• E ORA ANCHE LA SIRIA. SI RISCHIA UNA TERZA GUERRA MONDIALE!
    Israele bombarda Damasco: nel mirino la sede dell'esercito siriano
    Il ministro Katz: "I colpi più pesanti sono partiti". Netanyahu esorta i drusi israeliani a non attraversare il confine...

    Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz aveva avvertito: se le forze del regime non si fossero ritirate da Sweida, una città drusa nel sud, sarebbero arrivate le bombe. E così è stato: è stato colpito il ministero della Difesa siriano, il quartier generale dell’esercito e il perimetro del ‘Palazzo del Popolo’, come viene chiamato il palazzo presidenziale, riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Un’azione che lo stesso Katz ha comunicato via social, pubblicando un video della televisione siriana che mostra un conduttore sorpreso da un attacco israeliano sullo sfondo nel centro di Damasco, mentre la tv di Stato ha riferito di raid vicino al quartier generale del ministero della Difesa. “I colpi più pesanti sono partiti”, ha scritto, mentre Benjamin Netanyahu ha poi esortato i drusi israeliani a non attraversare il confine con la Siria ed ha descritto la situazione a Sweida come “molto grave”. Israele, ha dichiarato Netanyahu in una nota ai media, sta operando “contro le bande del regime” in Siria e “sta lavorando per salvare i nostri fratelli drusi”. Si tratta di una comunità legata a livello confessionale e familiare alla comunità drusa in Israele e a quella in Libano. E il premier israeliano ha inoltre chiesto ai drusi israeliani di non attraversare il confine: “Potreste essere uccisi, potreste essere rapiti e state danneggiando gli sforzi delle Idf”, ha aggiunto. Il quotidiano Haaretz ha riferito di decine di loro che stanno cercando di raggiungere la Siria attraverso la città settentrionale di Majdal Shams, nelle alture del Golan. In Israele, si teme che il regime voglia privare i drusi delle loro armi. Il leader spirituale della comunità in Israele, Sheikh Muwaffaq Tarif, ha convocato una protesta proprio nel Golan, spiegando di essersi appellato a Netanyahu e al suo ministro Katz per una azione contro il regime siriano. Un’escalation di tensioni che preoccupa Europa e Stati Uniti. “Esortiamo tutti gli attori esterni a rispettare pienamente la sovranità e l’integrità territoriale della Siria”, ha detto un portavoce del Servizio per l’Azione esterna dell’Ue in una nota, aggiungendo che “l’Ue è allarmata dai continui scontri a Sweida, che hanno causato numerose vittime, e condanna fermamente le violenze contro i civili segnalate – aggiunge -. Esortiamo tutte le parti ad attuare immediatamente l’accordo di cessate il fuoco raggiunto ieri, a proteggere i civili senza distinzioni e a porre fine ai discorsi d’odio e settari”. Poi sottolinea che “le autorità di transizione hanno la responsabilità di allentare la tensione e ripristinare la calma, di garantire la responsabilità per tutti i crimini e di portare avanti una transizione inclusiva. L’Ue è pronta a fornire assistenza”. Anche da Washington l’inviato speciale degli Stati Uniti per la Siria, Tom Barrack, condanna le violenze contro i civili e chiede che “tutte le parti facciano un passo indietro e si impegnino per un dialogo significativo che porti ad un cessate il fuoco duraturo”. A condannare gli attacchi israeliani interviene anche Ankara, che bolla i raid come “un tentativo di sabotare gli sforzi della Siria per stabilire pace, stabilità e sicurezza”.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/16/israele-attacca-damasco-raid-ministero-difesa-news/8063495/
    E ORA ANCHE LA SIRIA. SI RISCHIA UNA TERZA GUERRA MONDIALE! Israele bombarda Damasco: nel mirino la sede dell'esercito siriano Il ministro Katz: "I colpi più pesanti sono partiti". Netanyahu esorta i drusi israeliani a non attraversare il confine... Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz aveva avvertito: se le forze del regime non si fossero ritirate da Sweida, una città drusa nel sud, sarebbero arrivate le bombe. E così è stato: è stato colpito il ministero della Difesa siriano, il quartier generale dell’esercito e il perimetro del ‘Palazzo del Popolo’, come viene chiamato il palazzo presidenziale, riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Un’azione che lo stesso Katz ha comunicato via social, pubblicando un video della televisione siriana che mostra un conduttore sorpreso da un attacco israeliano sullo sfondo nel centro di Damasco, mentre la tv di Stato ha riferito di raid vicino al quartier generale del ministero della Difesa. “I colpi più pesanti sono partiti”, ha scritto, mentre Benjamin Netanyahu ha poi esortato i drusi israeliani a non attraversare il confine con la Siria ed ha descritto la situazione a Sweida come “molto grave”. Israele, ha dichiarato Netanyahu in una nota ai media, sta operando “contro le bande del regime” in Siria e “sta lavorando per salvare i nostri fratelli drusi”. Si tratta di una comunità legata a livello confessionale e familiare alla comunità drusa in Israele e a quella in Libano. E il premier israeliano ha inoltre chiesto ai drusi israeliani di non attraversare il confine: “Potreste essere uccisi, potreste essere rapiti e state danneggiando gli sforzi delle Idf”, ha aggiunto. Il quotidiano Haaretz ha riferito di decine di loro che stanno cercando di raggiungere la Siria attraverso la città settentrionale di Majdal Shams, nelle alture del Golan. In Israele, si teme che il regime voglia privare i drusi delle loro armi. Il leader spirituale della comunità in Israele, Sheikh Muwaffaq Tarif, ha convocato una protesta proprio nel Golan, spiegando di essersi appellato a Netanyahu e al suo ministro Katz per una azione contro il regime siriano. Un’escalation di tensioni che preoccupa Europa e Stati Uniti. “Esortiamo tutti gli attori esterni a rispettare pienamente la sovranità e l’integrità territoriale della Siria”, ha detto un portavoce del Servizio per l’Azione esterna dell’Ue in una nota, aggiungendo che “l’Ue è allarmata dai continui scontri a Sweida, che hanno causato numerose vittime, e condanna fermamente le violenze contro i civili segnalate – aggiunge -. Esortiamo tutte le parti ad attuare immediatamente l’accordo di cessate il fuoco raggiunto ieri, a proteggere i civili senza distinzioni e a porre fine ai discorsi d’odio e settari”. Poi sottolinea che “le autorità di transizione hanno la responsabilità di allentare la tensione e ripristinare la calma, di garantire la responsabilità per tutti i crimini e di portare avanti una transizione inclusiva. L’Ue è pronta a fornire assistenza”. Anche da Washington l’inviato speciale degli Stati Uniti per la Siria, Tom Barrack, condanna le violenze contro i civili e chiede che “tutte le parti facciano un passo indietro e si impegnino per un dialogo significativo che porti ad un cessate il fuoco duraturo”. A condannare gli attacchi israeliani interviene anche Ankara, che bolla i raid come “un tentativo di sabotare gli sforzi della Siria per stabilire pace, stabilità e sicurezza”. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/16/israele-attacca-damasco-raid-ministero-difesa-news/8063495/
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    Il ministro Katz: "I colpi più pesanti sono partiti". Netanyahu esorta i drusi israeliani a non attraversare il confine
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  • Nel corso della notte, è arrivata la reazione iraniana.
    Diverse ondate di missili balistici hanno colpito Tel Aviv, Gerusalemme e altre città della Palestina occupata. Ci sono stati ingenti danni materiali. Sono state colpite anche strutture governative e militari.
    Il regime s1onist4 invasato ha, invece, continuato a bombardare Teheran e varie città iraniane.
    Il boia Nethanyau ha lanciato un appello alla popolazione iraniana, invocando il "cambio di regime". Questo è stato accolto dai partiti monarchici, nostalgici dello Shah, e da qualche formazione curda.
    Temo che da oggi, per tentare il suddetto "colpaccio", Israele intensificherà gli attacchi contro l'economia iraniana, colpendo soprattutto i settori del petrolio e del gas.
    A livello "diplomatico" tutto è immutato.
    Trump, per chi si faceva illusioni, ha scoperto definitivamente le carte e ora è nella cabina di regia dell'aggressione israeliana.
    Gli accordi di pace che aveva proposto all'Iran si sono rivelati una trappola e hanno permesso a Israele di pianificare al meglio l'aggressione.
    I paesi UE sono accodati e allineati. I paesi arabi cosiddetti "moderati" fanno a gara a chi è più prono, offrendosi come supporto alla difesa aerea israeliana.
    Russia e Cina ovviamente condannano. Ma va detto che sono i grandi attori NON protagonisti di questa storia.
    La Cina per scelta, concentrandosi nelle contromisure agli attacchi economici di Trump e nella sua prospettiva maoista-confuciana dei "cent'anni". Ma, prima o poi, gli Usa busseranno alla porta nel suo cortile di casa e Pechino non potrà aspettare e rinviare per sempre.
    La Russia, invece, è impantanata in 3 anni e mezzo di guerra in Ucraina e, dopo la disfatta siriana, non ha più un ruolo attivo in Medio Oriente. Vorrebbe tenersi tutti amici: Nethanyau, Erdogan, l'Iran, i sauditi. Firma accordi di cooperazione militare con Teheran, senza effetti concreti, ma al contempo non se la vuole "spasciare" con Israele, dove vivono milioni di coloni russofoni. Vuole dimostrare di aver ancora un po' di voce, ma sostanzialmente non conta nulla, quantomeno su questo scacchiere.
    Diciamo che il "nuovo mondo multipolare" viene teorizzato, inneggiato, di tanto in tanto si compie qualche passo in quella direzione, ma è ancora ben lungi dal realizzarsi.
    Anzi, si vedono tutti i segnali di una ripresa di vigore dell'imperialismo Usa e delle sue mire espansionistiche. In Medio Oriente, appaltando il tutto a Israele. In America, minacciando di occupare Groenlandia e Panama e stringendo il cerchio verso i governi socialisti latinoamericani. In Europa e in Ucraina, dove Trump ha teso a Putin la stessa trappola predisposta per gli iraniani: parla di pace, ma in realtà sostiene il riarmo di Kiev e si prepara a far perdurare la guerra, tenendo a bada la Russia mentre prova a spianare l'Iran e a testare le prime linee difensive, per ora economiche, cinesi.

    Da Omar Minniti PrBs
    Nel corso della notte, è arrivata la reazione iraniana. Diverse ondate di missili balistici hanno colpito Tel Aviv, Gerusalemme e altre città della Palestina occupata. Ci sono stati ingenti danni materiali. Sono state colpite anche strutture governative e militari. Il regime s1onist4 invasato ha, invece, continuato a bombardare Teheran e varie città iraniane. Il boia Nethanyau ha lanciato un appello alla popolazione iraniana, invocando il "cambio di regime". Questo è stato accolto dai partiti monarchici, nostalgici dello Shah, e da qualche formazione curda. Temo che da oggi, per tentare il suddetto "colpaccio", Israele intensificherà gli attacchi contro l'economia iraniana, colpendo soprattutto i settori del petrolio e del gas. A livello "diplomatico" tutto è immutato. Trump, per chi si faceva illusioni, ha scoperto definitivamente le carte e ora è nella cabina di regia dell'aggressione israeliana. Gli accordi di pace che aveva proposto all'Iran si sono rivelati una trappola e hanno permesso a Israele di pianificare al meglio l'aggressione. I paesi UE sono accodati e allineati. I paesi arabi cosiddetti "moderati" fanno a gara a chi è più prono, offrendosi come supporto alla difesa aerea israeliana. Russia e Cina ovviamente condannano. Ma va detto che sono i grandi attori NON protagonisti di questa storia. La Cina per scelta, concentrandosi nelle contromisure agli attacchi economici di Trump e nella sua prospettiva maoista-confuciana dei "cent'anni". Ma, prima o poi, gli Usa busseranno alla porta nel suo cortile di casa e Pechino non potrà aspettare e rinviare per sempre. La Russia, invece, è impantanata in 3 anni e mezzo di guerra in Ucraina e, dopo la disfatta siriana, non ha più un ruolo attivo in Medio Oriente. Vorrebbe tenersi tutti amici: Nethanyau, Erdogan, l'Iran, i sauditi. Firma accordi di cooperazione militare con Teheran, senza effetti concreti, ma al contempo non se la vuole "spasciare" con Israele, dove vivono milioni di coloni russofoni. Vuole dimostrare di aver ancora un po' di voce, ma sostanzialmente non conta nulla, quantomeno su questo scacchiere. Diciamo che il "nuovo mondo multipolare" viene teorizzato, inneggiato, di tanto in tanto si compie qualche passo in quella direzione, ma è ancora ben lungi dal realizzarsi. Anzi, si vedono tutti i segnali di una ripresa di vigore dell'imperialismo Usa e delle sue mire espansionistiche. In Medio Oriente, appaltando il tutto a Israele. In America, minacciando di occupare Groenlandia e Panama e stringendo il cerchio verso i governi socialisti latinoamericani. In Europa e in Ucraina, dove Trump ha teso a Putin la stessa trappola predisposta per gli iraniani: parla di pace, ma in realtà sostiene il riarmo di Kiev e si prepara a far perdurare la guerra, tenendo a bada la Russia mentre prova a spianare l'Iran e a testare le prime linee difensive, per ora economiche, cinesi. Da Omar Minniti PrBs
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  • RANCORI & RINCARI

    Una resa emotiva in tempi di resa politica.

    Sempre più convinto, sempre meno sorpreso.
    Sì, riusciamo ancora a commuoverci per tragedie lontane, a farci attraversare dal dolore altrui, a firmare petizioni per popoli che non vedremo mai. E questo è un bene.
    Ma poi?
    Poi ci guardiamo intorno e sembriamo incapaci di tollerare perfino lo sguardo del vicino.
    Viviamo compressi tra invidie, rancori cronici e rincari morali che ci fanno sentire in perenne competizione.
    Ma per cosa?
    Per un misero "hai ragione tu" sussurrato tra un tiro di sigaretta e un silenzio più vuoto del precedente?

    Siamo un Paese in cui il fuoco interiore brucia più di qualsiasi bomba all’estero.
    Si sogna il cessate il fuoco in Medio Oriente, in Ucraina, ovunque — ma mai ci si interroga su come spegnere il fuoco dentro di noi.
    E no, non siamo programmati per la pace. O almeno, non questa generazione. Non questa società.

    E intanto, l’ennesima occasione per dire qualcosa, per scegliere, per agire — sprecata.

    ⚫️Cinque quesiti referendari. Cinque fallimenti.
    Non per colpa del merito, ma dell’indifferenza.
    Nessun dibattito. Nessuna visione. Solo il solito teatrino tra centrodestra e centrosinistra, a spalleggiarsi nelle ombre dell’irrilevanza.

    Il costo della democrazia? Altissimo.
    Il risultato? Nullo.
    E nel nulla è finita anche l’ultima speranza che avevamo di contare davvero qualcosa.

    Quindi sì, col senno di poi, forse è stato meglio che il Rosatellum non sia nemmeno arrivato a consultazione.
    Risparmiata l’illusione. Risparmiata la farsa.

    Non ha perso solo la politica.
    Ha perso il popolo italiano.
    Un popolo ormai ridotto alla comfort zone della lamentela, incollato a uno schermo, a un tweet, a un "tanto non serve a nulla".

    Ha perso chi pensa che partecipare significhi solo condividere un post indignato.

    Ha perso chi ha barattato l’impegno con l’apatia, la speranza con l’ironia stanca.
    I referendum? Solo l’ennesima scaramuccia tra partiti che non parlano più al Paese.
    E no, questa non è l’ennesima lamentela.
    È un dato di fatto.
    E allora vi chiedo una cosa. Una soltanto:
    Davvero, oggi, ha ancora senso provare a combattere in politica?
    Aspetto una risposta. Ma vera, non da bar.
    Non da social.
    Una risposta da cittadini.

    #RancoriERincari #Italia2025 #PoliticaItaliana #ReferendumFalliti #ApatiaCivica #FuocoInteriore #CrisiCulturale #Disillusione #DemocraziaSprecata #RiflessionePolitica #ResponsabilitàCollettiva #CambiareNoiStessi #partecipanonlamentarti
    🇮🇹 RANCORI & RINCARI 🔥 Una resa emotiva in tempi di resa politica. Sempre più convinto, sempre meno sorpreso. Sì, riusciamo ancora a commuoverci per tragedie lontane, a farci attraversare dal dolore altrui, a firmare petizioni per popoli che non vedremo mai. E questo è un bene. Ma poi? Poi ci guardiamo intorno e sembriamo incapaci di tollerare perfino lo sguardo del vicino. Viviamo compressi tra invidie, rancori cronici e rincari morali che ci fanno sentire in perenne competizione. Ma per cosa? Per un misero "hai ragione tu" sussurrato tra un tiro di sigaretta e un silenzio più vuoto del precedente? 🔥 Siamo un Paese in cui il fuoco interiore brucia più di qualsiasi bomba all’estero. Si sogna il cessate il fuoco in Medio Oriente, in Ucraina, ovunque — ma mai ci si interroga su come spegnere il fuoco dentro di noi. E no, non siamo programmati per la pace. O almeno, non questa generazione. Non questa società. E intanto, l’ennesima occasione per dire qualcosa, per scegliere, per agire — sprecata. ⚫️Cinque quesiti referendari. Cinque fallimenti. Non per colpa del merito, ma dell’indifferenza. Nessun dibattito. Nessuna visione. Solo il solito teatrino tra centrodestra e centrosinistra, a spalleggiarsi nelle ombre dell’irrilevanza. Il costo della democrazia? Altissimo. Il risultato? Nullo. E nel nulla è finita anche l’ultima speranza che avevamo di contare davvero qualcosa. Quindi sì, col senno di poi, forse è stato meglio che il Rosatellum non sia nemmeno arrivato a consultazione. Risparmiata l’illusione. Risparmiata la farsa. Non ha perso solo la politica. Ha perso il popolo italiano. Un popolo ormai ridotto alla comfort zone della lamentela, incollato a uno schermo, a un tweet, a un "tanto non serve a nulla". Ha perso chi pensa che partecipare significhi solo condividere un post indignato. Ha perso chi ha barattato l’impegno con l’apatia, la speranza con l’ironia stanca. I referendum? Solo l’ennesima scaramuccia tra partiti che non parlano più al Paese. E no, questa non è l’ennesima lamentela. È un dato di fatto. E allora vi chiedo una cosa. Una soltanto: Davvero, oggi, ha ancora senso provare a combattere in politica? Aspetto una risposta. Ma vera, non da bar. Non da social. Una risposta da cittadini. #RancoriERincari #Italia2025 #PoliticaItaliana #ReferendumFalliti #ApatiaCivica #FuocoInteriore #CrisiCulturale #Disillusione #DemocraziaSprecata #RiflessionePolitica #ResponsabilitàCollettiva #CambiareNoiStessi #partecipanonlamentarti
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  • Ma va? Non ce n'eravamo accorti? SI VUOLE ASSASSINARE la DEMOCRAZIA o quel POCO che NE RIMANE!

    Nel mondo la libertà di stampa è al "minimo storico", l'Italia scende al 49esimo posto. Il report di Rsf - Il Fatto Quotidiano
    Siamo il Paese peggiore dell’Europa occidentale, scesi di ben tre posti (dal 46esimo al 49esimo) nella classifica generale. Passano gli anni e i numeri di Reporters sans frontières che riguardano la libertà di stampa per l’Italia, ma non solo, sono sempre più impietosi. Proprio alla vigilia della Giornata internazionale per la libertà di stampa, l’organizzazione …

    Siamo il Paese peggiore dell’Europa occidentale, scesi di ben tre posti (dal 46esimo al 49esimo) nella classifica generale. Passano gli anni e i numeri di Reporters sans frontières che riguardano la libertà di stampa per l’Italia, ma non solo, sono sempre più impietosi. Proprio alla vigilia della Giornata internazionale per la libertà di stampa, l’organizzazione no profit anticipa i risultati del suo report annuale (basato su cinque categorie: politica, diritti, economia, socio-cultura e sicurezza) e, a proposito del nostro Paese, scrive: “La libertà di stampa in Italia continua a essere minacciata dalle organizzazioni mafiose, in particolare nel sud del Paese, nonché da vari gruppi estremisti che commettono atti di violenza. I giornalisti lamentano anche il tentativo della classe politica di ostacolare la libera informazione in materia giudiziaria attraverso una ‘legge bavaglio‘ – quella che impedisce la pubblicazione delle intercettazioni, ndr – che si aggiunge alla prassi di azioni legali intentate per intimidire, imbavagliare o punire coloro che cercano di partecipare e di esprimersi su questioni di interesse pubblico”.

    Non è, però, che al resto del mondo vada molto meglio. “La situazione della libertà di stampa globale nel 2025 è ai minimi storici – spiega l’organizzazione nella sua analisi –. Più di metà della popolazione mondiale vive in Paesi con una situazione molto grave”. In fondo alla classifica ci sono Cina, Corea del Nord ed Eritrea, che si collocano rispettivamente alla 178ma, 179ma e 180ma posizione. Male anche gli Stati Uniti, e già nei mesi prima del ritorno del tycoon: passano dal 55mo al 57mo posto con “il primo significativo e prolungato declino della libertà di stampa nella storia moderna, mentre il ritorno di Donald Trump alla presidenza sta aggravando notevolmente la situazione”.

    L’Europa rimane ancora il posto del mondo in cui i giornalisti possono fare informazione con maggiore libertà: nel nostro continente troviamo sette Paesi (sui 180) in cui la situazione è “buona”.

    A guidare la classifica mondiale c’è infatti la Norvegia, primato che si rinnova, seguita da Estonia e Paesi Bassi. Il Regno Unito si piazza ventesimo, surclassato – ed è la sorpresa – da Trinidad e Tobago, la Francia segue Taiwan al 25esimo posto. Ci sono poi delle retrocessioni ancora più eclatanti: la Germania, lo scorso anno al decimo posto, è finita undicesima a causa del “clima di lavoro sempre più ostile per i professionisti dei media in Germania, in particolare a causa degli attacchi dell’estrema destra”. Nel 2024, scrive Rsf, i giornalisti tedeschi che hanno avuto a che fare con ambienti di estrema destra e partiti come Alternativa per la Germania sono stati nuovamente a rischio, denunciando minacce, insulti e timore di violenza fisica. Anche in termini editoriali, la Germania è stata criticata, con il rapporto che indica “numerosi casi documentati in cui i professionisti dei media hanno segnalato ostacoli sproporzionatamente elevati nel riportare informazioni sul conflitto in Medio Oriente”.

    In generale, per la libertà di stampa in tutto il mondo non è un buon momento: “Oltre a una situazione di sicurezza fragile e al crescente autoritarismo, la pressione economica in particolare sta causando problemi ai media di tutto il mondo”, ha affermato Reporters Sans Frontieres. Come sottolinea la direttrice generale Anja Osterhaus, “il giornalismo indipendente è una spina nel fianco degli autocrati”, ma “se i media sono finanziariamente in difficoltà, chi smaschererà disinformazione, disinformazione e propaganda? Oltre alla nostra lotta quotidiana per la sicurezza dei giornalisti, ci impegniamo quindi anche a rafforzare le basi economiche del giornalismo”.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/02/nel-mondo-la-liberta-di-stampa-e-al-minimo-storico-litalia-scende-al-49esimo-posto-il-report-di-rsf/7972129/
    Ma va? Non ce n'eravamo accorti? SI VUOLE ASSASSINARE la DEMOCRAZIA o quel POCO che NE RIMANE! Nel mondo la libertà di stampa è al "minimo storico", l'Italia scende al 49esimo posto. Il report di Rsf - Il Fatto Quotidiano Siamo il Paese peggiore dell’Europa occidentale, scesi di ben tre posti (dal 46esimo al 49esimo) nella classifica generale. Passano gli anni e i numeri di Reporters sans frontières che riguardano la libertà di stampa per l’Italia, ma non solo, sono sempre più impietosi. Proprio alla vigilia della Giornata internazionale per la libertà di stampa, l’organizzazione … Siamo il Paese peggiore dell’Europa occidentale, scesi di ben tre posti (dal 46esimo al 49esimo) nella classifica generale. Passano gli anni e i numeri di Reporters sans frontières che riguardano la libertà di stampa per l’Italia, ma non solo, sono sempre più impietosi. Proprio alla vigilia della Giornata internazionale per la libertà di stampa, l’organizzazione no profit anticipa i risultati del suo report annuale (basato su cinque categorie: politica, diritti, economia, socio-cultura e sicurezza) e, a proposito del nostro Paese, scrive: “La libertà di stampa in Italia continua a essere minacciata dalle organizzazioni mafiose, in particolare nel sud del Paese, nonché da vari gruppi estremisti che commettono atti di violenza. I giornalisti lamentano anche il tentativo della classe politica di ostacolare la libera informazione in materia giudiziaria attraverso una ‘legge bavaglio‘ – quella che impedisce la pubblicazione delle intercettazioni, ndr – che si aggiunge alla prassi di azioni legali intentate per intimidire, imbavagliare o punire coloro che cercano di partecipare e di esprimersi su questioni di interesse pubblico”. Non è, però, che al resto del mondo vada molto meglio. “La situazione della libertà di stampa globale nel 2025 è ai minimi storici – spiega l’organizzazione nella sua analisi –. Più di metà della popolazione mondiale vive in Paesi con una situazione molto grave”. In fondo alla classifica ci sono Cina, Corea del Nord ed Eritrea, che si collocano rispettivamente alla 178ma, 179ma e 180ma posizione. Male anche gli Stati Uniti, e già nei mesi prima del ritorno del tycoon: passano dal 55mo al 57mo posto con “il primo significativo e prolungato declino della libertà di stampa nella storia moderna, mentre il ritorno di Donald Trump alla presidenza sta aggravando notevolmente la situazione”. L’Europa rimane ancora il posto del mondo in cui i giornalisti possono fare informazione con maggiore libertà: nel nostro continente troviamo sette Paesi (sui 180) in cui la situazione è “buona”. A guidare la classifica mondiale c’è infatti la Norvegia, primato che si rinnova, seguita da Estonia e Paesi Bassi. Il Regno Unito si piazza ventesimo, surclassato – ed è la sorpresa – da Trinidad e Tobago, la Francia segue Taiwan al 25esimo posto. Ci sono poi delle retrocessioni ancora più eclatanti: la Germania, lo scorso anno al decimo posto, è finita undicesima a causa del “clima di lavoro sempre più ostile per i professionisti dei media in Germania, in particolare a causa degli attacchi dell’estrema destra”. Nel 2024, scrive Rsf, i giornalisti tedeschi che hanno avuto a che fare con ambienti di estrema destra e partiti come Alternativa per la Germania sono stati nuovamente a rischio, denunciando minacce, insulti e timore di violenza fisica. Anche in termini editoriali, la Germania è stata criticata, con il rapporto che indica “numerosi casi documentati in cui i professionisti dei media hanno segnalato ostacoli sproporzionatamente elevati nel riportare informazioni sul conflitto in Medio Oriente”. In generale, per la libertà di stampa in tutto il mondo non è un buon momento: “Oltre a una situazione di sicurezza fragile e al crescente autoritarismo, la pressione economica in particolare sta causando problemi ai media di tutto il mondo”, ha affermato Reporters Sans Frontieres. Come sottolinea la direttrice generale Anja Osterhaus, “il giornalismo indipendente è una spina nel fianco degli autocrati”, ma “se i media sono finanziariamente in difficoltà, chi smaschererà disinformazione, disinformazione e propaganda? Oltre alla nostra lotta quotidiana per la sicurezza dei giornalisti, ci impegniamo quindi anche a rafforzare le basi economiche del giornalismo”. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/05/02/nel-mondo-la-liberta-di-stampa-e-al-minimo-storico-litalia-scende-al-49esimo-posto-il-report-di-rsf/7972129/
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    Nel mondo la libertà di stampa è al "minimo storico", l'Italia scende al 49esimo posto. Il report di Rsf - Il Fatto Quotidiano
    Siamo il Paese peggiore dell’Europa occidentale, scesi di ben tre posti (dal 46esimo al 49esimo) nella classifica generale. Passano gli anni e i numeri di Reporters sans frontières che riguardano la libertà di stampa per l’Italia, ma non solo, sono sempre più impietosi. Proprio alla vigilia della Giornata internazionale per la libertà di stampa, l’organizzazione …
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  • Rivoluzionari con la matita
    Referendum dell’8 e 9 Giugno 2025 – Un’occasione da non cancellare

    L’8 e 9 giugno non è solo un weekend qualunque. È un’occasione. Di quelle vere. Di quelle che se ti distrai un attimo poi ti ritrovi a lamentarti per altri dieci anni.
    Un’occasione per chi, come noi, ha fatto della #partecipazione il proprio sport estremo.
    Ma anche per chi si è sempre tenuto alla larga da “ste robe qua” per allergia cronica a partiti, sigle o facce note.
    Ecco, stavolta vale la pena esserci, anche solo per uscire dalla solita playlist di appartenenze tossiche e pregiudizi vintage.
    Perché in tempi in cui il confronto è diventato un reato e il dissenso una seccatura amministrativa, non possiamo più permetterci il lusso di fare gli "schizzinosi".
    5 quesiti.
    4 parlano di lavoro.
    Quello stesso lavoro che il Jobs Act ha trattato come un passatempo da precarizzare.
    Il quinto? Parla di cittadinanza. Non c'entra molto, ma oh, quando ti danno voce... usala.

    Ecco in breve cosa ci viene chiesto di abrogare col voto:

    1. Contratto a tutele crescenti (Jobs Act):
    Via le norme che facilitano i licenziamenti anche quando sono palesemente illegittimi.

    2. Indennità per i licenziati nelle piccole imprese:
    Più equità: i giudici tornano a stabilire l'indennizzo, senza tetti ridicoli.

    3. Contratti a termine:
    Stop ai vincoli iper-flessibili: si prova a rimettere un freno all’abuso di contratti usa-e-getta.

    4. Responsabilità negli appalti:
    Si chiede di reintrodurre la responsabilità solidale tra committente, appaltatore e subappaltatore per gli infortuni sul lavoro.

    5. Cittadinanza:
    Riduzione da 10 a 5 anni della residenza per richiedere la cittadinanza italiana. Un piccolo passo verso una società un po’ più giusta.

    ❗️Attenzione: è un referendum abrogativo.
    Voti SÌ? Vuoi eliminare la norma attuale.
    Voti NO? Te la tieni così com’è.

    Potrei anche starmene zitto, in nome della coerenza.
    Dopotutto, quando si trattava di modificare il Rosatellum, mezza Italia si è voltata dall’altra parte. Ma non sono qui per fare l’offeso.
    Sono qui perché vorrei vedere una vittoria collettiva.
    Con lo spirito da quarto di finale di Champions e la convinzione che la democrazia non si difende col silenzio, ma con una matita in mano.
    Questa è una partita importante. Per tre motivi:

    ⚫️Riaffermare la democrazia.

    ⚫️Riaffermare la partecipazione.

    ⚫️Dimostrare che possiamo andare oltre le nostre etichette politiche.

    Questa è la sfida. E se la perdiamo, non chiediamoci più "perché va tutto a rotoli".

    Give Participation a Chance❗️

    #Referendum2025 #VotoAttivo #DirittoAlLavoro #Cittadinanza #JobsAct #Partecipazione #Democrazia #IoVotoSì #ReferendumGiugno #GiveParticipationAChance
    Rivoluzionari con la matita ✏️✊ Referendum dell’8 e 9 Giugno 2025 – Un’occasione da non cancellare L’8 e 9 giugno non è solo un weekend qualunque. È un’occasione. Di quelle vere. Di quelle che se ti distrai un attimo poi ti ritrovi a lamentarti per altri dieci anni. Un’occasione per chi, come noi, ha fatto della #partecipazione il proprio sport estremo. Ma anche per chi si è sempre tenuto alla larga da “ste robe qua” per allergia cronica a partiti, sigle o facce note. Ecco, stavolta vale la pena esserci, anche solo per uscire dalla solita playlist di appartenenze tossiche e pregiudizi vintage. Perché in tempi in cui il confronto è diventato un reato e il dissenso una seccatura amministrativa, non possiamo più permetterci il lusso di fare gli "schizzinosi". 5 quesiti. 4 parlano di lavoro. Quello stesso lavoro che il Jobs Act ha trattato come un passatempo da precarizzare. Il quinto? Parla di cittadinanza. Non c'entra molto, ma oh, quando ti danno voce... usala. Ecco in breve cosa ci viene chiesto di abrogare col voto: 1. Contratto a tutele crescenti (Jobs Act): Via le norme che facilitano i licenziamenti anche quando sono palesemente illegittimi. 2. Indennità per i licenziati nelle piccole imprese: Più equità: i giudici tornano a stabilire l'indennizzo, senza tetti ridicoli. 3. Contratti a termine: Stop ai vincoli iper-flessibili: si prova a rimettere un freno all’abuso di contratti usa-e-getta. 4. Responsabilità negli appalti: Si chiede di reintrodurre la responsabilità solidale tra committente, appaltatore e subappaltatore per gli infortuni sul lavoro. 5. Cittadinanza: Riduzione da 10 a 5 anni della residenza per richiedere la cittadinanza italiana. Un piccolo passo verso una società un po’ più giusta. ❗️Attenzione: è un referendum abrogativo. Voti SÌ? Vuoi eliminare la norma attuale. Voti NO? Te la tieni così com’è. 👉Potrei anche starmene zitto, in nome della coerenza. Dopotutto, quando si trattava di modificare il Rosatellum, mezza Italia si è voltata dall’altra parte. Ma non sono qui per fare l’offeso. Sono qui perché vorrei vedere una vittoria collettiva. Con lo spirito da quarto di finale di Champions e la convinzione che la democrazia non si difende col silenzio, ma con una matita in mano. Questa è una partita importante. Per tre motivi: ⚫️Riaffermare la democrazia. ⚫️Riaffermare la partecipazione. ⚫️Dimostrare che possiamo andare oltre le nostre etichette politiche. Questa è la sfida. E se la perdiamo, non chiediamoci più "perché va tutto a rotoli". Give Participation a Chance❗️👍🙏 #Referendum2025 #VotoAttivo #DirittoAlLavoro #Cittadinanza #JobsAct #Partecipazione #Democrazia #IoVotoSì #ReferendumGiugno #GiveParticipationAChance
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  • The purpose of test design technique is fundamental to ensuring that software applications are thoroughly tested and meet the required quality standards. By employing structured techniques such as equivalence partitioning, boundary value analysis, and decision table testing, teams can enhance their testing efforts and uncover potential issues efficiently. https://testomat.io/blog/test-design-techniques-in-software-testing-comprehensive-guide/
    The purpose of test design technique is fundamental to ensuring that software applications are thoroughly tested and meet the required quality standards. By employing structured techniques such as equivalence partitioning, boundary value analysis, and decision table testing, teams can enhance their testing efforts and uncover potential issues efficiently. https://testomat.io/blog/test-design-techniques-in-software-testing-comprehensive-guide/
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  • AGGIORNAMENTO 🫵

    Studenti 🫡

    “Gli studenti serbi sono partiti dopo la pausa in Ungheria.
    Poco lontano i studenti danesi sono in viaggio.
    E oggi arriva la notizia dei polacchi, romeni, cechi, tedeschi.
    Tutti in bici , tutti studenti.
    Dove vanno?
    STRASBURGO PARLAMENTO EUROPEO”

    UPDATE 🫵

    Students 🫡

    “The Serbian students left after the break in Hungary.
    Not far away the Danish students are traveling.
    And today comes the news of the Poles, Romanians, Czechs, Germans.
    All on bikes , all students.
    Where are they going?
    STRASBOURG EUROPEAN PARLIAMENT”


    Source:

    https://x.com/dessere88fenice/status/1908966016790454622?t=AOUIg1I4Hmig5FUlJ2PlgA&s=19
    AGGIORNAMENTO 🫵 Studenti 🔥🫡 “Gli studenti serbi sono partiti dopo la pausa in Ungheria. Poco lontano i studenti danesi sono in viaggio. E oggi arriva la notizia dei polacchi, romeni, cechi, tedeschi. Tutti in bici 🚲, tutti studenti. Dove vanno? STRASBURGO PARLAMENTO EUROPEO” UPDATE 🫵 Students 🔥🫡 “The Serbian students left after the break in Hungary. Not far away the Danish students are traveling. And today comes the news of the Poles, Romanians, Czechs, Germans. All on bikes 🚲, all students. Where are they going? STRASBOURG EUROPEAN PARLIAMENT” Source: https://x.com/dessere88fenice/status/1908966016790454622?t=AOUIg1I4Hmig5FUlJ2PlgA&s=19
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  • Metodo Europa, quando un leader politico da' fastidio lo eliminano politicamente come lo scandalo di Călin Georgescu.

    È stata accusata di aver ricevuto finanziamenti per il partito dai suoi parlamentari. Una prassi comune a tutti i partiti politici dove i parlamentari passano una parte dello stipendio al partito, ma per MLP questo diventa proibito e non potrà candidarsi contro il "buono" Macron.
    È il solito sistema europeo di eliminare gli avversari politici con la magistratura, come fatto in Romania e Moldavia.
    La Ue è ormai un sistema totalitario per non dire di peggio viste le origini della kapò Ursula Von Der Leyen.

    https://www.ilpost.it/2025/03/31/sentenza-processo-marine-le-pen-fondi-parlamento-europeo/?utm_source=firefox-newtab-it-it
    Metodo Europa, quando un leader politico da' fastidio lo eliminano politicamente come lo scandalo di Călin Georgescu. È stata accusata di aver ricevuto finanziamenti per il partito dai suoi parlamentari. Una prassi comune a tutti i partiti politici dove i parlamentari passano una parte dello stipendio al partito, ma per MLP questo diventa proibito e non potrà candidarsi contro il "buono" Macron. È il solito sistema europeo di eliminare gli avversari politici con la magistratura, come fatto in Romania e Moldavia. La Ue è ormai un sistema totalitario per non dire di peggio viste le origini della kapò Ursula Von Der Leyen. https://www.ilpost.it/2025/03/31/sentenza-processo-marine-le-pen-fondi-parlamento-europeo/?utm_source=firefox-newtab-it-it
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    Marine Le Pen non potrà candidarsi alle elezioni presidenziali francesi - Il Post
    Nel momento di maggiore popolarità del suo partito è stata condannata a quattro anni di carcere e cinque di ineleggibilità per appropriazione indebita di fondi europei
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  • Vladimir Putin ha lanciato l'idea di una “amministrazione transitoria" per l'Ucraina sotto l'egida dell'Onu, al fine di organizzare elezioni presidenziali democratiche nel paese e negoziare poi un accordo di pace con le nuove autorità. Una proposta che mi sembra di buon senso.

    Se Zelensky è convinto di avere tutto questo sostegno da parte del popolo ucraino, perché non dovrebbe accettare? Perchè colui che ha sospeso l'attività di 11 partiti politici nel marzo 2022, dovrebbe avere paura del voto? Perché colui che ha cancellato per legge la libertà di stampa in Ucraina, dovrebbe spaventarsi per un'ipotesi del genere? Perché colui che ha messo al bando la chiesa ortodossa legata al patriarcato di Mosca (la chiesa più seguita in Ucraina), dovrebbe temere la prospettiva di far esprimere il proprio popolo?

    Beh, io qualche idea in realtà ce l'avrei.

    ⬛️ Segui il canale Telegram ufficiale di Matteo Montevecchi👇🏻
    https://t.me/MatteoMontevecchi
    Vladimir Putin ha lanciato l'idea di una “amministrazione transitoria" per l'Ucraina sotto l'egida dell'Onu, al fine di organizzare elezioni presidenziali democratiche nel paese e negoziare poi un accordo di pace con le nuove autorità. Una proposta che mi sembra di buon senso. Se Zelensky è convinto di avere tutto questo sostegno da parte del popolo ucraino, perché non dovrebbe accettare? Perchè colui che ha sospeso l'attività di 11 partiti politici nel marzo 2022, dovrebbe avere paura del voto? Perché colui che ha cancellato per legge la libertà di stampa in Ucraina, dovrebbe spaventarsi per un'ipotesi del genere? Perché colui che ha messo al bando la chiesa ortodossa legata al patriarcato di Mosca (la chiesa più seguita in Ucraina), dovrebbe temere la prospettiva di far esprimere il proprio popolo? Beh, io qualche idea in realtà ce l'avrei. ⬛️ Segui il canale Telegram ufficiale di Matteo Montevecchi👇🏻 https://t.me/MatteoMontevecchi
    T.ME
    Matteo Montevecchi
    "Nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario". George Orwell
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  • ANIMA COMBATTENTE
    Tanto è solo un post su musica e cultura. Cosa vuoi che sia una canzone, dopotutto?

    Eppure, i cantautori spesso riescono a esprimere con più credibilità della politica quei concetti che sanno già rendere universali attraverso un giro di note e versi.
    Non hanno bisogno di fondare partiti o candidarsi: il loro vortice creativo gli permette di osservare il mondo dall’alto di una nuvola o in pieno volo pindarico tra suoni, testi e riff di chitarra . A volte, tre minuti di musica colpiscono più di un comizio di ore...

    Matt Johnson, per molti, potrebbe essere solo un nome tra tanti. Ma per chi conosce THE THE, sa che si tratta di uno dei progetti più poetici e poliedrici degli ultimi 40 anni. Cantautore inglese, classe ‘61, autore di un sound che mescola pop e rock mai banali, colonne sonore ricercate e un’elettronica blues del nuovo millennio.

    Non riporto spesso estratti di interviste, ma questa—rilasciata a Onda Rock da Giuliano Delli Paoli—è una sintesi perfetta della sensazione che ci riguarda tutti. E la forza delle parole di Johnson sta proprio nel fatto che non provengono da un populista qualunque, ma da un poeta vero , capace di tradurre in musica e pensiero la maturità artistica e umana. Parole che non si limitano a promuovere un tour, ma che affondano nel cuore della desolazione politica e sociale in cui ci troviamo in questo secondo decennio dei ‘20.

    Estratto dall'intervista

    "Una cosa che non sembra mai cambiare è il cinismo di chi è al potere."

    "Penso che l'arma più potente sia promuovere i propri ideali, far sì che il pubblico si svegli. Ma ottenere spazio è difficile, perché i media—come ben sai—sono controllati dalle stesse persone che controllano i politici. Il pubblico è trattato come una mandria di bovini o un gregge di pecore , da mungere e tosare attraverso le tasse. È il solito panem et circenses . Finché sarà così, nulla cambierà mai. Si punta a mantenere una popolazione distratta e sconcertata: se sei al comando, puoi fare quello che vuoi. E poi c'è sempre il vecchio dividi et impera, ancora attualissimo. La società si frammenta, la gente litiga per niente, mentre la piccola élite che possiede e controlla tutto continua a fare il suo gioco."
    "Un disastro. Ma è la solita vecchia storia: non c'è nulla di nuovo, va avanti da migliaia di anni. Tuttavia, nella natura umana c'è anche la gentilezza , la pace , l'affetto , la speranza . E credo che la maggior parte delle persone sia in fondo perbene e gentile. La speranza che tutto cambi non morirà mai."

    Se la speranza non risiede nella politica, forse rimane nelle mani di chi—che sia un giovane esordiente o un veterano della musica—trova ancora la voglia di raccontare e deliziare attraverso parole e suoni. Diventano anime pensanti. Quindi, anime combattenti.

    #AnimaCombattente #MattJohnson #THETHE #MusicaECoscienza #PoliticaECultura #DividiEtImpera #RockComeRivoluzione #ResistenzaSonora
    🔥 ANIMA COMBATTENTE 🔥 Tanto è solo un post su musica e cultura. Cosa vuoi che sia una canzone, dopotutto? 🎶 Eppure, i cantautori spesso riescono a esprimere con più credibilità della politica quei concetti che sanno già rendere universali attraverso un giro di note e versi. Non hanno bisogno di fondare partiti o candidarsi: il loro vortice creativo gli permette di osservare il mondo dall’alto di una nuvola ☁️ o in pieno volo pindarico tra suoni, testi e riff di chitarra 🎸. A volte, tre minuti di musica colpiscono più di un comizio di ore... Matt Johnson, per molti, potrebbe essere solo un nome tra tanti. Ma per chi conosce THE THE, sa che si tratta di uno dei progetti più poetici e poliedrici degli ultimi 40 anni. Cantautore inglese, classe ‘61, autore di un sound che mescola pop e rock mai banali, colonne sonore ricercate e un’elettronica blues del nuovo millennio. Non riporto spesso estratti di interviste, ma questa—rilasciata a Onda Rock da Giuliano Delli Paoli—è una sintesi perfetta della sensazione che ci riguarda tutti. E la forza delle parole di Johnson sta proprio nel fatto che non provengono da un populista qualunque, ma da un poeta vero ✍️, capace di tradurre in musica e pensiero la maturità artistica e umana. Parole che non si limitano a promuovere un tour, ma che affondano nel cuore della desolazione politica e sociale in cui ci troviamo in questo secondo decennio dei ‘20. 📢 Estratto dall'intervista "Una cosa che non sembra mai cambiare è il cinismo di chi è al potere." "Penso che l'arma più potente sia promuovere i propri ideali, far sì che il pubblico si svegli. Ma ottenere spazio è difficile, perché i media—come ben sai—sono controllati dalle stesse persone che controllano i politici. Il pubblico è trattato come una mandria di bovini 🐄 o un gregge di pecore 🐑, da mungere e tosare attraverso le tasse. È il solito panem et circenses 🍞🎭. Finché sarà così, nulla cambierà mai. Si punta a mantenere una popolazione distratta e sconcertata: se sei al comando, puoi fare quello che vuoi. E poi c'è sempre il vecchio dividi et impera, ancora attualissimo. La società si frammenta, la gente litiga per niente, mentre la piccola élite che possiede e controlla tutto continua a fare il suo gioco." "Un disastro. Ma è la solita vecchia storia: non c'è nulla di nuovo, va avanti da migliaia di anni. Tuttavia, nella natura umana c'è anche la gentilezza 💛, la pace ✌️, l'affetto 🤝, la speranza 🌱. E credo che la maggior parte delle persone sia in fondo perbene e gentile. La speranza che tutto cambi non morirà mai." Se la speranza non risiede nella politica, forse rimane nelle mani di chi—che sia un giovane esordiente o un veterano della musica—trova ancora la voglia di raccontare e deliziare attraverso parole e suoni. Diventano anime pensanti. Quindi, anime combattenti. #AnimaCombattente #MattJohnson #THETHE #MusicaECoscienza #PoliticaECultura #DividiEtImpera #RockComeRivoluzione #ResistenzaSonora
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