• Il senso di BlackRock al forum di Davos spiegato bene

    Maurizio Blondet 4 Settembre 2025

    Il Forum di Davos, dopo la caduta in disgrazia di Schwab, viene preso in mano dal capo di Black Rock, il j  Larry Fink.

    Il padrone del mondo – quello che lucra da tutte le armi, tutti i vaccini, tutta l’energia, tutta l’informazione venduta nel mondo – getta la maschera e fa capire anche ai meno intelligenti cosa Davos fosse veramente. Il giocattolo ideologico di un potere feroce, per impartire ordini a governi corrotti e indottrinare masse composte da gente come te, servo.

    L’idea che miliardi di dosi di vaccino prodotte da aziende detenute da Black Rock dovessero essere commercializzate sebbene non testate, cioè pericolose, viene da Davos. L’idea che, per far accettare quelle dosi, la gente andasse segregata, viene da Davos.

    L’idea che l’allevamento, i boschi e gli stessi polmoni umani siano inquinamento, e pannelli di silicio e torri eoliche di duecento metri prodotte da attori energetici in mano a Black Rock siano “green”, viene da Davos.

    L’idea che il clima sia impazzito per colpa del diesel, che dobbiamo comprare auto elettriche e chiedere mutui al sistema bancario sottostante a Black Rock per procurarci muffa di cappotti termici, viene da Davos.

    L’idea che i popoli vadano smantellati e sostituiti da masse afroislamiche pronte a lavorare per due lire alle dipendenze delle multinazionali detenute da Black Rock, viene da Davos.

    L’idea che le famiglie vadano disintegrate in favore dell’esaltazione di un individualismo omosessuale e schizofrenico che aumenti i consumi riducendo i nuovi nati, viene da Davos.

    L’idea che armare l’Ucraina vendendo armi di industrie detenute da Black Rock sia “pace”, imperversa a Davos.

    Cos’è dunque l’agenda di Davos? Sono gli interessi di Black Rock trasformati in programma politico, sorretti dalla propaganda dei media in mano a Black Rock e imposti con la violenza dei governi corrotti da Black Rock. Lo capirai, ora che Larry Fink ha ufficialmente preso il comando di Davos? Ti stimo talmente imbecille che giurerei ancora una volta di no, servo.

    Non lo capisce, il servo, perché la TV non gliel’ha detto: la tv con quel che tace è il vero potente strumento della dittatura.
    Il senso di BlackRock al forum di Davos spiegato bene Maurizio Blondet 4 Settembre 2025 Il Forum di Davos, dopo la caduta in disgrazia di Schwab, viene preso in mano dal capo di Black Rock, il j  Larry Fink. Il padrone del mondo – quello che lucra da tutte le armi, tutti i vaccini, tutta l’energia, tutta l’informazione venduta nel mondo – getta la maschera e fa capire anche ai meno intelligenti cosa Davos fosse veramente. Il giocattolo ideologico di un potere feroce, per impartire ordini a governi corrotti e indottrinare masse composte da gente come te, servo. L’idea che miliardi di dosi di vaccino prodotte da aziende detenute da Black Rock dovessero essere commercializzate sebbene non testate, cioè pericolose, viene da Davos. L’idea che, per far accettare quelle dosi, la gente andasse segregata, viene da Davos. L’idea che l’allevamento, i boschi e gli stessi polmoni umani siano inquinamento, e pannelli di silicio e torri eoliche di duecento metri prodotte da attori energetici in mano a Black Rock siano “green”, viene da Davos. L’idea che il clima sia impazzito per colpa del diesel, che dobbiamo comprare auto elettriche e chiedere mutui al sistema bancario sottostante a Black Rock per procurarci muffa di cappotti termici, viene da Davos. L’idea che i popoli vadano smantellati e sostituiti da masse afroislamiche pronte a lavorare per due lire alle dipendenze delle multinazionali detenute da Black Rock, viene da Davos. L’idea che le famiglie vadano disintegrate in favore dell’esaltazione di un individualismo omosessuale e schizofrenico che aumenti i consumi riducendo i nuovi nati, viene da Davos. L’idea che armare l’Ucraina vendendo armi di industrie detenute da Black Rock sia “pace”, imperversa a Davos. Cos’è dunque l’agenda di Davos? Sono gli interessi di Black Rock trasformati in programma politico, sorretti dalla propaganda dei media in mano a Black Rock e imposti con la violenza dei governi corrotti da Black Rock. Lo capirai, ora che Larry Fink ha ufficialmente preso il comando di Davos? Ti stimo talmente imbecille che giurerei ancora una volta di no, servo. Non lo capisce, il servo, perché la TV non gliel’ha detto: la tv con quel che tace è il vero potente strumento della dittatura.
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  • Si ribella ai migranti e scatta la censura!
    "Lady Ascia" è già un simbolo globale!

    Segue dalla prima pagina de La Verità
    di BONI CASTELLANE

    (...) archetipici, talmente rappresentativa della situazione sociale scozzese, britannica ed europea in genere, talmente peculiare e paradossale che se Pier Paolo Pasolini fosse qui ne avrebbe senza dubbio colto gli aspetti relativi al suo essere un ritratto del sotto-proletariato europeo di oggi.
    Quel ritratto si declina oggi nelle forme del meme il cui impatto e il cui significato travalicano i contorni concreti di una vicenda non chiara ma che ci consente sin d’ora di stabilirne gli elementi essenziali.
    Nel contesto degradato della periferia di Dundee, in Scozia, un gruppo di ragazzine dai dodici ai quattordici anni viene filmato da quello che poi loro diranno essere un aggressore sessuale, ed in particolare una di queste la si vede brandire un coltello e un’ascia mentre inveisce contro l’uomo che la filma, dicendo frasi non chiare ma tra le quali si sente: «Lascia stare mia sorella». Una di loro sarà poi ricoverata per trauma cranico e la «ragazzina con l’ascia» verrà fermata dalla polizia, rilasciata in attesa di processo, con l’accusa di aggressione e porto abusivo d’arma.
    L'uomo, un bulgaro o rumeno di nome Ali Dumana, si é da subito dichiarato innocente e le telecamere di sorveglianza della zona non hanno mostrato nulla che possa chiarire la dinamica dell’accaduto.
    Di questa vicenda, tristemente ordinaria per la Scozia del degrado urbano e per il Paese attraversato dallo scandalo delle grooming gang, gli elementi oggettivi sono già sufficienti per sollecitare alcune riflessioni. La prima é la potenza archetipica del meme che si è creato e che, nel giro di sei giorni, ha totalizzato una cifra approssimativa di cinquanta milioni di visualizzazioni. La ragazzina, subito ribattezzata «Saint Axe», ha risvegliato nell’immaginario collettivo l'archetipo di Giovanna d’Arco, la santa che semplicemente mostrandola la propria spada, condusse i francesi nel 1429 a liberarsi della dominazione straniera e a vincere poi la Guerra dei Cent’anni. Si-tratta di un archetipo particolarmente vitale non solo per la forza dell’immagine di una ragazzina cosi esile che brandisce armi chiaramente non proporzionate alla propria forza in difesa della sorellina, ma in particolare perché, esattamente come Giovanna d’Arco, la ragazzina sarà poi arrestata dalla polizia facendo di lei, per ora, l'unica colpevole dell'accaduto. La ragazzina é la Scozia nelle sue realtà più problematiche e marginali
    Si ribella ai migranti e scatta la censura! "Lady Ascia" è già un simbolo globale! Segue dalla prima pagina de La Verità di BONI CASTELLANE (...) archetipici, talmente rappresentativa della situazione sociale scozzese, britannica ed europea in genere, talmente peculiare e paradossale che se Pier Paolo Pasolini fosse qui ne avrebbe senza dubbio colto gli aspetti relativi al suo essere un ritratto del sotto-proletariato europeo di oggi. Quel ritratto si declina oggi nelle forme del meme il cui impatto e il cui significato travalicano i contorni concreti di una vicenda non chiara ma che ci consente sin d’ora di stabilirne gli elementi essenziali. Nel contesto degradato della periferia di Dundee, in Scozia, un gruppo di ragazzine dai dodici ai quattordici anni viene filmato da quello che poi loro diranno essere un aggressore sessuale, ed in particolare una di queste la si vede brandire un coltello e un’ascia mentre inveisce contro l’uomo che la filma, dicendo frasi non chiare ma tra le quali si sente: «Lascia stare mia sorella». Una di loro sarà poi ricoverata per trauma cranico e la «ragazzina con l’ascia» verrà fermata dalla polizia, rilasciata in attesa di processo, con l’accusa di aggressione e porto abusivo d’arma. L'uomo, un bulgaro o rumeno di nome Ali Dumana, si é da subito dichiarato innocente e le telecamere di sorveglianza della zona non hanno mostrato nulla che possa chiarire la dinamica dell’accaduto. Di questa vicenda, tristemente ordinaria per la Scozia del degrado urbano e per il Paese attraversato dallo scandalo delle grooming gang, gli elementi oggettivi sono già sufficienti per sollecitare alcune riflessioni. La prima é la potenza archetipica del meme che si è creato e che, nel giro di sei giorni, ha totalizzato una cifra approssimativa di cinquanta milioni di visualizzazioni. La ragazzina, subito ribattezzata «Saint Axe», ha risvegliato nell’immaginario collettivo l'archetipo di Giovanna d’Arco, la santa che semplicemente mostrandola la propria spada, condusse i francesi nel 1429 a liberarsi della dominazione straniera e a vincere poi la Guerra dei Cent’anni. Si-tratta di un archetipo particolarmente vitale non solo per la forza dell’immagine di una ragazzina cosi esile che brandisce armi chiaramente non proporzionate alla propria forza in difesa della sorellina, ma in particolare perché, esattamente come Giovanna d’Arco, la ragazzina sarà poi arrestata dalla polizia facendo di lei, per ora, l'unica colpevole dell'accaduto. La ragazzina é la Scozia nelle sue realtà più problematiche e marginali
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  • Si ribella ai migranti e scatta la censura!
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    di BONI CASTELLANE

    (...) archetipici, talmente rappresentativa della situazione sociale scozzese, britannica ed europea in genere, talmente peculiare e paradossale che se Pier Paolo Pasolini fosse qui ne avrebbe senza dubbio colto gli aspetti relativi al suo essere un ritratto del sotto-proletariato europeo di oggi.
    Quel ritratto si declina oggi nelle forme del meme il cui impatto e il cui significato travalicano i contorni concreti di una vicenda non chiara ma che ci consente sin d’ora di stabilirne gli elementi essenziali.
    Nel contesto degradato della periferia di Dundee, in Scozia, un gruppo di ragazzine dai dodici ai quattordici anni viene filmato da quello che poi loro diranno essere un aggressore sessuale, ed in particolare una di queste la si vede brandire un coltello e un’ascia mentre inveisce contro l’uomo che la filma, dicendo frasi non chiare ma tra le quali si sente: «Lascia stare mia sorella». Una di loro sarà poi ricoverata per trauma cranico e la «ragazzina con l’ascia» verrà fermata dalla polizia, rilasciata in attesa di processo, con l’accusa di aggressione e porto abusivo d’arma.
    L'uomo, un bulgaro o rumeno di nome Ali Dumana, si é da subito dichiarato innocente e le telecamere di sorveglianza della zona non hanno mostrato nulla che possa chiarire la dinamica dell’accaduto.
    Di questa vicenda, tristemente ordinaria per la Scozia del degrado urbano e per il Paese attraversato dallo scandalo delle grooming gang, gli elementi oggettivi sono già sufficienti per sollecitare alcune riflessioni. La prima é la potenza archetipica del meme che si è creato e che, nel giro di sei giorni, ha totalizzato una cifra approssimativa di cinquanta milioni di visualizzazioni. La ragazzina, subito ribattezzata «Saint Axe», ha risvegliato nell’immaginario collettivo l'archetipo di Giovanna d’Arco, la santa che semplicemente mostrandola la propria spada, condusse i francesi nel 1429 a liberarsi della dominazione straniera e a vincere poi la Guerra dei Cent’anni. Si-tratta di un archetipo particolarmente vitale non solo per la forza dell’immagine di una ragazzina cosi esile che brandisce armi chiaramente non proporzionate alla propria forza in difesa della sorellina, ma in particolare perché, esattamente come Giovanna d’Arco, la ragazzina sarà poi arrestata dalla polizia facendo di lei, per ora, l'unica colpevole dell'accaduto. La ragazzina é la Scozia nelle sue realtà più problematiche e marginali
    Si ribella ai migranti e scatta la censura! "Lady Ascia" è già un simbolo globale! Segue dalla prima pagina de La Verità di BONI CASTELLANE (...) archetipici, talmente rappresentativa della situazione sociale scozzese, britannica ed europea in genere, talmente peculiare e paradossale che se Pier Paolo Pasolini fosse qui ne avrebbe senza dubbio colto gli aspetti relativi al suo essere un ritratto del sotto-proletariato europeo di oggi. Quel ritratto si declina oggi nelle forme del meme il cui impatto e il cui significato travalicano i contorni concreti di una vicenda non chiara ma che ci consente sin d’ora di stabilirne gli elementi essenziali. Nel contesto degradato della periferia di Dundee, in Scozia, un gruppo di ragazzine dai dodici ai quattordici anni viene filmato da quello che poi loro diranno essere un aggressore sessuale, ed in particolare una di queste la si vede brandire un coltello e un’ascia mentre inveisce contro l’uomo che la filma, dicendo frasi non chiare ma tra le quali si sente: «Lascia stare mia sorella». Una di loro sarà poi ricoverata per trauma cranico e la «ragazzina con l’ascia» verrà fermata dalla polizia, rilasciata in attesa di processo, con l’accusa di aggressione e porto abusivo d’arma. L'uomo, un bulgaro o rumeno di nome Ali Dumana, si é da subito dichiarato innocente e le telecamere di sorveglianza della zona non hanno mostrato nulla che possa chiarire la dinamica dell’accaduto. Di questa vicenda, tristemente ordinaria per la Scozia del degrado urbano e per il Paese attraversato dallo scandalo delle grooming gang, gli elementi oggettivi sono già sufficienti per sollecitare alcune riflessioni. La prima é la potenza archetipica del meme che si è creato e che, nel giro di sei giorni, ha totalizzato una cifra approssimativa di cinquanta milioni di visualizzazioni. La ragazzina, subito ribattezzata «Saint Axe», ha risvegliato nell’immaginario collettivo l'archetipo di Giovanna d’Arco, la santa che semplicemente mostrandola la propria spada, condusse i francesi nel 1429 a liberarsi della dominazione straniera e a vincere poi la Guerra dei Cent’anni. Si-tratta di un archetipo particolarmente vitale non solo per la forza dell’immagine di una ragazzina cosi esile che brandisce armi chiaramente non proporzionate alla propria forza in difesa della sorellina, ma in particolare perché, esattamente come Giovanna d’Arco, la ragazzina sarà poi arrestata dalla polizia facendo di lei, per ora, l'unica colpevole dell'accaduto. La ragazzina é la Scozia nelle sue realtà più problematiche e marginali
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  • Se ogni tanto incappate in una giornata storta,
    ricordatevi che c'è parecchia gente che sta molto peggio di voi,
    e ha creduto a questa sceneggiata della Myrta Merlino.
    Il CTS aveva detto di mettersi la mascherina al ristorante tra un boccone e l'altro.
    Praticamente il virus avrebbe capito la vostra necessità di nutrirvi in quell'istante, e vi avrebbe lasciato stare.
    Così come potevano dormire insieme marito e moglie,
    ma in macchina dovevano stare sfalsati, uno davanti ed uno dietro, entrambi con la mascherina, altrimenti il virus in macchina li avrebbe contagiati, mentre a letto insieme ovviamente no.
    Per una famosa Virostar,
    che non faccio nomi ma avete capito tutti di chi si tratta,
    si poteva consumare l'atto sessuale, ma solo fino al quinto minuto,
    perché poi scattava il pericolo.
    Praticamente,
    era una prestazione a cronometro.
    Un insulto al buon senso e all'intelligenza umana.
    Pazzesco.
    Se ogni tanto incappate in una giornata storta, ricordatevi che c'è parecchia gente che sta molto peggio di voi, e ha creduto a questa sceneggiata della Myrta Merlino. Il CTS aveva detto di mettersi la mascherina al ristorante tra un boccone e l'altro. Praticamente il virus avrebbe capito la vostra necessità di nutrirvi in quell'istante, e vi avrebbe lasciato stare. Così come potevano dormire insieme marito e moglie, ma in macchina dovevano stare sfalsati, uno davanti ed uno dietro, entrambi con la mascherina, altrimenti il virus in macchina li avrebbe contagiati, mentre a letto insieme ovviamente no. Per una famosa Virostar, che non faccio nomi ma avete capito tutti di chi si tratta, si poteva consumare l'atto sessuale, ma solo fino al quinto minuto, perché poi scattava il pericolo. Praticamente, era una prestazione a cronometro. Un insulto al buon senso e all'intelligenza umana. Pazzesco.
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  • NON E' MAI TROPPO TARDI!
    Emanuela Orlandi: dopo 42 anni, nuova conferma sulle molestie nei Giardini Vaticani
    Un'amica conferma: Emanuela fu importunata da un prelato alto, magro e con gli occhi chiari. La pista del ricatto sessuale prende forza.
    Emanuela Orlandi fu importunata nei Giardini Vaticani da uno dei più alti rappresentanti della Chiesa: a 42 anni esatti dal rapimento della cittadina vaticana, questa sembra ormai una certezza.

    Nei Giardini Vaticani
    Lo aveva già confessato, tra le lacrime e a volto coperto per la paura, una sua cara amica di infanzia che compare anche nell’ultima puntata di “Vatican Girl”, la serie Netflix dedicata alla ragazza scomparsa nel 1983. E adesso lo conferma un’altra amica di Emanuela, intervistata ieri dai giornalisti del programma televisivo “Far West”. Anche lei, secondo fonti dirette, frequentava i giardini vaticani pur non vivendo lì perché suo padre lavorava per lo Stato Pontificio, proprio come il papà di Emanuela. “Era un periodo in cui eravamo molto unite. Io mi ricordo che stavamo pattinando in questi giardini e c’era questa persona che ha fatto degli apprezzamenti su Emanuela. Eravamo ragazzine pure e ingenue, forse troppo”, racconta oggi la sua amica. In questo scenario, sempre più verosimile, Emanuela non sarebbe stata sequestrata solo perché cittadina vaticana ma per creare l’oggetto di un ricatto, presumibilmente al Vaticano, con movente sessuale. Parliamo della cosiddetta pista della pedofilia che si intreccia, senza escluderle, ad altre piste. Ma chi mise in atto il piano di rapire la ragazza all’uscita della scuola di musica che aveva sede nella Basilica di Sant’Apollinare?

    Le molestie
    Torniamo nei Giardini Vaticani, nell’estate del 1983. L’amica di Emanuela con cui la ragazza andava sui pattini doce oggi: “Qualcuno può essersi invaghito di lei, era una bella ragazza. Chi fosse, lo sa solo Dio. Potrebbero esserle successe cose spiacevoli che non sarebbero dovute succedere. Qualcuno aveva attenzioni particolari per lei, mente pattinavano. Fece apprezzamenti, l’abbracciò, era un prelato e le disse: “Come sei bella”. Emanuela aveva un fascino particolare. Io ho flash di questa persona che fece degli apprezzamenti: era alto, magro e con gli occhi chiari”. I giornalisti di Far West mostrano allora delle foto di prelati alla donna tra cui quella dell’arcivescovo americano Paul Marcinkus, braccio destro di Giovanni Paolo II. “Potrebbe essere lui”, dice la ragazza che però non mostra molta certezza. Anche Sabrina Minardi raccontò che durante la sua prigonia nei giorni dopo il sequestro, ma questo non è stato mai accertato, Emanuela subì degli abusi da Marcinkus. Un ex dipendente dei Musei Vaticani Antonio Vignera dice oggi davanti alle telecamere: “Marcinkus beveva ed era libertino, soddisfaceva le sue esigenze sessuali nel suo appartamento”. Che l’ex capo dello Ior non avesse comportamenti irreprensibili è già cosa nota ma questo non può assolutamente significare che fu senza dubbio lui a molestare la Orlandi in quei giardini. “E poi Marcinkus non era affatto magro, non credo potesse essere lui”, ricorda oggi Pietro Orlandi che conosceva bene l’ex presidente della Banca Vaticana per cui lui stesso ha lavorato in passato. “Questa testimonianza non può assolutamente rappresentare una certezza”, aggiunge come a suggerire che identificare in lui l’uomo che molestò Emanuela Orlandi potrebbe essere stata una forzatura. Alto, magro e con gli occhi chiari e dopo 42 anni è tutto ciò che sappiamo sull’episodio chiave di uno dei più grandi misteri.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/06/21/emanuela-orlandi-fu-molestata-nei-giardini-vaticani-era-un-prelato-fece-apprezzamenti-e-labbraccio-dopo-42-anni-la-conferma-unaltra-amica-della-vatican-girl/8034704/
    NON E' MAI TROPPO TARDI! Emanuela Orlandi: dopo 42 anni, nuova conferma sulle molestie nei Giardini Vaticani Un'amica conferma: Emanuela fu importunata da un prelato alto, magro e con gli occhi chiari. La pista del ricatto sessuale prende forza. Emanuela Orlandi fu importunata nei Giardini Vaticani da uno dei più alti rappresentanti della Chiesa: a 42 anni esatti dal rapimento della cittadina vaticana, questa sembra ormai una certezza. Nei Giardini Vaticani Lo aveva già confessato, tra le lacrime e a volto coperto per la paura, una sua cara amica di infanzia che compare anche nell’ultima puntata di “Vatican Girl”, la serie Netflix dedicata alla ragazza scomparsa nel 1983. E adesso lo conferma un’altra amica di Emanuela, intervistata ieri dai giornalisti del programma televisivo “Far West”. Anche lei, secondo fonti dirette, frequentava i giardini vaticani pur non vivendo lì perché suo padre lavorava per lo Stato Pontificio, proprio come il papà di Emanuela. “Era un periodo in cui eravamo molto unite. Io mi ricordo che stavamo pattinando in questi giardini e c’era questa persona che ha fatto degli apprezzamenti su Emanuela. Eravamo ragazzine pure e ingenue, forse troppo”, racconta oggi la sua amica. In questo scenario, sempre più verosimile, Emanuela non sarebbe stata sequestrata solo perché cittadina vaticana ma per creare l’oggetto di un ricatto, presumibilmente al Vaticano, con movente sessuale. Parliamo della cosiddetta pista della pedofilia che si intreccia, senza escluderle, ad altre piste. Ma chi mise in atto il piano di rapire la ragazza all’uscita della scuola di musica che aveva sede nella Basilica di Sant’Apollinare? Le molestie Torniamo nei Giardini Vaticani, nell’estate del 1983. L’amica di Emanuela con cui la ragazza andava sui pattini doce oggi: “Qualcuno può essersi invaghito di lei, era una bella ragazza. Chi fosse, lo sa solo Dio. Potrebbero esserle successe cose spiacevoli che non sarebbero dovute succedere. Qualcuno aveva attenzioni particolari per lei, mente pattinavano. Fece apprezzamenti, l’abbracciò, era un prelato e le disse: “Come sei bella”. Emanuela aveva un fascino particolare. Io ho flash di questa persona che fece degli apprezzamenti: era alto, magro e con gli occhi chiari”. I giornalisti di Far West mostrano allora delle foto di prelati alla donna tra cui quella dell’arcivescovo americano Paul Marcinkus, braccio destro di Giovanni Paolo II. “Potrebbe essere lui”, dice la ragazza che però non mostra molta certezza. Anche Sabrina Minardi raccontò che durante la sua prigonia nei giorni dopo il sequestro, ma questo non è stato mai accertato, Emanuela subì degli abusi da Marcinkus. Un ex dipendente dei Musei Vaticani Antonio Vignera dice oggi davanti alle telecamere: “Marcinkus beveva ed era libertino, soddisfaceva le sue esigenze sessuali nel suo appartamento”. Che l’ex capo dello Ior non avesse comportamenti irreprensibili è già cosa nota ma questo non può assolutamente significare che fu senza dubbio lui a molestare la Orlandi in quei giardini. “E poi Marcinkus non era affatto magro, non credo potesse essere lui”, ricorda oggi Pietro Orlandi che conosceva bene l’ex presidente della Banca Vaticana per cui lui stesso ha lavorato in passato. “Questa testimonianza non può assolutamente rappresentare una certezza”, aggiunge come a suggerire che identificare in lui l’uomo che molestò Emanuela Orlandi potrebbe essere stata una forzatura. Alto, magro e con gli occhi chiari e dopo 42 anni è tutto ciò che sappiamo sull’episodio chiave di uno dei più grandi misteri. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/06/21/emanuela-orlandi-fu-molestata-nei-giardini-vaticani-era-un-prelato-fece-apprezzamenti-e-labbraccio-dopo-42-anni-la-conferma-unaltra-amica-della-vatican-girl/8034704/
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    Emanuela Orlandi: dopo 42 anni, nuova conferma sulle molestie nei Giardini Vaticani
    Un'amica conferma: Emanuela fu importunata da un prelato alto, magro e con gli occhi chiari. La pista del ricatto sessuale prende forza
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  • Documenti su Epstein.
    Nomi collegati a Epstein rivelati in documenti giudiziari non secretati | I nomi di decine di uomini di spicco con legami con il molestatore sessuale Jeffrey Epstein sono stati resi pubblici in documenti giudiziari non secretati. Ecco... | Di Al Jazeera English
    I nomi di decine di uomini di spicco con legami con il molestatore sessuale Jeffrey Epstein sono stati resi pubblici in documenti giudiziari non secretati. Ecco...

    Epstein-linked names revealed in unsealed court documents | The names of dozens of prominent men with connections to sex offender Jeffrey Epstein have been publicly released in unsealed court documents. Here's... | By Al Jazeera English
    The names of dozens of prominent men with connections to sex offender Jeffrey Epstein have been publicly released in unsealed court documents. Here's...
    Source: https://www.facebook.com/aljazeera/videos/epstein-linked-names-revealed-in-unsealed-court-documents/340233778799063/
    Documenti su Epstein. Nomi collegati a Epstein rivelati in documenti giudiziari non secretati | I nomi di decine di uomini di spicco con legami con il molestatore sessuale Jeffrey Epstein sono stati resi pubblici in documenti giudiziari non secretati. Ecco... | Di Al Jazeera English I nomi di decine di uomini di spicco con legami con il molestatore sessuale Jeffrey Epstein sono stati resi pubblici in documenti giudiziari non secretati. Ecco... Epstein-linked names revealed in unsealed court documents | The names of dozens of prominent men with connections to sex offender Jeffrey Epstein have been publicly released in unsealed court documents. Here's... | By Al Jazeera English The names of dozens of prominent men with connections to sex offender Jeffrey Epstein have been publicly released in unsealed court documents. Here's... Source: https://www.facebook.com/aljazeera/videos/epstein-linked-names-revealed-in-unsealed-court-documents/340233778799063/
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  • Garlasco, si allunga la lista di persone a cui sarà prelevato il Dna. Chiara Poggi e le ricerche sul Santuario della Bozzola
    di F. Q.
    La decisione della gip di dare la possibilità di ampliare l'elenco di nomi di chi sarà sottoposto al test. Intanto vengono acquisiti gli atti del processo per l'estorsione "a luci rosse" ai danni di un religioso del luogo di culto


    Le cugine di Chiara Poggi, Stefania e Paola Cappa. Gli amici di Marco Poggi. Gli investigatori che entrarono per primi nella casa di Garlasco, il medico legale. Ma non solo. Si allungherà la lista di persone a cui sarà prelevato il dna nella nuova inchiesta della procura di Pavia sull’omicidio della ragazza di 26 anni, trovata morta a casa sua il 13 agosto 2007. La decisione è della giudice Daniela Garlaschelli che ha dato la possibilità di ampliare la rosa a tutte le parti. Avvocati e consulenti stanno quindi valutando se richiedere il prelievo – che avverrà in una clinica di Milano – anche per altri. Al momento nella lista ci sono le gemelle Cappa, gli amici di Marco Poggi e Andrea Sempio – al momento, per quanto se ne sa, l’unico indagato – Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti e infine Marco Panzarasa, amico di Chiara Poggi e Alberto Stasi, all’epoca fidanzato della vittima e – come noto – condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio.

    La Procura di Pavia ha acquisito anche gli atti dell’inchiesta sul ricatto a luci rosse all’ex rettore del santuario della Bozzola, don Gregorio Vitali. Il religioso molto conosciuto nel territorio pavese fu vittima di un ricatto a sfondo sessuale orchestrato da due romeni, poi condannati. L’avvocato Massimo Lovati, uno dei legali di Sempio, in alcune interviste ha parlato di un possibile “segreto” scoperto da Chiara Poggi su fatti a sfondo sessuale avvenuti anni prima al santuario. Secondo l’avvocato un sicario potrebbe avere ucciso la ragazza, nella villa di via Pascoli, per impedirle di parlare. Per quel ricatto a don Vitali sono stati condannati Flavius Savu e Florin Tanasie, che al momento della condanna erano però irreperibili. E’ invece in carcere a Pavia per omicidio Cleu Stefanescu, nipote di Savu, che, scrive la Provincia pavese, ha consegnato ai suoi legali un memoriale in cui sostiene di avere saputo dallo zio di un legame fra l’omicidio di Chiara e l’inchiesta sul santuario, naturalmente tutto da verificare.

    Oggi è il Corriere della Sera che torna su quella storia torbida. Il santuario è legato a continue chiacchiere che c’è da capire quanto abbiano elemento di concretezza: sospetti abusi, voci di festini hot, perfino messe nere o pedofilia. Qui gli investigatori avranno un compito che può avere un doppio significato: non solo capire se davvero ci possano essere collegamenti tra queste ricostruzioni e l’omicidio di Chiara Poggi, ma anche eventualmente sgomberare il campo una volta per tutte da eventuali dubbi e dicerie, per non lasciare sospetti o ancora margini a ulteriori obiezioni. Il punto di partenza, secondo i carabinieri di Milano, sono le due ricerche che la vittima effettuò sul Santuario della Bozzola, conservate senza una apparente ragione in una pen-drive insieme ad articoli sugli abusi sessuali nella Chiesa americana. La prima ricerca risale alle 11.06 del 26 luglio, la seconda alle 15.41 del primo agosto, pochi giorni prima del delitto. In entrambi i casi aveva visualizzato e scaricato una foto del Santuario dal pc del lavoro. L’interesse di Chiara Poggi per il Santuario non è mai emerso finora né ne ha parlato Stasi o altri familiari. Per questo la Procura acquisirà gli atti del processo del 2014 sull’estorsione ai religiosi sia i messaggi audio che Paola Cappa ha inviato al suo ex agente Francesco Chiesa Soprani. In più potrebbero essere sentiti anche gli ex colleghi di lavoro di Chiara Poggi (all’epoca lavorava in un’azienda di via Savona, in centro a Milano).

    Un primo passaggio significativo della nuova inchiesta sul caso di Garlasco sarà il 17 giugno, quando è in programma l’incidente probatorio sui reperti rianalizzati con nuove tecniche o mai repertati. Su tutti domina un quesito posto dal gip: “L’analisi tecnica dei profili genetici estrapolati dai margini ungueali” di Chiara “ottenuti dal perito Prof. Francesco De Stefano“, che effettuò la perizia nel processo di secondo grado bis a carico di Stasi. Li dichiarò inutilizzabili per comparazioni e ora i periti dovranno verificare di nuovo “la possibilità di ritenere utilizzabili per un confronto, allo stato attuale della tecnica e della scienza” quei risultati. Il confronto con il Dna di Sempio, ma anche con “le ulteriori tracce di natura biologica rinvenute sulla scena del crimine”. E’ per questo saranno sottoposti al prelievo del Dna diverse persone tra quelle vicine alla vittima e quelle che indagarono.

    La questione del Dna trovato sulle unghie della ragazza uccisa è tra le lacune della prima inchiesta su cui la difesa di Stasi ha battuto spesso in questi anni. Una consulenza della Procura di Pavia attribuisce quel materiale genetico a Sempio. Se n’era già parlato nel processo d’appello bis: i margini delle unghie prelevati dal cadavere non furono analizzati con il metodo “a lavaggio”, più sensibile, e, quando lo fece il perito sette anni dopo, riuscì ad isolare un cromosoma Y, maschile, ma non un profilo completo perché i reperti erano troppo degradati. Fu anche questa la ragione di due procedimenti archiviati a carico di Sempio.

    Source: https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/06/01/garlasco-si-allunga-la-lista-di-persone-a-cui-sara-prelevato-il-dna-chiara-poggi-e-le-ricerche-sul-santuario-della-bozzola/8010685/
    Garlasco, si allunga la lista di persone a cui sarà prelevato il Dna. Chiara Poggi e le ricerche sul Santuario della Bozzola di F. Q. La decisione della gip di dare la possibilità di ampliare l'elenco di nomi di chi sarà sottoposto al test. Intanto vengono acquisiti gli atti del processo per l'estorsione "a luci rosse" ai danni di un religioso del luogo di culto Le cugine di Chiara Poggi, Stefania e Paola Cappa. Gli amici di Marco Poggi. Gli investigatori che entrarono per primi nella casa di Garlasco, il medico legale. Ma non solo. Si allungherà la lista di persone a cui sarà prelevato il dna nella nuova inchiesta della procura di Pavia sull’omicidio della ragazza di 26 anni, trovata morta a casa sua il 13 agosto 2007. La decisione è della giudice Daniela Garlaschelli che ha dato la possibilità di ampliare la rosa a tutte le parti. Avvocati e consulenti stanno quindi valutando se richiedere il prelievo – che avverrà in una clinica di Milano – anche per altri. Al momento nella lista ci sono le gemelle Cappa, gli amici di Marco Poggi e Andrea Sempio – al momento, per quanto se ne sa, l’unico indagato – Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti e infine Marco Panzarasa, amico di Chiara Poggi e Alberto Stasi, all’epoca fidanzato della vittima e – come noto – condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio. La Procura di Pavia ha acquisito anche gli atti dell’inchiesta sul ricatto a luci rosse all’ex rettore del santuario della Bozzola, don Gregorio Vitali. Il religioso molto conosciuto nel territorio pavese fu vittima di un ricatto a sfondo sessuale orchestrato da due romeni, poi condannati. L’avvocato Massimo Lovati, uno dei legali di Sempio, in alcune interviste ha parlato di un possibile “segreto” scoperto da Chiara Poggi su fatti a sfondo sessuale avvenuti anni prima al santuario. Secondo l’avvocato un sicario potrebbe avere ucciso la ragazza, nella villa di via Pascoli, per impedirle di parlare. Per quel ricatto a don Vitali sono stati condannati Flavius Savu e Florin Tanasie, che al momento della condanna erano però irreperibili. E’ invece in carcere a Pavia per omicidio Cleu Stefanescu, nipote di Savu, che, scrive la Provincia pavese, ha consegnato ai suoi legali un memoriale in cui sostiene di avere saputo dallo zio di un legame fra l’omicidio di Chiara e l’inchiesta sul santuario, naturalmente tutto da verificare. Oggi è il Corriere della Sera che torna su quella storia torbida. Il santuario è legato a continue chiacchiere che c’è da capire quanto abbiano elemento di concretezza: sospetti abusi, voci di festini hot, perfino messe nere o pedofilia. Qui gli investigatori avranno un compito che può avere un doppio significato: non solo capire se davvero ci possano essere collegamenti tra queste ricostruzioni e l’omicidio di Chiara Poggi, ma anche eventualmente sgomberare il campo una volta per tutte da eventuali dubbi e dicerie, per non lasciare sospetti o ancora margini a ulteriori obiezioni. Il punto di partenza, secondo i carabinieri di Milano, sono le due ricerche che la vittima effettuò sul Santuario della Bozzola, conservate senza una apparente ragione in una pen-drive insieme ad articoli sugli abusi sessuali nella Chiesa americana. La prima ricerca risale alle 11.06 del 26 luglio, la seconda alle 15.41 del primo agosto, pochi giorni prima del delitto. In entrambi i casi aveva visualizzato e scaricato una foto del Santuario dal pc del lavoro. L’interesse di Chiara Poggi per il Santuario non è mai emerso finora né ne ha parlato Stasi o altri familiari. Per questo la Procura acquisirà gli atti del processo del 2014 sull’estorsione ai religiosi sia i messaggi audio che Paola Cappa ha inviato al suo ex agente Francesco Chiesa Soprani. In più potrebbero essere sentiti anche gli ex colleghi di lavoro di Chiara Poggi (all’epoca lavorava in un’azienda di via Savona, in centro a Milano). Un primo passaggio significativo della nuova inchiesta sul caso di Garlasco sarà il 17 giugno, quando è in programma l’incidente probatorio sui reperti rianalizzati con nuove tecniche o mai repertati. Su tutti domina un quesito posto dal gip: “L’analisi tecnica dei profili genetici estrapolati dai margini ungueali” di Chiara “ottenuti dal perito Prof. Francesco De Stefano“, che effettuò la perizia nel processo di secondo grado bis a carico di Stasi. Li dichiarò inutilizzabili per comparazioni e ora i periti dovranno verificare di nuovo “la possibilità di ritenere utilizzabili per un confronto, allo stato attuale della tecnica e della scienza” quei risultati. Il confronto con il Dna di Sempio, ma anche con “le ulteriori tracce di natura biologica rinvenute sulla scena del crimine”. E’ per questo saranno sottoposti al prelievo del Dna diverse persone tra quelle vicine alla vittima e quelle che indagarono. La questione del Dna trovato sulle unghie della ragazza uccisa è tra le lacune della prima inchiesta su cui la difesa di Stasi ha battuto spesso in questi anni. Una consulenza della Procura di Pavia attribuisce quel materiale genetico a Sempio. Se n’era già parlato nel processo d’appello bis: i margini delle unghie prelevati dal cadavere non furono analizzati con il metodo “a lavaggio”, più sensibile, e, quando lo fece il perito sette anni dopo, riuscì ad isolare un cromosoma Y, maschile, ma non un profilo completo perché i reperti erano troppo degradati. Fu anche questa la ragione di due procedimenti archiviati a carico di Sempio. Source: https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/06/01/garlasco-si-allunga-la-lista-di-persone-a-cui-sara-prelevato-il-dna-chiara-poggi-e-le-ricerche-sul-santuario-della-bozzola/8010685/
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  • Ogni giorno è una tragica conta delle donne sacrificate sull’altare della società multiculturale e dei porti aperti

    1️⃣ Termoli, al terminal dei bus, un 18enne nordafricano con precedenti ha cercato di violentare una ragazza di 19 anni: solo l'intervento di quattro passanti ha impedito che l'aggressione si trasformasse in uno stupro

    2️⃣ Civitanova, iniziato il processo che vede imputato per violenza sessuale un 24enne marocchino: la vittima ha soltanto 14 anni

    3️⃣ Bagnacavallo, una giovane mamma con la bimba di 4 mesi in braccio è stata molestata e palpeggiata da due magrebini

    4️⃣ Terni, anziana professoressa in pensione aggredita, sfregiata e rapinata in casa: l’indagato è un vicino, un 17enne colombiano con precedenti per spaccio, che è stato anche denunciato per stalking dalla ex fidanzata
    Ogni giorno è una tragica conta delle donne sacrificate sull’altare della società multiculturale e dei porti aperti 1️⃣ Termoli, al terminal dei bus, un 18enne nordafricano con precedenti ha cercato di violentare una ragazza di 19 anni: solo l'intervento di quattro passanti ha impedito che l'aggressione si trasformasse in uno stupro 2️⃣ Civitanova, iniziato il processo che vede imputato per violenza sessuale un 24enne marocchino: la vittima ha soltanto 14 anni 3️⃣ Bagnacavallo, una giovane mamma con la bimba di 4 mesi in braccio è stata molestata e palpeggiata da due magrebini 4️⃣ Terni, anziana professoressa in pensione aggredita, sfregiata e rapinata in casa: l’indagato è un vicino, un 17enne colombiano con precedenti per spaccio, che è stato anche denunciato per stalking dalla ex fidanzata
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  • Il suo nome era Marie-Bélèn Pisano, una ragazza francese, aveva 21 anni.

    Mentre si trovava in metro a Marsiglia è stata accoltellata a morte da un nordafricano di nome Faycal, che voleva rubarle il cellulare.

    Marie è uscita barcollante fuori dalla stazione, ma, nonostante l’intervento tempestivo di alcuni Vigili del Fuoco, non c’è stato niente da fare, non è sopravvissuta.

    L’assassino, già noto alle Forze dell’Ordine per reati di violenza sessuale e droga, è stato condannato a 20 anni di carcere.

    Her name was Marie-Bélèn Pisano, a French girl, she was 21 years old.

    While she was on the subway in Marseille, she was stabbed to death by a North African named Faycal, who wanted to steal her cell phone.

    Marie staggered out of the station, but, despite the timely intervention of some firefighters, there was nothing they could do, she did not survive.

    The murderer, already known to the police for sexual violence and drug crimes, was sentenced to 20 years in prison.
    Il suo nome era Marie-Bélèn Pisano, una ragazza francese, aveva 21 anni. Mentre si trovava in metro a Marsiglia è stata accoltellata a morte da un nordafricano di nome Faycal, che voleva rubarle il cellulare. Marie è uscita barcollante fuori dalla stazione, ma, nonostante l’intervento tempestivo di alcuni Vigili del Fuoco, non c’è stato niente da fare, non è sopravvissuta. L’assassino, già noto alle Forze dell’Ordine per reati di violenza sessuale e droga, è stato condannato a 20 anni di carcere. Her name was Marie-Bélèn Pisano, a French girl, she was 21 years old. While she was on the subway in Marseille, she was stabbed to death by a North African named Faycal, who wanted to steal her cell phone. Marie staggered out of the station, but, despite the timely intervention of some firefighters, there was nothing they could do, she did not survive. The murderer, already known to the police for sexual violence and drug crimes, was sentenced to 20 years in prison.
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  • Inizia oggi a New York il processo contro Puff Diddy


    Per due decenni ha dominato l’hip hop americano, produttore potentissimo, musicista da tre Grammy, rapper, cantante, imprenditore. Il suo impero si è sgretolato sotto le accuse pesantissime di abusi sessuali, violenze e sfruttamento della prostituzione. Puff Diddy, è detenuto in carcere a Brooklyn da settembre.

    A novembre scorso i giudici avevano deciso di tenerlo in carcere perché “influenzava i testimoni”. La selezione della giuria è prevista per questa mattina e potrebbe durare diversi giorni.

    Combs si è dichiarato non colpevole di tutte le accuse. Si prevede che il processo duri almeno otto settimane.

    Sean John Combs, conosciuto sotto mille pseudonimi Diddy e Puffy, Puff Daddy, P. Diddy e Love, dovrà affrontare le accuse di aver usato l'influenza e le risorse del suo impero commerciale per abusare sessualmente di donne che venivano manipolate per partecipare a spettacoli sessuali a base di droga con prostituti maschili che Combs chiamava "Freak Off". Per tenere le donne sotto controllo, i pubblici ministeri affermano che Combs faceva uso di un mix di influenza e violenza: si offriva di dare una spinta alle loro carriere nel mondo dello spettacolo se avessero fatto ciò che chiedeva, o le interrompeva in caso contrario.

    L'atto d'accusa di 17 pagine contro Combs è secondo i media americani un atto contro un capo mafioso o il capo di una banda di narcotrafficanti, coinvolto nel traffico di esseri umani a fini sessuali. Le feste a casa sua tragicamente leggendarie sarebbero state luoghi di violenze e orrori sotto l’effetto di droghe, per anni nessuno avrebbe avuto il coraggio di andare contro quello che è già stato definito l’Harvey Weinstein della musica.

    Il processo è l'ultimo e il più grave di una lunga serie di problemi legali per Combs; il rapper sta affrontando anche un procedimento civile intentato da oltre 120 presunte vittime, tra cui 25 minorenni all'epoca dei fatti, che lo accusano di violenza sessuale.

    GOODBYE PEDOWOOD potrebbe diventare la migliore produzione hollywoodiana di tutti i tempi


    Source:  t.me/ArsenaleKappa
    Inizia oggi a New York il processo contro Puff Diddy Per due decenni ha dominato l’hip hop americano, produttore potentissimo, musicista da tre Grammy, rapper, cantante, imprenditore. Il suo impero si è sgretolato sotto le accuse pesantissime di abusi sessuali, violenze e sfruttamento della prostituzione. Puff Diddy, è detenuto in carcere a Brooklyn da settembre. A novembre scorso i giudici avevano deciso di tenerlo in carcere perché “influenzava i testimoni”. La selezione della giuria è prevista per questa mattina e potrebbe durare diversi giorni. Combs si è dichiarato non colpevole di tutte le accuse. Si prevede che il processo duri almeno otto settimane. Sean John Combs, conosciuto sotto mille pseudonimi Diddy e Puffy, Puff Daddy, P. Diddy e Love, dovrà affrontare le accuse di aver usato l'influenza e le risorse del suo impero commerciale per abusare sessualmente di donne che venivano manipolate per partecipare a spettacoli sessuali a base di droga con prostituti maschili che Combs chiamava "Freak Off". Per tenere le donne sotto controllo, i pubblici ministeri affermano che Combs faceva uso di un mix di influenza e violenza: si offriva di dare una spinta alle loro carriere nel mondo dello spettacolo se avessero fatto ciò che chiedeva, o le interrompeva in caso contrario. L'atto d'accusa di 17 pagine contro Combs è secondo i media americani un atto contro un capo mafioso o il capo di una banda di narcotrafficanti, coinvolto nel traffico di esseri umani a fini sessuali. Le feste a casa sua tragicamente leggendarie sarebbero state luoghi di violenze e orrori sotto l’effetto di droghe, per anni nessuno avrebbe avuto il coraggio di andare contro quello che è già stato definito l’Harvey Weinstein della musica. Il processo è l'ultimo e il più grave di una lunga serie di problemi legali per Combs; il rapper sta affrontando anche un procedimento civile intentato da oltre 120 presunte vittime, tra cui 25 minorenni all'epoca dei fatti, che lo accusano di violenza sessuale. GOODBYE PEDOWOOD potrebbe diventare la migliore produzione hollywoodiana di tutti i tempi 😎🍿 Source:  t.me/ArsenaleKappa 🅰️ 💥💥 ㅤ
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