• La violenza islamista devasta la Nigeria: 7.000 cristiani uccisi in 220 giorni
    Un nuovo rapporto denuncia una brutale ondata di attacchi anticristiani in tutta la Nigeria nel 2025, con oltre 7.000 cristiani massacrati in soli 220 giorni —con una media di 32 morti al giorno— e 100 chiese distrutte ogni mese. Solo nello Stato di Benue si registrano oltre 1.100 vittime, tra cui il massacro di Yelewata in cui persero la vita 280 cristiani a giugno. Dal 2009, oltre 125.000 cristiani sono morti, 7.800 sono stati rapiti all’inizio del 2025 e 15 milioni di persone sono state sfollate. Si tratta di un duro avvertimento della continua presa del potere da parte degli islamisti e dell’urgente minaccia alla libertà religiosa in Nigeria. -

    Sterminio Silenzioso: La Crisi Dimenticata dei Cristiani in Nigeria

    Un genocidio strisciante sta avvenendo nell'indifferenza globale mentre l'estremismo islamista devasta le comunità cristiane nigeriane con numeri da guerra civile.

    Un agghiacciante rapporto documenta quella che può essere definita solo come una campagna di pulizia religiosa: nei primi 220 giorni del 2025, oltre 7.000 cristiani sono stati massacrati in Nigeria, una media di 32 morti al giorno. Parallelamente, 100 chiese vengono distrutte ogni mese, in un sistematico tentativo di cancellare la presenza cristiana da vaste regioni del paese.

    Il Contesto di un Massacro Annunciato

    La crisi attuale affonda le sue radici nell'escalation di violenza iniziata nel 2009 con la rivolta di Boko Haram. Da allora, il bilancio è spaventoso: oltre 125.000 cristiani uccisi, 7.800 rapiti solo all'inizio del 2025 e 15 milioni di persone costrette a fuggire dalle loro case, in quello che rappresenta uno dei più gravi episodi di sfollamento forzato al mondo.

    Le Zone del Terrore

    Lo Stato di Benue, nel cuore della Nigeria, si è trasformato in un epicentro del massacro. Oltre 1.100 vittime sono state registrate in questa regione sola, con il massacro di Yelewata di giugno che ha segnato uno dei giorni più sanguinosi: 280 cristiani uccisi in un singolo attacco.

    La violenza, perpetrata da gruppi estremisti islamisti come Boko Haram e i pastori Fulani militarizzati, si caratterizza per la sua brutalità: attacchi a villaggi indifesi, esecuzioni sommarie, mutilazioni e distruzione sistematica di luoghi di culto.

    Fattori della Crisi

    Alla base di questa tragedia convergono diversi elementi:

    · L'espansione territoriale dei gruppi jihadisti nel Nord e Centro Nigeria
    · La complicità di alcune autorità locali e la corruzione dilagante
    · La carenza cronica di sicurezza e l'impunità di cui godono i perpetratori
    · Tensioni etnico-religiose strumentalizzate per fini politici

    Il Silenzio Internazionale

    Nonostante le dimensioni apocalittiche della crisi, la risposta della comunità internazionale rimane inadeguata. Le organizzazioni per i diritti umani denunciano da anni quello che definiscono un "genocidio strisciante", ma l'attenzione mediatica e politica globale rimane marginale.

    Un Appello all'Azione

    Questi numeri non rappresentano solo statistiche, ma famiglie distrutte, comunità annientate e un'intera generazione traumatizzata. La continua presa del potere da parte degli islamisti in Nigeria rappresenta non solo una minaccia alla libertà religiosa, ma alla stessa stabilità dell'Africa occidentale.

    La comunità internazionale non può più voltarsi dall'altra parte. È necessaria un'azione coordinata che unisca pressione diplomatica, sostegno umanitario e strategie concrete per proteggere le minoranze religiose in Nigeria, prima che sia troppo tardi.

    ____________________
    ENGLISH

    Silent Slaughter: Nigeria's Forgotten Christian Crisis

    A creeping genocide is unfolding amid global indifference as Islamist extremism devastates Christian communities in Nigeria with civil war-level casualties.

    A chilling report documents what can only be described as a campaign of religious cleansing: in the first 220 days of 2025, over 7,000 Christians were massacred in Nigeria, averaging 32 deaths per day. Simultaneously, 100 churches are being destroyed monthly, in a systematic attempt to erase Christian presence from vast regions of the country.

    Background of a Foretold Massacre

    The current crisis has its roots in the escalation of violence that began in 2009 with the Boko Haram insurgency. Since then, the death toll has been horrifying: over 125,000 Christians killed, 7,800 kidnapped just in early 2025, and 15 million people forced to flee their homes, representing one of the most severe cases of forced displacement worldwide.

    Epicenters of Terror

    Benue State, in central Nigeria, has become a massacre epicenter. Over 1,100 victims were recorded in this region alone, with the June Yelewata massacre marking one of the bloodiest days: 280 Christians killed in a single attack.

    The violence, perpetrated by Islamist extremist groups like Boko Haram and militarized Fulani herdsmen, is characterized by its brutality: attacks on defenseless villages, summary executions, mutilations, and systematic destruction of places of worship.

    Root Causes of the Crisis

    Several converging factors underlie this tragedy:

    · Territorial expansion of jihadist groups in Northern and Central Nigeria
    · Complicity of some local authorities and rampant corruption
    · Chronic security deficits and impunity enjoyed by perpetrators
    · Ethno-religious tensions exploited for political purposes

    International Silence

    Despite the apocalyptic scale of the crisis, the international community's response remains inadequate. Human rights organizations have been denouncing what they call a "creeping genocide" for years, yet global media and political attention remains marginal.

    A Call to Action

    These numbers represent more than statistics—they represent destroyed families, annihilated communities, and a traumatized generation. The continuing power grab by Islamists in Nigeria threatens not only religious freedom but the very stability of West Africa.

    The international community can no longer look away. Coordinated action is urgently needed—combining diplomatic pressure, humanitarian support, and concrete strategies to protect religious minorities in Nigeria before it's too late.
    La violenza islamista devasta la Nigeria: 7.000 cristiani uccisi in 220 giorni Un nuovo rapporto denuncia una brutale ondata di attacchi anticristiani in tutta la Nigeria nel 2025, con oltre 7.000 cristiani massacrati in soli 220 giorni —con una media di 32 morti al giorno— e 100 chiese distrutte ogni mese. Solo nello Stato di Benue si registrano oltre 1.100 vittime, tra cui il massacro di Yelewata in cui persero la vita 280 cristiani a giugno. Dal 2009, oltre 125.000 cristiani sono morti, 7.800 sono stati rapiti all’inizio del 2025 e 15 milioni di persone sono state sfollate. Si tratta di un duro avvertimento della continua presa del potere da parte degli islamisti e dell’urgente minaccia alla libertà religiosa in Nigeria. - Sterminio Silenzioso: La Crisi Dimenticata dei Cristiani in Nigeria Un genocidio strisciante sta avvenendo nell'indifferenza globale mentre l'estremismo islamista devasta le comunità cristiane nigeriane con numeri da guerra civile. Un agghiacciante rapporto documenta quella che può essere definita solo come una campagna di pulizia religiosa: nei primi 220 giorni del 2025, oltre 7.000 cristiani sono stati massacrati in Nigeria, una media di 32 morti al giorno. Parallelamente, 100 chiese vengono distrutte ogni mese, in un sistematico tentativo di cancellare la presenza cristiana da vaste regioni del paese. Il Contesto di un Massacro Annunciato La crisi attuale affonda le sue radici nell'escalation di violenza iniziata nel 2009 con la rivolta di Boko Haram. Da allora, il bilancio è spaventoso: oltre 125.000 cristiani uccisi, 7.800 rapiti solo all'inizio del 2025 e 15 milioni di persone costrette a fuggire dalle loro case, in quello che rappresenta uno dei più gravi episodi di sfollamento forzato al mondo. Le Zone del Terrore Lo Stato di Benue, nel cuore della Nigeria, si è trasformato in un epicentro del massacro. Oltre 1.100 vittime sono state registrate in questa regione sola, con il massacro di Yelewata di giugno che ha segnato uno dei giorni più sanguinosi: 280 cristiani uccisi in un singolo attacco. La violenza, perpetrata da gruppi estremisti islamisti come Boko Haram e i pastori Fulani militarizzati, si caratterizza per la sua brutalità: attacchi a villaggi indifesi, esecuzioni sommarie, mutilazioni e distruzione sistematica di luoghi di culto. Fattori della Crisi Alla base di questa tragedia convergono diversi elementi: · L'espansione territoriale dei gruppi jihadisti nel Nord e Centro Nigeria · La complicità di alcune autorità locali e la corruzione dilagante · La carenza cronica di sicurezza e l'impunità di cui godono i perpetratori · Tensioni etnico-religiose strumentalizzate per fini politici Il Silenzio Internazionale Nonostante le dimensioni apocalittiche della crisi, la risposta della comunità internazionale rimane inadeguata. Le organizzazioni per i diritti umani denunciano da anni quello che definiscono un "genocidio strisciante", ma l'attenzione mediatica e politica globale rimane marginale. Un Appello all'Azione Questi numeri non rappresentano solo statistiche, ma famiglie distrutte, comunità annientate e un'intera generazione traumatizzata. La continua presa del potere da parte degli islamisti in Nigeria rappresenta non solo una minaccia alla libertà religiosa, ma alla stessa stabilità dell'Africa occidentale. La comunità internazionale non può più voltarsi dall'altra parte. È necessaria un'azione coordinata che unisca pressione diplomatica, sostegno umanitario e strategie concrete per proteggere le minoranze religiose in Nigeria, prima che sia troppo tardi. ____________________ ENGLISH Silent Slaughter: Nigeria's Forgotten Christian Crisis A creeping genocide is unfolding amid global indifference as Islamist extremism devastates Christian communities in Nigeria with civil war-level casualties. A chilling report documents what can only be described as a campaign of religious cleansing: in the first 220 days of 2025, over 7,000 Christians were massacred in Nigeria, averaging 32 deaths per day. Simultaneously, 100 churches are being destroyed monthly, in a systematic attempt to erase Christian presence from vast regions of the country. Background of a Foretold Massacre The current crisis has its roots in the escalation of violence that began in 2009 with the Boko Haram insurgency. Since then, the death toll has been horrifying: over 125,000 Christians killed, 7,800 kidnapped just in early 2025, and 15 million people forced to flee their homes, representing one of the most severe cases of forced displacement worldwide. Epicenters of Terror Benue State, in central Nigeria, has become a massacre epicenter. Over 1,100 victims were recorded in this region alone, with the June Yelewata massacre marking one of the bloodiest days: 280 Christians killed in a single attack. The violence, perpetrated by Islamist extremist groups like Boko Haram and militarized Fulani herdsmen, is characterized by its brutality: attacks on defenseless villages, summary executions, mutilations, and systematic destruction of places of worship. Root Causes of the Crisis Several converging factors underlie this tragedy: · Territorial expansion of jihadist groups in Northern and Central Nigeria · Complicity of some local authorities and rampant corruption · Chronic security deficits and impunity enjoyed by perpetrators · Ethno-religious tensions exploited for political purposes International Silence Despite the apocalyptic scale of the crisis, the international community's response remains inadequate. Human rights organizations have been denouncing what they call a "creeping genocide" for years, yet global media and political attention remains marginal. A Call to Action These numbers represent more than statistics—they represent destroyed families, annihilated communities, and a traumatized generation. The continuing power grab by Islamists in Nigeria threatens not only religious freedom but the very stability of West Africa. The international community can no longer look away. Coordinated action is urgently needed—combining diplomatic pressure, humanitarian support, and concrete strategies to protect religious minorities in Nigeria before it's too late.
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  • Per favore, leggete dal Dott. Ezzideen, Gaza

    Non c'è internet. Nessun segnale. Nessun suono. Nessun mondo oltre questa gabbia.
    Ho camminato per trenta minuti tra rovine e polvere. Non in cerca di una via di fuga, ma di un frammento di segnale, giusto quel tanto che basta per sussurrare: "Siamo ancora vivi".
    Non perché qualcuno stia ascoltando, ma perché morire senza essere ascoltati è la morte definitiva.
    Gaza ora è silenziosa. Non di pace, ma di annientamento.
    Non un silenzio di immobilità, ma di soffocamento.
    Hanno tagliato l'ultimo cavo. Nessun messaggio esce. Nessuna immagine entra.
    Persino il dolore è stato proibito.
    Ho superato i cadaveri di edifici, di case, di uomini, alcuni respiravano, altri no. Tutti cancellati dalla stessa mano che ha cancellato le nostre voci.
    Questo non è solo un assedio di bombe. È un assedio della memoria: una guerra contro la nostra capacità di dire: "Eravamo qui".
    I bombardamenti non sono mai cessati, soprattutto a Jabalia. Bombardano le strade dove i bambini chiedono cibo. Bombardano le file dove le madri aspettano la farina. Bombardano la fame stessa.
    Niente cibo. Niente acqua. Nessuna via d'uscita. E coloro che ci provano, coloro che cercano aiuto, vengono colpiti.
    Qui si muore, e nessuno lo sa.
    Non perché le uccisioni si siano fermate, ma perché la distruzione della connessione è riuscita.
    Internet è stato il nostro ultimo respiro. Non era un lusso; era l'ultima prova della nostra umanità.
    Ora non c'è più. E nel buio, massacrano senza conseguenze.
    Ho trovato questo debole segnale eSIM come un uomo morente trova un barlume di fiamma. Ero in piedi sotto un cielo squarciato, rischiando la morte, non per essere salvato, ma per inviare questo.
    Un singolo messaggio. Un'ultima resistenza.
    Se state leggendo questo, ricordate che abbiamo attraversato il fuoco per dirlo.
    Non siamo rimasti in silenzio. Siamo stati messi a tacere.
    E quando i cavi saranno ripristinati, la verità trasparirà dai fili, e il mondo saprà cosa ha scelto di non vedere.

    Dott. Ezzideen, Gaza
    -----------------------------
    Silenzio per Gaza

    A partire da oggi, spegnerò il mio cellulare dalle 21:00 alle 21:30 per una settimana, per il popolo palestinese.
    30 minuti di silenzio digitale
    "Silenzio per Gaza" è una campagna digitale coordinata. È un'ondata crescente.
    Perché qualcosa si può fare: una pausa digitale giornaliera di 30 minuti ogni sera, dalle 21:00 alle 21:30 ora locale di ogni Paese.
    Durante questa pausa:
    Niente social media. Nessun messaggio. Nessun commento. Telefoni e computer saranno spenti.
    Questa azione collettiva invierà un forte segnale digitale agli algoritmi e mostrerà la nostra solidarietà con Gaza. (Non è facile, ma facciamo qualcosa. È ciò che conta.)
    L'idea:
    Ogni giorno, alla stessa ora, milioni di utenti in tutto il mondo rimarranno completamente in silenzio sui social media per 30 minuti. Nessun post. Nessun Mi piace. Nessun commento. Nessuna app aperta.
    Silenzio digitale completo. Spegni il telefono.
    È un atto di resistenza, una protesta digitale globale.
    La rabbia di tanti cittadini di fronte a un'ingiustizia immensa.
    Perché qualcosa si può fare: semplice ed efficace.
    Ricordate il silenzio digitale delle 21:00.
    (Impostate una sveglia sul telefono: promemoria per le 21:00.)

    Spiegazione tecnica:
    1. Impatto algoritmico
    Le piattaforme dei social media dipendono dall'attività costante degli utenti. Siamo noi che manteniamo attivo il sistema. Un calo improvviso e sincronizzato dell'attività, anche per un breve periodo, può:
    (a) interrompere gli algoritmi di visibilità.
    (b) influenzare le statistiche sul traffico in tempo reale.
    (c) inviare un segnale tecnico ai server in merito a comportamenti anomali degli utenti.
    Questo atto evidenzia la resistenza dei cittadini all'ingiustizia, che fino ad ora era alimentata dalla nostra passività. 2. Impatto simbolico
    In un mondo iperconnesso, il silenzio digitale è una dichiarazione potente.
    Crea un netto contrasto tra il rumore dei social media e il silenzio forzato a Gaza.
    È un momento di riflessione collettiva.
    3. Impatto sociale
    Se l'azione sarà diffusa, i leader vedranno che i cittadini respingono il crimine a Gaza –
    E solo allora si muoveranno.

    Miriamo a creare un'ondata progressista che si diffonda in tutto il mondo .
    Non dimenticate: 21:00 (21:00) — Silenzio digitale!
    Impostate i vostri orologi. Spegnete i telefoni!


    Dalle 21:00 (21:00) alle 21:30 (21:30) — Ovunque vi troviate nel mondo:
    SMETTETE di usare:
    * Telefoni
    * Computer
    * Laptop

    SILENZIO — per il bene di Gaza. GRAZIE
    Per favore, leggete dal Dott. Ezzideen, Gaza Non c'è internet. Nessun segnale. Nessun suono. Nessun mondo oltre questa gabbia. Ho camminato per trenta minuti tra rovine e polvere. Non in cerca di una via di fuga, ma di un frammento di segnale, giusto quel tanto che basta per sussurrare: "Siamo ancora vivi". Non perché qualcuno stia ascoltando, ma perché morire senza essere ascoltati è la morte definitiva. Gaza ora è silenziosa. Non di pace, ma di annientamento. Non un silenzio di immobilità, ma di soffocamento. Hanno tagliato l'ultimo cavo. Nessun messaggio esce. Nessuna immagine entra. Persino il dolore è stato proibito. Ho superato i cadaveri di edifici, di case, di uomini, alcuni respiravano, altri no. Tutti cancellati dalla stessa mano che ha cancellato le nostre voci. Questo non è solo un assedio di bombe. È un assedio della memoria: una guerra contro la nostra capacità di dire: "Eravamo qui". I bombardamenti non sono mai cessati, soprattutto a Jabalia. Bombardano le strade dove i bambini chiedono cibo. Bombardano le file dove le madri aspettano la farina. Bombardano la fame stessa. Niente cibo. Niente acqua. Nessuna via d'uscita. E coloro che ci provano, coloro che cercano aiuto, vengono colpiti. Qui si muore, e nessuno lo sa. Non perché le uccisioni si siano fermate, ma perché la distruzione della connessione è riuscita. Internet è stato il nostro ultimo respiro. Non era un lusso; era l'ultima prova della nostra umanità. Ora non c'è più. E nel buio, massacrano senza conseguenze. Ho trovato questo debole segnale eSIM come un uomo morente trova un barlume di fiamma. Ero in piedi sotto un cielo squarciato, rischiando la morte, non per essere salvato, ma per inviare questo. Un singolo messaggio. Un'ultima resistenza. Se state leggendo questo, ricordate che abbiamo attraversato il fuoco per dirlo. Non siamo rimasti in silenzio. Siamo stati messi a tacere. E quando i cavi saranno ripristinati, la verità trasparirà dai fili, e il mondo saprà cosa ha scelto di non vedere. Dott. Ezzideen, Gaza ----------------------------- Silenzio per Gaza A partire da oggi, spegnerò il mio cellulare dalle 21:00 alle 21:30 per una settimana, per il popolo palestinese. 30 minuti di silenzio digitale "Silenzio per Gaza" è una campagna digitale coordinata. È un'ondata crescente. Perché qualcosa si può fare: una pausa digitale giornaliera di 30 minuti ogni sera, dalle 21:00 alle 21:30 ora locale di ogni Paese. Durante questa pausa: Niente social media. Nessun messaggio. Nessun commento. Telefoni e computer saranno spenti. Questa azione collettiva invierà un forte segnale digitale agli algoritmi e mostrerà la nostra solidarietà con Gaza. (Non è facile, ma facciamo qualcosa. È ciò che conta.) L'idea: Ogni giorno, alla stessa ora, milioni di utenti in tutto il mondo rimarranno completamente in silenzio sui social media per 30 minuti. Nessun post. Nessun Mi piace. Nessun commento. Nessuna app aperta. Silenzio digitale completo. Spegni il telefono. È un atto di resistenza, una protesta digitale globale. La rabbia di tanti cittadini di fronte a un'ingiustizia immensa. Perché qualcosa si può fare: semplice ed efficace. Ricordate il silenzio digitale delle 21:00. (Impostate una sveglia sul telefono: promemoria per le 21:00.) Spiegazione tecnica: 1. Impatto algoritmico Le piattaforme dei social media dipendono dall'attività costante degli utenti. Siamo noi che manteniamo attivo il sistema. Un calo improvviso e sincronizzato dell'attività, anche per un breve periodo, può: (a) interrompere gli algoritmi di visibilità. (b) influenzare le statistiche sul traffico in tempo reale. (c) inviare un segnale tecnico ai server in merito a comportamenti anomali degli utenti. Questo atto evidenzia la resistenza dei cittadini all'ingiustizia, che fino ad ora era alimentata dalla nostra passività. 2. Impatto simbolico In un mondo iperconnesso, il silenzio digitale è una dichiarazione potente. Crea un netto contrasto tra il rumore dei social media e il silenzio forzato a Gaza. È un momento di riflessione collettiva. 3. Impatto sociale Se l'azione sarà diffusa, i leader vedranno che i cittadini respingono il crimine a Gaza – E solo allora si muoveranno. Miriamo a creare un'ondata progressista che si diffonda in tutto il mondo 🌎. Non dimenticate: 21:00 (21:00) — Silenzio digitale! Impostate i vostri orologi. Spegnete i telefoni! 📣📣📣 Dalle 21:00 (21:00) alle 21:30 (21:30) — Ovunque vi troviate nel mondo: SMETTETE di usare: * Telefoni * Computer * Laptop SILENZIO — per il bene di Gaza. GRAZIE
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  • Intervista a #OliverStone
    Abbiamo parlato di recente con alcuni consiglieri di Putin, e bisogna riconoscere che Putin è molto moderato. Se la Russia stesse facendo all'Ucraina ciò che Israele ha fatto a Gaza, penso che ci sarebbe un enorme, enorme cambiamento di prospettiva, giusto? Voglio dire, la verità è che Israele l'ha fatta franca distruggendo Gaza. La Russia non sta trattando Kiev in quel modo per una ragione molto importante. Kiev è storicamente considerata parte della Russia. In un certo senso, storicamente, ancestralmente sono collegate. Quindi Putin è stato molto moderato in tutti i nostri dibattiti, come abbiamo capito. Avrebbe potuto spingere... Ci sono molte persone che dicono (consiglieri di destra, più di destra di lui) che ci sono armi provenienti dalla Romania e dalla Polonia che hanno bombardato i depositi di armi, giusto? Penso che Putin sia stato molto moderato nella sua guerra. E penso che se si confronta ciò che è successo il numero di civili uccisi in Ucraina rispetto a Gaza, le statistiche parlano da sole.

    grazie @KasperReloaded per la traduzione

    Source: https://x.com/OrtigiaP/status/1970257394795196678?t=_6GlcT849ti14jyUr3Tnrg&s=19
    Intervista a #OliverStone Abbiamo parlato di recente con alcuni consiglieri di Putin, e bisogna riconoscere che Putin è molto moderato. Se la Russia stesse facendo all'Ucraina ciò che Israele ha fatto a Gaza, penso che ci sarebbe un enorme, enorme cambiamento di prospettiva, giusto? Voglio dire, la verità è che Israele l'ha fatta franca distruggendo Gaza. La Russia non sta trattando Kiev in quel modo per una ragione molto importante. Kiev è storicamente considerata parte della Russia. In un certo senso, storicamente, ancestralmente sono collegate. Quindi Putin è stato molto moderato in tutti i nostri dibattiti, come abbiamo capito. Avrebbe potuto spingere... Ci sono molte persone che dicono (consiglieri di destra, più di destra di lui) che ci sono armi provenienti dalla Romania e dalla Polonia che hanno bombardato i depositi di armi, giusto? Penso che Putin sia stato molto moderato nella sua guerra. E penso che se si confronta ciò che è successo il numero di civili uccisi in Ucraina rispetto a Gaza, le statistiche parlano da sole. grazie @KasperReloaded per la traduzione Source: https://x.com/OrtigiaP/status/1970257394795196678?t=_6GlcT849ti14jyUr3Tnrg&s=19
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  • La promessa dei colliri per risolvere la presbiopia, diremo davvero addio agli occhiali da lettura?
    Le sperimentazioni stanno dando buoni risultati. In futuro ci potrebbe essere una valida alternativa anche alla chirurgia, ma ci vorrà ancora tempo.

    I colliri per la presbiopia potrebbero servire a tutti noi. No, non importa se vostro nonno a 90 anni non portava gli occhiali nemmeno per leggere. Le statistiche ci dicono che dopo i 65 anni tutti, o quasi, saremo “affetti” da presbiopia e faremo fatica a mettere a fuoco gli oggetti da vicino. Le soluzioni sono diverse, dai classici occhiali da lettura alla chirurgia laser, e da qualche tempo si parla anche di colliri. Da applicare tutti i giorni, anche più volte al giorno, promettono di dire addio al fastidio degli occhiali e di evitare i disagi di un intervento chirurgico, dando anche un’opportunità a chi non può operarsi. Ma di cosa si tratta esattamente? Sono davvero efficaci? Ci sono effetti collaterali?
    Che cos’è la presbiopia

    Avete presente quando le persone, in genere dopo i 40 anni, cominciano a tenere i libri o lo smartphone sempre più lontani dal volto? Ecco, quello è il segnale che non si è più tanto giovani, quando leggere alla solita distanza diventa impossibile perché non si riescono a mettere a fuoco le lettere. Questa condizione si chiama presbiopia: non è una malattia ma un fenomeno fisiologico, naturale, legato all’invecchiamento. In sostanza è un difetto visivo che insorge dalla mezza età e che impedisce di mettere a fuoco gli oggetti da vicino. La causa è da far risalire alla perdita di elasticità e flessibilità del cristallino, la lente che si trova nell’occhio. Il suo irrigidimento progredisce nel tempo (fino a stabilizzarsi attorno ai 65 anni) e inficia l’accomodazione, cioè il meccanismo con cui il cristallino adatta la propria morfologia alle esigenze di visione.

    Curiosità: l’insorgere della presbiopia può in un primo momento portare a un miglioramento della vista nelle persone miopi compensando il loro difetto di rifrazione, mentre è l’opposto per le persone ipermetropi, a cui in genere viene riscontrata la presbiopia più precocemente.
    Le soluzioni ottiche

    Al di là del disagio - e magari un po’ di affaticamento e bruciore agli occhi o qualche mal di testa (la visione doppia è un sintomo raro) - la presbiopia non è dunque niente di preoccupante, ma correggerla significa rendere più semplici le attività quotidiane mantenendo la propria qualità di vita.

    Lo strumento di correzione più classico sono gli occhiali da lettura, quelli che si usano solo per vedere “da vicino” al bisogno. Altri rimedi ottici sono le lenti (anche a contatto) progressive o multifocali, che ben si adattano a chi necessita di correggere anche altri difetti di vista, come miopia e ipermetropia, perché permettono una transizione graduale tra la visione da vicino e quella da lontano. Esistono anche lenti a contatto per la monovisione, ossia si può correggere un occhio per la visione da lontano e l’altro per quella da vicino.
    Le soluzioni chirurgiche

    A differenza degli strumenti ottici, la chirurgia offre una soluzione più radicale. Tuttavia non è indicata per tutti: ci sono alcune condizioni, come il glaucoma o malattie della retina e della cornea, che la precludono. Inoltre il decorso post-operatorio (tempi di recupero della vista, dolore) varia in base al tipo di intervento e da persona a persona. Ci sono diversi tipi di interventi di chirurgia refrattiva laser che mirano a rimodellare la cornea per compensare la perdita di flessibilità del cristallino, o interventi intraoculari per la sostituzione del cristallino con una lente artificiale (di solito si propone questa soluzione quando il cristallino naturale presenta già dell’opacità, o comunque dopo i 60 anni). Alcuni di questi interventi possono risolvere anche difetti di vista preesistenti alla presbiopia.
    Le soluzioni farmacologiche e i colliri per la presbiopia

    Negli ultimi tempi la ricerca sta avanzando anche strumenti farmacologici per risolvere la presbiopia. Si tratta di colliri che, con diverse modalità a seconda del principio attivo impiegato, migliorano la messa a fuoco da vicino. Due di questi sono anche già stati approvati dalla Food and drug administration statunitense, uno a base di aceclidina 1,44%, l’altro di pilocarpina 1,25%.

    La pilocarpina, in particolare, è la molecola protagonista anche di altre formule ancora in sperimentazione. Si tratta di un alcaloide naturale che interagisce con i recettori periferici dell’acetilcolina stimolando le attività del sistema nervoso parasimpatico. A livello oculare questo si traduce con la capacità di indurre miosi, ossia restringimento del diametro della pupilla (come se stesse reagendo a uno stimolo luminoso) e contrazione del muscolo ciliare. I due effetti combinati migliorano la capacità di mettere a fuoco gli oggetti vicini, il meccanismo dell'accomodazione e l’elasticità del cristallino.

    Per quanto riguarda i risultati che si possono raggiungere, proprio in questi giorni ha fatto parlare di sé una sperimentazione condotta in Argentina dal team di Giovanna Benozzi, che sta testando un collirio a base di pilocarpina a diverse concentrazioni (1%, 2%, 3%) e di diclofenac, un antinfiammatorio non steroideo che lenisce gli effetti avversi della pilocarpina come irritazione e fastidio.

    In uno studio retrospettivo su 766 persone (età media 55 anni) durato due anni, i ricercatori hanno constatato che, somministrato due/tre volte al giorno, il collirio permette alla maggioranza dei pazienti di migliorare la propria visione. "Il nostro risultato più significativo ha mostrato miglioramenti rapidi e duraturi nella visione da vicino per tutte e tre le concentrazioni - ha detto Benozzi presentando la ricerca al 43° Congresso della Società Europea di Chirurgia della Cataratta e Refrattiva - Un'ora dopo la somministrazione delle prime gocce, i pazienti hanno avuto un miglioramento medio di 3,45 linee di Jaeger (la tavola optometrica di Jaeger o tabella di Jaeger è uno strumento per valutare l’acuità visiva da vicino, composta da piccoli blocchi di testo stampati con caratteri di varie dimensioni, nda). Il trattamento ha anche migliorato la messa a fuoco a tutte le distanze”. In particolare il 99% dei 148 pazienti del gruppo trattato con pilocarpina all’1% ha raggiunto una visione da vicino ottimale ed è stato in grado di leggere due o più linee aggiuntive; nel gruppo di 248 pazienti trattati con pilocarpina al 2%, il 69% è stato in grado di leggere tre o più linee aggiuntive sulla tabella di Jaeger, mentre nel gruppo trattato con pilocarpina al 3%, l'84% dei 370 pazienti è stato in grado di leggere tre o più linee aggiuntive. Il miglioramento della vista dei pazienti si è mantenuto fino a due anni, con una durata mediana di 434 giorni.

    Source: https://www.wired.it/article/colliri-per-presbiopia-alternativa-occhiali-chirurgia-sperimentazioni-effetti-collaterali/?utm_source=firefox-newtab-it-it
    La promessa dei colliri per risolvere la presbiopia, diremo davvero addio agli occhiali da lettura? Le sperimentazioni stanno dando buoni risultati. In futuro ci potrebbe essere una valida alternativa anche alla chirurgia, ma ci vorrà ancora tempo. I colliri per la presbiopia potrebbero servire a tutti noi. No, non importa se vostro nonno a 90 anni non portava gli occhiali nemmeno per leggere. Le statistiche ci dicono che dopo i 65 anni tutti, o quasi, saremo “affetti” da presbiopia e faremo fatica a mettere a fuoco gli oggetti da vicino. Le soluzioni sono diverse, dai classici occhiali da lettura alla chirurgia laser, e da qualche tempo si parla anche di colliri. Da applicare tutti i giorni, anche più volte al giorno, promettono di dire addio al fastidio degli occhiali e di evitare i disagi di un intervento chirurgico, dando anche un’opportunità a chi non può operarsi. Ma di cosa si tratta esattamente? Sono davvero efficaci? Ci sono effetti collaterali? Che cos’è la presbiopia Avete presente quando le persone, in genere dopo i 40 anni, cominciano a tenere i libri o lo smartphone sempre più lontani dal volto? Ecco, quello è il segnale che non si è più tanto giovani, quando leggere alla solita distanza diventa impossibile perché non si riescono a mettere a fuoco le lettere. Questa condizione si chiama presbiopia: non è una malattia ma un fenomeno fisiologico, naturale, legato all’invecchiamento. In sostanza è un difetto visivo che insorge dalla mezza età e che impedisce di mettere a fuoco gli oggetti da vicino. La causa è da far risalire alla perdita di elasticità e flessibilità del cristallino, la lente che si trova nell’occhio. Il suo irrigidimento progredisce nel tempo (fino a stabilizzarsi attorno ai 65 anni) e inficia l’accomodazione, cioè il meccanismo con cui il cristallino adatta la propria morfologia alle esigenze di visione. Curiosità: l’insorgere della presbiopia può in un primo momento portare a un miglioramento della vista nelle persone miopi compensando il loro difetto di rifrazione, mentre è l’opposto per le persone ipermetropi, a cui in genere viene riscontrata la presbiopia più precocemente. Le soluzioni ottiche Al di là del disagio - e magari un po’ di affaticamento e bruciore agli occhi o qualche mal di testa (la visione doppia è un sintomo raro) - la presbiopia non è dunque niente di preoccupante, ma correggerla significa rendere più semplici le attività quotidiane mantenendo la propria qualità di vita. Lo strumento di correzione più classico sono gli occhiali da lettura, quelli che si usano solo per vedere “da vicino” al bisogno. Altri rimedi ottici sono le lenti (anche a contatto) progressive o multifocali, che ben si adattano a chi necessita di correggere anche altri difetti di vista, come miopia e ipermetropia, perché permettono una transizione graduale tra la visione da vicino e quella da lontano. Esistono anche lenti a contatto per la monovisione, ossia si può correggere un occhio per la visione da lontano e l’altro per quella da vicino. Le soluzioni chirurgiche A differenza degli strumenti ottici, la chirurgia offre una soluzione più radicale. Tuttavia non è indicata per tutti: ci sono alcune condizioni, come il glaucoma o malattie della retina e della cornea, che la precludono. Inoltre il decorso post-operatorio (tempi di recupero della vista, dolore) varia in base al tipo di intervento e da persona a persona. Ci sono diversi tipi di interventi di chirurgia refrattiva laser che mirano a rimodellare la cornea per compensare la perdita di flessibilità del cristallino, o interventi intraoculari per la sostituzione del cristallino con una lente artificiale (di solito si propone questa soluzione quando il cristallino naturale presenta già dell’opacità, o comunque dopo i 60 anni). Alcuni di questi interventi possono risolvere anche difetti di vista preesistenti alla presbiopia. Le soluzioni farmacologiche e i colliri per la presbiopia Negli ultimi tempi la ricerca sta avanzando anche strumenti farmacologici per risolvere la presbiopia. Si tratta di colliri che, con diverse modalità a seconda del principio attivo impiegato, migliorano la messa a fuoco da vicino. Due di questi sono anche già stati approvati dalla Food and drug administration statunitense, uno a base di aceclidina 1,44%, l’altro di pilocarpina 1,25%. La pilocarpina, in particolare, è la molecola protagonista anche di altre formule ancora in sperimentazione. Si tratta di un alcaloide naturale che interagisce con i recettori periferici dell’acetilcolina stimolando le attività del sistema nervoso parasimpatico. A livello oculare questo si traduce con la capacità di indurre miosi, ossia restringimento del diametro della pupilla (come se stesse reagendo a uno stimolo luminoso) e contrazione del muscolo ciliare. I due effetti combinati migliorano la capacità di mettere a fuoco gli oggetti vicini, il meccanismo dell'accomodazione e l’elasticità del cristallino. Per quanto riguarda i risultati che si possono raggiungere, proprio in questi giorni ha fatto parlare di sé una sperimentazione condotta in Argentina dal team di Giovanna Benozzi, che sta testando un collirio a base di pilocarpina a diverse concentrazioni (1%, 2%, 3%) e di diclofenac, un antinfiammatorio non steroideo che lenisce gli effetti avversi della pilocarpina come irritazione e fastidio. In uno studio retrospettivo su 766 persone (età media 55 anni) durato due anni, i ricercatori hanno constatato che, somministrato due/tre volte al giorno, il collirio permette alla maggioranza dei pazienti di migliorare la propria visione. "Il nostro risultato più significativo ha mostrato miglioramenti rapidi e duraturi nella visione da vicino per tutte e tre le concentrazioni - ha detto Benozzi presentando la ricerca al 43° Congresso della Società Europea di Chirurgia della Cataratta e Refrattiva - Un'ora dopo la somministrazione delle prime gocce, i pazienti hanno avuto un miglioramento medio di 3,45 linee di Jaeger (la tavola optometrica di Jaeger o tabella di Jaeger è uno strumento per valutare l’acuità visiva da vicino, composta da piccoli blocchi di testo stampati con caratteri di varie dimensioni, nda). Il trattamento ha anche migliorato la messa a fuoco a tutte le distanze”. In particolare il 99% dei 148 pazienti del gruppo trattato con pilocarpina all’1% ha raggiunto una visione da vicino ottimale ed è stato in grado di leggere due o più linee aggiuntive; nel gruppo di 248 pazienti trattati con pilocarpina al 2%, il 69% è stato in grado di leggere tre o più linee aggiuntive sulla tabella di Jaeger, mentre nel gruppo trattato con pilocarpina al 3%, l'84% dei 370 pazienti è stato in grado di leggere tre o più linee aggiuntive. Il miglioramento della vista dei pazienti si è mantenuto fino a due anni, con una durata mediana di 434 giorni. Source: https://www.wired.it/article/colliri-per-presbiopia-alternativa-occhiali-chirurgia-sperimentazioni-effetti-collaterali/?utm_source=firefox-newtab-it-it
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    La promessa dei colliri per risolvere la presbiopia, diremo davvero addio agli occhiali da lettura?
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  • La rivincita del copyright: ecco perché Anthropic (a causa dei veneziani del 1474) ha dovuto pagare 1,5 miliardi per l'AI
    Si tratta del più grande risarcimento nella storia di quel "privilegio di stampa" che prese vita nella Silicon Valley ante litteram , la repubblica di Venezia.

    di conoscere la sua storia. Manuzio fu in sostanza il primo stampatore ad inventare il lavoro dell’editore. Le sue stesse ansie erano quelle che oggi ha ogni editore moderno. Sono esilaranti i suoi scritti in cui ricorda come fosse ossessionato da presunti scrittori che volevano vedere stampata la propria opera: già a quel tempo gli italiani erano tutti un po’ scrittori (oggi siamo tutti scrittori e tutti Ct della nazionale di calcio…). Nella sua stanza c’era un cartello con su scritto: «No disturbeme che per cosse utili». Ma quando si leggono le statistiche sull’anomalia dei titoli stampati in Italia, circa 60 mila l’anno, bisogna tenere conto anche dell’opera di Manuzio. In sostanza possiamo riconoscergli anche l’invenzione del tascabile, cioè del libro che si può portare fuori di casa. Prima di Manuzio gli incunaboli, nome con cui si fa riferimento ai testi stampati di quell’epoca, erano grossi blocchi da tenere su un leggio ligneo. Manuzio lo rese trasportabile, oggi si direbbe “mobile”. Se gli incunaboli erano i computer da scrivania, i cosiddetti desktop, i libri del Manuzio furono gli smartphone. E proprio come gli apparecchi mobili oggi stanno facendo uscire dal mercato gli obsoleti computer, così il libro uccise gli incunaboli o libri da scrivania.

    Peraltro, anche qui, il successo in vita dell’editore fu enorme: è documentato un giorno del 1508 in cui Erasmo da Rotterdam stampava proprio nella sua bottega a sestiere di San Paolo i suoi Adagia. E anche qui arrivò l’oblio come una coltre nebulosa a coprire il tutto.

    Source: https://www.corriere.it/cronache/25_settembre_16/la-rivincita-del-copyright-ecco-perche-anthropic-a-causa-dei-veneziani-del-1474-ha-dovuto-pagare-1-5-miliardi-per-l-ai-4400923b-4b6d-465d-9143-c256f335exlk_amp.shtml
    La rivincita del copyright: ecco perché Anthropic (a causa dei veneziani del 1474) ha dovuto pagare 1,5 miliardi per l'AI Si tratta del più grande risarcimento nella storia di quel "privilegio di stampa" che prese vita nella Silicon Valley ante litteram , la repubblica di Venezia. di conoscere la sua storia. Manuzio fu in sostanza il primo stampatore ad inventare il lavoro dell’editore. Le sue stesse ansie erano quelle che oggi ha ogni editore moderno. Sono esilaranti i suoi scritti in cui ricorda come fosse ossessionato da presunti scrittori che volevano vedere stampata la propria opera: già a quel tempo gli italiani erano tutti un po’ scrittori (oggi siamo tutti scrittori e tutti Ct della nazionale di calcio…). Nella sua stanza c’era un cartello con su scritto: «No disturbeme che per cosse utili». Ma quando si leggono le statistiche sull’anomalia dei titoli stampati in Italia, circa 60 mila l’anno, bisogna tenere conto anche dell’opera di Manuzio. In sostanza possiamo riconoscergli anche l’invenzione del tascabile, cioè del libro che si può portare fuori di casa. Prima di Manuzio gli incunaboli, nome con cui si fa riferimento ai testi stampati di quell’epoca, erano grossi blocchi da tenere su un leggio ligneo. Manuzio lo rese trasportabile, oggi si direbbe “mobile”. Se gli incunaboli erano i computer da scrivania, i cosiddetti desktop, i libri del Manuzio furono gli smartphone. E proprio come gli apparecchi mobili oggi stanno facendo uscire dal mercato gli obsoleti computer, così il libro uccise gli incunaboli o libri da scrivania. Peraltro, anche qui, il successo in vita dell’editore fu enorme: è documentato un giorno del 1508 in cui Erasmo da Rotterdam stampava proprio nella sua bottega a sestiere di San Paolo i suoi Adagia. E anche qui arrivò l’oblio come una coltre nebulosa a coprire il tutto. Source: https://www.corriere.it/cronache/25_settembre_16/la-rivincita-del-copyright-ecco-perche-anthropic-a-causa-dei-veneziani-del-1474-ha-dovuto-pagare-1-5-miliardi-per-l-ai-4400923b-4b6d-465d-9143-c256f335exlk_amp.shtml
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  • Aumento significativo dei decessi in eccesso dopo la vaccinazione ripetuta contro il COVID-19 in Giappone.
    Nel 2023 vi è stato in aumento di mortalità di 1400 per milione di abitanti. Rapportato all'Italia sarebbero 84mila morti in più.
    Il dato da me calcolato in circa 70mila in base alle statistiche Istat, corrisponde perfettamente come ordine di grandezza.
    https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC12095670/
    Aumento significativo dei decessi in eccesso dopo la vaccinazione ripetuta contro il COVID-19 in Giappone. Nel 2023 vi è stato in aumento di mortalità di 1400 per milione di abitanti. Rapportato all'Italia sarebbero 84mila morti in più. Il dato da me calcolato in circa 70mila in base alle statistiche Istat, corrisponde perfettamente come ordine di grandezza. https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC12095670/
    PMC.NCBI.NLM.NIH.GOV
    Significant Increase in Excess Deaths after Repeated COVID-19 Vaccination in Japan
    Although Japan recorded the world’s highest rate of COVID-19 messenger ribonucleic acid (mRNA) vaccination doses per capita, COVID-19 cases and deaths exploded after the emergence of the Omicron variant, followed by a significant increase in excess ...
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  • SILENZIO PER GAZA. MASSIMA DIFFUSIONE!
    "Silenzio per Gaza" è una campagna digitale coordinata. È un'ondata crescente.
    Perché qualcosa si può fare: una pausa digitale giornaliera di 30 minuti ogni sera, dalle 21:00 alle 21:30 ora locale di ogni Paese.
    Per favore, leggete dal Dott. Ezzideen, Gaza

    Non c'è internet. Nessun segnale. Nessun suono. Nessun mondo oltre questa gabbia.
    Ho camminato per trenta minuti tra rovine e polvere. Non in cerca di una via di fuga, ma di un frammento di segnale, giusto quel tanto che basta per sussurrare: "Siamo ancora vivi".
    Non perché qualcuno stia ascoltando, ma perché morire senza essere ascoltati è la morte definitiva.
    Gaza ora è silenziosa. Non di pace, ma di annientamento.
    Non un silenzio di immobilità, ma di soffocamento.
    Hanno tagliato l'ultimo cavo. Nessun messaggio esce. Nessuna immagine entra.
    Persino il dolore è stato proibito.
    Ho superato i cadaveri di edifici, di case, di uomini, alcuni respiravano, altri no. Tutti cancellati dalla stessa mano che ha cancellato le nostre voci.
    Questo non è solo un assedio di bombe. È un assedio della memoria: una guerra contro la nostra capacità di dire: "Eravamo qui".
    I bombardamenti non sono mai cessati, soprattutto a Jabalia. Bombardano le strade dove i bambini chiedono cibo. Bombardano le file dove le madri aspettano la farina. Bombardano la fame stessa.
    Niente cibo. Niente acqua. Nessuna via d'uscita. E coloro che ci provano, coloro che cercano aiuto, vengono colpiti.
    Qui si muore, e nessuno lo sa.
    Non perché le uccisioni si siano fermate, ma perché la distruzione della connessione è riuscita.
    Internet è stato il nostro ultimo respiro. Non era un lusso; era l'ultima prova della nostra umanità.
    Ora non c'è più. E nel buio, massacrano senza conseguenze.
    Ho trovato questo debole segnale eSIM come un uomo morente trova un barlume di fiamma. Ero in piedi sotto un cielo squarciato, rischiando la morte, non per essere salvato, ma per inviare questo.
    Un singolo messaggio. Un'ultima resistenza.
    Se state leggendo questo, ricordate che abbiamo attraversato il fuoco per dirlo.
    Non siamo rimasti in silenzio. Siamo stati messi a tacere.
    E quando i cavi saranno ripristinati, la verità trasparirà dai fili, e il mondo saprà cosa ha scelto di non vedere.

    Dott. Ezzideen, Gaza
    -----------------------------
    Silenzio per Gaza

    A partire da oggi, spegnerò il mio cellulare dalle 21:00 alle 21:30 per una settimana, per il popolo palestinese.
    30 minuti di silenzio digitale
    "Silenzio per Gaza" è una campagna digitale coordinata. È un'ondata crescente.
    Perché qualcosa si può fare: una pausa digitale giornaliera di 30 minuti ogni sera, dalle 21:00 alle 21:30 ora locale di ogni Paese.
    Durante questa pausa:
    Niente social media. Nessun messaggio. Nessun commento. Telefoni e computer saranno spenti.
    Questa azione collettiva invierà un forte segnale digitale agli algoritmi e mostrerà la nostra solidarietà con Gaza. (Non è facile, ma facciamo qualcosa. È ciò che conta.)
    L'idea:
    Ogni giorno, alla stessa ora, milioni di utenti in tutto il mondo rimarranno completamente in silenzio sui social media per 30 minuti. Nessun post. Nessun Mi piace. Nessun commento. Nessuna app aperta.
    Silenzio digitale completo. Spegni il telefono.
    È un atto di resistenza, una protesta digitale globale.
    La rabbia di tanti cittadini di fronte a un'ingiustizia immensa.
    Perché qualcosa si può fare: semplice ed efficace.
    Ricordate il silenzio digitale delle 21:00.
    (Impostate una sveglia sul telefono: promemoria per le 21:00.)

    Spiegazione tecnica:
    1. Impatto algoritmico
    Le piattaforme dei social media dipendono dall'attività costante degli utenti. Siamo noi che manteniamo attivo il sistema. Un calo improvviso e sincronizzato dell'attività, anche per un breve periodo, può:
    (a) interrompere gli algoritmi di visibilità.
    (b) influenzare le statistiche sul traffico in tempo reale.
    (c) inviare un segnale tecnico ai server in merito a comportamenti anomali degli utenti.
    Questo atto evidenzia la resistenza dei cittadini all'ingiustizia, che fino ad ora era alimentata dalla nostra passività. 2. Impatto simbolico
    In un mondo iperconnesso, il silenzio digitale è una dichiarazione potente.
    Crea un netto contrasto tra il rumore dei social media e il silenzio forzato a Gaza.
    È un momento di riflessione collettiva.
    3. Impatto sociale
    Se l'azione sarà diffusa, i leader vedranno che i cittadini respingono il crimine a Gaza –
    E solo allora si muoveranno.

    Miriamo a creare un'ondata progressista che si diffonda in tutto il mondo .
    Non dimenticate: 21:00 (21:00) — Silenzio digitale!
    Impostate i vostri orologi. Spegnete i telefoni!


    Dalle 21:00 (21:00) alle 21:30 (21:30) — Ovunque vi troviate nel mondo:
    SMETTETE di usare:
    • Telefoni
    • Computer
    • Laptop

    SILENZIO — per il bene di Gaza. GRAZIE
    SILENZIO PER GAZA. MASSIMA DIFFUSIONE! "Silenzio per Gaza" è una campagna digitale coordinata. È un'ondata crescente. Perché qualcosa si può fare: una pausa digitale giornaliera di 30 minuti ogni sera, dalle 21:00 alle 21:30 ora locale di ogni Paese. Per favore, leggete dal Dott. Ezzideen, Gaza Non c'è internet. Nessun segnale. Nessun suono. Nessun mondo oltre questa gabbia. Ho camminato per trenta minuti tra rovine e polvere. Non in cerca di una via di fuga, ma di un frammento di segnale, giusto quel tanto che basta per sussurrare: "Siamo ancora vivi". Non perché qualcuno stia ascoltando, ma perché morire senza essere ascoltati è la morte definitiva. Gaza ora è silenziosa. Non di pace, ma di annientamento. Non un silenzio di immobilità, ma di soffocamento. Hanno tagliato l'ultimo cavo. Nessun messaggio esce. Nessuna immagine entra. Persino il dolore è stato proibito. Ho superato i cadaveri di edifici, di case, di uomini, alcuni respiravano, altri no. Tutti cancellati dalla stessa mano che ha cancellato le nostre voci. Questo non è solo un assedio di bombe. È un assedio della memoria: una guerra contro la nostra capacità di dire: "Eravamo qui". I bombardamenti non sono mai cessati, soprattutto a Jabalia. Bombardano le strade dove i bambini chiedono cibo. Bombardano le file dove le madri aspettano la farina. Bombardano la fame stessa. Niente cibo. Niente acqua. Nessuna via d'uscita. E coloro che ci provano, coloro che cercano aiuto, vengono colpiti. Qui si muore, e nessuno lo sa. Non perché le uccisioni si siano fermate, ma perché la distruzione della connessione è riuscita. Internet è stato il nostro ultimo respiro. Non era un lusso; era l'ultima prova della nostra umanità. Ora non c'è più. E nel buio, massacrano senza conseguenze. Ho trovato questo debole segnale eSIM come un uomo morente trova un barlume di fiamma. Ero in piedi sotto un cielo squarciato, rischiando la morte, non per essere salvato, ma per inviare questo. Un singolo messaggio. Un'ultima resistenza. Se state leggendo questo, ricordate che abbiamo attraversato il fuoco per dirlo. Non siamo rimasti in silenzio. Siamo stati messi a tacere. E quando i cavi saranno ripristinati, la verità trasparirà dai fili, e il mondo saprà cosa ha scelto di non vedere. Dott. Ezzideen, Gaza ----------------------------- Silenzio per Gaza A partire da oggi, spegnerò il mio cellulare dalle 21:00 alle 21:30 per una settimana, per il popolo palestinese. 30 minuti di silenzio digitale "Silenzio per Gaza" è una campagna digitale coordinata. È un'ondata crescente. Perché qualcosa si può fare: una pausa digitale giornaliera di 30 minuti ogni sera, dalle 21:00 alle 21:30 ora locale di ogni Paese. Durante questa pausa: Niente social media. Nessun messaggio. Nessun commento. Telefoni e computer saranno spenti. Questa azione collettiva invierà un forte segnale digitale agli algoritmi e mostrerà la nostra solidarietà con Gaza. (Non è facile, ma facciamo qualcosa. È ciò che conta.) L'idea: Ogni giorno, alla stessa ora, milioni di utenti in tutto il mondo rimarranno completamente in silenzio sui social media per 30 minuti. Nessun post. Nessun Mi piace. Nessun commento. Nessuna app aperta. Silenzio digitale completo. Spegni il telefono. È un atto di resistenza, una protesta digitale globale. La rabbia di tanti cittadini di fronte a un'ingiustizia immensa. Perché qualcosa si può fare: semplice ed efficace. Ricordate il silenzio digitale delle 21:00. (Impostate una sveglia sul telefono: promemoria per le 21:00.) Spiegazione tecnica: 1. Impatto algoritmico Le piattaforme dei social media dipendono dall'attività costante degli utenti. Siamo noi che manteniamo attivo il sistema. Un calo improvviso e sincronizzato dell'attività, anche per un breve periodo, può: (a) interrompere gli algoritmi di visibilità. (b) influenzare le statistiche sul traffico in tempo reale. (c) inviare un segnale tecnico ai server in merito a comportamenti anomali degli utenti. Questo atto evidenzia la resistenza dei cittadini all'ingiustizia, che fino ad ora era alimentata dalla nostra passività. 2. Impatto simbolico In un mondo iperconnesso, il silenzio digitale è una dichiarazione potente. Crea un netto contrasto tra il rumore dei social media e il silenzio forzato a Gaza. È un momento di riflessione collettiva. 3. Impatto sociale Se l'azione sarà diffusa, i leader vedranno che i cittadini respingono il crimine a Gaza – E solo allora si muoveranno. Miriamo a creare un'ondata progressista che si diffonda in tutto il mondo 🌎. Non dimenticate: 21:00 (21:00) — Silenzio digitale! Impostate i vostri orologi. Spegnete i telefoni! 📣📣📣 Dalle 21:00 (21:00) alle 21:30 (21:30) — Ovunque vi troviate nel mondo: SMETTETE di usare: • Telefoni • Computer • Laptop SILENZIO — per il bene di Gaza. GRAZIE
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  • Secondo uno studio, il 78% delle morti infantili improvvise si verifica entro pochi giorni dalla somministrazione dei vaccini.

    Uno studio approfondito ha confermato che la stragrande maggioranza dei casi di sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS) si verifica entro la prima settimana successiva alle vaccinazioni infantili di routine.

    TRADUZIONE ARTICOLO:

    Lo studio ha analizzato i dati ufficiali del Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) dei Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) degli Stati Uniti.

    Le statistiche del database VAERS sono state combinate con ricerche sottoposte a revisione paritaria per un'analisi innovativa.

    In modo allarmante, lo studio ha rilevato che un sorprendente 78% dei decessi per SIDS si verifica entro 7 giorni dalla somministrazione del vaccino.

    Sorprendentemente, il 58% delle morti infantili improvvise si è verificato entro soli tre giorni dalla somministrazione del vaccino.
    Inoltre, due giorni dopo la vaccinazione si è registrato un aumento di 69 volte dei decessi rispetto alle aspettative iniziali.

    I risultati sono stati confermati in sei distinti studi sottoposti a revisione paritaria.

    Lo studio è stato condotto dal Dott. Neil Z. Miller dell'Institute of Medical and Scientific Inquiry di Santa Fe, New Mexico.

    I risultati sono stati pubblicati sulla rinomata rivista Toxicology Reports.



    CLICCA QUI PER LEGGERE LO STUDIO ORIGINALE

    Lo studio ha analizzato 2.605 decessi infantili segnalati al VAERS tra il 1990 e il 2019.

    "L'eccesso di decessi durante questi primi periodi post-vaccinazione è stato statisticamente significativo", hanno concluso i ricercatori.

    "Hai portato un neonato sano in ambulatorio, gli hai fatto una serie di vaccini e poi lo hai trovato morto.

    “La maggior parte dei decessi avviene il primo giorno [dopo la vaccinazione], il giorno zero.



    CLICCA QUI: https://slaynews.com/news/78-sudden-infant-deaths-days-vaccines-study-finds/ PER LEGGERE L'ARTICOLO ORIGINALE COMPLETO

    #vannifrajese #giovannifrajese #piccolelucinelbuio #frajeseofficial #dati #studi #vaccinazioni #mortalità #infantile #vaers

    Fonte:

    https://t.me/vannifrajeseofficial
    Secondo uno studio, il 78% delle morti infantili improvvise si verifica entro pochi giorni dalla somministrazione dei vaccini. ▶️ Uno studio approfondito ha confermato che la stragrande maggioranza dei casi di sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS) si verifica entro la prima settimana successiva alle vaccinazioni infantili di routine. 📝 TRADUZIONE ARTICOLO: Lo studio ha analizzato i dati ufficiali del Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) dei Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) degli Stati Uniti. Le statistiche del database VAERS sono state combinate con ricerche sottoposte a revisione paritaria per un'analisi innovativa. In modo allarmante, lo studio ha rilevato che un sorprendente 78% dei decessi per SIDS si verifica entro 7 giorni dalla somministrazione del vaccino. Sorprendentemente, il 58% delle morti infantili improvvise si è verificato entro soli tre giorni dalla somministrazione del vaccino. Inoltre, due giorni dopo la vaccinazione si è registrato un aumento di 69 volte dei decessi rispetto alle aspettative iniziali. I risultati sono stati confermati in sei distinti studi sottoposti a revisione paritaria. Lo studio è stato condotto dal Dott. Neil Z. Miller dell'Institute of Medical and Scientific Inquiry di Santa Fe, New Mexico. I risultati sono stati pubblicati sulla rinomata rivista Toxicology Reports. 🔗 CLICCA QUI PER LEGGERE LO STUDIO ORIGINALE Lo studio ha analizzato 2.605 decessi infantili segnalati al VAERS tra il 1990 e il 2019. "L'eccesso di decessi durante questi primi periodi post-vaccinazione è stato statisticamente significativo", hanno concluso i ricercatori. "Hai portato un neonato sano in ambulatorio, gli hai fatto una serie di vaccini e poi lo hai trovato morto. “La maggior parte dei decessi avviene il primo giorno [dopo la vaccinazione], il giorno zero. 🔗 CLICCA QUI: https://slaynews.com/news/78-sudden-infant-deaths-days-vaccines-study-finds/ PER LEGGERE L'ARTICOLO ORIGINALE COMPLETO #vannifrajese #giovannifrajese #piccolelucinelbuio #frajeseofficial #dati #studi #vaccinazioni #mortalità #infantile #vaers Fonte: 👇👇👇 https://t.me/vannifrajeseofficial
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  • Ma guarda, uno studio ha analizzato i dati VAERS (Vaccine Adverse Event Reporting System) ed è emerso che anche per le morti improvvise infantili (SIDS) la colpa è quasi sempre dei vaccini iniettati pochi giorni prima

    Lo studio ha analizzato 2.605 decessi infantili segnalati al VAERS tra il 1990 e il 2019.

    I risultati sono stati confermati in sei distinti studi sottoposti a revisione paritaria.

    Lo studio è stato condotto dal Dott. Neil Z. Miller dell'Institute of Medical and Scientific Inquiry di Santa Fe, nel New Mexico.

    I fatti lo stanno dicendo chiaramente e le statistiche lo stanno urlando.

    I vaccini, veri topicidi fognari killer, mascherati da protettori della vita, sono i responsabili numero uno di tutta una serie di patologie che vengono sviluppate dai bambini già in tenera età.
    Autismo, ADHD, fino ad arrivare alla SIDS, per elencarne qualcuna, sono quasi sempre figlie dei sicari chiamati amorevolmente vaccini.

    Il regalo più bello che potete fare a vostro figlio è solo uno.
    Non farlo vaccinare.
    Ma guarda, uno studio ha analizzato i dati VAERS (Vaccine Adverse Event Reporting System) ed è emerso che anche per le morti improvvise infantili (SIDS) la colpa è quasi sempre dei vaccini iniettati pochi giorni prima Lo studio ha analizzato 2.605 decessi infantili segnalati al VAERS tra il 1990 e il 2019. I risultati sono stati confermati in sei distinti studi sottoposti a revisione paritaria. Lo studio è stato condotto dal Dott. Neil Z. Miller dell'Institute of Medical and Scientific Inquiry di Santa Fe, nel New Mexico. I fatti lo stanno dicendo chiaramente e le statistiche lo stanno urlando. I vaccini, veri topicidi fognari killer, mascherati da protettori della vita, sono i responsabili numero uno di tutta una serie di patologie che vengono sviluppate dai bambini già in tenera età. Autismo, ADHD, fino ad arrivare alla SIDS, per elencarne qualcuna, sono quasi sempre figlie dei sicari chiamati amorevolmente vaccini. Il regalo più bello che potete fare a vostro figlio è solo uno. Non farlo vaccinare.
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  • Pubblico oggi il pensiero del giornalista Max Del Papa, ammalatosi di tumore poco dopo il punturino magico, e sin dall'inizio portabandiera di una vera e propria "guerra delle coscienze". Stimo il suo ragionamento schietto, diretto, la sua sensibilità profonda, la sua rabbia immane, la sua voglia di giustizia.
    A questo sfogo commovente, mi associo, augurandogli buona fortuna per la battaglia contro il cancro che combatte.
    Per quanto riguarda Bianca Balti (e tanti altri), io spero che una domanda se la ponga: può escludersi una diretta correlazione se dopo l'iniezione ha visto svilupparsi consecutivamente ben due tumori?
    Ed aggiungerei: può escludersi una diretta correlazione tra le inoculazioni e l'esplosione (provata dalla statistica) di tumori, infarti, ed altre patologie di varia tipologia dal 2021 ad oggi?
    Porsi domande è lecito, è non indagare che è illecito...

    "BIANCA BALTI PORTA IL SUO MALE ALL’ARISTON, MA A COSA SERVE?
    (Di Max Del Papa)

    La modella Bianca Balti, da Lodi, che esibisce a Sanremo il suo corpo martoriato dal cancro, il suo cranio scalpato dalla chemio, non nobilita il male, non lo vince, ma lo mistifica.
    Non lo sa? Ci è andata in buona fede, per farsi coraggio, per stordirsi almeno una sera, per evadere dalle ombre lugubri della incertezza? Forse, ma non può decentemente dire che non è lì in quanto malata ma come professionista. No, l'hanno chiamata proprio essendo malata e per un motivo preciso che è lo stesso di Allevi un anno fa, del cialciatore della Fiorentina Bove stramazzato e miracolosamente salvo e di tutti gli altri mandati in passerella: bisogna normalizzare il cancro e quando il male è normalizzato non fa più tanta paura e non ce ne si chiedono le cause.
    Il messaggio che passa non è di coraggio, di vittoria; se tale voleva essere, mi dispiace, nessuno tra i malati di tumore lo ha colto, almeno a mia esperienza: dopo averla criticata in altra sede, ho ricevuto decine di sollecitazioni e tutte dicevano una sola cosa: grazie, perché da oncologico mi sento preso in giro, mi sento mortificato.
    Nessuno con una chemio addosso può tradire quell'energia artificiale e improbabile; io dopo sette mesi e sette cicli, a terapia già smaltita, ho dovuto drogarmi, letteralmente, per reggere due ore di conduzione ad un evento di auto storiche e poi sono rimasto sul letto una settimana.

    “Io non sono la mia malattia”? “Io sono qui da professionista”? Ma io me la ricordo questa posare col vaccino in spalla e tanto di moralismo sotto, “fate come me”, che voleva dire, anche se allora non lo sapevamo: sacrifichiamoci tutti, diamo il sangue alla patria per Draghi e per Speranza.
    Allora non sospettavamo, adesso ne abbiamo certezza e continuare a ingannare noi stessi si può ma ingannare altri come noi non è accettabile. A Sanremo si esibiscono i grandi, tragici malati ma non si fanno domande. Si banalizza, si mistifica la malattia così che il democratico di turno possa dire: vedete, vi avremo anche avvelenati ma non è così male, ci si va anche al Festival, si diventa famosi. Una morale già sentita tante volte da quelli che girano a dire alle vittime che se la sono cercata, hanno firmato la liberatoria, si sono inventati i protocolli e comunque sono assassini.
    Loro, capite? A Sanremo anche questa ineffabile Lucarelli che voleva “i novax ridotti a poltiglia verde” ma non si disturba per l'ostentazione omertosa della modella Balti, trova modo di chiamare sciacallo Cristicchi che ha fatto una canzone sulla demenza della madre.
    Le Lucarelli stanno dappertutto per ragioni precise: Cristicchi, autore di un'opera teatrale sulle foibe, passa in fama di destroide, cosa che, conoscendolo da anni, assolutamente non è.
    Allora ci vogliono i cecchini di regime i quali, adesso che il regime è apparentemente, temporaneamente più moderato, non si tengono, schiumano rabbia.
    Fumettizzare il cancro! Nessuno di quelli che passano per la televisione di regime può o vuole sollevare dubbi, sono lì a fare lo spot a quelli che li hanno distrutti.
    Se una roba spaventosa come un tumore viene infilata in un baraccone di canzoni penose, come può fare paura? E se viene normalizzato come qualcosa che si può esorcizzare con danze e canti, chi mai oserà metterlo in relazione con un siero letale? Che tutti, per primi quelli che lo hanno prodotto e imposto, ammettono come letale? La normalizzazione del male è maligna essa stessa e usa le stesse vittime, che si prestano.
    Di Big Mama, esondante cantante subito arruolata dalla UE per la sbracata retorica woke, si dice: “Big Mama tra body positive, gender e cancro del sangue”. Un linfoma, come il mio, svuotato di qualsiasi significato scientifico e tragico, ridotto a gossip, infilato nella zuppa del gossip.
    Ma uno mi ha scritto: mio figlio aveva il tuo stesso linfoma ed è morto il 6 dicembre.
    Questa idea che un turbocancro lo si possa giocare con il baccanale nazionalpopulista è molto pericolosa e molto ingiusta e la modella lodigiana, lo voglia o meno, lo capisca o meno, non rende un bel servizio a quanti nelle sue condizioni. Merita rispetto ma non adesione: avrebbe potuto proporre la sua situazione con serena sincerità, sviscerarne le profondissime implicazioni e sarebbe stato un autentico vettore di coraggio: ha voluto ridurre tutto a una sfilata di risa e di strepiti; avrebbe potuto palesarsi con misura, con una dignità fragile e sensibile: ha scelto di proporre il suo volto vampiresco, il cranio lunare quasi come un ricatto, comunque un senso di vanità incomprensibile, utile alla propaganda di chi nega la verità; ed è una propaganda oscena, la stessa delle agenzie lobbistiche, le Usaid, le Fema, le Havas, che dagli Stati Uniti all'Europa smobilitano miliardi per corrompere migliaia di giornalisti in modo da occultare la verità, diffondere la menzogna, determinare la censura.
    Spettacolarizzare il cancro in un modo così inopportuno, così clamoroso va letto in sostituzione di una corretta informazione, serve a non diffondere i numeri della morte, le statistiche sulle incidenze post vaccinali, serve a parlare d'altro, a non parlare affatto. È la forma di censura più inaccettabile perché giocata sull'illusione, sull'incanto del patetico, sull'esaltazione di un coraggio che non c'è. Ed è cinismo verso chi resta inchiodato a una domanda: ce la faccio?
    Ho raccontato pochi giorni fa la mia distruzione e l'ho fatto per questo preciso motivo, far capire che un cancro non è la rappresentazione patetica ma quasi gioiosa che ne fa la televisione, è l'abisso, è la disperazione assoluta.
    Non che lo si debba per forza prendere in questo modo, ma le cose stanno così e non c'è trionfo della volontà che tenga. Non ci sono guerrieri qui, solo organismi minati, alla mercé di tutto, consegnati al volere dei medici, vincolati alla lotteria delle cure: noi non combattiamo: subiamo, resistiamo; può andare bene o finire male, ma non c'è nessunissima trasmissione della speranza nella danza macabra di chi confonde la realtà. Eleonora Giorgi sta morendo, ma quanta dignità nella sua rassegnazione!
    Eppure neppure lei osa affrontare la questione per quella che è. Ancora una volta una occasione persa per fare giustizia di una ingiustizia globale, per ammettere: io mi sono vaccinato e subito dopo mi è successo questo. Basterebbe la verità, nuda e semplice, libero ciascuno di accoglierla o meno. No, meglio le luci del ribaltamento, meglio apparire come Nosferatu a una fiera di canzonette sapendo che la gente, “quelli a casa”, si domandano quanto ti resta, poi spegne e fa gli scongiuri, io speriamo che me la cavo."
    Pubblico oggi il pensiero del giornalista Max Del Papa, ammalatosi di tumore poco dopo il punturino magico, e sin dall'inizio portabandiera di una vera e propria "guerra delle coscienze". Stimo il suo ragionamento schietto, diretto, la sua sensibilità profonda, la sua rabbia immane, la sua voglia di giustizia. A questo sfogo commovente, mi associo, augurandogli buona fortuna per la battaglia contro il cancro che combatte. Per quanto riguarda Bianca Balti (e tanti altri), io spero che una domanda se la ponga: può escludersi una diretta correlazione se dopo l'iniezione ha visto svilupparsi consecutivamente ben due tumori? Ed aggiungerei: può escludersi una diretta correlazione tra le inoculazioni e l'esplosione (provata dalla statistica) di tumori, infarti, ed altre patologie di varia tipologia dal 2021 ad oggi? Porsi domande è lecito, è non indagare che è illecito... "BIANCA BALTI PORTA IL SUO MALE ALL’ARISTON, MA A COSA SERVE? (Di Max Del Papa) La modella Bianca Balti, da Lodi, che esibisce a Sanremo il suo corpo martoriato dal cancro, il suo cranio scalpato dalla chemio, non nobilita il male, non lo vince, ma lo mistifica. Non lo sa? Ci è andata in buona fede, per farsi coraggio, per stordirsi almeno una sera, per evadere dalle ombre lugubri della incertezza? Forse, ma non può decentemente dire che non è lì in quanto malata ma come professionista. No, l'hanno chiamata proprio essendo malata e per un motivo preciso che è lo stesso di Allevi un anno fa, del cialciatore della Fiorentina Bove stramazzato e miracolosamente salvo e di tutti gli altri mandati in passerella: bisogna normalizzare il cancro e quando il male è normalizzato non fa più tanta paura e non ce ne si chiedono le cause. Il messaggio che passa non è di coraggio, di vittoria; se tale voleva essere, mi dispiace, nessuno tra i malati di tumore lo ha colto, almeno a mia esperienza: dopo averla criticata in altra sede, ho ricevuto decine di sollecitazioni e tutte dicevano una sola cosa: grazie, perché da oncologico mi sento preso in giro, mi sento mortificato. Nessuno con una chemio addosso può tradire quell'energia artificiale e improbabile; io dopo sette mesi e sette cicli, a terapia già smaltita, ho dovuto drogarmi, letteralmente, per reggere due ore di conduzione ad un evento di auto storiche e poi sono rimasto sul letto una settimana. “Io non sono la mia malattia”? “Io sono qui da professionista”? Ma io me la ricordo questa posare col vaccino in spalla e tanto di moralismo sotto, “fate come me”, che voleva dire, anche se allora non lo sapevamo: sacrifichiamoci tutti, diamo il sangue alla patria per Draghi e per Speranza. Allora non sospettavamo, adesso ne abbiamo certezza e continuare a ingannare noi stessi si può ma ingannare altri come noi non è accettabile. A Sanremo si esibiscono i grandi, tragici malati ma non si fanno domande. Si banalizza, si mistifica la malattia così che il democratico di turno possa dire: vedete, vi avremo anche avvelenati ma non è così male, ci si va anche al Festival, si diventa famosi. Una morale già sentita tante volte da quelli che girano a dire alle vittime che se la sono cercata, hanno firmato la liberatoria, si sono inventati i protocolli e comunque sono assassini. Loro, capite? A Sanremo anche questa ineffabile Lucarelli che voleva “i novax ridotti a poltiglia verde” ma non si disturba per l'ostentazione omertosa della modella Balti, trova modo di chiamare sciacallo Cristicchi che ha fatto una canzone sulla demenza della madre. Le Lucarelli stanno dappertutto per ragioni precise: Cristicchi, autore di un'opera teatrale sulle foibe, passa in fama di destroide, cosa che, conoscendolo da anni, assolutamente non è. Allora ci vogliono i cecchini di regime i quali, adesso che il regime è apparentemente, temporaneamente più moderato, non si tengono, schiumano rabbia. Fumettizzare il cancro! Nessuno di quelli che passano per la televisione di regime può o vuole sollevare dubbi, sono lì a fare lo spot a quelli che li hanno distrutti. Se una roba spaventosa come un tumore viene infilata in un baraccone di canzoni penose, come può fare paura? E se viene normalizzato come qualcosa che si può esorcizzare con danze e canti, chi mai oserà metterlo in relazione con un siero letale? Che tutti, per primi quelli che lo hanno prodotto e imposto, ammettono come letale? La normalizzazione del male è maligna essa stessa e usa le stesse vittime, che si prestano. Di Big Mama, esondante cantante subito arruolata dalla UE per la sbracata retorica woke, si dice: “Big Mama tra body positive, gender e cancro del sangue”. Un linfoma, come il mio, svuotato di qualsiasi significato scientifico e tragico, ridotto a gossip, infilato nella zuppa del gossip. Ma uno mi ha scritto: mio figlio aveva il tuo stesso linfoma ed è morto il 6 dicembre. Questa idea che un turbocancro lo si possa giocare con il baccanale nazionalpopulista è molto pericolosa e molto ingiusta e la modella lodigiana, lo voglia o meno, lo capisca o meno, non rende un bel servizio a quanti nelle sue condizioni. Merita rispetto ma non adesione: avrebbe potuto proporre la sua situazione con serena sincerità, sviscerarne le profondissime implicazioni e sarebbe stato un autentico vettore di coraggio: ha voluto ridurre tutto a una sfilata di risa e di strepiti; avrebbe potuto palesarsi con misura, con una dignità fragile e sensibile: ha scelto di proporre il suo volto vampiresco, il cranio lunare quasi come un ricatto, comunque un senso di vanità incomprensibile, utile alla propaganda di chi nega la verità; ed è una propaganda oscena, la stessa delle agenzie lobbistiche, le Usaid, le Fema, le Havas, che dagli Stati Uniti all'Europa smobilitano miliardi per corrompere migliaia di giornalisti in modo da occultare la verità, diffondere la menzogna, determinare la censura. Spettacolarizzare il cancro in un modo così inopportuno, così clamoroso va letto in sostituzione di una corretta informazione, serve a non diffondere i numeri della morte, le statistiche sulle incidenze post vaccinali, serve a parlare d'altro, a non parlare affatto. È la forma di censura più inaccettabile perché giocata sull'illusione, sull'incanto del patetico, sull'esaltazione di un coraggio che non c'è. Ed è cinismo verso chi resta inchiodato a una domanda: ce la faccio? Ho raccontato pochi giorni fa la mia distruzione e l'ho fatto per questo preciso motivo, far capire che un cancro non è la rappresentazione patetica ma quasi gioiosa che ne fa la televisione, è l'abisso, è la disperazione assoluta. Non che lo si debba per forza prendere in questo modo, ma le cose stanno così e non c'è trionfo della volontà che tenga. Non ci sono guerrieri qui, solo organismi minati, alla mercé di tutto, consegnati al volere dei medici, vincolati alla lotteria delle cure: noi non combattiamo: subiamo, resistiamo; può andare bene o finire male, ma non c'è nessunissima trasmissione della speranza nella danza macabra di chi confonde la realtà. Eleonora Giorgi sta morendo, ma quanta dignità nella sua rassegnazione! Eppure neppure lei osa affrontare la questione per quella che è. Ancora una volta una occasione persa per fare giustizia di una ingiustizia globale, per ammettere: io mi sono vaccinato e subito dopo mi è successo questo. Basterebbe la verità, nuda e semplice, libero ciascuno di accoglierla o meno. No, meglio le luci del ribaltamento, meglio apparire come Nosferatu a una fiera di canzonette sapendo che la gente, “quelli a casa”, si domandano quanto ti resta, poi spegne e fa gli scongiuri, io speriamo che me la cavo."
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