• Da leggere per capire l'inganno: CURÒ IL COVID: ASSOLTO DOPO LA DELAZIONE DI UN COLLEGA CHE NON CURÒ IL COVID!
    Il medico bolognese Fabio Milani, che curò una famiglia con polmonite da Covid trattata dal medico di famiglia a ”Tachipirina e vigile attesa” fu segnalato da quest’ultimo all’ordine per ”non essersi vaccinato”, ed è stato processato per ”esercizio abusivo della professione medica”. Il 20 gennaio 2025, dopo ”cinque anni durissimi” e tre anni di processo può finalmente cantare vittoria, grazie al giudice della seconda sezione penale di Bologna Stefano Levoni che lo ha assolto ristabilendo così la sua onorabilità professionale che, durante la pandemia da Covid lo aveva indotto a sopperire alle ”assenze” di altri colleghi medici come quella del collega che lo denunciò.
    L’avvocato Riccardo Luzi di Cesena, legale del dott. Milani in questa vicenda kafkiana, ha commentato: ”Una vicenda drammatica ed emblematica della situazione, che molti medici hanno vissuto”.
    Ma questa storia merita di essere raccontata dall’inizio.
    Il dottor Fabio Milani è uno stimato medico del bolognese che durante il Covid ha curato non solo i suoi pazienti, ma anche quelli degli altri medici che si rifiutavano di andare a casa a visitarli, forti della raccomandazione delle circolari ministeriali ”Tachipirina e vigile” attesa che oggi il ministro speranzoso cerca di nascondere e negare.
    Dopo la pubblicazione del D.L. n° 44/2021 il dott. Milani decide di non sottoporsi alla vaccinazione e, per questo motivo, nel luglio 2021 riceve una segnalazione dalla sua Asl che ”lo sospende da tutte quelle attività inerenti il rischio di diffusione del Sars-Cov 2”. Una definizione piuttosto vaga e ridicola.
    Il 16 dicembre 2021 si rivolge al dott. Milani una signora di Bologna che sta male, come il marito e la figlia, per chiedere l’assistenza medica perché il loro medico di famiglia, per ben due volte, si è rifiutato di andare a casa a visitarli, e successivamente ai Nas ha detto ”Io a casa loro non ci metterò mai piede!”, mentre la sentenza del giudice recita: ”Per tale ragione aveva contattato il proprio medico curante, il quale le aveva detto di prendere della Tachipirina e di vedere l'evolversi della malattia, nonostante gli fosse stata rappresentata la gravità della condizione clinica della stessa e del marito.”. A quel punto entra in gioco il dott. Milani, suggerito da un suo assistito. Ricordate, vero? In quel periodo si cercavano disperatamente medici disponibili a curare mentre i ”medici di famiglia” osservavano le circolari ministeriali, una vergogna sanitaria sulla quale temo che la Commissione bicamerale Covid non si indagherà mai abbastanza.
    Il 16 dicembre il dott. Milani si reca a casa della famiglia riscontrando in tutti i tre componenti una polmonite in atto. Prescrive farmaci, fra cui un antibiotico e un cortisonico, e i tre malati iniziano le cure. Terminata la prima scatola di antibiotici, la signora richiama il medico di famiglia, lo aggiorna sulle loro condizioni, e gli chiede una nuova ricetta per i farmaci che stavano prendendo, necessari per proseguire le cure. Ma il medico di famiglie, dopo aver appreso della visita del dott. Milani a casa dei suoi assistiti, indaga su di lui e scopre che il medico è destinatario di una segnalazione dell'Asl che lo sospende (anche se tecnicamente è un termine improprio) dalle attività di cura. In realtà, Milani non era stato ancora sospeso dall'Ordine dei medici di appartenenza, pertanto, non aveva alcuna limitazione prescrittiva e di cura. Ma il collega pensa di segnalarlo comunque all'Ordine.
    Così, ”invece di indagare quel medico per omissione di soccorso e omissione d'atti d'ufficio”, parte un procedimento penale contro l’unico medico che ha curato i tre malati per ”esercizio abusivo della professione medica” anche se la famiglia curata da lui si è precipitata in tribunale per testimoniare a suo favore.
    Iniziato il processo, anche il Pm si convince dell'estraneità dai fatti del dott. Milani e, aderendo alla memoria del legale ne chiede l'assoluzione, arrivata il 20 gennaio scorso, scrive: ”P.Q.M. assolve Milani Fabio dal reato a lui ascritto perché il fatto non sussiste”.
    L’avv. Luzi ha spiegato che ”In punta di diritto, la mossa vincente è stata aver eccepito che il 16 dicembre 2021 il mio assistito non era affatto sospeso dall'esercizio della professione medica. Fino al 31 dicembre 2021, infatti, per l'applicazione della legge n° 44/2021 (che regolamentava l'obbligo vaccinale dei sanitari) era in vigore un regime di sospensione comminato dalle Asl, ma che non inibiva l'esercizio della professione. Successivamente, col D.L. n° 172/2022 si è dato un giro di vite, chiamando in causa direttamente gli Ordini professionali anche per altre professioni. Quindi il dott. Milani a quella data non era sospeso, cosa che invece accadde solo successivamente”.
    Il Giudice ha dato ragione al dottor Milani che ogg” può tirare un sospiro di sollievo: ”Ha fatto bene il suo lavoro e, invece di sentirsi dire ‘grazie’, si è trovato in questa situazione drammatica”!
    Il dott. Milani ha commentato: ”È stato pesante, sono stati cinque anni di lotta, ma rifarei tutto perché ho testimoniato che il nostro dovere di medici è quello di curare, cosa che durante la pandemia purtroppo non è sempre avvenuta”.
    Complimenti, dott. Milani!

    Leggete anche: https://lanuovabq.it/it/curo-il-covid-assolto-dopo-la-delazione-del-collega

    Da leggere per capire l'inganno: CURÒ IL COVID: ASSOLTO DOPO LA DELAZIONE DI UN COLLEGA CHE NON CURÒ IL COVID! Il medico bolognese Fabio Milani, che curò una famiglia con polmonite da Covid trattata dal medico di famiglia a ”Tachipirina e vigile attesa” fu segnalato da quest’ultimo all’ordine per ”non essersi vaccinato”, ed è stato processato per ”esercizio abusivo della professione medica”. Il 20 gennaio 2025, dopo ”cinque anni durissimi” e tre anni di processo può finalmente cantare vittoria, grazie al giudice della seconda sezione penale di Bologna Stefano Levoni che lo ha assolto ristabilendo così la sua onorabilità professionale che, durante la pandemia da Covid lo aveva indotto a sopperire alle ”assenze” di altri colleghi medici come quella del collega che lo denunciò. L’avvocato Riccardo Luzi di Cesena, legale del dott. Milani in questa vicenda kafkiana, ha commentato: ”Una vicenda drammatica ed emblematica della situazione, che molti medici hanno vissuto”. Ma questa storia merita di essere raccontata dall’inizio. Il dottor Fabio Milani è uno stimato medico del bolognese che durante il Covid ha curato non solo i suoi pazienti, ma anche quelli degli altri medici che si rifiutavano di andare a casa a visitarli, forti della raccomandazione delle circolari ministeriali ”Tachipirina e vigile” attesa che oggi il ministro speranzoso cerca di nascondere e negare. Dopo la pubblicazione del D.L. n° 44/2021 il dott. Milani decide di non sottoporsi alla vaccinazione e, per questo motivo, nel luglio 2021 riceve una segnalazione dalla sua Asl che ”lo sospende da tutte quelle attività inerenti il rischio di diffusione del Sars-Cov 2”. Una definizione piuttosto vaga e ridicola. Il 16 dicembre 2021 si rivolge al dott. Milani una signora di Bologna che sta male, come il marito e la figlia, per chiedere l’assistenza medica perché il loro medico di famiglia, per ben due volte, si è rifiutato di andare a casa a visitarli, e successivamente ai Nas ha detto ”Io a casa loro non ci metterò mai piede!”, mentre la sentenza del giudice recita: ”Per tale ragione aveva contattato il proprio medico curante, il quale le aveva detto di prendere della Tachipirina e di vedere l'evolversi della malattia, nonostante gli fosse stata rappresentata la gravità della condizione clinica della stessa e del marito.”. A quel punto entra in gioco il dott. Milani, suggerito da un suo assistito. Ricordate, vero? In quel periodo si cercavano disperatamente medici disponibili a curare mentre i ”medici di famiglia” osservavano le circolari ministeriali, una vergogna sanitaria sulla quale temo che la Commissione bicamerale Covid non si indagherà mai abbastanza. Il 16 dicembre il dott. Milani si reca a casa della famiglia riscontrando in tutti i tre componenti una polmonite in atto. Prescrive farmaci, fra cui un antibiotico e un cortisonico, e i tre malati iniziano le cure. Terminata la prima scatola di antibiotici, la signora richiama il medico di famiglia, lo aggiorna sulle loro condizioni, e gli chiede una nuova ricetta per i farmaci che stavano prendendo, necessari per proseguire le cure. Ma il medico di famiglie, dopo aver appreso della visita del dott. Milani a casa dei suoi assistiti, indaga su di lui e scopre che il medico è destinatario di una segnalazione dell'Asl che lo sospende (anche se tecnicamente è un termine improprio) dalle attività di cura. In realtà, Milani non era stato ancora sospeso dall'Ordine dei medici di appartenenza, pertanto, non aveva alcuna limitazione prescrittiva e di cura. Ma il collega pensa di segnalarlo comunque all'Ordine. Così, ”invece di indagare quel medico per omissione di soccorso e omissione d'atti d'ufficio”, parte un procedimento penale contro l’unico medico che ha curato i tre malati per ”esercizio abusivo della professione medica” anche se la famiglia curata da lui si è precipitata in tribunale per testimoniare a suo favore. Iniziato il processo, anche il Pm si convince dell'estraneità dai fatti del dott. Milani e, aderendo alla memoria del legale ne chiede l'assoluzione, arrivata il 20 gennaio scorso, scrive: ”P.Q.M. assolve Milani Fabio dal reato a lui ascritto perché il fatto non sussiste”. L’avv. Luzi ha spiegato che ”In punta di diritto, la mossa vincente è stata aver eccepito che il 16 dicembre 2021 il mio assistito non era affatto sospeso dall'esercizio della professione medica. Fino al 31 dicembre 2021, infatti, per l'applicazione della legge n° 44/2021 (che regolamentava l'obbligo vaccinale dei sanitari) era in vigore un regime di sospensione comminato dalle Asl, ma che non inibiva l'esercizio della professione. Successivamente, col D.L. n° 172/2022 si è dato un giro di vite, chiamando in causa direttamente gli Ordini professionali anche per altre professioni. Quindi il dott. Milani a quella data non era sospeso, cosa che invece accadde solo successivamente”. Il Giudice ha dato ragione al dottor Milani che ogg” può tirare un sospiro di sollievo: ”Ha fatto bene il suo lavoro e, invece di sentirsi dire ‘grazie’, si è trovato in questa situazione drammatica”! Il dott. Milani ha commentato: ”È stato pesante, sono stati cinque anni di lotta, ma rifarei tutto perché ho testimoniato che il nostro dovere di medici è quello di curare, cosa che durante la pandemia purtroppo non è sempre avvenuta”. Complimenti, dott. Milani! Leggete anche: https://lanuovabq.it/it/curo-il-covid-assolto-dopo-la-delazione-del-collega
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  • Convegno: L’esperienza statunitense della "Pandemia Covid 19" | Senato della Repubblica
    L’esperienza statunitense della "Pandemia Covid 19" e le conclusioni bipartisan del Congresso Usa
    Con il Dott. Robert Malone
    https://webtv.senato.it/webtv/altri-video/convegno-lesperienza-statunitense-della-pandemia-covid-19
    Convegno: L’esperienza statunitense della "Pandemia Covid 19" | Senato della Repubblica L’esperienza statunitense della "Pandemia Covid 19" e le conclusioni bipartisan del Congresso Usa Con il Dott. Robert Malone https://webtv.senato.it/webtv/altri-video/convegno-lesperienza-statunitense-della-pandemia-covid-19
    Convegno: L’esperienza statunitense della "Pandemia Covid 19" | Senato della Repubblica
    L’esperienza statunitense della "Pandemia Covid 19" e le conclusioni bipartisan del Congresso Usa
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  • ULTIMA ORA: IL GIUDICE SUSANNA ZANDA ASSOLTA IN CASSAZIONE.

    La Corte di Cassazione si è espressa con l'assoluzione della giudice Susanna Zanda dalle accuse rivoltegli.

    La giudice ha subito provvedimenti e sanzioni disciplinari che minano la sua carriera e la sua dignità umana e professionale per aver emesso sentenze contro le restrizioni ingiustificate alle libertà dei cittadini durante il periodo della c. d. pandemia. Accuse che appaiono a molti come una ritorsione e un avvertimento verso quelle toghe che osano contraddire le decisioni dei Governi.

    Aveva per prima rifiutato il Green Pass e esternato il suo dissenso tanto da vedersi deferita al CSM (Consiglio Superiore della Magistratura).

    “Il supergreen pass tende ad indurre gli over 50 all’inoculo di un trattamento genico sperimentale, che si era già acclarato avere un’efficacia immunizzante ‘negativa’, come confermato dagli ultimi dati Aifa”, disse.

    Inoltre la Giudice aveva ricordato che "La degradazione della persona del lavoratore a merce di supermercato, potrebbe essere giudicato lesivo della dignità della persona, integrando un comportamento illecito della parte datoriale" definendo il provvedimento della tessera verde come eversivo rispetto ai diritti disciplinati e garantiti in Costituzione.

    Oggi la pronuncia di assoluzione dal provvedimento disciplinare aperto dalla Procura Generale della stessa Corte, per sindacare in merito alle decisioni prese dal Magistrato Zanda.

    Ogni tanto una buona notizia.



    Seguimi e aiutami ad essere un giornalista indipendente con una donazione libera su Paypal:

    paypal.me/DavideGianlucaPorro

    Non ho editori alle spalle, posso svolgere questo lavoro solo grazie ai miei sacrifici e all'aiuto spontaneo di cittadini onesti come te.

    Grazie di cuore.
    🔴ULTIMA ORA: IL GIUDICE SUSANNA ZANDA ASSOLTA IN CASSAZIONE. La Corte di Cassazione si è espressa con l'assoluzione della giudice Susanna Zanda dalle accuse rivoltegli. La giudice ha subito provvedimenti e sanzioni disciplinari che minano la sua carriera e la sua dignità umana e professionale per aver emesso sentenze contro le restrizioni ingiustificate alle libertà dei cittadini durante il periodo della c. d. pandemia. Accuse che appaiono a molti come una ritorsione e un avvertimento verso quelle toghe che osano contraddire le decisioni dei Governi. Aveva per prima rifiutato il Green Pass e esternato il suo dissenso tanto da vedersi deferita al CSM (Consiglio Superiore della Magistratura). “Il supergreen pass tende ad indurre gli over 50 all’inoculo di un trattamento genico sperimentale, che si era già acclarato avere un’efficacia immunizzante ‘negativa’, come confermato dagli ultimi dati Aifa”, disse. Inoltre la Giudice aveva ricordato che "La degradazione della persona del lavoratore a merce di supermercato, potrebbe essere giudicato lesivo della dignità della persona, integrando un comportamento illecito della parte datoriale" definendo il provvedimento della tessera verde come eversivo rispetto ai diritti disciplinati e garantiti in Costituzione. Oggi la pronuncia di assoluzione dal provvedimento disciplinare aperto dalla Procura Generale della stessa Corte, per sindacare in merito alle decisioni prese dal Magistrato Zanda. Ogni tanto una buona notizia. 🆘🆘🆘🆘🆘🆘🆘🆘🆘🆘🆘🆘🆘 👍 Seguimi e aiutami ad essere un giornalista indipendente con una donazione libera su Paypal: paypal.me/DavideGianlucaPorro Non ho editori alle spalle, posso svolgere questo lavoro solo grazie ai miei sacrifici e all'aiuto spontaneo di cittadini onesti come te. Grazie di cuore.
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  • PANDEMIA: È IL TEMPO DELLA VERITÀ, ANCHE SE NON BASTA

    Corruttori e corrotti nel grande inganno dell'epoca Covid (e oltre) con Fabrizio Pregliasco tra le figure più bieche: fino a quando la faranno franca?

    https://www.panorama.it/attualita/pregliasco-confessa-pagato-da-big-pharma

    https://www.open.online/2024/09/02/fabrizio-pregliasco-covid-sasso-metro-milano/

    https://t.me/movimentoperleliberta/4346 (2/9/2024)
    PANDEMIA: È IL TEMPO DELLA VERITÀ, ANCHE SE NON BASTA Corruttori e corrotti nel grande inganno dell'epoca Covid (e oltre) con Fabrizio Pregliasco tra le figure più bieche: fino a quando la faranno franca? https://www.panorama.it/attualita/pregliasco-confessa-pagato-da-big-pharma https://www.open.online/2024/09/02/fabrizio-pregliasco-covid-sasso-metro-milano/ https://t.me/movimentoperleliberta/4346 (2/9/2024)
    WWW.PANORAMA.IT
    Pregliasco confessa: «Pagato da big pharma»
    Il prezzemolino tv talebano dei vaccini ammette finanziamenti da Pfizer, Moderna, Novavax, Janssen, Bayer, Sanofi e altri. Poi, incalzato dai parlamentari, osa dire: «Sono più indipendente perché prendo soldi da tanti».
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  • PER NON DIMENTICARE e FARE UN PO' di CHIAREZZA!
    L’ENIGMA RANUCCI: IL GIORNALISTA SCOMODO CHE NON DISTURBA IL POTERE!
    Sempre solidale con chiunque subisca ogni tipo di intimidazione, compreso il soggetto in questione, vi propongo questi interessanti e condivisibili post sulla figura di Sigfrido Ranucci, il giornalista che durante la pandemia pubblicizzava senza farsi alcuna domanda i sieri sperimentali che continuano tutt’oggi a mietere vittime anche fra i suoi colleghi e proponeva imperdibili inchieste della durata di un’ora sull’evoluzione della pizza in Italia, con un inedito focus sulla mangiata dell’ex presidente Bill Clinton in una pizzeria di Napoli…tutto questo nel periodo in cui tutti i diritti fondamentali dell’uomo venivano calpestati da un banchiere criminale nel silenzio di (quasi) tutte le trasmissioni televisive, fra cui la sua.
    Buona lettura.
    Post 1
    Sigfrido Ranucci viene presentato da anni come simbolo del giornalismo d’inchiesta italiano, “voce scomoda” contro i poteri forti. Eppure, se si osserva con attenzione la linea editoriale di Report, emerge un quadro molto diverso da quello percepito dal grande pubblico.
    I servizi del programma non toccano mai le questioni centrali del potere reale: il ruolo dell’Unione Europea e della BCE nell’impoverimento economico del Paese, le responsabilità politiche nella gestione pandemica, i rapporti fra magistratura e intelligence, l’impatto delle politiche migratorie sulla sicurezza e sull’identità sociale.
    Temi di questa portata vengono costantemente evitati. Si preferisce orientare l’attenzione verso fenomeni di corruzione secondaria, conflitti di interesse marginali o presunti scandali a basso rischio politico.
    In questo senso, Report svolge una funzione precisa: incanalare l’indignazione pubblica verso bersagli innocui.
    Il risultato è duplice: da un lato si alimenta l’immagine del giornalismo “libero”, dall’altro si impedisce che l’opinione pubblica concentri la propria attenzione sui veri centri di potere.
    Non è un caso che Ranucci, pur dichiarandosi “in pericolo”, goda di massima copertura istituzionale, sia da parte del Quirinale che dell’Unione Europea, che ne difendono costantemente l’operato in nome della “libertà di stampa”.
    È difficile considerare realmente scomodo chi opera all’interno del servizio pubblico e gode di protezione politica trasversale.
    In un Paese dove giornalisti indipendenti vengono querelati, censurati o isolati, l’immagine del “cronista coraggioso sotto scorta” funziona come una narrazione utile al sistema: serve a dare credibilità a un’informazione che, in realtà, si muove entro confini molto ben definiti.
    Post 2 – L’ATTENTATO IMPOSSIBILE: UNA NARRAZIONE COSTRUITA?
    Dal 2021 Sigfrido Ranucci vive sotto scorta. Ciò significa che la sua abitazione, i suoi spostamenti e la sua vettura rientrano in protocolli di sicurezza estremamente rigidi.
    Ogni ingresso, parcheggio e itinerario è monitorato. Per questo motivo, la notizia secondo cui qualcuno sarebbe riuscito a collocare un ordigno esplosivo nella sua auto appare tecnicamente poco plausibile, se non impossibile, a meno di gravi complicità interne.
    L’attentato, così come raccontato, presenta quindi una doppia anomalia: o i protocolli di protezione sono falliti in modo clamoroso — cosa che dovrebbe comportare immediate dimissioni di funzionari e scorte — oppure la vicenda ha una forte componente scenica e comunicativa.
    Il tempismo mediatico lo conferma: subito dopo la notizia, esponenti politici di tutti i partiti hanno espresso solidarietà, il Quirinale ha ribadito il valore del “giornalismo libero”, e i media hanno rilanciato la narrazione dell’Italia come “paese pericoloso per chi fa informazione”.
    Ma di quale informazione si parla?
    Ranucci non ha mai prodotto inchieste che mettessero realmente in crisi i vertici del potere politico o finanziario. Non ha mai toccato temi come l’adesione incondizionata dell’Italia alla NATO, la gestione opaca dei fondi del PNRR, o le pressioni sovranazionali in materia sanitaria ed energetica.
    Eppure viene presentato come simbolo della libertà di parola.
    L’ipotesi più coerente è che l’“attentato” serva a consolidare una narrativa utile al mainstream: quella del giornalista eroico minacciato da forze oscure, che deve essere difeso dal potere politico stesso.
    Un paradosso perfetto: chi dovrebbe essere il bersaglio diventa, in realtà, l’attore principale di una messa in scena che rafforza il sistema che finge di combattere.
    Post 3 – IL RUOLO DI SISTEMA DEL GIORNALISTA “SOTTO ATTACCO”
    In ogni momento di crisi di fiducia verso i media, il sistema reagisce in modo prevedibile: rilancia figure come Ranucci per ridare legittimità morale alla stampa istituzionale.
    Quando il pubblico inizia a percepire la manipolazione dell’informazione, serve un simbolo di “verità perseguitata”.
    Ranucci diventa così il protagonista perfetto di una sceneggiatura politica: un giornalista “coraggioso” che affronta “minacce anonime”, protetto dalle istituzioni e celebrato dalle stesse forze di potere che dice di denunciare.
    È un meccanismo studiato.
    Il potere sa che per sopravvivere deve simulare al proprio interno una quota di conflitto controllato: apparire diviso per essere più credibile.
    In realtà, la funzione del dissenso istituzionalizzato è proprio neutralizzare il vero dissenso.
    Mentre l’attenzione del pubblico viene dirottata su un presunto attacco a Report, restano fuori dall’agenda mediatica i dossier realmente scomodi: i rapporti fra politica e finanza, l’influenza delle multinazionali sui media, il ruolo delle intelligence nei processi giudiziari, e la progressiva erosione della sovranità nazionale.
    Il risultato è che il “giornalista minacciato” diventa uno scudo narrativo per l’establishment.
    L’intera vicenda rafforza l’idea che chi critica i media ufficiali sia un potenziale pericolo per la democrazia.
    E così, mentre il potere si autoassolve celebrando la propria “libertà di stampa”, il vero giornalismo d’inchiesta — quello che indaga davvero su chi comanda — resta invisibile, marginalizzato, e privo di voce.

    Source: https://www.facebook.com/story.php?story_fbid=10229586144179377&id=1276122023&post_id=1276122023_10229586144179377&rdid=By0LdSJgnVcqb30V
    PER NON DIMENTICARE e FARE UN PO' di CHIAREZZA! L’ENIGMA RANUCCI: IL GIORNALISTA SCOMODO CHE NON DISTURBA IL POTERE! Sempre solidale con chiunque subisca ogni tipo di intimidazione, compreso il soggetto in questione, vi propongo questi interessanti e condivisibili post sulla figura di Sigfrido Ranucci, il giornalista che durante la pandemia pubblicizzava senza farsi alcuna domanda i sieri sperimentali che continuano tutt’oggi a mietere vittime anche fra i suoi colleghi e proponeva imperdibili inchieste della durata di un’ora sull’evoluzione della pizza in Italia, con un inedito focus sulla mangiata dell’ex presidente Bill Clinton in una pizzeria di Napoli…tutto questo nel periodo in cui tutti i diritti fondamentali dell’uomo venivano calpestati da un banchiere criminale nel silenzio di (quasi) tutte le trasmissioni televisive, fra cui la sua. Buona lettura. Post 1 Sigfrido Ranucci viene presentato da anni come simbolo del giornalismo d’inchiesta italiano, “voce scomoda” contro i poteri forti. Eppure, se si osserva con attenzione la linea editoriale di Report, emerge un quadro molto diverso da quello percepito dal grande pubblico. I servizi del programma non toccano mai le questioni centrali del potere reale: il ruolo dell’Unione Europea e della BCE nell’impoverimento economico del Paese, le responsabilità politiche nella gestione pandemica, i rapporti fra magistratura e intelligence, l’impatto delle politiche migratorie sulla sicurezza e sull’identità sociale. Temi di questa portata vengono costantemente evitati. Si preferisce orientare l’attenzione verso fenomeni di corruzione secondaria, conflitti di interesse marginali o presunti scandali a basso rischio politico. In questo senso, Report svolge una funzione precisa: incanalare l’indignazione pubblica verso bersagli innocui. Il risultato è duplice: da un lato si alimenta l’immagine del giornalismo “libero”, dall’altro si impedisce che l’opinione pubblica concentri la propria attenzione sui veri centri di potere. Non è un caso che Ranucci, pur dichiarandosi “in pericolo”, goda di massima copertura istituzionale, sia da parte del Quirinale che dell’Unione Europea, che ne difendono costantemente l’operato in nome della “libertà di stampa”. È difficile considerare realmente scomodo chi opera all’interno del servizio pubblico e gode di protezione politica trasversale. In un Paese dove giornalisti indipendenti vengono querelati, censurati o isolati, l’immagine del “cronista coraggioso sotto scorta” funziona come una narrazione utile al sistema: serve a dare credibilità a un’informazione che, in realtà, si muove entro confini molto ben definiti. Post 2 – L’ATTENTATO IMPOSSIBILE: UNA NARRAZIONE COSTRUITA? Dal 2021 Sigfrido Ranucci vive sotto scorta. Ciò significa che la sua abitazione, i suoi spostamenti e la sua vettura rientrano in protocolli di sicurezza estremamente rigidi. Ogni ingresso, parcheggio e itinerario è monitorato. Per questo motivo, la notizia secondo cui qualcuno sarebbe riuscito a collocare un ordigno esplosivo nella sua auto appare tecnicamente poco plausibile, se non impossibile, a meno di gravi complicità interne. L’attentato, così come raccontato, presenta quindi una doppia anomalia: o i protocolli di protezione sono falliti in modo clamoroso — cosa che dovrebbe comportare immediate dimissioni di funzionari e scorte — oppure la vicenda ha una forte componente scenica e comunicativa. Il tempismo mediatico lo conferma: subito dopo la notizia, esponenti politici di tutti i partiti hanno espresso solidarietà, il Quirinale ha ribadito il valore del “giornalismo libero”, e i media hanno rilanciato la narrazione dell’Italia come “paese pericoloso per chi fa informazione”. Ma di quale informazione si parla? Ranucci non ha mai prodotto inchieste che mettessero realmente in crisi i vertici del potere politico o finanziario. Non ha mai toccato temi come l’adesione incondizionata dell’Italia alla NATO, la gestione opaca dei fondi del PNRR, o le pressioni sovranazionali in materia sanitaria ed energetica. Eppure viene presentato come simbolo della libertà di parola. L’ipotesi più coerente è che l’“attentato” serva a consolidare una narrativa utile al mainstream: quella del giornalista eroico minacciato da forze oscure, che deve essere difeso dal potere politico stesso. Un paradosso perfetto: chi dovrebbe essere il bersaglio diventa, in realtà, l’attore principale di una messa in scena che rafforza il sistema che finge di combattere. Post 3 – IL RUOLO DI SISTEMA DEL GIORNALISTA “SOTTO ATTACCO” In ogni momento di crisi di fiducia verso i media, il sistema reagisce in modo prevedibile: rilancia figure come Ranucci per ridare legittimità morale alla stampa istituzionale. Quando il pubblico inizia a percepire la manipolazione dell’informazione, serve un simbolo di “verità perseguitata”. Ranucci diventa così il protagonista perfetto di una sceneggiatura politica: un giornalista “coraggioso” che affronta “minacce anonime”, protetto dalle istituzioni e celebrato dalle stesse forze di potere che dice di denunciare. È un meccanismo studiato. Il potere sa che per sopravvivere deve simulare al proprio interno una quota di conflitto controllato: apparire diviso per essere più credibile. In realtà, la funzione del dissenso istituzionalizzato è proprio neutralizzare il vero dissenso. Mentre l’attenzione del pubblico viene dirottata su un presunto attacco a Report, restano fuori dall’agenda mediatica i dossier realmente scomodi: i rapporti fra politica e finanza, l’influenza delle multinazionali sui media, il ruolo delle intelligence nei processi giudiziari, e la progressiva erosione della sovranità nazionale. Il risultato è che il “giornalista minacciato” diventa uno scudo narrativo per l’establishment. L’intera vicenda rafforza l’idea che chi critica i media ufficiali sia un potenziale pericolo per la democrazia. E così, mentre il potere si autoassolve celebrando la propria “libertà di stampa”, il vero giornalismo d’inchiesta — quello che indaga davvero su chi comanda — resta invisibile, marginalizzato, e privo di voce. Source: https://www.facebook.com/story.php?story_fbid=10229586144179377&id=1276122023&post_id=1276122023_10229586144179377&rdid=By0LdSJgnVcqb30V
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  • "QUEI PAZIENTI ERANO UN AMMASSO DI COAGULI" ▷ L'AUDIZIONE VIRALE DELLA DR.SSA GISMONDO IN COM. COVID-19

    E' stato il primo vero debriefing serio sull'emergenza Covid, come scrive Maddalena Loy su La Verità, quello della microbiologa Maria Rita Gismondo. Ai tempi della pandemia era direttore della cattedra di microbiologia all'Università di Milano e direttore dell'università sulle bioemergenze al Sacco di Milano. Di recente è stata ascoltata in Commissione Covid, dove ha spiegato quelli che sarebbero stati gli errori commessi nella gestione dell'emergenza - ricordiamo che la Commissione ha deciso di analizzare la pandemia in ordine cronologico, quindi partendo dalle mascherine, i lockdown e in generale l'approccio iniziale. La microbiologa ha esposto, nell'analisi di presentazione prima delle domande dei commissari, i principali punti chiave della crisi sanitaria. "Cosa sarebbe accaduto - chiede in aula - se avessimo subito tracciato in maniera tale da effettuare i tamponi non solo a coloro che avevano evidenti sintomi? Cosa sarebbe accaduto se avessimo effettuato un gran numero di autopsie conoscendo meglio la patogenesi di questa patologia?"

    https://www.youtube.com/watch?v=X2tdwanfxKI
    "QUEI PAZIENTI ERANO UN AMMASSO DI COAGULI" ▷ L'AUDIZIONE VIRALE DELLA DR.SSA GISMONDO IN COM. COVID-19 E' stato il primo vero debriefing serio sull'emergenza Covid, come scrive Maddalena Loy su La Verità, quello della microbiologa Maria Rita Gismondo. Ai tempi della pandemia era direttore della cattedra di microbiologia all'Università di Milano e direttore dell'università sulle bioemergenze al Sacco di Milano. Di recente è stata ascoltata in Commissione Covid, dove ha spiegato quelli che sarebbero stati gli errori commessi nella gestione dell'emergenza - ricordiamo che la Commissione ha deciso di analizzare la pandemia in ordine cronologico, quindi partendo dalle mascherine, i lockdown e in generale l'approccio iniziale. La microbiologa ha esposto, nell'analisi di presentazione prima delle domande dei commissari, i principali punti chiave della crisi sanitaria. "Cosa sarebbe accaduto - chiede in aula - se avessimo subito tracciato in maniera tale da effettuare i tamponi non solo a coloro che avevano evidenti sintomi? Cosa sarebbe accaduto se avessimo effettuato un gran numero di autopsie conoscendo meglio la patogenesi di questa patologia?" https://www.youtube.com/watch?v=X2tdwanfxKI
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  • QUESTA È LA LEGGE!
    Ricordatevelo bene:

    Se filmate un borseggiatore, nei guai con la legge ci andate voi. Violazione della privacy.

    Mentre ai bei tempi andati, se segnalavi, fotografavi filmavi un pericoloso cittadino senza mascherina o a spasso con il cane, diventavi eroe nazionale e l'idolo dei social.

    Visto che qualche nuova pandemia adesso se la reinventano, se non volete indossare la mascherina senza incorrere in sanzioni, è importante che contestualmente borseggiate qualche passante.

    La legge è mobile, qual piuma al vento...

    Source:  t.me/ArsenaleKappa
    QUESTA È LA LEGGE! Ricordatevelo bene: Se filmate un borseggiatore, nei guai con la legge ci andate voi. Violazione della privacy. Mentre ai bei tempi andati, se segnalavi, fotografavi filmavi un pericoloso cittadino senza mascherina o a spasso con il cane, diventavi eroe nazionale e l'idolo dei social. Visto che qualche nuova pandemia adesso se la reinventano, se non volete indossare la mascherina senza incorrere in sanzioni, è importante che contestualmente borseggiate qualche passante. La legge è mobile, qual piuma al vento... Source:  t.me/ArsenaleKappa 🅰️ 💥ㅤ
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  • Kennedy sta cacciando tutti i falsi scienziati vaccinisti.
    Vedremo qui da noi che farà Schillaci.

    LA RESA DEI CONTI

    Kennedy annienta i sierofanatici
    Vance gli fa eco, Big Pharma al palo

    Il segretario alla Salute è stato bersagliato dai dem in Aula, ma con le sue repliche ha messo tutti a tacere.
    Il vice di Trump: «Mutilate i bambini per arricchire le case farmaceutiche. Siete pieni di m... e lo san tutti»

    di MADDALENA LOY

    «Quando vedo tutti questi senatori che fanno la predica a Kennedy e cercano di incastrarlo, l’unica cosa che mi viene da pensare è: voi tutti sostenete terapie ormonali off-label, non testate e con effetti irreversibili sui bambini, mutilandoli per arricchire le grandi case farmaceutiche. Siete pieni di merda e lo sanno tutti».

    Non l’ha toccata piano, il vice presidente degli Stati Uniti JD Vance, commentando l’audizione del ministro della salute Usa, Robert F. Kennedy, alla commissione finanze del Senato americano che si è tenuta giovedì sera. Un fuoco di fila di tre ore di domande insidiose, alle quali Kennedy ha risposto con calma e decisione, smontando pezzo per pezzo la narrazione dei democratici e accusando le multinazionali farmaceutiche di essere la vera minaccia per la salute pubblica americana.

    Ha sottolineato l’enorme incremento dei costi sanitari dovuto alle politiche di Big Pharma, ricordando i miliardi di dollari di profitti ottenuti attraverso la gestione della pandemia e la spinta forzata verso vaccini e trattamenti di dubbia efficacia. Kennedy ha portato dati ufficiali e documenti che mostrano come il sistema sia stato manipolato per privilegiare gli interessi economici delle case farmaceutiche, a scapito della prevenzione e della salute dei cittadini.

    La democratica Elizabeth Warren lo accusava di «privare la popolazione di vaccini antivirali», ma Kennedy ha ribattuto elencando i fallimenti della sanità Usa e i casi in cui il profitto ha prevalso sull’evidenza scientifica. Ha citato anche il caso dei risarcimenti per gli effetti collaterali dei vaccini, costati oltre 5 miliardi di dollari al contribuente americano.

    Alla fine persino alcuni senatori democratici hanno evitato di incalzarlo oltre, mentre Vance gli ha fatto eco con un intervento durissimo che ha fatto esplodere i social.

    «Mio zio era pro-vaccino», ha detto Kennedy, «ma non avrebbe mai accettato di imporlo senza trasparenza e senza valutare i rischi».

    Il senatore del Colorado, Michael Bennett, ha cercato di rilanciare sul piano etico, ma la difesa d’ufficio delle corporation ha lasciato molti basiti.

    Il risultato? Kennedy è uscito vincitore morale dal confronto, mentre Big Pharma ha visto sgretolarsi una parte della sua aura di intoccabilità.
    Kennedy sta cacciando tutti i falsi scienziati vaccinisti. Vedremo qui da noi che farà Schillaci. LA RESA DEI CONTI Kennedy annienta i sierofanatici Vance gli fa eco, Big Pharma al palo Il segretario alla Salute è stato bersagliato dai dem in Aula, ma con le sue repliche ha messo tutti a tacere. Il vice di Trump: «Mutilate i bambini per arricchire le case farmaceutiche. Siete pieni di m... e lo san tutti» di MADDALENA LOY «Quando vedo tutti questi senatori che fanno la predica a Kennedy e cercano di incastrarlo, l’unica cosa che mi viene da pensare è: voi tutti sostenete terapie ormonali off-label, non testate e con effetti irreversibili sui bambini, mutilandoli per arricchire le grandi case farmaceutiche. Siete pieni di merda e lo sanno tutti». Non l’ha toccata piano, il vice presidente degli Stati Uniti JD Vance, commentando l’audizione del ministro della salute Usa, Robert F. Kennedy, alla commissione finanze del Senato americano che si è tenuta giovedì sera. Un fuoco di fila di tre ore di domande insidiose, alle quali Kennedy ha risposto con calma e decisione, smontando pezzo per pezzo la narrazione dei democratici e accusando le multinazionali farmaceutiche di essere la vera minaccia per la salute pubblica americana. Ha sottolineato l’enorme incremento dei costi sanitari dovuto alle politiche di Big Pharma, ricordando i miliardi di dollari di profitti ottenuti attraverso la gestione della pandemia e la spinta forzata verso vaccini e trattamenti di dubbia efficacia. Kennedy ha portato dati ufficiali e documenti che mostrano come il sistema sia stato manipolato per privilegiare gli interessi economici delle case farmaceutiche, a scapito della prevenzione e della salute dei cittadini. La democratica Elizabeth Warren lo accusava di «privare la popolazione di vaccini antivirali», ma Kennedy ha ribattuto elencando i fallimenti della sanità Usa e i casi in cui il profitto ha prevalso sull’evidenza scientifica. Ha citato anche il caso dei risarcimenti per gli effetti collaterali dei vaccini, costati oltre 5 miliardi di dollari al contribuente americano. Alla fine persino alcuni senatori democratici hanno evitato di incalzarlo oltre, mentre Vance gli ha fatto eco con un intervento durissimo che ha fatto esplodere i social. «Mio zio era pro-vaccino», ha detto Kennedy, «ma non avrebbe mai accettato di imporlo senza trasparenza e senza valutare i rischi». Il senatore del Colorado, Michael Bennett, ha cercato di rilanciare sul piano etico, ma la difesa d’ufficio delle corporation ha lasciato molti basiti. Il risultato? Kennedy è uscito vincitore morale dal confronto, mentre Big Pharma ha visto sgretolarsi una parte della sua aura di intoccabilità.
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  • L’idea che “ce lo ha detto l’OMS” o “ce lo impone l’Europa” rischia di essere una gigantesca operazione di scarico delle responsabilità.
    E il pericolo è che oggi, mentre si discute di trattati sanitari globali e di nuove emergenze, si continui a puntare il dito all’esterno… dimenticando chi, in Italia, ha creato regole più dure di quelle chieste.

    La cosiddetta pandemia, è stata gestita in modo autonomo, politico e ideologico nel nostro Paese. È su questo che va tenuta alta l’attenzione: non contro un’entità astratta, ma contro le scelte concrete fatte da governi concreti, nel silenzio di molti e nella complicità di troppi.

    #covid #pandemia #censura #lockdown #italia #vaccino #danni #tamponi #oms #mascherine

    Source: https://x.com/SandriAvv/status/1964283166845211026
    L’idea che “ce lo ha detto l’OMS” o “ce lo impone l’Europa” rischia di essere una gigantesca operazione di scarico delle responsabilità. E il pericolo è che oggi, mentre si discute di trattati sanitari globali e di nuove emergenze, si continui a puntare il dito all’esterno… dimenticando chi, in Italia, ha creato regole più dure di quelle chieste. La cosiddetta pandemia, è stata gestita in modo autonomo, politico e ideologico nel nostro Paese. È su questo che va tenuta alta l’attenzione: non contro un’entità astratta, ma contro le scelte concrete fatte da governi concreti, nel silenzio di molti e nella complicità di troppi. #covid #pandemia #censura #lockdown #italia #vaccino #danni #tamponi #oms #mascherine Source: https://x.com/SandriAvv/status/1964283166845211026
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  • Non so se l’avete già sentito, ma l’ultimo intervento di Robert Kennedy Jr. è di fondamentale importanza per capire cosa è davvero accaduto negli ultimi anni.
    Per la prima volta emergono contraddizioni, bugie e manipolazioni che hanno condizionato milioni di persone in tutto il mondo.

    Kennedy denuncia le falsità raccontate sulla pandemia, sull’immunità naturale, sui vaccini, sulle mascherine e sulle decisioni prese da CDC e FDA.
    Parole forti, che mettono in discussione la versione ufficiale e aprono uno spiraglio di verità che finora era stato nascosto.

    Guardate il video fino alla fine e ditemi nei commenti cosa ne pensate: stiamo finalmente assistendo a un cambiamento?
    La speranza è che, con Kennedy, la verità diventi un diritto di tutti e non più un privilegio per pochi.

    https://youtu.be/kJ-tw5Mzmxk?si=jpFRkjitUvNEAGmv
    Non so se l’avete già sentito, ma l’ultimo intervento di Robert Kennedy Jr. è di fondamentale importanza per capire cosa è davvero accaduto negli ultimi anni. Per la prima volta emergono contraddizioni, bugie e manipolazioni che hanno condizionato milioni di persone in tutto il mondo. Kennedy denuncia le falsità raccontate sulla pandemia, sull’immunità naturale, sui vaccini, sulle mascherine e sulle decisioni prese da CDC e FDA. Parole forti, che mettono in discussione la versione ufficiale e aprono uno spiraglio di verità che finora era stato nascosto. 👉 Guardate il video fino alla fine e ditemi nei commenti cosa ne pensate: stiamo finalmente assistendo a un cambiamento? La speranza è che, con Kennedy, la verità diventi un diritto di tutti e non più un privilegio per pochi. https://youtu.be/kJ-tw5Mzmxk?si=jpFRkjitUvNEAGmv
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