• PERCHÉ SI PROSEGUE CON L’APPLICAZIONE DELL’OBBLIGO VACCINALE SE LO STATO È INADEMPIENTE VERSO LA STESSA LEGGE LORENZIN NEL NON AVER MAI ATTUATO IL MONITORAGGIO TRIENNALE SULLO STATO DI SALUTE DEI BAMBINI VACCINATI?

    Il bilanciamento tra diritto individuale e collettivo è decisamente sbilanciato a favore dell’interesse delle multinazionali. Le vaccinazioni obbligatorie, lo abbiamo dimostrato ampiamente nei numerosi approfondimenti che abbiamo fatto in occasione della raccolta firme per il referendum contro l’obbligo vaccinale, sia nel merito che nel metodo, non tutelano la salute individuale e nemmeno quella collettiva, ma fanno molto ingrassare i bilanci delle Big Pharma.

    https://youtu.be/pwkasny7gYI

    https://www.youtube.com/live/BqpLhY6C2PQ?si=1wvFQDUXb0t0rVpK

    Ormai il re è nudo!

    Ve lo dico io perché non fanno i monitoraggi triennali, perché la farmacovigilanza attiva che hanno sperimentato nella regione Puglia ha prodotto risultati allarmanti per il numero degli effetti avversi registrati.

    Studi seri, infatti, potrebbero portare alla dismissione degli obblighi vaccinali e quindi al tracollo del volume di affari dei colossi della farmaceutica. I tagli alla sanità pubblica nell’ambito delle cure e della diagnostica crescono in misura direttamente proporzionale alla crescita della spesa pubblica devoluta ai vaccini o per la popolazione residente o per i paesi sottosviluppati, attraverso il finanziamento di fondazioni come la GAVI alliance di Bill Gates. Il ministro Tajani si è recentemente vantato in un tweet di aver devoluto altri 250 mln di euro del bilancio dello stato alla GAVI ALLIANCE.

    Comunque, questa omissione nell’applicazione della legge Lorenzin da parte dello stato per quanto attiene i monitoraggi triennali può tranquillamente essere usata come fondata motivazione per disattendere la vaccinazione: il consenso viene estorto ai genitori col ricatto senza nessuna informazione documentata e senza garanzie da parte dello stato. Qualora la scuola insistesse per l’inoculo, si può far richiesta scritta all’ASL degli esiti dei monitoraggi previsti dalla legge. In caso di omessa risposta, si può porre in essere il diniego informato e denunciare la condotta omissiva dell’ASL all’istituzione scolastica che rifiuti il bambino con una diffida ad accettare l’iscrizione.

    Vi invito ad approfondire con un avvocato, ma in punta di diritto credo che questa sia la strada da percorrere.

    https://quotidianosociale.it/2025/07/09/obbligo-vaccinale-appeso-a-un-filo-laifa-ammette-la-mancata-revisione-triennale-della-legge-lorenzin-creando-un-pericoloso-vuoto-giuridico/
    PERCHÉ SI PROSEGUE CON L’APPLICAZIONE DELL’OBBLIGO VACCINALE SE LO STATO È INADEMPIENTE VERSO LA STESSA LEGGE LORENZIN NEL NON AVER MAI ATTUATO IL MONITORAGGIO TRIENNALE SULLO STATO DI SALUTE DEI BAMBINI VACCINATI? Il bilanciamento tra diritto individuale e collettivo è decisamente sbilanciato a favore dell’interesse delle multinazionali. Le vaccinazioni obbligatorie, lo abbiamo dimostrato ampiamente nei numerosi approfondimenti che abbiamo fatto in occasione della raccolta firme per il referendum contro l’obbligo vaccinale, sia nel merito che nel metodo, non tutelano la salute individuale e nemmeno quella collettiva, ma fanno molto ingrassare i bilanci delle Big Pharma. https://youtu.be/pwkasny7gYI https://www.youtube.com/live/BqpLhY6C2PQ?si=1wvFQDUXb0t0rVpK Ormai il re è nudo! Ve lo dico io perché non fanno i monitoraggi triennali, perché la farmacovigilanza attiva che hanno sperimentato nella regione Puglia ha prodotto risultati allarmanti per il numero degli effetti avversi registrati. Studi seri, infatti, potrebbero portare alla dismissione degli obblighi vaccinali e quindi al tracollo del volume di affari dei colossi della farmaceutica. I tagli alla sanità pubblica nell’ambito delle cure e della diagnostica crescono in misura direttamente proporzionale alla crescita della spesa pubblica devoluta ai vaccini o per la popolazione residente o per i paesi sottosviluppati, attraverso il finanziamento di fondazioni come la GAVI alliance di Bill Gates. Il ministro Tajani si è recentemente vantato in un tweet di aver devoluto altri 250 mln di euro del bilancio dello stato alla GAVI ALLIANCE. Comunque, questa omissione nell’applicazione della legge Lorenzin da parte dello stato per quanto attiene i monitoraggi triennali può tranquillamente essere usata come fondata motivazione per disattendere la vaccinazione: il consenso viene estorto ai genitori col ricatto senza nessuna informazione documentata e senza garanzie da parte dello stato. Qualora la scuola insistesse per l’inoculo, si può far richiesta scritta all’ASL degli esiti dei monitoraggi previsti dalla legge. In caso di omessa risposta, si può porre in essere il diniego informato e denunciare la condotta omissiva dell’ASL all’istituzione scolastica che rifiuti il bambino con una diffida ad accettare l’iscrizione. Vi invito ad approfondire con un avvocato, ma in punta di diritto credo che questa sia la strada da percorrere. https://quotidianosociale.it/2025/07/09/obbligo-vaccinale-appeso-a-un-filo-laifa-ammette-la-mancata-revisione-triennale-della-legge-lorenzin-creando-un-pericoloso-vuoto-giuridico/
    Like
    1
    0 Commentarii 0 Distribuiri 326 Views
  • È uscita questa notizia che ha riacceso le speranze dei dissidenti, almeno di quelli che credono ancora che una Legge possa obbligare ad un atto medico come lo sono le vaccinazioni e che le scuole possano davvero escludere i bambini non in regola con l’obbligo. Per chi invece comincia a vedere la realtà, si informa e si rende consapevole, è uscito un articolo che esamina a livello legislativo la questione —-> https://www.tuteladirittosoggettivo.it/forum/topic/la-mancata-revisione-triennale-della-legge-lorenzin/#postid-310

    Andate sempre alla fonte, usate il pensiero critico perché solo così potrete avere una corretta opinione, senza che terzi manipolino l’opinione pubblica.

    P.S. State condividendo il ricorso Lorenzin alla Corte dei Diritti dell’Uomo (CEDU)? Questa è invece una notizia vera, basata su prove oggettive che potrà davvero aprire la discussione politica sulle illecite ESCLUSIONI LORENZIN 0-6 come spiegato in questo video https://youtu.be/YgweTKurEZo?si=pw5aRH4Gq8X1dEib

    Alessandra Ghisla
    Consulente con studi di Diritto
    www.tuteladirittosoggettivo.it
    È uscita questa notizia che ha riacceso le speranze dei dissidenti, almeno di quelli che credono ancora che una Legge possa obbligare ad un atto medico come lo sono le vaccinazioni e che le scuole possano davvero escludere i bambini non in regola con l’obbligo. Per chi invece comincia a vedere la realtà, si informa e si rende consapevole, è uscito un articolo che esamina a livello legislativo la questione —-> https://www.tuteladirittosoggettivo.it/forum/topic/la-mancata-revisione-triennale-della-legge-lorenzin/#postid-310 Andate sempre alla fonte, usate il pensiero critico perché solo così potrete avere una corretta opinione, senza che terzi manipolino l’opinione pubblica. P.S. State condividendo il ricorso Lorenzin alla Corte dei Diritti dell’Uomo (CEDU)? Questa è invece una notizia vera, basata su prove oggettive che potrà davvero aprire la discussione politica sulle illecite ESCLUSIONI LORENZIN 0-6 come spiegato in questo video https://youtu.be/YgweTKurEZo?si=pw5aRH4Gq8X1dEib Alessandra Ghisla Consulente con studi di Diritto www.tuteladirittosoggettivo.it
    WWW.TUTELADIRITTOSOGGETTIVO.IT
    LA MANCATA REVISIONE TRIENNALE DELLA LEGGE LORENZIN
    Prima di analizzare l'impatto di questa mancata revisione triennale va fatta una doverosa premessa:SIAMO IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE perchè IN AUTUNNO …
    Like
    3
    0 Commentarii 0 Distribuiri 162 Views
  • QUESTO È L'EFFETTO SALA!!!
    Milano, i negozi chiudono e gli abitanti si spostano: esiste una ricetta contro la «londrizzazione» dei prezzi? La palla passa (davvero) alla politica
    Prezzi calmierati, sostegno del piccolo commercio: si possono cominciare a governare le città, invece di lasciarle in balia dei capricci arbitrari e speculativi di un libero mercato incontrollato, destinato a divorare se stesso.

    Prezzi calmierati, sostegno del piccolo commercio: si possono cominciare a governare le città, invece di lasciarle in balia dei capricci arbitrari e speculativi di un libero mercato incontrollato, destinato a divorare se stesso

    La chiamano «decommercializzazione», sulla scia della deindustrializzazione. In pratica, le saracinesche si abbassano, le botteghe spariscono, i centri storici si spopolano. Le cause sono note. I salari reali degli italiani sono calati del 7,5 per cento dal 2021. Son finiti i soldi. E quei pochi che ci sono, si spendono nei grandi centri commerciali, o meglio, nei discount. O ancora sulle grandi piattaforme online, voraci idrovore del commercio. I grandi fondi di investimenti acquistano interi palazzi e danno le carte: se non stai ai loro prezzi folli, te ne puoi andare. E al tuo posto, avanza una teoria infinita di b&b. Milano, come sempre, è all’avanguardia: nella sperequazione tra ricchi e poveri, nella «londrizzazione» dei prezzi, nel diradarsi dei negozi strozzati dagli affitti e nella fuga degli abitanti, in cerca di aria migliore e più economica.

    In 50 anni le quotazioni delle case sono salite di 35 volte. Così anche il numero dei super ricchi: ci sono in città 115 mila milionari e 17 miliardari. E gli altri? Sopravvivono. Vanno a vivere in montagna o sul lago oppure si danno al pendolarismo lavorativo, con l’aiuto di quel che rimane dello smart working. Manfredi Catella, re dei grattacieli, suggeriva di andare a vivere a Genova: con l’alta velocità ce la si farà in soli 40 minuti, anche se poi bisogna pagarli i treni.
    Ma si può far qualcosa contro questo scenario apocalittico? In effetti sì, ci sarebbe qualcuno deputato a intervenire: la politica.

    Che però non sembra avere questa priorità. Eppure non si può credere che si accetti la deriva attuale. Perché poi questi poveri turisti, cosa ci verranno a fare in città svuotate e deserte? Andranno al discount a comprare le buste d’insalata? Le città vivono anche e soprattutto della presenza capillare di un commercio a misura d’uomo, per strade che sanno alternare pasticcerie e boutique di moda, wine bar e botteghe artigianali. Non è passatismo, non è il solito refrain «piccolo è bello», è la ricerca di quell’equilibrio, di quell’armonia che rende ricche e vivibili le nostre città.

    A Milano la speculazione rischia di trasformarsi in una bolla e in un boomerang per gli stessi affaristi. E allora i governi dovrebbero intervenire con sgravi fiscali e i sindaci potrebbero inaugurare una politica di agevolazione per gli esercizi commerciali, abbattendo la ragnatela di lacci e lacciuoli imposti da una politica indifferente e da una burocrazia ottusa. Le regole che servono, poche e chiare, dovranno presiedere al controllo del territorio. Per bloccare la gentrificazione selvaggia di alcune zone (via Melzo ha più locali che abitanti) e per favorire una ripartizione più equa di negozi e attività (senza dimenticare le periferie, naturalmente, che soffrono per altri motivi). Si può fare molto: introdurre meccanismi per calmierare gli affitti, sostenere il piccolo commercio, valorizzare i centri storici, tutelare alcune attività. Insomma, si possono cominciare a governare le città, invece di lasciarle in balia dei capricci arbitrari e speculativi di un libero mercato incontrollato, destinato a divorare se stesso.

    https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/25_luglio_12/milano-i-negozi-chiudono-e-gli-abitanti-si-spostano-esiste-una-ricetta-contro-la-londrizzazione-dei-prezzi-la-palla-passa-47ca34ed-7d4f-45a1-82e1-d9bbc2311xlk_amp.shtml
    QUESTO È L'EFFETTO SALA!!! Milano, i negozi chiudono e gli abitanti si spostano: esiste una ricetta contro la «londrizzazione» dei prezzi? La palla passa (davvero) alla politica Prezzi calmierati, sostegno del piccolo commercio: si possono cominciare a governare le città, invece di lasciarle in balia dei capricci arbitrari e speculativi di un libero mercato incontrollato, destinato a divorare se stesso. Prezzi calmierati, sostegno del piccolo commercio: si possono cominciare a governare le città, invece di lasciarle in balia dei capricci arbitrari e speculativi di un libero mercato incontrollato, destinato a divorare se stesso La chiamano «decommercializzazione», sulla scia della deindustrializzazione. In pratica, le saracinesche si abbassano, le botteghe spariscono, i centri storici si spopolano. Le cause sono note. I salari reali degli italiani sono calati del 7,5 per cento dal 2021. Son finiti i soldi. E quei pochi che ci sono, si spendono nei grandi centri commerciali, o meglio, nei discount. O ancora sulle grandi piattaforme online, voraci idrovore del commercio. I grandi fondi di investimenti acquistano interi palazzi e danno le carte: se non stai ai loro prezzi folli, te ne puoi andare. E al tuo posto, avanza una teoria infinita di b&b. Milano, come sempre, è all’avanguardia: nella sperequazione tra ricchi e poveri, nella «londrizzazione» dei prezzi, nel diradarsi dei negozi strozzati dagli affitti e nella fuga degli abitanti, in cerca di aria migliore e più economica. In 50 anni le quotazioni delle case sono salite di 35 volte. Così anche il numero dei super ricchi: ci sono in città 115 mila milionari e 17 miliardari. E gli altri? Sopravvivono. Vanno a vivere in montagna o sul lago oppure si danno al pendolarismo lavorativo, con l’aiuto di quel che rimane dello smart working. Manfredi Catella, re dei grattacieli, suggeriva di andare a vivere a Genova: con l’alta velocità ce la si farà in soli 40 minuti, anche se poi bisogna pagarli i treni. Ma si può far qualcosa contro questo scenario apocalittico? In effetti sì, ci sarebbe qualcuno deputato a intervenire: la politica. Che però non sembra avere questa priorità. Eppure non si può credere che si accetti la deriva attuale. Perché poi questi poveri turisti, cosa ci verranno a fare in città svuotate e deserte? Andranno al discount a comprare le buste d’insalata? Le città vivono anche e soprattutto della presenza capillare di un commercio a misura d’uomo, per strade che sanno alternare pasticcerie e boutique di moda, wine bar e botteghe artigianali. Non è passatismo, non è il solito refrain «piccolo è bello», è la ricerca di quell’equilibrio, di quell’armonia che rende ricche e vivibili le nostre città. A Milano la speculazione rischia di trasformarsi in una bolla e in un boomerang per gli stessi affaristi. E allora i governi dovrebbero intervenire con sgravi fiscali e i sindaci potrebbero inaugurare una politica di agevolazione per gli esercizi commerciali, abbattendo la ragnatela di lacci e lacciuoli imposti da una politica indifferente e da una burocrazia ottusa. Le regole che servono, poche e chiare, dovranno presiedere al controllo del territorio. Per bloccare la gentrificazione selvaggia di alcune zone (via Melzo ha più locali che abitanti) e per favorire una ripartizione più equa di negozi e attività (senza dimenticare le periferie, naturalmente, che soffrono per altri motivi). Si può fare molto: introdurre meccanismi per calmierare gli affitti, sostenere il piccolo commercio, valorizzare i centri storici, tutelare alcune attività. Insomma, si possono cominciare a governare le città, invece di lasciarle in balia dei capricci arbitrari e speculativi di un libero mercato incontrollato, destinato a divorare se stesso. https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/25_luglio_12/milano-i-negozi-chiudono-e-gli-abitanti-si-spostano-esiste-una-ricetta-contro-la-londrizzazione-dei-prezzi-la-palla-passa-47ca34ed-7d4f-45a1-82e1-d9bbc2311xlk_amp.shtml
    Angry
    3
    0 Commentarii 0 Distribuiri 502 Views
  • L’infermiera Carlotta Saporetti “morta per malore improvviso”, nel luglio 2021 balzó alla cronaca per aver detto: “Staccherei la spina ai “no-vax””
    In queste ore in molti stanno ricordando le frasi forti che disse l’infermiera durante il Covid...
    L'infermiera Carlotta Saporetti "è morta per malore improvviso". Questa la ricostruzione che gira sull'infermiera che in epoca pandemica, nel luglio 2021, balzò alla cronaca per alcune frasi contro i "no-vax", cui diceva di voler "staccare la spina". In queste ore infatti nonostante la presunta morte dell'infermiera, in molti stanno ricordando cosa disse durante il Covid. Saporetti si scagliava infatti con frasi che poco avevano a che fare con la sua professione, asserendo: "Volevo solo dire ai novax o come preferiscono chiamarsi che se a settembre inoltrato riempiranno le terapie intensive mi impegnerò per sraccare la spina. Tutto qua, scusate ma quando ci vuole ci vuole". Tutela Costituzionale aveva anche presentato un esposto ai nas, chiedendo che venisse "valutata l'opportunità di rafforzare presidi all'interno degli ospedali a tutela dei soggetti non vaccinati". Quando si è diffusa la notizia della morte improvvisa, molti utenti hanno fatto ricerche sul web per capire se ci potesse essere una correlazione tra la morte di Carlotta Saporetti e il vaccino Covid. Tuttavia per il momento non ci sono informazioni sulla vaccinazione ed eventuali reazioni avverse.

    https://www.ilgiornaleditalia.it/news/cronaca/649663/infermiera-carlotta-saporetti-morta-malore-improvviso.html?utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter
    L’infermiera Carlotta Saporetti “morta per malore improvviso”, nel luglio 2021 balzó alla cronaca per aver detto: “Staccherei la spina ai “no-vax”” In queste ore in molti stanno ricordando le frasi forti che disse l’infermiera durante il Covid... L'infermiera Carlotta Saporetti "è morta per malore improvviso". Questa la ricostruzione che gira sull'infermiera che in epoca pandemica, nel luglio 2021, balzò alla cronaca per alcune frasi contro i "no-vax", cui diceva di voler "staccare la spina". In queste ore infatti nonostante la presunta morte dell'infermiera, in molti stanno ricordando cosa disse durante il Covid. Saporetti si scagliava infatti con frasi che poco avevano a che fare con la sua professione, asserendo: "Volevo solo dire ai novax o come preferiscono chiamarsi che se a settembre inoltrato riempiranno le terapie intensive mi impegnerò per sraccare la spina. Tutto qua, scusate ma quando ci vuole ci vuole". Tutela Costituzionale aveva anche presentato un esposto ai nas, chiedendo che venisse "valutata l'opportunità di rafforzare presidi all'interno degli ospedali a tutela dei soggetti non vaccinati". Quando si è diffusa la notizia della morte improvvisa, molti utenti hanno fatto ricerche sul web per capire se ci potesse essere una correlazione tra la morte di Carlotta Saporetti e il vaccino Covid. Tuttavia per il momento non ci sono informazioni sulla vaccinazione ed eventuali reazioni avverse. https://www.ilgiornaleditalia.it/news/cronaca/649663/infermiera-carlotta-saporetti-morta-malore-improvviso.html?utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter
    Angry
    2
    0 Commentarii 0 Distribuiri 836 Views
  • Cominciamo un colloquio con medici e cittadini che condividono gli obiettivi di Patto Internazionale. MASSIMA DIFFUSIONE!

    Alleghiamo un articolo di Andrea Caldart che documenta in modo esemplare come gli Ordini Professionali Sanitari obbediscano alla politica e non ai valori eterni del codice deontologico.

    L’impegno prioritario di Patto Internazionale rimane quello di modificare per legge l’attuale modalità antidemocratica di elezione dei vertici ordinistici e la perpetuazione delle cariche.

    Il silenzio dell’Ordine: quando il confronto tra medici diventa un tabù

    In un’epoca in cui la medicina dovrebbe essere guidata dal confronto, dalla scienza empirica e dall’etica, ciò che più ha colpito negli ultimi cinque anni è stata l’assenza di umanità. Il confronto tra medici, pilastro fondamentale della crescita professionale e scientifica, è stato sistematicamente ostacolato, quando non punito. Eppure, solo dal dialogo, anche tra visioni diverse, possono nascere progresso, consapevolezza e tutela della salute dei pazienti.

    Avremmo voluto rivolgere delle domande al Dr. Filippo Anelli, Presidente della FNOMCeO, per ascoltare la sua versione sulla gestione degli Ordini dei Medici in questi ultimi anni. Ma l’unica risposta arrivata è stata quella dell’ufficio stampa: “Il Presidente non può al momento rispondere all’intervista”.

    Un silenzio che pesa, che allarma, e che lascia spazio a interrogativi legittimi.

    Negli ultimi cinque anni, migliaia di medici in Italia hanno subito procedimenti disciplinari che sembrano avere una matrice più politica che deontologica. I casi emblematici, come quello del Dr. Giuseppe Barbaro, mostrano come il semplice esercizio critico della professione sia stato spesso sanzionato, non sulla base di errori clinici, ma per l’interpretazione politica del Codice Deontologico.

    Il riferimento va in particolare all’art. 4 relativo alla libertà ed indipendenza del medico e dell’art. 58 del Codice, che regola i rapporti tra colleghi, invitando al rispetto delle competenze e alla possibilità del dissenso.

    Invece, in molti casi, è bastata una prescrizione non allineata al pensiero dominante, una diagnosi attenta alla singola storia clinica del paziente, l’invito alla prudenza, per far scattare procedimenti sanzionatori. Tutto questo in aperta violazione anche dell’art. 13, che tutela il diritto del paziente a essere informato in modo completo e veritiero, degli art. 15, 22 e 23 che dovrebbero garantire le cure precoci e la continuità di cura con farmaci efficaci, e degli articoli 45 e 48, che trattano in modo specifico i farmaci genici e sperimentali, imponendo rigore e valutazione caso per caso.

    Soprattutto in merito alla gestione terapeutica del Covid-19, il dibattito è stato schiacciato da una narrazione univoca. Parlare di “vaccino sicuro ed efficace” senza confronto sui dati reali, quando la scheda tecnica ha subito 18 revisioni e lo stesso farmaco era in fase sperimentale, è apparso non solo riduttivo ma irrispettoso verso il metodo scientifico. Allo stesso modo, l’imposizione della “tachipirina e vigile attesa” come linea guida, anziché come opzione, ha escluso ogni possibilità di ricorso alle terapie domiciliari precoci, molte delle quali si sono rivelate clinicamente efficaci e per le quali molte persone hanno avuto salva la propria vita.

    Il vero nodo è deontologico: rifiutare il confronto tra colleghi, in virtù delle norme citate, è già una violazione dei principi che regolano la professione. Invece è stato permesso ad opinionisti “tele-virologi”, di monopolizzare l’informazione medica, senza contraddittorio, mentre i medici che portavano dati clinici venivano zittiti e, molti di loro invece radiati.

    Nel resto del mondo, oggi, molte istituzioni sanitarie stanno facendo autocritica. In Italia, invece, il dibattito è ancora bloccato, e il vertice dell’Ordine dei Medici continua a sottrarsi al confronto. Eppure, è proprio nei momenti di crisi che emerge il vero valore della professione medica: la capacità di ascoltare, di discutere, di rimettere al centro la scienza, ma soprattutto l’essere umano.

    Perché la medicina senza umanità è solo tecnica sterile. E la scienza senza confronto è dogma.

    Andrea Caldart

    https://www.pattointernazionale.org


    Puoi appoggiare il nostro progetto di Verità e Giustizia, diventando sostenitore, se puoi, anche con una piccolissima cifra: IT96O0538712904000004495471 ( specificando libera donazione a sostegno )

    Oppure tramite PayPal : https://www.pattointernazionale.org/membership/

    Puoi contattarci a mezzo mail: raffaella.laghi@pattointernazionale.org
    Cominciamo un colloquio con medici e cittadini che condividono gli obiettivi di Patto Internazionale. MASSIMA DIFFUSIONE! Alleghiamo un articolo di Andrea Caldart che documenta in modo esemplare come gli Ordini Professionali Sanitari obbediscano alla politica e non ai valori eterni del codice deontologico. L’impegno prioritario di Patto Internazionale rimane quello di modificare per legge l’attuale modalità antidemocratica di elezione dei vertici ordinistici e la perpetuazione delle cariche. Il silenzio dell’Ordine: quando il confronto tra medici diventa un tabù In un’epoca in cui la medicina dovrebbe essere guidata dal confronto, dalla scienza empirica e dall’etica, ciò che più ha colpito negli ultimi cinque anni è stata l’assenza di umanità. Il confronto tra medici, pilastro fondamentale della crescita professionale e scientifica, è stato sistematicamente ostacolato, quando non punito. Eppure, solo dal dialogo, anche tra visioni diverse, possono nascere progresso, consapevolezza e tutela della salute dei pazienti. Avremmo voluto rivolgere delle domande al Dr. Filippo Anelli, Presidente della FNOMCeO, per ascoltare la sua versione sulla gestione degli Ordini dei Medici in questi ultimi anni. Ma l’unica risposta arrivata è stata quella dell’ufficio stampa: “Il Presidente non può al momento rispondere all’intervista”. Un silenzio che pesa, che allarma, e che lascia spazio a interrogativi legittimi. Negli ultimi cinque anni, migliaia di medici in Italia hanno subito procedimenti disciplinari che sembrano avere una matrice più politica che deontologica. I casi emblematici, come quello del Dr. Giuseppe Barbaro, mostrano come il semplice esercizio critico della professione sia stato spesso sanzionato, non sulla base di errori clinici, ma per l’interpretazione politica del Codice Deontologico. Il riferimento va in particolare all’art. 4 relativo alla libertà ed indipendenza del medico e dell’art. 58 del Codice, che regola i rapporti tra colleghi, invitando al rispetto delle competenze e alla possibilità del dissenso. Invece, in molti casi, è bastata una prescrizione non allineata al pensiero dominante, una diagnosi attenta alla singola storia clinica del paziente, l’invito alla prudenza, per far scattare procedimenti sanzionatori. Tutto questo in aperta violazione anche dell’art. 13, che tutela il diritto del paziente a essere informato in modo completo e veritiero, degli art. 15, 22 e 23 che dovrebbero garantire le cure precoci e la continuità di cura con farmaci efficaci, e degli articoli 45 e 48, che trattano in modo specifico i farmaci genici e sperimentali, imponendo rigore e valutazione caso per caso. Soprattutto in merito alla gestione terapeutica del Covid-19, il dibattito è stato schiacciato da una narrazione univoca. Parlare di “vaccino sicuro ed efficace” senza confronto sui dati reali, quando la scheda tecnica ha subito 18 revisioni e lo stesso farmaco era in fase sperimentale, è apparso non solo riduttivo ma irrispettoso verso il metodo scientifico. Allo stesso modo, l’imposizione della “tachipirina e vigile attesa” come linea guida, anziché come opzione, ha escluso ogni possibilità di ricorso alle terapie domiciliari precoci, molte delle quali si sono rivelate clinicamente efficaci e per le quali molte persone hanno avuto salva la propria vita. Il vero nodo è deontologico: rifiutare il confronto tra colleghi, in virtù delle norme citate, è già una violazione dei principi che regolano la professione. Invece è stato permesso ad opinionisti “tele-virologi”, di monopolizzare l’informazione medica, senza contraddittorio, mentre i medici che portavano dati clinici venivano zittiti e, molti di loro invece radiati. Nel resto del mondo, oggi, molte istituzioni sanitarie stanno facendo autocritica. In Italia, invece, il dibattito è ancora bloccato, e il vertice dell’Ordine dei Medici continua a sottrarsi al confronto. Eppure, è proprio nei momenti di crisi che emerge il vero valore della professione medica: la capacità di ascoltare, di discutere, di rimettere al centro la scienza, ma soprattutto l’essere umano. Perché la medicina senza umanità è solo tecnica sterile. E la scienza senza confronto è dogma. Andrea Caldart https://www.pattointernazionale.org Puoi appoggiare il nostro progetto di Verità e Giustizia, diventando sostenitore, se puoi, anche con una piccolissima cifra: IT96O0538712904000004495471 ( specificando libera donazione a sostegno ) Oppure tramite PayPal : https://www.pattointernazionale.org/membership/ Puoi contattarci a mezzo mail: raffaella.laghi@pattointernazionale.org
    Like
    3
    0 Commentarii 0 Distribuiri 2K Views
  • INFORMATIVE E MODELLI CON PROCEDURA DI LEGGI VIGENTI,
    PER EVITARE LA "VACCINAZIONE" IN OGNI FASCIA DI ETÀ

    Canale ufficiale:
    https://t.me/consensoinfo

    Si esorta a contribuire di diffondere le due liste informative, prodotte dal Gruppo Operativo del Comitato Fortitudo Italia.
    Raccolgono procedure legali, modelli e link con riferimenti normativi di Leggi Vigenti per:

    Genitori che decidono di NON vaccinare i propri figli

    Lavoratori e cittadini che scelgono di NON vaccinarsi per lavorare, svolgere attività fisica o sociale

    Link " Informative e modelli"

    Lista n.1 – Informative e modelli per i Genitori che decidono di NON vaccinare i propri figli

    https://t.me/consensoinfo/212

    Lista n.2 – Informative e modelli per chi sceglie di NON vaccinarsi in ambito sanitario, scolastico, lavorativo , sportivo, associativo, .....

    https://t.me/consensoinfo/552

    Riferimento normativo principale:
    LEGGE 219/2017 – sul CONSENSO LIBERO E INFORMATO

    In Italia, non esiste un obbligo vaccinale generalizzato.
    È possibile esercitare i propri Diritti nel rispetto delle Leggi vigenti.

    Per chi desidera supporto diretto:
    Contatti e Referenti regionali del Comitato Fortitudo Italia

    https://t.me/comitatofortitudo/19102

    Informa, tutela, agisci consapevolmente.
    Il sapere è potere. Il Consenso è un Diritto.
    📋📌 INFORMATIVE E MODELLI CON PROCEDURA DI LEGGI VIGENTI, PER EVITARE LA "VACCINAZIONE" IN OGNI FASCIA DI ETÀ 🔴 Canale ufficiale: https://t.me/consensoinfo Si esorta a contribuire di diffondere le due liste informative, prodotte dal Gruppo Operativo del Comitato Fortitudo Italia. Raccolgono procedure legali, modelli e link con riferimenti normativi di Leggi Vigenti per: ✅ Genitori che decidono di NON vaccinare i propri figli ✅ Lavoratori e cittadini che scelgono di NON vaccinarsi per lavorare, svolgere attività fisica o sociale 📌 Link " Informative e modelli" 🔴 Lista n.1 – Informative e modelli per i Genitori che decidono di NON vaccinare i propri figli 👇👇👇 https://t.me/consensoinfo/212 🔴 Lista n.2 – Informative e modelli per chi sceglie di NON vaccinarsi in ambito sanitario, scolastico, lavorativo , sportivo, associativo, ..... 👇👇👇 https://t.me/consensoinfo/552 📎 Riferimento normativo principale: LEGGE 219/2017 – sul CONSENSO LIBERO E INFORMATO 📌 In Italia, non esiste un obbligo vaccinale generalizzato. È possibile esercitare i propri Diritti nel rispetto delle Leggi vigenti. 📞 Per chi desidera supporto diretto: Contatti e Referenti regionali del Comitato Fortitudo Italia 👇👇👇 https://t.me/comitatofortitudo/19102 Informa, tutela, agisci consapevolmente. Il sapere è potere. Il Consenso è un Diritto.
    T.ME
    LEGGE 219/2017 CONSENSO INFORMATO
    Gruppo Operativo Comitato Fortitudo Italia
    Like
    1
    0 Commentarii 0 Distribuiri 749 Views
  • Caos urbanistica, il Comune anticipa la Procura e restituisce oneri di urbanizzazione per il progetto in via Salomone che considera a rischio

    https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/25_aprile_06/caos-urbanistica-il-comune-anticipa-la-procura-e-restituisce-oneri-di-urbanizzazione-per-il-progetto-in-via-salomone-che-ed8a2c0d-6fb2-4adb-8487-cba9f348bxlk.shtml?refresh_ce



    Palazzo Marino previene le mosse della Procura, giocando d’anticipo. Per la prima volta il Comune restituisce a un costruttore le somme versate come oneri di urbanizzazione per un progetto su cui la Procura non ha aperto un fascicolo ma che avrebbe potuto presentare criticità, sulla base dei profili contestati dalla magistratura nelle inchieste sull’urbanistica. La prima società a ricevere la restituzione è Bluestone, per il progetto in via Salomone 77. Un provvedimento adottato in via cautelare in attesa di sviluppi futuri sul fronte delle inchieste. In prospettiva potrebbero essercene anche altri, in seguito al lavoro di istruttoria che Palazzo Marino sta portando avanti da un anno.

    Il Comune a febbraio del 2024, sulla base di una delibera approvata dalla giunta, ha istituito un gruppo di lavoro per visionare quei dossier su cui la Procura non ha aperto un’indagine ma che potrebbero presentare criticità, sulla base dei rilievi emersi dalle inchieste sull’urbanistica. Nell’istruttoria che Palazzo Marino da un anno sta portando avanti, il Comune ha chiesto ad alcuni costruttori di rivedere aspetti progettuali, ad altri di modificare il piano attuativo. Per la prima volta, nel corso dell’istruttoria, Palazzo Marino è arrivato anche a restituire a una società la somma versata per gli oneri di urbanizzazione. È accaduto a Bluestone per il progetto in via Salomone, dove l’edificio, da sede della casa editrice Ricordi, dovrebbe diventare un complesso residenziale di 200 appartamenti.
    PUBBLICITÀ

    Per avviare il cantiere è stata rilasciata la Scia, segnalazione certificata di inizio attività, in alternativa al permesso di costruire. L’intervento è stato qualificato come «ristrutturazione edilizia», «con demolizione e ricostruzione» di un fabbricato «a vocazione residenziale». Il progetto prevede un «cambio d’uso» dell’edificio in via Salomone: da stabile utilizzato per ospitare uffici a edificio «a totale superficie residenziale». Come contributo di costruzione è stato determinato l’importo complessivo di quasi 2 milioni, da versare a rate.

    La prima, già saldata, pari a quasi 500 mila euro. Dal lavoro di istruttoria svolto dal Comune è emerso che il progetto, su cui la Procura non ha aperto un fascicolo, avrebbe potuto presentare delle criticità, in quanto uno dei profili contestati dalla magistratura riguarda proprio il titolo edilizio. Per la Procura per alcuni interventi sarebbero necessari i permessi di costruire, piuttosto che la Scia.

    Così ad agosto del 2024 l’amministrazione agisce «in regime di autotutela», annullando d’ufficio il titolo edilizio che si è formato. In altre parole, il Comune interviene prevenendo possibili accuse dalla Procura ed evitando lo stallo di un altro progetto edilizio in città. Poiché però Bluestone aveva già versato al Comune parte della somma dovuta per gli oneri di urbanizzazione, Palazzo Marino si è preso l’impegno di restituirla alla società. Da quanto emerge dalla determina, l’amministrazione ha approvato la restituzione della prima rata e degli interessi legali pari a seimila euro circa. La somma verrà liquidata nelle prossime settimane.

    Il Comune, intanto, continua la sua istruttoria su quei progetti che non sono sotto indagine della Procura ma che potrebbero presentare profili di criticità. Per quei dossier, invece, per cui la magistratura ha aperto un fascicolo Palazzo Marino ricerca un accordo. Giovedì l’avvocatura del Comune ha incontrato la Procura per cercare di trovare una soluzione allo stallo urbanistico in città. Al vaglio c’è la strada della giustizia riparativa. L’ipotesi è quella che i costruttori possano versare gli oneri di urbanizzazione mancanti o adibire aree dei propri progetti a spazi per servizi da destinare alla cittadinanza. Non è scontato che le parti in gioco accettino l’accordo. La strada è in salita ma dall’incontro è emersa la volontà di non arrecare danni inutili alla città
    Caos urbanistica, il Comune anticipa la Procura e restituisce oneri di urbanizzazione per il progetto in via Salomone che considera a rischio https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/25_aprile_06/caos-urbanistica-il-comune-anticipa-la-procura-e-restituisce-oneri-di-urbanizzazione-per-il-progetto-in-via-salomone-che-ed8a2c0d-6fb2-4adb-8487-cba9f348bxlk.shtml?refresh_ce Palazzo Marino previene le mosse della Procura, giocando d’anticipo. Per la prima volta il Comune restituisce a un costruttore le somme versate come oneri di urbanizzazione per un progetto su cui la Procura non ha aperto un fascicolo ma che avrebbe potuto presentare criticità, sulla base dei profili contestati dalla magistratura nelle inchieste sull’urbanistica. La prima società a ricevere la restituzione è Bluestone, per il progetto in via Salomone 77. Un provvedimento adottato in via cautelare in attesa di sviluppi futuri sul fronte delle inchieste. In prospettiva potrebbero essercene anche altri, in seguito al lavoro di istruttoria che Palazzo Marino sta portando avanti da un anno. Il Comune a febbraio del 2024, sulla base di una delibera approvata dalla giunta, ha istituito un gruppo di lavoro per visionare quei dossier su cui la Procura non ha aperto un’indagine ma che potrebbero presentare criticità, sulla base dei rilievi emersi dalle inchieste sull’urbanistica. Nell’istruttoria che Palazzo Marino da un anno sta portando avanti, il Comune ha chiesto ad alcuni costruttori di rivedere aspetti progettuali, ad altri di modificare il piano attuativo. Per la prima volta, nel corso dell’istruttoria, Palazzo Marino è arrivato anche a restituire a una società la somma versata per gli oneri di urbanizzazione. È accaduto a Bluestone per il progetto in via Salomone, dove l’edificio, da sede della casa editrice Ricordi, dovrebbe diventare un complesso residenziale di 200 appartamenti. PUBBLICITÀ Per avviare il cantiere è stata rilasciata la Scia, segnalazione certificata di inizio attività, in alternativa al permesso di costruire. L’intervento è stato qualificato come «ristrutturazione edilizia», «con demolizione e ricostruzione» di un fabbricato «a vocazione residenziale». Il progetto prevede un «cambio d’uso» dell’edificio in via Salomone: da stabile utilizzato per ospitare uffici a edificio «a totale superficie residenziale». Come contributo di costruzione è stato determinato l’importo complessivo di quasi 2 milioni, da versare a rate. La prima, già saldata, pari a quasi 500 mila euro. Dal lavoro di istruttoria svolto dal Comune è emerso che il progetto, su cui la Procura non ha aperto un fascicolo, avrebbe potuto presentare delle criticità, in quanto uno dei profili contestati dalla magistratura riguarda proprio il titolo edilizio. Per la Procura per alcuni interventi sarebbero necessari i permessi di costruire, piuttosto che la Scia. Così ad agosto del 2024 l’amministrazione agisce «in regime di autotutela», annullando d’ufficio il titolo edilizio che si è formato. In altre parole, il Comune interviene prevenendo possibili accuse dalla Procura ed evitando lo stallo di un altro progetto edilizio in città. Poiché però Bluestone aveva già versato al Comune parte della somma dovuta per gli oneri di urbanizzazione, Palazzo Marino si è preso l’impegno di restituirla alla società. Da quanto emerge dalla determina, l’amministrazione ha approvato la restituzione della prima rata e degli interessi legali pari a seimila euro circa. La somma verrà liquidata nelle prossime settimane. Il Comune, intanto, continua la sua istruttoria su quei progetti che non sono sotto indagine della Procura ma che potrebbero presentare profili di criticità. Per quei dossier, invece, per cui la magistratura ha aperto un fascicolo Palazzo Marino ricerca un accordo. Giovedì l’avvocatura del Comune ha incontrato la Procura per cercare di trovare una soluzione allo stallo urbanistico in città. Al vaglio c’è la strada della giustizia riparativa. L’ipotesi è quella che i costruttori possano versare gli oneri di urbanizzazione mancanti o adibire aree dei propri progetti a spazi per servizi da destinare alla cittadinanza. Non è scontato che le parti in gioco accettino l’accordo. La strada è in salita ma dall’incontro è emersa la volontà di non arrecare danni inutili alla città
    MILANO.CORRIERE.IT
    Caos urbanistica, il Comune anticipa la Procura e restituisce oneri di urbanizzazione per il progetto in via Salomone che considera a rischio
    Progetti in stallo preventivo: in via Salomone primo caso di rimborso per «correggere» l’iter. Sull'operazione di Bluestone non è aperto un fascicolo, Palazzo Marino: procediamo in autotutela
    Angry
    2
    0 Commentarii 0 Distribuiri 3K Views
  • Non saranno tutti bombati? A pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca...
    Giocatori del Barcellona con le bende ai polsi: in Spagna scoppia il caso. L'ex medico del Real: "Se vuoi un accesso venoso più facile..." - Il Fatto Quotidiano
    "Non credo si tratti di una moda. Basta che mi spieghino il motivo. Qual è il segreto?"

    “Non so cosa stia succedendo, ma quello che voglio dire è che qualsiasi medico sa che se vuoi avere un accesso venoso più facile devi agire sulle mani e sui polsi”. Niko Mihic, ex responsabile dei servizi medici del Real Madrid per 7 anni, ha rilasciato un’intervista a Marca che sta facendo molto discutere in Spagna, proprio a pochi giorni dalla semifinale di ritorno di Champions League contro l’Inter. Il dottore, rispondendo a una domanda in cui gli veniva chiesto se dietro questa nuova tendenza da parte dei calciatori del Barcellona e non solo di indossare fasciature alle mani e ai polsi ci fosse una spiegazione medica, ha dichiarato: “Non credo si tratti di una moda. Penso che un giocatore non indossi qualcosa che faccia presumere che si stia proteggendo da una lesione solo per sentirsi più bello. Gli servirà per qualche motivo, no?”.

    Che Mihic abbia lasciato intendere che tra i catalani ci siano dei casi di doping? Non è chiaro, ma è una delle interpretazioni possibile delle sue affermazioni. Dal canto suo, il medico ha quindi ironizzato: “Potrebbe darsi che stiano progettando giochi di strategia, giocando molto a calcio balilla e prendendosi la tendinite“. E quindi: “Non capisco ciò che stanno facendo e che lo smentiscano, che dicano ‘no’, che mi spieghino ciò che stanno facendo. Qual è il segreto?”.

    Il calciatore blaugrana Pau Victor ha commentato queste parole con una storia su Instagram con l’emoji della faccina che ride. Probabilmente si tratta solo di abitudine da parte di calciatori che in passato si sono fatti male in quelle parti del corpo e ora si tutelano con questi bendaggi. E poi, c’è anche un po’ di superstizione: Luis Suarez, ex Barcellona tra l’altro, ha spesso giocato con questa fasciatura e una volta dichiarò: “La prima volta che mi sono fasciato la mano feci 2 gol, da quel momento non l’ho più tolta”.

    Nel Barcellona sono effettivamente tanti i giocatori che usano i bendaggi: da Lewandowski a Lamine Yamal, da Raphinha a De Jong fino a Gavi. Ma in molti, rispondendo alle parole di Mihic, hanno fatto notare come la moda sia diffusa anche tra i giocatori del Real Madrid, in particolare Rudiger e Fran Garcia. Senza dimenticare che uno dei bendaggi al polso più famosi è quello di un ex Blancos, Karim Benzema. Il francese nel 2019 si fratturò il dito mignolo e scelse di rimandare l’operazione e continuare a giocare con una fasciatura. Nella stagione successiva subì un altro colpo nello stesso punto, costringendolo a mantenere il bendaggio, diventato poi un portafortuna e un trattino iconico. Per questo, quando gioca, Benzema ha deciso di non farne più a meno.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/03/giocatori-barcellona-bende-fasciature-mani-polsi-spagna-polemiche-ex-medico-real-madrid-accuse/7973634/
    Non saranno tutti bombati? A pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca... Giocatori del Barcellona con le bende ai polsi: in Spagna scoppia il caso. L'ex medico del Real: "Se vuoi un accesso venoso più facile..." - Il Fatto Quotidiano "Non credo si tratti di una moda. Basta che mi spieghino il motivo. Qual è il segreto?" “Non so cosa stia succedendo, ma quello che voglio dire è che qualsiasi medico sa che se vuoi avere un accesso venoso più facile devi agire sulle mani e sui polsi”. Niko Mihic, ex responsabile dei servizi medici del Real Madrid per 7 anni, ha rilasciato un’intervista a Marca che sta facendo molto discutere in Spagna, proprio a pochi giorni dalla semifinale di ritorno di Champions League contro l’Inter. Il dottore, rispondendo a una domanda in cui gli veniva chiesto se dietro questa nuova tendenza da parte dei calciatori del Barcellona e non solo di indossare fasciature alle mani e ai polsi ci fosse una spiegazione medica, ha dichiarato: “Non credo si tratti di una moda. Penso che un giocatore non indossi qualcosa che faccia presumere che si stia proteggendo da una lesione solo per sentirsi più bello. Gli servirà per qualche motivo, no?”. Che Mihic abbia lasciato intendere che tra i catalani ci siano dei casi di doping? Non è chiaro, ma è una delle interpretazioni possibile delle sue affermazioni. Dal canto suo, il medico ha quindi ironizzato: “Potrebbe darsi che stiano progettando giochi di strategia, giocando molto a calcio balilla e prendendosi la tendinite“. E quindi: “Non capisco ciò che stanno facendo e che lo smentiscano, che dicano ‘no’, che mi spieghino ciò che stanno facendo. Qual è il segreto?”. Il calciatore blaugrana Pau Victor ha commentato queste parole con una storia su Instagram con l’emoji della faccina che ride. Probabilmente si tratta solo di abitudine da parte di calciatori che in passato si sono fatti male in quelle parti del corpo e ora si tutelano con questi bendaggi. E poi, c’è anche un po’ di superstizione: Luis Suarez, ex Barcellona tra l’altro, ha spesso giocato con questa fasciatura e una volta dichiarò: “La prima volta che mi sono fasciato la mano feci 2 gol, da quel momento non l’ho più tolta”. Nel Barcellona sono effettivamente tanti i giocatori che usano i bendaggi: da Lewandowski a Lamine Yamal, da Raphinha a De Jong fino a Gavi. Ma in molti, rispondendo alle parole di Mihic, hanno fatto notare come la moda sia diffusa anche tra i giocatori del Real Madrid, in particolare Rudiger e Fran Garcia. Senza dimenticare che uno dei bendaggi al polso più famosi è quello di un ex Blancos, Karim Benzema. Il francese nel 2019 si fratturò il dito mignolo e scelse di rimandare l’operazione e continuare a giocare con una fasciatura. Nella stagione successiva subì un altro colpo nello stesso punto, costringendolo a mantenere il bendaggio, diventato poi un portafortuna e un trattino iconico. Per questo, quando gioca, Benzema ha deciso di non farne più a meno. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/03/giocatori-barcellona-bende-fasciature-mani-polsi-spagna-polemiche-ex-medico-real-madrid-accuse/7973634/
    Angry
    1
    0 Commentarii 0 Distribuiri 2K Views
  • LIBERTÀ DI STAMPA: fake o farsa?


    Anche oggi è una di quelle giornate mondiali che spuntano sul calendario come i funghi: “oggi pensiamo a questa cosa importante, domani ce ne dimentichiamo”. Ma stavolta, neanche la fatica di far finta. La Giornata Mondiale della Libertà di Stampa fa già ridere di suo — o meglio, fa piangere.

    Ma tranquilli: il popolo italico si beve tutto come sempre, fa spallucce e rispolvera la sua qualità più grande: l’adattamento all’assurdo.
    Che poi, diciamolo chiaramente: come si fa a festeggiare oggi qualcosa che non esiste?
    Sì, proprio oggi celebriamo quella giornata istituita dalle Nazioni Unite nel lontano 1993 per ribadire quanto la libertà di stampa sia fondamentale e vada protetta dai governi. Ah sì? E con quali prove a sostegno, scusate?
    NESSUNA. Solo dati che sputtanano (scusate il francesismo) questa favola da calendario.

    A parlare, infatti, è la classifica annuale di Reporters sans frontières e lo fa senza mezze misure: l’Italia è il Paese peggiore dell’Europa occidentale per libertà di stampa, scesa dal 46° al 49° posto. Bravi tutti.

    Il report parla chiaro: mafia, gruppi estremisti, minacce, violenze, pressioni politiche. Ah, e ciliegina sulla torta: la famigerata “legge bavaglio”, che blocca la pubblicazione delle intercettazioni. Un capolavoro di oscurantismo, giustificato dalla tutela della privacy.
    Nel frattempo, i giornalisti subiscono cause civili pretestuose, intimidazioni legali, e chi prova a informare viene zittito — a volte con gli avvocati, a volte con la paura. Il diritto a sapere? Optional.

    E no, non pensiate che fuori dai confini vada meglio: la libertà di stampa nel mondo è ai minimi storici. Secondo RSF, oltre la metà della popolazione mondiale vive in Paesi con una situazione “molto grave”.
    Chiudono la classifica: Corea del Nord, Cina, Eritrea. Ma anche gli Stati Uniti sono in discesa libera: dal 55° al 57°, con un clima sempre più tossico. Europa? Ancora il continente meno peggio, ma con tante crepe.
    Solo 7 Paesi su 180 hanno una situazione “buona”. In testa la Norvegia (solita imbattibile), seguita da Estonia e Paesi Bassi. Intanto il Regno Unito è al 20°, la Germania retrocede a causa dell’estrema destra e la Francia si fa superare da Taiwan e Trinidad & Tobago.

    E noi che facciamo?
    Siamo qui a sventolare bandierine in nome della libertà mentre la stampa muore tra tagli, pressioni editoriali, mancanza di fondi, precarietà e silenzi. La verità è che il giornalismo libero non fa comodo a nessuno: né ai governi, né alle lobby, né alle piattaforme social che moderano, cancellano e manipolano a piacere.
    E ora arriva anche il Ddl Sicurezza: manifestare? Nemmeno in silenzio. Scrivere? Solo se non dai fastidio. Parlare? Fino a quando non urta la sensibilità del potere.
    Allora sapete che vi dico?

    Torniamo a fare giornalismo vero, quello scomodo, quello rotocalco ciclostilato nei garage, quello dei leaflet porta a porta, quello che dava fastidio e per questo aveva senso.

    Questa è la nostra resistenza.
    La nostra libertà non è un hashtag. È una lotta.

    #WorldPressFreedomDay #LibertàDiStampa #FakeOrFarsa #Censura #Bavaglio #InformazioneIndipendente #GiornalismoLibero #RSF2025 #DirittoDiSapere #PressFreedom #Italia49esima #ZittiMaLiberi #SatiraSociale #vocealsilenzio
    LIBERTÀ DI STAMPA: fake o farsa? 🗞️🤐🎭 Anche oggi è una di quelle giornate mondiali che spuntano sul calendario come i funghi: “oggi pensiamo a questa cosa importante, domani ce ne dimentichiamo”. Ma stavolta, neanche la fatica di far finta. La Giornata Mondiale della Libertà di Stampa fa già ridere di suo — o meglio, fa piangere. Ma tranquilli: il popolo italico si beve tutto come sempre, fa spallucce e rispolvera la sua qualità più grande: l’adattamento all’assurdo. Che poi, diciamolo chiaramente: come si fa a festeggiare oggi qualcosa che non esiste? Sì, proprio oggi celebriamo quella giornata istituita dalle Nazioni Unite nel lontano 1993 per ribadire quanto la libertà di stampa sia fondamentale e vada protetta dai governi. Ah sì? E con quali prove a sostegno, scusate? NESSUNA. Solo dati che sputtanano (scusate il francesismo) questa favola da calendario. A parlare, infatti, è la classifica annuale di Reporters sans frontières e lo fa senza mezze misure: l’Italia è il Paese peggiore dell’Europa occidentale per libertà di stampa, scesa dal 46° al 49° posto. Bravi tutti. Il report parla chiaro: mafia, gruppi estremisti, minacce, violenze, pressioni politiche. Ah, e ciliegina sulla torta: la famigerata “legge bavaglio”, che blocca la pubblicazione delle intercettazioni. Un capolavoro di oscurantismo, giustificato dalla tutela della privacy. Nel frattempo, i giornalisti subiscono cause civili pretestuose, intimidazioni legali, e chi prova a informare viene zittito — a volte con gli avvocati, a volte con la paura. Il diritto a sapere? Optional. E no, non pensiate che fuori dai confini vada meglio: la libertà di stampa nel mondo è ai minimi storici. Secondo RSF, oltre la metà della popolazione mondiale vive in Paesi con una situazione “molto grave”. Chiudono la classifica: Corea del Nord, Cina, Eritrea. Ma anche gli Stati Uniti sono in discesa libera: dal 55° al 57°, con un clima sempre più tossico. Europa? Ancora il continente meno peggio, ma con tante crepe. Solo 7 Paesi su 180 hanno una situazione “buona”. In testa la Norvegia (solita imbattibile), seguita da Estonia e Paesi Bassi. Intanto il Regno Unito è al 20°, la Germania retrocede a causa dell’estrema destra e la Francia si fa superare da Taiwan e Trinidad & Tobago. E noi che facciamo? Siamo qui a sventolare bandierine in nome della libertà mentre la stampa muore tra tagli, pressioni editoriali, mancanza di fondi, precarietà e silenzi. La verità è che il giornalismo libero non fa comodo a nessuno: né ai governi, né alle lobby, né alle piattaforme social che moderano, cancellano e manipolano a piacere. E ora arriva anche il Ddl Sicurezza: manifestare? Nemmeno in silenzio. Scrivere? Solo se non dai fastidio. Parlare? Fino a quando non urta la sensibilità del potere. Allora sapete che vi dico? 💪👉 Torniamo a fare giornalismo vero, quello scomodo, quello rotocalco ciclostilato nei garage, quello dei leaflet porta a porta, quello che dava fastidio e per questo aveva senso. Questa è la nostra resistenza. La nostra libertà non è un hashtag. È una lotta. #WorldPressFreedomDay #LibertàDiStampa #FakeOrFarsa #Censura #Bavaglio #InformazioneIndipendente #GiornalismoLibero #RSF2025 #DirittoDiSapere #PressFreedom #Italia49esima #ZittiMaLiberi #SatiraSociale #vocealsilenzio
    0 Commentarii 0 Distribuiri 15K Views
  • Il COMUNE DI ROMA CENSURA PRO VITA

    A neanche 24 ore dall’affissione dei manifesti #MIOFIGLIONO - la campagna di Pro Vita & Famiglia per fermare l’indottrinamento gender nelle scuole e chiedere una Legge per la Libertà Educativa della Famiglia - il Comune di Roma ha imposto la rimozione forzata delle affissioni ledendo così il diritto alla libertà di espressione tutelato dalla nostra Costituzione.

    Non ci fermeremo ma abbiamo bisogno del tuo aiuto, sostienici con una donazione
    https://sostieni.provitaefamiglia.it/contro-gender/?campagna=202504-1-social
    Il COMUNE DI ROMA CENSURA PRO VITA🚨 A neanche 24 ore dall’affissione dei manifesti #MIOFIGLIONO - la campagna di Pro Vita & Famiglia per fermare l’indottrinamento gender nelle scuole e chiedere una Legge per la Libertà Educativa della Famiglia - il Comune di Roma ha imposto la rimozione forzata delle affissioni ledendo così il diritto alla libertà di espressione tutelato dalla nostra Costituzione. Non ci fermeremo ma abbiamo bisogno del tuo aiuto, sostienici con una donazione 👇 https://sostieni.provitaefamiglia.it/contro-gender/?campagna=202504-1-social
    Angry
    1
    0 Commentarii 0 Distribuiri 2K Views 4
Sponsorizeaza Paginile