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  • PARADOSSO ASSOLUTO ⚡️

    Stasera sono attraversato da un sentimento viscerale, un mix perfetto tra indignazione e rabbia. Non la resa, quella mai.
    Ma ci sono decisioni che si commentano da sole, che gridano allo scandalo prima ancora che qualcuno apra bocca. E quando a essere calpestata è la Cultura, la rabbia assume una forma ancora più precisa, più amara, più politica.
    Perché sì, in questo Paese siamo tristemente abituati a vedere professionisti catapultati in ruoli totalmente avulsi dalle loro competenze.
    Ma quando il “gioco delle sedie” arriva a colpire la Cultura – già bistrattata, ridotta a fanalino di coda nelle agende istituzionali, sottovalutata e sacrificata sempre per ultima – allora è davvero troppo.

    E diventa chiaro il disegno: la Cultura come parcheggio, come area di sosta per figure in attesa di riabilitazione, un cuscinetto morbido dove far ricadere in piedi qualcuno che certo non spicca per trasparenza o linearità gestionale.
    Milano, dove il paradosso diventa metodo.

    E così, dopo la saga tragicomica Sangiuliano–Giuli, ecco servita la nuova stagione:
    l’ex assessore alla “Rigenerazione Urbana” (che già il titolo, scusate, fa sorridere ) Giancarlo Tancredi, ora promosso a… dirigente della Direzione Cultura.
    Sì, avete letto bene. Cultura.

    Ripercorriamo in 30 secondi il capolavoro di trama:

    - Tancredi lascia il Comune nel 2021 quando diventa assessore.

    - Finisce sotto indagine («cantieropoli»), arriva l’arresto ai domiciliari.

    - Poi revoca dei domiciliari. Poi interdittiva. Poi la Cassazione la annulla.

    - Sala dichiara: “Torna pure, ma non all’Urbanistica… imbarazzerebbe”.

    SOLUZIONE? Spostiamolo alla Cultura, che tanto lì chi vuoi che si accorga di qualcosa…

    E allora la domanda, quella vera, è una sola:

    Perché? Perché proprio lì? Perché sempre lì?

    Anche evitando di puntare il dito sulla persona: cosa c’entra?
    Per quale logica, per quale visione politica, per quale strategia amministrativa la Cultura diventa la terra di nessuno in cui “svernare” in attesa di tempi migliori?
    La Cultura non è un ripiego.
    Non è un corridoio di transito.
    Non è un tappeto sotto cui spingere l’imbarazzo amministrativo.
    La Cultura è identità, visione, coraggio, innovazione, partecipazione, comunità.
    E quando la tratti come una discarica di ruoli, stai dicendo esattamente come consideri la città che dovresti governare.

    E allora sì, qualcosa di buono lo avete fatto.

    Ci avete ricordato da dove dobbiamo ripartire.
    Da una Milano Libera, non complice di questi equilibri tossici,
    non ostaggio dei giochi di potere,
    non prona alla logica del “sistemiamo qualcuno, intanto la Cultura se ne farà una ragione”.

    Nel 2027 arriveranno le amministrative.
    E grazie a voi abbiamo un esempio perfetto di come una città non vada amministrata.
    Di come la meritocrazia venga tradita.
    Di come il valore delle competenze venga calpestato.
    Di come la Cultura venga considerata sacrificabile.
    Ma noi no.
    Noi non siamo sacrificabili.
    E neanche la Cultura.

    #MilanoLibera #CulturaÈPolitica #NoAiGiochiDiPotere #Meritocrazia #Milano2027 #ParadossoAssoluto #DifendiamoLaCultura #CulturaNonÈUnParcheggio
    PARADOSSO ASSOLUTO ⚡️🤦‍♂️ Stasera sono attraversato da un sentimento viscerale, un mix perfetto tra indignazione e rabbia. Non la resa, quella mai. Ma ci sono decisioni che si commentano da sole, che gridano allo scandalo prima ancora che qualcuno apra bocca. E quando a essere calpestata è la Cultura, la rabbia assume una forma ancora più precisa, più amara, più politica. Perché sì, in questo Paese siamo tristemente abituati a vedere professionisti catapultati in ruoli totalmente avulsi dalle loro competenze. Ma quando il “gioco delle sedie” arriva a colpire la Cultura – già bistrattata, ridotta a fanalino di coda nelle agende istituzionali, sottovalutata e sacrificata sempre per ultima – allora è davvero troppo. E diventa chiaro il disegno: la Cultura come parcheggio, come area di sosta per figure in attesa di riabilitazione, un cuscinetto morbido dove far ricadere in piedi qualcuno che certo non spicca per trasparenza o linearità gestionale. 🎭 Milano, dove il paradosso diventa metodo. E così, dopo la saga tragicomica Sangiuliano–Giuli, ecco servita la nuova stagione: l’ex assessore alla “Rigenerazione Urbana” (che già il titolo, scusate, fa sorridere 😏) Giancarlo Tancredi, ora promosso a… dirigente della Direzione Cultura. Sì, avete letto bene. Cultura. 📚✨ Ripercorriamo in 30 secondi il capolavoro di trama: - Tancredi lascia il Comune nel 2021 quando diventa assessore. - Finisce sotto indagine («cantieropoli»), arriva l’arresto ai domiciliari. - Poi revoca dei domiciliari. Poi interdittiva. Poi la Cassazione la annulla. - Sala dichiara: “Torna pure, ma non all’Urbanistica… imbarazzerebbe”. 👉SOLUZIONE? Spostiamolo alla Cultura, che tanto lì chi vuoi che si accorga di qualcosa… 🎨🧩 E allora la domanda, quella vera, è una sola: Perché? Perché proprio lì? Perché sempre lì? 🙄 Anche evitando di puntare il dito sulla persona: cosa c’entra? Per quale logica, per quale visione politica, per quale strategia amministrativa la Cultura diventa la terra di nessuno in cui “svernare” in attesa di tempi migliori? La Cultura non è un ripiego. Non è un corridoio di transito. Non è un tappeto sotto cui spingere l’imbarazzo amministrativo. La Cultura è identità, visione, coraggio, innovazione, partecipazione, comunità. E quando la tratti come una discarica di ruoli, stai dicendo esattamente come consideri la città che dovresti governare. E allora sì, qualcosa di buono lo avete fatto. Ci avete ricordato da dove dobbiamo ripartire. Da una Milano Libera, non complice di questi equilibri tossici, non ostaggio dei giochi di potere, non prona alla logica del “sistemiamo qualcuno, intanto la Cultura se ne farà una ragione”. Nel 2027 arriveranno le amministrative. E grazie a voi abbiamo un esempio perfetto di come una città non vada amministrata. Di come la meritocrazia venga tradita. Di come il valore delle competenze venga calpestato. Di come la Cultura venga considerata sacrificabile. Ma noi no. Noi non siamo sacrificabili. E neanche la Cultura. ✊📚 #MilanoLibera #CulturaÈPolitica #NoAiGiochiDiPotere #Meritocrazia #Milano2027 #ParadossoAssoluto #DifendiamoLaCultura #CulturaNonÈUnParcheggio
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  • Il «cerchio magico» di Zelensky: la corte del leader e lo scandalo tangenti. «Non si sporcavano col cash»

    Da Yermak a Mundich, da Chernishov a Kolyubayev, chi sono gli uomini vicini al Presidente travolti dallo scandalo corruzione. Sfiorato anche Rustem Umerov, scelto per guidare la squadra ai negoziati in Florida
    Mindich, che imponeva le tariffe a politici, imprenditori, chiunque entrasse nel giro. Le fondamenta principali della loro impunità erano due: l’emergenza guerra, che ha dato potere senza precedenti con la legge marziale del '22, e una maggioranza parlamentare (254 seggi su 450) che nemmeno il predecessore di Zelensky, Petro Poroshenko, s’è mai potuto sognare.

    Oleksy Chernishov, 48 anni, ex ministro dello sviluppo territoriale poi vicepremier. Arrestato per corruzione in un caso che riguarda l’azienda atomica nazionale Enerhoatom

    Chi contrastava
    Pochi riuscivano a contrastare: la premier Yulia Svyrdenko, grande nemica di Yermak, sostenuta dal segretario Usa al Tesoro, Scott Bessent. O il generale Valery Zaluzhny, «esiliato» a Londra. Oppure Dmytro Kuleba, ministro degli Esteri, silurato perché troppo autonomo. O ancora, Oleksandr Kubrakov, ambizioso aspirante premier, cacciato per i suoi rapporti troppo stretti col presidente americano Joe Biden. O anche Mykhailo Fedorov, il vicepremier che volle vederci chiaro nel business dei droni e in quei soldi che Yermak garantiva all’amico fraterno Artem Kolyubayev, un produttore cinematografico che era stato socio pure di Zelensky. Il cerchio magico era un cerchio di fuoco, perché non s’entrava tanto facilmente, ma nemmeno se ne usciva: nell’inchiesta su Yermak è coinvolto anche Rustem Umerov, il capo del Consiglio di sicurezza nazionale, l’ex ministro della Difesa, proprio l’uomo che Zelensky ha scelto al posto di Yermak per guidare la delegazione ucraina ai negoziati in Florida. «La colpa di Zelensky — dice un deputato della Rada — è stata di non aver ascoltato chi vedeva i furti e suonava le sirene».

    Artem Kolyubayev è il produttore frequentato dai tempi di Kvartal 95, lo studio tv dove Zelensky iniziò come attore: nel business dei droni, ha ricevuto fondi statali per film sull’invasione

    Il segnale
    Un campanello d’allarme fu a giugno, con l’allora vicepremier Oleksy Chernishov arrestato (e rilasciato su cauzione per 2,9 milioni di dollari) per una storia di terreni pubblici svenduti ad amici. Non era mai accaduto che un politico di simile rango finisse, diretto, in galera. Ma s’era scoperto che accettava anche il cash, lui: in ufficio, in comode buste da consegnare alla moglie, perfino in una clinica medica dov’era in cura. Lo chiamavano «Che Guevara», questo Chernishov. Il suo motto era rivoluzionario: «Vale la pena di lottare solo per le cose senza le quali non vale la pena vivere». L’Ucraina? No, gli appalti.

    Source: https://www.corriere.it/esteri/25_dicembre_01/cerchio-magico-zelensky-179d2163-091f-4b70-bd8f-ccf7d48f6xlk_amp.shtml
    Il «cerchio magico» di Zelensky: la corte del leader e lo scandalo tangenti. «Non si sporcavano col cash» Da Yermak a Mundich, da Chernishov a Kolyubayev, chi sono gli uomini vicini al Presidente travolti dallo scandalo corruzione. Sfiorato anche Rustem Umerov, scelto per guidare la squadra ai negoziati in Florida Mindich, che imponeva le tariffe a politici, imprenditori, chiunque entrasse nel giro. Le fondamenta principali della loro impunità erano due: l’emergenza guerra, che ha dato potere senza precedenti con la legge marziale del '22, e una maggioranza parlamentare (254 seggi su 450) che nemmeno il predecessore di Zelensky, Petro Poroshenko, s’è mai potuto sognare. Oleksy Chernishov, 48 anni, ex ministro dello sviluppo territoriale poi vicepremier. Arrestato per corruzione in un caso che riguarda l’azienda atomica nazionale Enerhoatom Chi contrastava Pochi riuscivano a contrastare: la premier Yulia Svyrdenko, grande nemica di Yermak, sostenuta dal segretario Usa al Tesoro, Scott Bessent. O il generale Valery Zaluzhny, «esiliato» a Londra. Oppure Dmytro Kuleba, ministro degli Esteri, silurato perché troppo autonomo. O ancora, Oleksandr Kubrakov, ambizioso aspirante premier, cacciato per i suoi rapporti troppo stretti col presidente americano Joe Biden. O anche Mykhailo Fedorov, il vicepremier che volle vederci chiaro nel business dei droni e in quei soldi che Yermak garantiva all’amico fraterno Artem Kolyubayev, un produttore cinematografico che era stato socio pure di Zelensky. Il cerchio magico era un cerchio di fuoco, perché non s’entrava tanto facilmente, ma nemmeno se ne usciva: nell’inchiesta su Yermak è coinvolto anche Rustem Umerov, il capo del Consiglio di sicurezza nazionale, l’ex ministro della Difesa, proprio l’uomo che Zelensky ha scelto al posto di Yermak per guidare la delegazione ucraina ai negoziati in Florida. «La colpa di Zelensky — dice un deputato della Rada — è stata di non aver ascoltato chi vedeva i furti e suonava le sirene». Artem Kolyubayev è il produttore frequentato dai tempi di Kvartal 95, lo studio tv dove Zelensky iniziò come attore: nel business dei droni, ha ricevuto fondi statali per film sull’invasione Il segnale Un campanello d’allarme fu a giugno, con l’allora vicepremier Oleksy Chernishov arrestato (e rilasciato su cauzione per 2,9 milioni di dollari) per una storia di terreni pubblici svenduti ad amici. Non era mai accaduto che un politico di simile rango finisse, diretto, in galera. Ma s’era scoperto che accettava anche il cash, lui: in ufficio, in comode buste da consegnare alla moglie, perfino in una clinica medica dov’era in cura. Lo chiamavano «Che Guevara», questo Chernishov. Il suo motto era rivoluzionario: «Vale la pena di lottare solo per le cose senza le quali non vale la pena vivere». L’Ucraina? No, gli appalti. Source: https://www.corriere.it/esteri/25_dicembre_01/cerchio-magico-zelensky-179d2163-091f-4b70-bd8f-ccf7d48f6xlk_amp.shtml
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  • ALLA FINE LO SANNO TUTTI CHI C'È DIETRO IL SISTEMA CORRUTTIVO in UCRAINA. MA NON GLI BASTA. CONTINUANO ad INVIARE SOLDI a QUESTO CORROTTO che ha STERMINATO UN'INTERA GENERAZIONE di GIOVANI!
    Scandalo corruzione in Ucraina, si dimette Yermak, potentissimo braccio destro di Zelensky. Nelle intercettazioni era «Ali Babà»
    Yermak, capo dello staff del presidente dell'Ucraina e suo amico fraterno, è stato costretto alle dimissioni dopo le perquisizioni per lo scandalo corruzione. Ecco perché per Zelensky si tratta di un colpo durissimo

    https://www.corriere.it/esteri/25_novembre_29/scandalo-corruzione-ucraina-dimette-yermak-zelensky-81579662-987c-4ce6-9e4d-3d2619b4exlk_amp.shtml
    ALLA FINE LO SANNO TUTTI CHI C'È DIETRO IL SISTEMA CORRUTTIVO in UCRAINA. MA NON GLI BASTA. CONTINUANO ad INVIARE SOLDI a QUESTO CORROTTO che ha STERMINATO UN'INTERA GENERAZIONE di GIOVANI! Scandalo corruzione in Ucraina, si dimette Yermak, potentissimo braccio destro di Zelensky. Nelle intercettazioni era «Ali Babà» Yermak, capo dello staff del presidente dell'Ucraina e suo amico fraterno, è stato costretto alle dimissioni dopo le perquisizioni per lo scandalo corruzione. Ecco perché per Zelensky si tratta di un colpo durissimo https://www.corriere.it/esteri/25_novembre_29/scandalo-corruzione-ucraina-dimette-yermak-zelensky-81579662-987c-4ce6-9e4d-3d2619b4exlk_amp.shtml
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  • NON C’È PACE PER IL MIC

    Non mi sorprende più – lo dico con un misto di rassegnazione e tenerezza – quanto velocemente un tema culturale sparisca dal radar del popolo italiano. Forse è persino comprensibile, considerando la qualità sempre più modesta degli esempi che arrivano dall’alto: un campionario di scivoloni, leggerezze e improvvisazioni che non meritavamo .

    Non che “prima” fosse l’età dell’oro, certo. Ma agli esponenti del centrodestra attualmente al governo tocca prendersi oneri e onori, visibilità e responsabilità. E il bilancio, mi spiace, continua a precipitare: tra parenti, amici, gaffe di palazzo e teatrini da rotocalco. Prima Sangiuliano, poi Giuli, poi comprimari assortiti… un cast ormai avviato verso il proprio inevitabile quarto d’ora di vergogna.

    Doveva essere un fiore all’occhiello del Paese. Ora siamo al “Tata-fiore”.
    Un’altra vedette che aggiunge un tassello al mosaico tragicomico di un dicastero ormai percepito come zimbello, tre anni segnati da dimissioni che sembrano l’ultimo gesto minimo di dignità.

    Venerdì Piero Tatafiore, portavoce del ministro della Cultura Alessandro Giuli, si è dimesso. Le opposizioni avevano protestato dopo la pubblicazione, sul sito ufficiale del MIC, di tre comunicati legati alla campagna elettorale per le Regionali in Campania. Comunicati in cui si riportavano dichiarazioni del ministro a sostegno del candidato della destra, Edmondo Cirielli (Fratelli d’Italia), definito addirittura «la personificazione della cultura di governo».

    I deputati campani del PD avevano denunciato lo scivolone istituzionale: utilizzare canali dello Stato per fare propaganda politica non è solo inopportuno — è proprio un confine che non andrebbe mai superato.

    Così, davanti alle polemiche, Tatafiore ha annunciato le sue dimissioni:
    «Ho appena comunicato […] le mie immediate e irrevocabili dimissioni dall’incarico di capoufficio stampa del MIC. L’utilizzo di strumenti istituzionali per comunicazioni di natura politica è stato da parte mia un errore improprio di cui mi scuso».

    Fine della storia? Quasi.
    Perché l’episodio, di per sé, non sposterà una virgola sulle Regionali campane. È già stato inghiottito dal silenzio generale. L’ennesima notizia che evaporerà nel disinteresse: perché quando un’istituzione perde credibilità, perde anche ascolto. E il MIC, oggi, ha ben poco da offrire oltre una lunga striscia di tagli ingiustificati, retorica stanca e simboli vuoti.

    Eppure — ed è qui il punto — mentre tutto sembra sfaldarsi, resta uno spiraglio di speranza: la consapevolezza che la cultura non muore per colpa di un ministero mediocre. Resta nell’impegno di chi continua a studiare, a creare, a custodire ciò che conta. Non è una chiamata alle armi: è un promemoria, quasi intimo, che la cultura sopravvive anche quando viene maltrattata.

    Non mi scandalizza più la disaffezione degli italiani verso la cultura se i suoi rappresentanti istituzionali sono di questa caratura. Ma, proprio per questo, non smetto di pensare che sia tutto da rifare — davvero tutto.

    Guardando al 2027, spero che tra le innumerevoli urgenze del Paese ci sia ancora qualcuno capace di restituire alla Cultura la serietà e l’onore che merita. E, lo dico chiaramente, il colore politico qui conta zero se manca la sostanza: una formazione autenticamente umanistica, quella che oggi latita e lascia spazio a figure senza sottotesto, senza visione, senza profondità .

    Per ora possiamo solo prendere atto dell’ovvio: senza credibilità, nessuna promessa vale — né oggi, né domani.

    #MIC #CulturaItaliana #PoliticaCulturale #Dimissioni #Tatafiore #CulturaCheResiste #Italia2027 #CredibilitàIstituzionale #SarcasmoCulturale
    NON C’È PACE PER IL MIC Non mi sorprende più – lo dico con un misto di rassegnazione e tenerezza – quanto velocemente un tema culturale sparisca dal radar del popolo italiano. Forse è persino comprensibile, considerando la qualità sempre più modesta degli esempi che arrivano dall’alto: un campionario di scivoloni, leggerezze e improvvisazioni che non meritavamo 🍌. Non che “prima” fosse l’età dell’oro, certo. Ma agli esponenti del centrodestra attualmente al governo tocca prendersi oneri e onori, visibilità e responsabilità. E il bilancio, mi spiace, continua a precipitare: tra parenti, amici, gaffe di palazzo e teatrini da rotocalco. Prima Sangiuliano, poi Giuli, poi comprimari assortiti… un cast ormai avviato verso il proprio inevitabile quarto d’ora di vergogna. Doveva essere un fiore all’occhiello del Paese. Ora siamo al “Tata-fiore”. Un’altra vedette che aggiunge un tassello al mosaico tragicomico di un dicastero ormai percepito come zimbello, tre anni segnati da dimissioni che sembrano l’ultimo gesto minimo di dignità. Venerdì Piero Tatafiore, portavoce del ministro della Cultura Alessandro Giuli, si è dimesso. Le opposizioni avevano protestato dopo la pubblicazione, sul sito ufficiale del MIC, di tre comunicati legati alla campagna elettorale per le Regionali in Campania. Comunicati in cui si riportavano dichiarazioni del ministro a sostegno del candidato della destra, Edmondo Cirielli (Fratelli d’Italia), definito addirittura «la personificazione della cultura di governo». I deputati campani del PD avevano denunciato lo scivolone istituzionale: utilizzare canali dello Stato per fare propaganda politica non è solo inopportuno — è proprio un confine che non andrebbe mai superato. Così, davanti alle polemiche, Tatafiore ha annunciato le sue dimissioni: «Ho appena comunicato […] le mie immediate e irrevocabili dimissioni dall’incarico di capoufficio stampa del MIC. L’utilizzo di strumenti istituzionali per comunicazioni di natura politica è stato da parte mia un errore improprio di cui mi scuso». Fine della storia? Quasi. Perché l’episodio, di per sé, non sposterà una virgola sulle Regionali campane. È già stato inghiottito dal silenzio generale. L’ennesima notizia che evaporerà nel disinteresse: perché quando un’istituzione perde credibilità, perde anche ascolto. E il MIC, oggi, ha ben poco da offrire oltre una lunga striscia di tagli ingiustificati, retorica stanca e simboli vuoti. Eppure — ed è qui il punto — mentre tutto sembra sfaldarsi, resta uno spiraglio di speranza: la consapevolezza che la cultura non muore per colpa di un ministero mediocre. Resta nell’impegno di chi continua a studiare, a creare, a custodire ciò che conta. Non è una chiamata alle armi: è un promemoria, quasi intimo, che la cultura sopravvive anche quando viene maltrattata. Non mi scandalizza più la disaffezione degli italiani verso la cultura se i suoi rappresentanti istituzionali sono di questa caratura. Ma, proprio per questo, non smetto di pensare che sia tutto da rifare — davvero tutto. Guardando al 2027, spero che tra le innumerevoli urgenze del Paese ci sia ancora qualcuno capace di restituire alla Cultura la serietà e l’onore che merita. E, lo dico chiaramente, il colore politico qui conta zero se manca la sostanza: una formazione autenticamente umanistica, quella che oggi latita e lascia spazio a figure senza sottotesto, senza visione, senza profondità 🎭. Per ora possiamo solo prendere atto dell’ovvio: senza credibilità, nessuna promessa vale — né oggi, né domani. #MIC #CulturaItaliana #PoliticaCulturale #Dimissioni #Tatafiore #CulturaCheResiste #Italia2027 #CredibilitàIstituzionale #SarcasmoCulturale
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  • Delitto Garlasco: il movente e il santuario della bozzola - FarWest 14/11/2025

    Cosa si nasconde dietro ai misteri del Santuario della Bozzola? Un luogo diventato oggetto di scandalo per abusi, ricatti, inspiegabili suicidi ed enigmi irrisolti su cui sarebbe importante fare luce, anche in merito a un possibile legame con il caso di Garlasco. Chiara Poggi potrebbe infatti aver scoperto dei segreti inconfessabili sul Santuario, tali da mettere in correlazione la sua morte con quello di cui lei sarebbe venuta a conoscenza. FarWest torna sul delitto, analizzando i possibili punti di contatto tra quanto accaduto il 13 agosto 2007 e i lati oscuri del santuario, a partire dalla testimonianza di Flavius Savu, condannato con l'accusa di estorsione proprio al vecchio rettore della Bozzola.

    https://youtu.be/Y3kai7mqlxg?si=2IJmvow3_yKurmVe
    Delitto Garlasco: il movente e il santuario della bozzola - FarWest 14/11/2025 Cosa si nasconde dietro ai misteri del Santuario della Bozzola? Un luogo diventato oggetto di scandalo per abusi, ricatti, inspiegabili suicidi ed enigmi irrisolti su cui sarebbe importante fare luce, anche in merito a un possibile legame con il caso di Garlasco. Chiara Poggi potrebbe infatti aver scoperto dei segreti inconfessabili sul Santuario, tali da mettere in correlazione la sua morte con quello di cui lei sarebbe venuta a conoscenza. FarWest torna sul delitto, analizzando i possibili punti di contatto tra quanto accaduto il 13 agosto 2007 e i lati oscuri del santuario, a partire dalla testimonianza di Flavius Savu, condannato con l'accusa di estorsione proprio al vecchio rettore della Bozzola. https://youtu.be/Y3kai7mqlxg?si=2IJmvow3_yKurmVe
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  • QUESTO folle PUPAZZO COMICO che HA STERMINATO nel SUO PAESE un'intera generazione (si veda video linkato qui sotto) invece di optare per la RESA INCONDIZIONATA per salvare quel che resta dei suoi militari ormai allo stremo e subito dopo LO SCANDALO delle TANGENTI d'ORO che ha TRAVOLTO il suo GOVERNO vola a PARIGI a INCONTRARE Macron, che ancora lo segue nella sua follia, contro tutta l'opinione pubblica francese, per chiedere altre armi e aerei da caccia. SIAMO alla FOLLIA più TOTALE con la COMPLICITA' dei GOVERNI EUROPEI!

    Zelensky in tour: la Francia propone cento caccia Rafale, sistemi di difesa Samp-T, droni: ma i tempi non sono immediati
    Cento caccia Rafale compresi di armamenti, otto sistema di difesa Samp-T e droni. Quando? Difficile dirlo. Per i jet si parla di un arco di dieci anni. Per i...
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/11/17/zelensky-ottiene-vola-in-francia-e-ottiene-altre-armi-da-macron-100-caccia-rafale-sistemi-samp-t-e-droni/8198671/

    Vi rimandiamo a questo video. IN QUESTE TRISTI IMMAGINI RIPRESE dall'alto con un drone si vedono le distese immense di cimiteri con file interminabili di croci di ragazzi ucraini, reclutati e caricati a forza su furgoni per andare al fronte: https://www.scenario.press/posts/76498
    VIDEO MAI TRASMESSO dai MEDIA del mainstream europei!!!
    FERMIAMOLI! E' GIA' TROPPO TARDI!
    NOI VOGLIAMO la PACE!
    MASSIMA DIFFUSIONE!
    QUESTO folle PUPAZZO COMICO che HA STERMINATO nel SUO PAESE un'intera generazione (si veda video linkato qui sotto) invece di optare per la RESA INCONDIZIONATA per salvare quel che resta dei suoi militari ormai allo stremo e subito dopo LO SCANDALO delle TANGENTI d'ORO che ha TRAVOLTO il suo GOVERNO vola a PARIGI a INCONTRARE Macron, che ancora lo segue nella sua follia, contro tutta l'opinione pubblica francese, per chiedere altre armi e aerei da caccia. SIAMO alla FOLLIA più TOTALE con la COMPLICITA' dei GOVERNI EUROPEI! Zelensky in tour: la Francia propone cento caccia Rafale, sistemi di difesa Samp-T, droni: ma i tempi non sono immediati Cento caccia Rafale compresi di armamenti, otto sistema di difesa Samp-T e droni. Quando? Difficile dirlo. Per i jet si parla di un arco di dieci anni. Per i... https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/11/17/zelensky-ottiene-vola-in-francia-e-ottiene-altre-armi-da-macron-100-caccia-rafale-sistemi-samp-t-e-droni/8198671/ Vi rimandiamo a questo video. IN QUESTE TRISTI IMMAGINI RIPRESE dall'alto con un drone si vedono le distese immense di cimiteri con file interminabili di croci di ragazzi ucraini, reclutati e caricati a forza su furgoni per andare al fronte: https://www.scenario.press/posts/76498 VIDEO MAI TRASMESSO dai MEDIA del mainstream europei!!! FERMIAMOLI! E' GIA' TROPPO TARDI! NOI VOGLIAMO la PACE! MASSIMA DIFFUSIONE!
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    Zelensky in tour: la Francia propone cento caccia Rafale, sistemi di difesa Samp-T, droni: ma i tempi non sono immediati
    Cento caccia Rafale compresi di armamenti, otto sistema di difesa Samp-T e droni. Quando? Difficile dirlo. Per i jet si parla di un arco di dieci anni. Per i...
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  • ECCO un ALTRO STUDIO PAGATO dalle BIG-PHARMA come quello che DEMONIZZAVA l'IVERMECTINA come cura contro il COVID-19!
    E' SCANDALOSO sappiamo dai dati e da quanto riportano i cardiologi che E' VERO ESATTAMENTE il CONTRARIO!
    SAPPIAMO anche che GLI INFETTATI sono SOPRATTUTTO VACCINATI!
    Ma chi vogliono prendere per i fondelli?
    E i GIORNALISTI (pagati a loro volta) che ANCORA si PRESTANO a QUESTO SPORCO GIOCO!
    Tra i vaccinati contro il Covid meno miocarditi che tra gli infettati: lo studio Uk su 14 milioni di bambini e ragazzi
    La ricerca, pubblicata su Lancet, mostra che il rischio di miocardite dopo l’infezione da Sars-CoV-2 è più che doppio rispetto a quello successivo alla vaccinazione...
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/11/11/miocarditi-vaccino-covid-studio-uk-news/8189441/
    ECCO un ALTRO STUDIO PAGATO dalle BIG-PHARMA come quello che DEMONIZZAVA l'IVERMECTINA come cura contro il COVID-19! E' SCANDALOSO sappiamo dai dati e da quanto riportano i cardiologi che E' VERO ESATTAMENTE il CONTRARIO! SAPPIAMO anche che GLI INFETTATI sono SOPRATTUTTO VACCINATI! Ma chi vogliono prendere per i fondelli? E i GIORNALISTI (pagati a loro volta) che ANCORA si PRESTANO a QUESTO SPORCO GIOCO! Tra i vaccinati contro il Covid meno miocarditi che tra gli infettati: lo studio Uk su 14 milioni di bambini e ragazzi La ricerca, pubblicata su Lancet, mostra che il rischio di miocardite dopo l’infezione da Sars-CoV-2 è più che doppio rispetto a quello successivo alla vaccinazione... https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/11/11/miocarditi-vaccino-covid-studio-uk-news/8189441/
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    Tra i vaccinati contro il Covid meno miocarditi che tra gli infettati: lo studio Uk su 14 milioni di bambini e ragazzi
    La ricerca, pubblicata su Lancet, mostra che il rischio di miocardite dopo l’infezione da Sars-CoV-2 è più che doppio rispetto a quello successivo alla vaccinazione
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  • Quando ⁦@repubblica⁩ riportava la verità sullo sterminio degli ucraini del #Donbass da parte del governo di #Kiev. E quasi si scandalizzava del fatto che #Putin non intervenisse a fronte delle richieste disperate di aiuto dei leader delle Repubbliche di #Donetsk e Lugansk.

    Source: https://x.com/ladyonorato/status/1987093298763178137?t=H1fj6DY3g-2HPzMYFkfgwg&s=19
    Quando ⁦@repubblica⁩ riportava la verità sullo sterminio degli ucraini del #Donbass da parte del governo di #Kiev. E quasi si scandalizzava del fatto che #Putin non intervenisse a fronte delle richieste disperate di aiuto dei leader delle Repubbliche di #Donetsk e Lugansk. Source: https://x.com/ladyonorato/status/1987093298763178137?t=H1fj6DY3g-2HPzMYFkfgwg&s=19
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  • Burioni ha tuittato oggi a questo canale di Paolo Becchi che l'Istat mostra che morti giovani sono calati tramite questo grafico.
    Allora ho usato #Chatgpt versione a pagamento con "ricerca approfondita" sul sito dell'Istat per verificare, perchè la mia esperienza è che rendono impossibile al pubblico vedere i dati dei morti. Ho provato con Chatgpt che non si stanca mai e legge istantaneamente anche file enormi per un ora, io le scaricavo file .csv e l'Intelligenza Artificiale provava a tirare fuori i dati dei decessi. Non ci è riuscita.

    Alla fine ho rinunciato e ho chiesto se negli altri paesi li tengono nascosti come in Italia. Mi ha mostrato che in Francia, Germania, UK sono facilmente accessibili e scaricabili ed era in grado di fare tutte le elaborazioni dei morti per fasce di età in un attimo. Ma non in Italia.

    Il sito dell'Istat è stato BLINDATO PER IMPEDIRE CHE QUALCUNO VERIFICHI I DATI. Ti mostrano loro dei grafici, ma i dati di chi è stato cancellato dall'anagrafe (perchè morto), che dovrebbero essere i più facili e semplici NON LI FANNO TROVARE.

    Trovi solo tante tabelle di elaborazioni statistiche % del tipo probabilità di decesso rispetto alla media stimata...ecc.. ma mai il semplice dato dei morti per fasce di età.

    L'Intelligenza Artificiale ti fa tutte queste ricerche in un attimo e ti trova sul sito dell'Istat dove provare a scaricare il file. Ma in Italia non riesce. Negli altri paesi non ha problemi. L'Istat è uno SCANDALO

    G.Zibordi

    Source: https://x.com/pbecchi/status/1982908946504442331
    Burioni ha tuittato oggi a questo canale di Paolo Becchi che l'Istat mostra che morti giovani sono calati tramite questo grafico. Allora ho usato #Chatgpt versione a pagamento con "ricerca approfondita" sul sito dell'Istat per verificare, perchè la mia esperienza è che rendono impossibile al pubblico vedere i dati dei morti. Ho provato con Chatgpt che non si stanca mai e legge istantaneamente anche file enormi per un ora, io le scaricavo file .csv e l'Intelligenza Artificiale provava a tirare fuori i dati dei decessi. Non ci è riuscita. Alla fine ho rinunciato e ho chiesto se negli altri paesi li tengono nascosti come in Italia. Mi ha mostrato che in Francia, Germania, UK sono facilmente accessibili e scaricabili ed era in grado di fare tutte le elaborazioni dei morti per fasce di età in un attimo. Ma non in Italia. Il sito dell'Istat è stato BLINDATO PER IMPEDIRE CHE QUALCUNO VERIFICHI I DATI. Ti mostrano loro dei grafici, ma i dati di chi è stato cancellato dall'anagrafe (perchè morto), che dovrebbero essere i più facili e semplici NON LI FANNO TROVARE. Trovi solo tante tabelle di elaborazioni statistiche % del tipo probabilità di decesso rispetto alla media stimata...ecc.. ma mai il semplice dato dei morti per fasce di età. L'Intelligenza Artificiale ti fa tutte queste ricerche in un attimo e ti trova sul sito dell'Istat dove provare a scaricare il file. Ma in Italia non riesce. Negli altri paesi non ha problemi. L'Istat è uno SCANDALO G.Zibordi Source: https://x.com/pbecchi/status/1982908946504442331
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