• Sosteniamo finanziariamente l'Ucraina perche difende i nostri valori europei.
    Quali valori europei?

    Il nazismo.

    I giovani dell' Azov marciano a Leopoli nel giorno dell' Indipendenza dell' Ucraina.
    MASSIMA DIFFUSIONE!
    Sosteniamo finanziariamente l'Ucraina perche difende i nostri valori europei. Quali valori europei? Il nazismo. I giovani dell' Azov marciano a Leopoli nel giorno dell' Indipendenza dell' Ucraina. MASSIMA DIFFUSIONE!
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  • RIBADENDO che oggi sembra essere la giornata dei #Video de @LaVeritaWeb
    , mi piace ripubblicare anche il secondo, sempre della #Rai , che presentai al #Gip di Roma (@ANMagistrati
    ) che, senz'altro con estrema #indipendenza, archiviò la mia querela con una riga di appoggio alla tesi del #PM secondo il quale, se una legge la fa il #Parlamento, non può fare male ai cittadini....
    Se @LucioMalan
    @galeazzobignami
    @marcellogemmato
    @Marcolisei
    @FNOMCeO
    etc. fossero interessati, sono ben disponibile a fornire tutta la documentazione raccolta.
    @madforfree
    @BelpietroTweet
    @fdragoni
    @liberatinico
    @SoniaLaVera
    @AStramezzi


    @AmbasciataUSA
    @rusembitaly

    “IL VACCINO SCOMPARSO” di Claudia de Pasquale:
    https://www.raiplay.it/video/2024/02/Il-vaccino-scomparso---Report-del-11022024-2695f990-b61f-4d96-9bdc-6d31d181f252.html

    al riguardo segnalai:

    Dal minuto 9:34 (sino al 13:47) c’è un’intervista al Prof. Giovanni Rezza avente per oggetto il ritiro, inizialmente temporaneo, anche dal mercato italiano del Vaccino AstraZeneca segnalandosi, di seguito, in un dialogo con il Dott. Nicola Magrini, come mentre l’Agenzia Europea del Farmaco non escludeva affatto il rischio di alcune tipologie di effetti avversi, i regolatori italiani le attribuivano di aver escluso di tale possibilità. Si lascia al Giudicante la valutazione di questi minuti che appaiono estremamente interessanti per giudicare come, “la volontà di salvare un vaccino pubblico” (parole del Dott. Magrini) possa aver inciso su un adeguato intervento del regolatore amministrativo sull’utilizzo di questo prodotto. Significative le parole finali del Prof. Rezza secondo il quale “i dati sugli eventi avversi necessiterebbero di maggiori studi e maggiore adeguatezza”.
    2)Dal minuto 32:31 (sino al 33:53) si affronta il tema della raccomandazione dell’utilizzo del vaccino AstraZeneca (si rammenta che i cittadini non avevano alcun potere di scegliere il vaccino ad essi destinato) che il Prof. Rezza ricorda che il Ministero della Salute aveva “raccomandato” dai 60 anni in su’ con Circolare del 7 aprile 2021 (n. 0014358), e successivamente, di fronte all’incalzare della giornalista circa il fatto che nonostante detta Circolare le Regioni attuassero Open Day dai diciotto anni in su, il Prof. Rezza cerca di sminuire in tutti i modi il ruolo del CTS stesso quasi che, alla fine, fossero solo gli organi politici a prendere la decisione sul chi decidere fosse destinatario dei vaccini. Nel servizio si dimostra però subito dopo che proprio il CTS dava il nullaosta alle Regioni per tale iniziative (minuto 33:32). Tuttavia il Prof. Rezza (minuto 38:09) continua a negare ogni coinvolgimento del Ministero della Salute e del CTS negli Open Day .

    Source: https://x.com/GfveGianfra/status/1959576272486506776
    RIBADENDO che oggi sembra essere la giornata dei #Video de @LaVeritaWeb , mi piace ripubblicare anche il secondo, sempre della #Rai 😉, che presentai al #Gip di Roma (@ANMagistrati ) che, senz'altro con estrema #indipendenza, archiviò la mia querela con una riga di appoggio alla tesi del #PM secondo il quale, se una legge la fa il #Parlamento, non può fare male ai cittadini....😳 Se @LucioMalan @galeazzobignami @marcellogemmato @Marcolisei @FNOMCeO etc. fossero interessati, sono ben disponibile a fornire tutta la documentazione raccolta. @madforfree @BelpietroTweet @fdragoni @liberatinico @SoniaLaVera @AStramezzi @AmbasciataUSA @rusembitaly “IL VACCINO SCOMPARSO” di Claudia de Pasquale: https://www.raiplay.it/video/2024/02/Il-vaccino-scomparso---Report-del-11022024-2695f990-b61f-4d96-9bdc-6d31d181f252.html al riguardo segnalai: Dal minuto 9:34 (sino al 13:47) c’è un’intervista al Prof. Giovanni Rezza avente per oggetto il ritiro, inizialmente temporaneo, anche dal mercato italiano del Vaccino AstraZeneca segnalandosi, di seguito, in un dialogo con il Dott. Nicola Magrini, come mentre l’Agenzia Europea del Farmaco non escludeva affatto il rischio di alcune tipologie di effetti avversi, i regolatori italiani le attribuivano di aver escluso di tale possibilità. Si lascia al Giudicante la valutazione di questi minuti che appaiono estremamente interessanti per giudicare come, “la volontà di salvare un vaccino pubblico” (parole del Dott. Magrini) possa aver inciso su un adeguato intervento del regolatore amministrativo sull’utilizzo di questo prodotto. Significative le parole finali del Prof. Rezza secondo il quale “i dati sugli eventi avversi necessiterebbero di maggiori studi e maggiore adeguatezza”. 2)Dal minuto 32:31 (sino al 33:53) si affronta il tema della raccomandazione dell’utilizzo del vaccino AstraZeneca (si rammenta che i cittadini non avevano alcun potere di scegliere il vaccino ad essi destinato) che il Prof. Rezza ricorda che il Ministero della Salute aveva “raccomandato” dai 60 anni in su’ con Circolare del 7 aprile 2021 (n. 0014358), e successivamente, di fronte all’incalzare della giornalista circa il fatto che nonostante detta Circolare le Regioni attuassero Open Day dai diciotto anni in su, il Prof. Rezza cerca di sminuire in tutti i modi il ruolo del CTS stesso quasi che, alla fine, fossero solo gli organi politici a prendere la decisione sul chi decidere fosse destinatario dei vaccini. Nel servizio si dimostra però subito dopo che proprio il CTS dava il nullaosta alle Regioni per tale iniziative (minuto 33:32). Tuttavia il Prof. Rezza (minuto 38:09) continua a negare ogni coinvolgimento del Ministero della Salute e del CTS negli Open Day . Source: https://x.com/GfveGianfra/status/1959576272486506776
    RAIPLAY.IT
    Report 2023/24 - Il vaccino scomparso - Video - RaiPlay
    Di Claudia Di Pasquale, da Report del 11/02/2024. Il vaccino Astrazeneca è silenziosamente sparito dai centri vaccinali di tutta Europa, dopo che sono emersi sulla stampa dei rari ma gravi effetti avversi. L'Italia ne aveva comprato 40 milioni di dosi, ne ha somministrato poco più di 12, 10,5 milioni sono scadute, mentre il resto lo ha donato ad altri paesi, soprattutto a medio e basso reddito. Quale impatto ha avuto questa storia sulla multinazionale anglo-svedese Astrazeneca? E sulle famiglie delle vittime?
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  • SE NON VIENE MESSO da PARTE ZELENSKY non CI SARA' MAI PACE!
    HA STERMINATO UN'INTERA GENERAZIONE!
    Ucraina, Zelensky: “Mai più costretti al compromesso, serve una pace giusta”. Lavrov: “L’Occidente sabota i negoziati”
    Nel 34° anniversario dell'indipendenza dall'Urss, il presidente ucraino ribadisce: "Abbiamo bisogno di una pace giusta"
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/08/24/guerra-ucraina-zelensky-indipendenza-russia-news/8103135/
    SE NON VIENE MESSO da PARTE ZELENSKY non CI SARA' MAI PACE! HA STERMINATO UN'INTERA GENERAZIONE! Ucraina, Zelensky: “Mai più costretti al compromesso, serve una pace giusta”. Lavrov: “L’Occidente sabota i negoziati” Nel 34° anniversario dell'indipendenza dall'Urss, il presidente ucraino ribadisce: "Abbiamo bisogno di una pace giusta" https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/08/24/guerra-ucraina-zelensky-indipendenza-russia-news/8103135/
    WWW.ILFATTOQUOTIDIANO.IT
    Ucraina, Zelensky: "Decidiamo noi il nostro futuro, mai più costretti al compromesso. Serve una pace giusta"
    Nel 34° anniversario dell'indipendenza dall'Urss, il presidente ucraino ribadisce: "Abbiamo bisogno di una pace giusta"
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  • COMUNICATO STAMPA

    NITAG: indipendenti no, stakeholder sì?
    16 agosto 2025

    L’Associazione ContiamoCi! prende atto della decisione del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, di revocare le nomine del NITAG prima ancora che questo potesse iniziare a operare.

    Come emerso in questi giorni, la composizione del comitato presentava gravi inconvenienti dovuti alla presenza di soggetti in situazioni documentate di conflitto di interesse, in particolare in ambito farmaceutico. Inconvenienti cui sembrava logico porre rimedio fin dall’inizio, anziché dopo una pubblica levata di scudi.

    È altrettanto evidente, tuttavia, che lo scioglimento del NITAG non sia stato determinato unicamente da tali conflitti, ma anche dalle forti pressioni politiche e mediatiche provenienti anche dall’interno della maggioranza (in particolare da Forza Italia), nonché da FNOMCeO e da alcune società “scientifiche”, che hanno contestato la presenza nel neonato organismo di due medici illustri ma non allineati con le posizioni dominanti. La vicenda dimostra come la logica del confronto aperto e plurale sia stata sostituita dalla difesa di posizioni ideologiche precostituite.

    Ma qui emergono le vere contraddizioni. Il Ministro avrebbe infatti deciso di revocare le nomine “per agire nell’interesse esclusivo dei cittadini”, ma ha annunciato contestualmente che il nuovo NITAG vedrà la partecipazione di non meglio precisati “stakeholder”, cioè di portatori di interessi privati.

    In queste ore, da Palazzo Chigi si registrano reazioni critiche: Giorgia Meloni si è detta irritata, perché la scelta “non era concordata”. Anche esponenti di Fratelli d’Italia e dalla Lega hanno richiamato la necessità del pluralismo e del libero confronto scientifico.

    ContiamoCi! concorda con la necessità del pluralismo, purché sia davvero imparziale e libero da condizionamenti di qualsivoglia natura: un sano “pluralismo” in materia di Sanità Pubblica non può essere abbinato alla voce “portatori d’interesse”.

    La gestione della salute pubblica richiede autorevolezza e indipendenza.

    La coerenza tra dichiarazioni e fatti è fondamentale, così come lo è affidare scelte delicate a esperti scelti per la loro integrità professionale e non per ragioni altre che con la scienza nulla hanno a che fare.

    L’Associazione ContiamoCi! continuerà a vigilare affinché la salute dei cittadini non venga né svenduta né delegata a soggetti che perseguono interessi privati.

    #ContiamoCi #SanitàPubblica #NITAG #Indipendenza #Salute

    Source: https://t.me/PaoloBellavite/11884
    COMUNICATO STAMPA NITAG: indipendenti no, stakeholder sì? 16 agosto 2025 L’Associazione ContiamoCi! prende atto della decisione del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, di revocare le nomine del NITAG prima ancora che questo potesse iniziare a operare. Come emerso in questi giorni, la composizione del comitato presentava gravi inconvenienti dovuti alla presenza di soggetti in situazioni documentate di conflitto di interesse, in particolare in ambito farmaceutico. Inconvenienti cui sembrava logico porre rimedio fin dall’inizio, anziché dopo una pubblica levata di scudi. È altrettanto evidente, tuttavia, che lo scioglimento del NITAG non sia stato determinato unicamente da tali conflitti, ma anche dalle forti pressioni politiche e mediatiche provenienti anche dall’interno della maggioranza (in particolare da Forza Italia), nonché da FNOMCeO e da alcune società “scientifiche”, che hanno contestato la presenza nel neonato organismo di due medici illustri ma non allineati con le posizioni dominanti. La vicenda dimostra come la logica del confronto aperto e plurale sia stata sostituita dalla difesa di posizioni ideologiche precostituite. Ma qui emergono le vere contraddizioni. Il Ministro avrebbe infatti deciso di revocare le nomine “per agire nell’interesse esclusivo dei cittadini”, ma ha annunciato contestualmente che il nuovo NITAG vedrà la partecipazione di non meglio precisati “stakeholder”, cioè di portatori di interessi privati. In queste ore, da Palazzo Chigi si registrano reazioni critiche: Giorgia Meloni si è detta irritata, perché la scelta “non era concordata”. Anche esponenti di Fratelli d’Italia e dalla Lega hanno richiamato la necessità del pluralismo e del libero confronto scientifico. ContiamoCi! concorda con la necessità del pluralismo, purché sia davvero imparziale e libero da condizionamenti di qualsivoglia natura: un sano “pluralismo” in materia di Sanità Pubblica non può essere abbinato alla voce “portatori d’interesse”. La gestione della salute pubblica richiede autorevolezza e indipendenza. La coerenza tra dichiarazioni e fatti è fondamentale, così come lo è affidare scelte delicate a esperti scelti per la loro integrità professionale e non per ragioni altre che con la scienza nulla hanno a che fare. L’Associazione ContiamoCi! continuerà a vigilare affinché la salute dei cittadini non venga né svenduta né delegata a soggetti che perseguono interessi privati. #ContiamoCi #SanitàPubblica #NITAG #Indipendenza #Salute Source: https://t.me/PaoloBellavite/11884
    T.ME
    Paolo Bellavite
    COMUNICATO STAMPA NITAG: indipendenti no, stakeholder sì? 16 agosto 2025 L’Associazione ContiamoCi! prende atto della decisione del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, di revocare le nomine del NITAG prima ancora che questo potesse iniziare a operare. Come emerso in questi giorni, la composizione del comitato presentava gravi inconvenienti dovuti alla presenza di soggetti in situazioni documentate di conflitto di interesse, in particolare in ambito farmaceutico. Inconvenienti cui sembrava logico porre rimedio fin dall’inizio, anziché dopo una pubblica levata di scudi. È altrettanto evidente, tuttavia, che lo scioglimento del NITAG non sia stato determinato unicamente da tali conflitti, ma anche dalle forti pressioni politiche e mediatiche provenienti anche dall’interno della maggioranza (in particolare da Forza Italia), nonché da FNOMCeO e da alcune società “scientifiche”, che hanno contestato la presenza nel neonato organismo di due medici illustri ma non allineati con le posizioni dominanti. La vicenda dimostra come la logica del confronto aperto e plurale sia stata sostituita dalla difesa di posizioni ideologiche precostituite. Ma qui emergono le vere contraddizioni. Il Ministro avrebbe infatti deciso di revocare le nomine “per agire nell’interesse esclusivo dei cittadini”, ma ha annunciato contestualmente che il nuovo NITAG vedrà la partecipazione di non meglio precisati “stakeholder”, cioè di portatori di interessi privati. In queste ore, da Palazzo Chigi si registrano reazioni critiche: Giorgia Meloni si è detta irritata, perché la scelta “non era concordata”. Anche esponenti di Fratelli d’Italia e dalla Lega hanno richiamato la necessità del pluralismo e del libero confronto scientifico. ContiamoCi! concorda con la necessità del pluralismo, purché sia davvero imparziale e libero da condizionamenti di qualsivoglia natura: un sano “pluralismo” in materia di Sanità Pubblica non può essere abbinato alla voce “portatori d’interesse”. La gestione della salute pubblica richiede autorevolezza e indipendenza. La coerenza tra dichiarazioni e fatti è fondamentale, così come lo è affidare scelte delicate a esperti scelti per la loro integrità professionale e non per ragioni altre che con la scienza nulla hanno a che fare. L’Associazione ContiamoCi! continuerà a vigilare affinché la salute dei cittadini non venga né svenduta né delegata a soggetti che perseguono interessi privati. #ContiamoCi #SanitàPubblica #NITAG #Indipendenza #Salute
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  • Candidati sindaco da destra e sinistra. Ferruccio Resta, ex rettore del Politecnico, consigliere di Coima, che garanzie darebbe di indipendenza dagli interessi immobiliari ? Per me nessuna.
    Candidati sindaco da destra e sinistra. Ferruccio Resta, ex rettore del Politecnico, consigliere di Coima, che garanzie darebbe di indipendenza dagli interessi immobiliari ? Per me nessuna.
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  • Cominciamo un colloquio con medici e cittadini che condividono gli obiettivi di Patto Internazionale. MASSIMA DIFFUSIONE!

    Alleghiamo un articolo di Andrea Caldart che documenta in modo esemplare come gli Ordini Professionali Sanitari obbediscano alla politica e non ai valori eterni del codice deontologico.

    L’impegno prioritario di Patto Internazionale rimane quello di modificare per legge l’attuale modalità antidemocratica di elezione dei vertici ordinistici e la perpetuazione delle cariche.

    Il silenzio dell’Ordine: quando il confronto tra medici diventa un tabù

    In un’epoca in cui la medicina dovrebbe essere guidata dal confronto, dalla scienza empirica e dall’etica, ciò che più ha colpito negli ultimi cinque anni è stata l’assenza di umanità. Il confronto tra medici, pilastro fondamentale della crescita professionale e scientifica, è stato sistematicamente ostacolato, quando non punito. Eppure, solo dal dialogo, anche tra visioni diverse, possono nascere progresso, consapevolezza e tutela della salute dei pazienti.

    Avremmo voluto rivolgere delle domande al Dr. Filippo Anelli, Presidente della FNOMCeO, per ascoltare la sua versione sulla gestione degli Ordini dei Medici in questi ultimi anni. Ma l’unica risposta arrivata è stata quella dell’ufficio stampa: “Il Presidente non può al momento rispondere all’intervista”.

    Un silenzio che pesa, che allarma, e che lascia spazio a interrogativi legittimi.

    Negli ultimi cinque anni, migliaia di medici in Italia hanno subito procedimenti disciplinari che sembrano avere una matrice più politica che deontologica. I casi emblematici, come quello del Dr. Giuseppe Barbaro, mostrano come il semplice esercizio critico della professione sia stato spesso sanzionato, non sulla base di errori clinici, ma per l’interpretazione politica del Codice Deontologico.

    Il riferimento va in particolare all’art. 4 relativo alla libertà ed indipendenza del medico e dell’art. 58 del Codice, che regola i rapporti tra colleghi, invitando al rispetto delle competenze e alla possibilità del dissenso.

    Invece, in molti casi, è bastata una prescrizione non allineata al pensiero dominante, una diagnosi attenta alla singola storia clinica del paziente, l’invito alla prudenza, per far scattare procedimenti sanzionatori. Tutto questo in aperta violazione anche dell’art. 13, che tutela il diritto del paziente a essere informato in modo completo e veritiero, degli art. 15, 22 e 23 che dovrebbero garantire le cure precoci e la continuità di cura con farmaci efficaci, e degli articoli 45 e 48, che trattano in modo specifico i farmaci genici e sperimentali, imponendo rigore e valutazione caso per caso.

    Soprattutto in merito alla gestione terapeutica del Covid-19, il dibattito è stato schiacciato da una narrazione univoca. Parlare di “vaccino sicuro ed efficace” senza confronto sui dati reali, quando la scheda tecnica ha subito 18 revisioni e lo stesso farmaco era in fase sperimentale, è apparso non solo riduttivo ma irrispettoso verso il metodo scientifico. Allo stesso modo, l’imposizione della “tachipirina e vigile attesa” come linea guida, anziché come opzione, ha escluso ogni possibilità di ricorso alle terapie domiciliari precoci, molte delle quali si sono rivelate clinicamente efficaci e per le quali molte persone hanno avuto salva la propria vita.

    Il vero nodo è deontologico: rifiutare il confronto tra colleghi, in virtù delle norme citate, è già una violazione dei principi che regolano la professione. Invece è stato permesso ad opinionisti “tele-virologi”, di monopolizzare l’informazione medica, senza contraddittorio, mentre i medici che portavano dati clinici venivano zittiti e, molti di loro invece radiati.

    Nel resto del mondo, oggi, molte istituzioni sanitarie stanno facendo autocritica. In Italia, invece, il dibattito è ancora bloccato, e il vertice dell’Ordine dei Medici continua a sottrarsi al confronto. Eppure, è proprio nei momenti di crisi che emerge il vero valore della professione medica: la capacità di ascoltare, di discutere, di rimettere al centro la scienza, ma soprattutto l’essere umano.

    Perché la medicina senza umanità è solo tecnica sterile. E la scienza senza confronto è dogma.

    Andrea Caldart

    https://www.pattointernazionale.org


    Puoi appoggiare il nostro progetto di Verità e Giustizia, diventando sostenitore, se puoi, anche con una piccolissima cifra: IT96O0538712904000004495471 ( specificando libera donazione a sostegno )

    Oppure tramite PayPal : https://www.pattointernazionale.org/membership/

    Puoi contattarci a mezzo mail: raffaella.laghi@pattointernazionale.org
    Cominciamo un colloquio con medici e cittadini che condividono gli obiettivi di Patto Internazionale. MASSIMA DIFFUSIONE! Alleghiamo un articolo di Andrea Caldart che documenta in modo esemplare come gli Ordini Professionali Sanitari obbediscano alla politica e non ai valori eterni del codice deontologico. L’impegno prioritario di Patto Internazionale rimane quello di modificare per legge l’attuale modalità antidemocratica di elezione dei vertici ordinistici e la perpetuazione delle cariche. Il silenzio dell’Ordine: quando il confronto tra medici diventa un tabù In un’epoca in cui la medicina dovrebbe essere guidata dal confronto, dalla scienza empirica e dall’etica, ciò che più ha colpito negli ultimi cinque anni è stata l’assenza di umanità. Il confronto tra medici, pilastro fondamentale della crescita professionale e scientifica, è stato sistematicamente ostacolato, quando non punito. Eppure, solo dal dialogo, anche tra visioni diverse, possono nascere progresso, consapevolezza e tutela della salute dei pazienti. Avremmo voluto rivolgere delle domande al Dr. Filippo Anelli, Presidente della FNOMCeO, per ascoltare la sua versione sulla gestione degli Ordini dei Medici in questi ultimi anni. Ma l’unica risposta arrivata è stata quella dell’ufficio stampa: “Il Presidente non può al momento rispondere all’intervista”. Un silenzio che pesa, che allarma, e che lascia spazio a interrogativi legittimi. Negli ultimi cinque anni, migliaia di medici in Italia hanno subito procedimenti disciplinari che sembrano avere una matrice più politica che deontologica. I casi emblematici, come quello del Dr. Giuseppe Barbaro, mostrano come il semplice esercizio critico della professione sia stato spesso sanzionato, non sulla base di errori clinici, ma per l’interpretazione politica del Codice Deontologico. Il riferimento va in particolare all’art. 4 relativo alla libertà ed indipendenza del medico e dell’art. 58 del Codice, che regola i rapporti tra colleghi, invitando al rispetto delle competenze e alla possibilità del dissenso. Invece, in molti casi, è bastata una prescrizione non allineata al pensiero dominante, una diagnosi attenta alla singola storia clinica del paziente, l’invito alla prudenza, per far scattare procedimenti sanzionatori. Tutto questo in aperta violazione anche dell’art. 13, che tutela il diritto del paziente a essere informato in modo completo e veritiero, degli art. 15, 22 e 23 che dovrebbero garantire le cure precoci e la continuità di cura con farmaci efficaci, e degli articoli 45 e 48, che trattano in modo specifico i farmaci genici e sperimentali, imponendo rigore e valutazione caso per caso. Soprattutto in merito alla gestione terapeutica del Covid-19, il dibattito è stato schiacciato da una narrazione univoca. Parlare di “vaccino sicuro ed efficace” senza confronto sui dati reali, quando la scheda tecnica ha subito 18 revisioni e lo stesso farmaco era in fase sperimentale, è apparso non solo riduttivo ma irrispettoso verso il metodo scientifico. Allo stesso modo, l’imposizione della “tachipirina e vigile attesa” come linea guida, anziché come opzione, ha escluso ogni possibilità di ricorso alle terapie domiciliari precoci, molte delle quali si sono rivelate clinicamente efficaci e per le quali molte persone hanno avuto salva la propria vita. Il vero nodo è deontologico: rifiutare il confronto tra colleghi, in virtù delle norme citate, è già una violazione dei principi che regolano la professione. Invece è stato permesso ad opinionisti “tele-virologi”, di monopolizzare l’informazione medica, senza contraddittorio, mentre i medici che portavano dati clinici venivano zittiti e, molti di loro invece radiati. Nel resto del mondo, oggi, molte istituzioni sanitarie stanno facendo autocritica. In Italia, invece, il dibattito è ancora bloccato, e il vertice dell’Ordine dei Medici continua a sottrarsi al confronto. Eppure, è proprio nei momenti di crisi che emerge il vero valore della professione medica: la capacità di ascoltare, di discutere, di rimettere al centro la scienza, ma soprattutto l’essere umano. Perché la medicina senza umanità è solo tecnica sterile. E la scienza senza confronto è dogma. Andrea Caldart https://www.pattointernazionale.org Puoi appoggiare il nostro progetto di Verità e Giustizia, diventando sostenitore, se puoi, anche con una piccolissima cifra: IT96O0538712904000004495471 ( specificando libera donazione a sostegno ) Oppure tramite PayPal : https://www.pattointernazionale.org/membership/ Puoi contattarci a mezzo mail: raffaella.laghi@pattointernazionale.org
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  • Robert Redfield ha svelato di aver ricevuto minacce di morte.
    Si tratta dell'ex direttore dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), vale a dire il sistema sanitario statunitense.

    Chi lo ha minacciato di morte? La mafia? I cartelli della droga?
    No: i colleghi scienziati, dopo che Robert Redfield ha dichiarato pubblicamente di ritenere plausibile la teoria del virus chimerico e della sua possibile fuga da un laboratorio.

    Pensate che clima di libertà e indipendenza vigeva tra gli esperti durante la pandemia Covid, se un ex funzionario pubblico di un organismo apicale degli Stati Uniti è stato minacciato di morte per aver detto alla Cnn: "Sono convinto che l'eziologia più probabile di questo patogeno a Wuhan provenga da un laboratorio".

    Successivamente la sua "casella di posta elettronica è stata intasata da minacce feroci. Non solo da parte di sconosciuti ma anche di eminenti scienziati, tra cui dei miei amici. Uno di loro mi disse che sarei dovuto sparire e morire. Questo solo perché ho proposto un'ipotesi diversa. Me lo sarei aspettato dalla politica, non dalla scienza", ha chiosato Robert Redfield.

    Link alla puntata completa:
    https://youtu.be/pIInHvUVBC4?feature=shared
    Robert Redfield ha svelato di aver ricevuto minacce di morte. Si tratta dell'ex direttore dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), vale a dire il sistema sanitario statunitense. Chi lo ha minacciato di morte? La mafia? I cartelli della droga? No: i colleghi scienziati, dopo che Robert Redfield ha dichiarato pubblicamente di ritenere plausibile la teoria del virus chimerico e della sua possibile fuga da un laboratorio. Pensate che clima di libertà e indipendenza vigeva tra gli esperti durante la pandemia Covid, se un ex funzionario pubblico di un organismo apicale degli Stati Uniti è stato minacciato di morte per aver detto alla Cnn: "Sono convinto che l'eziologia più probabile di questo patogeno a Wuhan provenga da un laboratorio". Successivamente la sua "casella di posta elettronica è stata intasata da minacce feroci. Non solo da parte di sconosciuti ma anche di eminenti scienziati, tra cui dei miei amici. Uno di loro mi disse che sarei dovuto sparire e morire. Questo solo perché ho proposto un'ipotesi diversa. Me lo sarei aspettato dalla politica, non dalla scienza", ha chiosato Robert Redfield. Link alla puntata completa: https://youtu.be/pIInHvUVBC4?feature=shared
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  • Tutti i treni cancellati.

    Niente elettricità a Siviglia, Barcellona, Pamplona e Valencia.
    La metropolitana ferma a Madrid e Barcellona.
    Le persone costrette a scendere e proseguire a piedi.
    Niente banche, niente supermercati.
    Tutto bloccato.
    Perché tutto è online. Senza contante, senza vie d’uscita.
    È bastato un guasto, un blackout, o forse qualcosa di più, per trasformare milioni di persone in prigionieri.
    Ecco cosa vuol dire affidare tutto alla rete.
    Ecco cosa vuol dire rinunciare alla libertà per la comodità.
    Non è fantascienza, è realtà.
    È il presente.
    È l’inizio di qualcosa di più grande.

    La Bibbia lo aveva già detto, con parole che oggi suonano più vere che mai:

    “Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, ricevessero un marchio sulla mano destra o sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere, se non chi aveva il marchio...”
    Apocalisse 13:16-17

    Un mondo dove tutto è controllato, dove per comprare e vendere serve un "permesso", dove l’indipendenza sparisce e resta solo la dipendenza da un sistema invisibile ma onnipresente.
    È tempo di riflettere amici miei.

    https://elpais.com/economia/2025-04-28/apagon-electrico-masivo-en-espana.html
    Tutti i treni cancellati. Niente elettricità a Siviglia, Barcellona, Pamplona e Valencia. La metropolitana ferma a Madrid e Barcellona. Le persone costrette a scendere e proseguire a piedi. Niente banche, niente supermercati. Tutto bloccato. Perché tutto è online. Senza contante, senza vie d’uscita. È bastato un guasto, un blackout, o forse qualcosa di più, per trasformare milioni di persone in prigionieri. Ecco cosa vuol dire affidare tutto alla rete. Ecco cosa vuol dire rinunciare alla libertà per la comodità. Non è fantascienza, è realtà. È il presente. È l’inizio di qualcosa di più grande. La Bibbia lo aveva già detto, con parole che oggi suonano più vere che mai: “Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, ricevessero un marchio sulla mano destra o sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere, se non chi aveva il marchio...” Apocalisse 13:16-17 Un mondo dove tutto è controllato, dove per comprare e vendere serve un "permesso", dove l’indipendenza sparisce e resta solo la dipendenza da un sistema invisibile ma onnipresente. È tempo di riflettere amici miei.🤷‍♂️😔🙏 https://elpais.com/economia/2025-04-28/apagon-electrico-masivo-en-espana.html
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    Un apagón eléctrico masivo en España y Portugal desata el caos
    La luz está regresando en diversas zonas del país. Sánchez asegura que no hay datos concluyentes sobre las causas y no descarta ninguna hipótesis
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  • Busto Arsizio, sabato 5 aprile 2025.
    In piazza, davanti al monumento ai caduti, a testimonianza della resistenza senza tempo di chi lotta per la libertà e per l'indipendenza della propria terra dall'occupazione, si è issata più alta di tutte la bandiera palestinese, simbolo della volontà universale di autodeterminazione dei popoli. Anche solo per un momento, quella piazza è diventata parte della Palestina, in solidarietà alla sua lotta e in contrasto alle "nostre" istituzioni nazionali che sostengono invece la guerra, il genocidio e l'occupazione coloniale. Palestina libera!

    Fonte: https://t.me/canalemiracolomilano
    Busto Arsizio, sabato 5 aprile 2025. In piazza, davanti al monumento ai caduti, a testimonianza della resistenza senza tempo di chi lotta per la libertà e per l'indipendenza della propria terra dall'occupazione, si è issata più alta di tutte la bandiera palestinese, simbolo della volontà universale di autodeterminazione dei popoli. Anche solo per un momento, quella piazza è diventata parte della Palestina, in solidarietà alla sua lotta e in contrasto alle "nostre" istituzioni nazionali che sostengono invece la guerra, il genocidio e l'occupazione coloniale. Palestina libera! Fonte: https://t.me/canalemiracolomilano
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  • "Era il 2 maggio 2014, quando militanti di estrema destra e neonazisti ucraini, filo-europeisti, a Odessa, in Ucraina, aggredirono e massacrarono manifestanti comunisti e di sinistra, favorevoli all’indipendenza della regione del Donbass e contro l’entrata dell’Ucraina nell’UE."

    Così narrano il massacro di Odessa i meno infami, ma anche in questa narrazione c'è il falso e la superficialità.

    Intanto va detto che da quel massacro iniziò la guerra civile in Ucraina tra forze naziste sostenute dagli Stati occidentali e le popolazioni del Donbass, le quali dopo quella strage di Odessa hanno deciso collettivamente di difendersi armi in pugno. Ma cosa sono socialmente queste popolazioni del Donbass? Nella narrazione semplificata e subdola le si descrivono come popolazioni russofone, filo putiniane, anti-ue, qual'è invece la verità sociologica e di classe più profonda ?

    Nel Donbass vi è da sempre una forte concentrazione di classe operaia (operai, impiegati, minatori...) sindacalizzata e coesa. Dico "sindacalizzata" per definire una classe operaia non rivoluzionaria ed allo stesso tempo però assolutamente ostile al capitalismo liberista fatto di privatizzazioni, chiusure di aziende, speculazioni e di sopraffazione. Insomma una classe di "diritti e doveri" che non mette in discussione la gerarchia del lavoro e il profitto, ma pretende però che parte di quel profitto venga reinvestito e redistribuito in salario diretto e indiretto (stato sociale) senza tante discussioni. Sono stati proprio quegli operai lì ad imbracciare le armi.

    Le popolazioni del Donbass si sono formate culturalmente e politicamente nella grande industria dell'estrazione e della trasformazione delle materie prime, e sanno di essere fulcro della società, gente che se ne sbatte di massimizzare i profitti, che guarda con avversione l'aumento della produttività e la robotizzazione che toglie loro lavoro, che impone ritmi... Insomma quella gente è e resta, secondo i canoni liberisti da "capitale umano" una obsolescenza, un esubero da eliminare, è sostanzialmente l'operaio massa in versione Russa.

    Quell'operaio che in tutto l'occidente fu sconfitto ed eliminato negli anni 70/80, sostituito dall'operaio precario, flessibile, terziarizzato, disperso in mille mansioni e luoghi, disoccupato e marginale, schiacciato dalla finanziarizzazione dell'economia che ha ridotto la forza lavoro a orpello quasi inutile, senza diritti, da comprare al prezzo più basso possibile, usare e gettare.

    Ecco, quella classe operaia del Donbass rimane invece "conservatrice" si oppone a questo modello sociale e ai nazisti che cercavano di imporlo con l'occidente, il quale comunque valutava secondario questo obiettivo di eliminazione ma vedeva in quella popolazione un perfetto mezzo per provocare la Fed Russa, da qui la narrazione condivisa un po' da tutti di chiamare quella gente "russa o russofona" ma sono classe sociale !

    Ad Odessa i nazisti non hanno massacrato esseri umani in una discoteca ma dentro la casa dei sindacati dove i manifestanti anti-golpisti si erano rifugiati dopo essere stati bersagli di violenze da parte di nazifascisti e polizia (vi ricorda niente compagni ?) durante il corteo.

    Oh si, gente ribelle, determinata, rozza e molto diversa da noi, perché tradizionalista, religiosa, poco propensa ad assimilare culture LGBT e poco avvezza alle fantasy della woke culture, oltre che radicalmente antinazista... Stiamo parlando pur sempre di classe in sé letteralmente.

    Che l'indipendentismo e l'annessionismo non siano esattamente istanze rivoluzionarie non ci piove, che quelle popolazioni non lo siano di fatto come soggetti politici altrettanto vero, loro hanno scelto su basi tattiche e strategiche quello che come classe in questo momento gli garantiva vita e un futuro accettabile, cioè la Russia del democristiano Putin.
    Non hanno creduto alle favole sull'eldorado hollywoodiano occidentale che hanno trasformato l'altra parte del popolo ucraino in carne da macello e prostitute, loro sono stati le vittime sacrificali di una provocazione e lo hanno pagato col sangue.

    A Vadim Papura e tutti i martiri del massacro di Odessa.
    "Era il 2 maggio 2014, quando militanti di estrema destra e neonazisti ucraini, filo-europeisti, a Odessa, in Ucraina, aggredirono e massacrarono manifestanti comunisti e di sinistra, favorevoli all’indipendenza della regione del Donbass e contro l’entrata dell’Ucraina nell’UE." Così narrano il massacro di Odessa i meno infami, ma anche in questa narrazione c'è il falso e la superficialità. Intanto va detto che da quel massacro iniziò la guerra civile in Ucraina tra forze naziste sostenute dagli Stati occidentali e le popolazioni del Donbass, le quali dopo quella strage di Odessa hanno deciso collettivamente di difendersi armi in pugno. Ma cosa sono socialmente queste popolazioni del Donbass? Nella narrazione semplificata e subdola le si descrivono come popolazioni russofone, filo putiniane, anti-ue, qual'è invece la verità sociologica e di classe più profonda ? Nel Donbass vi è da sempre una forte concentrazione di classe operaia (operai, impiegati, minatori...) sindacalizzata e coesa. Dico "sindacalizzata" per definire una classe operaia non rivoluzionaria ed allo stesso tempo però assolutamente ostile al capitalismo liberista fatto di privatizzazioni, chiusure di aziende, speculazioni e di sopraffazione. Insomma una classe di "diritti e doveri" che non mette in discussione la gerarchia del lavoro e il profitto, ma pretende però che parte di quel profitto venga reinvestito e redistribuito in salario diretto e indiretto (stato sociale) senza tante discussioni. Sono stati proprio quegli operai lì ad imbracciare le armi. Le popolazioni del Donbass si sono formate culturalmente e politicamente nella grande industria dell'estrazione e della trasformazione delle materie prime, e sanno di essere fulcro della società, gente che se ne sbatte di massimizzare i profitti, che guarda con avversione l'aumento della produttività e la robotizzazione che toglie loro lavoro, che impone ritmi... Insomma quella gente è e resta, secondo i canoni liberisti da "capitale umano" una obsolescenza, un esubero da eliminare, è sostanzialmente l'operaio massa in versione Russa. Quell'operaio che in tutto l'occidente fu sconfitto ed eliminato negli anni 70/80, sostituito dall'operaio precario, flessibile, terziarizzato, disperso in mille mansioni e luoghi, disoccupato e marginale, schiacciato dalla finanziarizzazione dell'economia che ha ridotto la forza lavoro a orpello quasi inutile, senza diritti, da comprare al prezzo più basso possibile, usare e gettare. Ecco, quella classe operaia del Donbass rimane invece "conservatrice" si oppone a questo modello sociale e ai nazisti che cercavano di imporlo con l'occidente, il quale comunque valutava secondario questo obiettivo di eliminazione ma vedeva in quella popolazione un perfetto mezzo per provocare la Fed Russa, da qui la narrazione condivisa un po' da tutti di chiamare quella gente "russa o russofona" ma sono classe sociale ! Ad Odessa i nazisti non hanno massacrato esseri umani in una discoteca ma dentro la casa dei sindacati dove i manifestanti anti-golpisti si erano rifugiati dopo essere stati bersagli di violenze da parte di nazifascisti e polizia (vi ricorda niente compagni ?) durante il corteo. Oh si, gente ribelle, determinata, rozza e molto diversa da noi, perché tradizionalista, religiosa, poco propensa ad assimilare culture LGBT e poco avvezza alle fantasy della woke culture, oltre che radicalmente antinazista... Stiamo parlando pur sempre di classe in sé letteralmente. Che l'indipendentismo e l'annessionismo non siano esattamente istanze rivoluzionarie non ci piove, che quelle popolazioni non lo siano di fatto come soggetti politici altrettanto vero, loro hanno scelto su basi tattiche e strategiche quello che come classe in questo momento gli garantiva vita e un futuro accettabile, cioè la Russia del democristiano Putin. Non hanno creduto alle favole sull'eldorado hollywoodiano occidentale che hanno trasformato l'altra parte del popolo ucraino in carne da macello e prostitute, loro sono stati le vittime sacrificali di una provocazione e lo hanno pagato col sangue. A Vadim Papura e tutti i martiri del massacro di Odessa.
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