• Russia-Ue, la nuova guerra (finanziaria): i conti bloccati delle imprese occidentali, le mani di Putin su 150 miliardi di dollari, cosa rischiano le italiane
    Il Cremlino risponderà all’idea del cancelliere tedesco Merz di utilizzare le riserve congelate russe per finanziare l’Ucraina: ecco che cosa ha in mente lo Zar (e cosa rischia l’Italia...

    la newsletter
    Russia-Ue, la nuova guerra (finanziaria): i conti bloccati delle imprese occidentali, le mani di Putin su 150 miliardi di dollari, cosa rischiano le italiane
    di Federico Fubini

    Russia-Ue, la nuova guerra (finanziaria): i conti bloccati delle imprese occidentali, così Putin mette le mani su 150 miliardi di dollari
    Vladimir Putin (a destra) con Sergei Lavrov

    (Questo articolo è tratto dalla newsletter Whatever it takes ad opera di Federico Fubini, se vuoi iscriverti clicca qui)

    Si è udito un silenzio irreale da Mosca dopo che il cancelliere tedesco Friedrich Merz, per la prima volta, ha messo la sua firma su una decisione che sta prendendo forma: usare le riserve congelate della Russia per finanziare l’Ucraina, dapprima mobilitando 170 miliardi di euro e alla lunga ben oltre duecento. La vicenda dei fondi di Mosca risale ai primi giorni della guerra totale all’Ucraina, quando i leader del G7 bloccarono quei conti in dollari, euro, sterline e yen e li sottrassero alla disponibilità di Vladimir Putin (foto sotto). Ho scritto sul “Corriere” (qui, qui e qui, con Mara Gergolet) dei modi in cui questo può accadere, a partire dal G7 dei ministri delle Finanze già previsto mercoledì. Si può ipotizzare che la decisione diventi esecutiva fra marzo e aprile prossimi.

    La risposta del Cremlino
    Ora però mi interessano altri aspetti, perché quel silenzio di Mosca è ingannevole. Il Cremlino risponderà. Prenderà di mira e confischerà i conti e probabilmente anche i beni fisici delle aziende attive in Russia dei Paesi che dovessero partecipare all’intervento sulle riserve – incluse almeno una sessantina di imprese italiane – se questa decisione sarà confermata. La tensione tra Mosca e i governi europei, già altissima, non farà che crescere ancora.

    Le ritorsioni
    Dirò più sotto perché temo che tutto ciò sia inevitabile e perché gli averi delle aziende europee in Russia già oggi sono probabilmente irrecuperabili; quindi, non è il momento per italiani, francesi, tedeschi o britannici di farsi intimidire dalle minacce di ritorsioni. Il senso di ciò che sta accadendo è sempre più chiaro. La ritirata degli Stati Uniti dal conflitto per scelta di Donald Trump, così come la determinazione di Putin (sostenuto dalla Cina) di perseguire comunque i suoi obiettivi massimi di guerra, stanno spingendo una parte d’Europa verso ciò che per ottant’anni non aveva mai fatto: esporsi sempre di più – con denaro, armi, industria e tecnologie – perché l’Ucraina non ceda; perché Putin non divenga una minaccia sempre maggiore anche per noi stessi.


    Le riserve russe
    Usare le riserve russe è un modo di continuare questo sforzo cercando di prevenire una rivolta dei contribuenti europei, che verrebbe molto presto cavalcata dai populisti di ogni segno. Ma nei fatti la scomparsa dell’America da questo scacchiere accelera un degrado ulteriore nei rapporti tra l’Europa e la Russia, con ricadute anche finanziarie e industriali finora poco comprese. Vediamo.

    Il decreto presidenziale
    Esiste a Mosca, almeno dall’inizio dell’anno, la bozza di un decreto presidenziale che prevede la nazionalizzazione delle attività di aziende di Paesi considerati «non amichevoli». La novità sarebbe solo nella scala – vastissima, macroeconomica – sulla quale tutto ciò potrebbe avvenire. Perché il resto si è già visto tutto. In questi tre anni e mezzo Putin, il suo governo o i giudici da esso controllati hanno già requisito per motivi politici, messo sotto il controllo dello Stato o trasferito a oligarchi amici 103 aziende o proprietà; fra queste le attività russe della francese Danone (trasferite al leader ceceno e signore della guerra Ramzan Kadyrov), quella della danese Carlsberg, della belga InBev, della tedesca Bosch, dell’americana Exxon Mobil e dell’italiana Ariston. Queste ultime erano state addossate a Gazprom, la quale le ha restituite ad Ariston stessa dopo appena sette mesi (succedeva a marzo scorso).

    Il valore dei beni fisici
    Tutto questo molto probabilmente è solo il prologo di ciò che sta per accadere ora, se e quando l’uso per l’Ucraina delle riserve congelate russe diventerà operativo in primavera. Una stima approssimativa che circola negli ambienti di affari legati a Mosca indica che il valore dei beni fisici d’investimento delle società occidentali in Russia sia oggi attorno ai 150 miliardi di dollari; a questi si aggiungono conti bancari di imprese di Paesi “non amichevoli” per altri 150 miliardi di dollari circa.
    Per quanto riguarda le imprese italiane, i conti bancari esposti al sequestro in Russia molto probabilmente custodiscono almeno l’equivalente in rubli di almeno mezzo miliardo di euro; ma si tratta con ogni verosimiglianza di una stima cauta.

    La spinta dell’inflazione
    Spiegherò meglio tra poco, prima però va chiarito perché il valore complessivo dei conti e degli averi delle imprese dei Paesi occidentali in Russia (Giappone politicamente incluso) è così alto. Solo i primi otto gruppi di Paesi “non amichevoli” hanno fatturato in Russia l’equivalente di circa venti miliardi di euro all’ultimo anno dichiarato, spesso il 2023 o il 2024. Il colosso giapponese del tabacco JTI dal 2023 è in testa con vendite per l’equivalente di 4,9 miliardi nel 2023, grazie a un aumento nominale dei fatturati del 40% registrato solo dall’inizio della guerra.

    La spinta dell’inflazione
    JTI ha superato l’americana Philip Morris, diretta concorrente, la quale ha invece fatturato in Russia 4,5 miliardi di euro nel 2023 con un aumento nominale del 12% dall’inizio dell’invasione totale dell’Ucraina. Si tratta di una crescita sospinta in parte da un’inflazione di circa il 20% nei primi due anni del conflitto e dall’accelerazione dei consumi dei russi, perché la spesa militare in quella fase ha creato occupazione e aumentato il potere d’acquisto di milioni di persone.

    I dati
    I dati provengono dalle dichiarazioni fiscali delle imprese stesse all’agenzia delle tasse e all’agenzia statistica russe, raccolti e resi disponibili dalla banca dati Interfax Spark. In questo paradossalmente il governo di Mosca è più trasparente di quelli europei, perché pubblica i dati delle singole aziende (con eccezioni ed esenzioni di natura molto politica).

    Le aziende che hanno lasciato la Russia
    Naturalmente circa 17 mila aziende di Europa, Stati Uniti, Giappone, Australia hanno lasciato la Russia. Anche a costo di essere costrette a vendere a vecchi e nuovi oligarchi locali. Lo hanno fatto ad esempio l'americana McDonald, le tedesche Volkswagen, Mercedes-Benz e Henkel o le italiane Eni ed Enel. Fra i grandi gruppi globali colpiscono, in particolare, due traiettorie.

    Il caso Pepsi
    L’americana Pepsi vede salire i suoi fatturati russi del 58% nei primi tre anni di guerra fino all’equivalente di 2,5 miliardi di euro, proprio mentre da Washington arrivava un pacchetto dopo l’altro di sanzioni (ma non nei beni di consumo come cibi e bevande). E il colosso farmaceutico anglo-svedese Astra-Zeneca, malgrado i rapporti pessimi fra le capitali, dall’inizio del conflitto al 2024 vede quasi triplicare i fatturati fino a un miliardo di euro. Non è chiaro se abbia ricevuto contratti del governo di Mosca nel suo settore, che peraltro è anch’esso del tutto esente dalle sanzioni.

    La curva dei ricavi
    Al confronto le aziende italiane mostrano tendenze simili, ma su una scala molto più modesta. Circa il 70% di quelle che erano presenti prima del 2022 non ha mai lasciato la Russia neanche dopo le sanzioni; e delle 61 imprese di cui è stato possibile reperire le dichiarazioni fiscali su Interfax Spark, 37 avevano fatturati nominali in Russia più alti nel 2024 che prima dell’inizio della guerra. Di una cinquantina di imprese italiane è stato possibile ricostruire l’andamento nel Paese di Vladimir Putin da prima dello scoppio del conflitto totale in Ucraina fino all’anno scorso: il loro fatturato complessivo negli anni di guerra sale del 37%, di una decina di punti in più rispetto all’inflazione locale, fino all’equivalente di 1,7 miliardi di euro nel 2024. L’utile netto aggregato degli anni di guerra è di circa mezzo miliardo di euro, con oltre cento milioni in tasse versate nello stesso periodo al governo di Mosca.

    L’Aperol Spritz
    Quali sono queste imprese? Campari ha una filiale di importazione – non di produzione – che non investe né fa alcuna promozione per crescere, eppure ha visto i fatturati raddoppiare a circa 120 milioni di euro negli anni di guerra per una ragione legata ai paradossi della società russa: mentre i poveri muoiono nel Donbass, nelle élite di Mosca che non possono più viaggiare si è diffusa la moda dell’Aperol Spritz «all'italiana».

    Le italiane, da Chiesi a Barilla e Ferrero
    Crescono molto le farmaceutiche Chiesi e soprattutto Angelini (ma meno di AstraZeneca); decresce in Russia l’impianto di Marcegaglia per acciai di uso civile (700 mila euro di utile in Russia, su un totale di gruppo di quasi duecento milioni nel 2023). Pirelli fattura più di trecento milioni di euro, un risultato che al netto dell’inflazione risulta in frenata dall’inizio della guerra. A queste si aggiungono Cremonini (rifornisce la catena di ex McDonald), Barilla e Ferrero, quest’ultima con un giro d’affari in Russia che resta comunque una frazione dei quasi due miliardi di euro della concorrente americana Mars.

    La presa d'ostaggio
    Nessuna delle imprese che ho citato viola le sanzioni, ma tutte ormai rischiano molto. Spiega The Bell, un quotidiano online molto ben informato sull’economia russa e le dinamiche del potere a Mosca che il governo ha bollato come “agente straniero”: «Gli utili realizzati dalle filiali russe delle aziende (occidentali, ndr.) non possono essere rimpatriati». Dal 2022 devono confluire tutti nei cosiddetti “conti S” fatti istituire dal Cremlino: nella sostanza depositi congelati, così come lo sono le riserve russe in Europa.

    I capitali delle imprese
    Centinaia e centinaia di imprese occidentali non possono disporre dei loro soldi, mentre i profitti e le partecipazioni si accumulano ormai da quasi quattro anni. Di fatto sono stati presi finanziariamente in ostaggio da Putin. Se si aggiunge al conto la quota da circa dieci miliardi di dollari della britannica BP in Rosneft, quella da circa otto miliardi della francese TotalEnergies in Novatek più varie altre e i relativi flussi di dividendi, la stima di conti congelati degli occidentali in Russia per circa 150 miliardi di dollari non suona infondata.

    La fuga inevasa dalla Russia
    Perché tutte queste aziende di tanti Paesi diversi non hanno lasciato la Russia prima? I casi di avidità o opportunismo ci saranno, ma forse non sono molti. Certe imprese sono rimaste perché i loro concorrenti lo facevano (Philip Morris contro JTI). Alcune nel 2022 hanno rinviato l’uscita perché il governo di Mosca imponeva svendite al 50%, per poi scoprire che lo sconto forzoso ora è salito all’80% o al 90%. Altre ancora pensavano che il ritorno di Trump avrebbe portato la pace e il ritiro delle sanzioni. Tutte sono vestigia viventi di un’epoca finita, quella della globalizzazione e del “mondo piatto”, rimaste incagliate in questo tempo di guerra e sanzioni.

    Il ciclo delle ritorsioni
    Putin nel 2022 ha costretto gli europei – che esitavano – a smettere di comprare il gas russo. Oggi è perfettamente capace e deciso a sequestrare gli averi finanziari e materiali delle imprese occidentali, quando l’Europa userà le riserve di Mosca. Per tutte queste imprese ormai non c'è più tempo per tentare di uscire. Per il Cremlino – osserva The Bell – la confisca dell'Occidente sarà una scorciatoia per coprire il crescente deficit di bilancio nel 2026, ma a un prezzo astronomico: con questi espropri la Russia si taglierà fuori dai mercati finanziari internazionali per una generazione a venire, finendo sempre di più nelle mani e alla mercé della Cina.


    I conti S
    Peraltro non potrà estrarre molto denaro dai "conti S", perché la quota liquida è limitata mentre vendere la parte in azioni o obbligazioni può far crollare il mercato di Mosca. Ma Putin accetterà anche questo, pur di servire la sua ossessione di guerra. Per l’Europa cedere al ricatto per salvare i conti russi delle proprie imprese sarebbe comunque un errore. Essi resterebbero comunque congelati per sempre, o almeno fino alla sottomissione dei governi europei agli obiettivi di restaurazione imperiale del Cremlino. Il costo sarebbe ben più alto di qualunque profitto accumulato.


    Source: https://www.corriere.it/economia/finanza/25_settembre_29/russia-ue-nuova-guerra-finanziaria-144a5e5d-82d0-47d6-885e-4646cbfa6xlk_amp.shtml
    Russia-Ue, la nuova guerra (finanziaria): i conti bloccati delle imprese occidentali, le mani di Putin su 150 miliardi di dollari, cosa rischiano le italiane Il Cremlino risponderà all’idea del cancelliere tedesco Merz di utilizzare le riserve congelate russe per finanziare l’Ucraina: ecco che cosa ha in mente lo Zar (e cosa rischia l’Italia... la newsletter Russia-Ue, la nuova guerra (finanziaria): i conti bloccati delle imprese occidentali, le mani di Putin su 150 miliardi di dollari, cosa rischiano le italiane di Federico Fubini Russia-Ue, la nuova guerra (finanziaria): i conti bloccati delle imprese occidentali, così Putin mette le mani su 150 miliardi di dollari Vladimir Putin (a destra) con Sergei Lavrov (Questo articolo è tratto dalla newsletter Whatever it takes ad opera di Federico Fubini, se vuoi iscriverti clicca qui) Si è udito un silenzio irreale da Mosca dopo che il cancelliere tedesco Friedrich Merz, per la prima volta, ha messo la sua firma su una decisione che sta prendendo forma: usare le riserve congelate della Russia per finanziare l’Ucraina, dapprima mobilitando 170 miliardi di euro e alla lunga ben oltre duecento. La vicenda dei fondi di Mosca risale ai primi giorni della guerra totale all’Ucraina, quando i leader del G7 bloccarono quei conti in dollari, euro, sterline e yen e li sottrassero alla disponibilità di Vladimir Putin (foto sotto). Ho scritto sul “Corriere” (qui, qui e qui, con Mara Gergolet) dei modi in cui questo può accadere, a partire dal G7 dei ministri delle Finanze già previsto mercoledì. Si può ipotizzare che la decisione diventi esecutiva fra marzo e aprile prossimi. La risposta del Cremlino Ora però mi interessano altri aspetti, perché quel silenzio di Mosca è ingannevole. Il Cremlino risponderà. Prenderà di mira e confischerà i conti e probabilmente anche i beni fisici delle aziende attive in Russia dei Paesi che dovessero partecipare all’intervento sulle riserve – incluse almeno una sessantina di imprese italiane – se questa decisione sarà confermata. La tensione tra Mosca e i governi europei, già altissima, non farà che crescere ancora. Le ritorsioni Dirò più sotto perché temo che tutto ciò sia inevitabile e perché gli averi delle aziende europee in Russia già oggi sono probabilmente irrecuperabili; quindi, non è il momento per italiani, francesi, tedeschi o britannici di farsi intimidire dalle minacce di ritorsioni. Il senso di ciò che sta accadendo è sempre più chiaro. La ritirata degli Stati Uniti dal conflitto per scelta di Donald Trump, così come la determinazione di Putin (sostenuto dalla Cina) di perseguire comunque i suoi obiettivi massimi di guerra, stanno spingendo una parte d’Europa verso ciò che per ottant’anni non aveva mai fatto: esporsi sempre di più – con denaro, armi, industria e tecnologie – perché l’Ucraina non ceda; perché Putin non divenga una minaccia sempre maggiore anche per noi stessi. Le riserve russe Usare le riserve russe è un modo di continuare questo sforzo cercando di prevenire una rivolta dei contribuenti europei, che verrebbe molto presto cavalcata dai populisti di ogni segno. Ma nei fatti la scomparsa dell’America da questo scacchiere accelera un degrado ulteriore nei rapporti tra l’Europa e la Russia, con ricadute anche finanziarie e industriali finora poco comprese. Vediamo. Il decreto presidenziale Esiste a Mosca, almeno dall’inizio dell’anno, la bozza di un decreto presidenziale che prevede la nazionalizzazione delle attività di aziende di Paesi considerati «non amichevoli». La novità sarebbe solo nella scala – vastissima, macroeconomica – sulla quale tutto ciò potrebbe avvenire. Perché il resto si è già visto tutto. In questi tre anni e mezzo Putin, il suo governo o i giudici da esso controllati hanno già requisito per motivi politici, messo sotto il controllo dello Stato o trasferito a oligarchi amici 103 aziende o proprietà; fra queste le attività russe della francese Danone (trasferite al leader ceceno e signore della guerra Ramzan Kadyrov), quella della danese Carlsberg, della belga InBev, della tedesca Bosch, dell’americana Exxon Mobil e dell’italiana Ariston. Queste ultime erano state addossate a Gazprom, la quale le ha restituite ad Ariston stessa dopo appena sette mesi (succedeva a marzo scorso). Il valore dei beni fisici Tutto questo molto probabilmente è solo il prologo di ciò che sta per accadere ora, se e quando l’uso per l’Ucraina delle riserve congelate russe diventerà operativo in primavera. Una stima approssimativa che circola negli ambienti di affari legati a Mosca indica che il valore dei beni fisici d’investimento delle società occidentali in Russia sia oggi attorno ai 150 miliardi di dollari; a questi si aggiungono conti bancari di imprese di Paesi “non amichevoli” per altri 150 miliardi di dollari circa. Per quanto riguarda le imprese italiane, i conti bancari esposti al sequestro in Russia molto probabilmente custodiscono almeno l’equivalente in rubli di almeno mezzo miliardo di euro; ma si tratta con ogni verosimiglianza di una stima cauta. La spinta dell’inflazione Spiegherò meglio tra poco, prima però va chiarito perché il valore complessivo dei conti e degli averi delle imprese dei Paesi occidentali in Russia (Giappone politicamente incluso) è così alto. Solo i primi otto gruppi di Paesi “non amichevoli” hanno fatturato in Russia l’equivalente di circa venti miliardi di euro all’ultimo anno dichiarato, spesso il 2023 o il 2024. Il colosso giapponese del tabacco JTI dal 2023 è in testa con vendite per l’equivalente di 4,9 miliardi nel 2023, grazie a un aumento nominale dei fatturati del 40% registrato solo dall’inizio della guerra. La spinta dell’inflazione JTI ha superato l’americana Philip Morris, diretta concorrente, la quale ha invece fatturato in Russia 4,5 miliardi di euro nel 2023 con un aumento nominale del 12% dall’inizio dell’invasione totale dell’Ucraina. Si tratta di una crescita sospinta in parte da un’inflazione di circa il 20% nei primi due anni del conflitto e dall’accelerazione dei consumi dei russi, perché la spesa militare in quella fase ha creato occupazione e aumentato il potere d’acquisto di milioni di persone. I dati I dati provengono dalle dichiarazioni fiscali delle imprese stesse all’agenzia delle tasse e all’agenzia statistica russe, raccolti e resi disponibili dalla banca dati Interfax Spark. In questo paradossalmente il governo di Mosca è più trasparente di quelli europei, perché pubblica i dati delle singole aziende (con eccezioni ed esenzioni di natura molto politica). Le aziende che hanno lasciato la Russia Naturalmente circa 17 mila aziende di Europa, Stati Uniti, Giappone, Australia hanno lasciato la Russia. Anche a costo di essere costrette a vendere a vecchi e nuovi oligarchi locali. Lo hanno fatto ad esempio l'americana McDonald, le tedesche Volkswagen, Mercedes-Benz e Henkel o le italiane Eni ed Enel. Fra i grandi gruppi globali colpiscono, in particolare, due traiettorie. Il caso Pepsi L’americana Pepsi vede salire i suoi fatturati russi del 58% nei primi tre anni di guerra fino all’equivalente di 2,5 miliardi di euro, proprio mentre da Washington arrivava un pacchetto dopo l’altro di sanzioni (ma non nei beni di consumo come cibi e bevande). E il colosso farmaceutico anglo-svedese Astra-Zeneca, malgrado i rapporti pessimi fra le capitali, dall’inizio del conflitto al 2024 vede quasi triplicare i fatturati fino a un miliardo di euro. Non è chiaro se abbia ricevuto contratti del governo di Mosca nel suo settore, che peraltro è anch’esso del tutto esente dalle sanzioni. La curva dei ricavi Al confronto le aziende italiane mostrano tendenze simili, ma su una scala molto più modesta. Circa il 70% di quelle che erano presenti prima del 2022 non ha mai lasciato la Russia neanche dopo le sanzioni; e delle 61 imprese di cui è stato possibile reperire le dichiarazioni fiscali su Interfax Spark, 37 avevano fatturati nominali in Russia più alti nel 2024 che prima dell’inizio della guerra. Di una cinquantina di imprese italiane è stato possibile ricostruire l’andamento nel Paese di Vladimir Putin da prima dello scoppio del conflitto totale in Ucraina fino all’anno scorso: il loro fatturato complessivo negli anni di guerra sale del 37%, di una decina di punti in più rispetto all’inflazione locale, fino all’equivalente di 1,7 miliardi di euro nel 2024. L’utile netto aggregato degli anni di guerra è di circa mezzo miliardo di euro, con oltre cento milioni in tasse versate nello stesso periodo al governo di Mosca. L’Aperol Spritz Quali sono queste imprese? Campari ha una filiale di importazione – non di produzione – che non investe né fa alcuna promozione per crescere, eppure ha visto i fatturati raddoppiare a circa 120 milioni di euro negli anni di guerra per una ragione legata ai paradossi della società russa: mentre i poveri muoiono nel Donbass, nelle élite di Mosca che non possono più viaggiare si è diffusa la moda dell’Aperol Spritz «all'italiana». Le italiane, da Chiesi a Barilla e Ferrero Crescono molto le farmaceutiche Chiesi e soprattutto Angelini (ma meno di AstraZeneca); decresce in Russia l’impianto di Marcegaglia per acciai di uso civile (700 mila euro di utile in Russia, su un totale di gruppo di quasi duecento milioni nel 2023). Pirelli fattura più di trecento milioni di euro, un risultato che al netto dell’inflazione risulta in frenata dall’inizio della guerra. A queste si aggiungono Cremonini (rifornisce la catena di ex McDonald), Barilla e Ferrero, quest’ultima con un giro d’affari in Russia che resta comunque una frazione dei quasi due miliardi di euro della concorrente americana Mars. La presa d'ostaggio Nessuna delle imprese che ho citato viola le sanzioni, ma tutte ormai rischiano molto. Spiega The Bell, un quotidiano online molto ben informato sull’economia russa e le dinamiche del potere a Mosca che il governo ha bollato come “agente straniero”: «Gli utili realizzati dalle filiali russe delle aziende (occidentali, ndr.) non possono essere rimpatriati». Dal 2022 devono confluire tutti nei cosiddetti “conti S” fatti istituire dal Cremlino: nella sostanza depositi congelati, così come lo sono le riserve russe in Europa. I capitali delle imprese Centinaia e centinaia di imprese occidentali non possono disporre dei loro soldi, mentre i profitti e le partecipazioni si accumulano ormai da quasi quattro anni. Di fatto sono stati presi finanziariamente in ostaggio da Putin. Se si aggiunge al conto la quota da circa dieci miliardi di dollari della britannica BP in Rosneft, quella da circa otto miliardi della francese TotalEnergies in Novatek più varie altre e i relativi flussi di dividendi, la stima di conti congelati degli occidentali in Russia per circa 150 miliardi di dollari non suona infondata. La fuga inevasa dalla Russia Perché tutte queste aziende di tanti Paesi diversi non hanno lasciato la Russia prima? I casi di avidità o opportunismo ci saranno, ma forse non sono molti. Certe imprese sono rimaste perché i loro concorrenti lo facevano (Philip Morris contro JTI). Alcune nel 2022 hanno rinviato l’uscita perché il governo di Mosca imponeva svendite al 50%, per poi scoprire che lo sconto forzoso ora è salito all’80% o al 90%. Altre ancora pensavano che il ritorno di Trump avrebbe portato la pace e il ritiro delle sanzioni. Tutte sono vestigia viventi di un’epoca finita, quella della globalizzazione e del “mondo piatto”, rimaste incagliate in questo tempo di guerra e sanzioni. Il ciclo delle ritorsioni Putin nel 2022 ha costretto gli europei – che esitavano – a smettere di comprare il gas russo. Oggi è perfettamente capace e deciso a sequestrare gli averi finanziari e materiali delle imprese occidentali, quando l’Europa userà le riserve di Mosca. Per tutte queste imprese ormai non c'è più tempo per tentare di uscire. Per il Cremlino – osserva The Bell – la confisca dell'Occidente sarà una scorciatoia per coprire il crescente deficit di bilancio nel 2026, ma a un prezzo astronomico: con questi espropri la Russia si taglierà fuori dai mercati finanziari internazionali per una generazione a venire, finendo sempre di più nelle mani e alla mercé della Cina. I conti S Peraltro non potrà estrarre molto denaro dai "conti S", perché la quota liquida è limitata mentre vendere la parte in azioni o obbligazioni può far crollare il mercato di Mosca. Ma Putin accetterà anche questo, pur di servire la sua ossessione di guerra. Per l’Europa cedere al ricatto per salvare i conti russi delle proprie imprese sarebbe comunque un errore. Essi resterebbero comunque congelati per sempre, o almeno fino alla sottomissione dei governi europei agli obiettivi di restaurazione imperiale del Cremlino. Il costo sarebbe ben più alto di qualunque profitto accumulato. Source: https://www.corriere.it/economia/finanza/25_settembre_29/russia-ue-nuova-guerra-finanziaria-144a5e5d-82d0-47d6-885e-4646cbfa6xlk_amp.shtml
    Like
    1
    0 Comments 0 Shares 763 Views
  • CARI " LIBERI TRA I VIVI", VOGLIO FARVI INIZIARE BENE IL NOSTRO ULTIMO WEEKEND DI AGOSTO CON QUESTA ULTERIORE INFORMAZIONE CHE CI FA CRESCERE SEMPRE DI PIU IN CONSAPEVOLEZZA, CONVINTI DI ESSERE DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA

    "SISTEMA ARABELLA": IL "BANCOMAT" DEI PROGRESSISTI GESTITO DA SOROS STA COLLASANDO

    Fiumi di miliardi: così Soros ingrassa le casse della sinistra
    Dal 2000 ad oggi il magnate nato a Budapest ha stanziato 21 miliardi di dollari tra partiti e lobby: il più grande bancomat per cause politiche al mondo

    CI sono "Assi di sinistra" che sono in procinto di saltare: per esempio Trump ha appena messo Soros sotto osservazione RICO cosi come, allo stesso tempo e modo, ha messo Gates& his foundations' system". COME HA FATTO???
    "Elementare whatson" direbbero i " fratelli maggiori inglesi": Arabella Advisors, il bancomat della sinistra, la fogna dei finanziamenti segreti dei Democratici, e' stata presa di mira dal MAGA ed ora sta collassando.
    Ma come funziona il "SISTEMA ARABELLA" e chi lo gestisce???
    Va premesso innanzitutto che ieri 28 agosto Trump ha detto pubblicamente in un'intervista dallo studio ovale della White House che "Soros e suo figlio Alex dovrebbero essere perseguiti ai sensi del RICO per il sostegno alle proteste violente e molto altro attuate in tutti gli Stati Uniti”: non ha usato mezzi termini continuando ad affermare che “Non permetteremo più a questi pazzi di fare a pezzi l'America” ed Elon Musk , per rincarare la dose lo ha immediatamente appoggiato dichiarando: “È ora di agire direttamente contro Soros”!!!!....PIU' LAPIDARI E CHIARI DI COSI, alla faccia della DIPLOMAZIA!!!!!
    Nel frattempo, il New York Times ha ammesso silenziosamente ciò che ha nascosto per anni scrivendo:" Arabella Advisors - l'enorme macchina di denaro oscuro che finanzia l'attivismo di sinistra - sta cadendo a pezzi". MA COSA FA ARABELLA?
    Arabella gestisce centinaia di fondi che finanziano le proteste per il clima, le iniziative elettorali, i gruppi per la giustizia razziale, le campagne di registrazione degli elettori , insomma l'intero “gioco di base” della sinistra.Cosa pero' non ha volutamente detto il Times?Che Arabella è legata alla famiglia Soros: per anni è stata la macchina del denaro ombra dietro le operazioni dei Democratici gestita direttamente dai Soros&friends
    Il generale Flynn aveva gia' lanciato l'allarme dal 2020 dichiarando:"Arabella e' l'hub in cui i soldi dei miliardari + i fondi dei contribuenti si fondevano per alimentare proteste ed elezioni anti sovranisti".
    Eccovi dunque come funzionava la pipeline?
    dollari dei contribuenti USAID → mega-fondazioni (come Gates) → Arabella Advisors → ONG democratiche, politici, rivolte e corruzzione dilagante in Usa ed in tutto il mondo, nessuno escluso.
    In parole povere: stavamo pagando la distruzione del "sistema sovranista" su cui fino a 40 anni fa si basavano (e si basano tuttora anche se sono state x ora bypassate da fonti legislative di "grado superiore" come dice l'elite) la maggiorparte delle CARTE COSTITUZIONALI DEI PAESI DEMOCRATICI DEL 1900.
    Ritornando ad Arabella si puo' dire con certezza che
    nell'ultimo decennio Arabella ha fatto "incetta" di burocrati dell'USAID, offrendo loro posti di lavoro privilegiati nella sua rete di “organizzazioni non profit” dai nomi blandi, cosi come grandi donatori come la Fondazione Gates hanno ottenuto grasse sovvenzioni dall'USAID. In effetti, l'USAID inviava loro denaro dei contribuenti, che passavano ad Arabella, che poi lo incanalava nell’attivismo progressista antisovranista.
    Trump, tra le prime cose che ha fatto, ha chiuso il rubinetto dell'USAID: ed ora per mantenere a galla Arabella, Gates deve attingere ai fondi della sua fondazione di cui nel contempo gli investigatori del DOGE stanno tracciando ogni singolo dollaro grazie anche al Qfs.
    Non c'è quindi da sorprendersi se Gates&c. si stanno tirando fuori da Arabella, nascondendosi dietro una linea di pubbliche relazioni secondo cui si trattava “solo di una decisione commerciale”. Traduzione: sono nel panico!!!!

    Non era solo una questione di ottica, Arabella era l'ancora di salvezza della sinistra, il loro bancomat!!!!Senza di essa, i Democratici perdono la loro macchina ombra e cosi pure la raccolta di denaro anonimo dei megadonatori che manteneva in funzione le loro operazioni sul campo.
    I repubblicani hanno ancora WinRed e i donatori di base. I Democratici? La loro fogna di denaro oscuro è stata tappata.
    Le conseguenze sono enormi: I gruppi finanziati da Arabella che hanno favorito l'affluenza alle urne dei Democratici devono ora ridimensionarsi: questo si ripercuote sugli Stati in bilico nel 2026 e 2028, dove le operazioni sul margine di errore decidono le elezioni.
    E la parte migliore: I democratici non possono piangere senza ammettere la verità: che il loro “impegno civico” è stato alimentato dal denaro oscuro di miliardari e contribuenti.
    Ed anche a livello globale la pressione sta aumentando: per esempio Il premier ungherese Orbán ha già giurato di espellere i gruppi sostenuti da Soros, definendoli “corruzione”. Ora Trump sta segnalando la stessa cosa in patria.
    Le indagini lo confermano: I gruppi legati ad Arabella hanno inscenato rivolte anti-ICE, hanno ricevuto milioni di sovvenzioni e si sono persino messi in fila per ottenere 2 miliardi di dollari di fondi EPA per il clima: una vera e propria macchina di protesta anti sovranista finanziata dai contribuenti.
    Morale della favola: Soros + Arabella non era filantropia ma PURO RACKET!!!!.
    La palude progressista è ormai nel panico: i patrioti vincono!!!

    https://www.ilgiornale.it/news/interni/soros-e-investimenti-sinistra-27-miliardi-solo-nel-2021-2106853.html
    CARI " LIBERI TRA I VIVI", VOGLIO FARVI INIZIARE BENE IL NOSTRO ULTIMO WEEKEND DI AGOSTO CON QUESTA ULTERIORE INFORMAZIONE CHE CI FA CRESCERE SEMPRE DI PIU IN CONSAPEVOLEZZA, CONVINTI DI ESSERE DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA💪🇮🇹😜 🖤🔥"SISTEMA ARABELLA": IL "BANCOMAT" DEI PROGRESSISTI GESTITO DA SOROS STA COLLASANDO🙈😱 Fiumi di miliardi: così Soros ingrassa le casse della sinistra Dal 2000 ad oggi il magnate nato a Budapest ha stanziato 21 miliardi di dollari tra partiti e lobby: il più grande bancomat per cause politiche al mondo CI sono "Assi di sinistra" che sono in procinto di saltare: per esempio Trump ha appena messo Soros sotto osservazione RICO cosi come, allo stesso tempo e modo, ha messo Gates& his foundations' system". COME HA FATTO??? "Elementare whatson" direbbero i " fratelli maggiori inglesi": Arabella Advisors, il bancomat della sinistra, la fogna dei finanziamenti segreti dei Democratici, e' stata presa di mira dal MAGA ed ora sta collassando. Ma come funziona il "SISTEMA ARABELLA" e chi lo gestisce??? Va premesso innanzitutto che ieri 28 agosto Trump ha detto pubblicamente in un'intervista dallo studio ovale della White House che "Soros e suo figlio Alex dovrebbero essere perseguiti ai sensi del RICO per il sostegno alle proteste violente e molto altro attuate in tutti gli Stati Uniti”: non ha usato mezzi termini continuando ad affermare che “Non permetteremo più a questi pazzi di fare a pezzi l'America” ed Elon Musk , per rincarare la dose lo ha immediatamente appoggiato dichiarando: “È ora di agire direttamente contro Soros”!!!!....PIU' LAPIDARI E CHIARI DI COSI, alla faccia della DIPLOMAZIA!!!!! Nel frattempo, il New York Times ha ammesso silenziosamente ciò che ha nascosto per anni scrivendo:" Arabella Advisors - l'enorme macchina di denaro oscuro che finanzia l'attivismo di sinistra - sta cadendo a pezzi". MA COSA FA ARABELLA? Arabella gestisce centinaia di fondi che finanziano le proteste per il clima, le iniziative elettorali, i gruppi per la giustizia razziale, le campagne di registrazione degli elettori , insomma l'intero “gioco di base” della sinistra.Cosa pero' non ha volutamente detto il Times?Che Arabella è legata alla famiglia Soros: per anni è stata la macchina del denaro ombra dietro le operazioni dei Democratici gestita direttamente dai Soros&friends Il generale Flynn aveva gia' lanciato l'allarme dal 2020 dichiarando:"Arabella e' l'hub in cui i soldi dei miliardari + i fondi dei contribuenti si fondevano per alimentare proteste ed elezioni anti sovranisti". Eccovi dunque come funzionava la pipeline? 👉 dollari dei contribuenti USAID → mega-fondazioni (come Gates) → Arabella Advisors → ONG democratiche, politici, rivolte e corruzzione dilagante in Usa ed in tutto il mondo, nessuno escluso. In parole povere: stavamo pagando la distruzione del "sistema sovranista" su cui fino a 40 anni fa si basavano (e si basano tuttora anche se sono state x ora bypassate da fonti legislative di "grado superiore" come dice l'elite) la maggiorparte delle CARTE COSTITUZIONALI DEI PAESI DEMOCRATICI DEL 1900. Ritornando ad Arabella si puo' dire con certezza che nell'ultimo decennio Arabella ha fatto "incetta" di burocrati dell'USAID, offrendo loro posti di lavoro privilegiati nella sua rete di “organizzazioni non profit” dai nomi blandi, cosi come grandi donatori come la Fondazione Gates hanno ottenuto grasse sovvenzioni dall'USAID. In effetti, l'USAID inviava loro denaro dei contribuenti, che passavano ad Arabella, che poi lo incanalava nell’attivismo progressista antisovranista. Trump, tra le prime cose che ha fatto, ha chiuso il rubinetto dell'USAID: ed ora per mantenere a galla Arabella, Gates deve attingere ai fondi della sua fondazione di cui nel contempo gli investigatori del DOGE stanno tracciando ogni singolo dollaro grazie anche al Qfs. Non c'è quindi da sorprendersi se Gates&c. si stanno tirando fuori da Arabella, nascondendosi dietro una linea di pubbliche relazioni secondo cui si trattava “solo di una decisione commerciale”. Traduzione: sono nel panico!!!! Non era solo una questione di ottica, Arabella era l'ancora di salvezza della sinistra, il loro bancomat!!!!Senza di essa, i Democratici perdono la loro macchina ombra e cosi pure la raccolta di denaro anonimo dei megadonatori che manteneva in funzione le loro operazioni sul campo. I repubblicani hanno ancora WinRed e i donatori di base. I Democratici? La loro fogna di denaro oscuro è stata tappata. Le conseguenze sono enormi: I gruppi finanziati da Arabella che hanno favorito l'affluenza alle urne dei Democratici devono ora ridimensionarsi: questo si ripercuote sugli Stati in bilico nel 2026 e 2028, dove le operazioni sul margine di errore decidono le elezioni. E la parte migliore: I democratici non possono piangere senza ammettere la verità: che il loro “impegno civico” è stato alimentato dal denaro oscuro di miliardari e contribuenti. Ed anche a livello globale la pressione sta aumentando: per esempio Il premier ungherese Orbán ha già giurato di espellere i gruppi sostenuti da Soros, definendoli “corruzione”. Ora Trump sta segnalando la stessa cosa in patria. Le indagini lo confermano: I gruppi legati ad Arabella hanno inscenato rivolte anti-ICE, hanno ricevuto milioni di sovvenzioni e si sono persino messi in fila per ottenere 2 miliardi di dollari di fondi EPA per il clima: una vera e propria macchina di protesta anti sovranista finanziata dai contribuenti. Morale della favola: Soros + Arabella non era filantropia ma PURO RACKET!!!!. La palude progressista è ormai nel panico: i patrioti vincono❤️🇺🇸!!! https://www.ilgiornale.it/news/interni/soros-e-investimenti-sinistra-27-miliardi-solo-nel-2021-2106853.html
    WWW.ILGIORNALE.IT
    Fiumi di miliardi: così Soros ingrassa le casse della sinistra
    Dal 2000 ad oggi il magnate nato a Budapest ha stanziato 21 miliardi di dollari tra partiti e lobby: il più grande bancomat per cause politiche al mondo
    Angry
    2
    0 Comments 0 Shares 3K Views
  • E POI LEGGI QUESTE NOTIZIE che TI FANNO INCAZZARE NERO!
    Autostrade, 650 milioni scomparsi: così il prezzo pagato ai Benetton è stato gonfiato
    di Vincenzo Bisbiglia e Marco Grasso
    Così Cdp&C. avrebbero pagato ai Benetton un prezzo gonfiato

    Centinaia di milioni pagati dagli utenti autostradali e dallo Stato, che invece di andare a finanziare manutenzione e nuove opere sono finiti nelle tasche degli azionisti di Autostrade per l’Italia. E un prezzo di vendita della società che, per effetto di queste politiche aziendali, potrebbe essere stato gonfiato. A danno, ancora una volta, dei contribuenti. […]

    https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2025/08/14/autostrade-quei-650-mln-scomparsi-dai-bilanci/8094349/
    E POI LEGGI QUESTE NOTIZIE che TI FANNO INCAZZARE NERO! Autostrade, 650 milioni scomparsi: così il prezzo pagato ai Benetton è stato gonfiato di Vincenzo Bisbiglia e Marco Grasso Così Cdp&C. avrebbero pagato ai Benetton un prezzo gonfiato Centinaia di milioni pagati dagli utenti autostradali e dallo Stato, che invece di andare a finanziare manutenzione e nuove opere sono finiti nelle tasche degli azionisti di Autostrade per l’Italia. E un prezzo di vendita della società che, per effetto di queste politiche aziendali, potrebbe essere stato gonfiato. A danno, ancora una volta, dei contribuenti. […] https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2025/08/14/autostrade-quei-650-mln-scomparsi-dai-bilanci/8094349/
    WWW.ILFATTOQUOTIDIANO.IT
    Autostrade, 650 milioni scomparsi: così il prezzo pagato ai Benetton è stato gonfiato - Il Fatto Quotidiano
    Leggi su Il Fatto Quotidiano l'articolo in edicola "Autostrade, 650 milioni scomparsi: così il prezzo pagato ai Benetton è stato gonfiato" pubblicato il 14 Agosto 2025 a firma di Vincenzo Bisbiglia e Marco Grasso
    Angry
    3
    0 Comments 0 Shares 736 Views
  • L'USAID ha ufficialmente chiuso. Bill Gates non può più usare i soldi dei contribuenti per commettere crimini di guerra biologici.

    “Sono un po’ preoccupato perché la mia fondazione collabora con l’USAID su questioni relative alla distribuzione dei vaccini…”

    USAID is officially closed. Bill Gates can no longer use taxpayer money to commit biological war crimes.

    “I am a little concerned because my foundation works with USAID on issues related to vaccine distribution…”

    Source:
    https://x.com/Wondercri1982/status/1910451475177685400?s=19
    L'USAID ha ufficialmente chiuso. Bill Gates non può più usare i soldi dei contribuenti per commettere crimini di guerra biologici. “Sono un po’ preoccupato perché la mia fondazione collabora con l’USAID su questioni relative alla distribuzione dei vaccini…” USAID is officially closed. Bill Gates can no longer use taxpayer money to commit biological war crimes. “I am a little concerned because my foundation works with USAID on issues related to vaccine distribution…” Source: https://x.com/Wondercri1982/status/1910451475177685400?s=19
    Angry
    2
    0 Comments 0 Shares 2K Views 8

  • HANNO SOSPESO LA
    LE PEN PERCHÉ USAVA SECONDO I GIUDICI ROSSI I FONDI UE PER FARE POLITICA..E LA UE CHE SECONDO LA CORTE DEI CONTI EUROPEA NON SA A CHI DA MILIARDI DEI CONTRIBUENTI EUROPEI? PERCHÉ NON VENGONO PUNITI E SOSPESI? DUE PESI E DUE MISURE!
    #Movimentoonesti

    THEY SUSPENDED
    LE PEN BECAUSE ACCORDING TO THE RED JUDGES SHE USED EU FUNDS TO DO POLITICS..AND THE EU WHICH ACCORDING TO THE EUROPEAN COURT OF AUDITORS DOESN'T KNOW TO WHOM IT GIVES BILLIONS OF EUROPEAN TAXPAYERS? WHY ARE THEY NOT PUNISHED AND SUSPENDED? DOUBLE WEIGHTS AND DOUBLE MEASURES!
    #Movimentonesti

    Source: https://x.com/ClaudioDeglinn2/status/1910238524755882310?s=19
    ⚠️⚠️ HANNO SOSPESO LA LE PEN PERCHÉ USAVA SECONDO I GIUDICI ROSSI I FONDI UE PER FARE POLITICA..E LA UE CHE SECONDO LA CORTE DEI CONTI EUROPEA NON SA A CHI DA MILIARDI DEI CONTRIBUENTI EUROPEI? PERCHÉ NON VENGONO PUNITI E SOSPESI? DUE PESI E DUE MISURE! #Movimentoonesti THEY SUSPENDED LE PEN BECAUSE ACCORDING TO THE RED JUDGES SHE USED EU FUNDS TO DO POLITICS..AND THE EU WHICH ACCORDING TO THE EUROPEAN COURT OF AUDITORS DOESN'T KNOW TO WHOM IT GIVES BILLIONS OF EUROPEAN TAXPAYERS? WHY ARE THEY NOT PUNISHED AND SUSPENDED? DOUBLE WEIGHTS AND DOUBLE MEASURES! #Movimentonesti Source: https://x.com/ClaudioDeglinn2/status/1910238524755882310?s=19
    0 Comments 0 Shares 2K Views 0
  • Dott. Alexander Sell (AfD)

    A questa "donna" non deve mai essere permesso di accedere ai risparmi dei cittadini

    "Ci sono pochi politici tedeschi così profondamente coinvolti in accuse di corruzione come Ursula von der merden. Distribuisce miliardi di soldi dei nostri contribuenti tramite SMS. Ho elencato le tappe fondamentali di questa carriera politica al Parlamento europeo", scrive il dott. Alexander Sell su "X".
    Dott. Alexander Sell (AfD) A questa "donna" non deve mai essere permesso di accedere ai risparmi dei cittadini "Ci sono pochi politici tedeschi così profondamente coinvolti in accuse di corruzione come Ursula von der merden. Distribuisce miliardi di soldi dei nostri contribuenti tramite SMS. Ho elencato le tappe fondamentali di questa carriera politica al Parlamento europeo", scrive il dott. Alexander Sell su "X".
    Angry
    1
    0 Comments 0 Shares 3K Views 4
  • La deputata @serracchiani Debora Serracchiani (PD) chiede al governo di censurare la proiezione di un documentario in una sala privata e di vietare la raccolta firme contro le dichiarazioni di Mattarella, ritenendole false.

    https://www.petizioni.com/il_popolo_italiano_prende_le_distanze_dalle_parole_del_presidente_mattarella

    Vorrei ricordare alla deputata che la petizione è assolutamente legittima. Se avessi voluto organizzare qualcosa di farlocco, avrei messo in piedi le primarie del PD.

    Non contenta, Serracchiani attacca me e @AndreaLucidi, accusandoci di essere giornalisti di International Reporters, che secondo lei sarebbe un "organo del Cremlino".

    Un premio da 27.000 euro vinto da International Reporters in un concorso per startup viene spacciato per un "finanziamento russo". Facciamo due conti:

    27.000 euro in un anno equivalgono a 2.250 euro al mese
    Divisi tra 10 giornalisti, fanno 225 euro a testa
    L’equivalente di una cena del PD a spese dei contribuenti italiani.
     
    Trieste 20 Marzo 2025 
    “La presidente del Consiglio e il ministro dell’Interno applichino ai video prodotti da ‘Russia Today’ le sanzioni europee cui l’emittente è sottoposta in tutta l’Unione Europea, con il divieto assoluto di trasmissione dei suoi programmi in qualunque forma e contesto. La misura si applichi all’evento in programma a Udine e ad altre simili manifestazioni che si dovessero organizzare in futuro anche in altre località d’Italia”. Lo chiede la deputata Debora Serracchiani, che ha depositato un’interrogazione al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni sulla proiezione, prevista per domenica 23 marzo in un hotel di Udine, di due filmati prodotti dall’emittente “Russia Today”, dal titolo “I bambini del Donbass” e “Maidan. La strada verso la guerra”, promossa da Insieme Liberi, Liberi Elettori-Io amo Udine e altri soggetti. “Il video sul sequestro dei bambini del Donbass è un caso di disinformatija in pieno stile putiniano”, afferma la deputata precisando che “per quell’episodio la Corte penale internazionale ha emesso un mandato di cattura nei confronti dello stesso Vladimir Putin. Giustamente le associazioni ucraine sono scandalizzate”. Serracchiani richiama la “recente campagna di attacchi contro il Presidente della Repubblica e le aggressioni informatiche contro infrastrutture critiche”, segnala la “raccolta di firme, rivelatasi piena di nomi palesemente falsi, consegnate nelle mani di Maria Zakharova, direttore del dipartimento informazione e stampa del Ministero degli esteri della Russia, promossa anche a Udine” e denuncia che “verrà a far propaganda chi lavora per il sito russo ‘International Reporters’, allineato alla propaganda russa e associato a un finanziamento, diretto o indiretto, da parte delle autorità russe”. La deputata nel suo atto ispettivo richiama il Regolamento del Consiglio europeo in merito alle “Misure restrittive in considerazione delle azioni della Russia che destabilizzano la situazione in Ucraina” che vietano a Russia Today e altri operatori di trasmettere o veicolare contenuti “finché la Federazione russa e i suoi organi di informazione non cesseranno di condurre azioni di disinformazione e manipolazione delle informazioni nei confronti dell’Ue e dei suoi Stati membri”.
    La deputata @serracchiani Debora Serracchiani (PD) chiede al governo di censurare la proiezione di un documentario in una sala privata e di vietare la raccolta firme contro le dichiarazioni di Mattarella, ritenendole false. https://www.petizioni.com/il_popolo_italiano_prende_le_distanze_dalle_parole_del_presidente_mattarella Vorrei ricordare alla deputata che la petizione è assolutamente legittima. Se avessi voluto organizzare qualcosa di farlocco, avrei messo in piedi le primarie del PD. Non contenta, Serracchiani attacca me e @AndreaLucidi, accusandoci di essere giornalisti di International Reporters, che secondo lei sarebbe un "organo del Cremlino". Un premio da 27.000 euro vinto da International Reporters in un concorso per startup viene spacciato per un "finanziamento russo". Facciamo due conti: 27.000 euro in un anno equivalgono a 2.250 euro al mese Divisi tra 10 giornalisti, fanno 225 euro a testa L’equivalente di una cena del PD a spese dei contribuenti italiani.   Trieste 20 Marzo 2025  “La presidente del Consiglio e il ministro dell’Interno applichino ai video prodotti da ‘Russia Today’ le sanzioni europee cui l’emittente è sottoposta in tutta l’Unione Europea, con il divieto assoluto di trasmissione dei suoi programmi in qualunque forma e contesto. La misura si applichi all’evento in programma a Udine e ad altre simili manifestazioni che si dovessero organizzare in futuro anche in altre località d’Italia”. Lo chiede la deputata Debora Serracchiani, che ha depositato un’interrogazione al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni sulla proiezione, prevista per domenica 23 marzo in un hotel di Udine, di due filmati prodotti dall’emittente “Russia Today”, dal titolo “I bambini del Donbass” e “Maidan. La strada verso la guerra”, promossa da Insieme Liberi, Liberi Elettori-Io amo Udine e altri soggetti. “Il video sul sequestro dei bambini del Donbass è un caso di disinformatija in pieno stile putiniano”, afferma la deputata precisando che “per quell’episodio la Corte penale internazionale ha emesso un mandato di cattura nei confronti dello stesso Vladimir Putin. Giustamente le associazioni ucraine sono scandalizzate”. Serracchiani richiama la “recente campagna di attacchi contro il Presidente della Repubblica e le aggressioni informatiche contro infrastrutture critiche”, segnala la “raccolta di firme, rivelatasi piena di nomi palesemente falsi, consegnate nelle mani di Maria Zakharova, direttore del dipartimento informazione e stampa del Ministero degli esteri della Russia, promossa anche a Udine” e denuncia che “verrà a far propaganda chi lavora per il sito russo ‘International Reporters’, allineato alla propaganda russa e associato a un finanziamento, diretto o indiretto, da parte delle autorità russe”. La deputata nel suo atto ispettivo richiama il Regolamento del Consiglio europeo in merito alle “Misure restrittive in considerazione delle azioni della Russia che destabilizzano la situazione in Ucraina” che vietano a Russia Today e altri operatori di trasmettere o veicolare contenuti “finché la Federazione russa e i suoi organi di informazione non cesseranno di condurre azioni di disinformazione e manipolazione delle informazioni nei confronti dell’Ue e dei suoi Stati membri”.
    Angry
    2
    0 Comments 0 Shares 10K Views
  • ULTIMA ORA: IL GENERALE FLYNN SCATENA UNA BOMBA: NOMINA VICTORIA NULAND NEL COMPLOTTO PER L'ASSASSINIO DI TRUMP E CHIAMA L'UCRAINA "UNA GRANDE OPERAZIONE DI RICICLAGGIO DI DENARO"! Flynn non si è fermato qui: ha denunciato l'Ucraina per quello che è REALMENTE: "Una gigantesca operazione di riciclaggio di denaro", in cui miliardi di denaro dei contribuenti americani vengono convogliati nelle mani dei corrotti e fatti tornare nelle tasche dell'establishment di Washington. Lo stesso Elon Musk ha sostenuto le affermazioni di Flynn, rispondendo: "Non ha torto". Il canale di denaro ucraino, ma Flynn NON è una voce casuale: è un ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale con profondi legami con l'intelligence. Cosa SA? LO STATO PROFONDO È ALLE CORDE, MA QUANTO LONTANO SI FERMERANNO PER COPRIRE LE LORO TRACCE? Se queste accuse sono vere, stiamo assistendo al più grande scandalo politico della storia moderna. Chi sarà ritenuto responsabile? Chi altro è coinvolto?

    BREAKING NEWS: GENERAL FLYNN DROP A BOMBSHELL: HE NAMES VICTORIA NULAND IN THE TRUMP ASSASSINATION PLOT & CALLS UKRAINE “A MAJOR MONEY LAUNDERING OPERATION”! Flynn didn’t stop there: he called out Ukraine for what it REALLY is: “A gigantic money laundering operation,” where billions in American taxpayer money is funneled into the hands of the corrupt and back into the pockets of the Washington establishment. Elon Musk himself backed up Flynn’s claims, responding, “He’s not wrong.” The Ukrainian money pipeline, but Flynn is NOT a random voice: he’s a former National Security Advisor with deep ties to intelligence. What DOES HE KNOW? THE DEEP STATE IS ON THE ROPES, BUT HOW FAR WILL THEY GO TO COVER THEIR TRACKS? If these allegations are true, we are witnessing the greatest political scandal in modern history. Who will be held accountable? Who else?

    Source: https://x.com/OrtigiaP/status/1896887670363619648?t=tR_Cin1WnM5-gNGh-TJvLQ&s=19
    ULTIMA ORA: IL GENERALE FLYNN SCATENA UNA BOMBA: NOMINA VICTORIA NULAND NEL COMPLOTTO PER L'ASSASSINIO DI TRUMP E CHIAMA L'UCRAINA "UNA GRANDE OPERAZIONE DI RICICLAGGIO DI DENARO"! Flynn non si è fermato qui: ha denunciato l'Ucraina per quello che è REALMENTE: "Una gigantesca operazione di riciclaggio di denaro", in cui miliardi di denaro dei contribuenti americani vengono convogliati nelle mani dei corrotti e fatti tornare nelle tasche dell'establishment di Washington. Lo stesso Elon Musk ha sostenuto le affermazioni di Flynn, rispondendo: "Non ha torto". Il canale di denaro ucraino, ma Flynn NON è una voce casuale: è un ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale con profondi legami con l'intelligence. Cosa SA? LO STATO PROFONDO È ALLE CORDE, MA QUANTO LONTANO SI FERMERANNO PER COPRIRE LE LORO TRACCE? Se queste accuse sono vere, stiamo assistendo al più grande scandalo politico della storia moderna. Chi sarà ritenuto responsabile? Chi altro è coinvolto? BREAKING NEWS: GENERAL FLYNN DROP A BOMBSHELL: HE NAMES VICTORIA NULAND IN THE TRUMP ASSASSINATION PLOT & CALLS UKRAINE “A MAJOR MONEY LAUNDERING OPERATION”! Flynn didn’t stop there: he called out Ukraine for what it REALLY is: “A gigantic money laundering operation,” where billions in American taxpayer money is funneled into the hands of the corrupt and back into the pockets of the Washington establishment. Elon Musk himself backed up Flynn’s claims, responding, “He’s not wrong.” The Ukrainian money pipeline, but Flynn is NOT a random voice: he’s a former National Security Advisor with deep ties to intelligence. What DOES HE KNOW? THE DEEP STATE IS ON THE ROPES, BUT HOW FAR WILL THEY GO TO COVER THEIR TRACKS? If these allegations are true, we are witnessing the greatest political scandal in modern history. Who will be held accountable? Who else? Source: https://x.com/OrtigiaP/status/1896887670363619648?t=tR_Cin1WnM5-gNGh-TJvLQ&s=19
    Like
    Angry
    4
    0 Comments 0 Shares 5K Views 10
  • LA VERITÀ VIENE A GALLA VERO FABIO FAZIO e BRUNO VESPA?

    ELON MUSK: "HANNO USATO I NOSTRI SOLDI CONTRO DI NOI"
    "È pazzesco! Il nostro governo ha creato il virus del Covid in Cina con denaro dei contribuenti attraverso un'associazione fasulla usata come paravento, e così ha ucciso migliaia di americani!" 🫣

    THE TRUTH COMES OUT, RIGHT FABIO FAZIO and BRUNO VESPA?

    ELON MUSK: "THEY USED OUR MONEY AGAINST US"
    "This is crazy! Our government created the Covid virus in China with taxpayer money through a fake association used as a front, and so it killed thousands of Americans!" 🫣
    LA VERITÀ VIENE A GALLA VERO FABIO FAZIO e BRUNO VESPA? 🟡 ELON MUSK: "HANNO USATO I NOSTRI SOLDI CONTRO DI NOI"❗ "È pazzesco! Il nostro governo ha creato il virus del Covid in Cina con denaro dei contribuenti attraverso un'associazione fasulla usata come paravento, e così ha ucciso migliaia di americani!" 🫣 THE TRUTH COMES OUT, RIGHT FABIO FAZIO and BRUNO VESPA? 🟡 ELON MUSK: "THEY USED OUR MONEY AGAINST US"❗ "This is crazy! Our government created the Covid virus in China with taxpayer money through a fake association used as a front, and so it killed thousands of Americans!" 🫣
    Angry
    2
    0 Comments 0 Shares 5K Views 13
  • Agostino Scrittore Conte
    ·
    LE PRIME INDAGINI ESEGUITE DA ELON MUSK. (ESPLOSIVE)
    Elon Musk ha portato alla luce quello che potrebbe essere uno dei più grandi scandali finanziari della storia degli Stati Uniti. Finora la sua indagine del DOGE ha portato alla luce le prove che:
    Obama ha orchestrato il più grande insabbiamento criminale della storia degli Stati Uniti per proteggere Hillary Clinton.
    Per decenni, il popolo americano è stato sistematicamente derubato alla cieca mentre l'élite di Washington, gli appaltatori della difesa e gli interessi speciali si rimpinzavano dei soldi dei contribuenti.
    Milioni di dollari dei contribuenti sono stati dati ai mass media, tra cui il New York Times e la Reuters, per promuovere un'agenda di sinistra che comprendeva l'insabbiamento del traffico sessuale di bambini a Washington DC.
    Washington DC era considerata la capitale mondiale del traffico sessuale di bambini.
    I membri della MS-13 venivano usati come soldati semplici per trafficare bambini per i nostri corrotti burocrati eletti.
    Il traffico sessuale di bambini è in corso da molto tempo a Washington DC. Veniva usato per ricattare i politici affinché eseguissero gli ordini della Cabala e mantenessero il denaro dei contribuenti statunitensi sotto il loro controllo.
    La prima pagina del Washington Times del 29 giugno 1989 recitava: “L'inchiesta sulla prostituzione omosessuale intrappola i VIP con Ronald Reagan, George Bush Sr. 'CALL BOYS' che facevano tour di mezzanotte alla Casa Bianca”.
    Agenti dell'FBI e della polizia di New York hanno tentato di incriminare Hillary Clinton e Huma Abedin dopo che sono state scoperte prove video che ritraevano le due donne mentre scuoiavano il volto di una ragazza che avevano torturato a morte, ma l'FBI e gli agenti di polizia di New York sono stati impossibilitati a portare le loro prove in tribunale dai loro superiori.
    Ci sono email che dimostrano che il Presidente degli Stati Uniti Barak Obama ha pagato 65.000 dollari dai contribuenti statunitensi per portare alla Casa Bianca bambini piccoli per una festa a sfondo sessuale con élite e politici, tra cui Hillary Clinton e Ben Affleck.
    È stato dimostrato che il Pedogate è stato screditato come “fake news” dai media mainstream, nonostante il servizio televisivo della NBC (11 giugno 2013) su Hillary Clinton che ha usato la sua posizione di Segretario di Stato USA per interrompere un'indagine sul traffico di bambini all'interno del Dipartimento di Stato.
    Sono state trovate prove video del fatto che centinaia di bambini nudi venivano tenuti in tunnel sotterranei che correvano sotto Washington DC, Epstein Island e le principali città degli Stati Uniti.
    La Fondazione Clinton ha ricevuto 88 milioni di dollari dai contribuenti australiani nello stesso periodo in cui sono emerse prove che il presidente della campagna elettorale di Hillary Clinton, John Podesta, e suo fratello Tony Podesta, oltre al primo ministro australiano dell'ALP di origine gallese, Julia Gillard, erano collegati al rapimento della bambina inglese Madeleine McCann.
    Prove che il premio Nobel per la pace Madre Teresa, Hillary e Bill Clinton, Epstein, il professore di legge di Harvard Alan Dershowitz, il principe Andrea, Kevin Spacey e molte altre élite politiche e globali erano coinvolte nel traffico sessuale di bambini.
    Frode massiccia nel Dipartimento del Tesoro: La Sicurezza Sociale effettua pagamenti per 100 miliardi di dollari all'anno a persone prive di SSN o documenti d'identità. I funzionari del Tesoro stimano che almeno la metà di questi pagamenti - circa 50 miliardi di dollari all'anno, o circa 1 miliardo di dollari a settimana - siano innegabilmente fraudolenti.
    Il Pentagono spende 600 milioni di dollari all'anno in sushi.
    L'IRS sborsa 230.000 dollari al mese per le tazze K di Starbucks Cinnamon Roast, con un costo incredibile di 1.280 dollari per ogni piccola tazza usa e getta. Tutto ciò avviene presso la sede centrale dell'IRS, dove il 92% dei dipendenti lavora da casa. Ciò significa che su 100 dipendenti assegnati all'edificio, 92 non sono nemmeno presenti, eppure l'agenzia continua a spendere quasi un quarto di milione di dollari al mese solo per le tazze K-Cup alla cannella di Starbucks.
    E questo è solo l'inizio... A tutti coloro che credono che questo accada solo in America...., abbiate fede, lo vedrete anche in Italia molto presto... l'America ha solo aperto le danze ...e date le linee guida. Poche parole per pochi intenditori....
    Source: https://x.com/GiorgiaSalvagn1/status/1891112281112482116?t=88xRHstO15zG4cf-baHzxg&s=19
    Agostino Scrittore Conte · LE PRIME INDAGINI ESEGUITE DA ELON MUSK. (ESPLOSIVE) Elon Musk ha portato alla luce quello che potrebbe essere uno dei più grandi scandali finanziari della storia degli Stati Uniti. Finora la sua indagine del DOGE ha portato alla luce le prove che: Obama ha orchestrato il più grande insabbiamento criminale della storia degli Stati Uniti per proteggere Hillary Clinton. Per decenni, il popolo americano è stato sistematicamente derubato alla cieca mentre l'élite di Washington, gli appaltatori della difesa e gli interessi speciali si rimpinzavano dei soldi dei contribuenti. Milioni di dollari dei contribuenti sono stati dati ai mass media, tra cui il New York Times e la Reuters, per promuovere un'agenda di sinistra che comprendeva l'insabbiamento del traffico sessuale di bambini a Washington DC. Washington DC era considerata la capitale mondiale del traffico sessuale di bambini. I membri della MS-13 venivano usati come soldati semplici per trafficare bambini per i nostri corrotti burocrati eletti. Il traffico sessuale di bambini è in corso da molto tempo a Washington DC. Veniva usato per ricattare i politici affinché eseguissero gli ordini della Cabala e mantenessero il denaro dei contribuenti statunitensi sotto il loro controllo. La prima pagina del Washington Times del 29 giugno 1989 recitava: “L'inchiesta sulla prostituzione omosessuale intrappola i VIP con Ronald Reagan, George Bush Sr. 'CALL BOYS' che facevano tour di mezzanotte alla Casa Bianca”. Agenti dell'FBI e della polizia di New York hanno tentato di incriminare Hillary Clinton e Huma Abedin dopo che sono state scoperte prove video che ritraevano le due donne mentre scuoiavano il volto di una ragazza che avevano torturato a morte, ma l'FBI e gli agenti di polizia di New York sono stati impossibilitati a portare le loro prove in tribunale dai loro superiori. Ci sono email che dimostrano che il Presidente degli Stati Uniti Barak Obama ha pagato 65.000 dollari dai contribuenti statunitensi per portare alla Casa Bianca bambini piccoli per una festa a sfondo sessuale con élite e politici, tra cui Hillary Clinton e Ben Affleck. È stato dimostrato che il Pedogate è stato screditato come “fake news” dai media mainstream, nonostante il servizio televisivo della NBC (11 giugno 2013) su Hillary Clinton che ha usato la sua posizione di Segretario di Stato USA per interrompere un'indagine sul traffico di bambini all'interno del Dipartimento di Stato. Sono state trovate prove video del fatto che centinaia di bambini nudi venivano tenuti in tunnel sotterranei che correvano sotto Washington DC, Epstein Island e le principali città degli Stati Uniti. La Fondazione Clinton ha ricevuto 88 milioni di dollari dai contribuenti australiani nello stesso periodo in cui sono emerse prove che il presidente della campagna elettorale di Hillary Clinton, John Podesta, e suo fratello Tony Podesta, oltre al primo ministro australiano dell'ALP di origine gallese, Julia Gillard, erano collegati al rapimento della bambina inglese Madeleine McCann. Prove che il premio Nobel per la pace Madre Teresa, Hillary e Bill Clinton, Epstein, il professore di legge di Harvard Alan Dershowitz, il principe Andrea, Kevin Spacey e molte altre élite politiche e globali erano coinvolte nel traffico sessuale di bambini. Frode massiccia nel Dipartimento del Tesoro: La Sicurezza Sociale effettua pagamenti per 100 miliardi di dollari all'anno a persone prive di SSN o documenti d'identità. I funzionari del Tesoro stimano che almeno la metà di questi pagamenti - circa 50 miliardi di dollari all'anno, o circa 1 miliardo di dollari a settimana - siano innegabilmente fraudolenti. Il Pentagono spende 600 milioni di dollari all'anno in sushi. L'IRS sborsa 230.000 dollari al mese per le tazze K di Starbucks Cinnamon Roast, con un costo incredibile di 1.280 dollari per ogni piccola tazza usa e getta. Tutto ciò avviene presso la sede centrale dell'IRS, dove il 92% dei dipendenti lavora da casa. Ciò significa che su 100 dipendenti assegnati all'edificio, 92 non sono nemmeno presenti, eppure l'agenzia continua a spendere quasi un quarto di milione di dollari al mese solo per le tazze K-Cup alla cannella di Starbucks. E questo è solo l'inizio... A tutti coloro che credono che questo accada solo in America...., abbiate fede, lo vedrete anche in Italia molto presto... l'America ha solo aperto le danze ...e date le linee guida. Poche parole per pochi intenditori.... Source: https://x.com/GiorgiaSalvagn1/status/1891112281112482116?t=88xRHstO15zG4cf-baHzxg&s=19
    Angry
    2
    0 Comments 0 Shares 16K Views
More Results