“Dio ti aiuti, prego per te.”
Sembrano parole inoffensive, vero?
Eppure, dirle in luogo pubblico potrebbe presto costare l’arresto, un processo e una multa.
Non in Cina, India o Pakistan.
In Italia.
Poche settimane fa, l’Emilia-Romagna ha approvato la Risoluzione 284/2025 che minaccia gravemente la libertà religiosa, di opinione ed espressione.
Con l’intervento delle forze dell’ordine, vogliono creare cosiddette “zone sicure” nei pressi di ospedali, cliniche e consultori. In ogni città.
Ma zone sicure da cosa?
Da qualsiasi evento sospettato di essere “a favore della vita nascente”, come un volantinaggio per offrire ascolto e aiuto a mamme incinte e persino momenti di preghiera silenziosa.
Dicono che serva a non “turbare” le donne intenzionate ad abortire. Vuoi la verità? Serve a impedire che una donna possa cambiare idea.
Gli effetti pratici saranno devastanti.
Quartieri in cui sarà vietato affermare che nel grembo della mamma c’è un bimbo e non un grumo di cellule (una verità scientifica).
Strade e piazze in cui sarà vietato camminare pregando il Rosario, perché c’è un ospedale nei paraggi e potrebbe “turbare” qualcuno.
La Risoluzione non riguarda solo l’Emilia-Romagna, perché chiede al Parlamento di estendere questa censura illiberale e anticristiana in tutta Italia.
Se restiamo in silenzio di fronte a questo abuso, altre regioni si aggiungeranno e presto il caso finirà in Parlamento. Rischiamo di essere travolti.
Noi siamo un gruppo di semplici cittadini che hanno a cuore, come te, la vita e la libertà di difenderla: unisciti a noi per denunciare e fermare questo gravissimo abuso.
Firma la petizione, aiutaci: No all’istituzione di “zone sicure” in Italia per vietare di difendere la vita e sostenere le maternità difficili. Pregare e offrire aiuto non è un crimine!
Firma ora la petizione cliccando qui!
https://www.provitaefamiglia.it/petizione/arrestati-per-unave-maria-no-alle-zone-sicure-in-italia-firma-ora-2
Ti immagini cosa potrebbe accadere a breve a Bologna, Modena o Reggio Emilia (e poi Roma, Milano, Napoli, Catania….)?
Potresti vedere per strada cartelli del genere:
Attenzione! Stai entrando in una “zona sicura”: da qui è severamente vietato pregare, offrire aiuti a donne incinte o esprimere opinioni a favore della vita nascente.
Ti sembra impossibile, vero?
Ma è proprio così che iniziano le persecuzioni. Si comincia sempre dicendo: “No, non può accadere!”.
E poi, un giorno, accade.
All'estero accade già da anni.
In Inghilterra proprio una nostra connazionale, Livia, è stata processata e condannata a pagare 20mila sterline per aver violato una “zona sicura”.
La colpa di Livia?
Aver sostato nei pressi di una clinica abortiva, in assoluto silenzio, con un cartello che diceva solo: “Sono qui per parlare, se vuoi”.
Arrestata, processata, condannata.
Francia, Spagna, Australia, Canada, Stati Uniti… sempre più Stati occidentali stanno creando “zone” dove offrire un volantino a sostegno della maternità o pregare un’Ave Maria può costare multe salate.
Se non agiamo ora, con forza, l’Italia sarà la prossima nazione su questa lista nera. Noi non vogliamo che accada, e tu?
Pregare e offrire aiuto non è un crimine: firma ora la petizione e chiedi al Presidente dell’Emilia-Romagna Michele de Pascale (Pd) di bloccare la creazione di “zone” vietate ai cittadini in base alle loro opinioni o al loro credo religioso!
La Risoluzione 284/2025 approvata in Emilia-Romagna può ancora essere fermata, così come i suoi effetti a cascata in tutta Italia.
Gli uffici territoriali stanno lavorando per attivare le “zone sicure” contro chi difende la vita nascente, con l’indicazione di coinvolgere le Prefetture, cioè le forze dell’ordine.
Ma se migliaia di cittadini - specialmente i cristiani - faranno sentire adesso la loro voce, la Regione dovrà bloccare sul nascere questa persecuzione.
Firmando ora questa petizione ci aiuterai a impedire che l’Emilia-Romagna apra la strada a una lunga serie di amministrazioni che istituiranno in Italia “zone” vietate ai cittadini in base alle loro opinioni o al loro credo.
Ci aiuterai a far sì che ogni mamma decisa ad abortire per solitudine, difficoltà economiche o altre cause possa ricevere anche una sola parola di ascolto, di sostegno, di aiuto.
Forse accadrà a trenta metri dall’ospedale.
Forse accadrà a trenta minuti dall’aborto.
Non conta la “zona” o il momento: ogni vita merita un’occasione. Diamogliela.
Grazie di cuore del tuo aiuto e della tua firma.
Sembrano parole inoffensive, vero?
Eppure, dirle in luogo pubblico potrebbe presto costare l’arresto, un processo e una multa.
Non in Cina, India o Pakistan.
In Italia.
Poche settimane fa, l’Emilia-Romagna ha approvato la Risoluzione 284/2025 che minaccia gravemente la libertà religiosa, di opinione ed espressione.
Con l’intervento delle forze dell’ordine, vogliono creare cosiddette “zone sicure” nei pressi di ospedali, cliniche e consultori. In ogni città.
Ma zone sicure da cosa?
Da qualsiasi evento sospettato di essere “a favore della vita nascente”, come un volantinaggio per offrire ascolto e aiuto a mamme incinte e persino momenti di preghiera silenziosa.
Dicono che serva a non “turbare” le donne intenzionate ad abortire. Vuoi la verità? Serve a impedire che una donna possa cambiare idea.
Gli effetti pratici saranno devastanti.
Quartieri in cui sarà vietato affermare che nel grembo della mamma c’è un bimbo e non un grumo di cellule (una verità scientifica).
Strade e piazze in cui sarà vietato camminare pregando il Rosario, perché c’è un ospedale nei paraggi e potrebbe “turbare” qualcuno.
La Risoluzione non riguarda solo l’Emilia-Romagna, perché chiede al Parlamento di estendere questa censura illiberale e anticristiana in tutta Italia.
Se restiamo in silenzio di fronte a questo abuso, altre regioni si aggiungeranno e presto il caso finirà in Parlamento. Rischiamo di essere travolti.
Noi siamo un gruppo di semplici cittadini che hanno a cuore, come te, la vita e la libertà di difenderla: unisciti a noi per denunciare e fermare questo gravissimo abuso.
Firma la petizione, aiutaci: No all’istituzione di “zone sicure” in Italia per vietare di difendere la vita e sostenere le maternità difficili. Pregare e offrire aiuto non è un crimine!
Firma ora la petizione cliccando qui!
https://www.provitaefamiglia.it/petizione/arrestati-per-unave-maria-no-alle-zone-sicure-in-italia-firma-ora-2
Ti immagini cosa potrebbe accadere a breve a Bologna, Modena o Reggio Emilia (e poi Roma, Milano, Napoli, Catania….)?
Potresti vedere per strada cartelli del genere:
Attenzione! Stai entrando in una “zona sicura”: da qui è severamente vietato pregare, offrire aiuti a donne incinte o esprimere opinioni a favore della vita nascente.
Ti sembra impossibile, vero?
Ma è proprio così che iniziano le persecuzioni. Si comincia sempre dicendo: “No, non può accadere!”.
E poi, un giorno, accade.
All'estero accade già da anni.
In Inghilterra proprio una nostra connazionale, Livia, è stata processata e condannata a pagare 20mila sterline per aver violato una “zona sicura”.
La colpa di Livia?
Aver sostato nei pressi di una clinica abortiva, in assoluto silenzio, con un cartello che diceva solo: “Sono qui per parlare, se vuoi”.
Arrestata, processata, condannata.
Francia, Spagna, Australia, Canada, Stati Uniti… sempre più Stati occidentali stanno creando “zone” dove offrire un volantino a sostegno della maternità o pregare un’Ave Maria può costare multe salate.
Se non agiamo ora, con forza, l’Italia sarà la prossima nazione su questa lista nera. Noi non vogliamo che accada, e tu?
Pregare e offrire aiuto non è un crimine: firma ora la petizione e chiedi al Presidente dell’Emilia-Romagna Michele de Pascale (Pd) di bloccare la creazione di “zone” vietate ai cittadini in base alle loro opinioni o al loro credo religioso!
La Risoluzione 284/2025 approvata in Emilia-Romagna può ancora essere fermata, così come i suoi effetti a cascata in tutta Italia.
Gli uffici territoriali stanno lavorando per attivare le “zone sicure” contro chi difende la vita nascente, con l’indicazione di coinvolgere le Prefetture, cioè le forze dell’ordine.
Ma se migliaia di cittadini - specialmente i cristiani - faranno sentire adesso la loro voce, la Regione dovrà bloccare sul nascere questa persecuzione.
Firmando ora questa petizione ci aiuterai a impedire che l’Emilia-Romagna apra la strada a una lunga serie di amministrazioni che istituiranno in Italia “zone” vietate ai cittadini in base alle loro opinioni o al loro credo.
Ci aiuterai a far sì che ogni mamma decisa ad abortire per solitudine, difficoltà economiche o altre cause possa ricevere anche una sola parola di ascolto, di sostegno, di aiuto.
Forse accadrà a trenta metri dall’ospedale.
Forse accadrà a trenta minuti dall’aborto.
Non conta la “zona” o il momento: ogni vita merita un’occasione. Diamogliela.
Grazie di cuore del tuo aiuto e della tua firma.
“Dio ti aiuti, prego per te.”
Sembrano parole inoffensive, vero?
Eppure, dirle in luogo pubblico potrebbe presto costare l’arresto, un processo e una multa.
Non in Cina, India o Pakistan.
In Italia.
Poche settimane fa, l’Emilia-Romagna ha approvato la Risoluzione 284/2025 che minaccia gravemente la libertà religiosa, di opinione ed espressione.
Con l’intervento delle forze dell’ordine, vogliono creare cosiddette “zone sicure” nei pressi di ospedali, cliniche e consultori. In ogni città.
Ma zone sicure da cosa?
Da qualsiasi evento sospettato di essere “a favore della vita nascente”, come un volantinaggio per offrire ascolto e aiuto a mamme incinte e persino momenti di preghiera silenziosa.
Dicono che serva a non “turbare” le donne intenzionate ad abortire. Vuoi la verità? Serve a impedire che una donna possa cambiare idea.
Gli effetti pratici saranno devastanti.
Quartieri in cui sarà vietato affermare che nel grembo della mamma c’è un bimbo e non un grumo di cellule (una verità scientifica).
Strade e piazze in cui sarà vietato camminare pregando il Rosario, perché c’è un ospedale nei paraggi e potrebbe “turbare” qualcuno.
La Risoluzione non riguarda solo l’Emilia-Romagna, perché chiede al Parlamento di estendere questa censura illiberale e anticristiana in tutta Italia.
Se restiamo in silenzio di fronte a questo abuso, altre regioni si aggiungeranno e presto il caso finirà in Parlamento. Rischiamo di essere travolti.
Noi siamo un gruppo di semplici cittadini che hanno a cuore, come te, la vita e la libertà di difenderla: unisciti a noi per denunciare e fermare questo gravissimo abuso.
Firma la petizione, aiutaci: No all’istituzione di “zone sicure” in Italia per vietare di difendere la vita e sostenere le maternità difficili. Pregare e offrire aiuto non è un crimine!
Firma ora la petizione cliccando qui!
https://www.provitaefamiglia.it/petizione/arrestati-per-unave-maria-no-alle-zone-sicure-in-italia-firma-ora-2
Ti immagini cosa potrebbe accadere a breve a Bologna, Modena o Reggio Emilia (e poi Roma, Milano, Napoli, Catania….)?
Potresti vedere per strada cartelli del genere:
Attenzione! Stai entrando in una “zona sicura”: da qui è severamente vietato pregare, offrire aiuti a donne incinte o esprimere opinioni a favore della vita nascente.
Ti sembra impossibile, vero?
Ma è proprio così che iniziano le persecuzioni. Si comincia sempre dicendo: “No, non può accadere!”.
E poi, un giorno, accade.
All'estero accade già da anni.
In Inghilterra proprio una nostra connazionale, Livia, è stata processata e condannata a pagare 20mila sterline per aver violato una “zona sicura”.
La colpa di Livia?
Aver sostato nei pressi di una clinica abortiva, in assoluto silenzio, con un cartello che diceva solo: “Sono qui per parlare, se vuoi”.
Arrestata, processata, condannata.
Francia, Spagna, Australia, Canada, Stati Uniti… sempre più Stati occidentali stanno creando “zone” dove offrire un volantino a sostegno della maternità o pregare un’Ave Maria può costare multe salate.
Se non agiamo ora, con forza, l’Italia sarà la prossima nazione su questa lista nera. Noi non vogliamo che accada, e tu?
Pregare e offrire aiuto non è un crimine: firma ora la petizione e chiedi al Presidente dell’Emilia-Romagna Michele de Pascale (Pd) di bloccare la creazione di “zone” vietate ai cittadini in base alle loro opinioni o al loro credo religioso!
La Risoluzione 284/2025 approvata in Emilia-Romagna può ancora essere fermata, così come i suoi effetti a cascata in tutta Italia.
Gli uffici territoriali stanno lavorando per attivare le “zone sicure” contro chi difende la vita nascente, con l’indicazione di coinvolgere le Prefetture, cioè le forze dell’ordine.
Ma se migliaia di cittadini - specialmente i cristiani - faranno sentire adesso la loro voce, la Regione dovrà bloccare sul nascere questa persecuzione.
Firmando ora questa petizione ci aiuterai a impedire che l’Emilia-Romagna apra la strada a una lunga serie di amministrazioni che istituiranno in Italia “zone” vietate ai cittadini in base alle loro opinioni o al loro credo.
Ci aiuterai a far sì che ogni mamma decisa ad abortire per solitudine, difficoltà economiche o altre cause possa ricevere anche una sola parola di ascolto, di sostegno, di aiuto.
Forse accadrà a trenta metri dall’ospedale.
Forse accadrà a trenta minuti dall’aborto.
Non conta la “zona” o il momento: ogni vita merita un’occasione. Diamogliela.
Grazie di cuore del tuo aiuto e della tua firma.