• OLIMPIADI SCANDALOSE. DISASTRO ANNUNCIATO. LA STRADA PER BORMIO SARÀ PRONTA NEL 2030!
    "Avremmo dovuto raggiungere Bormio per uno spettacolo, ma siamo rimasti bloccati nel traffico tre ore. Siamo quindi andati a parlare con le persone in coda". Il viaggio interrotto dal traffico dell'Immacolata
    Un post Instagram della pagina di Campsirago Residenza, un "centro di ricerca" per le arti performative, mostra il gruppo di artisti diretti a Bormio per uno spettacolo che rimangono bloccati dal traffico. L’esibizione sembrerebbe inserirsi...
    https://www.ildolomiti.it/altra-montagna/attualita/2025/avremmo-dovuto-raggiungere-bormio-per-uno-spettacolo-ma-siamo-rimasti-bloccati-nel-traffico-tre-ore-siamo-quindi-andati-a-parlare-con-le-persone-in-coda-il-viaggio-interrotto-dal-traffico-dellimmacolata
    OLIMPIADI SCANDALOSE. DISASTRO ANNUNCIATO. LA STRADA PER BORMIO SARÀ PRONTA NEL 2030! "Avremmo dovuto raggiungere Bormio per uno spettacolo, ma siamo rimasti bloccati nel traffico tre ore. Siamo quindi andati a parlare con le persone in coda". Il viaggio interrotto dal traffico dell'Immacolata Un post Instagram della pagina di Campsirago Residenza, un "centro di ricerca" per le arti performative, mostra il gruppo di artisti diretti a Bormio per uno spettacolo che rimangono bloccati dal traffico. L’esibizione sembrerebbe inserirsi... https://www.ildolomiti.it/altra-montagna/attualita/2025/avremmo-dovuto-raggiungere-bormio-per-uno-spettacolo-ma-siamo-rimasti-bloccati-nel-traffico-tre-ore-siamo-quindi-andati-a-parlare-con-le-persone-in-coda-il-viaggio-interrotto-dal-traffico-dellimmacolata
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    "Avremmo dovuto raggiungere Bormio per uno spettacolo, ma siamo rimasti bloccati nel traffico tre ore. Siamo quindi andati a parlare con le persone in coda". Il viaggio interrotto dal traffico dell'Immacolata
    Un post Instagram della pagina di Campsirago Residenza, un "centro di ricerca" per le arti performative, mostra il gruppo di artisti diretti a Bormio per uno spettacolo che rimangono bloccati dal traffico. L’esibizione sembrerebbe inserirsi nell’ambito del progetto In cammino da Cortina a Milano. Errando per antiche vie, un viaggio tra i due "capoluoghi olimpici" per raccontare questo territorio "contraddittorio e selvatico nella geografia e nelle sue genti", che si prepara alle luci della ribalta dei prossimi Giochi Olimpici invernali. "Effetti dell’overtourism....
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  • Luglio 2020, nel silenzio mediatico, complice l' arrogante, pervasiva e menzognera narrazione pandemica, alla Camera dei Deputati si teneva una conferenza stampa voluta dall' allora deputata Veronica Giannone alla quale invitò l' avvocato Domenico Morace e la sua assistita, una mamma a cui vennero tolti i suoi quattro figli. Una vicenda risalente all' anno 2018 quando l' assistita veniva a conoscenza, dai figli stessi, che il loro padre, che già da qualche mese si era separato e viveva in una propria casa, aveva fatto oggetto una delle due figlie, all' epoca poco più che dodicenne, di attenzioni di natura sessuale, che in un primo momento confessò essere veritiere.
    Una vicenda ben diversa dai fatti altrettanto incresciosi di questi giorni, che si spera di tutto cuore non procurino danni ai bambini allontanati dai loro genitori per disposizione dei soliti tribunali dei minori, istituzioni che da qualche tempo a motivo di uno spropositato zelo ( eufemismo) posto in essere da assistenti sociali e consulenti psichiatri ( vorrei tanto sperare si trattasse di uno sparuto numero ) si sta guadagnando, ahimè comprensibilmente, la riprovazione di tanti cittadini.
    Non mi dilungo oltremodo, salvo aggiungere che le affermazioni della deputata e dell' avvocato denunciano un sistema che se non è da ritenere malato vi sono sicuramente dei vulnus, per usare le espressioni udite, nella nostra struttura che dovrebbe sovraintendere a tutela delle fasce deboli. Quelle situazioni familiari ove vi siano evidenti e oggettivi atti che compromettono la salute fisica e/o psicologica dei minori giustificano i provvedimenti, temporanei o definitivi, di un affidamento di essi alle strutture preposte e ricercando nel contempo, se possibile, le soluzioni per ripristinare l' unione del nucleo familiare.
    Oggigiorno per " ragioni futili o non giustificabili come la povertà, questioni sociali o addirittura per costrutti giuridici come l' alienazione parentale " i tribunali decretano la sospensione genitoriale ( concetto che ha soppiantato quello della patria potestà in forza del decreto legislativo n° 154 del 2013); sentenze rientranti nell' ambito del codice civile che non prevede, a differenza del penale, l' obbligatorietà di ascoltare anche i minori. Ricorda l' avvocato Domenico Morace che c'è stata una sentenza di Cassazione Civile che dice che non costituisce alcun illecito, alcun atto illegittimo da parte di un giudice che deleghi l' ascolto dei testimoni non maggiorenni esclusivamente ai periti, ossia ai soli assistenti sociali e psichiatri, cosicché, conclude l' avvocato, accade che il tribunale dei minori emette la ( esiziale) sentenza senza aver mai né visto né ascoltato la versione dei minori, diversamente da quello che impone la procedura dell' ambito penale.
    Credo che l' ascolto del video illustri esaustivamente come si arrivi a separare i figli dalle loro famiglie procurando loro, peraltro, possibili ferite emotive .

    https://youtu.be/SxHqxsN_p24?si=zhB0Ud2Ig2CBa4J3
    Luglio 2020, nel silenzio mediatico, complice l' arrogante, pervasiva e menzognera narrazione pandemica, alla Camera dei Deputati si teneva una conferenza stampa voluta dall' allora deputata Veronica Giannone alla quale invitò l' avvocato Domenico Morace e la sua assistita, una mamma a cui vennero tolti i suoi quattro figli. Una vicenda risalente all' anno 2018 quando l' assistita veniva a conoscenza, dai figli stessi, che il loro padre, che già da qualche mese si era separato e viveva in una propria casa, aveva fatto oggetto una delle due figlie, all' epoca poco più che dodicenne, di attenzioni di natura sessuale, che in un primo momento confessò essere veritiere. Una vicenda ben diversa dai fatti altrettanto incresciosi di questi giorni, che si spera di tutto cuore non procurino danni ai bambini allontanati dai loro genitori per disposizione dei soliti tribunali dei minori, istituzioni che da qualche tempo a motivo di uno spropositato zelo ( eufemismo) posto in essere da assistenti sociali e consulenti psichiatri ( vorrei tanto sperare si trattasse di uno sparuto numero ) si sta guadagnando, ahimè comprensibilmente, la riprovazione di tanti cittadini. Non mi dilungo oltremodo, salvo aggiungere che le affermazioni della deputata e dell' avvocato denunciano un sistema che se non è da ritenere malato vi sono sicuramente dei vulnus, per usare le espressioni udite, nella nostra struttura che dovrebbe sovraintendere a tutela delle fasce deboli. Quelle situazioni familiari ove vi siano evidenti e oggettivi atti che compromettono la salute fisica e/o psicologica dei minori giustificano i provvedimenti, temporanei o definitivi, di un affidamento di essi alle strutture preposte e ricercando nel contempo, se possibile, le soluzioni per ripristinare l' unione del nucleo familiare. Oggigiorno per " ragioni futili o non giustificabili come la povertà, questioni sociali o addirittura per costrutti giuridici come l' alienazione parentale " i tribunali decretano la sospensione genitoriale ( concetto che ha soppiantato quello della patria potestà in forza del decreto legislativo n° 154 del 2013); sentenze rientranti nell' ambito del codice civile che non prevede, a differenza del penale, l' obbligatorietà di ascoltare anche i minori. Ricorda l' avvocato Domenico Morace che c'è stata una sentenza di Cassazione Civile che dice che non costituisce alcun illecito, alcun atto illegittimo da parte di un giudice che deleghi l' ascolto dei testimoni non maggiorenni esclusivamente ai periti, ossia ai soli assistenti sociali e psichiatri, cosicché, conclude l' avvocato, accade che il tribunale dei minori emette la ( esiziale) sentenza senza aver mai né visto né ascoltato la versione dei minori, diversamente da quello che impone la procedura dell' ambito penale. Credo che l' ascolto del video illustri esaustivamente come si arrivi a separare i figli dalle loro famiglie procurando loro, peraltro, possibili ferite emotive .👇 https://youtu.be/SxHqxsN_p24?si=zhB0Ud2Ig2CBa4J3
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  • L' AI non è sempre la gallina dalle uova d'oro!!!
    AI in rosso, Intesa Sanpaolo chiude il centro sull'intelligenza artificiale
    Stop ai progetti in accordo con il governo e i ricercatori di Centai verranno assunti dalla banca...
    https://torinocronaca.it/news/torino/581733/ai-in-rosso-intesa-sanpaolo-chiude-il-centro-sull-intelligenza-artificiale.html
    L' AI non è sempre la gallina dalle uova d'oro!!! AI in rosso, Intesa Sanpaolo chiude il centro sull'intelligenza artificiale Stop ai progetti in accordo con il governo e i ricercatori di Centai verranno assunti dalla banca... https://torinocronaca.it/news/torino/581733/ai-in-rosso-intesa-sanpaolo-chiude-il-centro-sull-intelligenza-artificiale.html
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    AI in rosso, Intesa Sanpaolo chiude il centro sull'intelligenza artificiale
    Stop ai progetti in accordo con il governo e i ricercatori di Centai verranno assunti dalla banca
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  • https://www.byoblu.com/category/fuori-dalla-matrix/ Tutto Per tutto Documentato Stradocumentato Con Rara Rarissima Determinazione e Maestria nella Rara Rarissima Arte della Ricerca Onestiva Formidale Straformidabile .........
    ..
    ...
    https://www.byoblu.com/category/fuori-dalla-matrix/ Tutto Per tutto Documentato Stradocumentato Con Rara Rarissima Determinazione e Maestria nella Rara Rarissima Arte della Ricerca Onestiva Formidale Straformidabile ......... .. ...
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  • FATE MOLTA ATTENZIONE!
    "Attenzione, questi farmaci comuni alterano l'intestino anche anni dopo l'uso": l'allarme nel nuovo studio. L'esperto: “I farmaci restano sicuri, priorità resta la cura del paziente”
    Nuova ricerca rivela che beta-bloccanti, antidepressivi e inibitori della pompa protonica modificano la flora intestinale anche dopo la sospensione...
    Per capire meglio la portata di questo studio abbiamo intervistato Danilo De Gregorio, professore associato di Farmacologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano
    “Attenzione, questi farmaci comuni alterano l’intestino anche anni dopo l’uso”: l’allarme nel nuovo studio. L’esperto: “Restano sicuri, priorità resta la cura del paziente”


    Negli ultimi decenni abbiamo imparato a guardare al microbioma intestinale come a un organo chiave del nostro benessere. Non più soltanto un “aiutante digestivo”, ma un attore attivo nella salute immunitaria, metabolica e persino mentale. Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista mSystems aggiunge però un tassello inatteso: molti farmaci di uso comune – dai beta-bloccanti agli antidepressivi, fino agli inibitori della pompa protonica – possono alterare l’equilibrio dei batteri intestinali per anni, anche dopo la sospensione della terapia.

    Non si tratta soltanto degli antibiotici, da tempo noti per il loro impatto sul microbiota, ma di molecole largamente prescritte nella pratica quotidiana per disturbi cronici come ipertensione, insonnia, ansia e reflusso gastrico. I ricercatori dell’Università di Groningen, nei Paesi Bassi, hanno osservato che gli effetti di questi farmaci si protraggono nel tempo, modificando la composizione e la funzione della flora intestinale ben oltre la durata del trattamento. Si tratta di conclusioni di uno studio che richiedono altre conferme e approfondimenti, tuttavia suscita interrogativi cruciali: fino a che punto la “memoria farmacologica” del nostro intestino influenza la salute generale? E come possiamo bilanciare la necessità di cura con la tutela del microbioma, considerato ormai un alleato essenziale del cervello e del sistema immunitario? Per capire meglio la portata di questi risultati abbiamo intervistato Danilo De Gregorio, professore associato di Farmacologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
    L’esperto: “Risultati interessanti, ma da leggere con prudenza”

    “Lo studio è sicuramente interessante, anche per l’ampiezza della coorte analizzata – spiega De Gregorio – perché parliamo di oltre 2.500 individui sottoposti a screening per valutare l’impatto di diversi farmaci sul microbioma. Tuttavia, da farmacologo, ritengo che i risultati vadano interpretati con cautela. Gli autori hanno analizzato un numero molto elevato di farmaci su una popolazione eterogenea, dai giovani agli anziani, molti dei quali in politerapia. In queste condizioni è complesso isolare l’effetto di un singolo farmaco, poiché le interazioni tra molecole possono già di per sé modificare il microbioma, spesso in modo reversibile e non necessariamente negativo”. Il professore ricorda che il microbioma è un sistema dinamico, influenzato da molte variabili: “Dieta, stress, processi infiammatori, perfino fattori ambientali. Anche bere un bicchiere di latte può, nell’immediato, modificare la flora intestinale. Attribuire alterazioni durature esclusivamente ai farmaci, quindi, può essere fuorviante. I dati olandesi sono utili per generare ipotesi di lavoro, ma è prematuro trarre conclusioni cliniche definitive sulla salute a lungo termine”.
    “I farmaci restano sicuri: la priorità è sempre la cura del paziente”

    In ogni caso, come gestire il possibile impatto dei farmaci più diffusi? De Gregorio è netto: “La priorità resta la cura del paziente. I beta-bloccanti, gli antidepressivi o gli inibitori della pompa protonica hanno benefici consolidati e non ci sono motivi per sospenderli per timore di alterazioni microbiche. È però importante prescriverli sempre in modo appropriato, alla dose minima efficace e per il tempo strettamente necessario. Inoltre, bisognerebbe evitare politerapie superflue: quando si combinano troppi farmaci, le interazioni aumentano e l’effetto complessivo sul microbioma può diventare meno prevedibile”. Dal punto di vista del paziente, aggiunge, è possibile comunque adottare alcune buone pratiche: “Ridurre lo stress e seguire un’alimentazione equilibrata aiuta a mantenere l’omeostasi intestinale. Ma non ci sono, al momento, motivi per limitare o modificare le terapie consolidate sulla base dei risultati di un singolo studio”.

    Come “riparare” un microbioma alterato

    E se un trattamento farmacologico avesse effettivamente modificato la flora intestinale? “Uno dei modi per preservare o riequilibrare il microbioma – spiega l’esperto – è l’utilizzo di prebiotici o probiotici selezionati, combinati con una dieta ricca di fibre e alimenti fermentati. Anche la riduzione dello stress gioca un ruolo importante”. Il farmacologo cita le ricerche del neuroscienziato irlandese John Cryan, tra i pionieri dello studio del cosiddetto asse intestino-cervello: “Alcuni studi sperimentali hanno mostrato che nei pazienti depressi il microbioma risulta alterato e che, nei casi resistenti agli antidepressivi tradizionali, un trapianto fecale da donatori sani può migliorare i sintomi. Non è ancora una terapia clinicamente approvata, ma ci dà la misura di quanto la modulazione del microbioma possa influenzare anche la salute mentale”.
    Un sistema complesso, da rispettare

    Di fatto, lo studio olandese rappresenta più un punto di partenza che un allarme: “I risultati vanno presi con cautela, perché influenzati da molteplici fattori, in particolare nelle persone che assumono più farmaci contemporaneamente. Queste molecole – conclude De Gregorio – restano sicure e utili: ci ricordano soltanto che il corpo è un sistema complesso, e che ogni terapia deve essere calibrata con attenzione”.


    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/11/12/attenzione-questi-farmaci-comuni-alterano-lintestino-anche-anni-dopo-luso-lallarme-nel-nuovo-studio-lesperto-restano-sicuri-priorita-resta-la-cura-del-paziente/8184689/
    FATE MOLTA ATTENZIONE! "Attenzione, questi farmaci comuni alterano l'intestino anche anni dopo l'uso": l'allarme nel nuovo studio. L'esperto: “I farmaci restano sicuri, priorità resta la cura del paziente” Nuova ricerca rivela che beta-bloccanti, antidepressivi e inibitori della pompa protonica modificano la flora intestinale anche dopo la sospensione... Per capire meglio la portata di questo studio abbiamo intervistato Danilo De Gregorio, professore associato di Farmacologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano “Attenzione, questi farmaci comuni alterano l’intestino anche anni dopo l’uso”: l’allarme nel nuovo studio. L’esperto: “Restano sicuri, priorità resta la cura del paziente” Negli ultimi decenni abbiamo imparato a guardare al microbioma intestinale come a un organo chiave del nostro benessere. Non più soltanto un “aiutante digestivo”, ma un attore attivo nella salute immunitaria, metabolica e persino mentale. Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista mSystems aggiunge però un tassello inatteso: molti farmaci di uso comune – dai beta-bloccanti agli antidepressivi, fino agli inibitori della pompa protonica – possono alterare l’equilibrio dei batteri intestinali per anni, anche dopo la sospensione della terapia. Non si tratta soltanto degli antibiotici, da tempo noti per il loro impatto sul microbiota, ma di molecole largamente prescritte nella pratica quotidiana per disturbi cronici come ipertensione, insonnia, ansia e reflusso gastrico. I ricercatori dell’Università di Groningen, nei Paesi Bassi, hanno osservato che gli effetti di questi farmaci si protraggono nel tempo, modificando la composizione e la funzione della flora intestinale ben oltre la durata del trattamento. Si tratta di conclusioni di uno studio che richiedono altre conferme e approfondimenti, tuttavia suscita interrogativi cruciali: fino a che punto la “memoria farmacologica” del nostro intestino influenza la salute generale? E come possiamo bilanciare la necessità di cura con la tutela del microbioma, considerato ormai un alleato essenziale del cervello e del sistema immunitario? Per capire meglio la portata di questi risultati abbiamo intervistato Danilo De Gregorio, professore associato di Farmacologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. L’esperto: “Risultati interessanti, ma da leggere con prudenza” “Lo studio è sicuramente interessante, anche per l’ampiezza della coorte analizzata – spiega De Gregorio – perché parliamo di oltre 2.500 individui sottoposti a screening per valutare l’impatto di diversi farmaci sul microbioma. Tuttavia, da farmacologo, ritengo che i risultati vadano interpretati con cautela. Gli autori hanno analizzato un numero molto elevato di farmaci su una popolazione eterogenea, dai giovani agli anziani, molti dei quali in politerapia. In queste condizioni è complesso isolare l’effetto di un singolo farmaco, poiché le interazioni tra molecole possono già di per sé modificare il microbioma, spesso in modo reversibile e non necessariamente negativo”. Il professore ricorda che il microbioma è un sistema dinamico, influenzato da molte variabili: “Dieta, stress, processi infiammatori, perfino fattori ambientali. Anche bere un bicchiere di latte può, nell’immediato, modificare la flora intestinale. Attribuire alterazioni durature esclusivamente ai farmaci, quindi, può essere fuorviante. I dati olandesi sono utili per generare ipotesi di lavoro, ma è prematuro trarre conclusioni cliniche definitive sulla salute a lungo termine”. “I farmaci restano sicuri: la priorità è sempre la cura del paziente” In ogni caso, come gestire il possibile impatto dei farmaci più diffusi? De Gregorio è netto: “La priorità resta la cura del paziente. I beta-bloccanti, gli antidepressivi o gli inibitori della pompa protonica hanno benefici consolidati e non ci sono motivi per sospenderli per timore di alterazioni microbiche. È però importante prescriverli sempre in modo appropriato, alla dose minima efficace e per il tempo strettamente necessario. Inoltre, bisognerebbe evitare politerapie superflue: quando si combinano troppi farmaci, le interazioni aumentano e l’effetto complessivo sul microbioma può diventare meno prevedibile”. Dal punto di vista del paziente, aggiunge, è possibile comunque adottare alcune buone pratiche: “Ridurre lo stress e seguire un’alimentazione equilibrata aiuta a mantenere l’omeostasi intestinale. Ma non ci sono, al momento, motivi per limitare o modificare le terapie consolidate sulla base dei risultati di un singolo studio”. Come “riparare” un microbioma alterato E se un trattamento farmacologico avesse effettivamente modificato la flora intestinale? “Uno dei modi per preservare o riequilibrare il microbioma – spiega l’esperto – è l’utilizzo di prebiotici o probiotici selezionati, combinati con una dieta ricca di fibre e alimenti fermentati. Anche la riduzione dello stress gioca un ruolo importante”. Il farmacologo cita le ricerche del neuroscienziato irlandese John Cryan, tra i pionieri dello studio del cosiddetto asse intestino-cervello: “Alcuni studi sperimentali hanno mostrato che nei pazienti depressi il microbioma risulta alterato e che, nei casi resistenti agli antidepressivi tradizionali, un trapianto fecale da donatori sani può migliorare i sintomi. Non è ancora una terapia clinicamente approvata, ma ci dà la misura di quanto la modulazione del microbioma possa influenzare anche la salute mentale”. Un sistema complesso, da rispettare Di fatto, lo studio olandese rappresenta più un punto di partenza che un allarme: “I risultati vanno presi con cautela, perché influenzati da molteplici fattori, in particolare nelle persone che assumono più farmaci contemporaneamente. Queste molecole – conclude De Gregorio – restano sicure e utili: ci ricordano soltanto che il corpo è un sistema complesso, e che ogni terapia deve essere calibrata con attenzione”. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/11/12/attenzione-questi-farmaci-comuni-alterano-lintestino-anche-anni-dopo-luso-lallarme-nel-nuovo-studio-lesperto-restano-sicuri-priorita-resta-la-cura-del-paziente/8184689/
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    "Attenzione, questi farmaci comuni alterano l'intestino anche anni dopo l'uso": l'allarme nel nuovo studio. L'esperto: “I farmaci restano sicuri, priorità resta la cura del paziente”
    Nuova ricerca rivela che beta-bloccanti, antidepressivi e inibitori della pompa protonica modificano la flora intestinale anche dopo la sospensione
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  • «Quando cominceranno ad ascoltarmi, vi dirò tutto ciò che vi infastidirà, ci sarà un processo contro tutti coloro che sono coinvolti in questi crimini contro l'umanità. Sarà una Norimberga 2».
    Putin rivelerà tutti i crimini di Kiev e delle autorità occidentali in Ucraina. MAGARI fosse domani!
    Intanto trapela, confermata dalla Federazione Russa, una delle più gravi operazioni contro l’umanità intera, messa nel dossier voluto da Putin.
    Nelle acciaierie ‘Azovstal’ c’erano consiglieri NATO. Nell’ottavo piano sotterraneo c’era un laboratorio biologico in cui conducevano esperimenti su persone vive, poi scomparse nella prigione, chiamata ’Biblioteca’, dell'aeroporto di Mariúpol. DECINE di MIGLIAIA di persone. I prigionieri scampati grazie all'arrivo dei russi, parlano di un buco dal quale nessuno tornava più. Una specie di pozzo nel sottosuolo di Azovstal - un'intera città sotterranea dove viaggiavano persino i treni.
    Questi laboratori in Ucraina non sono solo americani. E’ molto più serio: specialisti di tutta la Nato hanno lavorato lì sotto e tutti i leader europei sapevano.
    Ma come nascondere i loro esperimenti e montagne di cadaveri? Con il fuoco. Come i nazisti di molti anni fa, hanno bruciato decine di migliaia di cadaveri. E’ comprensibile il terrore del proprietario di ‘Azovstal’, Rinat Akhmetov, l'oligarca più potente d'Ucraina: a fine guerra sarà incriminato esattamente come i suoi nazisti di ’Azov’ e quelli dei campi di concentramento della seconda guerra mondiale.
    Le truppe russe hanno distrutto con la massima prudenza una decina dei 18 laboratori di armi biologiche in tutta l'Ucraina. E a proposito del pianto di Zelensky e di Zucchi per i bambini ucraini... prima di
    attaccare i laboratori, già nel febbraio 2021, migliaia di bambini erano prigionieri nelle gabbie in questi laboratori sotterranei dell'Ucraina.
    Putin ha le prove che l'Occidente (l'American Health Institute, l'Istituto francese di Salute e il Centro tedesco per la ricerca sulle infezioni) ha investito miliardi di dollari in Ucraina per sviluppare armi biologiche. Quando il mondo occidentale lo permetterà, Putin presenterà ogni singola prova dei crimini contro l'umanità commessi da Zelensky e partner.
    Zelensky ha ricevuto aiuti finanziari e militari per consentire di lavorare in segreto e le prove sono le dichiarazioni video degli scienziati e degli ingegneri che lavoravano in questi laboratori (registrazioni del 2021)
    Putin aveva chiesto lo smantellamento dei laboratori entro il 2020, avvertendo che l'avrebbe fatto lui stesso, se Zelensky non avesse rispettato queste richieste nel quadro delle leggi internazionali. Aveva segnalato i possibili danni diretti e collaterali: Zelensky e l'Occidente hanno la colpa di aver messo in pericolo il popolo ucraino!
    I partner occidentali hanno costruito i biolaboratori di Ukroreich. Il Ministero della Salute israeliano e il MOSSAD hanno avviato un laboratorio biologico sull'isola Zmeyni, situata nel Mar Nero vicino al Delta del fiume Danubio. Il biolaboratorio dell'Isola del Serpente ha partecipato a uno studio sulla rabbia che, se disperso nell’aria, potrebbe devastare la Terra con quasi il 100% di mortalità!
    Putin conferma di aver adottato misure cautelari per garantire che tutti gli agenti patogeni siano stati colpiti in modo da renderli inerti.
    Aspettiamo con fiducia questo ‘Norimberga 2’ e intanto capiamo un po' di più se molti temano la fine di questa guerra. Ma la fine è sempre più vicina …

    Articolo originale; Antonia-Deniza Vasileva - novembre 2025

    Via Giuseppe Sardini
    «Quando cominceranno ad ascoltarmi, vi dirò tutto ciò che vi infastidirà, ci sarà un processo contro tutti coloro che sono coinvolti in questi crimini contro l'umanità. Sarà una Norimberga 2». Putin rivelerà tutti i crimini di Kiev e delle autorità occidentali in Ucraina. MAGARI fosse domani!🙏 Intanto trapela, confermata dalla Federazione Russa, una delle più gravi operazioni contro l’umanità intera, messa nel dossier voluto da Putin. Nelle acciaierie ‘Azovstal’ c’erano consiglieri NATO. Nell’ottavo piano sotterraneo c’era un laboratorio biologico in cui conducevano esperimenti su persone vive, poi scomparse nella prigione, chiamata ’Biblioteca’, dell'aeroporto di Mariúpol. DECINE di MIGLIAIA di persone. I prigionieri scampati grazie all'arrivo dei russi, parlano di un buco dal quale nessuno tornava più. Una specie di pozzo nel sottosuolo di Azovstal - un'intera città sotterranea dove viaggiavano persino i treni. Questi laboratori in Ucraina non sono solo americani. E’ molto più serio: specialisti di tutta la Nato hanno lavorato lì sotto e tutti i leader europei sapevano. Ma come nascondere i loro esperimenti e montagne di cadaveri? Con il fuoco. Come i nazisti di molti anni fa, hanno bruciato decine di migliaia di cadaveri. E’ comprensibile il terrore del proprietario di ‘Azovstal’, Rinat Akhmetov, l'oligarca più potente d'Ucraina: a fine guerra sarà incriminato esattamente come i suoi nazisti di ’Azov’ e quelli dei campi di concentramento della seconda guerra mondiale. Le truppe russe hanno distrutto con la massima prudenza una decina dei 18 laboratori di armi biologiche in tutta l'Ucraina. E a proposito del pianto di Zelensky e di Zucchi per i bambini ucraini... prima di attaccare i laboratori, già nel febbraio 2021, migliaia di bambini erano prigionieri nelle gabbie in questi laboratori sotterranei dell'Ucraina. Putin ha le prove che l'Occidente (l'American Health Institute, l'Istituto francese di Salute e il Centro tedesco per la ricerca sulle infezioni) ha investito miliardi di dollari in Ucraina per sviluppare armi biologiche. Quando il mondo occidentale lo permetterà, Putin presenterà ogni singola prova dei crimini contro l'umanità commessi da Zelensky e partner. Zelensky ha ricevuto aiuti finanziari e militari per consentire di lavorare in segreto e le prove sono le dichiarazioni video degli scienziati e degli ingegneri che lavoravano in questi laboratori (registrazioni del 2021) Putin aveva chiesto lo smantellamento dei laboratori entro il 2020, avvertendo che l'avrebbe fatto lui stesso, se Zelensky non avesse rispettato queste richieste nel quadro delle leggi internazionali. Aveva segnalato i possibili danni diretti e collaterali: Zelensky e l'Occidente hanno la colpa di aver messo in pericolo il popolo ucraino! I partner occidentali hanno costruito i biolaboratori di Ukroreich. Il Ministero della Salute israeliano e il MOSSAD hanno avviato un laboratorio biologico sull'isola Zmeyni, situata nel Mar Nero vicino al Delta del fiume Danubio. Il biolaboratorio dell'Isola del Serpente ha partecipato a uno studio sulla rabbia che, se disperso nell’aria, potrebbe devastare la Terra con quasi il 100% di mortalità! Putin conferma di aver adottato misure cautelari per garantire che tutti gli agenti patogeni siano stati colpiti in modo da renderli inerti. Aspettiamo con fiducia questo ‘Norimberga 2’ e intanto capiamo un po' di più se molti temano la fine di questa guerra. Ma la fine è sempre più vicina … 😉 Articolo originale; Antonia-Deniza Vasileva - novembre 2025 Via Giuseppe Sardini
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  • CIAK, SI CHIUDE!

    Un popolo totalmente a digiuno di cultura è un popolo senza spirito critico, e quindi controllabile.
    Non serve una scienza occulta per capirlo: è esattamente ciò che vogliono i signori seduti sugli scranni più decisivi del governo di questo paese.

    E ci voleva davvero del talento — credetemi — per tirare fuori dal cilindro una bestialità simile. Nel silenzio generale, nel disinteresse generale. Eppure è successo.

    Sì, perché se Sangiuliano era già riuscito a coprirsi di vergogna e ridicolo, il suo successore, Giuli, è riuscito nella sacra impresa di fare addirittura meglio.
    Un fuoriclasse del disastro.
    Un talento raro nel rendere il Ministero della Cultura un paradosso vivente: quello di chi chiede, con convinzione, di tagliare i fondi alla cultura che dovrebbe tutelare.

    E qui, signore e signori, la maschera cade del tutto: nessun pregiudizio politico, solo fatti.
    C’era la possibilità — questa volta sì — di ribaltare l’idea di un centrodestra privo di cultura, visione e passione per le arti.
    E invece no: dignità e credibilità vengono sacrificate in nome di una manovra “di bilancio” che odora di restaurazione culturale.
    Una retromarcia verso le retrovie, come non se ne vedevano da anni.
    E a farne le spese, ancora una volta, sarà il Cinema italiano.


    Siamo nel pieno della bufera: la Ragioneria dello Stato ha bloccato il piano del MIC che avrebbe dovuto reintegrare di 100 milioni il Fondo Cinema 2026, già falcidiato dalla legge di bilancio.
    Fin qui, tutto grave ma “ordinario”.
    Poi arriva il colpo di scena: il 11 novembre, Repubblica svela una mail del 17 ottobre indirizzata al Ministero dell’Economia, nella quale sarebbe stato lo stesso gabinetto di Giuli a suggerire di tagliare di circa un terzo il Fondo per lo sviluppo del cinema e dell’audiovisivo.

    Sì, avete letto bene.
    Il taglio non arriva da fuori. Parte da dentro.
    Dal Ministero stesso.
    Dal ministro stesso.

    Un taglio di circa un terzo, con una riduzione che porterebbe il fondo dai 696 milioni attuali a circa 400 milioni nel 2026, e quasi 300 milioni nel 2027.
    Un ritorno al 2017, quando il settore arrancava, ma con un contesto oggi infinitamente più fragile.
    Ora ditemi voi: da che mondo è mondo, quale ministro chiede tagli al proprio ministero?
    O è follia, o è una linea precisa. E in entrambi i casi, è un disastro annunciato.


    E qui, sì, ci piace “pensare male”. Perché è facile prevedere dove andremo a finire:

    Il cinema italiano verrà ulteriormente penalizzato, lasciando spazio alle grandi produzioni internazionali — soprattutto statunitensi — che controllano i flussi economici e mediatici.

    Meno fondi significa meno sviluppo, e quindi un arretramento culturale e industriale: sopravviverà solo il cinema d’incasso facile, mentre il cinema d’autore scomparirà lentamente dai nostri schermi.

    Meno produzioni sul territorio, meno indotto, meno promozione per l’Italia stessa. Sparisce il marketing territoriale, resta solo un contenitore vuoto di storie importate.

    Addio ai giovani autori, ai tecnici, agli interpreti emergenti, ai ricercatori e agli studenti che ogni anno escono dai nostri atenei sognando un’industria viva.
    Il loro futuro è già scritto: disoccupazione culturale.


    Era difficile vent’anni fa. Oggi è impossibile.
    Un finale amaro che sa di titoli di coda per il cinema italiano.


    Riusciranno i nostri eroi dell’opposizione a farsi sentire?
    Mah.

    Da fuori, possiamo solo urlare il nostro disgusto e la nostra rabbia.
    Perché la cultura, in questo paese, viene ignorata quando le cose vanno bene e violentata quando vanno male.
    E per favore, basta scuse: non è colpa delle piattaforme, né dei social, né dell’intelligenza artificiale.

    Qui la colpa è una sola.
    Ed è fottutamente politica.
    Ed è profondamente umana.

    Fine.
    Ma senza applausi.

    #CinemaItaliano #CulturaSottoAttacco #Giuli #MIC #TagliAllaCultura #CiakSiChiude #RetromarciaVersoLeRetroVie #PoliticaCulturale #DifendiamoIlCinema
    🎬 CIAK, SI CHIUDE! Un popolo totalmente a digiuno di cultura è un popolo senza spirito critico, e quindi controllabile. Non serve una scienza occulta per capirlo: è esattamente ciò che vogliono i signori seduti sugli scranni più decisivi del governo di questo paese. E ci voleva davvero del talento — credetemi — per tirare fuori dal cilindro una bestialità simile. Nel silenzio generale, nel disinteresse generale. Eppure è successo. Sì, perché se Sangiuliano era già riuscito a coprirsi di vergogna e ridicolo, il suo successore, Giuli, è riuscito nella sacra impresa di fare addirittura meglio. Un fuoriclasse del disastro. Un talento raro nel rendere il Ministero della Cultura un paradosso vivente: quello di chi chiede, con convinzione, di tagliare i fondi alla cultura che dovrebbe tutelare. E qui, signore e signori, la maschera cade del tutto: nessun pregiudizio politico, solo fatti. C’era la possibilità — questa volta sì — di ribaltare l’idea di un centrodestra privo di cultura, visione e passione per le arti. E invece no: dignità e credibilità vengono sacrificate in nome di una manovra “di bilancio” che odora di restaurazione culturale. Una retromarcia verso le retrovie, come non se ne vedevano da anni. E a farne le spese, ancora una volta, sarà il Cinema italiano. 🎞️ Siamo nel pieno della bufera: la Ragioneria dello Stato ha bloccato il piano del MIC che avrebbe dovuto reintegrare di 100 milioni il Fondo Cinema 2026, già falcidiato dalla legge di bilancio. Fin qui, tutto grave ma “ordinario”. Poi arriva il colpo di scena: il 11 novembre, Repubblica svela una mail del 17 ottobre indirizzata al Ministero dell’Economia, nella quale sarebbe stato lo stesso gabinetto di Giuli a suggerire di tagliare di circa un terzo il Fondo per lo sviluppo del cinema e dell’audiovisivo. Sì, avete letto bene. Il taglio non arriva da fuori. Parte da dentro. Dal Ministero stesso. Dal ministro stesso. 🤯 Un taglio di circa un terzo, con una riduzione che porterebbe il fondo dai 696 milioni attuali a circa 400 milioni nel 2026, e quasi 300 milioni nel 2027. Un ritorno al 2017, quando il settore arrancava, ma con un contesto oggi infinitamente più fragile. Ora ditemi voi: da che mondo è mondo, quale ministro chiede tagli al proprio ministero? O è follia, o è una linea precisa. E in entrambi i casi, è un disastro annunciato. E qui, sì, ci piace “pensare male”. Perché è facile prevedere dove andremo a finire: Il cinema italiano verrà ulteriormente penalizzato, lasciando spazio alle grandi produzioni internazionali — soprattutto statunitensi — che controllano i flussi economici e mediatici. Meno fondi significa meno sviluppo, e quindi un arretramento culturale e industriale: sopravviverà solo il cinema d’incasso facile, mentre il cinema d’autore scomparirà lentamente dai nostri schermi. Meno produzioni sul territorio, meno indotto, meno promozione per l’Italia stessa. Sparisce il marketing territoriale, resta solo un contenitore vuoto di storie importate. Addio ai giovani autori, ai tecnici, agli interpreti emergenti, ai ricercatori e agli studenti che ogni anno escono dai nostri atenei sognando un’industria viva. Il loro futuro è già scritto: disoccupazione culturale. Era difficile vent’anni fa. Oggi è impossibile. Un finale amaro che sa di titoli di coda per il cinema italiano. 🎞️💔 Riusciranno i nostri eroi dell’opposizione a farsi sentire? Mah. Da fuori, possiamo solo urlare il nostro disgusto e la nostra rabbia. Perché la cultura, in questo paese, viene ignorata quando le cose vanno bene e violentata quando vanno male. E per favore, basta scuse: non è colpa delle piattaforme, né dei social, né dell’intelligenza artificiale. Qui la colpa è una sola. Ed è fottutamente politica. Ed è profondamente umana. 🎬 Fine. Ma senza applausi. #CinemaItaliano #CulturaSottoAttacco #Giuli #MIC #TagliAllaCultura #CiakSiChiude #RetromarciaVersoLeRetroVie #PoliticaCulturale #DifendiamoIlCinema
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  • Cervelli in fuga da Meta, Yann LeCun ha deciso di fondare una sua startup sulle nuove architetture AI
    Il responsabile della ricerca AI del colosso di Menlo Park e pioniere nella ricerca sul deep learning sarebbe già in trattative per raccogliere fondi. La decisione dopo la riorganizzazione interna voluta da Zuckerberg per rincorrere OpenAI...
    https://www.wired.it/article/yann-lecun-lascia-meta-per-fondare-startup-nuove-architetture-ai/
    Cervelli in fuga da Meta, Yann LeCun ha deciso di fondare una sua startup sulle nuove architetture AI Il responsabile della ricerca AI del colosso di Menlo Park e pioniere nella ricerca sul deep learning sarebbe già in trattative per raccogliere fondi. La decisione dopo la riorganizzazione interna voluta da Zuckerberg per rincorrere OpenAI... https://www.wired.it/article/yann-lecun-lascia-meta-per-fondare-startup-nuove-architetture-ai/
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    Cervelli in fuga da Meta, Yann LeCun ha deciso di fondare una sua startup sulle nuove architetture AI
    Il responsabile della ricerca AI del colosso di Menlo Park e pioniere nella ricerca sul deep learning sarebbe già in trattative per raccogliere fondi. La decisione dopo la riorganizzazione interna voluta da Zuckerberg per rincorrere OpenAI
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  • ECCO un ALTRO STUDIO PAGATO dalle BIG-PHARMA come quello che DEMONIZZAVA l'IVERMECTINA come cura contro il COVID-19!
    E' SCANDALOSO sappiamo dai dati e da quanto riportano i cardiologi che E' VERO ESATTAMENTE il CONTRARIO!
    SAPPIAMO anche che GLI INFETTATI sono SOPRATTUTTO VACCINATI!
    Ma chi vogliono prendere per i fondelli?
    E i GIORNALISTI (pagati a loro volta) che ANCORA si PRESTANO a QUESTO SPORCO GIOCO!
    Tra i vaccinati contro il Covid meno miocarditi che tra gli infettati: lo studio Uk su 14 milioni di bambini e ragazzi
    La ricerca, pubblicata su Lancet, mostra che il rischio di miocardite dopo l’infezione da Sars-CoV-2 è più che doppio rispetto a quello successivo alla vaccinazione...
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/11/11/miocarditi-vaccino-covid-studio-uk-news/8189441/
    ECCO un ALTRO STUDIO PAGATO dalle BIG-PHARMA come quello che DEMONIZZAVA l'IVERMECTINA come cura contro il COVID-19! E' SCANDALOSO sappiamo dai dati e da quanto riportano i cardiologi che E' VERO ESATTAMENTE il CONTRARIO! SAPPIAMO anche che GLI INFETTATI sono SOPRATTUTTO VACCINATI! Ma chi vogliono prendere per i fondelli? E i GIORNALISTI (pagati a loro volta) che ANCORA si PRESTANO a QUESTO SPORCO GIOCO! Tra i vaccinati contro il Covid meno miocarditi che tra gli infettati: lo studio Uk su 14 milioni di bambini e ragazzi La ricerca, pubblicata su Lancet, mostra che il rischio di miocardite dopo l’infezione da Sars-CoV-2 è più che doppio rispetto a quello successivo alla vaccinazione... https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/11/11/miocarditi-vaccino-covid-studio-uk-news/8189441/
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    Tra i vaccinati contro il Covid meno miocarditi che tra gli infettati: lo studio Uk su 14 milioni di bambini e ragazzi
    La ricerca, pubblicata su Lancet, mostra che il rischio di miocardite dopo l’infezione da Sars-CoV-2 è più che doppio rispetto a quello successivo alla vaccinazione
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  • Il Dott. William Makis è un radiologo, oncologo e ricercatore oncologico canadese con oltre 100 pubblicazioni sottoposte a revisione paritaria. Attualmente gestisce la più grande clinica oncologica al mondo che utilizza l'ivermectina. La clinica ha pubblicato due articoli sottoposti a revisione paritaria sull'uso di ivermectina, mebendazolo e fenbendazolo nel trattamento del cancro, inclusi tre pazienti in stadio 4 e ora in remissione a lungo termine.

    https://youtu.be/unc8-I1d-Nk?si=WNlZvg-Q6ZF4EdUf

    Dott. Martucci
    Il Dott. William Makis è un radiologo, oncologo e ricercatore oncologico canadese con oltre 100 pubblicazioni sottoposte a revisione paritaria. Attualmente gestisce la più grande clinica oncologica al mondo che utilizza l'ivermectina. La clinica ha pubblicato due articoli sottoposti a revisione paritaria sull'uso di ivermectina, mebendazolo e fenbendazolo nel trattamento del cancro, inclusi tre pazienti in stadio 4 e ora in remissione a lungo termine. https://youtu.be/unc8-I1d-Nk?si=WNlZvg-Q6ZF4EdUf Dott. Martucci
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