• Francesca Albanese sanzionata dagli Usa | Il paradosso? Dal nuovo Raìs della Siria al macellaio Duterte: ecco tutti i criminali risparmiati dalla Casa Bianca
    di Gianni Rosini
    Per la relatrice speciale delle Nazioni Unite per la Palestina misure come era successo per Osama Bin Laden e il Chapo Guzman. Ma è la lista di chi non ha subito ritorsioni che dimostra come nel sistema americano non tutti i criminali vengano puniti...

    Le sanzioni americane sono spesso considerate il discrimine per decidere chi debba essere considerato un “cattivo”, il metodo condiviso per dividere il mondo tra chi si comporta in maniera accettabile e chi, invece, deve essere condannato all’isolamento. In effetti, se si scorre la lista di coloro che negli anni sono stati colpiti da questo provvedimento, che di recente ha aggiunto anche il nome della relatrice speciale delle Nazioni Unite per la Palestina, Francesca Albanese, si trovano soggetti tutt’altro che rispettabili, tra terroristi come Osama bin Laden, narcotrafficanti alla Joaquin El Chapo Guzmán, signori della guerra come Joseph Kony o dittatori sanguinari del calibro di Kim Jong-un.

    Che terribile crimine ha commesso, quindi, Francesca Albanese per ritrovarsi in compagnia di questi soggetti? Dopo l’annuncio da parte del segretario di Stato americano, Marco Rubio, lei ha reagito con ironia: “È un record, sono la prima persona dell’Onu a cui è successo. Per cosa? Per aver denunciato un genocidio? Per aver documentato un sistema? Mi sanzionano, ma non mi hanno mai contestato i fatti”. E ha poi contrattaccato: “Le sanzioni funzioneranno solo se le persone saranno spaventate e smetteranno di impegnarsi. Voglio ricordare a tutti che il motivo per cui vengono imposte queste sanzioni è la ricerca della giustizia“.

    Le ritorsioni contro la relatrice italiana racchiudono una verità importante, la stessa già affiorata dopo che lo stesso provvedimento aveva colpito o l’ex procuratrice capo della Corte Penale Internazionale, Fatou Bensouda, che indagava sui crimini americani e britannici in Afghanistan o i giudici della Cpi che hanno spiccato un mandato d’arresto nei confronti del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e del suo ex ministro della Difesa, Yoav Gallant, con l’accusa di crimini di guerra: le sanzioni americane non colpiscono i cattivi del mondo, ma solo coloro che sono considerati dalla Casa Bianca nemici di Washington o dei suoi alleati. Per capirlo non si deve guardare ai nomi contenuti in questo speciale girone dell’inferno del XXI secolo. Al contrario, si devono cercare quelli di chi in quella lista non appare. Ecco qualche esempio.

    Source: https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/13/sanzioni-usa-criminali-risparmiati-albanese-news/8058221/
    Francesca Albanese sanzionata dagli Usa | Il paradosso? Dal nuovo Raìs della Siria al macellaio Duterte: ecco tutti i criminali risparmiati dalla Casa Bianca di Gianni Rosini Per la relatrice speciale delle Nazioni Unite per la Palestina misure come era successo per Osama Bin Laden e il Chapo Guzman. Ma è la lista di chi non ha subito ritorsioni che dimostra come nel sistema americano non tutti i criminali vengano puniti... Le sanzioni americane sono spesso considerate il discrimine per decidere chi debba essere considerato un “cattivo”, il metodo condiviso per dividere il mondo tra chi si comporta in maniera accettabile e chi, invece, deve essere condannato all’isolamento. In effetti, se si scorre la lista di coloro che negli anni sono stati colpiti da questo provvedimento, che di recente ha aggiunto anche il nome della relatrice speciale delle Nazioni Unite per la Palestina, Francesca Albanese, si trovano soggetti tutt’altro che rispettabili, tra terroristi come Osama bin Laden, narcotrafficanti alla Joaquin El Chapo Guzmán, signori della guerra come Joseph Kony o dittatori sanguinari del calibro di Kim Jong-un. Che terribile crimine ha commesso, quindi, Francesca Albanese per ritrovarsi in compagnia di questi soggetti? Dopo l’annuncio da parte del segretario di Stato americano, Marco Rubio, lei ha reagito con ironia: “È un record, sono la prima persona dell’Onu a cui è successo. Per cosa? Per aver denunciato un genocidio? Per aver documentato un sistema? Mi sanzionano, ma non mi hanno mai contestato i fatti”. E ha poi contrattaccato: “Le sanzioni funzioneranno solo se le persone saranno spaventate e smetteranno di impegnarsi. Voglio ricordare a tutti che il motivo per cui vengono imposte queste sanzioni è la ricerca della giustizia“. Le ritorsioni contro la relatrice italiana racchiudono una verità importante, la stessa già affiorata dopo che lo stesso provvedimento aveva colpito o l’ex procuratrice capo della Corte Penale Internazionale, Fatou Bensouda, che indagava sui crimini americani e britannici in Afghanistan o i giudici della Cpi che hanno spiccato un mandato d’arresto nei confronti del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e del suo ex ministro della Difesa, Yoav Gallant, con l’accusa di crimini di guerra: le sanzioni americane non colpiscono i cattivi del mondo, ma solo coloro che sono considerati dalla Casa Bianca nemici di Washington o dei suoi alleati. Per capirlo non si deve guardare ai nomi contenuti in questo speciale girone dell’inferno del XXI secolo. Al contrario, si devono cercare quelli di chi in quella lista non appare. Ecco qualche esempio. Source: https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/13/sanzioni-usa-criminali-risparmiati-albanese-news/8058221/
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    Sanzioni USA a Francesca Albanese e i criminali che invece restano impuniti
    Dagli ex terroristi ai dittatori sanguinari: ecco chi Washington non colpisce con sanzioni, mentre le impone alla relatrice ONU
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  • Abbiamo tempo fino al 19 luglio 2025 per respingere ufficialmente le modifiche al Regolamento Sanitario Internazionale.
    Israele lo ha già fatto. Eurodeputato: "Se gli emendamenti al RSI saranno adottati, trasferiremo all'OMS l'autorità assoluta di interpretare tutte le questioni relative a una pandemia o a un'altra emergenza sanitaria: 'Quanto è pericoloso il virus?', 'Quando una persona è considerata malata?', 'Quali contromisure sono efficaci e quali no?', 'Tutti devono essere vaccinati?'."
    In futuro, anche le sostanze sperimentali potrebbero essere dichiarate senza alternative dall'OMS:
    il dissenso sarebbe proibito. Gli Stati dovrebbero far rispettare questo monopolio della verità, anche se i loro scienziati giungessero a conclusioni diverse."

    Source: https://t.me/dentrolanotizia
    Abbiamo tempo fino al 19 luglio 2025 per respingere ufficialmente le modifiche al Regolamento Sanitario Internazionale. Israele lo ha già fatto. Eurodeputato: "Se gli emendamenti al RSI saranno adottati, trasferiremo all'OMS l'autorità assoluta di interpretare tutte le questioni relative a una pandemia o a un'altra emergenza sanitaria: 'Quanto è pericoloso il virus?', 'Quando una persona è considerata malata?', 'Quali contromisure sono efficaci e quali no?', 'Tutti devono essere vaccinati?'." In futuro, anche le sostanze sperimentali potrebbero essere dichiarate senza alternative dall'OMS: il dissenso sarebbe proibito. Gli Stati dovrebbero far rispettare questo monopolio della verità, anche se i loro scienziati giungessero a conclusioni diverse." Source: https://t.me/dentrolanotizia
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  • Un’altra verità circa la guerra civile jugoslava
    https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=47630
    Un’altra verità circa la guerra civile jugoslava https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=47630
    Finalmente emerge la verità su Srebrenica
    Finalmente emerge la verità su Srebrenica: i civili non furono uccisi dai Serbi ma dagli stessi musulmani bosniaci per ordine di Bill Clinton Tweet Dopo la confessione shock del politico bosniaco Ibran Mustafić, veterano di guerra, chi restituirà la dignità a...
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  • NATO e Paura: disinformazione programmata o sudditanza consapevole?

    Prima di cedere a semplificazioni o giudizi affrettati sui conflitti in corso, è utile confrontarsi con i Coordinamenti per la Pace e contro il Riarmo, che da tre anni, in parallelo alle crisi internazionali, mantengono viva una lettura alternativa e critica dei fatti.

    Non si tratta solo di principio o buon senso, ma di lucidità politica. Determinate voci — come quella del giudice Domenico Gallo, ascoltata durante le nostre sedute di coordinamento — aiutano a fare chiarezza sul ruolo effettivo delle istituzioni sovranazionali.

    La NATO non è un governo mondiale. Le decisioni del Consiglio Atlantico non sono vincolanti, non impongono obblighi legali agli Stati membri e devono essere adottate all’unanimità. Una condizione già di per sé irrealistica in un'alleanza composta da decine di Paesi con interessi divergenti.
    Ma allora, perché tanto allarmismo? Perché questa paura della NATO?
    Per una narrazione distorta, alimentata da chi, nei governi, usa l’ombrello NATO come alibi per decisioni che in realtà sono sovrane. L’obiettivo? Mantenere una posizione subalterna, spesso psicologicamente colonizzata dal paradigma atlantista , in nome di una "deterrenza" verso un nemico sovietico che non esiste più — o non nei termini in cui viene rappresentato.

    In questo contesto, è fondamentale recuperare l’analisi dell’ex Generale Fabio Mini, dal titolo eloquente: Le beffe della NATO e la scusa russa. Un articolo tanto illuminante quanto destinato a “sparire” dai radar della rete. Ecco alcuni estratti centrali:

    Il 5% alla difesa? Non è un obbligo

    Dal recente vertice NATO all’Aja si è estrapolato un solo dato: l’aumento della spesa militare al 5% del PIL. Ma, come chiarisce Mini, la parte più rivoluzionaria della dichiarazione finale è proprio quella non scritta.

    “Le dichiarazioni dei summit non sono trattati. Non obbligano legalmente nessuno. Sono linee guida politiche.”

    In pratica, ogni Stato è libero di recepire o meno queste indicazioni. Non ci sono sanzioni per chi non le applica, se non quelle informali: ricatti politici e “gangsterismo” diplomatico.

    Nel 2014 la NATO fissò come obiettivo il 2% del PIL. A dieci anni di distanza, molti Stati membri — nonostante l'aggravarsi del quadro di sicurezza — non hanno ancora raggiunto quella soglia. Oggi, il nuovo “traguardo” del 5% è presentato come necessario per:

    - resistere a un eventuale primo attacco russo,

    - riprendere territori persi,

    - sostenere un conflitto di lunga durata.

    Tutto entro il 2035. Una previsione che, nella sua ambiguità, lascia intravedere il peggiore degli scenari: un conflitto di logoramento, in cui — parole di Mini — "saremmo comunque soccombenti, se non intervenisse il nucleare."
    Per l’Italia significa un incremento graduale ma pesantissimo:

    +0,9% in armamenti e +0,7% in spese “correlate” entro il 2029.

    Spese “correlate” che includono infrastrutture, logistica, persino decoro urbano.

    Persino le spese per armare l’Ucraina — o investimenti industriali su quel fronte — potranno essere “conteggiate” come parte del 5%. Un escamotage per “adempiere” agli impegni senza rafforzare realmente le nostre forze armate.

    La verità è chiara: non è la NATO a imporci questi sacrifici, ma il nostro stesso governo, che sceglie di allinearsi a una strategia militare che porterà nel tempo a svuotare le casse pubbliche senza garantire vera sicurezza.

    Dieci anni in cui non si costruirà una reale deterrenza, ma un sistema instabile e insostenibile, che servirà solo ad alimentare l’industria bellica e a spostare risorse dalla società civile alle spese militari.

    È per questo che invitiamo alla partecipazione attiva nei Coordinamenti, nei gruppi locali, nei momenti di confronto pubblico.

    La mobilitazione richiede una convergenza di idee, ma parte da un requisito fondamentale: un'informazione corretta, libera da panico indotto e retorica militarista.

    #NATO #VerticeAja #NoRiarmo #DifesaComune #PoliticaEstera #PaceNonGuerra #SovranitàNazionale #StopDisinformazione #SpeseMilitari #MobilitazionePopolare #FabioMini #CoordinamentoPace #informazionecritica
    🌍 NATO e Paura: disinformazione programmata o sudditanza consapevole? Prima di cedere a semplificazioni o giudizi affrettati sui conflitti in corso, è utile confrontarsi con i Coordinamenti per la Pace e contro il Riarmo, che da tre anni, in parallelo alle crisi internazionali, mantengono viva una lettura alternativa e critica dei fatti. Non si tratta solo di principio o buon senso, ma di lucidità politica. Determinate voci — come quella del giudice Domenico Gallo, ascoltata durante le nostre sedute di coordinamento — aiutano a fare chiarezza sul ruolo effettivo delle istituzioni sovranazionali. 🛑 La NATO non è un governo mondiale. Le decisioni del Consiglio Atlantico non sono vincolanti, non impongono obblighi legali agli Stati membri e devono essere adottate all’unanimità. Una condizione già di per sé irrealistica in un'alleanza composta da decine di Paesi con interessi divergenti. Ma allora, perché tanto allarmismo? Perché questa paura della NATO? Per una narrazione distorta, alimentata da chi, nei governi, usa l’ombrello NATO come alibi per decisioni che in realtà sono sovrane. L’obiettivo? Mantenere una posizione subalterna, spesso psicologicamente colonizzata dal paradigma atlantista 🇺🇸, in nome di una "deterrenza" verso un nemico sovietico che non esiste più — o non nei termini in cui viene rappresentato. 📌 In questo contesto, è fondamentale recuperare l’analisi dell’ex Generale Fabio Mini, dal titolo eloquente: Le beffe della NATO e la scusa russa. Un articolo tanto illuminante quanto destinato a “sparire” dai radar della rete. Ecco alcuni estratti centrali: 💣 Il 5% alla difesa? Non è un obbligo Dal recente vertice NATO all’Aja si è estrapolato un solo dato: l’aumento della spesa militare al 5% del PIL. Ma, come chiarisce Mini, la parte più rivoluzionaria della dichiarazione finale è proprio quella non scritta. “Le dichiarazioni dei summit non sono trattati. Non obbligano legalmente nessuno. Sono linee guida politiche.” In pratica, ogni Stato è libero di recepire o meno queste indicazioni. Non ci sono sanzioni per chi non le applica, se non quelle informali: ricatti politici e “gangsterismo” diplomatico. 🔍 Nel 2014 la NATO fissò come obiettivo il 2% del PIL. A dieci anni di distanza, molti Stati membri — nonostante l'aggravarsi del quadro di sicurezza — non hanno ancora raggiunto quella soglia. Oggi, il nuovo “traguardo” del 5% è presentato come necessario per: - resistere a un eventuale primo attacco russo, - riprendere territori persi, - sostenere un conflitto di lunga durata. Tutto entro il 2035. Una previsione che, nella sua ambiguità, lascia intravedere il peggiore degli scenari: un conflitto di logoramento, in cui — parole di Mini — "saremmo comunque soccombenti, se non intervenisse il nucleare." 📊 Per l’Italia significa un incremento graduale ma pesantissimo: +0,9% in armamenti e +0,7% in spese “correlate” entro il 2029. Spese “correlate” che includono infrastrutture, logistica, persino decoro urbano. ❗Persino le spese per armare l’Ucraina — o investimenti industriali su quel fronte — potranno essere “conteggiate” come parte del 5%. Un escamotage per “adempiere” agli impegni senza rafforzare realmente le nostre forze armate. La verità è chiara: non è la NATO a imporci questi sacrifici, ma il nostro stesso governo, che sceglie di allinearsi a una strategia militare che porterà nel tempo a svuotare le casse pubbliche senza garantire vera sicurezza. ⚠️ Dieci anni in cui non si costruirà una reale deterrenza, ma un sistema instabile e insostenibile, che servirà solo ad alimentare l’industria bellica e a spostare risorse dalla società civile alle spese militari. 📢 È per questo che invitiamo alla partecipazione attiva nei Coordinamenti, nei gruppi locali, nei momenti di confronto pubblico. La mobilitazione richiede una convergenza di idee, ma parte da un requisito fondamentale: un'informazione corretta, libera da panico indotto e retorica militarista. #NATO #VerticeAja #NoRiarmo #DifesaComune #PoliticaEstera #PaceNonGuerra #SovranitàNazionale #StopDisinformazione #SpeseMilitari #MobilitazionePopolare #FabioMini #CoordinamentoPace #informazionecritica
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  • Il giornalismo di inchiesta è merce sempre più rara.
    In Italia è quasi scomparso, per la gioia di certi politici ed ex ministri che si sentono così al riparo da scomode verità.

    Questo è lo speech della giornalista @SharylAttkisson vincitrice di 5 Emmy Awards, al Hillsdale College di Phoenix:

    Negli ultimi anni Big Pharma si è silenziosamente insinuata in quasi tutte le istituzioni responsabili della formazione della salute pubblica, università comprese, nei media tradizionali, nelle scuole di medicina, nelle organizzazioni no profit, nelle riviste mediche perfino nelle agenzie sanitarie nazionali al punto tale che nulla è più affidabile.

    L'influenza inizia nelle scuole di medicina. Il testo fondamentale utilizzato dagli studenti di medicina negli USA (Manuale Merck) è scritto e pubblicato dalla stessa azienda farmaceutica che produce vaccini.

    I medici dopo la laurea sono tenuti a seguire corsi spesso finanziati da aziende farmaceutiche.

    Le riviste mediche sono infiltrate da interessi farmaceutici al punto che bloccano la pubblicazione di studi a loro sfavorevoli. Gran parte se non la maggior parte della scienza pubblicata in queste riviste, come il NEJM, non è credibile perché le pubblicazioni sono a tal punto assorbite da Big Pharma che non si ottiene affatto la verità.

    Un tempo i giornalisti erano i difensori dell'interesse pubblico, oggi che Big Pharma è diventata inserzionista dominante, le notizie imparziali sono sparite.

    Gli algoritmi dei social spingono le narrazioni mainstream e fanno shadow banning sui contenuti di denuncia.

    Non dobbiamo mai dimenticare che nessuna istituzione, nessuna azienda privata, nessun presunto esperto deve mai fare scelte sulla nostra salute e sul nostro corpo, senza il nostro pieno consenso informato.

    https://youtu.be/lyU_VSqMfQU?feature=shared

    Source: https://x.com/heather_parisi/status/1941889308601827563?s=19
    Il giornalismo di inchiesta è merce sempre più rara. In Italia è quasi scomparso, per la gioia di certi politici ed ex ministri che si sentono così al riparo da scomode verità. Questo è lo speech della giornalista @SharylAttkisson vincitrice di 5 Emmy Awards, al Hillsdale College di Phoenix: Negli ultimi anni Big Pharma si è silenziosamente insinuata in quasi tutte le istituzioni responsabili della formazione della salute pubblica, università comprese, nei media tradizionali, nelle scuole di medicina, nelle organizzazioni no profit, nelle riviste mediche perfino nelle agenzie sanitarie nazionali al punto tale che nulla è più affidabile. L'influenza inizia nelle scuole di medicina. Il testo fondamentale utilizzato dagli studenti di medicina negli USA (Manuale Merck) è scritto e pubblicato dalla stessa azienda farmaceutica che produce vaccini. I medici dopo la laurea sono tenuti a seguire corsi spesso finanziati da aziende farmaceutiche. Le riviste mediche sono infiltrate da interessi farmaceutici al punto che bloccano la pubblicazione di studi a loro sfavorevoli. Gran parte se non la maggior parte della scienza pubblicata in queste riviste, come il NEJM, non è credibile perché le pubblicazioni sono a tal punto assorbite da Big Pharma che non si ottiene affatto la verità. Un tempo i giornalisti erano i difensori dell'interesse pubblico, oggi che Big Pharma è diventata inserzionista dominante, le notizie imparziali sono sparite. Gli algoritmi dei social spingono le narrazioni mainstream e fanno shadow banning sui contenuti di denuncia. Non dobbiamo mai dimenticare che nessuna istituzione, nessuna azienda privata, nessun presunto esperto deve mai fare scelte sulla nostra salute e sul nostro corpo, senza il nostro pieno consenso informato. https://youtu.be/lyU_VSqMfQU?feature=shared Source: https://x.com/heather_parisi/status/1941889308601827563?s=19
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  • “IL GENIO NON SI SPEGNE” – CONFERENZA PUBBLICA @Leonardo3

    🗓 05/07/2025 – h 17:00
    Museo Leonardo3 – Galleria Vittorio Emanuele II, Milano


    Un pomeriggio carico di energia, parole forti e verità scomode, in una Milano che sembra aver perso l’orientamento culturale.
    Il Museo Leonardo3 è sotto sfratto. Sì, avete capito bene: uno dei cuori pulsanti della cultura milanese rischia la chiusura.

    Post completo + reportage:
    https://www.facebook.com/share/p/1F9hPVNiMi/

    #IlGenioNonSiSpegne #Leonardo3 #MilanoResiste #CulturaSottoAttacco #MuseoLeonardo3 #DifendiamoLaCultura #StopSfrattiCulturali #GiuntaSala #ResistenzaCulturale #MilanoÈDiChiLaVive #NoSgomberoLeonardo3 #MuseoInPericolo #CallToAction #AttivismoCulturale
    🧠 “IL GENIO NON SI SPEGNE” – CONFERENZA PUBBLICA @Leonardo3 🗓 05/07/2025 – h 17:00 📍 Museo Leonardo3 – Galleria Vittorio Emanuele II, Milano Un pomeriggio carico di energia, parole forti e verità scomode, in una Milano che sembra aver perso l’orientamento culturale. Il Museo Leonardo3 è sotto sfratto. Sì, avete capito bene: uno dei cuori pulsanti della cultura milanese rischia la chiusura. Post completo + 📷 reportage: https://www.facebook.com/share/p/1F9hPVNiMi/ #IlGenioNonSiSpegne #Leonardo3 #MilanoResiste #CulturaSottoAttacco #MuseoLeonardo3 #DifendiamoLaCultura #StopSfrattiCulturali #GiuntaSala #ResistenzaCulturale #MilanoÈDiChiLaVive #NoSgomberoLeonardo3 #MuseoInPericolo #CallToAction #AttivismoCulturale
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  • ECCO SERVITO IL CONTROLLO GLOBALE e TOTALITARIO!

    Censura Made in EU: da “volontaria” a obbligatoria (ma sempre per il nostro bene, ovvio)

    Dal 1° luglio l’Unione Europea ha deciso di togliersi la maschera: il famigerato Codice di condotta contro la disinformazione, fino a ieri “volontario” (cioè facoltativo, ma con il colpo in canna), è ora ufficialmente un obbligo vincolante grazie al Digital Services Act, la legge che Bruxelles spaccia come salvaguardia della libertà ma che puzza di censura centralizzata da lontano un chilometro.

    Le piattaforme digitali - quelle statunitensi, ovviamente nel mirino - ora devono dimostrare di non promuovere quella che l’UE, con zelo da Ministero della Verità, definisce “disinformazione”. A stabilire cosa sia vero e cosa no ci pensa la Commissione stessa: se non sei un media finanziato da qualche ente europeo o statale, è molto probabile che tu sia tacciato di diffondere fake news. Alla faccia della stampa indipendente.

    E chi non si adegua? Audit annuali, standard di trasparenza “rafforzati”, e la promessa che “chi non supera una verifica deve aspettarsi di essere ritenuto responsabile dalle autorità”. La responsabilità, sia chiaro, non è verso i cittadini ma verso l’apparato.

    Gli attivisti di Reclaim the Net lo dicono chiaro: il messaggio è intimidatorio e politicamente mirato. E le conseguenze potrebbero non limitarsi all’ambito digitale. Negli Stati Uniti, dove le aziende Big Tech vedono questa normativa come un attacco diretto, il malumore è palese. E non è solo un problema industriale: tocca anche la diplomazia e il commercio.

    Non è un caso che gli americani abbiano ricordato quanto accaduto con il Canada quando osò introdurre una tassa simile: Trump la definì “una copia sbiadita dell’UE” e bloccò i negoziati finché Ottawa non fece marcia indietro. Una lezione che Bruxelles sembra voler ignorare, nel suo tentativo disperato di diventare la maestra del web e il giudice supremo della verità.

    Intanto, i funzionari europei balbettano difese penose: “Non censuriamo i contenuti, regoliamo i rischi sistemici degli algoritmi”. Certo. E la libertà di parola? Un fastidioso effetto collaterale.

    Per non apparire troppo totalitari, si sottolinea che aderire al Codice è “tecnicamente volontario”. Peccato che il rispetto del DSA sia tutto fuorché facoltativo.

    In sostanza, l’UE ha costruito un regime di censura soft, che nessuno può rifiutare senza pagarne le conseguenze. E ora deve venderlo come progresso. Buona fortuna, Bruxelles. Washington guarda e prende appunti. E il clima si fa sempre più gelido.

    Per aggiornamenti senza filtri: https://t.me/carmen_tortora1
    ECCO SERVITO IL CONTROLLO GLOBALE e TOTALITARIO! Censura Made in EU: da “volontaria” a obbligatoria (ma sempre per il nostro bene, ovvio) Dal 1° luglio l’Unione Europea ha deciso di togliersi la maschera: il famigerato Codice di condotta contro la disinformazione, fino a ieri “volontario” (cioè facoltativo, ma con il colpo in canna), è ora ufficialmente un obbligo vincolante grazie al Digital Services Act, la legge che Bruxelles spaccia come salvaguardia della libertà ma che puzza di censura centralizzata da lontano un chilometro. Le piattaforme digitali - quelle statunitensi, ovviamente nel mirino - ora devono dimostrare di non promuovere quella che l’UE, con zelo da Ministero della Verità, definisce “disinformazione”. A stabilire cosa sia vero e cosa no ci pensa la Commissione stessa: se non sei un media finanziato da qualche ente europeo o statale, è molto probabile che tu sia tacciato di diffondere fake news. Alla faccia della stampa indipendente. E chi non si adegua? Audit annuali, standard di trasparenza “rafforzati”, e la promessa che “chi non supera una verifica deve aspettarsi di essere ritenuto responsabile dalle autorità”. La responsabilità, sia chiaro, non è verso i cittadini ma verso l’apparato. Gli attivisti di Reclaim the Net lo dicono chiaro: il messaggio è intimidatorio e politicamente mirato. E le conseguenze potrebbero non limitarsi all’ambito digitale. Negli Stati Uniti, dove le aziende Big Tech vedono questa normativa come un attacco diretto, il malumore è palese. E non è solo un problema industriale: tocca anche la diplomazia e il commercio. Non è un caso che gli americani abbiano ricordato quanto accaduto con il Canada quando osò introdurre una tassa simile: Trump la definì “una copia sbiadita dell’UE” e bloccò i negoziati finché Ottawa non fece marcia indietro. Una lezione che Bruxelles sembra voler ignorare, nel suo tentativo disperato di diventare la maestra del web e il giudice supremo della verità. Intanto, i funzionari europei balbettano difese penose: “Non censuriamo i contenuti, regoliamo i rischi sistemici degli algoritmi”. Certo. E la libertà di parola? Un fastidioso effetto collaterale. Per non apparire troppo totalitari, si sottolinea che aderire al Codice è “tecnicamente volontario”. Peccato che il rispetto del DSA sia tutto fuorché facoltativo. In sostanza, l’UE ha costruito un regime di censura soft, che nessuno può rifiutare senza pagarne le conseguenze. E ora deve venderlo come progresso. Buona fortuna, Bruxelles. Washington guarda e prende appunti. E il clima si fa sempre più gelido. Per aggiornamenti senza filtri: https://t.me/carmen_tortora1
    T.ME
    Carmen Tortora
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  • Il documentario che non vedrete mai in tv

    Cosa succede quando la salute pubblica viene sacrificata sull'altare del profitto?
    “Sistema Malato" è un viaggio senza filtri nel lato oscuro della sanità italiana e internazionale. Un racconto documentato che svela scandali, conflitti d’interesse e connivenze tra politica, industria farmaceutica e istituzioni sanitarie.
    Attraverso immagini di repertorio, testimonianze e dati ufficiali, il documentario ricostruisce decenni di abusi e silenzi: dal caso Poggiolini-De Lorenzo negli anni ’90 alla gestione del Covid-19, passando per il decreto Lorenzin, il ruolo di GAVI e il peso crescente delle lobby farmaceutiche.
    Un’inchiesta che non si limita a denunciare, ma invita lo spettatore a riflettere: chi decide davvero sulle nostre cure? Possiamo ancora fidarci del sistema sanitario? E soprattutto: esiste una via d’uscita? ⛔️

    È da circa 6 mesi che lavoro a questo documentario. Ora è vostro!

    L'avevo promesso: non ci fermeremo finché non verrà fatta Verità e Giustizia.

    https://www.youtube.com/watch?v=pDRMmNZ1qL8
    Il documentario che non vedrete mai in tv 📺 ❌ Cosa succede quando la salute pubblica viene sacrificata sull'altare del profitto? “Sistema Malato" è un viaggio senza filtri nel lato oscuro della sanità italiana e internazionale. Un racconto documentato che svela scandali, conflitti d’interesse e connivenze tra politica, industria farmaceutica e istituzioni sanitarie. Attraverso immagini di repertorio, testimonianze e dati ufficiali, il documentario ricostruisce decenni di abusi e silenzi: dal caso Poggiolini-De Lorenzo negli anni ’90 alla gestione del Covid-19, passando per il decreto Lorenzin, il ruolo di GAVI e il peso crescente delle lobby farmaceutiche. Un’inchiesta che non si limita a denunciare, ma invita lo spettatore a riflettere: chi decide davvero sulle nostre cure? Possiamo ancora fidarci del sistema sanitario? E soprattutto: esiste una via d’uscita? ⛔️ È da circa 6 mesi che lavoro a questo documentario. Ora è vostro! L'avevo promesso: non ci fermeremo finché non verrà fatta Verità e Giustizia. 📌 https://www.youtube.com/watch?v=pDRMmNZ1qL8
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  • Solo per ricordare che questo essere è ancora a piede libero insieme all'avvocato del popolo e insieme a Mario Draghi.
    Nel mentre le persone continuano a morire come niente fosse.

    PRETENDIAMO GIUSTIZIA!ABBIAMO SUPERATO 12.000 FIRME e PUNTIAMO alle 100.000!
    MASSIMA CONDIVISIONE.SPERANZA e MAGRINI, ministro e presidente AIFA al tempo dei fatti INDAGATI PER OMICIDIO DAL TRIBUNALE DI ROMA per la gestione della pandemia.
    Come CITTADINI ITALIANI PRETENDIAMO CHE SIA FATTA GIUSTIZIA!

    FIRMIAMO LA PETIZIONE qui: https://scenario.press/petition e leggete tutti i commenti dei firmatari:

    La giustizia sia uguale per tutti. Lo dobbiamo a chi sta male, a chi soffre e ai tanti morti gettati come spazzatura in un sacco nero.
    Non si può dimenticare la perdita di libertà, dignità e umanità finchè non sarà ristabilita la verità.

    Dacci una mano a far girare questa petizione che abbiamo messo online dopo che le principali piattaforme di petizioni ci hanno bloccato. Grazie.

    Se non l'hai già fatto iscriviti a www.scenario.press - libera espressione - il Social contro la censura delle grosse multinazionali e contro il silenzio dei mass-media del main-stream. Non c'è democrazia senza libertà di informazione.

    Se vuoi sostenere Scenario.press - libera espressione - puoi andare alla pagina: https://www.scenario.press/static/donations - L'informazione libera non ha prezzo.
    Solo per ricordare che questo essere è ancora a piede libero insieme all'avvocato del popolo e insieme a Mario Draghi. Nel mentre le persone continuano a morire come niente fosse. PRETENDIAMO GIUSTIZIA!ABBIAMO SUPERATO 12.000 FIRME e PUNTIAMO alle 100.000! MASSIMA CONDIVISIONE.SPERANZA e MAGRINI, ministro e presidente AIFA al tempo dei fatti INDAGATI PER OMICIDIO DAL TRIBUNALE DI ROMA per la gestione della pandemia. Come CITTADINI ITALIANI PRETENDIAMO CHE SIA FATTA GIUSTIZIA! FIRMIAMO LA PETIZIONE qui: https://scenario.press/petition e leggete tutti i commenti dei firmatari: La giustizia sia uguale per tutti. Lo dobbiamo a chi sta male, a chi soffre e ai tanti morti gettati come spazzatura in un sacco nero. Non si può dimenticare la perdita di libertà, dignità e umanità finchè non sarà ristabilita la verità. Dacci una mano a far girare questa petizione che abbiamo messo online dopo che le principali piattaforme di petizioni ci hanno bloccato. Grazie. Se non l'hai già fatto iscriviti a www.scenario.press - libera espressione - il Social contro la censura delle grosse multinazionali e contro il silenzio dei mass-media del main-stream. Non c'è democrazia senza libertà di informazione. Se vuoi sostenere Scenario.press - libera espressione - puoi andare alla pagina: https://www.scenario.press/static/donations - L'informazione libera non ha prezzo.
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  • Quest'uomo sta davvero giocandosi tutto.

    FK Jr. rivela: il CDC ha fatto sparire il sistema di segnalazione dei danni da vaccino in funzione, per nascondere la verità!

    In un'avvincente intervista con Tucker Carlson, Robert F. Kennedy Jr. spiega come le autorità sanitarie statunitensi nascondano sistematicamente i danni da vaccino:

    Il sistema ufficiale VAERS è inutile: meno dell'1% dei danni da vaccino effettivi viene registrato.

    Già nel 2010, il CDC aveva sviluppato un sistema di segnalazione automatizzato che avrebbe rilevato oltre il 95% dei casi, per poi eliminarlo intenzionalmente.

    Il motivo? I dati mostravano un tasso di danni da vaccino del 2,7%, ovvero 1 danno ogni 37 vaccinazioni.

    Invece di utilizzare la tecnologia, i risultati sono stati nascosti e il sistema è rimasto inefficace. Ancora oggi.

    Kennedy: *"Il sistema è stato progettato per fallire fin dall'inizio."*

    This man is really putting it all on the line.

    FK Jr. Reveals: CDC Shut Down Vaccine Injury Reporting System to Hide the Truth!

    In a gripping interview with Tucker Carlson, Robert F. Kennedy Jr. explains how US health authorities systematically hide vaccine harm:

    The official VAERS system is useless: less than 1% of actual vaccine injuries are recorded.

    As early as 2010, the CDC had developed an automated reporting system that would detect over 95% of cases, and then intentionally eliminate it.

    The reason? The data showed a vaccine injury rate of 2.7%, or 1 injury for every 37 vaccinations.

    Instead of using technology, the results were hidden and the system remained ineffective. Even today.

    Kennedy: *"The system was designed to fail from the beginning."*
    Quest'uomo sta davvero giocandosi tutto. 🏆 FK Jr. rivela: il CDC ha fatto sparire il sistema di segnalazione dei danni da vaccino in funzione, per nascondere la verità! In un'avvincente intervista con Tucker Carlson, Robert F. Kennedy Jr. spiega come le autorità sanitarie statunitensi nascondano sistematicamente i danni da vaccino: ⚠️ Il sistema ufficiale VAERS è inutile: meno dell'1% dei danni da vaccino effettivi viene registrato. ⚠️ Già nel 2010, il CDC aveva sviluppato un sistema di segnalazione automatizzato che avrebbe rilevato oltre il 95% dei casi, per poi eliminarlo intenzionalmente. ⚠️ Il motivo? I dati mostravano un tasso di danni da vaccino del 2,7%, ovvero 1 danno ogni 37 vaccinazioni. ⚠️ Invece di utilizzare la tecnologia, i risultati sono stati nascosti e il sistema è rimasto inefficace. Ancora oggi. 💥 Kennedy: *"Il sistema è stato progettato per fallire fin dall'inizio."* This man is really putting it all on the line. 🏆 FK Jr. Reveals: CDC Shut Down Vaccine Injury Reporting System to Hide the Truth! In a gripping interview with Tucker Carlson, Robert F. Kennedy Jr. explains how US health authorities systematically hide vaccine harm: ⚠️ The official VAERS system is useless: less than 1% of actual vaccine injuries are recorded. ⚠️ As early as 2010, the CDC had developed an automated reporting system that would detect over 95% of cases, and then intentionally eliminate it. ⚠️ The reason? The data showed a vaccine injury rate of 2.7%, or 1 injury for every 37 vaccinations. ⚠️ Instead of using technology, the results were hidden and the system remained ineffective. Even today. 💥 Kennedy: *"The system was designed to fail from the beginning."*
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