo russo e ucraino scritto da Putin senza sposare la solita propaganda del totalitarismo globalista liberista proteso alla guerra ed ha addirittura osato documentare reportage in Donbass per raccontare da vicino il conflitto. Se poi si vuole aggiungere che Visione TV ha anche stampato libri e presentato punti di vista a favore di Trump e Musk siamo “fritti”. Insomma, cosa serve ancora per far capire alla gente che i veri fascisti sono proprio quelli che si riempiono la bocca ogni giorno dell’antifascismo da passerella? Il PD è il nuovo fascismo. Chiediamo a tutta l’opinione pubblica, ai pochi giornali non pagati dalla CIA di Biden e dalla UE della Von der Leyen, alle forze politiche realmente democratiche di schierarsi e solidarizzare contro questa porcheria politica fatta da una delle banche Source: https://x.com/Orgoglioitalia3/status/1891043390432677888?t=_ELmxxgzYVs-GUcmgjCbVQ&s=19
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  • A proposito del 25 aprile…

    Oggi, 25 aprile 2024, sono a casa da scuola: è festa nazionale e inoltre il mio Istituto ha dato ben sette giorni di sospensione delle lezioni, fino al 1* maggio, festa del lavoro. La prima riflessione che mi viene da fare è come siano tenute in considerazione le cosiddette feste laiche, sia il 25 aprile che il 1* maggio (e poi arriverà il 2 giugno, festa delle Repubblica), tanto da dare più giorni di vacanza addirittura rispetto alla Pasqua, dove ne abbiamo avuti sei! Evidentemente lo Stato italiano, più laicista che laico, ritiene che siano da valorizzare i “pilastri ideologici” della Repubblica nata dalle ceneri del fascismo, piuttosto delle ricorrenze religiose cattoliche che fanno parte della tradizione del nostro Paese! Infatti sono state abolite ben cinque festività religiose cattoliche, che avevano una cadenza infrasettimanale, spostandole alla domenica: L’Epifania, san Giuseppe, l’Ascensione, il Corpus Domini e i santi Pietro e Paolo! Si dirà: però è stata reintrodotta l’Epifania nel 1985, in applicazione del nuovo Concordato (quello tra Craxi e Casaroli) e, per la città di Roma, la festa dei santi Pietro e Paolo! C’è stata una proposta di legge, presentata il 22 aprile 2015, per il ripristino delle festività cattoliche soppresse, ma a tutt’oggi non mi risulta sia stata approvata (e sono passati nove anni!).
    Ma perché dico queste cose? Perché le feste “laiche”, come il 25 aprile, il 1* maggio, il 2 giugno, sono i “capisaldi” della narrazione dominante che cerca disperatamente di legittimare un potere instauratosi per decisioni esterne più che per volontà nazionale. Ciò viene infatti confermato dalla solita tiritera degli alfieri del pensiero unico, che snocciolano i triti luoghi comuni sull’antifascismo, sulla vittoria dei partigiani, e si chiedono se avremmo preferito che vincessero i costruttori delle camere a gas piuttosto che i portatori della democrazia liberale! Naturalmente per tali “storici” occorre censurare tutta una serie di notizie e dati che farebbero almeno mettere in dubbio la contrapposizione tra “buoni e cattivi” che lo zio Sam ci impone, da quando l’Italia ha dato la resa incondizionata al potere militare anglosassone! Questi signori non dicono mai che i capi dell’esercito italiano si sono arresi senza condizioni il 3 settembre 1943, con gli “accordi di Cassibile”! In tale giorno i generali Giuseppe Castellano, per il Regno d’Italia, e Walter Bedell Smith, per gli Stati Uniti d’America, firmarono quello che venne chiamato “armistizio breve” o “armistizio corto”, che entrò in vigore l’8 settembre 1943, giorno dell’armistizio vero e proprio, firmato da Pietro Badoglio. Altro che “riscatto”, come hanno la faccia tosta di dire alcuni personaggi politici! Fu un cedimento totale, che portò poi, nel tempo, all’installazione delle 140 basi militari statunitensi e NATO attualmente presenti nel nostro Paese! E alle 90 (se non di più, perché forse che ne sono anche a Napoli) bombe atomiche ancora esistenti sul nostro territorio (ma, si sa, sono “buone”, perché sono dalla “parte giusta”, come le due bombe atomiche lanciate sulla popolazione civile di Hiroshima e Nagasaki, che causarono oltre 300.000 morti, senza contare le conseguenze delle radiazioni nel tempo).
    Voi direte: ma che cosa c’entra questo col 25 aprile? Beh, anzitutto per capire che le sorti della guerra sono state decise altrove e forse l’apporto dei partigiani non è stato così decisivo come si vorrebbe far credere, e poi per capire che dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945 si è svolta sul suolo italiano una guerra tra due eserciti stranieri, quello tedesco e quello degli alleati. Gli italiani non sapevano da che parte stare, in quanto gli alti comandi non davano ordini chiari e tutto l’apparato militare italiano, che non era esattamente uguale a zero, si sfasciò nel giro di una settimana. Mio padre, che aveva fatto la campagna di Russia dalla parte “sbagliata”, secondo gli storici pantofolai che non hanno mai preso in mano un fucile in vita loro, doveva nascondersi, perché era considerato un “traditore della patria”!!! E mi diceva sempre che, paradossalmente, quello che li aveva salvati era stato il comunista Palmiro Togliatti, che aveva fatto approvare l’amnistia per i cosiddetti disertori, cioè per coloro che avevano servito la Patria obbedendo agli ordini ricevuti!
    Vorrei poi aggiungere un’altra riflessione: perché è stata scelta proprio la data del 25 aprile, in quanto in realtà la fine delle ostilità avvenne in momenti diversi a seconda delle zone (in alcuni casi addirittura a maggio)? La narrazione dominante sostiene che tale fosse il giorno della dichiarazione del Comitato di Liberazione Nazionale; sarà un caso, ma tale data coincide con la prima riunione dei 50 Stati che portò alla fondazione dell’ONU, l’organizzazione internazionale fortemente voluta dagli SUA (Stati Uniti d’America) per controllare il mondo intero. Che poi non ci siano riusciti, anche questo è vero, ma che continuino a fomentare guerre in tutti gli angoli del mondo è un dato di cui bisognerebbe tener conto. Io, che sono sempre stato anticomunista, ho dovuto prendere atto che, dopo il dissolvimento dell’Unione Sovietica nel 1991, i conflitti sono aumentati esponenzialmente, l’organizzazione militare occidentale è cresciuta in maniera assurda soprattutto verso l’est europeo e gli SUA hanno contingenti militari in oltre 100 Stati del mondo, con una influenza che non si è mai verificata nella storia!
    Per finire dirò, a proposito di tale “festa laica” quello che ne diceva mio padre: il 25 aprile è stato l’inizio della guerra civile in Italia, che durò praticamente fino all’entrata in vigore della Costituzione; infatti vi furono vendette ideologico-politiche, soprattutto ad opera della parte “giusta” nei confronti della parte “sbagliata”, approfittando della confusione e della situazione di incertezza e instabilità che si era venuta a creare.

    prof. Pietro Marinelli
    A proposito del 25 aprile… Oggi, 25 aprile 2024, sono a casa da scuola: è festa nazionale e inoltre il mio Istituto ha dato ben sette giorni di sospensione delle lezioni, fino al 1* maggio, festa del lavoro. La prima riflessione che mi viene da fare è come siano tenute in considerazione le cosiddette feste laiche, sia il 25 aprile che il 1* maggio (e poi arriverà il 2 giugno, festa delle Repubblica), tanto da dare più giorni di vacanza addirittura rispetto alla Pasqua, dove ne abbiamo avuti sei! Evidentemente lo Stato italiano, più laicista che laico, ritiene che siano da valorizzare i “pilastri ideologici” della Repubblica nata dalle ceneri del fascismo, piuttosto delle ricorrenze religiose cattoliche che fanno parte della tradizione del nostro Paese! Infatti sono state abolite ben cinque festività religiose cattoliche, che avevano una cadenza infrasettimanale, spostandole alla domenica: L’Epifania, san Giuseppe, l’Ascensione, il Corpus Domini e i santi Pietro e Paolo! Si dirà: però è stata reintrodotta l’Epifania nel 1985, in applicazione del nuovo Concordato (quello tra Craxi e Casaroli) e, per la città di Roma, la festa dei santi Pietro e Paolo! C’è stata una proposta di legge, presentata il 22 aprile 2015, per il ripristino delle festività cattoliche soppresse, ma a tutt’oggi non mi risulta sia stata approvata (e sono passati nove anni!). Ma perché dico queste cose? Perché le feste “laiche”, come il 25 aprile, il 1* maggio, il 2 giugno, sono i “capisaldi” della narrazione dominante che cerca disperatamente di legittimare un potere instauratosi per decisioni esterne più che per volontà nazionale. Ciò viene infatti confermato dalla solita tiritera degli alfieri del pensiero unico, che snocciolano i triti luoghi comuni sull’antifascismo, sulla vittoria dei partigiani, e si chiedono se avremmo preferito che vincessero i costruttori delle camere a gas piuttosto che i portatori della democrazia liberale! Naturalmente per tali “storici” occorre censurare tutta una serie di notizie e dati che farebbero almeno mettere in dubbio la contrapposizione tra “buoni e cattivi” che lo zio Sam ci impone, da quando l’Italia ha dato la resa incondizionata al potere militare anglosassone! Questi signori non dicono mai che i capi dell’esercito italiano si sono arresi senza condizioni il 3 settembre 1943, con gli “accordi di Cassibile”! In tale giorno i generali Giuseppe Castellano, per il Regno d’Italia, e Walter Bedell Smith, per gli Stati Uniti d’America, firmarono quello che venne chiamato “armistizio breve” o “armistizio corto”, che entrò in vigore l’8 settembre 1943, giorno dell’armistizio vero e proprio, firmato da Pietro Badoglio. Altro che “riscatto”, come hanno la faccia tosta di dire alcuni personaggi politici! Fu un cedimento totale, che portò poi, nel tempo, all’installazione delle 140 basi militari statunitensi e NATO attualmente presenti nel nostro Paese! E alle 90 (se non di più, perché forse che ne sono anche a Napoli) bombe atomiche ancora esistenti sul nostro territorio (ma, si sa, sono “buone”, perché sono dalla “parte giusta”, come le due bombe atomiche lanciate sulla popolazione civile di Hiroshima e Nagasaki, che causarono oltre 300.000 morti, senza contare le conseguenze delle radiazioni nel tempo). Voi direte: ma che cosa c’entra questo col 25 aprile? Beh, anzitutto per capire che le sorti della guerra sono state decise altrove e forse l’apporto dei partigiani non è stato così decisivo come si vorrebbe far credere, e poi per capire che dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945 si è svolta sul suolo italiano una guerra tra due eserciti stranieri, quello tedesco e quello degli alleati. Gli italiani non sapevano da che parte stare, in quanto gli alti comandi non davano ordini chiari e tutto l’apparato militare italiano, che non era esattamente uguale a zero, si sfasciò nel giro di una settimana. Mio padre, che aveva fatto la campagna di Russia dalla parte “sbagliata”, secondo gli storici pantofolai che non hanno mai preso in mano un fucile in vita loro, doveva nascondersi, perché era considerato un “traditore della patria”!!! E mi diceva sempre che, paradossalmente, quello che li aveva salvati era stato il comunista Palmiro Togliatti, che aveva fatto approvare l’amnistia per i cosiddetti disertori, cioè per coloro che avevano servito la Patria obbedendo agli ordini ricevuti! Vorrei poi aggiungere un’altra riflessione: perché è stata scelta proprio la data del 25 aprile, in quanto in realtà la fine delle ostilità avvenne in momenti diversi a seconda delle zone (in alcuni casi addirittura a maggio)? La narrazione dominante sostiene che tale fosse il giorno della dichiarazione del Comitato di Liberazione Nazionale; sarà un caso, ma tale data coincide con la prima riunione dei 50 Stati che portò alla fondazione dell’ONU, l’organizzazione internazionale fortemente voluta dagli SUA (Stati Uniti d’America) per controllare il mondo intero. Che poi non ci siano riusciti, anche questo è vero, ma che continuino a fomentare guerre in tutti gli angoli del mondo è un dato di cui bisognerebbe tener conto. Io, che sono sempre stato anticomunista, ho dovuto prendere atto che, dopo il dissolvimento dell’Unione Sovietica nel 1991, i conflitti sono aumentati esponenzialmente, l’organizzazione militare occidentale è cresciuta in maniera assurda soprattutto verso l’est europeo e gli SUA hanno contingenti militari in oltre 100 Stati del mondo, con una influenza che non si è mai verificata nella storia! Per finire dirò, a proposito di tale “festa laica” quello che ne diceva mio padre: il 25 aprile è stato l’inizio della guerra civile in Italia, che durò praticamente fino all’entrata in vigore della Costituzione; infatti vi furono vendette ideologico-politiche, soprattutto ad opera della parte “giusta” nei confronti della parte “sbagliata”, approfittando della confusione e della situazione di incertezza e instabilità che si era venuta a creare. prof. Pietro Marinelli
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  • CARI AMICI, LA POLEMICA DEL FASCISMO E DELL'ANTIFASCISMO CI HA STANCATI TUTTI. ED ANZICCHE' PENSARE A RISOLVERE QUALCHE PROBLEMA NELL'INTERESSE DEGLI ITALIANI, SI GIOCA SU QUESTA IDIOZIA, CHE COMUNQUE, E' MEZZO DI DISTRAZIONE DELLE MASSE DA QUELLI CHE SONO I PROBLEMI REALI !!!! UN ABBRACCIO E BUONA GIORNATA.
    CARI AMICI, LA POLEMICA DEL FASCISMO E DELL'ANTIFASCISMO CI HA STANCATI TUTTI. ED ANZICCHE' PENSARE A RISOLVERE QUALCHE PROBLEMA NELL'INTERESSE DEGLI ITALIANI, SI GIOCA SU QUESTA IDIOZIA, CHE COMUNQUE, E' MEZZO DI DISTRAZIONE DELLE MASSE DA QUELLI CHE SONO I PROBLEMI REALI !!!! UN ABBRACCIO E BUONA GIORNATA.
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