• Disobbedire gli costò il posto. Era il 1981 quando il maestro Manzi si rifiutò di redigere le “schede di valutazione” per i ragazzi della sua classe. Perché non poteva bollare un ragazzo con un giudizio, dato che quel ragazzo cambia, si evolve nel tempo. E “marchiarlo” sarebbe stato un rischio per il suo futuro.

    Lo cacciarono da scuola, per questo. Nonostante gli enormi meriti che aveva, primo tra tutti aver alfabetizzato centinaia di migliaia di persone con il suo “Non è mai troppo tardi”. Se ne fregarono e gli tolsero persino lo stipendio.

    Lo scandalo fu però così grande che l’anno successivo dal Ministero gli chiesero di tornare e di convincersi ad adottare quelle schede. Lui, che aveva sempre avuto un gran senso dell’ironia, accettò e si fece fare un timbro ad hoc con cui bollava tutte le schede dei suoi ragazzi alla stessa maniera: “Fa quello che può, non fa che non può”.

    Quando dal Ministero protestarono per quel timbro, lui rispose: “non c’è problema, posso scriverlo anche a penna”.
    Alberto Manzi era questo. Intelligente, sensibile, arguto. Uomo straordinario, nel vero senso della parola.

    Si spegneva oggi, il 4 dicembre, dopo una vita di lotta e di impegno. Ricordarne anche quest'anno la figura, la storia e il lavoro fatto è indispensabile per costruire un’Italia diversa, più ricca di cultura, di educazione anche empatica, di abnegazione e senso del dovere. Un’Italia migliore.
    Disobbedire gli costò il posto. Era il 1981 quando il maestro Manzi si rifiutò di redigere le “schede di valutazione” per i ragazzi della sua classe. Perché non poteva bollare un ragazzo con un giudizio, dato che quel ragazzo cambia, si evolve nel tempo. E “marchiarlo” sarebbe stato un rischio per il suo futuro. Lo cacciarono da scuola, per questo. Nonostante gli enormi meriti che aveva, primo tra tutti aver alfabetizzato centinaia di migliaia di persone con il suo “Non è mai troppo tardi”. Se ne fregarono e gli tolsero persino lo stipendio. Lo scandalo fu però così grande che l’anno successivo dal Ministero gli chiesero di tornare e di convincersi ad adottare quelle schede. Lui, che aveva sempre avuto un gran senso dell’ironia, accettò e si fece fare un timbro ad hoc con cui bollava tutte le schede dei suoi ragazzi alla stessa maniera: “Fa quello che può, non fa che non può”. Quando dal Ministero protestarono per quel timbro, lui rispose: “non c’è problema, posso scriverlo anche a penna”. Alberto Manzi era questo. Intelligente, sensibile, arguto. Uomo straordinario, nel vero senso della parola. Si spegneva oggi, il 4 dicembre, dopo una vita di lotta e di impegno. Ricordarne anche quest'anno la figura, la storia e il lavoro fatto è indispensabile per costruire un’Italia diversa, più ricca di cultura, di educazione anche empatica, di abnegazione e senso del dovere. Un’Italia migliore.
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  • SE AVESSE FUNZIONATO…

    Se davvero AVESSE FUNZIONATO, tutta la vostra isteria da paladini del mondo si sarebbe sciolta in un attimo.
    Vi sareste sentiti protetti, tranquilli, invincibili. E quindi che ansia dovevate avere per chi sceglieva diversamente? Se il vostro scudo è così miracoloso, il problema è solo suo, no?

    Se AVESSE FUNZIONATO, nessuno avrebbe dovuto minacciare, ricattare, costringere, sospendere, escludere. La gente si sarebbe messa in fila spontaneamente, come quando regalano cibo o sconti.
    Quando qualcosa funziona davvero, non servono manganelli, serve solo buon senso.

    Se AVESSE FUNZIONATO, non ci avreste riempito i social di febbri, reinfezioni, misurazioni, tamponi, cartelle cliniche e “eh ma senza sarebbe stato peggio”. Noi, quelli “pericolosi”, saremmo già dovuti essere al creatore da un pezzo.
    E invece siamo ancora qui. Vivi. E sani.
    Voi invece… vi siete ammalati, ancora e ancora. E in più avete pure i bonus: reazioni avverse, effetti strani, cose “inspiegabili”.

    Se AVESSE FUNZIONATO, dopo quattro anni non sareste ancora lì a parlare di richiami, aggiornamenti, nuove versioni, e “forse uno all’anno”. Quando qualcosa funziona davvero… chiude il capitolo. Non apre una saga infinita.

    E QUI VI DICO LA COSA CHE NON AVETE VOLUTO CAPIRE
    E CHE VALE PER TUTTI I VACCINI, DA SEMPRE:

    Se un vaccino PROTEGGE chi lo fa, allora non deve importare niente a chi lo fa se l’altro non lo vuole.
    Perché se TU sei protetto, l’altro non può danneggiarti.
    Fine del circo, applausi, sipario.

    Per capire questo serviva solo un minimo di logica, quella che si usa per capire che se hai l’ombrello e funziona, non ti metti a urlare contro chi sta senza e si bagna.

    Ma qui no. Qui abbiamo assistito allo spettacolo più grottesco della storia: gente convinta di essere protetta che però pretendeva che lo fossero anche gli altri, perché “sennò non funziona”.
    E già questo basterebbe a farsi due domande.

    Se siete arrivati a invocare obblighi, discriminazioni, colpevolizzazioni e cacce alle streghe pur di far scegliere agli altri ciò che avete scelto voi, allora è evidente: il problema non è la salute.
    È il panico.
    È la paura.
    È la mentalità da gregge, quella che ha sempre bisogno di controllare chi non si allinea.

    Ed è anche la prova che di democrazia ce n’era ben poca.
    Perché quando una scelta diventa un’imposizione, non è mai per il bene comune.
    È perché chi comanda ha bisogno che tutti eseguano senza pensare.

    Se non lo AVETE ANCORA COMPRESO:
    O siete in malafede,
    o non siete attrezzati per capire le basi della logica,
    o, più realisticamente, entrambe le cose.

    Fine della trasmissione.
    SE AVESSE FUNZIONATO… Se davvero AVESSE FUNZIONATO, tutta la vostra isteria da paladini del mondo si sarebbe sciolta in un attimo. Vi sareste sentiti protetti, tranquilli, invincibili. E quindi che ansia dovevate avere per chi sceglieva diversamente? Se il vostro scudo è così miracoloso, il problema è solo suo, no? Se AVESSE FUNZIONATO, nessuno avrebbe dovuto minacciare, ricattare, costringere, sospendere, escludere. La gente si sarebbe messa in fila spontaneamente, come quando regalano cibo o sconti. Quando qualcosa funziona davvero, non servono manganelli, serve solo buon senso. Se AVESSE FUNZIONATO, non ci avreste riempito i social di febbri, reinfezioni, misurazioni, tamponi, cartelle cliniche e “eh ma senza sarebbe stato peggio”. Noi, quelli “pericolosi”, saremmo già dovuti essere al creatore da un pezzo. E invece siamo ancora qui. Vivi. E sani. Voi invece… vi siete ammalati, ancora e ancora. E in più avete pure i bonus: reazioni avverse, effetti strani, cose “inspiegabili”. Se AVESSE FUNZIONATO, dopo quattro anni non sareste ancora lì a parlare di richiami, aggiornamenti, nuove versioni, e “forse uno all’anno”. Quando qualcosa funziona davvero… chiude il capitolo. Non apre una saga infinita. E QUI VI DICO LA COSA CHE NON AVETE VOLUTO CAPIRE E CHE VALE PER TUTTI I VACCINI, DA SEMPRE: Se un vaccino PROTEGGE chi lo fa, allora non deve importare niente a chi lo fa se l’altro non lo vuole. Perché se TU sei protetto, l’altro non può danneggiarti. Fine del circo, applausi, sipario. Per capire questo serviva solo un minimo di logica, quella che si usa per capire che se hai l’ombrello e funziona, non ti metti a urlare contro chi sta senza e si bagna. Ma qui no. Qui abbiamo assistito allo spettacolo più grottesco della storia: gente convinta di essere protetta che però pretendeva che lo fossero anche gli altri, perché “sennò non funziona”. E già questo basterebbe a farsi due domande. Se siete arrivati a invocare obblighi, discriminazioni, colpevolizzazioni e cacce alle streghe pur di far scegliere agli altri ciò che avete scelto voi, allora è evidente: il problema non è la salute. È il panico. È la paura. È la mentalità da gregge, quella che ha sempre bisogno di controllare chi non si allinea. Ed è anche la prova che di democrazia ce n’era ben poca. Perché quando una scelta diventa un’imposizione, non è mai per il bene comune. È perché chi comanda ha bisogno che tutti eseguano senza pensare. Se non lo AVETE ANCORA COMPRESO: O siete in malafede, o non siete attrezzati per capire le basi della logica, o, più realisticamente, entrambe le cose. Fine della trasmissione.
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  • UNA GRANDE VERITA' @GianandreaGaian di @analisidifesa, reporter di guerra, analizza chiaramente le possibilità che si possa arrivare ad una conclusione della guerra, nonostante i leaders europei, tutti perdenti e in crollo di consensi. Serve mantenere la tensione per continuare a restare sulla scena, contro le evidenze e il volere dei cittadini. Trump sa bene che questa è guerra di Biden Obama e se chiude i rubinetti, la UE sarà travolta. "Alla fine la realtà vince. La Russia ha vinto sul campo e l’approdo di questa crisi potrebbe essere una nuova Yalta" Le rivendicazioni di Bruxelles ? roba da Sturmtruppen

    Source: https://x.com/OrtigiaP/status/1996252912553496901?t=PmRaaQt1qUbQI2aZ6YpyhA&s=19
    UNA GRANDE VERITA' @GianandreaGaian di @analisidifesa, reporter di guerra, analizza chiaramente le possibilità che si possa arrivare ad una conclusione della guerra, nonostante i leaders europei, tutti perdenti e in crollo di consensi. Serve mantenere la tensione per continuare a restare sulla scena, contro le evidenze e il volere dei cittadini. Trump sa bene che questa è guerra di Biden Obama e se chiude i rubinetti, la UE sarà travolta. "Alla fine la realtà vince. La Russia ha vinto sul campo e l’approdo di questa crisi potrebbe essere una nuova Yalta" Le rivendicazioni di Bruxelles ? roba da Sturmtruppen Source: https://x.com/OrtigiaP/status/1996252912553496901?t=PmRaaQt1qUbQI2aZ6YpyhA&s=19
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  • È online e in distribuzione il nuovo numero de Il SUD Milano – Dicembre 2025!

    Bentrovati/e!
    Con l’arrivo delle feste torniamo a farvi compagnia con la nostra informazione libera, partecipata e profondamente radicata nei quartieri del Sud Milano.
    In questo ultimo numero dell’anno raccontiamo il territorio con uno sguardo che unisce attualità, cultura e le storie di chi ogni giorno lavora per costruire comunità più vive e inclusive.

    In questo numero trovate:
    Approfondimenti sui fatti più significativi del mese
    Interviste e testimonianze dal territorio
    Cultura, teatro, eventi e musica nel Sud Milano
    Le nostre rubriche dedicate a libri, serie TV, società e lifestyle
    Uno sguardo sulle iniziative natalizie nei quartieri

    Vi auguriamo una buona lettura e delle feste serene, con l’auspicio che il 2026 porti nuove energie, nuovi progetti e un anno di comunicazione ancora più ricco e fortunato per tutti e tutte.

    La versione cartacea è in distribuzione dal 3 dicembre.
    Puoi leggere e scaricare l’edizione digitale in PDF qui:


    Home - Il Sud Milano https://share.google/psAk2A3nqbP2eveh6

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    #ilsudmilano #Dicembre2025 #milano #cultura #territori #cronacalocale #attualità #rubriche #interviste #giornalismoindipendente #freepress #SudMilanoInforma #Natale2025 #Comunità #Buon2026
    🎄 È online e in distribuzione il nuovo numero de Il SUD Milano – Dicembre 2025! 🎄 Bentrovati/e! Con l’arrivo delle feste torniamo a farvi compagnia con la nostra informazione libera, partecipata e profondamente radicata nei quartieri del Sud Milano. ✨🗞️ In questo ultimo numero dell’anno raccontiamo il territorio con uno sguardo che unisce attualità, cultura e le storie di chi ogni giorno lavora per costruire comunità più vive e inclusive. 👉 In questo numero trovate: ✔️ Approfondimenti sui fatti più significativi del mese ✔️ Interviste e testimonianze dal territorio ✔️ Cultura, teatro, eventi e musica nel Sud Milano ✔️ Le nostre rubriche dedicate a libri, serie TV, società e lifestyle ✔️ Uno sguardo sulle iniziative natalizie nei quartieri 📖 Vi auguriamo una buona lettura e delle feste serene, con l’auspicio che il 2026 porti nuove energie, nuovi progetti e un anno di comunicazione ancora più ricco e fortunato per tutti e tutte. ✨ 📰 La versione cartacea è in distribuzione dal 3 dicembre. 💻 Puoi leggere e scaricare l’edizione digitale in PDF qui: 👉 Home - Il Sud Milano https://share.google/psAk2A3nqbP2eveh6 🔗 Seguici anche su Facebook: facebook.com/ilSUDMilano #ilsudmilano #Dicembre2025 #milano #cultura #territori #cronacalocale #attualità #rubriche #interviste #giornalismoindipendente #freepress #SudMilanoInforma #Natale2025 #Comunità #Buon2026
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  • Apprendiamo con sgomento che l’amico Stefano Becciolini, proprietario della
    emittente Becciolini Network, ha subito una pesantissima e non motivata censura da
    parte di WhatsApp.

    All’improvviso gli è stato tolto l’account senza alcuna motivazione tranne
    che avrebbe violato le regole della community.

    A richiesta precisa sulle motivazioni non è seguita nessuna risposta.

    E’ un precedente pericolosissimo per la libertà di parola di tutti noi e auspichiamo
    una pronta riattivazione del canale stesso.



    Patto Internazionale In Italia 3 dicembre 2025

    Il presidente
    Dott. Maurizio Romani

    Il Vicepresidente
    Dott. Daniele Giovanardi
    Apprendiamo con sgomento che l’amico Stefano Becciolini, proprietario della emittente Becciolini Network, ha subito una pesantissima e non motivata censura da parte di WhatsApp. All’improvviso gli è stato tolto l’account senza alcuna motivazione tranne che avrebbe violato le regole della community. A richiesta precisa sulle motivazioni non è seguita nessuna risposta. E’ un precedente pericolosissimo per la libertà di parola di tutti noi e auspichiamo una pronta riattivazione del canale stesso. Patto Internazionale In Italia 3 dicembre 2025 Il presidente Dott. Maurizio Romani Il Vicepresidente Dott. Daniele Giovanardi
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  • CONTRORDINE del GOVERNO INDIANO!

    Il governo indiano ha cancellato l’ordine di installare su tutti i nuovi telefoni un’app per la cybersicurezza prodotta dallo stato...
    https://www.ilpost.it/2025/12/03/india-cancella-ordine-app-smartphone-controllo/
    CONTRORDINE del GOVERNO INDIANO! Il governo indiano ha cancellato l’ordine di installare su tutti i nuovi telefoni un’app per la cybersicurezza prodotta dallo stato... https://www.ilpost.it/2025/12/03/india-cancella-ordine-app-smartphone-controllo/
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  • VI ASPETTIAMO SABATO 6 DICEMBRE a MILANO per dire TUTTI INSIEME NO ALLA GUERRA e AL RIARMO.
    I CITTADINI EUROPEI SONO PER LA PACE!
    MASSIMA DIFFUSIONE!
    VI ASPETTIAMO SABATO 6 DICEMBRE a MILANO per dire TUTTI INSIEME NO ALLA GUERRA e AL RIARMO. I CITTADINI EUROPEI SONO PER LA PACE! MASSIMA DIFFUSIONE!
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  • ECCO IL CONTROLLO GLOBALE È SERVITO!
    Il governo indiano ha ordinato di installare su tutti i nuovi telefoni un’app per la cybersicurezza prodotta dallo stato...
    https://www.ilpost.it/2025/12/02/india-app-smartphone-controllo/
    ECCO IL CONTROLLO GLOBALE È SERVITO! Il governo indiano ha ordinato di installare su tutti i nuovi telefoni un’app per la cybersicurezza prodotta dallo stato... https://www.ilpost.it/2025/12/02/india-app-smartphone-controllo/
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  • Quando toccano i nostri bambini

    Ci sono realtà che non si dicono sottovoce. Si gridano. Si gridano perché fanno male nel punto più profondo, quello che nessuno dovrebbe mai sfiorare: l’infanzia. Non l’infanzia come parola astratta, ma quella vera, fatta di mani piccole, di capelli che profumano di latte, di occhi che non conoscono ancora il male. Quando il mondo è un abbraccio, non un concetto. Quando un bambino si addormenta perché sente una voce gentile, non perché comprende una storia.

    Eppure oggi abbiamo scoperto che in alcuni nidi qualcuno ha pensato bene di infilarsi dentro questa sacralità con la prepotenza di chi non ha più alcun senso del limite. Non stiamo parlando di scuole superiori, non stiamo parlando di adolescenti: stiamo parlando di bambini da tre mesi a tre anni. Creature che non sanno ancora parlare, che non distinguono il gioco dal simbolo, che non capirebbero nemmeno il significato della parola “famiglia”, figurarsi «utero in affitto». E invece qualcuno, nascosto dietro il paravento del “progresso”, ha portato proprio questo dentro l’asilo nido. Lo raccontano i genitori, lo riporta la stampa: libretti, attività, interventi dall’esterno. Tutto senza una spiegazione. Tutto senza un permesso. Tutto senza il minimo pudore.

    Chiunque abbia tenuto in braccio un bambino di pochi mesi lo sa: quel piccolo essere non ha difese. Non può dire no. Non può girarsi dall’altra parte. Non può capire, distinguere, respingere. Assorbe. E proprio perché assorbe, è diventato il bersaglio perfetto per chi vuole modellare il mondo non attraverso il dialogo con gli adulti - troppo scomodi, troppo pensanti - ma occupando il primo spazio vuoto della mente umana. Il più puro. Il più vulnerabile.

    Pensiamoci un secondo: che differenza c’è tra un neonato e un foglio di carta ancora bianco? Nessuna. E quel bianco, quello spazio sacro, qualcuno ha deciso di scriverlo con la penna dell’ideologia. Senza chiedere. Senza rispettare. Senza capire che esistono confini che non si valicano neppure per scherzo.

    Un adulto può scegliere, può discutere, può rifiutare. Un bambino no. E allora cosa siamo diventati se permettiamo che idee costruite a tavolino vengano messe nelle mani di chi non sa neanche ancora indicare sé stesso allo specchio?

    Perché questo è: non educazione, non inclusione, non progresso. È colonizzazione dell’infanzia. Un’infanzia che non può difendersi, che non può gridare, che non può scappare. Viene presa per la gola e riempita di contenuti che non le appartengono, come se la mente umana fosse un vaso da riempire a piacimento altrui.

    E allora sorge una domanda che dovremmo farci tutti:

    che tipo di essere umano vuole costruire chi arriva fino alla culla pur di piantare una bandiera ideologica?

    Perché chi supera questa linea non sta preparando un futuro migliore: sta preparando una generazione che non ricorderà più un tempo in cui poteva essere libera. Una generazione in cui la prima “carezza culturale” non arriva dalla famiglia, ma da qualcuno che si sente proprietario del destino altrui.

    È uno sfregio. Uno sfregio alla fiducia. Uno sfregio alla genitorialità. Uno sfregio alla fragilità più preziosa che abbiamo: i nostri figli.

    Quando si arriva a mettere mano alla culla per riscrivere l’immaginario dei bambini, significa che non ci sono più freni morali. Significa che il rispetto è morto e lo ha sostituito l’ingordigia ideologica. Significa che la società ha smarrito l’istinto primordiale di protezione, quello che perfino gli animali conoscono senza bisogno di scuole, leggi e manuali.

    Perché gli animali difendono i loro piccoli.Noi… li stiamo lasciando in balia di chi usa le loro menti come un campo di prova.

    E allora la verità è semplice, nuda, brutale: chi violenta l’infanzia con l’ideologia non è un educatore. È un predatore culturale.

    E una società che lo permette, che minimizza, che si volta dall’altra parte, è una società che ha deciso di abdicare al suo compito più antico: difendere chi non può difendersi. t.me/carmen_tortora1
    Quando toccano i nostri bambini Ci sono realtà che non si dicono sottovoce. Si gridano. Si gridano perché fanno male nel punto più profondo, quello che nessuno dovrebbe mai sfiorare: l’infanzia. Non l’infanzia come parola astratta, ma quella vera, fatta di mani piccole, di capelli che profumano di latte, di occhi che non conoscono ancora il male. Quando il mondo è un abbraccio, non un concetto. Quando un bambino si addormenta perché sente una voce gentile, non perché comprende una storia. Eppure oggi abbiamo scoperto che in alcuni nidi qualcuno ha pensato bene di infilarsi dentro questa sacralità con la prepotenza di chi non ha più alcun senso del limite. Non stiamo parlando di scuole superiori, non stiamo parlando di adolescenti: stiamo parlando di bambini da tre mesi a tre anni. Creature che non sanno ancora parlare, che non distinguono il gioco dal simbolo, che non capirebbero nemmeno il significato della parola “famiglia”, figurarsi «utero in affitto». E invece qualcuno, nascosto dietro il paravento del “progresso”, ha portato proprio questo dentro l’asilo nido. Lo raccontano i genitori, lo riporta la stampa: libretti, attività, interventi dall’esterno. Tutto senza una spiegazione. Tutto senza un permesso. Tutto senza il minimo pudore. Chiunque abbia tenuto in braccio un bambino di pochi mesi lo sa: quel piccolo essere non ha difese. Non può dire no. Non può girarsi dall’altra parte. Non può capire, distinguere, respingere. Assorbe. E proprio perché assorbe, è diventato il bersaglio perfetto per chi vuole modellare il mondo non attraverso il dialogo con gli adulti - troppo scomodi, troppo pensanti - ma occupando il primo spazio vuoto della mente umana. Il più puro. Il più vulnerabile. Pensiamoci un secondo: che differenza c’è tra un neonato e un foglio di carta ancora bianco? Nessuna. E quel bianco, quello spazio sacro, qualcuno ha deciso di scriverlo con la penna dell’ideologia. Senza chiedere. Senza rispettare. Senza capire che esistono confini che non si valicano neppure per scherzo. Un adulto può scegliere, può discutere, può rifiutare. Un bambino no. E allora cosa siamo diventati se permettiamo che idee costruite a tavolino vengano messe nelle mani di chi non sa neanche ancora indicare sé stesso allo specchio? Perché questo è: non educazione, non inclusione, non progresso. È colonizzazione dell’infanzia. Un’infanzia che non può difendersi, che non può gridare, che non può scappare. Viene presa per la gola e riempita di contenuti che non le appartengono, come se la mente umana fosse un vaso da riempire a piacimento altrui. E allora sorge una domanda che dovremmo farci tutti: che tipo di essere umano vuole costruire chi arriva fino alla culla pur di piantare una bandiera ideologica? Perché chi supera questa linea non sta preparando un futuro migliore: sta preparando una generazione che non ricorderà più un tempo in cui poteva essere libera. Una generazione in cui la prima “carezza culturale” non arriva dalla famiglia, ma da qualcuno che si sente proprietario del destino altrui. È uno sfregio. Uno sfregio alla fiducia. Uno sfregio alla genitorialità. Uno sfregio alla fragilità più preziosa che abbiamo: i nostri figli. Quando si arriva a mettere mano alla culla per riscrivere l’immaginario dei bambini, significa che non ci sono più freni morali. Significa che il rispetto è morto e lo ha sostituito l’ingordigia ideologica. Significa che la società ha smarrito l’istinto primordiale di protezione, quello che perfino gli animali conoscono senza bisogno di scuole, leggi e manuali. Perché gli animali difendono i loro piccoli.Noi… li stiamo lasciando in balia di chi usa le loro menti come un campo di prova. E allora la verità è semplice, nuda, brutale: chi violenta l’infanzia con l’ideologia non è un educatore. È un predatore culturale. E una società che lo permette, che minimizza, che si volta dall’altra parte, è una società che ha deciso di abdicare al suo compito più antico: difendere chi non può difendersi. t.me/carmen_tortora1
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  • SE NE VA UNO DEI PIÙ GRANDI ATLETI ITALIANI! Addio Nicola!
    Addio a Nicola Pietrangeli: il ricordo del mondo dello sport, da Nadal a Fognini
    TENNIS - E' ancora oggi il primatista mondiale di tutti i tempi in Coppa Davis per partite giocate (164), incontri vinti in singolare e in doppio. Ecco il ricor
    https://www.eurosport.it/tennis/addio-a-nicola-pietrangeli-il-ricordo-del-mondo-dello-sport-da-fognini-a-nadal-passando-per-binaghi-e-la-lazio_sto23246290/story.shtml
    SE NE VA UNO DEI PIÙ GRANDI ATLETI ITALIANI! Addio Nicola! Addio a Nicola Pietrangeli: il ricordo del mondo dello sport, da Nadal a Fognini TENNIS - E' ancora oggi il primatista mondiale di tutti i tempi in Coppa Davis per partite giocate (164), incontri vinti in singolare e in doppio. Ecco il ricor https://www.eurosport.it/tennis/addio-a-nicola-pietrangeli-il-ricordo-del-mondo-dello-sport-da-fognini-a-nadal-passando-per-binaghi-e-la-lazio_sto23246290/story.shtml
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