• SENSO DI COLPA

    Sul Corriere di sabato vi era un'importante intervista del rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni,
    Alla domanda dell'intervistatore, Paolo Conti, se "Gaza rischia di cancellare Auschwitz", Di Segni ha così risposto:
    «Non è un rischio, ma un dato di fatto, una certezza nel momento in cui viene usata in una maniera così pericolosamente disinvolta la parola genocidio. Tutto è mediaticamente finalizzato a cancellare il vero genocidio, con una grande operazione di lavaggio delle coscienze utilizzando il senso di colpa dell’Occidente per la Shoah che così finirà per liberarsene completamente. E nulla sarà più come prima».

    L'umanità di Di Segni é commovente.
    Il rabbino capo di Roma non sembra preoccuparsi per le sofferenze di chi a Gaza viene ammazzato o si ritrova senza casa , senza averi e senza famiglia. Per costoro, infatti, nell'intervista neanche una parola. E' invece preoccupato che l'Occidente si liberi "dal senso di colpa per la Shoah".
    E per chi vuole davvero capire, quest'ultima frase già spiega quasi tutto.

    Martino Mora

    GUILT

    Saturday's Corriere featured an important interview with Rome's Chief Rabbi, Riccardo Di Segni.
    When asked by interviewer Paolo Conti whether "Gaza risks erasing Auschwitz," Di Segni responded:
    "It's not a risk, but a fact, a certainty when the word genocide is used so dangerously casually. The media is all geared toward erasing the true genocide, with a major conscience-washing operation that exploits the West's sense of guilt for the Holocaust, ultimately freeing it completely. And nothing will ever be the same again."

    Di Segni's humanity is moving.
    The Chief Rabbi of Rome doesn't seem to care about the suffering of those killed in Gaza or left homeless, without possessions, or without family. Indeed, not a word was said about them in the interview. Instead, he's worried that the West will free itself "from the guilt of the Holocaust."
    And for those who truly want to understand, this last sentence explains almost everything.

    Martino Mora
    SENSO DI COLPA Sul Corriere di sabato vi era un'importante intervista del rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, Alla domanda dell'intervistatore, Paolo Conti, se "Gaza rischia di cancellare Auschwitz", Di Segni ha così risposto: «Non è un rischio, ma un dato di fatto, una certezza nel momento in cui viene usata in una maniera così pericolosamente disinvolta la parola genocidio. Tutto è mediaticamente finalizzato a cancellare il vero genocidio, con una grande operazione di lavaggio delle coscienze utilizzando il senso di colpa dell’Occidente per la Shoah che così finirà per liberarsene completamente. E nulla sarà più come prima». L'umanità di Di Segni é commovente. Il rabbino capo di Roma non sembra preoccuparsi per le sofferenze di chi a Gaza viene ammazzato o si ritrova senza casa , senza averi e senza famiglia. Per costoro, infatti, nell'intervista neanche una parola. E' invece preoccupato che l'Occidente si liberi "dal senso di colpa per la Shoah". E per chi vuole davvero capire, quest'ultima frase già spiega quasi tutto. Martino Mora GUILT Saturday's Corriere featured an important interview with Rome's Chief Rabbi, Riccardo Di Segni. When asked by interviewer Paolo Conti whether "Gaza risks erasing Auschwitz," Di Segni responded: "It's not a risk, but a fact, a certainty when the word genocide is used so dangerously casually. The media is all geared toward erasing the true genocide, with a major conscience-washing operation that exploits the West's sense of guilt for the Holocaust, ultimately freeing it completely. And nothing will ever be the same again." Di Segni's humanity is moving. The Chief Rabbi of Rome doesn't seem to care about the suffering of those killed in Gaza or left homeless, without possessions, or without family. Indeed, not a word was said about them in the interview. Instead, he's worried that the West will free itself "from the guilt of the Holocaust." And for those who truly want to understand, this last sentence explains almost everything. Martino Mora
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  • ⚡️⚡️⚡️⚡️⚡️
    Discorso di Lavrov all'Assemblea generale delle Nazioni Unite.

    Distrugge gli ipocriti paesi occidentali come gli Stati Uniti  dopo aver appoggiato il genocidio. Inoltre critica anche Israele e la NATO.

    IN ESCLUSIVA TRADOTTO INTERAMENTE IN  ITALIANO
    https://t.me/lanuovanormalita
    ⚡️⚡️⚡️⚡️⚡️ Discorso di Lavrov all'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Distrugge gli ipocriti paesi occidentali come gli Stati Uniti  dopo aver appoggiato il genocidio. Inoltre critica anche Israele e la NATO. IN ESCLUSIVA TRADOTTO INTERAMENTE IN  ITALIANO https://t.me/lanuovanormalita
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  • La violenza islamista devasta la Nigeria: 7.000 cristiani uccisi in 220 giorni
    Un nuovo rapporto denuncia una brutale ondata di attacchi anticristiani in tutta la Nigeria nel 2025, con oltre 7.000 cristiani massacrati in soli 220 giorni —con una media di 32 morti al giorno— e 100 chiese distrutte ogni mese. Solo nello Stato di Benue si registrano oltre 1.100 vittime, tra cui il massacro di Yelewata in cui persero la vita 280 cristiani a giugno. Dal 2009, oltre 125.000 cristiani sono morti, 7.800 sono stati rapiti all’inizio del 2025 e 15 milioni di persone sono state sfollate. Si tratta di un duro avvertimento della continua presa del potere da parte degli islamisti e dell’urgente minaccia alla libertà religiosa in Nigeria. -

    Sterminio Silenzioso: La Crisi Dimenticata dei Cristiani in Nigeria

    Un genocidio strisciante sta avvenendo nell'indifferenza globale mentre l'estremismo islamista devasta le comunità cristiane nigeriane con numeri da guerra civile.

    Un agghiacciante rapporto documenta quella che può essere definita solo come una campagna di pulizia religiosa: nei primi 220 giorni del 2025, oltre 7.000 cristiani sono stati massacrati in Nigeria, una media di 32 morti al giorno. Parallelamente, 100 chiese vengono distrutte ogni mese, in un sistematico tentativo di cancellare la presenza cristiana da vaste regioni del paese.

    Il Contesto di un Massacro Annunciato

    La crisi attuale affonda le sue radici nell'escalation di violenza iniziata nel 2009 con la rivolta di Boko Haram. Da allora, il bilancio è spaventoso: oltre 125.000 cristiani uccisi, 7.800 rapiti solo all'inizio del 2025 e 15 milioni di persone costrette a fuggire dalle loro case, in quello che rappresenta uno dei più gravi episodi di sfollamento forzato al mondo.

    Le Zone del Terrore

    Lo Stato di Benue, nel cuore della Nigeria, si è trasformato in un epicentro del massacro. Oltre 1.100 vittime sono state registrate in questa regione sola, con il massacro di Yelewata di giugno che ha segnato uno dei giorni più sanguinosi: 280 cristiani uccisi in un singolo attacco.

    La violenza, perpetrata da gruppi estremisti islamisti come Boko Haram e i pastori Fulani militarizzati, si caratterizza per la sua brutalità: attacchi a villaggi indifesi, esecuzioni sommarie, mutilazioni e distruzione sistematica di luoghi di culto.

    Fattori della Crisi

    Alla base di questa tragedia convergono diversi elementi:

    · L'espansione territoriale dei gruppi jihadisti nel Nord e Centro Nigeria
    · La complicità di alcune autorità locali e la corruzione dilagante
    · La carenza cronica di sicurezza e l'impunità di cui godono i perpetratori
    · Tensioni etnico-religiose strumentalizzate per fini politici

    Il Silenzio Internazionale

    Nonostante le dimensioni apocalittiche della crisi, la risposta della comunità internazionale rimane inadeguata. Le organizzazioni per i diritti umani denunciano da anni quello che definiscono un "genocidio strisciante", ma l'attenzione mediatica e politica globale rimane marginale.

    Un Appello all'Azione

    Questi numeri non rappresentano solo statistiche, ma famiglie distrutte, comunità annientate e un'intera generazione traumatizzata. La continua presa del potere da parte degli islamisti in Nigeria rappresenta non solo una minaccia alla libertà religiosa, ma alla stessa stabilità dell'Africa occidentale.

    La comunità internazionale non può più voltarsi dall'altra parte. È necessaria un'azione coordinata che unisca pressione diplomatica, sostegno umanitario e strategie concrete per proteggere le minoranze religiose in Nigeria, prima che sia troppo tardi.

    ____________________
    ENGLISH

    Silent Slaughter: Nigeria's Forgotten Christian Crisis

    A creeping genocide is unfolding amid global indifference as Islamist extremism devastates Christian communities in Nigeria with civil war-level casualties.

    A chilling report documents what can only be described as a campaign of religious cleansing: in the first 220 days of 2025, over 7,000 Christians were massacred in Nigeria, averaging 32 deaths per day. Simultaneously, 100 churches are being destroyed monthly, in a systematic attempt to erase Christian presence from vast regions of the country.

    Background of a Foretold Massacre

    The current crisis has its roots in the escalation of violence that began in 2009 with the Boko Haram insurgency. Since then, the death toll has been horrifying: over 125,000 Christians killed, 7,800 kidnapped just in early 2025, and 15 million people forced to flee their homes, representing one of the most severe cases of forced displacement worldwide.

    Epicenters of Terror

    Benue State, in central Nigeria, has become a massacre epicenter. Over 1,100 victims were recorded in this region alone, with the June Yelewata massacre marking one of the bloodiest days: 280 Christians killed in a single attack.

    The violence, perpetrated by Islamist extremist groups like Boko Haram and militarized Fulani herdsmen, is characterized by its brutality: attacks on defenseless villages, summary executions, mutilations, and systematic destruction of places of worship.

    Root Causes of the Crisis

    Several converging factors underlie this tragedy:

    · Territorial expansion of jihadist groups in Northern and Central Nigeria
    · Complicity of some local authorities and rampant corruption
    · Chronic security deficits and impunity enjoyed by perpetrators
    · Ethno-religious tensions exploited for political purposes

    International Silence

    Despite the apocalyptic scale of the crisis, the international community's response remains inadequate. Human rights organizations have been denouncing what they call a "creeping genocide" for years, yet global media and political attention remains marginal.

    A Call to Action

    These numbers represent more than statistics—they represent destroyed families, annihilated communities, and a traumatized generation. The continuing power grab by Islamists in Nigeria threatens not only religious freedom but the very stability of West Africa.

    The international community can no longer look away. Coordinated action is urgently needed—combining diplomatic pressure, humanitarian support, and concrete strategies to protect religious minorities in Nigeria before it's too late.
    La violenza islamista devasta la Nigeria: 7.000 cristiani uccisi in 220 giorni Un nuovo rapporto denuncia una brutale ondata di attacchi anticristiani in tutta la Nigeria nel 2025, con oltre 7.000 cristiani massacrati in soli 220 giorni —con una media di 32 morti al giorno— e 100 chiese distrutte ogni mese. Solo nello Stato di Benue si registrano oltre 1.100 vittime, tra cui il massacro di Yelewata in cui persero la vita 280 cristiani a giugno. Dal 2009, oltre 125.000 cristiani sono morti, 7.800 sono stati rapiti all’inizio del 2025 e 15 milioni di persone sono state sfollate. Si tratta di un duro avvertimento della continua presa del potere da parte degli islamisti e dell’urgente minaccia alla libertà religiosa in Nigeria. - Sterminio Silenzioso: La Crisi Dimenticata dei Cristiani in Nigeria Un genocidio strisciante sta avvenendo nell'indifferenza globale mentre l'estremismo islamista devasta le comunità cristiane nigeriane con numeri da guerra civile. Un agghiacciante rapporto documenta quella che può essere definita solo come una campagna di pulizia religiosa: nei primi 220 giorni del 2025, oltre 7.000 cristiani sono stati massacrati in Nigeria, una media di 32 morti al giorno. Parallelamente, 100 chiese vengono distrutte ogni mese, in un sistematico tentativo di cancellare la presenza cristiana da vaste regioni del paese. Il Contesto di un Massacro Annunciato La crisi attuale affonda le sue radici nell'escalation di violenza iniziata nel 2009 con la rivolta di Boko Haram. Da allora, il bilancio è spaventoso: oltre 125.000 cristiani uccisi, 7.800 rapiti solo all'inizio del 2025 e 15 milioni di persone costrette a fuggire dalle loro case, in quello che rappresenta uno dei più gravi episodi di sfollamento forzato al mondo. Le Zone del Terrore Lo Stato di Benue, nel cuore della Nigeria, si è trasformato in un epicentro del massacro. Oltre 1.100 vittime sono state registrate in questa regione sola, con il massacro di Yelewata di giugno che ha segnato uno dei giorni più sanguinosi: 280 cristiani uccisi in un singolo attacco. La violenza, perpetrata da gruppi estremisti islamisti come Boko Haram e i pastori Fulani militarizzati, si caratterizza per la sua brutalità: attacchi a villaggi indifesi, esecuzioni sommarie, mutilazioni e distruzione sistematica di luoghi di culto. Fattori della Crisi Alla base di questa tragedia convergono diversi elementi: · L'espansione territoriale dei gruppi jihadisti nel Nord e Centro Nigeria · La complicità di alcune autorità locali e la corruzione dilagante · La carenza cronica di sicurezza e l'impunità di cui godono i perpetratori · Tensioni etnico-religiose strumentalizzate per fini politici Il Silenzio Internazionale Nonostante le dimensioni apocalittiche della crisi, la risposta della comunità internazionale rimane inadeguata. Le organizzazioni per i diritti umani denunciano da anni quello che definiscono un "genocidio strisciante", ma l'attenzione mediatica e politica globale rimane marginale. Un Appello all'Azione Questi numeri non rappresentano solo statistiche, ma famiglie distrutte, comunità annientate e un'intera generazione traumatizzata. La continua presa del potere da parte degli islamisti in Nigeria rappresenta non solo una minaccia alla libertà religiosa, ma alla stessa stabilità dell'Africa occidentale. La comunità internazionale non può più voltarsi dall'altra parte. È necessaria un'azione coordinata che unisca pressione diplomatica, sostegno umanitario e strategie concrete per proteggere le minoranze religiose in Nigeria, prima che sia troppo tardi. ____________________ ENGLISH Silent Slaughter: Nigeria's Forgotten Christian Crisis A creeping genocide is unfolding amid global indifference as Islamist extremism devastates Christian communities in Nigeria with civil war-level casualties. A chilling report documents what can only be described as a campaign of religious cleansing: in the first 220 days of 2025, over 7,000 Christians were massacred in Nigeria, averaging 32 deaths per day. Simultaneously, 100 churches are being destroyed monthly, in a systematic attempt to erase Christian presence from vast regions of the country. Background of a Foretold Massacre The current crisis has its roots in the escalation of violence that began in 2009 with the Boko Haram insurgency. Since then, the death toll has been horrifying: over 125,000 Christians killed, 7,800 kidnapped just in early 2025, and 15 million people forced to flee their homes, representing one of the most severe cases of forced displacement worldwide. Epicenters of Terror Benue State, in central Nigeria, has become a massacre epicenter. Over 1,100 victims were recorded in this region alone, with the June Yelewata massacre marking one of the bloodiest days: 280 Christians killed in a single attack. The violence, perpetrated by Islamist extremist groups like Boko Haram and militarized Fulani herdsmen, is characterized by its brutality: attacks on defenseless villages, summary executions, mutilations, and systematic destruction of places of worship. Root Causes of the Crisis Several converging factors underlie this tragedy: · Territorial expansion of jihadist groups in Northern and Central Nigeria · Complicity of some local authorities and rampant corruption · Chronic security deficits and impunity enjoyed by perpetrators · Ethno-religious tensions exploited for political purposes International Silence Despite the apocalyptic scale of the crisis, the international community's response remains inadequate. Human rights organizations have been denouncing what they call a "creeping genocide" for years, yet global media and political attention remains marginal. A Call to Action These numbers represent more than statistics—they represent destroyed families, annihilated communities, and a traumatized generation. The continuing power grab by Islamists in Nigeria threatens not only religious freedom but the very stability of West Africa. The international community can no longer look away. Coordinated action is urgently needed—combining diplomatic pressure, humanitarian support, and concrete strategies to protect religious minorities in Nigeria before it's too late.
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  • BISOGNA RIFORMARE L'ONU. COSÌ NON HA ALCUN SENSO!
    Netanyahu parla all'Onu in un'aula semi-vuota. Nega genocidio e la fame a Gaza: 'Riconoscere Palestina incoraggia Hamas' - Il Fatto Quotidiano
    Quando il premier israeliano fa il suo ingresso, escono decine di delegazioni tra fischi per lui e applausi per loro. Altoparlanti nella Striscia e l'Idf si infiltra nei telefoni dei gazawi...
    https://www.ilfattoquotidiano.it/live-post/2025/09/26/netanyahu-discorso-onu-gaza-oggi-diretta/8139935/
    BISOGNA RIFORMARE L'ONU. COSÌ NON HA ALCUN SENSO! Netanyahu parla all'Onu in un'aula semi-vuota. Nega genocidio e la fame a Gaza: 'Riconoscere Palestina incoraggia Hamas' - Il Fatto Quotidiano Quando il premier israeliano fa il suo ingresso, escono decine di delegazioni tra fischi per lui e applausi per loro. Altoparlanti nella Striscia e l'Idf si infiltra nei telefoni dei gazawi... https://www.ilfattoquotidiano.it/live-post/2025/09/26/netanyahu-discorso-onu-gaza-oggi-diretta/8139935/
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    Netanyahu parla all'Onu in un'aula semi-vuota. Nega genocidio e la fame a Gaza: 'Riconoscere Palestina incoraggia Hamas' - Il Fatto Quotidiano
    Quando il premier israeliano fa il suo ingresso, escono decine di delegazioni tra fischi per lui e applausi per loro. Altoparlanti nella Striscia e l'Idf si infiltra nei telefoni dei gazawi
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  • MANIE DI GRANDEZZA FOLLI. OCCORRE FERMARE IL GENOCIDIO di UN POPOLO. https://www.ilfattoquotidiano.it/live-post/2025/09/26/netanyahu-discorso-onu-gaza-oggi-diretta/8139935/
    MANIE DI GRANDEZZA FOLLI. OCCORRE FERMARE IL GENOCIDIO di UN POPOLO. https://www.ilfattoquotidiano.it/live-post/2025/09/26/netanyahu-discorso-onu-gaza-oggi-diretta/8139935/
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  • MATTEO GRACIS sullo SCIOPERA di LUNEDI' 22 Settembre!
    “Vergogna, avete messo a ferro e fuoco l’Italia, pagate i danni, a cosa è servito scioperare?”

    5 cose di numero, sugli scioperi di ieri.

    La prima: continuate a farvi fare puntualmente il lavaggio del cervello da politica e mass media. Vi mostrano quattro idioti di numero che spaccano una vetrina o lanciano un sasso ed ecco che non vedete altro. Ieri in Italia hanno manifestato pacificamente centinaia di migliaia di persone, i violenti saranno stati lo 0 virgola qualcosa per cento ma tanto basta per delegittimare le proteste. Senza considerare l’ipotesi di infiltrati, perché non sarebbe la prima volta.

    Seconda considerazione: e avanti di nuovo e sempre con il gioco delle fazioni, le tifoserie da stadio, le guerre tra poveri, anche sto giro dritti dentro la trappola del divide et impera, con la quale vi si inculano da 2mila anni. Destra sinistra fascisti comunisti e sto giro, chi ha manifestato e chi no, dunque continuiamo a dividerci evitando di unirci contro gli unici veri nemici, le élite dominanti.

    Terza riflessione: "A cosa è servito scioperare? Così non si risolve nulla!"
    Ora, molti di voi sono troppo giovani o troppo ignoranti per sapere che… tutte le più grandi conquiste a livello di diritti sociali e civili dell’epoca contemporanea, in Italia e nel mondo, sono state ottenute attraverso scioperi e azioni di disobbedienza. Se oggi molti di voi hanno determinati diritti e privilegi nel lavoro, nella scuola, nella sanità pubblica e in generale nella vostra quotidianità, è solo grazie a persone che prima di voi hanno scioperato, disobbedito e si sono ribellate.

    Quarto pensiero: molti là fuori sono affascinati dall’idea di rivoluzione, di cambiamento, perché... "questo sistema fa schifo, questa società è tutta sballata, dobbiamo mandare a casa i politici e sistemare le cose", poi però, di fronte al primo rigurgito di ribellione del popolo, ecco che non va più bene "perché così non si fa, non sono questi i modi, ok manifestare ma con educazione"… signori, la rivoluzione non si fa chiedendo il permesso. Smettetela di fare i guardiani della Matrix.

    E infine a tutti coloro che si sono lamentati per i disagi che hanno dovuto subire ieri a causa degli scioperi, vorrei ricordare che è in corso un fottuto genocidio, un massacro di esseri umani, a partire da donne e bambini inermi e innocenti. I vostri disagi sono nulla rispetto a quello che sta succedendo a un intero popolo la cui unica colpa è stata nascere in un angolo di mondo sfigato. Se non lo capite evidentemente non vi rendete conto di cosa siano le priorità e il senso della vita.

    Di fronte a una delle pagine più nere della storia dell’umanità, protestare, scioperare, disobbedire… è il minimo che possiamo fare.

    Dunque oggi e sempre… Lunga vita ai ribelli.
    MATTEO GRACIS sullo SCIOPERA di LUNEDI' 22 Settembre! “Vergogna, avete messo a ferro e fuoco l’Italia, pagate i danni, a cosa è servito scioperare?” 5 cose di numero, sugli scioperi di ieri. 🇵🇸 La prima: continuate a farvi fare puntualmente il lavaggio del cervello da politica e mass media. Vi mostrano quattro idioti di numero che spaccano una vetrina o lanciano un sasso ed ecco che non vedete altro. Ieri in Italia hanno manifestato pacificamente centinaia di migliaia di persone, i violenti saranno stati lo 0 virgola qualcosa per cento ma tanto basta per delegittimare le proteste. Senza considerare l’ipotesi di infiltrati, perché non sarebbe la prima volta. Seconda considerazione: e avanti di nuovo e sempre con il gioco delle fazioni, le tifoserie da stadio, le guerre tra poveri, anche sto giro dritti dentro la trappola del divide et impera, con la quale vi si inculano da 2mila anni. Destra sinistra fascisti comunisti e sto giro, chi ha manifestato e chi no, dunque continuiamo a dividerci evitando di unirci contro gli unici veri nemici, le élite dominanti. Terza riflessione: "A cosa è servito scioperare? Così non si risolve nulla!" Ora, molti di voi sono troppo giovani o troppo ignoranti per sapere che… tutte le più grandi conquiste a livello di diritti sociali e civili dell’epoca contemporanea, in Italia e nel mondo, sono state ottenute attraverso scioperi e azioni di disobbedienza. Se oggi molti di voi hanno determinati diritti e privilegi nel lavoro, nella scuola, nella sanità pubblica e in generale nella vostra quotidianità, è solo grazie a persone che prima di voi hanno scioperato, disobbedito e si sono ribellate. Quarto pensiero: molti là fuori sono affascinati dall’idea di rivoluzione, di cambiamento, perché... "questo sistema fa schifo, questa società è tutta sballata, dobbiamo mandare a casa i politici e sistemare le cose", poi però, di fronte al primo rigurgito di ribellione del popolo, ecco che non va più bene "perché così non si fa, non sono questi i modi, ok manifestare ma con educazione"… signori, la rivoluzione non si fa chiedendo il permesso. Smettetela di fare i guardiani della Matrix. E infine a tutti coloro che si sono lamentati per i disagi che hanno dovuto subire ieri a causa degli scioperi, vorrei ricordare che è in corso un fottuto genocidio, un massacro di esseri umani, a partire da donne e bambini inermi e innocenti. I vostri disagi sono nulla rispetto a quello che sta succedendo a un intero popolo la cui unica colpa è stata nascere in un angolo di mondo sfigato. Se non lo capite evidentemente non vi rendete conto di cosa siano le priorità e il senso della vita. Di fronte a una delle pagine più nere della storia dell’umanità, protestare, scioperare, disobbedire… è il minimo che possiamo fare. Dunque oggi e sempre… Lunga vita ai ribelli.
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  • Sciopero per Gaza: migliaia in piazza sotto la pioggia a Milano e Genova
    Manifestazioni in 80 città italiane. A Torino e Bologna studenti bloccano ingressi universitari: "Stop al genocidio"
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/22/sciopero-gaza-manifestazioni-universita-blocchi-oggi/8134491/
    Sciopero per Gaza: migliaia in piazza sotto la pioggia a Milano e Genova Manifestazioni in 80 città italiane. A Torino e Bologna studenti bloccano ingressi universitari: "Stop al genocidio" https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/22/sciopero-gaza-manifestazioni-universita-blocchi-oggi/8134491/
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    Sciopero per Gaza: migliaia in piazza sotto la pioggia a Milano e Genova
    Manifestazioni in 80 città italiane. A Torino e Bologna studenti bloccano ingressi universitari: "Stop al genocidio"
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  • BOICOTTARE ISRAELE: un libro che può cambiare le cose

    Non fatevi ingannare dalle dimensioni ridotte: questo è un grande, anzi grandissimo libro e il sottotitolo - "azioni concrete per fermare il genocidio in Palestina" - spiega bene il perché.
    Scritto dalla redazione de L'Indipendente con la collaborazione di BDS Italia, è un libro che può davvero fare la differenza.

    Abbiamo abbattuto costi e ricavi al minimo per renderlo disponibile al minor prezzo possibile (euro 9,50) in quanto l'obiettivo è farlo arrivare al maggior numero di persone. Siamo già in ristampa dopo una prevendita incredibile... e ora stiamo lavorando alla versione inglese!

    "Questo testo offre un modo concreto per trasformare il senso di impotenza in azione, mostrando come cittadini consapevoli e organizzati possano davvero incidere sul corso della storia e scriverla." (dall'introduzione firmata Francesca Albanese).

    Disponibile qui: https://shop.lindipendente.online/products/boicottare-israele
    BOICOTTARE ISRAELE: un libro che può cambiare le cose 📘 Non fatevi ingannare dalle dimensioni ridotte: questo è un grande, anzi grandissimo libro e il sottotitolo - "azioni concrete per fermare il genocidio in Palestina" - spiega bene il perché. Scritto dalla redazione de L'Indipendente con la collaborazione di BDS Italia, è un libro che può davvero fare la differenza. Abbiamo abbattuto costi e ricavi al minimo per renderlo disponibile al minor prezzo possibile (euro 9,50) in quanto l'obiettivo è farlo arrivare al maggior numero di persone. Siamo già in ristampa dopo una prevendita incredibile... e ora stiamo lavorando alla versione inglese! 💪 "Questo testo offre un modo concreto per trasformare il senso di impotenza in azione, mostrando come cittadini consapevoli e organizzati possano davvero incidere sul corso della storia e scriverla." (dall'introduzione firmata Francesca Albanese). Disponibile qui: https://shop.lindipendente.online/products/boicottare-israele
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    Boicottare Israele
    Descrizione Il sistema di apartheid e genocidio portato avanti da Israele si nutre di radici economiche e finanziarie profondissime e capillari. Colpire queste radici è una delle chiavi per porre fine all’ingiustizia che subiscono i palestinesi. Questo libro nasce dall’esigenza di fornire a tutti una guida semplice, chiara ed esaustiva per sapere come colpire le radici economiche e finanziarie che nutrono i crimini israeliani, e quindi contribuire a fermare l’afflusso di denaro che rende possibile l’occupazione della Palestina e il massacro del suo popolo.Semplici gesti per rompere il senso d’impotenza che pervade tutti noi di fronte al primo genocidio in diretta social della storia. Per essere cittadini attivi e non più spettatori esercitando scelte consapevoli durante la propria quotidianità: quando si fa la spesa, quando si naviga su internet, quando si cerca un hotel per una vacanza o un viaggio di lavoro, quando si fa il pieno all’automobile. In collaborazione con BDS Italia,introduzione di Francesca Albanese,postfazione di Omar Barghouti 156 pagine, f.to 11x18 cmSpedizione Gratuita Indice Prefazione Di Andrea Legni Introduzione Di Francesca Albanese Capitolo 1 Il business del genocidio Capitolo 2 Colpire dove più fa male. Il boicottaggio funziona Capitolo 3 Agire in modo strategico Capitolo 4 Il movimento che terrorizza il potere israeliano Capitolo 5 I prodotti da boicottare: guida completa Capitolo 6 Banche, istituzioni finanziarie e assicurazioni da boicottare Capitolo 7 Boicottaggio accademico Capitolo 8 Disinvestimento Capitolo 9 Fare pressione Capitolo 10 Conclusioni Postfazione Di Omar Barghouti
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  • Caro ministro Tajani, crede davvero che finora l’Italia su Gaza sia stata dalla parte giusta della storia?

    In questi giorni gira in rete un video del Ministro Antonio Tajani, che durante un comizio elettorale nelle Marche precisa “(…) noi sul genocidio (pausa), su tutto ciò che accade a Gaza non abbiamo nessuna responsabilità. Stiamo difendendo il diritto del popolo palestinese a rimanere dov’è (…) ad avere uno stato. Non siamo complici di nessun… omicidio, di nessun genocidio, di nessun crimine”.

    Chissà cosa avrà pensato il Ministro in quella breve pausa dopo aver pronunciato la parola genocidio, purtroppo la regia non ci fa neanche vedere il suo volto. Ma ormai la frittata era fatta. Con questo discorso è caduta infatti tutta la narrazione italiana alimentata in questi due anni guerra dai due vicepremier Tajani e Salvini, così come dalla Presidente, Giorgia Meloni. Un racconto pubblico in cui prima si è supportata l’azione militare israeliana, poi la si è giustificata rimanendo silenti sulle atrocità e si è negato i crimini commessi a Gaza, arrivando solo negli ultimi mesi ad avanzare qualche critica di fronte all’evidenza delle immagini, delle testimonianze e alle proteste sempre crescenti dell’opinione pubblica.

    Finalmente è quindi caduta la maschera. Ministro Tajani, Lei pronunciando quella parola ha automaticamente riconosciuto tutta una serie di obblighi che il nostro Paese almeno dal 26 gennaio 2024 non sta rispettando. È utile ricordarli perché, nel rispetto del diritto internazionale, l’Italia era tenuta a:

    – interrompere qualunque fornitura di armi, componenti d’arma, tecnologie e servizi militari a Israele;
    – rivedere le proprie relazioni economiche, politiche, accademiche, sociali e culturali con Israele, interrompendo immediatamente qualunque rapporto che potesse rafforzare o giustificare la commissione di gravi violazioni del diritto internazionale o ostacolare l’esercizio del diritto di autodeterminazione del popolo palestinese;
    – astenersi dall’intrattenere con Israele qualunque relazione economica o commerciale che riguardasse il Territorio palestinese occupato, che potesse in qualunque modo supportare la presenza illegale di Israele;
    – adottare provvedimenti adeguati per impedire che cittadini italiani e imprese presenti in Italia intrattenessero relazioni commerciali o di investimento, che potessero contribuire a consolidare l’occupazione illegale di Israele dei territori palestinesi;
    – attivarsi per chiedere e ottenere la sospensione dell’Accordo di associazione tra Ue e Israele, che dovrebbe essere basato sul rispetto dei diritti umani e dei valori democratici;
    – sostenere a livello internazionale qualunque iniziativa politica volta a fare pressione su Israele, con l’obiettivo di indurlo a desistere dalla commissione dei gravi crimini di cui si è reso responsabile;
    – collaborare in modo proattivo e tempestivo con altri Stati e organismi internazionali, come la Corte Penale internazionale, che hanno intrapreso indagini e azioni penali su presunti crimini di diritto internazionale commessi a Gaza o in Israele.
    – valutare, anche in sede europea, l’adozione di misure restrittive contro la leadership militare e politica israeliana (come il congelamento dei beni e il travel ban) analoghe a quelle che sono state adottate contro la Russia e l’establishment russo, a seguito dell’illecita invasione dell’Ucraina.

    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/19/genocidio-gaza-tajani-responsabilita-italia-notizie/8132596/
    Caro ministro Tajani, crede davvero che finora l’Italia su Gaza sia stata dalla parte giusta della storia? In questi giorni gira in rete un video del Ministro Antonio Tajani, che durante un comizio elettorale nelle Marche precisa “(…) noi sul genocidio (pausa), su tutto ciò che accade a Gaza non abbiamo nessuna responsabilità. Stiamo difendendo il diritto del popolo palestinese a rimanere dov’è (…) ad avere uno stato. Non siamo complici di nessun… omicidio, di nessun genocidio, di nessun crimine”. Chissà cosa avrà pensato il Ministro in quella breve pausa dopo aver pronunciato la parola genocidio, purtroppo la regia non ci fa neanche vedere il suo volto. Ma ormai la frittata era fatta. Con questo discorso è caduta infatti tutta la narrazione italiana alimentata in questi due anni guerra dai due vicepremier Tajani e Salvini, così come dalla Presidente, Giorgia Meloni. Un racconto pubblico in cui prima si è supportata l’azione militare israeliana, poi la si è giustificata rimanendo silenti sulle atrocità e si è negato i crimini commessi a Gaza, arrivando solo negli ultimi mesi ad avanzare qualche critica di fronte all’evidenza delle immagini, delle testimonianze e alle proteste sempre crescenti dell’opinione pubblica. Finalmente è quindi caduta la maschera. Ministro Tajani, Lei pronunciando quella parola ha automaticamente riconosciuto tutta una serie di obblighi che il nostro Paese almeno dal 26 gennaio 2024 non sta rispettando. È utile ricordarli perché, nel rispetto del diritto internazionale, l’Italia era tenuta a: – interrompere qualunque fornitura di armi, componenti d’arma, tecnologie e servizi militari a Israele; – rivedere le proprie relazioni economiche, politiche, accademiche, sociali e culturali con Israele, interrompendo immediatamente qualunque rapporto che potesse rafforzare o giustificare la commissione di gravi violazioni del diritto internazionale o ostacolare l’esercizio del diritto di autodeterminazione del popolo palestinese; – astenersi dall’intrattenere con Israele qualunque relazione economica o commerciale che riguardasse il Territorio palestinese occupato, che potesse in qualunque modo supportare la presenza illegale di Israele; – adottare provvedimenti adeguati per impedire che cittadini italiani e imprese presenti in Italia intrattenessero relazioni commerciali o di investimento, che potessero contribuire a consolidare l’occupazione illegale di Israele dei territori palestinesi; – attivarsi per chiedere e ottenere la sospensione dell’Accordo di associazione tra Ue e Israele, che dovrebbe essere basato sul rispetto dei diritti umani e dei valori democratici; – sostenere a livello internazionale qualunque iniziativa politica volta a fare pressione su Israele, con l’obiettivo di indurlo a desistere dalla commissione dei gravi crimini di cui si è reso responsabile; – collaborare in modo proattivo e tempestivo con altri Stati e organismi internazionali, come la Corte Penale internazionale, che hanno intrapreso indagini e azioni penali su presunti crimini di diritto internazionale commessi a Gaza o in Israele. – valutare, anche in sede europea, l’adozione di misure restrittive contro la leadership militare e politica israeliana (come il congelamento dei beni e il travel ban) analoghe a quelle che sono state adottate contro la Russia e l’establishment russo, a seguito dell’illecita invasione dell’Ucraina. https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/19/genocidio-gaza-tajani-responsabilita-italia-notizie/8132596/
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    Blog | Tajani ammette il genocidio a Gaza: cosa rischia ora l'Italia?
    Le parole del ministro sul genocidio a Gaza svelano le responsabilità dell'Italia. Ecco cosa dovrebbe fare il governo secondo il diritto internazionale.
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  • ECCO IL RAPPORTO ONU!
    IL MONDO NON PUO' PIU' GIRARSI dall'ALTRA PARTE!!!
    Rapporto ONU: "Israele sta commettendo genocidio contro i palestinesi a Gaza"
    La Commissione ONU documenta uccisioni mirate, stupri e blocco di aiuti umanitari: "È genocidio contro i palestinesi".
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/16/genocidio-gaza-rapporto-onu-israele-news/8128371/
    ECCO IL RAPPORTO ONU! IL MONDO NON PUO' PIU' GIRARSI dall'ALTRA PARTE!!! Rapporto ONU: "Israele sta commettendo genocidio contro i palestinesi a Gaza" La Commissione ONU documenta uccisioni mirate, stupri e blocco di aiuti umanitari: "È genocidio contro i palestinesi". https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/09/16/genocidio-gaza-rapporto-onu-israele-news/8128371/
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    Rapporto ONU: "Israele sta commettendo genocidio contro i palestinesi a Gaza"
    La Commissione ONU documenta uccisioni mirate, stupri e blocco di aiuti umanitari: "È genocidio contro i palestinesi"
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