• Ho chiesto a un mio amico che ha superato i 60 anni e si avvicina ai 70: "Quali cambiamenti stai notando?" Mi ha inviato queste riflessioni davvero interessanti che vorrei condividere con voi:

    Dopo aver amato i miei genitori, fratelli, coniuge, figli e amici, ho iniziato ad amare me stesso.
    Ho capito che non sono "Atlante": il mondo non pesa sulle mie spalle.
    Non contratto più con i venditori di frutta e verdura. Qualche soldo in più non mi cambia la vita, ma potrebbe aiutare il venditore a pagare la scuola di sua figlia.
    Pago il tassista senza aspettare il resto. Quel piccolo extra potrebbe farlo sorridere, e sta sicuramente lavorando più duramente di me.
    Non correggo più gli anziani che ripetono le stesse storie. Quelle storie li riportano a momenti felici del loro passato.
    Ho imparato a non correggere le persone, anche quando so che sbagliano. La pace è più preziosa della perfezione.
    Elogio le persone generosamente. Non solo migliora il loro umore, ma anche il mio.
    Non mi preoccupo più per una macchia sui vestiti. La personalità conta più delle apparenze.
    Mi allontano dalle persone che non mi apprezzano. Conosco il mio valore, anche se loro no.
    Non mi vergogno delle mie emozioni. Sono proprio le emozioni a rendermi umano.
    Ho capito che è meglio mettere da parte l’ego piuttosto che rompere una relazione.
    Vivo ogni giorno come se fosse l’ultimo, perché potrebbe esserlo davvero.
    Faccio ciò che mi rende felice. La mia felicità dipende da me.
    Valorizzo i miei amici, perché ogni giorno ne perdo alcuni: non perché litighiamo, ma perché sono passati oltre.
    Valorizzo ciò che ho, piuttosto che ciò che desidero, perché ciò che ho è mio: la mia vita, la mia famiglia, i miei amici.
    Ho deciso di condividere questo perché mi sono chiesto: perché aspettare così tanto tempo per cercare la felicità? Non dobbiamo essere anziani per praticare questi insegnamenti!
    Ho chiesto a un mio amico che ha superato i 60 anni e si avvicina ai 70: "Quali cambiamenti stai notando?" Mi ha inviato queste riflessioni davvero interessanti che vorrei condividere con voi: Dopo aver amato i miei genitori, fratelli, coniuge, figli e amici, ho iniziato ad amare me stesso. Ho capito che non sono "Atlante": il mondo non pesa sulle mie spalle. Non contratto più con i venditori di frutta e verdura. Qualche soldo in più non mi cambia la vita, ma potrebbe aiutare il venditore a pagare la scuola di sua figlia. Pago il tassista senza aspettare il resto. Quel piccolo extra potrebbe farlo sorridere, e sta sicuramente lavorando più duramente di me. Non correggo più gli anziani che ripetono le stesse storie. Quelle storie li riportano a momenti felici del loro passato. Ho imparato a non correggere le persone, anche quando so che sbagliano. La pace è più preziosa della perfezione. Elogio le persone generosamente. Non solo migliora il loro umore, ma anche il mio. Non mi preoccupo più per una macchia sui vestiti. La personalità conta più delle apparenze. Mi allontano dalle persone che non mi apprezzano. Conosco il mio valore, anche se loro no. Non mi vergogno delle mie emozioni. Sono proprio le emozioni a rendermi umano. Ho capito che è meglio mettere da parte l’ego piuttosto che rompere una relazione. Vivo ogni giorno come se fosse l’ultimo, perché potrebbe esserlo davvero. Faccio ciò che mi rende felice. La mia felicità dipende da me. Valorizzo i miei amici, perché ogni giorno ne perdo alcuni: non perché litighiamo, ma perché sono passati oltre. Valorizzo ciò che ho, piuttosto che ciò che desidero, perché ciò che ho è mio: la mia vita, la mia famiglia, i miei amici. Ho deciso di condividere questo perché mi sono chiesto: perché aspettare così tanto tempo per cercare la felicità? Non dobbiamo essere anziani per praticare questi insegnamenti!
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  • “È strano avere la stessa età degli anziani”
    Lucio Gardin ha scritto una cosa semplice, ma devastante:
    Oggi ho scoperto che sono io lo zio che aspettavo da piccolo.

    C’è un momento, dopo i 60, in cui capisci che il vecchio… sei tu. Ma dentro ti senti ancora il bulletto che faceva il cretino dietro ai banchi, il ragazzino che rubava la Vespa a suo fratello, l’idiota felice che andava a ballare col giubbotto di pelle e il motorino scassato.

    Solo che ora il motorino è una TAC.
    Il giubbotto è la coperta della sera.
    E la festa… è quando ti arriva l’analisi del sangue in cui “è tutto nella norma”.

    I sessanta oggi non sono quelli di ieri.
    Una volta a sessant’anni eri già “nonno e rincoglionito”.
    Ora vai in palestra, fai trekking, sei su WhatsApp, ti incazzi col governo, ti innamori ancora.
    Hai la testa da trentenne e le ginocchia da svendita di fine serie.

    Dentro siamo giovani. Fuori siamo scontrini scoloriti.
    Ci hanno truffati: ci hanno detto che saremmo invecchiati piano, e invece ci siamo svegliati vecchi in una società che ci chiama “boomer” e ci ignora. Ma siamo noi che ancora votiamo, che ancora leggiamo, che ancora ci emozioniamo per una canzone, una figlia, un cane, una carezza.

    Il vero miracolo è questo: avere sessant’anni e ridere come se non li avessi.
    Fare sesso come se ci fosse ancora tempo.
    Dire “ti voglio bene” come se avessimo 18 anni e niente da perdere.

    Allora facciamolo questo brindisi, ragazzi:
    A voi. Ai sessantenni che sanno ancora sporcarsi le mani, alzare la voce, innamorarsi senza Telegram.
    A quelli che leggono ancora gli articoli fino in fondo, che si ricordano la prima volta che hanno guidato, la prima volta che hanno amato… e l’ultima volta che hanno pianto.

    Perché sì, oggi abbiamo la stessa età degli anziani.
    Ma siamo giovani vintage. E non passeremo mai di moda.



    SE TI È ARRIVATO AL CUORE, CONDIVIDI.
    Qualcuno là fuori ha bisogno di sapere che non è solo.
    Che non è vecchio.
    È solo un giovane con più storie da raccontare.

    #SessantaENonSentirli #BoomerPower #GardinDocet #VecchiMaBelli #GiovaniVintage #RiderePiangereRicordare
    “È strano avere la stessa età degli anziani” Lucio Gardin ha scritto una cosa semplice, ma devastante: Oggi ho scoperto che sono io lo zio che aspettavo da piccolo. C’è un momento, dopo i 60, in cui capisci che il vecchio… sei tu. Ma dentro ti senti ancora il bulletto che faceva il cretino dietro ai banchi, il ragazzino che rubava la Vespa a suo fratello, l’idiota felice che andava a ballare col giubbotto di pelle e il motorino scassato. Solo che ora il motorino è una TAC. Il giubbotto è la coperta della sera. E la festa… è quando ti arriva l’analisi del sangue in cui “è tutto nella norma”. ⚠️ I sessanta oggi non sono quelli di ieri. Una volta a sessant’anni eri già “nonno e rincoglionito”. Ora vai in palestra, fai trekking, sei su WhatsApp, ti incazzi col governo, ti innamori ancora. Hai la testa da trentenne e le ginocchia da svendita di fine serie. 🎭 Dentro siamo giovani. Fuori siamo scontrini scoloriti. Ci hanno truffati: ci hanno detto che saremmo invecchiati piano, e invece ci siamo svegliati vecchi in una società che ci chiama “boomer” e ci ignora. Ma siamo noi che ancora votiamo, che ancora leggiamo, che ancora ci emozioniamo per una canzone, una figlia, un cane, una carezza. 💣 Il vero miracolo è questo: avere sessant’anni e ridere come se non li avessi. Fare sesso come se ci fosse ancora tempo. Dire “ti voglio bene” come se avessimo 18 anni e niente da perdere. 🎤 Allora facciamolo questo brindisi, ragazzi: A voi. Ai sessantenni che sanno ancora sporcarsi le mani, alzare la voce, innamorarsi senza Telegram. A quelli che leggono ancora gli articoli fino in fondo, che si ricordano la prima volta che hanno guidato, la prima volta che hanno amato… e l’ultima volta che hanno pianto. Perché sì, oggi abbiamo la stessa età degli anziani. Ma siamo giovani vintage. E non passeremo mai di moda. ⸻ 🧠 SE TI È ARRIVATO AL CUORE, CONDIVIDI. Qualcuno là fuori ha bisogno di sapere che non è solo. Che non è vecchio. È solo un giovane con più storie da raccontare. #SessantaENonSentirli #BoomerPower #GardinDocet #VecchiMaBelli #GiovaniVintage #RiderePiangereRicordare
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  • È vergognoso sia l'attacco arrivato dagli Usa, dove non solo chiedono ufficialmente la rimozione di Francesca Albanese, ma anche quello di cui la accusano: "Virulento antisemitismo e sostegno al terrorismo", oltre a una campagna diffamatoria e denigratoria senza precedenti. Il Presidente della Repubblica e quello del Consiglio dovrebbero insorgere a difesa di una cittadina italiana, così come il resto della politica. Ignobile quello che sta succedendo. Vergognoso il silenzio delle istituzioni italiane. Ripeto: vergognoso!

    #NonInMioNome
    È vergognoso sia l'attacco arrivato dagli Usa, dove non solo chiedono ufficialmente la rimozione di Francesca Albanese, ma anche quello di cui la accusano: "Virulento antisemitismo e sostegno al terrorismo", oltre a una campagna diffamatoria e denigratoria senza precedenti. Il Presidente della Repubblica e quello del Consiglio dovrebbero insorgere a difesa di una cittadina italiana, così come il resto della politica. Ignobile quello che sta succedendo. Vergognoso il silenzio delle istituzioni italiane. Ripeto: vergognoso! #NonInMioNome
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  • AMNESIA A PROCESSO BALANZONI: ANELLI FA AUTOGOL ALLA DOMANDA SUI VACCINI | Con Frajese e Contri
    Filippo #Anelli non ricorda di preciso il motivo giuridico per cui ha querelato la dott.ssa Barbara #Balanzoni.
    E' un risvolto quantomai particolare quello che l'avv. Mauro Sandri ha promesso in queste ore di rendere pubblico non appena sarà possibile avere i verbali della seduta.

    La prima udienza si è svolta nei giorni scorsi. La dottoressa bolognese è stata radiata dall’Ordine dei medici di Venezia nel 2022 per le sue posizioni sulla gestione della pandemia da Covid. La Balanzoni è ora imputata per diffamazione e minacce a seguito di una querela sporta nel marzo 2022 da Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei medici di Bari e della Fnomceo (Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri).
    Durante l’udienza, tenutasi davanti al giudice Fabio Cosentino, Anelli ha testimoniato in merito a due video pubblicati dalla Balanzoni su YouTube a gennaio e febbraio 2022, successivamente oscurati.
    Anelli ha dichiarato di aver provato un profondo disagio a causa di questi video e di essere stato costretto a cambiare abitudini e a richiedere l’intervento della polizia "per il clima di odio contro gli Ordini che si era scatenato" in quel periodo.

    La difesa dell’imputata sostiene che Anelli non avrebbe fornito “chiare precisazioni su quali sarebbero le frasi diffamatorie e minacciose che gli sarebbero state rivolte” e che la Fnomceo avrebbe agito in violazione di legge, mentre la Balanzoni avrebbe semplicemente esercitato il suo diritto di critica.

    Un autogol, secondo Sandri

    E in effetti, secondo le ricostruzioni di Sandri, nemmeno Anelli avrebbe saputo far cenno alla legge secondo cui ha querelato Balanzoni: "Quest'ultimo ha rilasciato dichiarazioni quanto meno opinabili affermando di 'avere eseguito la legge', ma al contempo non ha saputo rispondere alla domanda di quale fosse il contenuto della legge alla quale ritiene di avere adempiuto... Dopo avere detto di essersi sentito minacciato tanto da dover ricorrere a "protezioni", ha ripetutamente affermato di non ricordare i fatti specifici che ha posto a fondamento della sua denuncia. Un comportamento tra il reticente ed il surreale". E' solo l'inizio di una controffensiva di legalità che travolgerà i falsari della pandemia".

    La dottoressa ha commentato: “Era giunto il momento di affrontare questa cosa per chiarire a livello giudiziario. Io ho dovuto perdere la mia vita, il mio lavoro (sono stata sospesa, radiata e ho perso la copertura assicurativa) e ho dovuto cambiare città e regione”.
    In aula il presidente dell’ordine dei medici "ha continuato a dire che a lui interessava una sola cosa, cioè che i medici avessero il certificato vaccinale a posto, cioè lui era un esecutore della legge", riporta Balanzoni.
    "A un certo punto Sandri ha chiesto: quali erano questi vaccini autorizzati? E lui ha detto, non mi interessava quale fosse il vaccino autorizzato, cioè fatene uno, fatene un altro, cioè tu dovevi avere il vaccino o non potevi esercitare, e perché quello era un requisito di legge a cui io dovevo temperare per il ruolo istituzionale".
    La prossima udienza del processo è fissata per il 28 maggio 2025.

    https://www.youtube.com/watch?v=uD1PKT7O8GA
    AMNESIA A PROCESSO BALANZONI: ANELLI FA AUTOGOL ALLA DOMANDA SUI VACCINI | Con Frajese e Contri Filippo #Anelli non ricorda di preciso il motivo giuridico per cui ha querelato la dott.ssa Barbara #Balanzoni. E' un risvolto quantomai particolare quello che l'avv. Mauro Sandri ha promesso in queste ore di rendere pubblico non appena sarà possibile avere i verbali della seduta. La prima udienza si è svolta nei giorni scorsi. La dottoressa bolognese è stata radiata dall’Ordine dei medici di Venezia nel 2022 per le sue posizioni sulla gestione della pandemia da Covid. La Balanzoni è ora imputata per diffamazione e minacce a seguito di una querela sporta nel marzo 2022 da Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei medici di Bari e della Fnomceo (Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri). Durante l’udienza, tenutasi davanti al giudice Fabio Cosentino, Anelli ha testimoniato in merito a due video pubblicati dalla Balanzoni su YouTube a gennaio e febbraio 2022, successivamente oscurati. Anelli ha dichiarato di aver provato un profondo disagio a causa di questi video e di essere stato costretto a cambiare abitudini e a richiedere l’intervento della polizia "per il clima di odio contro gli Ordini che si era scatenato" in quel periodo. La difesa dell’imputata sostiene che Anelli non avrebbe fornito “chiare precisazioni su quali sarebbero le frasi diffamatorie e minacciose che gli sarebbero state rivolte” e che la Fnomceo avrebbe agito in violazione di legge, mentre la Balanzoni avrebbe semplicemente esercitato il suo diritto di critica. Un autogol, secondo Sandri E in effetti, secondo le ricostruzioni di Sandri, nemmeno Anelli avrebbe saputo far cenno alla legge secondo cui ha querelato Balanzoni: "Quest'ultimo ha rilasciato dichiarazioni quanto meno opinabili affermando di 'avere eseguito la legge', ma al contempo non ha saputo rispondere alla domanda di quale fosse il contenuto della legge alla quale ritiene di avere adempiuto... Dopo avere detto di essersi sentito minacciato tanto da dover ricorrere a "protezioni", ha ripetutamente affermato di non ricordare i fatti specifici che ha posto a fondamento della sua denuncia. Un comportamento tra il reticente ed il surreale". E' solo l'inizio di una controffensiva di legalità che travolgerà i falsari della pandemia". La dottoressa ha commentato: “Era giunto il momento di affrontare questa cosa per chiarire a livello giudiziario. Io ho dovuto perdere la mia vita, il mio lavoro (sono stata sospesa, radiata e ho perso la copertura assicurativa) e ho dovuto cambiare città e regione”. In aula il presidente dell’ordine dei medici "ha continuato a dire che a lui interessava una sola cosa, cioè che i medici avessero il certificato vaccinale a posto, cioè lui era un esecutore della legge", riporta Balanzoni. "A un certo punto Sandri ha chiesto: quali erano questi vaccini autorizzati? E lui ha detto, non mi interessava quale fosse il vaccino autorizzato, cioè fatene uno, fatene un altro, cioè tu dovevi avere il vaccino o non potevi esercitare, e perché quello era un requisito di legge a cui io dovevo temperare per il ruolo istituzionale". La prossima udienza del processo è fissata per il 28 maggio 2025. https://www.youtube.com/watch?v=uD1PKT7O8GA
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  • I PUSHER DI BIG-PHARMA

    Paolo Barnard, cofondatore di "Report" e leggenda del giornalismo d'inchiesta in Italia, nel 2001 confeziona uno dei migliori servizi d'inchiesta italiani sulla salute: i farmaci e tutto il sistema di spaccio, chiamato comparaggio.

    https://t.me/chatmovimentoperleliberta/27249
    I PUSHER DI BIG-PHARMA🔴 Paolo Barnard, cofondatore di "Report" e leggenda del giornalismo d'inchiesta in Italia, nel 2001 confeziona uno dei migliori servizi d'inchiesta italiani sulla salute: i farmaci e tutto il sistema di spaccio, chiamato comparaggio. https://t.me/chatmovimentoperleliberta/27249
    T.ME
    Gisella Gise in CHAT MPL MOVIMENTO PER LE LIBERTÀ - GRUPPO MILANO chat discussione gruppo Milano - comitato Salvaguardia
    I PUSHER DI BIG-PHARMA🔴 Paolo Barnard, cofondatore di "Report" e leggenda del giornalismo d'inchiesta in Italia, nel 2001 confeziona uno dei migliori servizi d'inchiesta italiani sulla salute: i farmaci e tutto il sistema di spaccio, chiamato comparaggio. https://t.me/+UEDfAkwji69QA_xo https://t.me/+ms9a5yz7kwkwMmFi 📍 Qui non è Sanremo ma Free Onda
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  • PERCHÈ GLI INSEGNANTI NON STANNO 36 ORE A SETTIMANA IN AULA
    Come accade ogni anno, in questi giorni molti lavoratori non insegnanti invidiano i "3 mesi di vacanza" le "18-22-25 ore a settimana" i "ponti", le "vacanze di Natale e di Pasqua". Ciò che molti non sanno è il fatto che il lavoro che svolge un insegnante non si misura in "ore" e neanche in "giorni".
    L'insegnante non è un impiegato, nonostante negli ultimi 30 anni percepisca uno stipendio di tipo impiegatizio. L'insegnante è un professionista della conoscenza e della formazione. Come tale il suo lavoro non si riduce alle sole ore frontali che trascorre con i propri studenti.
    Dietro ogni ora di lezione, ce n'è una di preparazione con tanto di differenziazione tra i propri studenti, dietro ogni verifica scritta c'è la sua preparazione e soprattutto la correzione, dietro ogni consiglio di classe c'è la preparazione di scrutini, relazioni e , lasciatemelo dire, scartoffie spesso inutili.
    Ridurre il lavoro di un professionista alle sole ore di lezioni in aula è semplicemente offensivo e chi lo fa, sa che sta offendendo nello stesso istante in cui pronuncia quelle frasi fatte.
    Ma anche durante quelle lezioni in aula possiamo dire che non c'è alcun altro mestiere che mette il docente di fronte a 30 alunni da seguire contemporaneamente. Non c'è medico, magisrtrato, avvocato, ingegnere che si relazioni con tutte queste persone insieme, persone speciali che rappresentano il futuro del Paese, persone che ci vengono affidate dai propri genitori.
    Non c'è alcuna altra professione tanto delicata quanto impegnativa che non prevede pause durante la mattinata salvo quelle famose ore buche che nessuno calcola e che servono per i "banali" bisogni fisiologici.
    Tuttavia mi sento di dire che la mia è una professione speciale. nessun'altra professione come quella dell'insegnante consente di lasciare il segno, incidere sulla formazione dei cittadini del futuro, lasciare una eredità culturale non indifferente, nessuna.
    E allora noi insegnanti riponiamo proprio nella specialità della nostra professione quel supplemento emozionale che nessun altro lavoro potrà mai dare. Ciò che l'insegnante "produce" non si misura in metri quadri nè in chilogrammi, quindi perchè il suo lavoro dovrebbe essere misurato in "ore"? Ed è proprio per questo che cerco sempre di evitare di rispondere a certe domande quantificando in ore tutto il lavoro extra che non richiede presenza in aula.
    Prof. Salvo Amato
    PERCHÈ GLI INSEGNANTI NON STANNO 36 ORE A SETTIMANA IN AULA Come accade ogni anno, in questi giorni molti lavoratori non insegnanti invidiano i "3 mesi di vacanza" le "18-22-25 ore a settimana" i "ponti", le "vacanze di Natale e di Pasqua". Ciò che molti non sanno è il fatto che il lavoro che svolge un insegnante non si misura in "ore" e neanche in "giorni". L'insegnante non è un impiegato, nonostante negli ultimi 30 anni percepisca uno stipendio di tipo impiegatizio. L'insegnante è un professionista della conoscenza e della formazione. Come tale il suo lavoro non si riduce alle sole ore frontali che trascorre con i propri studenti. Dietro ogni ora di lezione, ce n'è una di preparazione con tanto di differenziazione tra i propri studenti, dietro ogni verifica scritta c'è la sua preparazione e soprattutto la correzione, dietro ogni consiglio di classe c'è la preparazione di scrutini, relazioni e , lasciatemelo dire, scartoffie spesso inutili. Ridurre il lavoro di un professionista alle sole ore di lezioni in aula è semplicemente offensivo e chi lo fa, sa che sta offendendo nello stesso istante in cui pronuncia quelle frasi fatte. Ma anche durante quelle lezioni in aula possiamo dire che non c'è alcun altro mestiere che mette il docente di fronte a 30 alunni da seguire contemporaneamente. Non c'è medico, magisrtrato, avvocato, ingegnere che si relazioni con tutte queste persone insieme, persone speciali che rappresentano il futuro del Paese, persone che ci vengono affidate dai propri genitori. Non c'è alcuna altra professione tanto delicata quanto impegnativa che non prevede pause durante la mattinata salvo quelle famose ore buche che nessuno calcola e che servono per i "banali" bisogni fisiologici. Tuttavia mi sento di dire che la mia è una professione speciale. nessun'altra professione come quella dell'insegnante consente di lasciare il segno, incidere sulla formazione dei cittadini del futuro, lasciare una eredità culturale non indifferente, nessuna. E allora noi insegnanti riponiamo proprio nella specialità della nostra professione quel supplemento emozionale che nessun altro lavoro potrà mai dare. Ciò che l'insegnante "produce" non si misura in metri quadri nè in chilogrammi, quindi perchè il suo lavoro dovrebbe essere misurato in "ore"? Ed è proprio per questo che cerco sempre di evitare di rispondere a certe domande quantificando in ore tutto il lavoro extra che non richiede presenza in aula. Prof. Salvo Amato
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  • Ministro degli Esteri iraniano Araghchi:

    Alcuni Paesi mi hanno chiamato e mi hanno chiesto di tornare alla diplomazia; e io ho risposto loro:

    "Ma eravamo già nel pieno della diplomazia quando siamo stati attaccati, quale diplomazia ?"

    Iranian Foreign Minister Araghchi:

    Some countries called me and asked me to return to diplomacy; and I answered them:

    "But we were already in the midst of diplomacy when we were attacked, what diplomacy?"

    https://x.com/elisamariastel1/status/1935997555403284819
    Ministro degli Esteri iraniano Araghchi: Alcuni Paesi mi hanno chiamato e mi hanno chiesto di tornare alla diplomazia; e io ho risposto loro: "Ma eravamo già nel pieno della diplomazia quando siamo stati attaccati, quale diplomazia ?" Iranian Foreign Minister Araghchi: Some countries called me and asked me to return to diplomacy; and I answered them: "But we were already in the midst of diplomacy when we were attacked, what diplomacy?" https://x.com/elisamariastel1/status/1935997555403284819
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  • Lettera* di una signora di 96 anni alla sua banca

    «Alla cortese attenzione del Direttore

    Desidero ringraziarvi di cuore per aver rifiutato il pagamento del mio assegno al mio idraulico, lo scorso mese.

    Secondo le mie stime, la somma sul conto è arrivata circa tre nanosecondi dopo che lui ha presentato l’assegno allo sportello. Capisco, tuttavia, che questo lasso di tempo vi sia risultato inaccettabile, soprattutto considerando che il trasferimento mensile dal mio conto di risparmio – attivo da appena trentun anni – non fosse stato ancora registrato.

    Devo ammettere che la vostra prontezza nel cogliere quell’attimo di vuoto sul mio saldo è stata ammirevole, così come lo è stata l’energia con cui mi avete addebitato 30 euro di penale per l’accaduto. Grazie! Mi avete aperto gli occhi su quanto poco attenta sia stata nella gestione delle mie finanze.

    Riflettendoci, mi sono accorta di come, negli anni, io abbia sempre risposto alle vostre lettere, alle telefonate, persino agli SMS. Voi invece, avete deciso di farmi parlare solo con robot, messaggi registrati e tasti da premere a caso… una vera dimostrazione di calore umano.
    Così ho pensato: perché non adeguarmi anche io al vostro stile di comunicazione impersonale?

    Da oggi in poi, i miei pagamenti mensili (mutuo, utenze e prestiti) non saranno più automatici, bensì inviati tramite assegni cartacei, indirizzati esclusivamente a un dipendente in carne e ossa che voi dovrete nominare e comunicarmi per iscritto.

    Naturalmente, la busta sarà contrassegnata come riservata e personale, e qualsiasi apertura da parte di soggetti non autorizzati verrà considerata violazione di corrispondenza, ai sensi della legge postale.

    Allego inoltre un modulo conoscitivo di 8 pagine da restituire debitamente compilato, in modo da conoscere il vostro dipendente quanto voi avete imparato a conoscere me. Sono richiesti dati personali, situazione patrimoniale, stato di salute certificato da un notaio, e un’autocertificazione sui livelli di stress causati da clienti ottantenni (e oltre).

    In seguito, fornirò al vostro incaricato un PIN personale di 28 cifre, che dovrà comunicare ogni volta che interagisce con me. Scusatemi se è lungo, ma l’ho elaborato ispirandomi al numero esatto di tasti che mi tocca premere per ascoltare il saldo del mio conto tramite il vostro servizio telefonico automatico.

    E ora, per pareggiare i conti, anche voi dovrete affrontare il mio nuovo sistema telefonico:

    Premi 1: Per prendere appuntamento con me.
    Premi 2: Per sapere se l’assegno è stato spedito.
    Premi 3: Per essere trasferiti in salotto (se ci sono).
    Premi 4: Per essere trasferiti in camera da letto (se sto dormendo).
    Premi 5: Per essere trasferiti in bagno (se sono… occupata).
    Premi 6: Per parlare con me sul cellulare (ma solo se rispondo).
    Premi 7: Per lasciare un messaggio criptato sul mio computer (la password verrà inviata separatamente, solo al mio contatto di fiducia).
    Premi 8: Per ascoltare di nuovo il menu. E pentirvi di aver chiamato.

    Tutte le chiamate per reclami o richieste generiche verranno messe in attesa indefinita e gestite da un sistema automatico a pagamento. Sì, avete letto bene: a pagamento.

    L’attivazione del mio servizio di risposta prevede una tassa fissa di 50 euro, che vi chiedo gentilmente di accreditarmi ogni volta che cercate di contattarmi.
    Con stima.

    Una (non più tanto paziente) cliente di 96 anni.»

    [* Fosse pure inventata, è simpatica]
    Lettera* di una signora di 96 anni alla sua banca 😂 «Alla cortese attenzione del Direttore Desidero ringraziarvi di cuore per aver rifiutato il pagamento del mio assegno al mio idraulico, lo scorso mese. Secondo le mie stime, la somma sul conto è arrivata circa tre nanosecondi dopo che lui ha presentato l’assegno allo sportello. Capisco, tuttavia, che questo lasso di tempo vi sia risultato inaccettabile, soprattutto considerando che il trasferimento mensile dal mio conto di risparmio – attivo da appena trentun anni – non fosse stato ancora registrato. Devo ammettere che la vostra prontezza nel cogliere quell’attimo di vuoto sul mio saldo è stata ammirevole, così come lo è stata l’energia con cui mi avete addebitato 30 euro di penale per l’accaduto. Grazie! Mi avete aperto gli occhi su quanto poco attenta sia stata nella gestione delle mie finanze. Riflettendoci, mi sono accorta di come, negli anni, io abbia sempre risposto alle vostre lettere, alle telefonate, persino agli SMS. Voi invece, avete deciso di farmi parlare solo con robot, messaggi registrati e tasti da premere a caso… una vera dimostrazione di calore umano. Così ho pensato: perché non adeguarmi anche io al vostro stile di comunicazione impersonale? Da oggi in poi, i miei pagamenti mensili (mutuo, utenze e prestiti) non saranno più automatici, bensì inviati tramite assegni cartacei, indirizzati esclusivamente a un dipendente in carne e ossa che voi dovrete nominare e comunicarmi per iscritto. Naturalmente, la busta sarà contrassegnata come riservata e personale, e qualsiasi apertura da parte di soggetti non autorizzati verrà considerata violazione di corrispondenza, ai sensi della legge postale. Allego inoltre un modulo conoscitivo di 8 pagine da restituire debitamente compilato, in modo da conoscere il vostro dipendente quanto voi avete imparato a conoscere me. Sono richiesti dati personali, situazione patrimoniale, stato di salute certificato da un notaio, e un’autocertificazione sui livelli di stress causati da clienti ottantenni (e oltre). In seguito, fornirò al vostro incaricato un PIN personale di 28 cifre, che dovrà comunicare ogni volta che interagisce con me. Scusatemi se è lungo, ma l’ho elaborato ispirandomi al numero esatto di tasti che mi tocca premere per ascoltare il saldo del mio conto tramite il vostro servizio telefonico automatico. E ora, per pareggiare i conti, anche voi dovrete affrontare il mio nuovo sistema telefonico: Premi 1: Per prendere appuntamento con me. Premi 2: Per sapere se l’assegno è stato spedito. Premi 3: Per essere trasferiti in salotto (se ci sono). Premi 4: Per essere trasferiti in camera da letto (se sto dormendo). Premi 5: Per essere trasferiti in bagno (se sono… occupata). Premi 6: Per parlare con me sul cellulare (ma solo se rispondo). Premi 7: Per lasciare un messaggio criptato sul mio computer (la password verrà inviata separatamente, solo al mio contatto di fiducia). Premi 8: Per ascoltare di nuovo il menu. E pentirvi di aver chiamato. Tutte le chiamate per reclami o richieste generiche verranno messe in attesa indefinita e gestite da un sistema automatico a pagamento. Sì, avete letto bene: a pagamento. L’attivazione del mio servizio di risposta prevede una tassa fissa di 50 euro, che vi chiedo gentilmente di accreditarmi ogni volta che cercate di contattarmi. Con stima. Una (non più tanto paziente) cliente di 96 anni.» [* Fosse pure inventata, è simpatica]
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  • Domenica Russo morta nell'incidente a Lomazzo davanti ai suoi alunni: chi era "Nika", la maestra di Napoli
    Chi era Domenica Russo, la maestra morta nel drammatico incidente a Lomazzo: il dolore e le testimonianze degli amici.


    Nel drammatico incidente verificatosi a Lomazzo è morta la maestra Domenica Russo, per tutti “Nika”. La 43enne ha perso la vita quando il pullman su cui viaggiava assieme ai suoi amati alunni ha tamponato un mezzo pesante sulla Pedemontana Lombarda (A36), andandosi poi a schiantare contro la parete della galleria in cui stava transitando. L’insegnante, al momento dell’impatto, si trovava sul sedile accanto a quello dell’autista. A nulla sono serviti i tentativi di rianimazione dei soccorsi.

    Domenica Russo, chi era la maestra morta nell'incidente a Lomazzo
    Il dolore degli amici di "Nika"
    Sindacati e insegnanti protestano
    Il cordoglio delle istituzioni

    Domenica Russo, chi era la maestra morta nell’incidente a Lomazzo

    “Nika” era una donna solare, una maestra innamorata del suo lavoro iniziato un anno fa. Mamma e compagna amorevole, era originaria di Napoli. Dopo la laurea in “Scienze del servizio sociale”, dieci anni fa si era trasferita a Sesto Calende, comune in provincia di Varese. Qui aveva cominciato a lavorare come assistente sociale.

    Lo scorso anno l’inizio di una nuova avventura professionale per Domenica che aveva accettato di insegnare alla scuola elementare di Cazzago Brabbia.

    Soccorsi a LomazzoFonte foto: ANSA
    I soccorsi intervenuti sulla Pedemontana dopo l’incidente

    Lunedì 19 maggio, assieme ai suoi alunni, era andata a fare visita al Museo del Cavallo Giocattolo di Grandate. Durante il viaggio di ritorno la tragedia: il drammatico schianto del pullman su cui stava viaggiando con un mezzo pesante. “Nika” è morta, altri tre insegnanti sono rimasti feriti, una bimba è stata ricoverata in codice rosso, 12 alunni in codice giallo e 17 in codice verde.
    Il dolore degli amici di “Nika”

    “Negli ultimi anni stava con un nuovo compagno ed era la donna più felice che si potesse incontrare”. Lo riferisce, come riportato da Repubblica, un’amica della vittima.

    “La figlia era la sua vita – ha proseguito la donna -. È sempre stata una napoletana doc, portava sempre allegria. Era sempre solare, con il sorriso”.

    Domenica amava il suo lavoro e amava soprattutto dare una mano ai ragazzi quando erano in difficoltà. “Quante chiacchierate, quanti abbracci, sorrisi e perché no anche pianti. Ho condiviso gioie e dolori con te. Non riesco a crederci, mi mancherai”, il commento doloroso affidato ai social di un’altra amica di “Nika” che lascia una figlia di 13 anni e il compagno Dario.

    “Dai primi istanti in cui ho appreso le dinamiche di questa tragedia, inspiegabilmente non ho staccato gli occhi da notizie e aggiornamenti e non riuscivo a capire la mia irrequietudine nel saperne eventuali risvolti”, ha scritto sui social un amico di “Nika”.

    “Poi – ha aggiunto l’uomo – mentre già dormivo per una giornata impegnativa a lavoro, c’è chi mi ha scritto e chiamato ripetutamente lasciandomi la cruda verità. Potevano passare mesi e bere un caffè al bar come se non ci fossimo mai persi di vista cancellando anche divergenze che a volte avevamo come cane e gatto. Caffè interminabili, ci si sfogava delle innumerevoli peripezie che questa vita al Nord ci riservava”.

    E ancora: “Vita che in un lampo, una manciata di secondi di un baglio di luce, ti ha portato via dai tuoi affetti, dai tuoi cari, da una figlia, la tua ragione di vita stessa e dal tuo compagno di vita”. “Certe cose non si dicono perché le si percepiscono, ti ho voluto bene più di una sorella, ma oggi più di ieri avrei voluto dirtelo più di ogni altra cosa. Buon viaggio Domenica”, ha concluso l’amico.
    Sindacati e insegnanti protestano

    La tragedia ha innescato proteste nei confronti del mondo del lavoro. “Tutti – spiega una maestra – abbiamo portato e portiamo i ragazzi in gita senza alcuna indennità o pagamento di straordinario. Lo facciamo perché crediamo sia giusto, sia utile, sia didatticamente arricchente. Da sempre e per anni, tutte senza esclusione alcuna. Oggi una di noi è morta. Ho i brividi. Parliamo di morte sul lavoro, non di incidente generico”.

    Anche il sindacato Usb parla di morte sul lavoro: “Usb scuola esprime dolore e sgomento per la morte della giovane maestra, Domenica Russo, di soli 43 anni, in seguito al terribile incidente occorso all’autobus che trasportava suoi e altri bambini durante una gita scolastica. Una delle tante attività non retribuite, piene di responsabilità e di rischi che fanno parte di un mestiere fondamentale e spesso bistrattato”.
    Il cordoglio delle istituzioni

    “La tragedia provoca sgomento in tutti noi. Esprimo il mio più profondo cordoglio alla famiglia della docente e seguo con apprensione la situazione dei feriti e dei bambini coinvolti”. Così il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.

    Condoglianze anche da parte del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che è originario proprio del paese della scolaresca coinvolta: “Ho appreso con commozione e con dolore dell’incidente che ha coinvolto la scolaresca del plesso Pascoli di Cazzago Brabbia, la mia scuola quando ero bambino. Esprimo le mie condoglianze alla famiglia della maestra deceduta e sono vicino a tutte le maestre e alle famiglie dei piccoli scolari”.

    “A tutti va il mio pensiero e la mia più sincera vicinanza”, ha dichiarato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. “Desidero ringraziare tutte le donne e gli uomini impegnati nei soccorsi. Con prontezza e professionalità, hanno messo in sicurezza e rassicurato i piccoli passeggeri”, ha aggiunto Fontana.

    “La notizia della tragica scomparsa di un’insegnante ci colpisce profondamente le parole dell’assessora regionale all’istruzione Simona Tironi —. Si tratta di una tragedia che colpisce nel profondo e che richiama l’importanza e il valore di chi ogni giorno si dedica con responsabilità e passione all’educazione dei nostri giovani”.
    https://www.virgilio.it/notizie/domenica-russo-morta-nell-incidente-a-lomazzo-davanti-ai-suoi-alunni-chi-era-nika-la-maestra-di-napoli-1679576
    Domenica Russo morta nell'incidente a Lomazzo davanti ai suoi alunni: chi era "Nika", la maestra di Napoli Chi era Domenica Russo, la maestra morta nel drammatico incidente a Lomazzo: il dolore e le testimonianze degli amici. Nel drammatico incidente verificatosi a Lomazzo è morta la maestra Domenica Russo, per tutti “Nika”. La 43enne ha perso la vita quando il pullman su cui viaggiava assieme ai suoi amati alunni ha tamponato un mezzo pesante sulla Pedemontana Lombarda (A36), andandosi poi a schiantare contro la parete della galleria in cui stava transitando. L’insegnante, al momento dell’impatto, si trovava sul sedile accanto a quello dell’autista. A nulla sono serviti i tentativi di rianimazione dei soccorsi. Domenica Russo, chi era la maestra morta nell'incidente a Lomazzo Il dolore degli amici di "Nika" Sindacati e insegnanti protestano Il cordoglio delle istituzioni Domenica Russo, chi era la maestra morta nell’incidente a Lomazzo “Nika” era una donna solare, una maestra innamorata del suo lavoro iniziato un anno fa. Mamma e compagna amorevole, era originaria di Napoli. Dopo la laurea in “Scienze del servizio sociale”, dieci anni fa si era trasferita a Sesto Calende, comune in provincia di Varese. Qui aveva cominciato a lavorare come assistente sociale. Lo scorso anno l’inizio di una nuova avventura professionale per Domenica che aveva accettato di insegnare alla scuola elementare di Cazzago Brabbia. Soccorsi a LomazzoFonte foto: ANSA I soccorsi intervenuti sulla Pedemontana dopo l’incidente Lunedì 19 maggio, assieme ai suoi alunni, era andata a fare visita al Museo del Cavallo Giocattolo di Grandate. Durante il viaggio di ritorno la tragedia: il drammatico schianto del pullman su cui stava viaggiando con un mezzo pesante. “Nika” è morta, altri tre insegnanti sono rimasti feriti, una bimba è stata ricoverata in codice rosso, 12 alunni in codice giallo e 17 in codice verde. Il dolore degli amici di “Nika” “Negli ultimi anni stava con un nuovo compagno ed era la donna più felice che si potesse incontrare”. Lo riferisce, come riportato da Repubblica, un’amica della vittima. “La figlia era la sua vita – ha proseguito la donna -. È sempre stata una napoletana doc, portava sempre allegria. Era sempre solare, con il sorriso”. Domenica amava il suo lavoro e amava soprattutto dare una mano ai ragazzi quando erano in difficoltà. “Quante chiacchierate, quanti abbracci, sorrisi e perché no anche pianti. Ho condiviso gioie e dolori con te. Non riesco a crederci, mi mancherai”, il commento doloroso affidato ai social di un’altra amica di “Nika” che lascia una figlia di 13 anni e il compagno Dario. “Dai primi istanti in cui ho appreso le dinamiche di questa tragedia, inspiegabilmente non ho staccato gli occhi da notizie e aggiornamenti e non riuscivo a capire la mia irrequietudine nel saperne eventuali risvolti”, ha scritto sui social un amico di “Nika”. “Poi – ha aggiunto l’uomo – mentre già dormivo per una giornata impegnativa a lavoro, c’è chi mi ha scritto e chiamato ripetutamente lasciandomi la cruda verità. Potevano passare mesi e bere un caffè al bar come se non ci fossimo mai persi di vista cancellando anche divergenze che a volte avevamo come cane e gatto. Caffè interminabili, ci si sfogava delle innumerevoli peripezie che questa vita al Nord ci riservava”. E ancora: “Vita che in un lampo, una manciata di secondi di un baglio di luce, ti ha portato via dai tuoi affetti, dai tuoi cari, da una figlia, la tua ragione di vita stessa e dal tuo compagno di vita”. “Certe cose non si dicono perché le si percepiscono, ti ho voluto bene più di una sorella, ma oggi più di ieri avrei voluto dirtelo più di ogni altra cosa. Buon viaggio Domenica”, ha concluso l’amico. Sindacati e insegnanti protestano La tragedia ha innescato proteste nei confronti del mondo del lavoro. “Tutti – spiega una maestra – abbiamo portato e portiamo i ragazzi in gita senza alcuna indennità o pagamento di straordinario. Lo facciamo perché crediamo sia giusto, sia utile, sia didatticamente arricchente. Da sempre e per anni, tutte senza esclusione alcuna. Oggi una di noi è morta. Ho i brividi. Parliamo di morte sul lavoro, non di incidente generico”. Anche il sindacato Usb parla di morte sul lavoro: “Usb scuola esprime dolore e sgomento per la morte della giovane maestra, Domenica Russo, di soli 43 anni, in seguito al terribile incidente occorso all’autobus che trasportava suoi e altri bambini durante una gita scolastica. Una delle tante attività non retribuite, piene di responsabilità e di rischi che fanno parte di un mestiere fondamentale e spesso bistrattato”. Il cordoglio delle istituzioni “La tragedia provoca sgomento in tutti noi. Esprimo il mio più profondo cordoglio alla famiglia della docente e seguo con apprensione la situazione dei feriti e dei bambini coinvolti”. Così il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Condoglianze anche da parte del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che è originario proprio del paese della scolaresca coinvolta: “Ho appreso con commozione e con dolore dell’incidente che ha coinvolto la scolaresca del plesso Pascoli di Cazzago Brabbia, la mia scuola quando ero bambino. Esprimo le mie condoglianze alla famiglia della maestra deceduta e sono vicino a tutte le maestre e alle famiglie dei piccoli scolari”. “A tutti va il mio pensiero e la mia più sincera vicinanza”, ha dichiarato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. “Desidero ringraziare tutte le donne e gli uomini impegnati nei soccorsi. Con prontezza e professionalità, hanno messo in sicurezza e rassicurato i piccoli passeggeri”, ha aggiunto Fontana. “La notizia della tragica scomparsa di un’insegnante ci colpisce profondamente le parole dell’assessora regionale all’istruzione Simona Tironi —. Si tratta di una tragedia che colpisce nel profondo e che richiama l’importanza e il valore di chi ogni giorno si dedica con responsabilità e passione all’educazione dei nostri giovani”. https://www.virgilio.it/notizie/domenica-russo-morta-nell-incidente-a-lomazzo-davanti-ai-suoi-alunni-chi-era-nika-la-maestra-di-napoli-1679576
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    Domenica Russo morta nell'incidente a Lomazzo davanti ai suoi alunni: chi era "Nika", la maestra di Napoli
    Chi era Domenica Russo, la maestra morta nel drammatico incidente a Lomazzo: il dolore e le testimonianze degli amici
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  • Business
    - Ora sono irlandese.
    - Da quanto tempo sei qui?
    - Nove mesi.
    - Di dove sei?
    - Vengo dalla Giordania, ma in realtà sono della Siria.
    - Come mai sei qui?
    - Beh, ho chiesto. L'ONU mi ha chiamato e mi ha detto: puoi andare in Svezia, in Germania e... mi hanno offerto 5 paesi in totale. Ma sono venuto qui perché ci sono i miei amici. L'Irlanda è bella. Ad esempio, io sono musulmano e qui non ci sono problemi.
    - Le autorità irlandesi ti pagano un'indennità mensile?
    - SÌ.
    - Quanto ti pagano?
    - Ho tre figlie, quindi in totale ricevo 500 sterline a settimana (588 euro)
    - 500 libbre ogni settimana?
    - SÌ.
    - Quante persone in totale sono venute qui con te?
    - Nove famiglie. E poi altri 30. Tutti dalla Giordania

    https://x.com/SilviusBerthold/status/1920148936985018799?t=vRQ9PRgn7EVr3f2CCgXzGQ&s=19
    Business 💸💰 - Ora sono irlandese. - Da quanto tempo sei qui? - Nove mesi. - Di dove sei? - Vengo dalla Giordania, ma in realtà sono della Siria. - Come mai sei qui? - Beh, ho chiesto. L'ONU mi ha chiamato e mi ha detto: puoi andare in Svezia, in Germania e... mi hanno offerto 5 paesi in totale. Ma sono venuto qui perché ci sono i miei amici. L'Irlanda è bella. Ad esempio, io sono musulmano e qui non ci sono problemi. - Le autorità irlandesi ti pagano un'indennità mensile? - SÌ. - Quanto ti pagano? - Ho tre figlie, quindi in totale ricevo 500 sterline a settimana (588 euro) - 500 libbre ogni settimana? - SÌ. - Quante persone in totale sono venute qui con te? - Nove famiglie. E poi altri 30. Tutti dalla Giordania https://x.com/SilviusBerthold/status/1920148936985018799?t=vRQ9PRgn7EVr3f2CCgXzGQ&s=19
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