• Chiesta la misura di prevenzione dell’amministrazione giudiziaria per Tod’s spa
    La Procura di Milano ha chiesto la misura di prevenzione dell’amministrazione giudiziaria per Tod’s spa per una "condotta agevolatoria" per non aver controllato...

    Chiesta l’amministrazione giudiziaria per Tod’s spa dalla procura di Milano. “Divise per i dipendenti confezionate da ditte cinesi”
    di F. Q.
    La procura di Milano contesta una "condotta agevolatoria" per non aver controllato fenomeni di "sfruttamento del lavoro" che non riguarda i semilavorati o i prodotti "destinati alla vendita", ma l'abbigliamento dei lavoratori del marchio
    Chiesta l’amministrazione giudiziaria per Tod’s spa dalla procura di Milano. “Divise per i dipendenti confezionate da ditte cinesi”.
    Il marchio del lusso nel mirino della Procura di Milano per sfruttamento del lavoro. Gli inquirenti hanno chiesto la misura di prevenzione dell’amministrazione giudiziaria per Tod’s spa per una “condotta agevolatoria” per non aver controllato fenomeni di “sfruttamento del lavoro” nella catena di produzione, attraverso opifici gestiti da cinese, delle divise destinati ai commessi negli store. Si tratta di accertamenti, coordinati dal pm Paolo Storari, che si inseriscono nella linea di altri casi che hanno riguardato colossi della moda, per i quali si è proceduto al commissariamento. In questo caso non è stato disposto, allo stato, perché pende in Cassazione una questione di competenza territoriale. La notizia, anticipata da Reuters, è stata confermata all’Ansa. Il caso è però è molto diverso dagli altri casi perché l’ipotizzato sfruttamento non riguarda i semilavorati o i prodotti “destinati alla vendita”, forniti da ditte cinesi nelle province di Fermo e Macerata, appunto all’abbigliamento dei lavoratori.

    I precedenti
    Prima di Tod’s erano finiti sotto indagine la Giorgio Armani Operation spa (per cui era stata revocato il provvedimento dopo un “percorso virtuoso”, ndr). A maggio invece era finita in amministrazione giudiziaria la Valentino Bags Lab, società di produzione di borse e accessori. Storari nel 2024 aveva chiesto e ottenuto i commissariamenti anche di Alviero Martini, Armani operations appunto e Manufactures Dior, poi revocati dopo che le società hanno adottato contromisure.

    La decisione in Cassazione
    La Cassazione ha fissato un’udienza per il 19 novembre dopo l’iniziale rigetto della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano. Il coinvolgimento di Tod’s, nel cui board siedono anche figure come Luca Cordero di Montezemolo e Luigi Abete, nelle inchieste sul caporalato e gli opifici cinesi utilizzati nell’alta moda italiana era già emerso a luglio 2025 nell’indagine che ha portato all’amministrazione giudiziaria del marchio Loro Piana controllato da una delle 10 famiglie più ricche del mondo (gli Arnault). La società non è formalmente indagata nel fascicolo del pm con i carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Milano ma risponde in base all’articolo 34 del codice antimafia sulle “carenze organizzative” e “i mancati controlli” che agevolano “colposamente” appaltatori e subappaltatori gravemente indiziati di caporalato.

    La richiesta del pm
    Non esiste una “distinzione tra caporalato consentito e non consentito” perché ciò sarebbe totalmente “fuori dal sistema” scrive Storari nel ricorso per Cassazione con cui chiede agli ermellini di annullare l’ordinanza con cui il Tribunale di Milano e la Corte d’appello hanno rigettato l’amministrazione giudiziari. In particolare, nel marzo 2025 la sezione misure di prevenzione milanese ha respinto la richiesta di ‘commissariare’ il colosso della famiglia Della Valle, non per insussistenza degli elementi investigativi, che anzi sarebbe “conclamata”, si legge nelle 94 pagine del ricorso, ma per una questione di competenza territoriale.

    Per i giudici l’agevolazione colposa dello sfruttamento lavorativo dentro il noto brand marchigiano sarebbe avvenuta non sui semilavorati o i prodotti “destinati alla vendita”, forniti da ditte cinesi nelle province di Fermo e Macerata (e quindi la competenza sarebbe della Corte distrettuale d’appello di Ancona), ma esclusivamente nella catena produttiva che si occupa di “confezionare le divise” per i “commessi dei negozi Tod’s”, all’interno di due stabilimenti nella provincia di Milano e in Lombardia. Rispetto alle “divise” per il proprio “personale” Tod’s riveste il ruolo di “cliente che richiede una fornitura di prodotti per lo svolgimento della sua attività” e non di “impresa che realizza prodotti che immette sul mercato e caratterizzanti il brand e la sua immagine” è il ragionamento che hanno fatto i giudici nel rigettare la richiesta.

    Per loro solo sulla seconda tipologia di prodotto “il livello di controllo nella filiera” deve “essere certamente più capillare al fine di garantirne la originalità e la qualità” della merce da vendere “al pubblico”. Tesi che il pm ritiene “francamente incomprensibile”. Per Storari la legge non fa alcuna “distinzione” tra “prodotti destinati alla vendita” come le “scarpe, dove Tod’s dovrebbe effettuare un penetrante controllo” e quelli ad “uso interno” come le “divise, dove Tod’s non dovrebbe controllare nulla”. “Il Tribunale – scrive alla Cassazione chiedendo di accogliere il proprio ricorso – pare introdurre una sorta di distinzione tra caporalato consentito e non consentito che pare fuori dal sistema“.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/10/08/chiesta-la-misura-di-prevenzione-dellamministrazione-giudiziaria-per-tods-spa/8153549/
    Chiesta la misura di prevenzione dell’amministrazione giudiziaria per Tod’s spa La Procura di Milano ha chiesto la misura di prevenzione dell’amministrazione giudiziaria per Tod’s spa per una "condotta agevolatoria" per non aver controllato... Chiesta l’amministrazione giudiziaria per Tod’s spa dalla procura di Milano. “Divise per i dipendenti confezionate da ditte cinesi” di F. Q. La procura di Milano contesta una "condotta agevolatoria" per non aver controllato fenomeni di "sfruttamento del lavoro" che non riguarda i semilavorati o i prodotti "destinati alla vendita", ma l'abbigliamento dei lavoratori del marchio Chiesta l’amministrazione giudiziaria per Tod’s spa dalla procura di Milano. “Divise per i dipendenti confezionate da ditte cinesi”. Il marchio del lusso nel mirino della Procura di Milano per sfruttamento del lavoro. Gli inquirenti hanno chiesto la misura di prevenzione dell’amministrazione giudiziaria per Tod’s spa per una “condotta agevolatoria” per non aver controllato fenomeni di “sfruttamento del lavoro” nella catena di produzione, attraverso opifici gestiti da cinese, delle divise destinati ai commessi negli store. Si tratta di accertamenti, coordinati dal pm Paolo Storari, che si inseriscono nella linea di altri casi che hanno riguardato colossi della moda, per i quali si è proceduto al commissariamento. In questo caso non è stato disposto, allo stato, perché pende in Cassazione una questione di competenza territoriale. La notizia, anticipata da Reuters, è stata confermata all’Ansa. Il caso è però è molto diverso dagli altri casi perché l’ipotizzato sfruttamento non riguarda i semilavorati o i prodotti “destinati alla vendita”, forniti da ditte cinesi nelle province di Fermo e Macerata, appunto all’abbigliamento dei lavoratori. I precedenti Prima di Tod’s erano finiti sotto indagine la Giorgio Armani Operation spa (per cui era stata revocato il provvedimento dopo un “percorso virtuoso”, ndr). A maggio invece era finita in amministrazione giudiziaria la Valentino Bags Lab, società di produzione di borse e accessori. Storari nel 2024 aveva chiesto e ottenuto i commissariamenti anche di Alviero Martini, Armani operations appunto e Manufactures Dior, poi revocati dopo che le società hanno adottato contromisure. La decisione in Cassazione La Cassazione ha fissato un’udienza per il 19 novembre dopo l’iniziale rigetto della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano. Il coinvolgimento di Tod’s, nel cui board siedono anche figure come Luca Cordero di Montezemolo e Luigi Abete, nelle inchieste sul caporalato e gli opifici cinesi utilizzati nell’alta moda italiana era già emerso a luglio 2025 nell’indagine che ha portato all’amministrazione giudiziaria del marchio Loro Piana controllato da una delle 10 famiglie più ricche del mondo (gli Arnault). La società non è formalmente indagata nel fascicolo del pm con i carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Milano ma risponde in base all’articolo 34 del codice antimafia sulle “carenze organizzative” e “i mancati controlli” che agevolano “colposamente” appaltatori e subappaltatori gravemente indiziati di caporalato. La richiesta del pm Non esiste una “distinzione tra caporalato consentito e non consentito” perché ciò sarebbe totalmente “fuori dal sistema” scrive Storari nel ricorso per Cassazione con cui chiede agli ermellini di annullare l’ordinanza con cui il Tribunale di Milano e la Corte d’appello hanno rigettato l’amministrazione giudiziari. In particolare, nel marzo 2025 la sezione misure di prevenzione milanese ha respinto la richiesta di ‘commissariare’ il colosso della famiglia Della Valle, non per insussistenza degli elementi investigativi, che anzi sarebbe “conclamata”, si legge nelle 94 pagine del ricorso, ma per una questione di competenza territoriale. Per i giudici l’agevolazione colposa dello sfruttamento lavorativo dentro il noto brand marchigiano sarebbe avvenuta non sui semilavorati o i prodotti “destinati alla vendita”, forniti da ditte cinesi nelle province di Fermo e Macerata (e quindi la competenza sarebbe della Corte distrettuale d’appello di Ancona), ma esclusivamente nella catena produttiva che si occupa di “confezionare le divise” per i “commessi dei negozi Tod’s”, all’interno di due stabilimenti nella provincia di Milano e in Lombardia. Rispetto alle “divise” per il proprio “personale” Tod’s riveste il ruolo di “cliente che richiede una fornitura di prodotti per lo svolgimento della sua attività” e non di “impresa che realizza prodotti che immette sul mercato e caratterizzanti il brand e la sua immagine” è il ragionamento che hanno fatto i giudici nel rigettare la richiesta. Per loro solo sulla seconda tipologia di prodotto “il livello di controllo nella filiera” deve “essere certamente più capillare al fine di garantirne la originalità e la qualità” della merce da vendere “al pubblico”. Tesi che il pm ritiene “francamente incomprensibile”. Per Storari la legge non fa alcuna “distinzione” tra “prodotti destinati alla vendita” come le “scarpe, dove Tod’s dovrebbe effettuare un penetrante controllo” e quelli ad “uso interno” come le “divise, dove Tod’s non dovrebbe controllare nulla”. “Il Tribunale – scrive alla Cassazione chiedendo di accogliere il proprio ricorso – pare introdurre una sorta di distinzione tra caporalato consentito e non consentito che pare fuori dal sistema“. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/10/08/chiesta-la-misura-di-prevenzione-dellamministrazione-giudiziaria-per-tods-spa/8153549/
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    Chiesta la misura di prevenzione dell’amministrazione giudiziaria per Tod’s spa
    La Procura di Milano ha chiesto la misura di prevenzione dell’amministrazione giudiziaria per Tod’s spa per una "condotta agevolatoria" per non aver controll...
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  • La direttrice dell’EMA conferma in risposta ad un F.O.I.A. che l’EMA non ha mai condotto verifiche sulla presenza di DNA nel prodotto finale dei cosiddetti “vaccini”-Covid-19 iniettati alla popolazione nell’UE!
    E nel frattempo a livello mondiale scienziati (il primo fu Kevin McKernan) trovano in continuazione quantità enormi di molecole di DNA nei cosiddetti “vaccini” Comirnaty di Pfizer/BioNTech e Spikevax di Moderna. Inoltre sono già stati trovati in autopsie le prime integrazioni della modRNA vaccinale in cellule tumorali.
    Non possiamo ripeterlo abbastanza: l’autorizzazione per l’immissione sul mercato, la raccomandazione e persino imposizione con obbligo vaccinale di queste sostanze sperimentali è stato ed è il più grande crimine contro l’umanità!
    Le conseguenze derivanti dalla loro evidente genotossicità, cancerogenicità e mutagenicità sono catastrofiche.
    E pure, in Italia si continua a raccomandare queste iniezioni mortali anche alle donne incinte!
    Questa è criminalità al massimo livello!
    @GiorgiaMeloni
    @matteosalvinimi
    @LucioMalan
    @borghi_claudio


    Transparency Initiative Scandal: EMA Tests No DNA in the Final Product While Violating Fundamental EU Citizens’ Rights...
    https://drsilviabehrendt751446.substack.com/p/ema-transparency-initiative-scandal?utm_campaign=post&utm_medium=email&triedRedirect=true
    La direttrice dell’EMA conferma in risposta ad un F.O.I.A. che l’EMA non ha mai condotto verifiche sulla presenza di DNA nel prodotto finale dei cosiddetti “vaccini”-Covid-19 iniettati alla popolazione nell’UE! E nel frattempo a livello mondiale scienziati (il primo fu Kevin McKernan) trovano in continuazione quantità enormi di molecole di DNA nei cosiddetti “vaccini” Comirnaty di Pfizer/BioNTech e Spikevax di Moderna. Inoltre sono già stati trovati in autopsie le prime integrazioni della modRNA vaccinale in cellule tumorali. Non possiamo ripeterlo abbastanza: l’autorizzazione per l’immissione sul mercato, la raccomandazione e persino imposizione con obbligo vaccinale di queste sostanze sperimentali è stato ed è il più grande crimine contro l’umanità! Le conseguenze derivanti dalla loro evidente genotossicità, cancerogenicità e mutagenicità sono catastrofiche. E pure, in Italia si continua a raccomandare queste iniezioni mortali anche alle donne incinte! Questa è criminalità al massimo livello! @GiorgiaMeloni @matteosalvinimi @LucioMalan @borghi_claudio 👇👇👇 Transparency Initiative Scandal: EMA Tests No DNA in the Final Product While Violating Fundamental EU Citizens’ Rights... https://drsilviabehrendt751446.substack.com/p/ema-transparency-initiative-scandal?utm_campaign=post&utm_medium=email&triedRedirect=true
    DRSILVIABEHRENDT751446.SUBSTACK.COM
    EMA Transparency Initiative Scandal: EMA Tests No DNA in the Final Product While Violating Fundamental EU Citizens’ Rights
    Emer Cooke confirmed that the final mRNA vaccines were never tested for residual DNA by EMA and refuses to initiate the standard procedure for EU citizens demanding transparency since months
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  • Sandstone And Potato Patch Real Estate For Sale

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  • CONSIDERAZIONI
    Questo articolo dimostra quanto abbiamo già spiegato da mesi se non da un paio d'anni: Hamas agisce su richiesta di Netanyahu, è una creatura di Israele, alimentata con i soldi del Qatar attraverso Netanyahu, come hanno già scritto giornali come Haaretz ... Il 7 ottobre Hamas entra, quando alcuni soldati IDF avevano ricevuto l'ordine di non monitorare il confine. A lavoro fatto, Hamas diventa inutile e viene tolto di mezzo. Il reato di alto tradimento non resterà a lungo solo una mera ipotesi.

    Israele, la moglie dell’ex capo IDF Herzi Halevi: "Il 7 ottobre 2023 mio marito è uscito prima delle 7 dicendomi 'Gaza sarà distrutta'" - VIDEO
    Emergono sempre più elementi che dimostrerebbero che "Israele era a conoscenza dell'attacco del 7 ottobre e non fece nulla per avere la scusa per attaccare Gaza"; il soldato Shalom Sheetrit: “Abbiamo ricevuto l’ordine dai comandanti della Brigata Golani il 7 ottobre di sospendere tutti i pattugliamenti lungo il confine di Gaza dalle 5:20 alle 9:00”

    Sharon Halevi, moglie dell’ex capo dell’IDF Herzi Halevi, ha rivelato in un’intervista alla trasmissione “U’Vacharta Ba’Chayim” che il 7 ottobre 2023, dunque nel giorno dell'attacco di Hamas, suo marito "se ne è andato presto, molto prima delle 7... ha baciato la mezuzah e mi detto “Gaza sarà distrutta”... Mi sono davvero spaventato quando l’ha detto, perché sapevo che era vero. Lui non si ricorda di averlo detto".

    Perché l'ex capo dell'Idf ha detto quelle parole proprio nel giorno dell'attacco di Hamas ed è uscito presto? Nell'ultimo anno, sono emersi sempre più report secondo cui Israele sarebbe stato a conoscenza dell'attacco di Hamas, ma non avrebbe fatto nulla per impedirlo, trovando così la "scusa" per poter attaccare Gaza e attuando un piano che era stato creato molto tempo prima.

    https://www.ilgiornaleditalia.it/video/esteri/736246/israele-moglie-ex-capo-idf-herzi-halevi-7-ottobre-2023-marito-gaza-distrutta-video.html

    ❗️Che cosa è l'imperialismo esoterico? Perché le élite ricorrono sistematicamente alla magia e alla tecnologia per il dominio geopolitico?
    Nel Rinascimento nasce una vera e propria «fratellanza saturniana», volta a mantenere in eterno il proprio potere e la propria ricchezza attraverso riti magici e teurgici nelle loro forme più arcaiche e violente, incanalando l’energia draconiana, il potere che deriva dal serpente-dragone, cioè, da «Ba’al Hammon, noto anche come Kronos e Saturno, ma più notoriamente come il biblico Moloch, il divoratore di bambini», conosciuto anche come Remphan e Kiyyun.

    «Difficile fare a meno di questo volume, una volta letto. La percezione della storia della cultura e della religione europea e occidentale non sarà più la stessa» (G. M. Prati).

    Scopri il lato più inquietante della filosofia magica rinascimentale.

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    CONSIDERAZIONI Questo articolo dimostra quanto abbiamo già spiegato da mesi se non da un paio d'anni: Hamas agisce su richiesta di Netanyahu, è una creatura di Israele, alimentata con i soldi del Qatar attraverso Netanyahu, come hanno già scritto giornali come Haaretz ... Il 7 ottobre Hamas entra, quando alcuni soldati IDF avevano ricevuto l'ordine di non monitorare il confine. A lavoro fatto, Hamas diventa inutile e viene tolto di mezzo. Il reato di alto tradimento non resterà a lungo solo una mera ipotesi. Israele, la moglie dell’ex capo IDF Herzi Halevi: "Il 7 ottobre 2023 mio marito è uscito prima delle 7 dicendomi 'Gaza sarà distrutta'" - VIDEO Emergono sempre più elementi che dimostrerebbero che "Israele era a conoscenza dell'attacco del 7 ottobre e non fece nulla per avere la scusa per attaccare Gaza"; il soldato Shalom Sheetrit: “Abbiamo ricevuto l’ordine dai comandanti della Brigata Golani il 7 ottobre di sospendere tutti i pattugliamenti lungo il confine di Gaza dalle 5:20 alle 9:00” Sharon Halevi, moglie dell’ex capo dell’IDF Herzi Halevi, ha rivelato in un’intervista alla trasmissione “U’Vacharta Ba’Chayim” che il 7 ottobre 2023, dunque nel giorno dell'attacco di Hamas, suo marito "se ne è andato presto, molto prima delle 7... ha baciato la mezuzah e mi detto “Gaza sarà distrutta”... Mi sono davvero spaventato quando l’ha detto, perché sapevo che era vero. Lui non si ricorda di averlo detto". Perché l'ex capo dell'Idf ha detto quelle parole proprio nel giorno dell'attacco di Hamas ed è uscito presto? Nell'ultimo anno, sono emersi sempre più report secondo cui Israele sarebbe stato a conoscenza dell'attacco di Hamas, ma non avrebbe fatto nulla per impedirlo, trovando così la "scusa" per poter attaccare Gaza e attuando un piano che era stato creato molto tempo prima. https://www.ilgiornaleditalia.it/video/esteri/736246/israele-moglie-ex-capo-idf-herzi-halevi-7-ottobre-2023-marito-gaza-distrutta-video.html ❗️Che cosa è l'imperialismo esoterico? Perché le élite ricorrono sistematicamente alla magia e alla tecnologia per il dominio geopolitico? Nel Rinascimento nasce una vera e propria «fratellanza saturniana», volta a mantenere in eterno il proprio potere e la propria ricchezza attraverso riti magici e teurgici nelle loro forme più arcaiche e violente, incanalando l’energia draconiana, il potere che deriva dal serpente-dragone, cioè, da «Ba’al Hammon, noto anche come Kronos e Saturno, ma più notoriamente come il biblico Moloch, il divoratore di bambini», conosciuto anche come Remphan e Kiyyun. 👀 «Difficile fare a meno di questo volume, una volta letto. La percezione della storia della cultura e della religione europea e occidentale non sarà più la stessa» (G. M. Prati). 🔎 Scopri il lato più inquietante della filosofia magica rinascimentale. 📕 Acquista ora "Le Radici del Male da Platone a Dugin. Illuminati, magia e potere" 👉 QUI ⚠️ Prima che qualcuno decida che sia "troppo per te". Seguici su 👉 https://t.me/chaosmega
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    Israele, la moglie dell’ex capo IDF Herzi Halevi: "Il 7 ottobre 2023 mio marito è uscito prima delle 7 dicendomi 'Gaza sarà distrutta'" - VIDEO
    Emergono sempre più elementi che dimostrerebbero che "Israele era a conoscenza dell'attacco del 7 ottobre e non fece nulla per avere la scusa per attaccare Gaza"; il soldato Shalom Sheetrit: “Abbiamo ricevuto l’ordine dai comandanti della Brigata Golani il 7 ottobre di s...
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  • Le prime reazioni di Hollywood all’attrice AI Tilly Norwood: «Fermatevi, cosa vi passa per la testa?»
    Emily Blunt e Whoopi Goldberg sono state tra le prime a commentare la presentazione della "collega": «Vi prego, smettetela di portarci via la nostra connessione umana»

    Gli attori di Hollywood stanno cominciando a reagire all’arrivo di Tilly Norwood, prima attrice AI ufficialmente introdotta nell’industria del cinema. Ve lo raccontavamo ieri: Norwood ha un profilo social, comunica come qualsiasi attrice in erba, e ha recitato la sua prima parte in uno sketch comico della casa-madre che l’ha creata, lo studio Xiconia.

    Emily Blunt, per esempio, scoprendo l’esistenza della “collega” durante la registrazione di un podcast di Variety, ha commentato: «Se questa cosa mi dispiace? Non so bene come rispondere, mai viene da dire che mi spaventa molto». E poi, vedendo una foto di Norwood: «State scherzando? Quella è fatta con l’AI? Santo cielo, siamo fritti. Questo fa davvero, davvero paura. Agenzie, ma che vi passa per la testa? Fermatevi. Vi prego, smettetela di portarci via la nostra connessione umana».

    L’attrice ha poi proseguito, notando la somiglianza di Norwood con una serie di professioniste in carne e ossa, e come il suo aspetto risultasse essere un mix di tutte loro. Gli intervistatori le hanno poi riferito una dichiarazione della portavoce di Xiconia, secondo la quale il loro scopo sarebbe quello di rendere Norwood “la prossima Scarlett Johansson”. Al che, Blunt ha risposto: «Ma noi abbiamo già Scarlett Johansson!».

    Dello stesso parere anche Whoopi Goldberg, che durante la puntata del 29 settembre della trasmissione che conduce, The View, ha commentato così la “nascita” di Tilly Norwood: «Il problema, se mi permettete, è che ci fanno competere con qualcosa che è stato generato mettendo insieme 5000 attori. Ha lo charme di Bette Davis e le labbra di Humphrey Bogart. Quindi si tratta di una competizione impari. Sapete che vi dico? Fatevi sotto. Si può sempre riconoscerli, distinguerli dagli esseri umani. Noi ci muoviamo in modo diverso, le nostre facce si muovono in modo diverso, e pure i nostri corpi».

    Per poi aggiungere: «Se tutto va bene, riusciremo a resistere. Quello che stiamo vedendo significa che l’AI entrerà nei luoghi di lavoro, non solo quelli del mio lavoro, ma in ogni industria. Alcune industrie stanno già usando l’AI. Le persone dicono di non avere più connessioni, di essere sole, ma se continuiamo con queste forme di intelligenza artificiale, allora sì che non avremo altre connessioni che quelle con il nostro telefono».

    E su Tilly Norwood è arrivata anche una nota della Screen Actors Guild, il sindacato degli attori USA: «Per essere chiari, Tilly Norwood non è un’attrice, è un personaggio generato da un programma informatico che è stato addestrato in base al lavoro di innumerevoli artisti professionisti, senza permesso o compenso. Non ha alcuna esperienza di vita da cui attingere, nessuna emozione e, da quello che abbiamo visto, il pubblico non è interessato a guardare contenuti generati al computer slegati dall’esperienza umana. Non risolve alcun “problema”: crea il problema di usare performance rubate per mettere gli attori senza lavoro, mettendo a repentaglio i mezzi di sostentamento degli artisti e svalutando l’arte umana. I produttori firmatari devono essere consapevoli che non possono utilizzare attori digitali senza rispettare i nostri obblighi contrattuali, che richiedono preavviso e contrattazione ogni volta che verrà utilizzato un attore digitale».

    Source: https://www.rollingstone.it/cinema-tv/news-cinema-tv/le-prime-reazioni-di-hollywood-allattrice-ai-tilly-norwood-fermatevi-cosa-vi-passa-per-la-testa/1006219/?utm_source=firefox-newtab-it-it
    Le prime reazioni di Hollywood all’attrice AI Tilly Norwood: «Fermatevi, cosa vi passa per la testa?» Emily Blunt e Whoopi Goldberg sono state tra le prime a commentare la presentazione della "collega": «Vi prego, smettetela di portarci via la nostra connessione umana» Gli attori di Hollywood stanno cominciando a reagire all’arrivo di Tilly Norwood, prima attrice AI ufficialmente introdotta nell’industria del cinema. Ve lo raccontavamo ieri: Norwood ha un profilo social, comunica come qualsiasi attrice in erba, e ha recitato la sua prima parte in uno sketch comico della casa-madre che l’ha creata, lo studio Xiconia. Emily Blunt, per esempio, scoprendo l’esistenza della “collega” durante la registrazione di un podcast di Variety, ha commentato: «Se questa cosa mi dispiace? Non so bene come rispondere, mai viene da dire che mi spaventa molto». E poi, vedendo una foto di Norwood: «State scherzando? Quella è fatta con l’AI? Santo cielo, siamo fritti. Questo fa davvero, davvero paura. Agenzie, ma che vi passa per la testa? Fermatevi. Vi prego, smettetela di portarci via la nostra connessione umana». L’attrice ha poi proseguito, notando la somiglianza di Norwood con una serie di professioniste in carne e ossa, e come il suo aspetto risultasse essere un mix di tutte loro. Gli intervistatori le hanno poi riferito una dichiarazione della portavoce di Xiconia, secondo la quale il loro scopo sarebbe quello di rendere Norwood “la prossima Scarlett Johansson”. Al che, Blunt ha risposto: «Ma noi abbiamo già Scarlett Johansson!». Dello stesso parere anche Whoopi Goldberg, che durante la puntata del 29 settembre della trasmissione che conduce, The View, ha commentato così la “nascita” di Tilly Norwood: «Il problema, se mi permettete, è che ci fanno competere con qualcosa che è stato generato mettendo insieme 5000 attori. Ha lo charme di Bette Davis e le labbra di Humphrey Bogart. Quindi si tratta di una competizione impari. Sapete che vi dico? Fatevi sotto. Si può sempre riconoscerli, distinguerli dagli esseri umani. Noi ci muoviamo in modo diverso, le nostre facce si muovono in modo diverso, e pure i nostri corpi». Per poi aggiungere: «Se tutto va bene, riusciremo a resistere. Quello che stiamo vedendo significa che l’AI entrerà nei luoghi di lavoro, non solo quelli del mio lavoro, ma in ogni industria. Alcune industrie stanno già usando l’AI. Le persone dicono di non avere più connessioni, di essere sole, ma se continuiamo con queste forme di intelligenza artificiale, allora sì che non avremo altre connessioni che quelle con il nostro telefono». E su Tilly Norwood è arrivata anche una nota della Screen Actors Guild, il sindacato degli attori USA: «Per essere chiari, Tilly Norwood non è un’attrice, è un personaggio generato da un programma informatico che è stato addestrato in base al lavoro di innumerevoli artisti professionisti, senza permesso o compenso. Non ha alcuna esperienza di vita da cui attingere, nessuna emozione e, da quello che abbiamo visto, il pubblico non è interessato a guardare contenuti generati al computer slegati dall’esperienza umana. Non risolve alcun “problema”: crea il problema di usare performance rubate per mettere gli attori senza lavoro, mettendo a repentaglio i mezzi di sostentamento degli artisti e svalutando l’arte umana. I produttori firmatari devono essere consapevoli che non possono utilizzare attori digitali senza rispettare i nostri obblighi contrattuali, che richiedono preavviso e contrattazione ogni volta che verrà utilizzato un attore digitale». Source: https://www.rollingstone.it/cinema-tv/news-cinema-tv/le-prime-reazioni-di-hollywood-allattrice-ai-tilly-norwood-fermatevi-cosa-vi-passa-per-la-testa/1006219/?utm_source=firefox-newtab-it-it
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    Le prime reazioni di Hollywood all’attrice AI Tilly Norwood: «Fermatevi, cosa vi passa per la testa?»
    Emily Blunt e Whoopi Goldberg sono state tra le prime a commentare la presentazione della "collega": «Vi prego, smettetela di portarci via la nostra connessione umana»
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  • Alberto Contri: LO SCANDALO DELLE ELEZIONI in MOLDAVIA!

    Brit Card: Regno Unito, la rivolta contro Starmer e l’ID digitale

    Nel Regno Unito è rivolta contro il governo Starmer che ha annunciato l’introduzione di una identità digitale obbligatoria per poter lavorare legalmente nel Regno Unito. In Moldavia il partito filo-UE PAS ha conquistato oltre il 50 % dei voti. Pavel Durov denuncia pressioni della Francia per censurare canali Telegram moldavi. Secondo Trump l’Fbi è coinvolto nell’assalto a Capitol Hill. Ne parliamo con Alberto Contri.

    https://youtu.be/qhSTMRj3Qdo?feature=shared
    Alberto Contri: LO SCANDALO DELLE ELEZIONI in MOLDAVIA! Brit Card: Regno Unito, la rivolta contro Starmer e l’ID digitale Nel Regno Unito è rivolta contro il governo Starmer che ha annunciato l’introduzione di una identità digitale obbligatoria per poter lavorare legalmente nel Regno Unito. In Moldavia il partito filo-UE PAS ha conquistato oltre il 50 % dei voti. Pavel Durov denuncia pressioni della Francia per censurare canali Telegram moldavi. Secondo Trump l’Fbi è coinvolto nell’assalto a Capitol Hill. Ne parliamo con Alberto Contri. https://youtu.be/qhSTMRj3Qdo?feature=shared
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  • SAN SIRO SVENDUTO, MILANO TRADITA Nessuna speranza senza opposizione...

    Normale essere indignati. Anzi, ormai è quasi scontato: il voto finale sulla delibera di San Siro era scritto da mesi.
    Ci si poteva illudere in un colpo di reni, in qualcuno che avesse la forza di ribaltare un destino già apparecchiato. Ma è arrivata solo l’ennesima colata di cemento e delusione.

    Chi ieri di noi era fuori da Palazzo Marino con cartelli e megafoni ha fatto più opposizione di tutti i consiglieri comunali messi insieme. La verità è semplice: la partita era truccata dall’inizio.

    In Consiglio non esiste destra né sinistra. Esiste una maggioranza trasversale di viltà e convenienze. Forza Italia si astiene per non disturbare, il PD si allinea docilmente al sindaco e ai poteri calcistici. Tutti complici, tutti già pronti a garantirsi la prossima candidatura. Non è politica, è spartizione. Non è democrazia, è svendita.

    E l’opposizione? Un fantasma. Qualche voce isolata, certo. Ma non esiste un’alternativa capace di resistere dentro le istituzioni. Fuori, i cittadini hanno fatto ricorsi, appelli, manifestazioni. Dentro, il vuoto.

    E allora la domanda resta: quando sapremo costruire una vera forza politica? Non eroi solitari, ma uomini e donne con la schiena dritta. Non soldatini da triplo mandato, ma persone disposte a servire la città invece dei capipartito.

    Io non credo che tutto sia perduto. Neanche San Siro. Il TAR ha già respinto il vincolo sul secondo anello, e possiamo discutere di cavilli burocratici fino all’infinito. Ma sul piano dell’etica non ci sono appelli: o ce l’hai, o non ce l’hai. O scegli la strada lunga della giustizia sociale, o le scorciatoie delle promesse di partito.

    Per ora resta la magra consolazione di un San Siro che sopravvivrà fino al 2026, per le Olimpiadi che Milano non ha mai chiesto né desiderato. Dopo? Sarà troppo tardi se non cominciamo a costruire l’alternativa politica adesso.

    #SanSiroResiste
    #MilanoTradita
    #OpposizioneFantasma
    #SvenditaDelFuturo
    #NoAllaSpeculazione
    #MilanoMeritaDiPiù
    #CostruireAlternativa
    #CittadiniInPiedi
    #StopCompromessi
    #difendiamomilano
    SAN SIRO SVENDUTO, MILANO TRADITA ⚡ Nessuna speranza senza opposizione... Normale essere indignati. Anzi, ormai è quasi scontato: il voto finale sulla delibera di San Siro era scritto da mesi. Ci si poteva illudere in un colpo di reni, in qualcuno che avesse la forza di ribaltare un destino già apparecchiato. Ma è arrivata solo l’ennesima colata di cemento e delusione. Chi ieri di noi era fuori da Palazzo Marino con cartelli e megafoni ha fatto più opposizione di tutti i consiglieri comunali messi insieme. La verità è semplice: la partita era truccata dall’inizio. In Consiglio non esiste destra né sinistra. Esiste una maggioranza trasversale di viltà e convenienze. Forza Italia si astiene per non disturbare, il PD si allinea docilmente al sindaco e ai poteri calcistici. Tutti complici, tutti già pronti a garantirsi la prossima candidatura. Non è politica, è spartizione. Non è democrazia, è svendita. E l’opposizione? Un fantasma. Qualche voce isolata, certo. Ma non esiste un’alternativa capace di resistere dentro le istituzioni. Fuori, i cittadini hanno fatto ricorsi, appelli, manifestazioni. Dentro, il vuoto. E allora la domanda resta: quando sapremo costruire una vera forza politica? Non eroi solitari, ma uomini e donne con la schiena dritta. Non soldatini da triplo mandato, ma persone disposte a servire la città invece dei capipartito. Io non credo che tutto sia perduto. Neanche San Siro. Il TAR ha già respinto il vincolo sul secondo anello, e possiamo discutere di cavilli burocratici fino all’infinito. Ma sul piano dell’etica non ci sono appelli: o ce l’hai, o non ce l’hai. O scegli la strada lunga della giustizia sociale, o le scorciatoie delle promesse di partito. Per ora resta la magra consolazione di un San Siro che sopravvivrà fino al 2026, per le Olimpiadi che Milano non ha mai chiesto né desiderato. Dopo? Sarà troppo tardi se non cominciamo a costruire l’alternativa politica adesso. #SanSiroResiste #MilanoTradita #OpposizioneFantasma #SvenditaDelFuturo #NoAllaSpeculazione #MilanoMeritaDiPiù #CostruireAlternativa #CittadiniInPiedi #StopCompromessi #difendiamomilano
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  • QUESTI ASSASSINI SIONISTI VANNO AVANTI INCURANTI di TUTTI e di TUTTO!
    Gaza, attacchi israeliani anche sul campo profughi di Nuseirat: 24 uccisi dall’alba. Un neonato morto per malnutrizione...

    Cristiani in Terra Santa: “Noi danneggiati da occupazione israeliana, non dall’Anp. Falsità da Netanyahu”
    “L’occupazione, non l’Autorità Nazionale Palestinese, danneggia i cristiani in Palestina”. Una rappresentanza di leader delle Chiese cristiane in Terra Santa – tra cui il patriarca latino emerito di Gerusalemme Michel Sabbah, l’arcivescovo greco-ortodosso Attallah Hanna e il vescovo luterano emerito di Terra Santa Munib Younan – contesta le affermazioni del premier israeliano Netanyahu all’Onu.
    “La ragione per cui i cristiani e molti altri stanno lasciando Betlemme è l’occupazione israeliana e le sue politiche di chiusure, permessi, diritti di residenza esclusivi, ecc., e non le politiche dell’Autorità Palestinese”, affermano con forza i leader cristiani, smentendo le parole di Netanyahu.
    Nel loro documento essi puntano il dito contro “una falsità” che riguarda in particolare i cristiani in Palestina, laddove Netanyahu ha affermato: “quando Betlemme, il luogo di nascita di Gesù, era sotto il controllo israeliano, l’80% dei suoi residenti era cristiano. Ma da quando l’Anp ha preso il controllo, tale numero è sceso a meno del 20%”.
    Netanyahu, proseguono i leader ecumenici, “non parla a nome dei cristiani palestinesi e non gli si può permettere di distorcere la verità. Betlemme è stata una città a maggioranza cristiana fino al 1948: allora più dell’80% della popolazione era cristiana. Con l’espulsione di circa 750.000 rifugiati palestinesi dalla loro patria nella Palestina storica durante la Nakba del 1948, tre campi profughi furono stabiliti a Betlemme, cambiando così la composizione demografica della città. Quando Israele ha occupato la Cisgiordania nel 1967, Betlemme aveva una popolazione composta da una maggioranza di musulmani”.
    Per i firmatari del documento, “decenni di occupazione israeliana, causando dure condizioni di vita, hanno provocato l’emigrazione di molti cristiani e musulmani, e questa realtà continua ancora oggi. Betlemme, una città dipendente dal turismo, ha sofferto in particolare negli ultimi due anni della guerra di Israele a Gaza con l’arresto quasi completo del turismo e dei pellegrinaggi. Centinaia di persone hanno lasciato Betlemme negli ultimi mesi a causa delle continue devastazioni dell’occupazione israeliana e della violenza militare”.

    1h fa
    10:03
    Almeno 24 morti dall’alba negli attacchi sulla Striscia. Un neonato morto per malnutrizione
    E’ di almeno 24 morti palestinesi il bilancio degli attacchi odierni delle forze israeliane nella Striscia. Lo riferisce al Jazeera citando fonti mediche, secondo le quali un raid contro due case nel campo profughi di Nuseirat ha causato almeno 10 vittime, “tra le quali donne e bambini”. Intanto, un neonato è morto per malnutrizione a Khan Younis, sono quasi 450 le vittime della fame nella Striscia secondo il ministero della Salute gestito da Hamas.

    1h fa
    10:02
    Attacchi israeliani al campo profughi di Nuseirat, nel centro di Gaza: almeno 8 morti
    Almeno otto palestinesi sono stati uccisi durante la notte negli attacchi israeliani nel campo profughi di Nuseirat nel centro di Gaza. Lo riferiscono fonti mediche ad Al Jazeera. Muhammad Abu Salmiya, direttore dell’ospedale al-Shifa di Gaza City, il più grande complesso medico della Striscia di Gaza, ha spiegato che le équipe mediche sono preoccupate per i carri armati israeliani che si avvicinano alle vicinanze dell’ospedale e non consentono l’accesso ad esso. Si stima che 159 pazienti siano in trattamento.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/live-post/2025/09/28/gaza-attacchi-israeliani-anche-sul-campo-profughi-di-nuseirat-24-uccisi-dallalba-un-neonato-morto-per-malnutrizione/8141878/
    QUESTI ASSASSINI SIONISTI VANNO AVANTI INCURANTI di TUTTI e di TUTTO! Gaza, attacchi israeliani anche sul campo profughi di Nuseirat: 24 uccisi dall’alba. Un neonato morto per malnutrizione... Cristiani in Terra Santa: “Noi danneggiati da occupazione israeliana, non dall’Anp. Falsità da Netanyahu” “L’occupazione, non l’Autorità Nazionale Palestinese, danneggia i cristiani in Palestina”. Una rappresentanza di leader delle Chiese cristiane in Terra Santa – tra cui il patriarca latino emerito di Gerusalemme Michel Sabbah, l’arcivescovo greco-ortodosso Attallah Hanna e il vescovo luterano emerito di Terra Santa Munib Younan – contesta le affermazioni del premier israeliano Netanyahu all’Onu. “La ragione per cui i cristiani e molti altri stanno lasciando Betlemme è l’occupazione israeliana e le sue politiche di chiusure, permessi, diritti di residenza esclusivi, ecc., e non le politiche dell’Autorità Palestinese”, affermano con forza i leader cristiani, smentendo le parole di Netanyahu. Nel loro documento essi puntano il dito contro “una falsità” che riguarda in particolare i cristiani in Palestina, laddove Netanyahu ha affermato: “quando Betlemme, il luogo di nascita di Gesù, era sotto il controllo israeliano, l’80% dei suoi residenti era cristiano. Ma da quando l’Anp ha preso il controllo, tale numero è sceso a meno del 20%”. Netanyahu, proseguono i leader ecumenici, “non parla a nome dei cristiani palestinesi e non gli si può permettere di distorcere la verità. Betlemme è stata una città a maggioranza cristiana fino al 1948: allora più dell’80% della popolazione era cristiana. Con l’espulsione di circa 750.000 rifugiati palestinesi dalla loro patria nella Palestina storica durante la Nakba del 1948, tre campi profughi furono stabiliti a Betlemme, cambiando così la composizione demografica della città. Quando Israele ha occupato la Cisgiordania nel 1967, Betlemme aveva una popolazione composta da una maggioranza di musulmani”. Per i firmatari del documento, “decenni di occupazione israeliana, causando dure condizioni di vita, hanno provocato l’emigrazione di molti cristiani e musulmani, e questa realtà continua ancora oggi. Betlemme, una città dipendente dal turismo, ha sofferto in particolare negli ultimi due anni della guerra di Israele a Gaza con l’arresto quasi completo del turismo e dei pellegrinaggi. Centinaia di persone hanno lasciato Betlemme negli ultimi mesi a causa delle continue devastazioni dell’occupazione israeliana e della violenza militare”. 1h fa 10:03 Almeno 24 morti dall’alba negli attacchi sulla Striscia. Un neonato morto per malnutrizione E’ di almeno 24 morti palestinesi il bilancio degli attacchi odierni delle forze israeliane nella Striscia. Lo riferisce al Jazeera citando fonti mediche, secondo le quali un raid contro due case nel campo profughi di Nuseirat ha causato almeno 10 vittime, “tra le quali donne e bambini”. Intanto, un neonato è morto per malnutrizione a Khan Younis, sono quasi 450 le vittime della fame nella Striscia secondo il ministero della Salute gestito da Hamas. 1h fa 10:02 Attacchi israeliani al campo profughi di Nuseirat, nel centro di Gaza: almeno 8 morti Almeno otto palestinesi sono stati uccisi durante la notte negli attacchi israeliani nel campo profughi di Nuseirat nel centro di Gaza. Lo riferiscono fonti mediche ad Al Jazeera. Muhammad Abu Salmiya, direttore dell’ospedale al-Shifa di Gaza City, il più grande complesso medico della Striscia di Gaza, ha spiegato che le équipe mediche sono preoccupate per i carri armati israeliani che si avvicinano alle vicinanze dell’ospedale e non consentono l’accesso ad esso. Si stima che 159 pazienti siano in trattamento. https://www.ilfattoquotidiano.it/live-post/2025/09/28/gaza-attacchi-israeliani-anche-sul-campo-profughi-di-nuseirat-24-uccisi-dallalba-un-neonato-morto-per-malnutrizione/8141878/
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  • I tre «sconosciuti» dell’Usb e la batosta Cgil: perché lo sciopero pro Pal di lunedì ha cambiato il sindacato
    di Luca Angelini
    26 settembre 2025
    L’atto di proclamazione ufficiale dello sciopero è stato firmato da Daniela Mencarelli, Cinzia Della Porta e Guido Lutrario: ignoti ai più. Il clima collettivo del «blocchiamo tutto» ha lasciato la Cgil in mezzo al guado

    Visto che i primi sconfitti per le violenze, in particolare alla stazione Centrale di Milano, sono stati gli organizzatori dei cortei pro Palestina, non si è fatto molto caso al fatto che quella di lunedì fosse una giornata di sciopero generale. Secondo Dario Di Vico, però, non è da sottovalutare il fatto che l’atto di proclamazione ufficiale dello sciopero fosse stato firmato da Daniela Mencarelli, Cinzia Della Porta e Guido Lutrario. «Tre sindacalisti - scrive Di Vico in un intervento sul Foglio - che fanno parte degli organi dirigenti dell’Usb (Unione sindacati di base) ma che sono sconosciuti sia al grande pubblico sia agli addetti ai lavori».



    L’identikit dei tre alla guida di Usb
    È possibile, ma non troppo probabile, che quei tre nomi si conquistino, d'ora in avanti, una duratura ribalta. Di sicuro, però, un posto sotto i riflettori se l'è assicurato, da un po', l’Usb, il cui identikit Di Vico tratteggia così: «Nata nel 2010, è una piccola organizzazione della galassia Cobas che però nel tempo si è radicata nel territorio (dichiara 80 sedi territoriali) e soprattutto nei settori dei servizi come logistica, trasporti, scuola e pubblico impiego. (...) Vale il dato che nelle periferie del lavoro vari sindacatini più o meno simil-Cobas sono riusciti a radicarsi, come nel caso di Prato in cui organizzano gli operai pachistani in lotta contro i padroni sia cinesi sia italiani».

    Lo sciopero di venerdì
    Quel che a Di Vico preme di più far notare è, però, che un altro sciopero pro Palestina c'era stato appena pochi giorni prima, venerdì 19 settembre. A proclamarlo era stata la Cgil di Maurizio Landini. Eppure, fors'anche perché si era generata «una discreta confusione su quali fossero i settori coinvolti e le modalità dell’astensione», «la partecipazione non è stata minimamente paragonabile a quella delle 70 piazze di lunedì». E non basta, a spiegare come sia potuto succedere, il fatto che «il segmento di tute blu più vicino ai sindacati di base, e anche più coinvolto nel boicottaggio delle merci e armi dirette in Israele, è quello dei portuali soprattutto di Genova e Livorno».

    Il terzo settore
    Se, come ha scritto Prospero, portando quasi 15 milioni di italiani alle urne l'8 e 9 giugno «la Cgil ha mostrato che la strettoia per il recupero di rappresentanza rimane tuttora aperta», il fatto che in quella strettoia sembri essersi inserito qualcun altro è, per Di Vico, la conseguenza di errori imputabili al segretario generale: «Nella rete sapientemente tessuta in questi anni da Landini sono presenti realtà del terzo settore e organizzazioni come Arci e Acli o Libera ma pare più un’adunata di ufficiali che di soldati semplici. Un progetto cerebrale che quando si scontra con la realtà dei fatti si rivela una sorta di prefabbricato costruito a misura di una leadership e per minare l’unità sindacale più che indicare nuove strade. Con il risultato però che la Cgil da una parte perde le sue caratteristiche storiche fondate sulla contrattazione e la rappresentatività e dall’altra non conquista nuovo consenso».

    Source: https://www.corriere.it/economia/lavoro/25_settembre_26/i-tre-sconosciuti-dell-usb-e-la-batosta-cgil-perche-lo-sciopero-pro-pal-di-lunedi-ha-cambiato-il-sindacato-9fc80ef2-ddb2-4038-9745-d14a24facxlk_amp.shtml
    I tre «sconosciuti» dell’Usb e la batosta Cgil: perché lo sciopero pro Pal di lunedì ha cambiato il sindacato di Luca Angelini 26 settembre 2025 L’atto di proclamazione ufficiale dello sciopero è stato firmato da Daniela Mencarelli, Cinzia Della Porta e Guido Lutrario: ignoti ai più. Il clima collettivo del «blocchiamo tutto» ha lasciato la Cgil in mezzo al guado Visto che i primi sconfitti per le violenze, in particolare alla stazione Centrale di Milano, sono stati gli organizzatori dei cortei pro Palestina, non si è fatto molto caso al fatto che quella di lunedì fosse una giornata di sciopero generale. Secondo Dario Di Vico, però, non è da sottovalutare il fatto che l’atto di proclamazione ufficiale dello sciopero fosse stato firmato da Daniela Mencarelli, Cinzia Della Porta e Guido Lutrario. «Tre sindacalisti - scrive Di Vico in un intervento sul Foglio - che fanno parte degli organi dirigenti dell’Usb (Unione sindacati di base) ma che sono sconosciuti sia al grande pubblico sia agli addetti ai lavori». L’identikit dei tre alla guida di Usb È possibile, ma non troppo probabile, che quei tre nomi si conquistino, d'ora in avanti, una duratura ribalta. Di sicuro, però, un posto sotto i riflettori se l'è assicurato, da un po', l’Usb, il cui identikit Di Vico tratteggia così: «Nata nel 2010, è una piccola organizzazione della galassia Cobas che però nel tempo si è radicata nel territorio (dichiara 80 sedi territoriali) e soprattutto nei settori dei servizi come logistica, trasporti, scuola e pubblico impiego. (...) Vale il dato che nelle periferie del lavoro vari sindacatini più o meno simil-Cobas sono riusciti a radicarsi, come nel caso di Prato in cui organizzano gli operai pachistani in lotta contro i padroni sia cinesi sia italiani». Lo sciopero di venerdì Quel che a Di Vico preme di più far notare è, però, che un altro sciopero pro Palestina c'era stato appena pochi giorni prima, venerdì 19 settembre. A proclamarlo era stata la Cgil di Maurizio Landini. Eppure, fors'anche perché si era generata «una discreta confusione su quali fossero i settori coinvolti e le modalità dell’astensione», «la partecipazione non è stata minimamente paragonabile a quella delle 70 piazze di lunedì». E non basta, a spiegare come sia potuto succedere, il fatto che «il segmento di tute blu più vicino ai sindacati di base, e anche più coinvolto nel boicottaggio delle merci e armi dirette in Israele, è quello dei portuali soprattutto di Genova e Livorno». Il terzo settore Se, come ha scritto Prospero, portando quasi 15 milioni di italiani alle urne l'8 e 9 giugno «la Cgil ha mostrato che la strettoia per il recupero di rappresentanza rimane tuttora aperta», il fatto che in quella strettoia sembri essersi inserito qualcun altro è, per Di Vico, la conseguenza di errori imputabili al segretario generale: «Nella rete sapientemente tessuta in questi anni da Landini sono presenti realtà del terzo settore e organizzazioni come Arci e Acli o Libera ma pare più un’adunata di ufficiali che di soldati semplici. Un progetto cerebrale che quando si scontra con la realtà dei fatti si rivela una sorta di prefabbricato costruito a misura di una leadership e per minare l’unità sindacale più che indicare nuove strade. Con il risultato però che la Cgil da una parte perde le sue caratteristiche storiche fondate sulla contrattazione e la rappresentatività e dall’altra non conquista nuovo consenso». Source: https://www.corriere.it/economia/lavoro/25_settembre_26/i-tre-sconosciuti-dell-usb-e-la-batosta-cgil-perche-lo-sciopero-pro-pal-di-lunedi-ha-cambiato-il-sindacato-9fc80ef2-ddb2-4038-9745-d14a24facxlk_amp.shtml
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  • QUI LE COSE STANNO EVOLVENDO MOLTO VELOCEMENTE!
    Delitto di Garlasco: nuova svolta con perquisizioni e indagini per corruzione
    Perquisizioni nelle case dei famigliari di Sempio e indagato l'ex procuratore di Pavia per presunta corruzione sull'archiviazione del 2017...

    Le indagini sul delitto di Garlasco hanno preso una nuova direzione. Carabinieri e Guardia di Finanza hanno perquisito le abitazioni di 9 persone, tra cui quella dei genitori e degli zii di Andrea Sempio, unico indagato nel nuovo filone d’inchiesta sul caso aperto dalla Procura di Pavia. Sotto i fari anche ex investigatori e inquirenti che indagarono sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel paese della provincia di Pavia il 13 agosto 2007.

    L’operazione – coordinata dalla Procura di Brescia, competente ad indagare su eventuali reati commessi da magistrati in servizio nel distretto della Corte d’appello di Milano – è scattata dopo che, secondo indiscrezioni, gli investigatori sarebbero finiti sulle tracce dei flussi di denaro versati dai familiari di Sempio per ottenere l’archiviazione dell’indagine aperta a suo carico nel 2017. E c’è un indagato eccellente: Mario Venditti, ex procuratore di Pavia che archiviò l’indagine, è sotto inchiesta con l’ipotesi di corruzione in atti giudiziari. Gli investigatori hanno perquisito anche le sue dimore a Pavia, Genova e a Campione d’Italia, oltre alle case di due appartenenti alle forze dell’ordine, ora in congedo, che lavoravano nella sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Pavia.

    L’ipotesi di chi indaga è che Venditti abbia archiviato in modo troppo rapido la precedente inchiesta sull’amico del fratello della ventiseienne uccisa nella villetta di via Pascoli. Un sospetto che nascerebbe da alcune vecchie intercettazioni e da un appunto a penna su un bloc notes in cui si legge “Venditti/gip archivia X 20-30 euro” con la data “febbraio 2016”. Un promemoria sequestrato il 14 maggio scorso nell’abitazione dei genitori dell’indagato che avrebbe la grafia di Giuseppe Sempio, padre del nuovo sospettato dell’omicidio di Chiara, ma con la data erroneamente anticipata di un anno dato che l’archiviazione arriva solo nel 2017.

    All’ex procuratore di Pavia nel 2017 sarebbe “stata proposta o comunque ipotizzata” “una somma indebita di denaro, nell’ordine di 20/30mila euro, per favorire Andrea Sempio”, si legge nel decreto di perquisizione firmato dal pm di Brescia Claudia Moregola e dal procuratore Francesco Prete nei confronti dello stesso Venditti, dei carabinieri Silvio Sapone e Giuseppe Spoto, di Andrea Sempio, i suoi genitori e una serie di parenti. L’archiviazione, si ricorda negli atti, è stata richiesta il 15 marzo 2017 e accolta dal giudice per le indagini preliminari il 23 marzo 2017.

    Sempre secondo la procura di Brescia “le indagini” condotte nel 2017 a carico di Sempio “sono state caratterizzate da una serie di anomalie, tra cui l’omissione, da parte della polizia giudiziaria incaricata delle indagini della trasmissione di alcuni passaggi rilevanti delle intercettazioni ambientali”. Sarebbero emersi “alcuni contatti opachi” con personale della sezione di polizia giudiziaria, “e la breve durata dell’interrogatorio” di Sempio lascia trasparire “la verosimile conoscenza anticipata da parte dei membri della famiglia Sempio dei temi su cui sarebbero stati sentiti dai pubblici ministeri”. In particolare, il sospettato e anche i suoi familiari, secondo il decreto, avrebbero “intrattenuto” con i due investigatori dell’epoca “poco prima” delle audizioni in Procura “dei contatti non relazionati”, in particolare con Sapone, o di “durata incongrua”, in particolare con Spoto.

    I pm segnalano, ad esempio, anche che, quando a Sempio fu notificato l’invito a comparire per l’interrogatorio otto anni fa, l’allora maresciallo Spoto “si tratteneva presso Sempio Andrea per un tempo assai esteso, incompatibile con la mera esecuzione dell’attività notificatoria”. Avrebbe raggiunto Sempio “alle ore 16.35” ed effettuava la notifica più di un’ora dopo, alle “17.45”. Stando alle indagini, poi, Sapone avrebbe avuto “rapporti di particolare confidenza e correlazione con l’indagato Venditti”, l’allora procuratore aggiunto. E avrebbe avuto “un contatto con Sempio Andrea in data antecedente”, rispetto alla notifica, “pur non risultando una ragione investigativa correlata a tale necessità”. Il sospetto dei pm bresciani è che Sempio e i suoi familiari sapessero dell’indagine prima che l’amico del fratello di Chiara Poggi fosse stato formalmente informato.

    A maggio Venditti aveva spiegato di aver chiesto e ottenuto due volte l’archiviazione di Sempio “considerata la attestata inservibilità e infruttuosità della prova scientifica” di allora e “vista la assoluta carenza di riscontri oggettivi alle enunciate e mai provate ‘anomalie’ delle precedenti indagini” che si erano concluse, dopo un tortuoso iter processuale, con la condanna a 16 anni del fidanzato di Chiara, Alberto Stasi. Il secondo procedimento era lo sviluppo di una denuncia a Milano per molestie a una componente del collegio difensivo di Stasi. Il 24 maggio l’avvocato Domenico Aiello, legale di Venditti, aveva diramato una nota in cui affermava che nelle indagini il suo assistito “non ha mai svolto la funzione di magistrato” presso la Procura di Vigevano, allora competente, “né tantomeno nelle successive fasi dibattimentali e di impugnazione”. “Venditti dunque – concludeva Aiello – non ha mai rappresentato la pubblica accusa nel processo che ha condotto alla condanna di Alberto Stasi”.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/26/delitto-garlasco-sempio-corruzione-procuratore-news/8139685/
    QUI LE COSE STANNO EVOLVENDO MOLTO VELOCEMENTE! Delitto di Garlasco: nuova svolta con perquisizioni e indagini per corruzione Perquisizioni nelle case dei famigliari di Sempio e indagato l'ex procuratore di Pavia per presunta corruzione sull'archiviazione del 2017... Le indagini sul delitto di Garlasco hanno preso una nuova direzione. Carabinieri e Guardia di Finanza hanno perquisito le abitazioni di 9 persone, tra cui quella dei genitori e degli zii di Andrea Sempio, unico indagato nel nuovo filone d’inchiesta sul caso aperto dalla Procura di Pavia. Sotto i fari anche ex investigatori e inquirenti che indagarono sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel paese della provincia di Pavia il 13 agosto 2007. L’operazione – coordinata dalla Procura di Brescia, competente ad indagare su eventuali reati commessi da magistrati in servizio nel distretto della Corte d’appello di Milano – è scattata dopo che, secondo indiscrezioni, gli investigatori sarebbero finiti sulle tracce dei flussi di denaro versati dai familiari di Sempio per ottenere l’archiviazione dell’indagine aperta a suo carico nel 2017. E c’è un indagato eccellente: Mario Venditti, ex procuratore di Pavia che archiviò l’indagine, è sotto inchiesta con l’ipotesi di corruzione in atti giudiziari. Gli investigatori hanno perquisito anche le sue dimore a Pavia, Genova e a Campione d’Italia, oltre alle case di due appartenenti alle forze dell’ordine, ora in congedo, che lavoravano nella sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Pavia. L’ipotesi di chi indaga è che Venditti abbia archiviato in modo troppo rapido la precedente inchiesta sull’amico del fratello della ventiseienne uccisa nella villetta di via Pascoli. Un sospetto che nascerebbe da alcune vecchie intercettazioni e da un appunto a penna su un bloc notes in cui si legge “Venditti/gip archivia X 20-30 euro” con la data “febbraio 2016”. Un promemoria sequestrato il 14 maggio scorso nell’abitazione dei genitori dell’indagato che avrebbe la grafia di Giuseppe Sempio, padre del nuovo sospettato dell’omicidio di Chiara, ma con la data erroneamente anticipata di un anno dato che l’archiviazione arriva solo nel 2017. All’ex procuratore di Pavia nel 2017 sarebbe “stata proposta o comunque ipotizzata” “una somma indebita di denaro, nell’ordine di 20/30mila euro, per favorire Andrea Sempio”, si legge nel decreto di perquisizione firmato dal pm di Brescia Claudia Moregola e dal procuratore Francesco Prete nei confronti dello stesso Venditti, dei carabinieri Silvio Sapone e Giuseppe Spoto, di Andrea Sempio, i suoi genitori e una serie di parenti. L’archiviazione, si ricorda negli atti, è stata richiesta il 15 marzo 2017 e accolta dal giudice per le indagini preliminari il 23 marzo 2017. Sempre secondo la procura di Brescia “le indagini” condotte nel 2017 a carico di Sempio “sono state caratterizzate da una serie di anomalie, tra cui l’omissione, da parte della polizia giudiziaria incaricata delle indagini della trasmissione di alcuni passaggi rilevanti delle intercettazioni ambientali”. Sarebbero emersi “alcuni contatti opachi” con personale della sezione di polizia giudiziaria, “e la breve durata dell’interrogatorio” di Sempio lascia trasparire “la verosimile conoscenza anticipata da parte dei membri della famiglia Sempio dei temi su cui sarebbero stati sentiti dai pubblici ministeri”. In particolare, il sospettato e anche i suoi familiari, secondo il decreto, avrebbero “intrattenuto” con i due investigatori dell’epoca “poco prima” delle audizioni in Procura “dei contatti non relazionati”, in particolare con Sapone, o di “durata incongrua”, in particolare con Spoto. I pm segnalano, ad esempio, anche che, quando a Sempio fu notificato l’invito a comparire per l’interrogatorio otto anni fa, l’allora maresciallo Spoto “si tratteneva presso Sempio Andrea per un tempo assai esteso, incompatibile con la mera esecuzione dell’attività notificatoria”. Avrebbe raggiunto Sempio “alle ore 16.35” ed effettuava la notifica più di un’ora dopo, alle “17.45”. Stando alle indagini, poi, Sapone avrebbe avuto “rapporti di particolare confidenza e correlazione con l’indagato Venditti”, l’allora procuratore aggiunto. E avrebbe avuto “un contatto con Sempio Andrea in data antecedente”, rispetto alla notifica, “pur non risultando una ragione investigativa correlata a tale necessità”. Il sospetto dei pm bresciani è che Sempio e i suoi familiari sapessero dell’indagine prima che l’amico del fratello di Chiara Poggi fosse stato formalmente informato. A maggio Venditti aveva spiegato di aver chiesto e ottenuto due volte l’archiviazione di Sempio “considerata la attestata inservibilità e infruttuosità della prova scientifica” di allora e “vista la assoluta carenza di riscontri oggettivi alle enunciate e mai provate ‘anomalie’ delle precedenti indagini” che si erano concluse, dopo un tortuoso iter processuale, con la condanna a 16 anni del fidanzato di Chiara, Alberto Stasi. Il secondo procedimento era lo sviluppo di una denuncia a Milano per molestie a una componente del collegio difensivo di Stasi. Il 24 maggio l’avvocato Domenico Aiello, legale di Venditti, aveva diramato una nota in cui affermava che nelle indagini il suo assistito “non ha mai svolto la funzione di magistrato” presso la Procura di Vigevano, allora competente, “né tantomeno nelle successive fasi dibattimentali e di impugnazione”. “Venditti dunque – concludeva Aiello – non ha mai rappresentato la pubblica accusa nel processo che ha condotto alla condanna di Alberto Stasi”. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/26/delitto-garlasco-sempio-corruzione-procuratore-news/8139685/
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