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  • Caro ministro Tajani, crede davvero che finora l’Italia su Gaza sia stata dalla parte giusta della storia?

    In questi giorni gira in rete un video del Ministro Antonio Tajani, che durante un comizio elettorale nelle Marche precisa “(…) noi sul genocidio (pausa), su tutto ciò che accade a Gaza non abbiamo nessuna responsabilità. Stiamo difendendo il diritto del popolo palestinese a rimanere dov’è (…) ad avere uno stato. Non siamo complici di nessun… omicidio, di nessun genocidio, di nessun crimine”.

    Chissà cosa avrà pensato il Ministro in quella breve pausa dopo aver pronunciato la parola genocidio, purtroppo la regia non ci fa neanche vedere il suo volto. Ma ormai la frittata era fatta. Con questo discorso è caduta infatti tutta la narrazione italiana alimentata in questi due anni guerra dai due vicepremier Tajani e Salvini, così come dalla Presidente, Giorgia Meloni. Un racconto pubblico in cui prima si è supportata l’azione militare israeliana, poi la si è giustificata rimanendo silenti sulle atrocità e si è negato i crimini commessi a Gaza, arrivando solo negli ultimi mesi ad avanzare qualche critica di fronte all’evidenza delle immagini, delle testimonianze e alle proteste sempre crescenti dell’opinione pubblica.

    Finalmente è quindi caduta la maschera. Ministro Tajani, Lei pronunciando quella parola ha automaticamente riconosciuto tutta una serie di obblighi che il nostro Paese almeno dal 26 gennaio 2024 non sta rispettando. È utile ricordarli perché, nel rispetto del diritto internazionale, l’Italia era tenuta a:

    – interrompere qualunque fornitura di armi, componenti d’arma, tecnologie e servizi militari a Israele;
    – rivedere le proprie relazioni economiche, politiche, accademiche, sociali e culturali con Israele, interrompendo immediatamente qualunque rapporto che potesse rafforzare o giustificare la commissione di gravi violazioni del diritto internazionale o ostacolare l’esercizio del diritto di autodeterminazione del popolo palestinese;
    – astenersi dall’intrattenere con Israele qualunque relazione economica o commerciale che riguardasse il Territorio palestinese occupato, che potesse in qualunque modo supportare la presenza illegale di Israele;
    – adottare provvedimenti adeguati per impedire che cittadini italiani e imprese presenti in Italia intrattenessero relazioni commerciali o di investimento, che potessero contribuire a consolidare l’occupazione illegale di Israele dei territori palestinesi;
    – attivarsi per chiedere e ottenere la sospensione dell’Accordo di associazione tra Ue e Israele, che dovrebbe essere basato sul rispetto dei diritti umani e dei valori democratici;
    – sostenere a livello internazionale qualunque iniziativa politica volta a fare pressione su Israele, con l’obiettivo di indurlo a desistere dalla commissione dei gravi crimini di cui si è reso responsabile;
    – collaborare in modo proattivo e tempestivo con altri Stati e organismi internazionali, come la Corte Penale internazionale, che hanno intrapreso indagini e azioni penali su presunti crimini di diritto internazionale commessi a Gaza o in Israele.
    – valutare, anche in sede europea, l’adozione di misure restrittive contro la leadership militare e politica israeliana (come il congelamento dei beni e il travel ban) analoghe a quelle che sono state adottate contro la Russia e l’establishment russo, a seguito dell’illecita invasione dell’Ucraina.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/19/genocidio-gaza-tajani-responsabilita-italia-notizie/8132596/
    Caro ministro Tajani, crede davvero che finora l’Italia su Gaza sia stata dalla parte giusta della storia? In questi giorni gira in rete un video del Ministro Antonio Tajani, che durante un comizio elettorale nelle Marche precisa “(…) noi sul genocidio (pausa), su tutto ciò che accade a Gaza non abbiamo nessuna responsabilità. Stiamo difendendo il diritto del popolo palestinese a rimanere dov’è (…) ad avere uno stato. Non siamo complici di nessun… omicidio, di nessun genocidio, di nessun crimine”. Chissà cosa avrà pensato il Ministro in quella breve pausa dopo aver pronunciato la parola genocidio, purtroppo la regia non ci fa neanche vedere il suo volto. Ma ormai la frittata era fatta. Con questo discorso è caduta infatti tutta la narrazione italiana alimentata in questi due anni guerra dai due vicepremier Tajani e Salvini, così come dalla Presidente, Giorgia Meloni. Un racconto pubblico in cui prima si è supportata l’azione militare israeliana, poi la si è giustificata rimanendo silenti sulle atrocità e si è negato i crimini commessi a Gaza, arrivando solo negli ultimi mesi ad avanzare qualche critica di fronte all’evidenza delle immagini, delle testimonianze e alle proteste sempre crescenti dell’opinione pubblica. Finalmente è quindi caduta la maschera. Ministro Tajani, Lei pronunciando quella parola ha automaticamente riconosciuto tutta una serie di obblighi che il nostro Paese almeno dal 26 gennaio 2024 non sta rispettando. È utile ricordarli perché, nel rispetto del diritto internazionale, l’Italia era tenuta a: – interrompere qualunque fornitura di armi, componenti d’arma, tecnologie e servizi militari a Israele; – rivedere le proprie relazioni economiche, politiche, accademiche, sociali e culturali con Israele, interrompendo immediatamente qualunque rapporto che potesse rafforzare o giustificare la commissione di gravi violazioni del diritto internazionale o ostacolare l’esercizio del diritto di autodeterminazione del popolo palestinese; – astenersi dall’intrattenere con Israele qualunque relazione economica o commerciale che riguardasse il Territorio palestinese occupato, che potesse in qualunque modo supportare la presenza illegale di Israele; – adottare provvedimenti adeguati per impedire che cittadini italiani e imprese presenti in Italia intrattenessero relazioni commerciali o di investimento, che potessero contribuire a consolidare l’occupazione illegale di Israele dei territori palestinesi; – attivarsi per chiedere e ottenere la sospensione dell’Accordo di associazione tra Ue e Israele, che dovrebbe essere basato sul rispetto dei diritti umani e dei valori democratici; – sostenere a livello internazionale qualunque iniziativa politica volta a fare pressione su Israele, con l’obiettivo di indurlo a desistere dalla commissione dei gravi crimini di cui si è reso responsabile; – collaborare in modo proattivo e tempestivo con altri Stati e organismi internazionali, come la Corte Penale internazionale, che hanno intrapreso indagini e azioni penali su presunti crimini di diritto internazionale commessi a Gaza o in Israele. – valutare, anche in sede europea, l’adozione di misure restrittive contro la leadership militare e politica israeliana (come il congelamento dei beni e il travel ban) analoghe a quelle che sono state adottate contro la Russia e l’establishment russo, a seguito dell’illecita invasione dell’Ucraina. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/19/genocidio-gaza-tajani-responsabilita-italia-notizie/8132596/
    WWW.ILFATTOQUOTIDIANO.IT
    Blog | Tajani ammette il genocidio a Gaza: cosa rischia ora l'Italia?
    Le parole del ministro sul genocidio a Gaza svelano le responsabilità dell'Italia. Ecco cosa dovrebbe fare il governo secondo il diritto internazionale.
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  • Grow Your Business with Professional SEO Services in Delhi

    In a fast-paced digital world, every business is competing for attention. Customers search for products and services online before making decisions, and if your brand does not appear in search results, you lose valuable opportunities. This is where SEO services in Delhi become essential. Search Engine Optimization is not just about ranking on Google, it is about building visibility, credibility, and consistent growth. With the expertise of Digitalarka | Digital Marketing Agency, businesses in Delhi can take full advantage of SEO and transform their online presence.

    Why SEO Matters for Businesses in Delhi

    Delhi is one of the busiest business hubs in India. From startups to established brands, everyone wants to attract online customers. The challenge is that competition is extremely high, and without SEO, even a great business can remain invisible. SEO services in Delhi help businesses rank higher in search results, which means more clicks, more visitors, and more chances of gaining new customers.

    When your brand ranks at the top, potential customers trust you more. They see your website as an authority in your field. This trust turns into action when visitors choose your services over competitors. That is why SEO is not an expense, but an investment in long-term success.

    Benefits of SEO for Local Businesses

    One of the greatest strengths of SEO services in Delhi is the focus on local visibility. Many customers search for services with phrases like “near me” or “in Delhi.” If your business is optimized for these searches, you appear right when customers need you.

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    The Core of SEO Services in Delhi

    SEO is a step-by-step process that combines several strategies. On-page optimization makes sure your website content, titles, and headings are keyword-friendly and easy to read. Off-page SEO focuses on building backlinks and increasing brand mentions across the internet. Technical SEO ensures your website is fast, mobile-friendly, and error-free, giving users a smooth experience.

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    How SEO Drives Conversions

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    Why Choose Digitalarka | Digital Marketing Agency

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    The Future of SEO in Delhi

    SEO is always changing. Google updates its algorithms regularly, and new technologies like artificial intelligence and voice search are shaping how people find information. Businesses that adapt to these changes continue to grow, while those that ignore SEO fall behind. Choosing SEO services in Delhi ensures that your business stays relevant in this evolving digital environment.

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    Conclusion

    Every business in Delhi wants to grow, but without visibility, growth is difficult. SEO services in Delhi provide the solution by improving search rankings, attracting the right audience, and building brand credibility. When done correctly, SEO becomes a powerful tool that drives both traffic and revenue.

    For businesses that want to succeed in the digital space, partnering with experts makes all the difference. Digitalarka | Digital Marketing Agency offers the knowledge, experience, and commitment needed to turn SEO into a growth engine. With the right strategies, your business can achieve long-term success and stand out in Delhi’s competitive market.
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  • Poland MBBS Fees are one of the most affordable options for Indian students planning to study medicine abroad. With globally recognized medical degrees, English-taught programs, and modern facilities, Poland offers high-quality education at a fraction of the cost. On average, Poland MBBS Fees range between INR 8–12 lakhs per year depending on the university, while the cost of living is also student-friendly. Get the full details on universities, expenses, and admission at https://educationvibes.in/country/MBBS-Abroad/Poland
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    EDUCATIONVIBES.IN
    MBBS in Poland: Top Universities, Fees, Eligibility & Scope in 2025
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  • QUESTO MI SEMBRA VERAMENTE SCANDALOSO!!!
    Solo tre patteggiamenti: così si chiude il processo per la strage del Mottarone. La madre di una vittima: “Questo è il valore che danno alla vita delle persone”
    di F. Q.
    Il gup di Verbania ha accolto le istanze a 3 anni e 10 mesi avanzata da Luigi Nerini, il titolare della Ferrovia del Mottarone, e a 4 anni e 11 mesi e 4 anni e 5 mesi proposte da Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, rispettivamente direttore d’esercizio e capo servizio dell’impianto. Nessuno dei tre va in carcere.

    Si è chiuso il capitolo giudiziario nell’ambito del procedimento sulla strage della funivia Stresa-Mottarone. Il giudice per l’udienza preliminare ha accolto tre patteggiamenti e pronunciato sentenza di non luogo a procedere per altri due imputati che sono stati prosciolti. Il gup di Verbania, Gianni Macchioni, ha accolto le istanze a patteggiare a 3 anni e 10 mesi avanzata da Luigi Nerini, il titolare della Ferrovia del Mottarone, e a 4 anni e 11 mesi e 4 anni e 5 mesi proposte da Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, rispettivamente direttore d’esercizio e capo servizio dell’impianto. Con tale pena nessuno dei tre va in carcere. Gli indagati all’epoca erano stati fermati e poi scarcerati dal gip tra le polemiche, salvo poi essere rimessi ai domiciliari dal Riesame. La Cassazione infine aveva annullato gli arresti. La Procura aveva chiesto il proscioglimento di Martin Leitner, consigliere delegato della omonima società, e di Peter Rabanser, responsabile del Customer Service. La Regione Piemonte, ha revocato la costituzione di parte civile dopo un risarcimento di circa 100mila euro.

    “Questo è il valore che danno alla vita delle persone” ha detto Vincenza Minutella, la mamma di Silvia Malnati. “Dal signor Nerini non c’è mai stata una lettera di scusa ai famigliari delle vittime, questo ci lascia con un po’ di amaro in bocca. Siamo comunque soddisfatti dell’esito del processo perché c’è stata una condanna severa per le persone contro cui ci eravamo costituiti parte civile, cioè Nerini e Tadini” ha detto Lo ha detto l’avvocato Emanuele Zanalda, legale di alcuni parenti del ramo paterno di Eitan, il bimbo israeliano unico sopravvissuto alla tragedia.

    La strage
    Il 23 maggio del 2021 morirono 14 passeggeri a bordo della cabina precipitata per la rottura della fune traente dell’impianto e del concomitante inserimento dei ‘forchettoni’ che impedirono l’attivazione dei freni di emergenza. A tre mesi dall’ultima udienza, nella quale i pm di Verbania avevano riformulato le accuse eliminando quella di attentato alla sicurezza dei trasporti aggravato dal disastro. Secondo i periti incaricati la funivia del Mottarone era precipitata “a causa del degrado della fune” traente. Di conseguenza, “una corretta attuazione dei controlli” avrebbe evitato la morte delle persone a bordo.

    I pm
    “Nessuna pena, nessun risarcimento potrà mai lenire il dolore per quanto accaduto. Chiudere ora, in una maniera complessivamente adeguata, è un modo per tutti di cominciare a ricucire quello strappo” aveva detto il rappresentante dell’accusa in udienza aggiungendo che si tratta di una “decisione non facile. Spero che le parti offese possano non dico accettare, ma comprendere questo esito”. I pm in aula hanno illustrato i motivi della richiesta di proscioglimento per i due dirigenti della Leitner. Peter Rabanser, che dell’azienda altoatesina è il responsabile del customer service, non può essere ritenuto responsabile di quanto inizialmente contestato – hanno spiegato – perché non spettava a lui il controllo sull’operato del direttore d’esercizio dell’impianto Enrico Perocchio, pubblico ufficiale sul cui operato i controlli spettavano all’Ustif, l’acronimo che indica l’Ufficio speciale trasporti a impianti fissi.

    Le reazioni
    “Non sono sorpresa, era già previsto dalla scorsa udienza. Ma sono molto amareggiata: loro (i pm, ndr) forse non sono stati sette ore su in mezzo ai morti come me. Rispetto la decisione, però l’intervento della Procura mi è sembrato piuttosto da brivido. Giustificano il fatto che non vai a processo perché in questo modo si rinnova il dolore?” aveva detto la sindaca di Stresa, Marcella Severino, prima della decisione. La prima cittadina ha poi ribadito il concetto: “Il solco era già stato tracciato l’udienza precedente, dove si era capito benissimo, quando sono stati rivisti i capi d’imputazione dove si voleva andare. Sono molto, molto amareggiata. Forse, avendo vissuto la tragedia in prima persona, l’ho un pò cucita sulla pelle, speravo veramente ci fosse giustizia. In questo momento devo riflettere ma sono molto perplessa”.

    “La società Leitner non può che esprimere il proprio apprezzamento per la sentenza di non luogo a procedere – si legge in una nota – in relazione alla posizione del proprio vicepresidente Martin Leitner e del dirigente Peter Rabanser. Una decisione che si pone in linea di totale continuità con le già avvenute archiviazioni della posizione del proprio presidente Anton Seeber e della stessa Società per gli addebiti 231/01. Sin dall’inizio del procedimento la società Leitner ha costantemente ribadito la propria condotta improntata a diligenza, coscienza e responsabilità, nell’esecuzione del contratto di manutenzione vigente con la società Ferrovie del Mottarone”.

    Il procuratore e il rischio prescrizione
    “Questo risultato non è il migliore, ma è una soluzione complessivamente adeguata. Siamo consapevoli della profondità del dolore dei familiari delle vittime, ma il processo penale non può mirare a restituire nulla e neppure ad attenuare il dolore. Non devono pensare all’entità della pena, ma che questo patteggiamento rappresenta un accertamento dei fatti e delle responsabilità. Questo anche la persona offesa può prenderlo in considerazione per provare a girare pagina nel limite di quanto umanamente possibile” ha detto ai giornalisti il procuratore di Verbania, Alessandro Pepè.

    “Questa non è la soluzione migliore, non è quella a cui il procuratore pensava nel corso delle indagini, ma è la soluzione che si basa su un dato di fatto: i tempi di indagini e dell’udienza preliminari sono stati particolarmente lunghi, ci siamo trovati a iniziare la seconda udienza preliminare dopo oltre quattro anni dai fatti e dobbiamo prendere atto di questa situazione. Riteniamo – ha concluso – che questo tipo di atteggiamento, che certamente non applica pene particolarmente severe, possa essere preferibile rispetto all’inizio di un percorso dibattimentale che sarebbe stato molto lungo e anche dall’esito incerto visto il tempo già decorso e considerato che si trattava solo più di reati colposi. I tempi della prescrizione li conosciamo e non sono particolarmente lunghi”.

    Le difese
    “Tadini è sempre stato trasparente e presente, ha scritto una lettera breve e toccante. Secondo me abbiamo chiuso nella maniera tecnicamente giusta. Chiaramente qualcuno sarà insoddisfatto, ma io credo che sia la scelta corretta e definitiva. Alla luce di tutto quello che è accaduto, per quanto mi riguarda sono molto soddisfatto, credo di aver fatto un buon lavoro” dice l’avvocato Marcello Perillo. “Il mio cliente subisce una condanna severa ma che gli consente di pensare di non dover tornare in un carcere: questo era il nostro obiettivo primario rispetto a un disastro che avrebbe potuto avere delle conseguenze gravissime anche su di lui” commenta l’avvocato Andrea Da Prato, difensore di Perocchio. “Sentenza giusta? La verità storica è un’altra cosa, ci vorrebbe un dibattimento ma non era il caso di affrontarlo“, ha concluso.

    La lettera dell’imputato
    “Sono profondamente addolorato per tutto il dolore, per le tante, troppe sofferenze causate dal mio comportamento, le cui conseguenze sono andate ben al di là di quanto potessi immaginare nei giorni che hanno preceduto la tragedia. Da quando è accaduto il fatto, non so darmi pace” si legge nella lettera che Tadini ha scritto per accompagnare la richiesta di patteggiamento. “So bene – afferma – che per quanto io possa essere pentito, il mio dolore, la contrizione del mio cuore non potrà alleviare la sofferenza dei famigliari delle vittime. Più che la condanna, temo il loro mancato perdono. Possa Dio darmi l’occasione di espirare il male compiuto dando loro al contempo tutto ciò che la loro vita necessita per tornare a fiorire”.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/18/strage-mottarone-patteggiamento-imputati-notizie/8130804/
    QUESTO MI SEMBRA VERAMENTE SCANDALOSO!!! Solo tre patteggiamenti: così si chiude il processo per la strage del Mottarone. La madre di una vittima: “Questo è il valore che danno alla vita delle persone” di F. Q. Il gup di Verbania ha accolto le istanze a 3 anni e 10 mesi avanzata da Luigi Nerini, il titolare della Ferrovia del Mottarone, e a 4 anni e 11 mesi e 4 anni e 5 mesi proposte da Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, rispettivamente direttore d’esercizio e capo servizio dell’impianto. Nessuno dei tre va in carcere. Si è chiuso il capitolo giudiziario nell’ambito del procedimento sulla strage della funivia Stresa-Mottarone. Il giudice per l’udienza preliminare ha accolto tre patteggiamenti e pronunciato sentenza di non luogo a procedere per altri due imputati che sono stati prosciolti. 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La prima cittadina ha poi ribadito il concetto: “Il solco era già stato tracciato l’udienza precedente, dove si era capito benissimo, quando sono stati rivisti i capi d’imputazione dove si voleva andare. Sono molto, molto amareggiata. Forse, avendo vissuto la tragedia in prima persona, l’ho un pò cucita sulla pelle, speravo veramente ci fosse giustizia. In questo momento devo riflettere ma sono molto perplessa”. “La società Leitner non può che esprimere il proprio apprezzamento per la sentenza di non luogo a procedere – si legge in una nota – in relazione alla posizione del proprio vicepresidente Martin Leitner e del dirigente Peter Rabanser. Una decisione che si pone in linea di totale continuità con le già avvenute archiviazioni della posizione del proprio presidente Anton Seeber e della stessa Società per gli addebiti 231/01. Sin dall’inizio del procedimento la società Leitner ha costantemente ribadito la propria condotta improntata a diligenza, coscienza e responsabilità, nell’esecuzione del contratto di manutenzione vigente con la società Ferrovie del Mottarone”. Il procuratore e il rischio prescrizione “Questo risultato non è il migliore, ma è una soluzione complessivamente adeguata. Siamo consapevoli della profondità del dolore dei familiari delle vittime, ma il processo penale non può mirare a restituire nulla e neppure ad attenuare il dolore. Non devono pensare all’entità della pena, ma che questo patteggiamento rappresenta un accertamento dei fatti e delle responsabilità. Questo anche la persona offesa può prenderlo in considerazione per provare a girare pagina nel limite di quanto umanamente possibile” ha detto ai giornalisti il procuratore di Verbania, Alessandro Pepè. “Questa non è la soluzione migliore, non è quella a cui il procuratore pensava nel corso delle indagini, ma è la soluzione che si basa su un dato di fatto: i tempi di indagini e dell’udienza preliminari sono stati particolarmente lunghi, ci siamo trovati a iniziare la seconda udienza preliminare dopo oltre quattro anni dai fatti e dobbiamo prendere atto di questa situazione. Riteniamo – ha concluso – che questo tipo di atteggiamento, che certamente non applica pene particolarmente severe, possa essere preferibile rispetto all’inizio di un percorso dibattimentale che sarebbe stato molto lungo e anche dall’esito incerto visto il tempo già decorso e considerato che si trattava solo più di reati colposi. I tempi della prescrizione li conosciamo e non sono particolarmente lunghi”. Le difese “Tadini è sempre stato trasparente e presente, ha scritto una lettera breve e toccante. Secondo me abbiamo chiuso nella maniera tecnicamente giusta. Chiaramente qualcuno sarà insoddisfatto, ma io credo che sia la scelta corretta e definitiva. Alla luce di tutto quello che è accaduto, per quanto mi riguarda sono molto soddisfatto, credo di aver fatto un buon lavoro” dice l’avvocato Marcello Perillo. “Il mio cliente subisce una condanna severa ma che gli consente di pensare di non dover tornare in un carcere: questo era il nostro obiettivo primario rispetto a un disastro che avrebbe potuto avere delle conseguenze gravissime anche su di lui” commenta l’avvocato Andrea Da Prato, difensore di Perocchio. “Sentenza giusta? La verità storica è un’altra cosa, ci vorrebbe un dibattimento ma non era il caso di affrontarlo“, ha concluso. La lettera dell’imputato “Sono profondamente addolorato per tutto il dolore, per le tante, troppe sofferenze causate dal mio comportamento, le cui conseguenze sono andate ben al di là di quanto potessi immaginare nei giorni che hanno preceduto la tragedia. Da quando è accaduto il fatto, non so darmi pace” si legge nella lettera che Tadini ha scritto per accompagnare la richiesta di patteggiamento. “So bene – afferma – che per quanto io possa essere pentito, il mio dolore, la contrizione del mio cuore non potrà alleviare la sofferenza dei famigliari delle vittime. Più che la condanna, temo il loro mancato perdono. Possa Dio darmi l’occasione di espirare il male compiuto dando loro al contempo tutto ciò che la loro vita necessita per tornare a fiorire”. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/18/strage-mottarone-patteggiamento-imputati-notizie/8130804/
    WWW.ILFATTOQUOTIDIANO.IT
    Strage del Mottarone, tre imputati chiedono di patteggiare
    Per la strage della funivia Stresa-Mottarone del 23 maggio 2021 tre imputati hanno chiesto di patteggiare con pene fino a 4 anni e 5 mesi
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  • IL CREPUSCOLO DI SAN SIRO
    (Ma di che c… stiamo parlando??! )

    Tutto è cominciato a metà della scorsa consiliatura al Comune di Milano e, da allora, non abbiamo visto altro che un indecente saliscendi: cambi di fronte, revisioni, documenti tenuti sotto chiave e accordi sotterranei che oggi si materializzano in una Delibera di Giunta che sa tanto di “cronaca di una merda annunciata”.

    Non mi illudevo certo che sarebbe stata una passeggiata. Ma persino un inguaribile idealista finisce per perdere la pazienza di fronte a scorrettezze così plateali, ormai esibite alla luce del sole senza più nemmeno la pudica ipocrisia degli anni ’80.

    Sorvoliamo sul lungo calvario di San Siro negli anni: ciò che lascia attoniti oggi è la farsa finale di una delibera che contiene delle perle indimenticabili:

    1️⃣ Prezzo di vendita di stadio + aree limitrofe: 197 milioni di euro, di cui 73 subito e il resto a rate. E ovviamente, “sconto” del Comune per tunnel Patroclo e bonifiche.

    2️⃣ Il Comune ci mette pure del suo: 22 milioni di soldi pubblici per coprire parte dei costi. Una bella “mano tesa” ai club, no?

    3️⃣ Dulcis in fundo: lo “scudo penale” chiesto da Inter e Milan, inserito all’ultimo. Tradotto: se ci fossero indagini o procedimenti che bloccano i lavori o ne mettono a rischio la “bancabilità”… i club possono tirarsi indietro. E a quel punto vien quasi da fare il tifo per la Corte dei Conti!

    Ma la vergogna più grande è un’altra: questa Delibera n.1323 NON È EMENDABILE.
    O con noi o contro di noi. Prendere o lasciare. Alla faccia del confronto democratico (curioso per chi si chiama Partito Democratico). Mai vista una roba del genere.
    San Siro, oggi, va ben oltre la questione edilizia o ambientale. È il simbolo di un atto di supremazia del potere, che calpesta la storia, la memoria collettiva e il benessere dei cittadini, per fare un regalo a due società calcistiche (anzi, a due fondi) di cui non sappiamo nemmeno chi siano i veri padroni.
    E intanto ci dicono che non si può discutere, che non si può modificare nulla perché “si comprometterebbe l’equilibrio delle relazioni”.
    Ma di che c… stiamo parlando???
    Il silenzio sul vincolo storico dello stadio grida vendetta. Perché non si attiva subito una causa su questo fronte?

    Il 25 settembre tireremo le somme. Ma oggi più che mai serve ricordare a noi stessi che la vera forza sta nel mantenere un fronte cittadino unito, oltre i personalismi e le differenze. Non servono lotte armate né violenze – ce n’è già abbastanza nel mondo. Ma quando il cittadino milanese inizierà a sentirsi davvero preso per il culo?
    Io resto un idealista, lo so. E rivendico quella stagione politica in cui eravamo chiamati “quelli del NO”. Non un no cieco, ma un no ragionato, basato su studi e buonsenso, che puntava al bene collettivo.
    E allora sì, mi viene da mettere in guardia anche gli ex compagni di viaggio: attenti a un campo largo che rischia di diventare il banchetto di volpi e affaristi.

    Un vero campo allargato dobbiamo entrare nell’ottica di costruirlo noi cittadini, addetti ai lavori, teorici e pensatori. Tutti insieme sotto lo stesso fronte.
    Perché forse non ci è chiaro che il piano di scontro non è più orizzontale, fra contradaioli o parrocchiani, ma verticale: fra chi subisce e chi comanda, forte soltanto di un’arma chiamata “dinero” .
    Inutile girarci intorno.

    #SanSiro #Milano #NoAllaSpeculazione #BastaRegaliAiPoteriForti #CittadiniUniti #resistenzacivile
    🏟️ IL CREPUSCOLO DI SAN SIRO (Ma di che c… stiamo parlando??! 🤬) Tutto è cominciato a metà della scorsa consiliatura al Comune di Milano e, da allora, non abbiamo visto altro che un indecente saliscendi: cambi di fronte, revisioni, documenti tenuti sotto chiave e accordi sotterranei che oggi si materializzano in una Delibera di Giunta che sa tanto di “cronaca di una merda annunciata”. Non mi illudevo certo che sarebbe stata una passeggiata. Ma persino un inguaribile idealista finisce per perdere la pazienza di fronte a scorrettezze così plateali, ormai esibite alla luce del sole senza più nemmeno la pudica ipocrisia degli anni ’80. Sorvoliamo sul lungo calvario di San Siro negli anni: ciò che lascia attoniti oggi è la farsa finale di una delibera che contiene delle perle indimenticabili: 1️⃣ Prezzo di vendita di stadio + aree limitrofe: 197 milioni di euro, di cui 73 subito e il resto a rate. E ovviamente, “sconto” del Comune per tunnel Patroclo e bonifiche. 2️⃣ Il Comune ci mette pure del suo: 22 milioni di soldi pubblici per coprire parte dei costi. Una bella “mano tesa” ai club, no? 3️⃣ Dulcis in fundo: lo “scudo penale” chiesto da Inter e Milan, inserito all’ultimo. Tradotto: se ci fossero indagini o procedimenti che bloccano i lavori o ne mettono a rischio la “bancabilità”… i club possono tirarsi indietro. E a quel punto vien quasi da fare il tifo per la Corte dei Conti! ⚖️ 👉 Ma la vergogna più grande è un’altra: questa Delibera n.1323 NON È EMENDABILE. O con noi o contro di noi. Prendere o lasciare. Alla faccia del confronto democratico (curioso per chi si chiama Partito Democratico). Mai vista una roba del genere. San Siro, oggi, va ben oltre la questione edilizia o ambientale. È il simbolo di un atto di supremazia del potere, che calpesta la storia, la memoria collettiva e il benessere dei cittadini, per fare un regalo a due società calcistiche (anzi, a due fondi) di cui non sappiamo nemmeno chi siano i veri padroni. E intanto ci dicono che non si può discutere, che non si può modificare nulla perché “si comprometterebbe l’equilibrio delle relazioni”. Ma di che c… stiamo parlando??? 😡 Il silenzio sul vincolo storico dello stadio grida vendetta. Perché non si attiva subito una causa su questo fronte? 📅 Il 25 settembre tireremo le somme. Ma oggi più che mai serve ricordare a noi stessi che la vera forza sta nel mantenere un fronte cittadino unito, oltre i personalismi e le differenze. Non servono lotte armate né violenze – ce n’è già abbastanza nel mondo. Ma quando il cittadino milanese inizierà a sentirsi davvero preso per il culo? Io resto un idealista, lo so. E rivendico quella stagione politica in cui eravamo chiamati “quelli del NO”. Non un no cieco, ma un no ragionato, basato su studi e buonsenso, che puntava al bene collettivo. E allora sì, mi viene da mettere in guardia anche gli ex compagni di viaggio: attenti a un campo largo che rischia di diventare il banchetto di volpi e affaristi. 🔥 Un vero campo allargato dobbiamo entrare nell’ottica di costruirlo noi cittadini, addetti ai lavori, teorici e pensatori. Tutti insieme sotto lo stesso fronte. Perché forse non ci è chiaro che il piano di scontro non è più orizzontale, fra contradaioli o parrocchiani, ma verticale: fra chi subisce e chi comanda, forte soltanto di un’arma chiamata “dinero” 💰. Inutile girarci intorno. #SanSiro #Milano #NoAllaSpeculazione #BastaRegaliAiPoteriForti #CittadiniUniti #resistenzacivile
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  • Questa seminatrice d'odio, candidata alle regionali in Toscana vuole: “smantellare la bianchezza”.
    BASTA SEMINARE ODIO!

    La candidata nera della sinistra invita ad occupare le case degli italiani...
    Bundu, la Nera della Sinistra, Incita all’Occupazione delle Case Italiane: L’Invasione Ora Ha Voce in Capitolo! basta con questa sinistra che ci ruba la terra e la sicurezza, espulsioni immediate e confini blindati, o l’Italia diventerà degli occupanti!

    Ecco i presupposti ideologici dell’odio verso i bianchi che vengono coltivati e propagandati in certi ambienti.

    Pensate al clamore mediatico che un’affermazione del genere avrebbe suscitato a parti inverse.

    Sarebbe sceso in campo perfino il Quirinale, ci avrebbero aperto i telegiornali.

    - Sandro Greco

    👇🏻👇🏻👇🏻
    Source: https://x.com/itsmeback_/status/1967957855618671062?t=XyO50cN-Gr5oni26RhTvHg&s=19
    Questa seminatrice d'odio, candidata alle regionali in Toscana vuole: “smantellare la bianchezza”. BASTA SEMINARE ODIO! 🔴 La candidata nera della sinistra invita ad occupare le case degli italiani... 🔴 Bundu, la Nera della Sinistra, Incita all’Occupazione delle Case Italiane: L’Invasione Ora Ha Voce in Capitolo! basta con questa sinistra che ci ruba la terra e la sicurezza, espulsioni immediate e confini blindati, o l’Italia diventerà degli occupanti! Ecco i presupposti ideologici dell’odio verso i bianchi che vengono coltivati e propagandati in certi ambienti. Pensate al clamore mediatico che un’affermazione del genere avrebbe suscitato a parti inverse. Sarebbe sceso in campo perfino il Quirinale, ci avrebbero aperto i telegiornali. - Sandro Greco 👇🏻👇🏻👇🏻 Source: https://x.com/itsmeback_/status/1967957855618671062?t=XyO50cN-Gr5oni26RhTvHg&s=19
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