• ECCO QUELLO CHE CI ASPETTA! Grazie alla politica GREEN!
    Cina, Byd prevede un’ondata di fallimenti nel settore auto. Perché non resteranno in piedi neppure 20 produttori | MilanoFinanza News
    A margine del salone dell’auto di Monaco, Stella Li, vicepresidente esecutivo di Byd, spiega perché la guerra dei prezzi sulle auto non può durare. Con l’effetto che oltre 100 case saranno costrette a chiudere
    https://www.milanofinanza.it/news/cina-byd-prevede-un-ondata-di-fallimenti-nel-settore-auto-perche-non-resteranno-in-piedi-neppure-20-202509090742211291
    ECCO QUELLO CHE CI ASPETTA! Grazie alla politica GREEN! Cina, Byd prevede un’ondata di fallimenti nel settore auto. Perché non resteranno in piedi neppure 20 produttori | MilanoFinanza News A margine del salone dell’auto di Monaco, Stella Li, vicepresidente esecutivo di Byd, spiega perché la guerra dei prezzi sulle auto non può durare. Con l’effetto che oltre 100 case saranno costrette a chiudere https://www.milanofinanza.it/news/cina-byd-prevede-un-ondata-di-fallimenti-nel-settore-auto-perche-non-resteranno-in-piedi-neppure-20-202509090742211291
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    Cina, Byd prevede un’ondata di fallimenti nel settore auto. Perché non resteranno in piedi neppure 20 produttori | MilanoFinanza News
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  • I produttori europei di auto avevano un piano, obbligare la gente a comprare auto elettriche di alta gamma con gli obblighi green, ma hanno fatto male i conti.
    Fare auto elettriche si è rivelato più difficile del previsto, nessuno le vuole e non ha più soldi per prenderle e se le prende sono cinesi. Intanto Stellantis vendeva motori termici a tre cilindri che si rompono dopo 60mila km, i cinesi hanno imparato a fare anche le termiche e le vendono alla metà del prezzo. Le marche Eu di prestigio non le compra nessuno per i prezzi folli della manutenzione e le complicazioni costruttive.
    Risultato dei geni del marketing politicamente corretto: Volkswagen costruirà carri armati anche se totalmente inutili in una eventuale guerra (vengono distrutti da un drone da 1000 euro) e la fine dell'industria europea dell'auto.
    Grazie Europa.
    I produttori europei di auto avevano un piano, obbligare la gente a comprare auto elettriche di alta gamma con gli obblighi green, ma hanno fatto male i conti. Fare auto elettriche si è rivelato più difficile del previsto, nessuno le vuole e non ha più soldi per prenderle e se le prende sono cinesi. Intanto Stellantis vendeva motori termici a tre cilindri che si rompono dopo 60mila km, i cinesi hanno imparato a fare anche le termiche e le vendono alla metà del prezzo. Le marche Eu di prestigio non le compra nessuno per i prezzi folli della manutenzione e le complicazioni costruttive. Risultato dei geni del marketing politicamente corretto: Volkswagen costruirà carri armati anche se totalmente inutili in una eventuale guerra (vengono distrutti da un drone da 1000 euro) e la fine dell'industria europea dell'auto. Grazie Europa.
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  • LE SANZIONI ALLA Russia? Indovinate chi le sta pagando?
    Perché in Italia paghiamo l'energia elettrica più che nel resto d'Europa?
    L'Italia è la maglia nera europea per i prezzi dell'elettricità: dal gas alle anomalie di mercato, ecco tutte le ragioni
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/08/25/prezzi-elettricita-italia-europa-news/8100879/
    LE SANZIONI ALLA Russia? Indovinate chi le sta pagando? Perché in Italia paghiamo l'energia elettrica più che nel resto d'Europa? L'Italia è la maglia nera europea per i prezzi dell'elettricità: dal gas alle anomalie di mercato, ecco tutte le ragioni https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/08/25/prezzi-elettricita-italia-europa-news/8100879/
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  • È PROPRIO VERO!
    Autogrill, la fine di un'era: «La sosta è un salasso e il ceto medio rinuncia a caffè, cono gelato e Camogli (metà rovente e metà ghiacciato)»
    Basta entrare in un autogrill e restare basito, stordito dai prezzi. La cosa più economica è il Gratta e vinci, per il resto è come stare in un casinò, dove dietro al banco non vi è un barista, ma un croupier...
    https://corrieredibologna.corriere.it/notizie/cronaca/25_agosto_22/autogrill-la-fine-di-un-era-la-sosta-e-un-salasso-e-il-ceto-medio-rinuncia-a-caffe-cono-gelato-e-camogli-meta-rovente-e-meta-77a4475e-0f6b-49cb-8edc-67270a657xlk.shtml

    È PROPRIO VERO! Autogrill, la fine di un'era: «La sosta è un salasso e il ceto medio rinuncia a caffè, cono gelato e Camogli (metà rovente e metà ghiacciato)» Basta entrare in un autogrill e restare basito, stordito dai prezzi. La cosa più economica è il Gratta e vinci, per il resto è come stare in un casinò, dove dietro al banco non vi è un barista, ma un croupier... https://corrieredibologna.corriere.it/notizie/cronaca/25_agosto_22/autogrill-la-fine-di-un-era-la-sosta-e-un-salasso-e-il-ceto-medio-rinuncia-a-caffe-cono-gelato-e-camogli-meta-rovente-e-meta-77a4475e-0f6b-49cb-8edc-67270a657xlk.shtml
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    Autogrill, la fine di un'era: «La sosta è un salasso e il ceto medio rinuncia a caffè, cono gelato e Camogli (metà rovente e metà ghiacciato)»
    Basta entrare in un autogrill e restare basito, stordito dai prezzi. La cosa più economica è il Gratta e vinci, per il resto è come stare in un casinò, dove dietro al banco non vi è un barista, ma un croupier
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  • LEONKA – Distruggendo & Distraendo

    E niente… ovviamente non potevamo farci mancare nulla in questa estate milanese . Giusto per gradire, perché non rispolverare un vecchio refrein anni ’90 in versione remix 2025? Tra un interrogatorio di Catella e una chat di Tancredi, passando per dichiarazioni deliranti in salsa piddina, ecco servito il grande classico: “sgombero al Leonkavallo”.

    Versione aggiornata: “sgombero n.134”. Perché tanto, quando c’è da cavalcare il tema caldo dello “sgombero selvaggio”, il governo di centrodestra non si tira mai indietro .
    E pensare che correva il 1993, quando da studente delle superiori seguivo Formentini nella sua crociata contro il Leonka… e ora eccoci di nuovo qui, trent’anni dopo, con la stessa litania.

    Giovedì 21 agosto : scatta lo sgombero in via Watteau.
    Che fosse oggi o a settembre non cambiava granché: le rogne restano rogne.

    Stiamo parlando di uno dei centri sociali storici di Milano, che ha ospitato band come i Casino Royale, i 99 Posse, serate di musica, cene sociali, momenti di aggregazione a prezzi popolari .
    Ma resta il fatto: occupazione illegale. Ed è qui che scatta la solita pantomima politica.

    Da un lato la destra che esulta (“finalmente legalità!” ).
    Dall’altro la sinistra che piange (“attacco alla cultura popolare!” ).
    E intanto, qualcuno si dimentica che fino a vent’anni fa alcuni leader che oggi sbraitano erano ospiti fissi del Leonka… sì, proprio loro. Indovinate chi? Non è difficile.

    Il punto vero? Questo sgombero è più distrazione che soluzione.
    Si distrugge un patrimonio di aggregazione e cultura popolare e, nello stesso tempo, si distrae l’opinione pubblica da scandali ben più pesanti: Cementopoli 2.0, appalti, affari veri .

    È la solita “manovra di rottura”: un diversivo da dare in pasto ai media, mentre il resto scivola sotto silenzio.
    Manco fossimo davvero dei rincoglioniti totali, vero?

    Eppure, il vero dilemma resta insoluto: legalità vs offerta culturale.
    Milano continua a preferire solo luoghi “radical chic approved” – MUDEC, BASE, spazi patinati con cocktail da 12 euro – e relega la cultura popolare al margine, fino a criminalizzarla.

    Forse la soluzione sta in una “terza via”:
    spazi culturali regolari, accessibili e popolari, assegnati tramite bandi trasparenti e canoni calmierati.
    Perché se la burocrazia chiude tutte le porte, l’occupazione diventa l’unica via di sopravvivenza.

    La domanda è: vogliamo davvero trovare una mediazione che unisca legalità e cultura, o continueremo a giocare al teatrino degli sgomberi?
    Io, sinceramente, la risposta non l’ho ancora vista. Ma spero di sbagliarmi.

    #Leonkavallo #Milano2025 #Sgombero #CulturaPopolare #Legalità #DistruzioneEDistrazione #PoliticaItaliana #UrbanCulture
    LEONKA – Distruggendo & Distraendo 🚧🎭 E niente… ovviamente non potevamo farci mancare nulla in questa estate milanese 🌞🍉. Giusto per gradire, perché non rispolverare un vecchio refrein anni ’90 in versione remix 2025? Tra un interrogatorio di Catella e una chat di Tancredi, passando per dichiarazioni deliranti in salsa piddina, ecco servito il grande classico: “sgombero al Leonkavallo”. Versione aggiornata: “sgombero n.134”. Perché tanto, quando c’è da cavalcare il tema caldo dello “sgombero selvaggio”, il governo di centrodestra non si tira mai indietro 💥. E pensare che correva il 1993, quando da studente delle superiori seguivo Formentini nella sua crociata contro il Leonka… e ora eccoci di nuovo qui, trent’anni dopo, con la stessa litania. Giovedì 21 agosto ✍️: scatta lo sgombero in via Watteau. Che fosse oggi o a settembre non cambiava granché: le rogne restano rogne. Stiamo parlando di uno dei centri sociali storici di Milano, che ha ospitato band come i Casino Royale, i 99 Posse, serate di musica, cene sociali, momenti di aggregazione a prezzi popolari 🥘🎶. Ma resta il fatto: occupazione illegale. Ed è qui che scatta la solita pantomima politica. Da un lato la destra che esulta (“finalmente legalità!” 👮). Dall’altro la sinistra che piange (“attacco alla cultura popolare!” 🎭). E intanto, qualcuno si dimentica che fino a vent’anni fa alcuni leader che oggi sbraitano erano ospiti fissi del Leonka… sì, proprio loro. Indovinate chi? Non è difficile. Il punto vero? Questo sgombero è più distrazione che soluzione. Si distrugge un patrimonio di aggregazione e cultura popolare e, nello stesso tempo, si distrae l’opinione pubblica da scandali ben più pesanti: Cementopoli 2.0, appalti, affari veri 💸. È la solita “manovra di rottura”: un diversivo da dare in pasto ai media, mentre il resto scivola sotto silenzio. Manco fossimo davvero dei rincoglioniti totali, vero? 🙃 Eppure, il vero dilemma resta insoluto: legalità vs offerta culturale. Milano continua a preferire solo luoghi “radical chic approved” – MUDEC, BASE, spazi patinati con cocktail da 12 euro 🍸 – e relega la cultura popolare al margine, fino a criminalizzarla. Forse la soluzione sta in una “terza via”: 👉 spazi culturali regolari, accessibili e popolari, assegnati tramite bandi trasparenti e canoni calmierati. Perché se la burocrazia chiude tutte le porte, l’occupazione diventa l’unica via di sopravvivenza. La domanda è: vogliamo davvero trovare una mediazione che unisca legalità e cultura, o continueremo a giocare al teatrino degli sgomberi? Io, sinceramente, la risposta non l’ho ancora vista. Ma spero di sbagliarmi. #Leonkavallo #Milano2025 #Sgombero #CulturaPopolare #Legalità #DistruzioneEDistrazione #PoliticaItaliana #UrbanCulture
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  • Gli incassi dei dazi USA stanno esplodendo, a questo ritmo arrivano a 500 mld l'anno e Trump se ne vanta tutti i giorni. Perchè per ora, stranamente, persino nell'abbigliamento, tutto import dalla Cina che ha dazi al 30%, i prezzi non aumentano... Forse i negozi in USA per ora accettano di guadagnare meno ? In pratica, è una tassa. Se le corporations non alzano i listini, è una tassa per loro. Se li alzano, per i consumatori
    Per ora a Trump sta andando grassa...

    Source: https://x.com/pbecchi/status/1955572990294282488
    Gli incassi dei dazi USA stanno esplodendo, a questo ritmo arrivano a 500 mld l'anno e Trump se ne vanta tutti i giorni. Perchè per ora, stranamente, persino nell'abbigliamento, tutto import dalla Cina che ha dazi al 30%, i prezzi non aumentano... Forse i negozi in USA per ora accettano di guadagnare meno ? In pratica, è una tassa. Se le corporations non alzano i listini, è una tassa per loro. Se li alzano, per i consumatori Per ora a Trump sta andando grassa... Source: https://x.com/pbecchi/status/1955572990294282488
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  • CON STI PREZZI POSSONO ANDARE a PRENDERLO in SACCOCCIA.
    IO VADO ALL'ESTERO!
    https://www.repubblica.it/cronaca/2025/08/08/news/spiagge_vuote_caro_prezzi_puglia_sicilia_liguria_toscana-424780180/
    CON STI PREZZI POSSONO ANDARE a PRENDERLO in SACCOCCIA. IO VADO ALL'ESTERO! https://www.repubblica.it/cronaca/2025/08/08/news/spiagge_vuote_caro_prezzi_puglia_sicilia_liguria_toscana-424780180/
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    Prezzi folli e lidi semivuoti, rivolta dei bagnanti contro il mare salato. Il dossier in 10 regioni
    Assobalneari conferma rincari e crollo delle prenotazioni: “Colpa della crisi economica”. Consumatori e vip: “Macché, abbassate i list…
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  • E' UN VERO E PROPRIO OLOCAUSTO!
    Gaza, oltre 100 ong denunciano carestia: "I nostri colleghi e coloro che assistiamo stanno morendo"
    MSF, Save the Children e Oxfam tra i 111 firmatari che chiedono un cessate il fuoco immediato e libero flusso di aiuti umanitari.

    Mentre a Gaza i civili continuano a essere uccisi nei siti di distribuzione di aiuti, oltre 100 organizzazioni umanitarie hanno denunciato che una “carestia di massa” si sta diffondendo nella Striscia e che anche i loro operatori stanno soffrendo gravemente a causa della carenza di cibo. Sono i totale 111 i firmatari della dichiarazione, tra cui Medici Senza Frontiere (MSF), Save the Children e Oxfam, che ha avvertito: “I nostri colleghi e coloro che assistiamo stanno morendo”. “Mentre l’assedio del governo israeliano affama la popolazione di Gaza, gli operatori umanitari si uniscono alle stesse file per il cibo, rischiando di essere colpiti solo per sfamare le loro famiglie”, si legge.

    Le Ong chiedono un cessate il fuoco “immediato e negoziato”, l’apertura di tutti i valichi di frontiera e il libero flusso di aiuti attraverso i meccanismi guidati dalle Nazioni Unite. Martedì le Nazioni Unite hanno affermato che le forze israeliane hanno ucciso più di 1.000 palestinesi che cercavano di ottenere aiuti alimentari da quando la Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), sostenuta da Stati Uniti e Israele, ha iniziato le operazioni il 26 maggio.

    I quattro siti di distribuzione militarizzati della Ghf, organizzazione senza esperienza nella distribuzione di aiuti nelle zone di crisi, hanno di fatto soppiantato il sistema precedente guidato dalle Nazioni Unite che vedeva più di 400 centri per gli aiuti. Israele intanto afferma che gli aiuti umanitari sono autorizzati a entrare a Gaza e accusa Hamas di sfruttare le sofferenze dei civili, anche rubando cibo per venderlo a prezzi gonfiati o sparando a chi è in attesa di aiuti.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/23/carestia-gaza-ong-aiuti-umanitari-news/8071020/
    E' UN VERO E PROPRIO OLOCAUSTO! Gaza, oltre 100 ong denunciano carestia: "I nostri colleghi e coloro che assistiamo stanno morendo" MSF, Save the Children e Oxfam tra i 111 firmatari che chiedono un cessate il fuoco immediato e libero flusso di aiuti umanitari. Mentre a Gaza i civili continuano a essere uccisi nei siti di distribuzione di aiuti, oltre 100 organizzazioni umanitarie hanno denunciato che una “carestia di massa” si sta diffondendo nella Striscia e che anche i loro operatori stanno soffrendo gravemente a causa della carenza di cibo. Sono i totale 111 i firmatari della dichiarazione, tra cui Medici Senza Frontiere (MSF), Save the Children e Oxfam, che ha avvertito: “I nostri colleghi e coloro che assistiamo stanno morendo”. “Mentre l’assedio del governo israeliano affama la popolazione di Gaza, gli operatori umanitari si uniscono alle stesse file per il cibo, rischiando di essere colpiti solo per sfamare le loro famiglie”, si legge. Le Ong chiedono un cessate il fuoco “immediato e negoziato”, l’apertura di tutti i valichi di frontiera e il libero flusso di aiuti attraverso i meccanismi guidati dalle Nazioni Unite. Martedì le Nazioni Unite hanno affermato che le forze israeliane hanno ucciso più di 1.000 palestinesi che cercavano di ottenere aiuti alimentari da quando la Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), sostenuta da Stati Uniti e Israele, ha iniziato le operazioni il 26 maggio. I quattro siti di distribuzione militarizzati della Ghf, organizzazione senza esperienza nella distribuzione di aiuti nelle zone di crisi, hanno di fatto soppiantato il sistema precedente guidato dalle Nazioni Unite che vedeva più di 400 centri per gli aiuti. Israele intanto afferma che gli aiuti umanitari sono autorizzati a entrare a Gaza e accusa Hamas di sfruttare le sofferenze dei civili, anche rubando cibo per venderlo a prezzi gonfiati o sparando a chi è in attesa di aiuti. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/07/23/carestia-gaza-ong-aiuti-umanitari-news/8071020/
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    Gaza, oltre 100 ong denunciano carestia: "I nostri colleghi e coloro che assistiamo stanno morendo"
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  • QUESTO È L'EFFETTO SALA!!!
    Milano, i negozi chiudono e gli abitanti si spostano: esiste una ricetta contro la «londrizzazione» dei prezzi? La palla passa (davvero) alla politica
    Prezzi calmierati, sostegno del piccolo commercio: si possono cominciare a governare le città, invece di lasciarle in balia dei capricci arbitrari e speculativi di un libero mercato incontrollato, destinato a divorare se stesso.

    Prezzi calmierati, sostegno del piccolo commercio: si possono cominciare a governare le città, invece di lasciarle in balia dei capricci arbitrari e speculativi di un libero mercato incontrollato, destinato a divorare se stesso

    La chiamano «decommercializzazione», sulla scia della deindustrializzazione. In pratica, le saracinesche si abbassano, le botteghe spariscono, i centri storici si spopolano. Le cause sono note. I salari reali degli italiani sono calati del 7,5 per cento dal 2021. Son finiti i soldi. E quei pochi che ci sono, si spendono nei grandi centri commerciali, o meglio, nei discount. O ancora sulle grandi piattaforme online, voraci idrovore del commercio. I grandi fondi di investimenti acquistano interi palazzi e danno le carte: se non stai ai loro prezzi folli, te ne puoi andare. E al tuo posto, avanza una teoria infinita di b&b. Milano, come sempre, è all’avanguardia: nella sperequazione tra ricchi e poveri, nella «londrizzazione» dei prezzi, nel diradarsi dei negozi strozzati dagli affitti e nella fuga degli abitanti, in cerca di aria migliore e più economica.

    In 50 anni le quotazioni delle case sono salite di 35 volte. Così anche il numero dei super ricchi: ci sono in città 115 mila milionari e 17 miliardari. E gli altri? Sopravvivono. Vanno a vivere in montagna o sul lago oppure si danno al pendolarismo lavorativo, con l’aiuto di quel che rimane dello smart working. Manfredi Catella, re dei grattacieli, suggeriva di andare a vivere a Genova: con l’alta velocità ce la si farà in soli 40 minuti, anche se poi bisogna pagarli i treni.
    Ma si può far qualcosa contro questo scenario apocalittico? In effetti sì, ci sarebbe qualcuno deputato a intervenire: la politica.

    Che però non sembra avere questa priorità. Eppure non si può credere che si accetti la deriva attuale. Perché poi questi poveri turisti, cosa ci verranno a fare in città svuotate e deserte? Andranno al discount a comprare le buste d’insalata? Le città vivono anche e soprattutto della presenza capillare di un commercio a misura d’uomo, per strade che sanno alternare pasticcerie e boutique di moda, wine bar e botteghe artigianali. Non è passatismo, non è il solito refrain «piccolo è bello», è la ricerca di quell’equilibrio, di quell’armonia che rende ricche e vivibili le nostre città.

    A Milano la speculazione rischia di trasformarsi in una bolla e in un boomerang per gli stessi affaristi. E allora i governi dovrebbero intervenire con sgravi fiscali e i sindaci potrebbero inaugurare una politica di agevolazione per gli esercizi commerciali, abbattendo la ragnatela di lacci e lacciuoli imposti da una politica indifferente e da una burocrazia ottusa. Le regole che servono, poche e chiare, dovranno presiedere al controllo del territorio. Per bloccare la gentrificazione selvaggia di alcune zone (via Melzo ha più locali che abitanti) e per favorire una ripartizione più equa di negozi e attività (senza dimenticare le periferie, naturalmente, che soffrono per altri motivi). Si può fare molto: introdurre meccanismi per calmierare gli affitti, sostenere il piccolo commercio, valorizzare i centri storici, tutelare alcune attività. Insomma, si possono cominciare a governare le città, invece di lasciarle in balia dei capricci arbitrari e speculativi di un libero mercato incontrollato, destinato a divorare se stesso.

    https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/25_luglio_12/milano-i-negozi-chiudono-e-gli-abitanti-si-spostano-esiste-una-ricetta-contro-la-londrizzazione-dei-prezzi-la-palla-passa-47ca34ed-7d4f-45a1-82e1-d9bbc2311xlk_amp.shtml
    QUESTO È L'EFFETTO SALA!!! Milano, i negozi chiudono e gli abitanti si spostano: esiste una ricetta contro la «londrizzazione» dei prezzi? La palla passa (davvero) alla politica Prezzi calmierati, sostegno del piccolo commercio: si possono cominciare a governare le città, invece di lasciarle in balia dei capricci arbitrari e speculativi di un libero mercato incontrollato, destinato a divorare se stesso. Prezzi calmierati, sostegno del piccolo commercio: si possono cominciare a governare le città, invece di lasciarle in balia dei capricci arbitrari e speculativi di un libero mercato incontrollato, destinato a divorare se stesso La chiamano «decommercializzazione», sulla scia della deindustrializzazione. In pratica, le saracinesche si abbassano, le botteghe spariscono, i centri storici si spopolano. Le cause sono note. I salari reali degli italiani sono calati del 7,5 per cento dal 2021. Son finiti i soldi. E quei pochi che ci sono, si spendono nei grandi centri commerciali, o meglio, nei discount. O ancora sulle grandi piattaforme online, voraci idrovore del commercio. I grandi fondi di investimenti acquistano interi palazzi e danno le carte: se non stai ai loro prezzi folli, te ne puoi andare. E al tuo posto, avanza una teoria infinita di b&b. Milano, come sempre, è all’avanguardia: nella sperequazione tra ricchi e poveri, nella «londrizzazione» dei prezzi, nel diradarsi dei negozi strozzati dagli affitti e nella fuga degli abitanti, in cerca di aria migliore e più economica. In 50 anni le quotazioni delle case sono salite di 35 volte. Così anche il numero dei super ricchi: ci sono in città 115 mila milionari e 17 miliardari. E gli altri? Sopravvivono. Vanno a vivere in montagna o sul lago oppure si danno al pendolarismo lavorativo, con l’aiuto di quel che rimane dello smart working. Manfredi Catella, re dei grattacieli, suggeriva di andare a vivere a Genova: con l’alta velocità ce la si farà in soli 40 minuti, anche se poi bisogna pagarli i treni. Ma si può far qualcosa contro questo scenario apocalittico? In effetti sì, ci sarebbe qualcuno deputato a intervenire: la politica. Che però non sembra avere questa priorità. Eppure non si può credere che si accetti la deriva attuale. Perché poi questi poveri turisti, cosa ci verranno a fare in città svuotate e deserte? Andranno al discount a comprare le buste d’insalata? Le città vivono anche e soprattutto della presenza capillare di un commercio a misura d’uomo, per strade che sanno alternare pasticcerie e boutique di moda, wine bar e botteghe artigianali. Non è passatismo, non è il solito refrain «piccolo è bello», è la ricerca di quell’equilibrio, di quell’armonia che rende ricche e vivibili le nostre città. A Milano la speculazione rischia di trasformarsi in una bolla e in un boomerang per gli stessi affaristi. E allora i governi dovrebbero intervenire con sgravi fiscali e i sindaci potrebbero inaugurare una politica di agevolazione per gli esercizi commerciali, abbattendo la ragnatela di lacci e lacciuoli imposti da una politica indifferente e da una burocrazia ottusa. Le regole che servono, poche e chiare, dovranno presiedere al controllo del territorio. Per bloccare la gentrificazione selvaggia di alcune zone (via Melzo ha più locali che abitanti) e per favorire una ripartizione più equa di negozi e attività (senza dimenticare le periferie, naturalmente, che soffrono per altri motivi). Si può fare molto: introdurre meccanismi per calmierare gli affitti, sostenere il piccolo commercio, valorizzare i centri storici, tutelare alcune attività. Insomma, si possono cominciare a governare le città, invece di lasciarle in balia dei capricci arbitrari e speculativi di un libero mercato incontrollato, destinato a divorare se stesso. https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/25_luglio_12/milano-i-negozi-chiudono-e-gli-abitanti-si-spostano-esiste-una-ricetta-contro-la-londrizzazione-dei-prezzi-la-palla-passa-47ca34ed-7d4f-45a1-82e1-d9bbc2311xlk_amp.shtml
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  • Hiroyuki Sanada una volta disse:
    "Ci sono persone che desiderano una piscina in casa, mentre chi ce l'ha spesso non la utilizza. Chi ha perso una persona cara la rimpiange profondamente, mentre chi ce l'ha vicina spesso si lamenta di essa. Chi non ha un partner lo desidera, ma chi ce l'ha a volte non lo apprezza. Chi ha fame darebbe tutto per un piatto di cibo, mentre chi ne ha in abbondanza si lamenta del sapore. Chi non ha un'auto la sogna, mentre chi ce l'ha cerca sempre qualcosa di meglio.
    La chiave sta nell'essere grati, nel fermarsi a guardare ciò che possediamo e comprendere che, da qualche parte, qualcuno darebbe tutto per ciò che tu già hai e non apprezzi".
    Hiroyuki Sanada una volta disse: "Ci sono persone che desiderano una piscina in casa, mentre chi ce l'ha spesso non la utilizza. Chi ha perso una persona cara la rimpiange profondamente, mentre chi ce l'ha vicina spesso si lamenta di essa. Chi non ha un partner lo desidera, ma chi ce l'ha a volte non lo apprezza. Chi ha fame darebbe tutto per un piatto di cibo, mentre chi ne ha in abbondanza si lamenta del sapore. Chi non ha un'auto la sogna, mentre chi ce l'ha cerca sempre qualcosa di meglio. La chiave sta nell'essere grati, nel fermarsi a guardare ciò che possediamo e comprendere che, da qualche parte, qualcuno darebbe tutto per ciò che tu già hai e non apprezzi".
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