• IL BIVIO È ADESSO

    Amici e amiche,
    stiamo assistendo in questi giorni a un caso giudiziario che potrebbe rappresentare molto più di uno scandalo. Potrebbe essere il bivio storico per Milano.
    Da una parte c’è chi spera nello "scoperchiamento del vaso di Pandora", dall’altra chi già teme – o si augura – che tutto finisca in quel tipico “grande boh” milanese. Tradotto: nulla di fatto, come accadde dopo Expo 2015, quando la città si prese uno schiaffo giuridico condito da assoluzioni e pernacchie.

    Ma oggi, lasciatemelo dire, il clima è diverso. E forse persino più incerto.

    Stiamo tutti aspettando le parole del Sindaco Sala in aula lunedì 21 luglio, ma il centro del discorso non può e non deve essere la solita gara a chi spara il colpo più duro. Non si tratta di delegittimare con nuove invettive o rincorrere il titolo più roboante.
    Tutto questo lo conosciamo già. E sappiamo anche che potrebbe concludersi, come spesso accade, in un buco nell'acqua per chi non è attivista, per chi vive Milano senza partecipare.

    Nel frattempo, si è aperta la solita danza delle ipocrisie politiche.
    Il centrodestra, da sempre vicino agli affari col centrosinistra quando c’era da spartirsi opportunità, oggi alza la voce. Chiede la testa del Sindaco, come se non fosse stato “compagno di merende” nel sostegno alle Olimpiadi invernali e ad altri progetti di potere condiviso.

    Così, tra un centrodestra ambivalente e un centrosinistra frantumato in mille sensibilità e rivoli ideologici, chi ne paga il prezzo è sempre e solo la cittadinanza attiva.
    Quella vera. Quella che ha già dato tanto e ricevuto troppo poco.

    Allora la vera domanda oggi è:
    Che cosa vogliamo fare noi?
    Che cosa vogliamo scegliere davanti a un’estate che rischia di passare, ancora una volta, tra indignazione passeggera, una manifestazione sotto il sole e un ritorno alla vita di sempre… fino al prossimo scandalo?

    Per questo ho scritto, giorni fa, “Se non ora, quando?”.
    E oggi torno con forza a dire: non è una battaglia tra opposti politici.
    Non è una sfida tra destra e sinistra.
    La vera battaglia è psicologica. Ed è nostra.

    Perché il problema non è scegliere il male minore.
    Il problema è che non vogliamo più scegliere affatto.
    Per paura. Per stanchezza. Per cinismo.
    Perché crediamo che la politica sia solo di chi comanda, e non di chi vive.

    Eppure, non possiamo più permetterci di restare immobili.

    O decidiamo di aprire un fronte comune, per scrivere insieme un programma vero per la città – fatto di lavoro, servizi, cultura, spazi pubblici, trasparenza –
    oppure restiamo nel solito loop:
    scandalo → indignazione → corteo → commenti → silenzio → nuovo scandalo.

    È un copione che conosciamo. E non possiamo più accettarlo.

    Non è questione di ideologie. È questione di decidere se vogliamo ancora partecipare o se preferiamo vivere da spettatori, lamentandoci del palcoscenico.

    Non è il momento dei “troppo occupati”.
    Non è il momento degli “io ve l’avevo detto”.
    Non è nemmeno il momento dei “meglio restare fuori, tanto non serve a niente”.

    Non serve fare gli splendidi. Non serve fare gli schizzinosi.
    E soprattutto, non serve aspettare che qualcun altro si muova al posto nostro.

    Non è un “armiamoci e partite”.
    È un “rigiochiamocela”. È un “riproviamoci”.
    È un “usciamo dal loop”.

    Io ci sono. E vi aspetto.

    #MilanoCambia
    #Riproviamoci
    #OltreIlLoop
    #MilanoCivica
    #PartecipazioneAttiva
    #RinascitaPolitica
    #Rigiochiamocela
    #IlBivioÈOra
    #ControLaRassegnazione
    #milanoèditutti
    ⚖️ IL BIVIO È ADESSO⏳ Amici e amiche, stiamo assistendo in questi giorni a un caso giudiziario che potrebbe rappresentare molto più di uno scandalo. Potrebbe essere il bivio storico per Milano. Da una parte c’è chi spera nello "scoperchiamento del vaso di Pandora", dall’altra chi già teme – o si augura – che tutto finisca in quel tipico “grande boh” milanese. Tradotto: nulla di fatto, come accadde dopo Expo 2015, quando la città si prese uno schiaffo giuridico condito da assoluzioni e pernacchie. Ma oggi, lasciatemelo dire, il clima è diverso. E forse persino più incerto. Stiamo tutti aspettando le parole del Sindaco Sala in aula lunedì 21 luglio, ma il centro del discorso non può e non deve essere la solita gara a chi spara il colpo più duro. Non si tratta di delegittimare con nuove invettive o rincorrere il titolo più roboante. Tutto questo lo conosciamo già. E sappiamo anche che potrebbe concludersi, come spesso accade, in un buco nell'acqua per chi non è attivista, per chi vive Milano senza partecipare. Nel frattempo, si è aperta la solita danza delle ipocrisie politiche. Il centrodestra, da sempre vicino agli affari col centrosinistra quando c’era da spartirsi opportunità, oggi alza la voce. Chiede la testa del Sindaco, come se non fosse stato “compagno di merende” nel sostegno alle Olimpiadi invernali e ad altri progetti di potere condiviso. Così, tra un centrodestra ambivalente e un centrosinistra frantumato in mille sensibilità e rivoli ideologici, chi ne paga il prezzo è sempre e solo la cittadinanza attiva. Quella vera. Quella che ha già dato tanto e ricevuto troppo poco. Allora la vera domanda oggi è: Che cosa vogliamo fare noi? Che cosa vogliamo scegliere davanti a un’estate che rischia di passare, ancora una volta, tra indignazione passeggera, una manifestazione sotto il sole e un ritorno alla vita di sempre… fino al prossimo scandalo? Per questo ho scritto, giorni fa, “Se non ora, quando?”. E oggi torno con forza a dire: non è una battaglia tra opposti politici. Non è una sfida tra destra e sinistra. La vera battaglia è psicologica. Ed è nostra. Perché il problema non è scegliere il male minore. Il problema è che non vogliamo più scegliere affatto. Per paura. Per stanchezza. Per cinismo. Perché crediamo che la politica sia solo di chi comanda, e non di chi vive. Eppure, non possiamo più permetterci di restare immobili. O decidiamo di aprire un fronte comune, per scrivere insieme un programma vero per la città – fatto di lavoro, servizi, cultura, spazi pubblici, trasparenza – oppure restiamo nel solito loop: scandalo → indignazione → corteo → commenti → silenzio → nuovo scandalo. È un copione che conosciamo. E non possiamo più accettarlo. Non è questione di ideologie. È questione di decidere se vogliamo ancora partecipare o se preferiamo vivere da spettatori, lamentandoci del palcoscenico. Non è il momento dei “troppo occupati”. Non è il momento degli “io ve l’avevo detto”. Non è nemmeno il momento dei “meglio restare fuori, tanto non serve a niente”. Non serve fare gli splendidi. Non serve fare gli schizzinosi. E soprattutto, non serve aspettare che qualcun altro si muova al posto nostro. Non è un “armiamoci e partite”. È un “rigiochiamocela”. È un “riproviamoci”. È un “usciamo dal loop”. Io ci sono. E vi aspetto. #MilanoCambia #Riproviamoci #OltreIlLoop #MilanoCivica #PartecipazioneAttiva #RinascitaPolitica #Rigiochiamocela #IlBivioÈOra #ControLaRassegnazione #milanoèditutti
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  • 20 km/h per salvare il pianeta...

    Ora limitano la velocità dei TIR. Una volta che avranno convinto tutti della narrativa sul cambiamento climatico (con la stessa colossale operazione mediatica usata per il covid e i vaccini) le restrizioni diventeranno la nuova normalità. Da lì, estenderanno il controllo a ogni aspetto della tua vita... ma è solo per salvare il pianeta ovviamente. Agenda 2030

    @Awake432hz 🌬𓂀
    http://t.me/Awake432hz
    20 km/h per salvare il pianeta... Ora limitano la velocità dei TIR. Una volta che avranno convinto tutti della narrativa sul cambiamento climatico (con la stessa colossale operazione mediatica usata per il covid e i vaccini) le restrizioni diventeranno la nuova normalità. Da lì, estenderanno il controllo a ogni aspetto della tua vita... ma è solo per salvare il pianeta ovviamente. 🥴 Agenda 2030 @Awake432hz 🌬𓂀 http://t.me/Awake432hz
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  • Service Servotech, basé à Laval, offre des solutions pour les bruits de climatiseur à https://serviceservotech.com/fr/2025/05/resoudre-les-problemes-de-bruit-du-climatiseur-avec-le-service-expert-servotech/. Leur guide indique que les bruits comme les bourdonnements ou clics peuvent signaler des problèmes de ventilateur ou des débris accumulés. Les données sectorielles montrent que l’entretien préventif peut réduire les défaillances de 20 %. Ils servent Montréal, Rive-Nord et Rive-Sud, utilisant des diagnostics avancés pour identifier les causes des nuisances sonores. Leurs techniciens réparent avec des pièces d’origine, offrant une garantie de 3 mois. Les clients valorisent leur service rapide et leur professionnalisme. Service Servotech installe aussi des climatiseurs et thermopompes. Faites appel à eux pour un appareil fonctionnant sans bruit perturbant
    Service Servotech, basé à Laval, offre des solutions pour les bruits de climatiseur à https://serviceservotech.com/fr/2025/05/resoudre-les-problemes-de-bruit-du-climatiseur-avec-le-service-expert-servotech/. Leur guide indique que les bruits comme les bourdonnements ou clics peuvent signaler des problèmes de ventilateur ou des débris accumulés. Les données sectorielles montrent que l’entretien préventif peut réduire les défaillances de 20 %. Ils servent Montréal, Rive-Nord et Rive-Sud, utilisant des diagnostics avancés pour identifier les causes des nuisances sonores. Leurs techniciens réparent avec des pièces d’origine, offrant une garantie de 3 mois. Les clients valorisent leur service rapide et leur professionnalisme. Service Servotech installe aussi des climatiseurs et thermopompes. Faites appel à eux pour un appareil fonctionnant sans bruit perturbant
    SERVICESERVOTECH.COM
    Résoudre les problèmes de bruit du climatiseur avec le service expert Servotech - Service Servotech
    Il est crucial de s’attaquer le plus tôt possible au bruit du climatiseur pour prévenir les dommages potentiels et garantir que votre appareil continue de fonctionner efficacement et silencieusement.
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  • Trusted uPVC Doors Manufacturers in India

    Looking for reliable uPVC doors manufacturers in India? uPVC doors are gaining popularity for their durability, energy efficiency, and low maintenance. Ideal for both residential and commercial spaces, these doors offer long-lasting performance and sleek design.
    India hosts several manufacturers offering customizable uPVC solutions tailored to different climate conditions and design preferences. Among the many trusted names in the industry, brands like APL Apollo Windows and Doors are recognized for adhering to quality standards and offering a wide range of functional and aesthetic options.
    Choosing the right manufacturer ensures better insulation, security, and long-term value for your space.
    Visit us:-https://aplapollowindows.com/
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  • Il cambiamento climatico è connaturato all'esistenza del nostro pianeta. Prof. Franco Prodi, fisico dell'atmosfera.
    Il cambiamento climatico è connaturato all'esistenza del nostro pianeta. Prof. Franco Prodi, fisico dell'atmosfera.
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  • GMC Stretch Limo: Power Meets Prestige
    For those who want a bold and commanding presence on the road, the GMC Stretch Limo is the perfect fit. With a rugged yet refined exterior and an ultra-luxurious interior, our GMC limousines are designed to impress. They are especially popular for group tours, celebrity transport, bachelor/bachelorette parties, and high-end events.
    Inside, you’ll find everything from wrap-around leather seating to LCD screens, surround sound, and climate control. It's more than just a ride—it's a statement of power, style, and class.
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  • Exceptional Fleet and Professional Service
    Limo in UAE maintains an impressive fleet of meticulously maintained luxury vehicles, ranging from elegant sedans to spacious SUVs and stretch limousines. Each vehicle in our airport limo rental collection is equipped with premium amenities, including climate control, leather seating, complimentary Wi-Fi, and refreshments, ensuring that every journey is as comfortable as it is stylish.
    Exceptional Fleet and Professional Service Limo in UAE maintains an impressive fleet of meticulously maintained luxury vehicles, ranging from elegant sedans to spacious SUVs and stretch limousines. Each vehicle in our airport limo rental collection is equipped with premium amenities, including climate control, leather seating, complimentary Wi-Fi, and refreshments, ensuring that every journey is as comfortable as it is stylish.
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  • Vedo in TV i vari Tozzi che vengono invitati a commentare il caldo di questi giorni. E giù a inveire sul cambiamento climatico di origine antropica.
    Se però usi la scienza e allarghi l'orizzonte da Roma a tutto il globo, scopri che il 3 luglio 2025 la Tm è più bassa (-0,029°C) della media del trentennio 1991-2020.
    Ma in tv invitano scienziati o ciarlatani prezzolati?

    Source: https://x.com/climacritic/status/1941059913410572709
    Vedo in TV i vari Tozzi che vengono invitati a commentare il caldo di questi giorni. E giù a inveire sul cambiamento climatico di origine antropica. Se però usi la scienza e allarghi l'orizzonte da Roma a tutto il globo, scopri che il 3 luglio 2025 la Tm è più bassa (-0,029°C) della media del trentennio 1991-2020. Ma in tv invitano scienziati o ciarlatani prezzolati? Source: https://x.com/climacritic/status/1941059913410572709
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  • ECCO SERVITO IL CONTROLLO GLOBALE e TOTALITARIO!

    Censura Made in EU: da “volontaria” a obbligatoria (ma sempre per il nostro bene, ovvio)

    Dal 1° luglio l’Unione Europea ha deciso di togliersi la maschera: il famigerato Codice di condotta contro la disinformazione, fino a ieri “volontario” (cioè facoltativo, ma con il colpo in canna), è ora ufficialmente un obbligo vincolante grazie al Digital Services Act, la legge che Bruxelles spaccia come salvaguardia della libertà ma che puzza di censura centralizzata da lontano un chilometro.

    Le piattaforme digitali - quelle statunitensi, ovviamente nel mirino - ora devono dimostrare di non promuovere quella che l’UE, con zelo da Ministero della Verità, definisce “disinformazione”. A stabilire cosa sia vero e cosa no ci pensa la Commissione stessa: se non sei un media finanziato da qualche ente europeo o statale, è molto probabile che tu sia tacciato di diffondere fake news. Alla faccia della stampa indipendente.

    E chi non si adegua? Audit annuali, standard di trasparenza “rafforzati”, e la promessa che “chi non supera una verifica deve aspettarsi di essere ritenuto responsabile dalle autorità”. La responsabilità, sia chiaro, non è verso i cittadini ma verso l’apparato.

    Gli attivisti di Reclaim the Net lo dicono chiaro: il messaggio è intimidatorio e politicamente mirato. E le conseguenze potrebbero non limitarsi all’ambito digitale. Negli Stati Uniti, dove le aziende Big Tech vedono questa normativa come un attacco diretto, il malumore è palese. E non è solo un problema industriale: tocca anche la diplomazia e il commercio.

    Non è un caso che gli americani abbiano ricordato quanto accaduto con il Canada quando osò introdurre una tassa simile: Trump la definì “una copia sbiadita dell’UE” e bloccò i negoziati finché Ottawa non fece marcia indietro. Una lezione che Bruxelles sembra voler ignorare, nel suo tentativo disperato di diventare la maestra del web e il giudice supremo della verità.

    Intanto, i funzionari europei balbettano difese penose: “Non censuriamo i contenuti, regoliamo i rischi sistemici degli algoritmi”. Certo. E la libertà di parola? Un fastidioso effetto collaterale.

    Per non apparire troppo totalitari, si sottolinea che aderire al Codice è “tecnicamente volontario”. Peccato che il rispetto del DSA sia tutto fuorché facoltativo.

    In sostanza, l’UE ha costruito un regime di censura soft, che nessuno può rifiutare senza pagarne le conseguenze. E ora deve venderlo come progresso. Buona fortuna, Bruxelles. Washington guarda e prende appunti. E il clima si fa sempre più gelido.

    Per aggiornamenti senza filtri: https://t.me/carmen_tortora1
    ECCO SERVITO IL CONTROLLO GLOBALE e TOTALITARIO! Censura Made in EU: da “volontaria” a obbligatoria (ma sempre per il nostro bene, ovvio) Dal 1° luglio l’Unione Europea ha deciso di togliersi la maschera: il famigerato Codice di condotta contro la disinformazione, fino a ieri “volontario” (cioè facoltativo, ma con il colpo in canna), è ora ufficialmente un obbligo vincolante grazie al Digital Services Act, la legge che Bruxelles spaccia come salvaguardia della libertà ma che puzza di censura centralizzata da lontano un chilometro. Le piattaforme digitali - quelle statunitensi, ovviamente nel mirino - ora devono dimostrare di non promuovere quella che l’UE, con zelo da Ministero della Verità, definisce “disinformazione”. A stabilire cosa sia vero e cosa no ci pensa la Commissione stessa: se non sei un media finanziato da qualche ente europeo o statale, è molto probabile che tu sia tacciato di diffondere fake news. Alla faccia della stampa indipendente. E chi non si adegua? Audit annuali, standard di trasparenza “rafforzati”, e la promessa che “chi non supera una verifica deve aspettarsi di essere ritenuto responsabile dalle autorità”. La responsabilità, sia chiaro, non è verso i cittadini ma verso l’apparato. Gli attivisti di Reclaim the Net lo dicono chiaro: il messaggio è intimidatorio e politicamente mirato. E le conseguenze potrebbero non limitarsi all’ambito digitale. Negli Stati Uniti, dove le aziende Big Tech vedono questa normativa come un attacco diretto, il malumore è palese. E non è solo un problema industriale: tocca anche la diplomazia e il commercio. Non è un caso che gli americani abbiano ricordato quanto accaduto con il Canada quando osò introdurre una tassa simile: Trump la definì “una copia sbiadita dell’UE” e bloccò i negoziati finché Ottawa non fece marcia indietro. Una lezione che Bruxelles sembra voler ignorare, nel suo tentativo disperato di diventare la maestra del web e il giudice supremo della verità. Intanto, i funzionari europei balbettano difese penose: “Non censuriamo i contenuti, regoliamo i rischi sistemici degli algoritmi”. Certo. E la libertà di parola? Un fastidioso effetto collaterale. Per non apparire troppo totalitari, si sottolinea che aderire al Codice è “tecnicamente volontario”. Peccato che il rispetto del DSA sia tutto fuorché facoltativo. In sostanza, l’UE ha costruito un regime di censura soft, che nessuno può rifiutare senza pagarne le conseguenze. E ora deve venderlo come progresso. Buona fortuna, Bruxelles. Washington guarda e prende appunti. E il clima si fa sempre più gelido. Per aggiornamenti senza filtri: https://t.me/carmen_tortora1
    T.ME
    Carmen Tortora
    You can view and join @carmen_tortora1 right away.
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  • A proposito di cambiamento climatico dovuto all'uomo! Correva l'anno 1967.
    A proposito di cambiamento climatico dovuto all'uomo! Correva l'anno 1967.
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