• Il documentario che non vedrete mai in tv

    Cosa succede quando la salute pubblica viene sacrificata sull'altare del profitto?
    “Sistema Malato" è un viaggio senza filtri nel lato oscuro della sanità italiana e internazionale. Un racconto documentato che svela scandali, conflitti d’interesse e connivenze tra politica, industria farmaceutica e istituzioni sanitarie.
    Attraverso immagini di repertorio, testimonianze e dati ufficiali, il documentario ricostruisce decenni di abusi e silenzi: dal caso Poggiolini-De Lorenzo negli anni ’90 alla gestione del Covid-19, passando per il decreto Lorenzin, il ruolo di GAVI e il peso crescente delle lobby farmaceutiche.
    Un’inchiesta che non si limita a denunciare, ma invita lo spettatore a riflettere: chi decide davvero sulle nostre cure? Possiamo ancora fidarci del sistema sanitario? E soprattutto: esiste una via d’uscita? ⛔️

    È da circa 6 mesi che lavoro a questo documentario. Ora è vostro!

    L'avevo promesso: non ci fermeremo finché non verrà fatta Verità e Giustizia.

    https://www.youtube.com/watch?v=pDRMmNZ1qL8
    Il documentario che non vedrete mai in tv 📺 ❌ Cosa succede quando la salute pubblica viene sacrificata sull'altare del profitto? “Sistema Malato" è un viaggio senza filtri nel lato oscuro della sanità italiana e internazionale. Un racconto documentato che svela scandali, conflitti d’interesse e connivenze tra politica, industria farmaceutica e istituzioni sanitarie. Attraverso immagini di repertorio, testimonianze e dati ufficiali, il documentario ricostruisce decenni di abusi e silenzi: dal caso Poggiolini-De Lorenzo negli anni ’90 alla gestione del Covid-19, passando per il decreto Lorenzin, il ruolo di GAVI e il peso crescente delle lobby farmaceutiche. Un’inchiesta che non si limita a denunciare, ma invita lo spettatore a riflettere: chi decide davvero sulle nostre cure? Possiamo ancora fidarci del sistema sanitario? E soprattutto: esiste una via d’uscita? ⛔️ È da circa 6 mesi che lavoro a questo documentario. Ora è vostro! L'avevo promesso: non ci fermeremo finché non verrà fatta Verità e Giustizia. 📌 https://www.youtube.com/watch?v=pDRMmNZ1qL8
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  • ORRORE SENZA FINE!
    NON POSSO CREDERCI. QUESTA è LA SITUAZIONE degli ALLEVAMENTI di GALLINE in LOMBARDIA!
    Food for Profit svela condizioni igieniche disastrose negli allevamenti lombardi
    L'inchiesta di Giulia Innocenzi documenta carcasse abbandonate e gravi rischi di aviaria negli allevamenti di galline in Lombardia...

    Mentre i prezzi delle uova esplodono a livello globale – in alcune aree degli Stati Uniti sono arrivate a +159% – una nuova inchiesta video del team di Food for Profit mostra due allevamenti intensivi di galline ovaiole in Lombardia, la seconda regione per numero di galline, dopo il Veneto.

    Dai video, ricevuti da un informatore anonimo, emergono gravi carenze di biosicurezza e condizioni igieniche precarie e un alto numero di carcasse abbandonate. Tutti fattori direttamente connessi con il rischio di influenza aviaria. Animali che mangiano le loro feci, gabbie vecchie e carcasse lasciate a marcire. Il primo allevamento in provincia di Brescia, che può contenere quasi 100mila galline, si trova in una zona colpita in passato da focolai di aviaria. Le galline vivono in gabbie metalliche vecchie e molto piccole, faticano a muoversi e molte sono senza piume per lo stress o per lo sfregamento continuo contro le sbarre di metallo.

    Le immagini mostrano feci accumulate tra le grate e galline che mangiano gli escrementi. Numerose carcasse sono lasciate nei corridoi o accanto alle gabbie, in avanzato stato di decomposizione. Dovrebbero essere rimosse immediatamente per ragioni di biosicurezza, ma restano lì per giorni, aumentando il rischio di malattie infettive. Nel 2022, durante un focolaio, questo allevamento ha effettuato un depopolamento, ricevendo quindi un indennizzo. Ha inoltre ricevuto oltre 36mila euro dai fondi del Pnrr. A ottobre 2024, la zona è stata classificata come “Zona di Ulteriore Restrizione”, il livello di allerta più alto per l’influenza aviaria. Ora il rischio aviaria si è allentato, ma le misure di biosicurezza dovrebbero essere ai massimi proprio per scongiurarne il pericolo.

    Il secondo allevamento in provincia di Lodi è ancora più grande: può ospitare fino a 300mila galline. Le riprese con il drone mostrano galline che sono uscite dai capannoni e vagano liberamente all’esterno, in un’area dove l’aviaria è stata rilevata anche nel 2024. Una condizione ad altissimo rischio perché il contatto con la fauna selvatica è una delle principali vie di diffusione del virus. I filmati mostrano inoltre una carcassa di pecora abbandonata, visibilmente non registrata (senza marchi auricolari), posizionata proprio nella zona filtro – quella che dovrebbe garantire il massimo dell’igiene prima dell’accesso ai capannoni. Anche qui il numero di carcasse è altissimo, alcune in stato di decomposizione, altre cannibalizzate dalle altre galline. Le condizioni igieniche sono disastrose: scarafaggi, feci secche, struttura fatiscente, prolassi visibili su molti animali.

    “Tutto questo è gravissimo, sia per gli animali che vivono in queste strutture, sia per le criticità di biosicurezza – dichiara la giornalista Giulia Innocenzi. – Di fronte a un’emergenza mondiale come l’aviaria, una situazione come questa non dovrebbe neanche esistere, perché, in un attimo, dei comportamenti scorretti anche di un solo allevatore possono avere ricadute enormi su tutta la comunità”.

    Senza considerare che questo comporta un uso di soldi pubblici: i paesi europei, Italia inclusa, infatti stanziano fondi per risarcire gli allevamenti intensivi, coprendo i problemi causati dalle malattie infettive come l’aviaria. “C’è bisogno che le irregolarità di allevamenti come questi vengano diffuse pubblicamente e non solo tramite le nostre inchieste – conclude Giulia Innocenzi. – Per questo abbiamo depositato una denuncia formale ai Carabinieri Forestali. Speriamo che sia il primo passo verso un cambiamento necessario.”

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/01/food-profit-allevamenti-galline-lombardia-inchiesta-notizie/8046332/
    ORRORE SENZA FINE! NON POSSO CREDERCI. QUESTA è LA SITUAZIONE degli ALLEVAMENTI di GALLINE in LOMBARDIA! Food for Profit svela condizioni igieniche disastrose negli allevamenti lombardi L'inchiesta di Giulia Innocenzi documenta carcasse abbandonate e gravi rischi di aviaria negli allevamenti di galline in Lombardia... Mentre i prezzi delle uova esplodono a livello globale – in alcune aree degli Stati Uniti sono arrivate a +159% – una nuova inchiesta video del team di Food for Profit mostra due allevamenti intensivi di galline ovaiole in Lombardia, la seconda regione per numero di galline, dopo il Veneto. Dai video, ricevuti da un informatore anonimo, emergono gravi carenze di biosicurezza e condizioni igieniche precarie e un alto numero di carcasse abbandonate. Tutti fattori direttamente connessi con il rischio di influenza aviaria. Animali che mangiano le loro feci, gabbie vecchie e carcasse lasciate a marcire. Il primo allevamento in provincia di Brescia, che può contenere quasi 100mila galline, si trova in una zona colpita in passato da focolai di aviaria. Le galline vivono in gabbie metalliche vecchie e molto piccole, faticano a muoversi e molte sono senza piume per lo stress o per lo sfregamento continuo contro le sbarre di metallo. Le immagini mostrano feci accumulate tra le grate e galline che mangiano gli escrementi. Numerose carcasse sono lasciate nei corridoi o accanto alle gabbie, in avanzato stato di decomposizione. Dovrebbero essere rimosse immediatamente per ragioni di biosicurezza, ma restano lì per giorni, aumentando il rischio di malattie infettive. Nel 2022, durante un focolaio, questo allevamento ha effettuato un depopolamento, ricevendo quindi un indennizzo. Ha inoltre ricevuto oltre 36mila euro dai fondi del Pnrr. A ottobre 2024, la zona è stata classificata come “Zona di Ulteriore Restrizione”, il livello di allerta più alto per l’influenza aviaria. Ora il rischio aviaria si è allentato, ma le misure di biosicurezza dovrebbero essere ai massimi proprio per scongiurarne il pericolo. Il secondo allevamento in provincia di Lodi è ancora più grande: può ospitare fino a 300mila galline. Le riprese con il drone mostrano galline che sono uscite dai capannoni e vagano liberamente all’esterno, in un’area dove l’aviaria è stata rilevata anche nel 2024. Una condizione ad altissimo rischio perché il contatto con la fauna selvatica è una delle principali vie di diffusione del virus. I filmati mostrano inoltre una carcassa di pecora abbandonata, visibilmente non registrata (senza marchi auricolari), posizionata proprio nella zona filtro – quella che dovrebbe garantire il massimo dell’igiene prima dell’accesso ai capannoni. Anche qui il numero di carcasse è altissimo, alcune in stato di decomposizione, altre cannibalizzate dalle altre galline. Le condizioni igieniche sono disastrose: scarafaggi, feci secche, struttura fatiscente, prolassi visibili su molti animali. “Tutto questo è gravissimo, sia per gli animali che vivono in queste strutture, sia per le criticità di biosicurezza – dichiara la giornalista Giulia Innocenzi. – Di fronte a un’emergenza mondiale come l’aviaria, una situazione come questa non dovrebbe neanche esistere, perché, in un attimo, dei comportamenti scorretti anche di un solo allevatore possono avere ricadute enormi su tutta la comunità”. Senza considerare che questo comporta un uso di soldi pubblici: i paesi europei, Italia inclusa, infatti stanziano fondi per risarcire gli allevamenti intensivi, coprendo i problemi causati dalle malattie infettive come l’aviaria. “C’è bisogno che le irregolarità di allevamenti come questi vengano diffuse pubblicamente e non solo tramite le nostre inchieste – conclude Giulia Innocenzi. – Per questo abbiamo depositato una denuncia formale ai Carabinieri Forestali. Speriamo che sia il primo passo verso un cambiamento necessario.” https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/01/food-profit-allevamenti-galline-lombardia-inchiesta-notizie/8046332/
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  • I PUSHER DI BIG-PHARMA

    Paolo Barnard, cofondatore di "Report" e leggenda del giornalismo d'inchiesta in Italia, nel 2001 confeziona uno dei migliori servizi d'inchiesta italiani sulla salute: i farmaci e tutto il sistema di spaccio, chiamato comparaggio.

    https://t.me/chatmovimentoperleliberta/27249
    I PUSHER DI BIG-PHARMA🔴 Paolo Barnard, cofondatore di "Report" e leggenda del giornalismo d'inchiesta in Italia, nel 2001 confeziona uno dei migliori servizi d'inchiesta italiani sulla salute: i farmaci e tutto il sistema di spaccio, chiamato comparaggio. https://t.me/chatmovimentoperleliberta/27249
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    Gisella Gise in CHAT MPL MOVIMENTO PER LE LIBERTÀ - GRUPPO MILANO chat discussione gruppo Milano - comitato Salvaguardia
    I PUSHER DI BIG-PHARMA🔴 Paolo Barnard, cofondatore di "Report" e leggenda del giornalismo d'inchiesta in Italia, nel 2001 confeziona uno dei migliori servizi d'inchiesta italiani sulla salute: i farmaci e tutto il sistema di spaccio, chiamato comparaggio. https://t.me/+UEDfAkwji69QA_xo https://t.me/+ms9a5yz7kwkwMmFi 📍 Qui non è Sanremo ma Free Onda
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  • Tragedia a Squinzano: muore 15enne, inchiesta aperta sulla sua morte
    Il quotidiano di cronaca pugliese...
    https://www.giornaledipuglia.com/2025/06/tragedia-squinzano-muore-15enne.html?m=1
    Tragedia a Squinzano: muore 15enne, inchiesta aperta sulla sua morte Il quotidiano di cronaca pugliese... https://www.giornaledipuglia.com/2025/06/tragedia-squinzano-muore-15enne.html?m=1
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  • La procura scopre le carte!
    Per gli inquirenti la traccia (con sangue) sul muro verso la tavernetta potrebbe essere di Andrea Sempio...
    Garlasco, “l’impronta 97F è del killer”. L’inchiesta bis scopre le carte - Il Fatto Quotidiano
    Già nel 2007 il Ris di Parma l’aveva catalogata come traccia di sangue strisciata individuata sul muro di sinistra che accompagna i gradini fino alla tavernetta e al termine dei quali, poco prima delle 14 del 13 agosto 2007, i carabinieri di Garlasco ritrovarono il corpo senza vita di Chiara Poggi. Quel sangue fu accertato …
    https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2025/06/17/garlasco-limpronta-97f-e-del-killer-linchiesta-bis-scopre-le-carte/8029303/
    La procura scopre le carte! Per gli inquirenti la traccia (con sangue) sul muro verso la tavernetta potrebbe essere di Andrea Sempio... Garlasco, “l’impronta 97F è del killer”. L’inchiesta bis scopre le carte - Il Fatto Quotidiano Già nel 2007 il Ris di Parma l’aveva catalogata come traccia di sangue strisciata individuata sul muro di sinistra che accompagna i gradini fino alla tavernetta e al termine dei quali, poco prima delle 14 del 13 agosto 2007, i carabinieri di Garlasco ritrovarono il corpo senza vita di Chiara Poggi. Quel sangue fu accertato … https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2025/06/17/garlasco-limpronta-97f-e-del-killer-linchiesta-bis-scopre-le-carte/8029303/
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    Garlasco, “l’impronta 97F è del killer”. L’inchiesta bis scopre le carte - Il Fatto Quotidiano
    Già nel 2007 il Ris di Parma l’aveva catalogata come traccia di sangue strisciata individuata sul muro di sinistra che accompagna i gradini fino alla tavernetta e al termine dei quali, poco prima delle 14 del 13 agosto 2007, i carabinieri di Garlasco ritrovarono il corpo senza vita di Chiara Poggi. Quel sangue fu accertato …
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  • Pensavo che Bossetti fosse colpevole, ora no. Vedendo questa inchiesta mi spavento per come i giornali non raccontano la realtà.
    Benvenuti in questo nuovo speciale sul caso Yara Gambirasio. Oggi andremo a parlare di un altro dettaglio, sempre legato al momento del ritrovamento del corpo, ovvero la stranissima posizione degli slip sui quali è stata trovata la traccia incriminante di DNA, quella traccia denominata 31G20 attribuita prima ad Ignoto1 e poi in seguito a Bossett. Ma oltre a questo, oggi andremo ad analizzare anche la terribile gestione della scena del crimine con contaminazioni evidenti. Infatti, vi mostrerò le immagini, ovvero le prove di queste contaminazioni per mano degli stessi "esperti" che non hanno assolutamente rispettato i protocolli della repertazione. Vi mostrerò il video fatto quel giorno dalle forze dell'ordine, mentre quegli "esperti" toccano il corpo di Yara, toccano gli slip, senza cambiarsi i guanti, senza utilizzare le dovute pinzette e addirittura senza nemmeno avere indosso guanti e tute. Vi farò vedere delle immagini veramente scioccanti.


    https://youtu.be/ZrlUnJHhP4E?si=GROpKAxqUFVt039c
    Pensavo che Bossetti fosse colpevole, ora no. Vedendo questa inchiesta mi spavento per come i giornali non raccontano la realtà. Benvenuti in questo nuovo speciale sul caso Yara Gambirasio. Oggi andremo a parlare di un altro dettaglio, sempre legato al momento del ritrovamento del corpo, ovvero la stranissima posizione degli slip sui quali è stata trovata la traccia incriminante di DNA, quella traccia denominata 31G20 attribuita prima ad Ignoto1 e poi in seguito a Bossett. Ma oltre a questo, oggi andremo ad analizzare anche la terribile gestione della scena del crimine con contaminazioni evidenti. Infatti, vi mostrerò le immagini, ovvero le prove di queste contaminazioni per mano degli stessi "esperti" che non hanno assolutamente rispettato i protocolli della repertazione. Vi mostrerò il video fatto quel giorno dalle forze dell'ordine, mentre quegli "esperti" toccano il corpo di Yara, toccano gli slip, senza cambiarsi i guanti, senza utilizzare le dovute pinzette e addirittura senza nemmeno avere indosso guanti e tute. Vi farò vedere delle immagini veramente scioccanti. https://youtu.be/ZrlUnJHhP4E?si=GROpKAxqUFVt039c
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  • LA PRESA per I FONDELLI INFINITA!!! MI RICORDA LA VICENDA dei VACCINI e degli SMS spariti sul più grande contratto firmato dalla Commissione Europea!
    La Commissione Ue: "Non finanziamo progetti militari impiegati a Gaza"
    L'inchiesta rivela come il colosso delle armi israeliano IAI abbia ottenuto fondi europei acquisendo una società greca. Il M5S presenta un'interrogazione urgente a Bruxelles...

    “La Commissione non finanzia alcun progetto militare impiegato nel conflitto a Gaza“. Da Bruxelles arriva la risposta all’inchiesta giornalistica di Investigative Europe e del consorzio greco Reporters United, secondo la quale l’Ue, attraverso il Fondo europeo per la difesa, ha finanziato il colosso delle armi israeliano Israeli Aerospace Industries. “Il Fondo europeo per la difesa – ha replicato un portavoce di Palazzo Berlaymont nel corso del consueto incontro con la stampa – è saldamente radicato nei valori dell’Ue e nel diritto internazionale”. E ha poi aggiunto che la Commissione valuta anche l’aspetto etico per ciascun progetto del Fondo, inclusi i casi portati all’attenzione mediatica dal consorzio investigativo relativi all’acquisizione parziale dell’azienda greca di armamenti Intracom da parte di quella israeliana Iai e alla fabbricazione di droni. “La valutazione è stata effettuata anche in questo caso specifico”, assicura il portavoce evidenziando che non è stata resa pubblica “per motivi evidenti”, ma che gli standard “sono stati rispettati”.
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/06/11/fondi-ue-armi-israele-commissione-smentisce-gaza/8023071/
    LA PRESA per I FONDELLI INFINITA!!! MI RICORDA LA VICENDA dei VACCINI e degli SMS spariti sul più grande contratto firmato dalla Commissione Europea! La Commissione Ue: "Non finanziamo progetti militari impiegati a Gaza" L'inchiesta rivela come il colosso delle armi israeliano IAI abbia ottenuto fondi europei acquisendo una società greca. Il M5S presenta un'interrogazione urgente a Bruxelles... “La Commissione non finanzia alcun progetto militare impiegato nel conflitto a Gaza“. Da Bruxelles arriva la risposta all’inchiesta giornalistica di Investigative Europe e del consorzio greco Reporters United, secondo la quale l’Ue, attraverso il Fondo europeo per la difesa, ha finanziato il colosso delle armi israeliano Israeli Aerospace Industries. “Il Fondo europeo per la difesa – ha replicato un portavoce di Palazzo Berlaymont nel corso del consueto incontro con la stampa – è saldamente radicato nei valori dell’Ue e nel diritto internazionale”. E ha poi aggiunto che la Commissione valuta anche l’aspetto etico per ciascun progetto del Fondo, inclusi i casi portati all’attenzione mediatica dal consorzio investigativo relativi all’acquisizione parziale dell’azienda greca di armamenti Intracom da parte di quella israeliana Iai e alla fabbricazione di droni. “La valutazione è stata effettuata anche in questo caso specifico”, assicura il portavoce evidenziando che non è stata resa pubblica “per motivi evidenti”, ma che gli standard “sono stati rispettati”. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/06/11/fondi-ue-armi-israele-commissione-smentisce-gaza/8023071/
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    La Commissione Ue: "Non finanziamo progetti militari impiegati a Gaza"
    L'inchiesta rivela come il colosso delle armi israeliano IAI abbia ottenuto fondi europei acquisendo una società greca. Il M5S presenta un'interrogazione urgente a Bruxelles
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  • Garlasco, si allunga la lista di persone a cui sarà prelevato il Dna. Chiara Poggi e le ricerche sul Santuario della Bozzola
    di F. Q.
    La decisione della gip di dare la possibilità di ampliare l'elenco di nomi di chi sarà sottoposto al test. Intanto vengono acquisiti gli atti del processo per l'estorsione "a luci rosse" ai danni di un religioso del luogo di culto


    Le cugine di Chiara Poggi, Stefania e Paola Cappa. Gli amici di Marco Poggi. Gli investigatori che entrarono per primi nella casa di Garlasco, il medico legale. Ma non solo. Si allungherà la lista di persone a cui sarà prelevato il dna nella nuova inchiesta della procura di Pavia sull’omicidio della ragazza di 26 anni, trovata morta a casa sua il 13 agosto 2007. La decisione è della giudice Daniela Garlaschelli che ha dato la possibilità di ampliare la rosa a tutte le parti. Avvocati e consulenti stanno quindi valutando se richiedere il prelievo – che avverrà in una clinica di Milano – anche per altri. Al momento nella lista ci sono le gemelle Cappa, gli amici di Marco Poggi e Andrea Sempio – al momento, per quanto se ne sa, l’unico indagato – Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti e infine Marco Panzarasa, amico di Chiara Poggi e Alberto Stasi, all’epoca fidanzato della vittima e – come noto – condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio.

    La Procura di Pavia ha acquisito anche gli atti dell’inchiesta sul ricatto a luci rosse all’ex rettore del santuario della Bozzola, don Gregorio Vitali. Il religioso molto conosciuto nel territorio pavese fu vittima di un ricatto a sfondo sessuale orchestrato da due romeni, poi condannati. L’avvocato Massimo Lovati, uno dei legali di Sempio, in alcune interviste ha parlato di un possibile “segreto” scoperto da Chiara Poggi su fatti a sfondo sessuale avvenuti anni prima al santuario. Secondo l’avvocato un sicario potrebbe avere ucciso la ragazza, nella villa di via Pascoli, per impedirle di parlare. Per quel ricatto a don Vitali sono stati condannati Flavius Savu e Florin Tanasie, che al momento della condanna erano però irreperibili. E’ invece in carcere a Pavia per omicidio Cleu Stefanescu, nipote di Savu, che, scrive la Provincia pavese, ha consegnato ai suoi legali un memoriale in cui sostiene di avere saputo dallo zio di un legame fra l’omicidio di Chiara e l’inchiesta sul santuario, naturalmente tutto da verificare.

    Oggi è il Corriere della Sera che torna su quella storia torbida. Il santuario è legato a continue chiacchiere che c’è da capire quanto abbiano elemento di concretezza: sospetti abusi, voci di festini hot, perfino messe nere o pedofilia. Qui gli investigatori avranno un compito che può avere un doppio significato: non solo capire se davvero ci possano essere collegamenti tra queste ricostruzioni e l’omicidio di Chiara Poggi, ma anche eventualmente sgomberare il campo una volta per tutte da eventuali dubbi e dicerie, per non lasciare sospetti o ancora margini a ulteriori obiezioni. Il punto di partenza, secondo i carabinieri di Milano, sono le due ricerche che la vittima effettuò sul Santuario della Bozzola, conservate senza una apparente ragione in una pen-drive insieme ad articoli sugli abusi sessuali nella Chiesa americana. La prima ricerca risale alle 11.06 del 26 luglio, la seconda alle 15.41 del primo agosto, pochi giorni prima del delitto. In entrambi i casi aveva visualizzato e scaricato una foto del Santuario dal pc del lavoro. L’interesse di Chiara Poggi per il Santuario non è mai emerso finora né ne ha parlato Stasi o altri familiari. Per questo la Procura acquisirà gli atti del processo del 2014 sull’estorsione ai religiosi sia i messaggi audio che Paola Cappa ha inviato al suo ex agente Francesco Chiesa Soprani. In più potrebbero essere sentiti anche gli ex colleghi di lavoro di Chiara Poggi (all’epoca lavorava in un’azienda di via Savona, in centro a Milano).

    Un primo passaggio significativo della nuova inchiesta sul caso di Garlasco sarà il 17 giugno, quando è in programma l’incidente probatorio sui reperti rianalizzati con nuove tecniche o mai repertati. Su tutti domina un quesito posto dal gip: “L’analisi tecnica dei profili genetici estrapolati dai margini ungueali” di Chiara “ottenuti dal perito Prof. Francesco De Stefano“, che effettuò la perizia nel processo di secondo grado bis a carico di Stasi. Li dichiarò inutilizzabili per comparazioni e ora i periti dovranno verificare di nuovo “la possibilità di ritenere utilizzabili per un confronto, allo stato attuale della tecnica e della scienza” quei risultati. Il confronto con il Dna di Sempio, ma anche con “le ulteriori tracce di natura biologica rinvenute sulla scena del crimine”. E’ per questo saranno sottoposti al prelievo del Dna diverse persone tra quelle vicine alla vittima e quelle che indagarono.

    La questione del Dna trovato sulle unghie della ragazza uccisa è tra le lacune della prima inchiesta su cui la difesa di Stasi ha battuto spesso in questi anni. Una consulenza della Procura di Pavia attribuisce quel materiale genetico a Sempio. Se n’era già parlato nel processo d’appello bis: i margini delle unghie prelevati dal cadavere non furono analizzati con il metodo “a lavaggio”, più sensibile, e, quando lo fece il perito sette anni dopo, riuscì ad isolare un cromosoma Y, maschile, ma non un profilo completo perché i reperti erano troppo degradati. Fu anche questa la ragione di due procedimenti archiviati a carico di Sempio.

    Source: https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/06/01/garlasco-si-allunga-la-lista-di-persone-a-cui-sara-prelevato-il-dna-chiara-poggi-e-le-ricerche-sul-santuario-della-bozzola/8010685/
    Garlasco, si allunga la lista di persone a cui sarà prelevato il Dna. Chiara Poggi e le ricerche sul Santuario della Bozzola di F. Q. La decisione della gip di dare la possibilità di ampliare l'elenco di nomi di chi sarà sottoposto al test. Intanto vengono acquisiti gli atti del processo per l'estorsione "a luci rosse" ai danni di un religioso del luogo di culto Le cugine di Chiara Poggi, Stefania e Paola Cappa. Gli amici di Marco Poggi. Gli investigatori che entrarono per primi nella casa di Garlasco, il medico legale. Ma non solo. Si allungherà la lista di persone a cui sarà prelevato il dna nella nuova inchiesta della procura di Pavia sull’omicidio della ragazza di 26 anni, trovata morta a casa sua il 13 agosto 2007. La decisione è della giudice Daniela Garlaschelli che ha dato la possibilità di ampliare la rosa a tutte le parti. Avvocati e consulenti stanno quindi valutando se richiedere il prelievo – che avverrà in una clinica di Milano – anche per altri. Al momento nella lista ci sono le gemelle Cappa, gli amici di Marco Poggi e Andrea Sempio – al momento, per quanto se ne sa, l’unico indagato – Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti e infine Marco Panzarasa, amico di Chiara Poggi e Alberto Stasi, all’epoca fidanzato della vittima e – come noto – condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio. La Procura di Pavia ha acquisito anche gli atti dell’inchiesta sul ricatto a luci rosse all’ex rettore del santuario della Bozzola, don Gregorio Vitali. Il religioso molto conosciuto nel territorio pavese fu vittima di un ricatto a sfondo sessuale orchestrato da due romeni, poi condannati. L’avvocato Massimo Lovati, uno dei legali di Sempio, in alcune interviste ha parlato di un possibile “segreto” scoperto da Chiara Poggi su fatti a sfondo sessuale avvenuti anni prima al santuario. Secondo l’avvocato un sicario potrebbe avere ucciso la ragazza, nella villa di via Pascoli, per impedirle di parlare. Per quel ricatto a don Vitali sono stati condannati Flavius Savu e Florin Tanasie, che al momento della condanna erano però irreperibili. E’ invece in carcere a Pavia per omicidio Cleu Stefanescu, nipote di Savu, che, scrive la Provincia pavese, ha consegnato ai suoi legali un memoriale in cui sostiene di avere saputo dallo zio di un legame fra l’omicidio di Chiara e l’inchiesta sul santuario, naturalmente tutto da verificare. Oggi è il Corriere della Sera che torna su quella storia torbida. Il santuario è legato a continue chiacchiere che c’è da capire quanto abbiano elemento di concretezza: sospetti abusi, voci di festini hot, perfino messe nere o pedofilia. Qui gli investigatori avranno un compito che può avere un doppio significato: non solo capire se davvero ci possano essere collegamenti tra queste ricostruzioni e l’omicidio di Chiara Poggi, ma anche eventualmente sgomberare il campo una volta per tutte da eventuali dubbi e dicerie, per non lasciare sospetti o ancora margini a ulteriori obiezioni. Il punto di partenza, secondo i carabinieri di Milano, sono le due ricerche che la vittima effettuò sul Santuario della Bozzola, conservate senza una apparente ragione in una pen-drive insieme ad articoli sugli abusi sessuali nella Chiesa americana. La prima ricerca risale alle 11.06 del 26 luglio, la seconda alle 15.41 del primo agosto, pochi giorni prima del delitto. In entrambi i casi aveva visualizzato e scaricato una foto del Santuario dal pc del lavoro. L’interesse di Chiara Poggi per il Santuario non è mai emerso finora né ne ha parlato Stasi o altri familiari. Per questo la Procura acquisirà gli atti del processo del 2014 sull’estorsione ai religiosi sia i messaggi audio che Paola Cappa ha inviato al suo ex agente Francesco Chiesa Soprani. In più potrebbero essere sentiti anche gli ex colleghi di lavoro di Chiara Poggi (all’epoca lavorava in un’azienda di via Savona, in centro a Milano). Un primo passaggio significativo della nuova inchiesta sul caso di Garlasco sarà il 17 giugno, quando è in programma l’incidente probatorio sui reperti rianalizzati con nuove tecniche o mai repertati. Su tutti domina un quesito posto dal gip: “L’analisi tecnica dei profili genetici estrapolati dai margini ungueali” di Chiara “ottenuti dal perito Prof. Francesco De Stefano“, che effettuò la perizia nel processo di secondo grado bis a carico di Stasi. Li dichiarò inutilizzabili per comparazioni e ora i periti dovranno verificare di nuovo “la possibilità di ritenere utilizzabili per un confronto, allo stato attuale della tecnica e della scienza” quei risultati. Il confronto con il Dna di Sempio, ma anche con “le ulteriori tracce di natura biologica rinvenute sulla scena del crimine”. E’ per questo saranno sottoposti al prelievo del Dna diverse persone tra quelle vicine alla vittima e quelle che indagarono. La questione del Dna trovato sulle unghie della ragazza uccisa è tra le lacune della prima inchiesta su cui la difesa di Stasi ha battuto spesso in questi anni. Una consulenza della Procura di Pavia attribuisce quel materiale genetico a Sempio. Se n’era già parlato nel processo d’appello bis: i margini delle unghie prelevati dal cadavere non furono analizzati con il metodo “a lavaggio”, più sensibile, e, quando lo fece il perito sette anni dopo, riuscì ad isolare un cromosoma Y, maschile, ma non un profilo completo perché i reperti erano troppo degradati. Fu anche questa la ragione di due procedimenti archiviati a carico di Sempio. Source: https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/06/01/garlasco-si-allunga-la-lista-di-persone-a-cui-sara-prelevato-il-dna-chiara-poggi-e-le-ricerche-sul-santuario-della-bozzola/8010685/
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  • DAL filamto pubblica sulla dinamica dell'incidente si vede chiaramente che non c'è stato un minimo accenno di frenata da parte dell'autista.
    Auspichiamo quanto prima la chiusura dell'inchiesta per capire le cause dell'incidente che ha portato alla morte di una collega.
    Lomazzo, il video del pullman che tampona il tir
    Un pullman con a bordo una scolaresca di 30 bambini, tra i 6 e i 7 anni, sfreccia sulla corsia di destra prima della galleria Lomazzo lungo la Pedemontana nel tratto tra la A36 e la A8. Davanti a sé ha un tir: per qualche motivo il bus non frena e tampona violentemente il mezzo pesante. Nello schianto è morta una delle due maestre, rimasta incastrata tra le lamiere. L'autista del pullman è in gravi condizioni all'ospedale di Varese. Feriti lievemente due bambini. Illeso il camionista. Uno schianto che non

    https://www.oggi.it/video/attualita/2025/05/20/lomazzo-il-video-del-pullman-che-tampona-il-tir/
    DAL filamto pubblica sulla dinamica dell'incidente si vede chiaramente che non c'è stato un minimo accenno di frenata da parte dell'autista. Auspichiamo quanto prima la chiusura dell'inchiesta per capire le cause dell'incidente che ha portato alla morte di una collega. Lomazzo, il video del pullman che tampona il tir Un pullman con a bordo una scolaresca di 30 bambini, tra i 6 e i 7 anni, sfreccia sulla corsia di destra prima della galleria Lomazzo lungo la Pedemontana nel tratto tra la A36 e la A8. Davanti a sé ha un tir: per qualche motivo il bus non frena e tampona violentemente il mezzo pesante. Nello schianto è morta una delle due maestre, rimasta incastrata tra le lamiere. L'autista del pullman è in gravi condizioni all'ospedale di Varese. Feriti lievemente due bambini. Illeso il camionista. Uno schianto che non https://www.oggi.it/video/attualita/2025/05/20/lomazzo-il-video-del-pullman-che-tampona-il-tir/
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    Lomazzo, il video del pullman che tampona il tir
    Un pullman con a bordo una scolaresca di 30 bambini, tra i 6 e i 7 anni, sfreccia sulla corsia di destra prima della galleria Lomazzo lungo la Pedemontana nel tratto tra la A36 e la A8. Davanti a sé ha un tir: per qualche motivo il bus non frena e tampona violentemente il mezzo pesante. Nello schianto è morta una delle due maestre, rimasta incastrata tra le lamiere. L'autista del pullman è in gravi condizioni all'ospedale di Varese. Feriti lievemente due bambini. Illeso il camionista. Uno schianto che non sembra avere spiegazioni se non nel malfunzionamento dei freni o nel possibile malore dell'autista. (corriere tv - Luca Lemma)
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  • Nella Riunione della Camera in Lussemburgo datata 23 Aprile 2025, Amar Goudjil (politico francese che fa parte del partito della Le Pen) sdogana il grafene e nanoparticelle presenti nei vaccini, parlando chiaramente di crimini contro l'Umanità

    L'ordine del giorno di questa seduta era: "Istituzione di una commissione d'inchiesta multidisciplinare indipendente volta a trarre conclusioni sulla realtà sanitaria, statistica, scientifica e politica del periodo Covid-19 in Lussemburgo".

    Goudjil parla anche di metalli pesanti e 55 componenti non dichiarati, trovati in quelli che loro chiamano vaccini.

    E' tutto esposto alla luce del sole.

    Manca solo una componente al quadro: il dolce tintinnio delle manette. Ne pregustiamo il momento con bramosia.


    In the Chamber Meeting in Luxembourg dated April 23, 2025, Amar Goudjil (French politician who is part of Le Pen's party) clears graphene and nanoparticles present in vaccines, clearly speaking of crimes against humanity

    The agenda of this session was: "Establishment of an independent multidisciplinary commission of inquiry aimed at drawing conclusions on the health, statistical, scientific and political reality of the Covid-19 period in Luxembourg".

    Goudjil also speaks of heavy metals and 55 undeclared components, found in what they call vaccines.

    It is all exposed to the light of day.

    Only one component is missing from the picture: the sweet clinking of handcuffs. We eagerly anticipate this moment.

    Source: https://www.chd.lu/fr/meeting/13458
    Sottotitoli: https://t.me/mpowertranslations/119

    In_Telegram_Veritas
    Nella Riunione della Camera in Lussemburgo datata 23 Aprile 2025, Amar Goudjil (politico francese che fa parte del partito della Le Pen) sdogana il grafene e nanoparticelle presenti nei vaccini, parlando chiaramente di crimini contro l'Umanità L'ordine del giorno di questa seduta era: "Istituzione di una commissione d'inchiesta multidisciplinare indipendente volta a trarre conclusioni sulla realtà sanitaria, statistica, scientifica e politica del periodo Covid-19 in Lussemburgo". Goudjil parla anche di metalli pesanti e 55 componenti non dichiarati, trovati in quelli che loro chiamano vaccini. E' tutto esposto alla luce del sole. Manca solo una componente al quadro: il dolce tintinnio delle manette. Ne pregustiamo il momento con bramosia. In the Chamber Meeting in Luxembourg dated April 23, 2025, Amar Goudjil (French politician who is part of Le Pen's party) clears graphene and nanoparticles present in vaccines, clearly speaking of crimes against humanity The agenda of this session was: "Establishment of an independent multidisciplinary commission of inquiry aimed at drawing conclusions on the health, statistical, scientific and political reality of the Covid-19 period in Luxembourg". Goudjil also speaks of heavy metals and 55 undeclared components, found in what they call vaccines. It is all exposed to the light of day. Only one component is missing from the picture: the sweet clinking of handcuffs. We eagerly anticipate this moment. Source: https://www.chd.lu/fr/meeting/13458 Sottotitoli: https://t.me/mpowertranslations/119 🔗 In_Telegram_Veritas
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