• 𝐈𝐥 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐨 𝐧𝐮𝐦𝐞𝐫𝐨 𝐝𝐞 𝐢𝐥 𝐒𝐔𝐃 𝐌𝐢𝐥𝐚𝐧𝐨 𝐞‌ 𝐢𝐧 𝐝𝐢𝐬𝐭𝐫𝐢𝐛𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞! / Maggio 2025

    Puntualmente insieme a voi con nuovi servizi e approfondimenti ma soprattutto dando spazio & voce ai #Territori ❗️

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    📢 𝐈𝐥 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐨 𝐧𝐮𝐦𝐞𝐫𝐨 𝐝𝐞 𝐢𝐥 𝐒𝐔𝐃 𝐌𝐢𝐥𝐚𝐧𝐨 𝐞‌ 𝐢𝐧 𝐝𝐢𝐬𝐭𝐫𝐢𝐛𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞! 📢 / Maggio 2025 Puntualmente insieme a voi con nuovi servizi e approfondimenti ma soprattutto dando spazio & voce ai #Territori ❗️👍 🗞️ E ancora: interviste, cultura, storie di impegno, resistenza e rubriche su musica, serie TV ecc.. 📰 Vuoi leggerlo in anteprima? Clicca qui👉: https://www.ilsudmilano.it/2025/05/07/il-sud-milano-di-maggio-e-in-distribuzione-dal-7-maggio-non-perdetelo/?fbclid=IwY2xjawKKw-xleHRuA2FlbQIxMQABHnVrGXRTnj8odDp8dLZQ3T9iWyrSPNX0cJckFfM1mFAuq3odA0EoI4nSb4vD_aem_FqpQqZVHdH5rnUFWnSx2Gg 🔗 Seguici su Facebook: facebook.com/ilSUDMilano #ilsudmilano #milano #cultura #Teatro #musica #attualita‌ #cronacalocale #societa‌ #eventimilano #notizie #interviste #inchieste #rubriche #FreePress #digitaljournal #giornale
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  • ANTIFA OMEOPATICI

    Marco Travaglio - 3 Maggio 2025

    Degli “antifascisti immaginari” ritratti da Padellaro non c’è bisogno di fare i nomi, anche perché sono troppi. Ma basta vedere chi s’è infuriato per la definizione, che ovviamente esclude gli antifascisti veri e seri. E include chi dell’antifascismo di maniera e di carriera ha fatto un mestiere a rischio zero e guadagno mille. Come dice Giordano Bruno Guerri, i partigiani doc rischiavano la vita e molti la persero: quelli fuori tempo massimo rischiano al massimo qualche applauso (e royalty). Un’altra cartina al tornasole per riconoscerli è ciò che accadrà il 9 maggio, 80° anniversario della vittoria dell’Urss contro il Terzo Reich. A Mosca la vittoria nella “Grande Guerra Patriottica” sarà celebrata con la consueta parata nella Piazza Rossa, più solenne del solito per la cifra tonda, dove Putin mostrerà al mondo di essere tutt’altro che isolato ospitando i leader di Cina, India, Brasile, Sudafrica, altri Brics e Palestina. Dall’Europa giungeranno solo lo slovacco Fico e il serbo Vucic, subito minacciati dalla rappresentante per la Politica estera Ue, la estone Kaja Kallas, il cui Paese 80 anni fa stava coi nazisti. E non era il solo: era filonazista anche la parte occidentale dell’Ucraina, la Galizia attorno a Leopoli. Lì nel 1941 migliaia di collaborazionisti accolsero come liberatori i soldati hitleriani della Wehrmacht in marcia verso la Russia e da allora aiutarono le SS a rastrellare e depredare gli ebrei ucraini (1,6 milioni), in parte trucidati in loco e in parte deportati nei lager nazisti. Nella sola Leopoli una serie di terribili pogrom ridusse gli ebrei da 100 mila a un migliaio scarso in quattro anni. Vicino a Leopoli era nato l’ideologo nazionalista Stepan Bandera, filo-nazista, razzista e antisemita, fondatore della 14ª divisione Waffen-Grenadier delle SS, criminale di guerra responsabile dello sterminio di decine di migliaia di ebrei, polacchi, ucraini, russi, fuggito nel dopoguerra in Germania con la protezione dell’MI6, poi giustiziato dal Kgb e tuttoggi venerato in Ucraina come eroe nazionale.

    Che fa la cosiddetta Europa antifascista e antinazista? Trova il modo di commemorare i 26-28 milioni di morti sovietici che la liberarono da Hitler & complici insieme a mezzo milione di caduti anglo-americani? Non sia mai. Nel 1985 s’è inventata un contro-anniversario nel tentativo di oscurare quello russo: la “Giornata dell’Europa per la pace, l’unità e la solidarietà”, che guardacaso cade il 9 maggio come la Dichiarazione Schuman del 1950 (vuoi mettere con la sconfitta del nazifascismo). Quest’anno il ministro degli Esteri ucraino Sybiha ha invitato i vertici Ue a festeggiare. Indovinate dove? A Leopoli. “Grande idea”, ha esultato il suo omologo polacco Sikorski. E il prossimo anno tutti a Salò.

    Fatto Quotidiano
    ANTIFA OMEOPATICI Marco Travaglio - 3 Maggio 2025 Degli “antifascisti immaginari” ritratti da Padellaro non c’è bisogno di fare i nomi, anche perché sono troppi. Ma basta vedere chi s’è infuriato per la definizione, che ovviamente esclude gli antifascisti veri e seri. E include chi dell’antifascismo di maniera e di carriera ha fatto un mestiere a rischio zero e guadagno mille. Come dice Giordano Bruno Guerri, i partigiani doc rischiavano la vita e molti la persero: quelli fuori tempo massimo rischiano al massimo qualche applauso (e royalty). Un’altra cartina al tornasole per riconoscerli è ciò che accadrà il 9 maggio, 80° anniversario della vittoria dell’Urss contro il Terzo Reich. A Mosca la vittoria nella “Grande Guerra Patriottica” sarà celebrata con la consueta parata nella Piazza Rossa, più solenne del solito per la cifra tonda, dove Putin mostrerà al mondo di essere tutt’altro che isolato ospitando i leader di Cina, India, Brasile, Sudafrica, altri Brics e Palestina. Dall’Europa giungeranno solo lo slovacco Fico e il serbo Vucic, subito minacciati dalla rappresentante per la Politica estera Ue, la estone Kaja Kallas, il cui Paese 80 anni fa stava coi nazisti. E non era il solo: era filonazista anche la parte occidentale dell’Ucraina, la Galizia attorno a Leopoli. Lì nel 1941 migliaia di collaborazionisti accolsero come liberatori i soldati hitleriani della Wehrmacht in marcia verso la Russia e da allora aiutarono le SS a rastrellare e depredare gli ebrei ucraini (1,6 milioni), in parte trucidati in loco e in parte deportati nei lager nazisti. Nella sola Leopoli una serie di terribili pogrom ridusse gli ebrei da 100 mila a un migliaio scarso in quattro anni. Vicino a Leopoli era nato l’ideologo nazionalista Stepan Bandera, filo-nazista, razzista e antisemita, fondatore della 14ª divisione Waffen-Grenadier delle SS, criminale di guerra responsabile dello sterminio di decine di migliaia di ebrei, polacchi, ucraini, russi, fuggito nel dopoguerra in Germania con la protezione dell’MI6, poi giustiziato dal Kgb e tuttoggi venerato in Ucraina come eroe nazionale. Che fa la cosiddetta Europa antifascista e antinazista? Trova il modo di commemorare i 26-28 milioni di morti sovietici che la liberarono da Hitler & complici insieme a mezzo milione di caduti anglo-americani? Non sia mai. Nel 1985 s’è inventata un contro-anniversario nel tentativo di oscurare quello russo: la “Giornata dell’Europa per la pace, l’unità e la solidarietà”, che guardacaso cade il 9 maggio come la Dichiarazione Schuman del 1950 (vuoi mettere con la sconfitta del nazifascismo). Quest’anno il ministro degli Esteri ucraino Sybiha ha invitato i vertici Ue a festeggiare. Indovinate dove? A Leopoli. “Grande idea”, ha esultato il suo omologo polacco Sikorski. E il prossimo anno tutti a Salò. Fatto Quotidiano
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  • The global System Integrator Market is experiencing unprecedented growth, fueled by the rapid pace of digital transformation initiatives across industries, increased demand for industrial automation, and advancements in IT infrastructure technologies. The global system integrator market size is expected to reach USD 44.27 billion by 2032, according to a new study by Polaris Market Research.

    As businesses across sectors modernize their operations to stay competitive, the demand for system integration services—which seamlessly connect software, hardware, networking, and storage solutions—has skyrocketed. System integrators play a crucial role in enabling companies to adopt cutting-edge technologies while optimizing operational efficiency, ensuring data security, and enhancing overall productivity.

    Market Overview
    System integrators act as critical enablers of complex IT and operational technology projects. They design, install, and maintain systems by bringing together various subsystems into one cohesive environment. Whether it is manufacturing, healthcare, BFSI, or energy, organizations increasingly rely on system integrators to navigate their complex digital ecosystems.

    Several factors are propelling the system integrator market:

    Rapid industrial automation: Industries are transitioning toward smart factories and autonomous operations, requiring seamless integration of IoT devices, AI-based solutions, and robotics.

    Growth of cloud-based IT infrastructure: The rise of cloud computing and hybrid IT environments demands integration of on-premises and cloud platforms.

    Increased cybersecurity concerns: Companies are looking for secure, end-to-end integrated solutions to counter rising cyber threats.

    Expansion of digital transformation programs: Organizations globally are investing heavily in digital solutions that require the expertise of system integrators.

    However, challenges such as high integration costs and the complexity of legacy system upgrades could pose hurdles to market growth.

    Market Segmentation
    The system integrator market is segmented by service type, end-use industry, technology, and region.

    By Service Type:
    Infrastructure Integration Services: Includes network integration, cloud integration, data center management, and cybersecurity solutions.

    Application Integration Services: Focuses on integrating enterprise applications such as ERP, CRM, and SCM systems.

    Consulting Services: Strategic advisory services to support digital roadmaps, IT modernization, and system optimization.

    By End-Use Industry:
    Manufacturing: Implementation of industrial automation solutions and smart manufacturing practices.

    Healthcare: Integration of electronic health records (EHR), telemedicine platforms, and IoT medical devices.

    Energy & Utilities: Smart grid integration and renewable energy management systems.

    BFSI (Banking, Financial Services, and Insurance): Integration of fintech platforms, cybersecurity frameworks, and core banking systems.

    Retail & E-commerce: Omnichannel retail integration and customer experience optimization.

    IT & Telecom: Deployment of advanced networking, 5G, and enterprise mobility solutions.

    By Technology:
    Cloud Computing

    Artificial Intelligence & Machine Learning

    Industrial Internet of Things (IIoT)

    Cybersecurity

    Big Data & Analytics

    Each of these segments showcases unique opportunities for system integrators to deliver tailored solutions aligned with specific business needs.

    𝐄𝐱𝐩𝐥𝐨𝐫𝐞 𝐓𝐡𝐞 𝐂𝐨𝐦𝐩𝐥𝐞𝐭𝐞 𝐂𝐨𝐦𝐩𝐫𝐞𝐡𝐞𝐧𝐬𝐢𝐯𝐞 𝐑𝐞𝐩𝐨𝐫𝐭 𝐇𝐞𝐫𝐞: https://www.polarismarketresearch.com/industry-analysis/system-integrator-market
    Regional Analysis
    North America:
    North America leads the global system integrator market, driven by early technology adoption, significant investments in IT infrastructure, and a strong focus on digital transformation initiatives. The United States accounts for the lion’s share, owing to robust manufacturing sectors and a surge in smart city projects.

    Europe:
    Europe holds the second-largest market share, with Germany, the UK, and France spearheading adoption. The strong push for Industry 4.0 and industrial automation across manufacturing hubs is a significant driver. EU regulations on data privacy and cybersecurity are also pushing enterprises to invest in sophisticated integration solutions.

    Asia Pacific:
    The Asia Pacific region is projected to witness the fastest growth. Countries like China, Japan, India, and South Korea are heavily investing in smart factories, advanced telecom networks (like 5G), and next-generation IT infrastructure. Government-led initiatives such as "Make in India" and "Smart Cities Mission" are further bolstering market opportunities.

    Latin America and Middle East & Africa:
    These regions are gradually catching up, spurred by increasing investments in infrastructure, energy, and healthcare sectors. System integration services in these regions are seeing rising demand, particularly in urbanization and digital banking transformation efforts.

    Key Companies in the System Integrator Market
    The competitive landscape of the system integrator market is highly fragmented, with a mix of global giants and specialized regional players.

    Prominent market players include:

    Accenture plc: A leader in IT consulting and system integration services, with a strong focus on AI, cloud, and digital transformation projects.

    IBM Corporation: Offering a wide range of hybrid cloud, AI, and security integration solutions to enterprises worldwide.

    Tata Consultancy Services (TCS): TCS provides system integration services across banking, healthcare, retail, and government sectors, with a heavy focus on automation and AI.

    Schneider Electric SE: Specializing in energy management and automation integration services, particularly in the industrial and infrastructure sectors.

    Cisco Systems, Inc.: Known for its network integration services and end-to-end cybersecurity solutions.

    Infosys Limited: Offers comprehensive system integration, cloud modernization, and consulting services across verticals.

    Rockwell Automation, Inc.: Focused on delivering industrial automation and information solutions.

    Wipro Limited: Provides system integration services aimed at enhancing IT infrastructures, with expertise in cybersecurity and cloud.

    Other notable players include Cognizant Technology Solutions, Siemens AG, Capgemini SE, and Deloitte Touche Tohmatsu Limited.

    These companies are continuously expanding their service offerings through strategic partnerships, acquisitions, and innovations to cater to evolving customer demands.

    Conclusion
    As industries increasingly embrace the digital age, the role of system integrators becomes even more crucial. The integration of disruptive technologies like AI, cloud computing, and IIoT into traditional business environments demands highly skilled expertise. With strong growth projections, expanding market opportunities across regions, and continued technological advancements, the System Integrator Market stands as a pivotal enabler of the global digital transformation wave.

    Companies that can deliver comprehensive, agile, and secure system integration services will be best positioned to lead this dynamic market into the next decade.

    More Trending Latest Reports By Polaris Market Research:

    Halal Food Market

    Europe SGLT2 Inhibitors Market

    Green Methanol Market

    Protein Characterization And Identification Market

    Pumpkin Seeds Market

    Nootropics Market

    Non-Pvc Iv Bags Market

    Player Tracking Market

    Development to Operations Market
    The global System Integrator Market is experiencing unprecedented growth, fueled by the rapid pace of digital transformation initiatives across industries, increased demand for industrial automation, and advancements in IT infrastructure technologies. The global system integrator market size is expected to reach USD 44.27 billion by 2032, according to a new study by Polaris Market Research. As businesses across sectors modernize their operations to stay competitive, the demand for system integration services—which seamlessly connect software, hardware, networking, and storage solutions—has skyrocketed. System integrators play a crucial role in enabling companies to adopt cutting-edge technologies while optimizing operational efficiency, ensuring data security, and enhancing overall productivity. Market Overview System integrators act as critical enablers of complex IT and operational technology projects. They design, install, and maintain systems by bringing together various subsystems into one cohesive environment. Whether it is manufacturing, healthcare, BFSI, or energy, organizations increasingly rely on system integrators to navigate their complex digital ecosystems. Several factors are propelling the system integrator market: Rapid industrial automation: Industries are transitioning toward smart factories and autonomous operations, requiring seamless integration of IoT devices, AI-based solutions, and robotics. Growth of cloud-based IT infrastructure: The rise of cloud computing and hybrid IT environments demands integration of on-premises and cloud platforms. Increased cybersecurity concerns: Companies are looking for secure, end-to-end integrated solutions to counter rising cyber threats. Expansion of digital transformation programs: Organizations globally are investing heavily in digital solutions that require the expertise of system integrators. However, challenges such as high integration costs and the complexity of legacy system upgrades could pose hurdles to market growth. Market Segmentation The system integrator market is segmented by service type, end-use industry, technology, and region. By Service Type: Infrastructure Integration Services: Includes network integration, cloud integration, data center management, and cybersecurity solutions. Application Integration Services: Focuses on integrating enterprise applications such as ERP, CRM, and SCM systems. Consulting Services: Strategic advisory services to support digital roadmaps, IT modernization, and system optimization. By End-Use Industry: Manufacturing: Implementation of industrial automation solutions and smart manufacturing practices. Healthcare: Integration of electronic health records (EHR), telemedicine platforms, and IoT medical devices. Energy & Utilities: Smart grid integration and renewable energy management systems. BFSI (Banking, Financial Services, and Insurance): Integration of fintech platforms, cybersecurity frameworks, and core banking systems. Retail & E-commerce: Omnichannel retail integration and customer experience optimization. IT & Telecom: Deployment of advanced networking, 5G, and enterprise mobility solutions. By Technology: Cloud Computing Artificial Intelligence & Machine Learning Industrial Internet of Things (IIoT) Cybersecurity Big Data & Analytics Each of these segments showcases unique opportunities for system integrators to deliver tailored solutions aligned with specific business needs. 𝐄𝐱𝐩𝐥𝐨𝐫𝐞 𝐓𝐡𝐞 𝐂𝐨𝐦𝐩𝐥𝐞𝐭𝐞 𝐂𝐨𝐦𝐩𝐫𝐞𝐡𝐞𝐧𝐬𝐢𝐯𝐞 𝐑𝐞𝐩𝐨𝐫𝐭 𝐇𝐞𝐫𝐞: https://www.polarismarketresearch.com/industry-analysis/system-integrator-market Regional Analysis North America: North America leads the global system integrator market, driven by early technology adoption, significant investments in IT infrastructure, and a strong focus on digital transformation initiatives. The United States accounts for the lion’s share, owing to robust manufacturing sectors and a surge in smart city projects. Europe: Europe holds the second-largest market share, with Germany, the UK, and France spearheading adoption. The strong push for Industry 4.0 and industrial automation across manufacturing hubs is a significant driver. EU regulations on data privacy and cybersecurity are also pushing enterprises to invest in sophisticated integration solutions. Asia Pacific: The Asia Pacific region is projected to witness the fastest growth. Countries like China, Japan, India, and South Korea are heavily investing in smart factories, advanced telecom networks (like 5G), and next-generation IT infrastructure. Government-led initiatives such as "Make in India" and "Smart Cities Mission" are further bolstering market opportunities. Latin America and Middle East & Africa: These regions are gradually catching up, spurred by increasing investments in infrastructure, energy, and healthcare sectors. System integration services in these regions are seeing rising demand, particularly in urbanization and digital banking transformation efforts. Key Companies in the System Integrator Market The competitive landscape of the system integrator market is highly fragmented, with a mix of global giants and specialized regional players. Prominent market players include: Accenture plc: A leader in IT consulting and system integration services, with a strong focus on AI, cloud, and digital transformation projects. IBM Corporation: Offering a wide range of hybrid cloud, AI, and security integration solutions to enterprises worldwide. Tata Consultancy Services (TCS): TCS provides system integration services across banking, healthcare, retail, and government sectors, with a heavy focus on automation and AI. Schneider Electric SE: Specializing in energy management and automation integration services, particularly in the industrial and infrastructure sectors. Cisco Systems, Inc.: Known for its network integration services and end-to-end cybersecurity solutions. Infosys Limited: Offers comprehensive system integration, cloud modernization, and consulting services across verticals. Rockwell Automation, Inc.: Focused on delivering industrial automation and information solutions. Wipro Limited: Provides system integration services aimed at enhancing IT infrastructures, with expertise in cybersecurity and cloud. Other notable players include Cognizant Technology Solutions, Siemens AG, Capgemini SE, and Deloitte Touche Tohmatsu Limited. These companies are continuously expanding their service offerings through strategic partnerships, acquisitions, and innovations to cater to evolving customer demands. Conclusion As industries increasingly embrace the digital age, the role of system integrators becomes even more crucial. The integration of disruptive technologies like AI, cloud computing, and IIoT into traditional business environments demands highly skilled expertise. With strong growth projections, expanding market opportunities across regions, and continued technological advancements, the System Integrator Market stands as a pivotal enabler of the global digital transformation wave. Companies that can deliver comprehensive, agile, and secure system integration services will be best positioned to lead this dynamic market into the next decade. More Trending Latest Reports By Polaris Market Research: Halal Food Market Europe SGLT2 Inhibitors Market Green Methanol Market Protein Characterization And Identification Market Pumpkin Seeds Market Nootropics Market Non-Pvc Iv Bags Market Player Tracking Market Development to Operations Market
    WWW.POLARISMARKETRESEARCH.COM
    System Integrator Market Revenue Trends & Growth Drivers 2024-2032
    Global system integrator market is expected to generate USD 44.27 billion by 2032 and exhibit a CAGR of 5.8% during the forecast period.
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  • Storie della Resistenza che ci piacciono.

    La rivolta pacifica delle donne che salvò 63 uomini in Emilia: "Per 11 giorni in corteo fino alla prigione dopo il rastrellamento dei nazisti" - Il Fatto Quotidiano
    Solo la determinazione delle donne ha permesso di salvare oltre 60 uomini: ecco cosa è successo

    Il 12 marzo 1945 i tedeschi fanno un rastrellamento tra Reggio e Modena. Le donne decidono di andare ogni giorno a piedi (circa due ore solo andata) per chiedere il rilascio di mariti e padri. Barbieri, che all'epoca aveva 13 anni: "Ricordo la paura". Ferrari (Anpi): "Qui la partecipazione popolare ha permesso la lotta partigiana"

    La rivolta pacifica delle donne che salvò 63 uomini in Emilia: “Per 11 giorni in corteo fino alla prigione dopo il rastrellamento dei nazisti”
    di Martina Castigliani
    Il 12 marzo 1945 i tedeschi fanno un rastrellamento tra Reggio e Modena. Le donne decidono di andare ogni giorno a piedi (circa due ore solo andata) per chiedere il rilascio di mariti e padri. Barbieri, che all'epoca aveva 13 anni: "Ricordo la paura". Ferrari (Anpi): "Qui la partecipazione popolare ha permesso la lotta partigiana"

    La nebbia, quel giorno, è fittissima. “Di quelle pesanti e piovose che penetrano nelle ossa”, racconta chi c’era. In Pianura Padana, nel lembo di terra che separa Correggio e Carpi, tra Reggio Emilia e Modena, vuol dire non riuscire a vedere oltre i propri piedi. Che il 12 marzo 1945 c’è un rastrellamento in corso, gli abitanti della frazione di Budrione lo capiscono dalle voci serrate dei comandi: ogni 10 metri c’è una testa e gli ordini si passano da uomo a uomo “come in una battuta di caccia”. Quello che avviene a un mese dalla Liberazione dal Nazifascismo è uno dei tanti episodi quasi sconosciuti di una guerra che ha travolto le campagne dove si nascondevano i partigiani. Questa volta però, l’epilogo è unico: a risolvere e impedire l’ennesimo eccidio sarà la resistenza civile e pacifica delle donne. Un atto raccontato in un libro preziosissimo del 2005, voluto dall’Anpi di Carpi (circolo E. Goldoni) e curato da Annamaria Loschi. Si intitola “Il coraggio delle donne” ed è un documento storico: contiene decine di testimonianze, molte delle quali di persone che ora non ci sono più, e che ricostruiscono un fatto mai arrivato sulle cronache nazionali. Ma che nelle campagne della bassa emiliana nessuno, finora, ha mai scordato. A raccontarlo sono i figli di chi quel giorno nero venne catturato: “Io avevo 13 anni e presero mio padre”, dice a ilfattoquotidiano.it Augusto Barbieri che ora di anni ne ha 93. “Anzi, di casa mia presero quattro uomini. Ricordo la paura. Tantissima paura”. Il rastrellamento lo fanno i tedeschi per vendicare l’agguato a un auto dei loro, avvenuto una settimana prima. A bordo c’erano un ufficiale e un sottoufficiale della Wehrmacht e un soldato mongolo: i primi due sapevano troppo e sono stati eliminati, il terzo ha chiesto e ottenuto di unirsi ai partigiani. I tedeschi non lo sanno e organizzano una controffensiva per liberarli che inizia alle 6 del mattino: catturano più di sessanta uomini (se ne contano almeno 63) e poi, in colonna, li portano in carcere a Correggio. Ma a quel punto succede qualcosa che nessun soldato nemico avrebbe potuto prevedere: i prigionieri vengono seguiti dalle donne in corteo che, sfidando armi e bombardamenti, ne chiedono il rilascio. Sono quasi due ore di cammino, quattro andata e ritorno, che ripeteranno ogni giorno per undici giorni. Fino alla liberazione.

    Il rastrellamento – Siamo a pochi km da Fossoli, dove sorgeva il campo di concentramento e transito verso i lager nazisti. In questa piana infinita, dove a sprazzi sorgono casolari e stalle, si nascondono i partigiani. Qui trovano accoglienza, mentre la vita quotidiana fatta di albe e lavoro va avanti. Il rastrellamento arriva all’improvviso e stravolge le comunità di Budrione, Fossoli e Migliarina. Se oggi sappiamo cosa è avvenuto, è grazie alle voci dei testimoni raccolte da Loschi in collaborazione con Augusto Barbieri, Pierino Bassoli e Lauro Cestelli. “Abbiamo cercato di parlare con più persone possibile”, ricorda Barbieri. Qui riportiamo alcune delle testimonianze contenute nel libro, ancora disponibile presso l’Anpi di Carpi. “Avevo 22 anni, quella mattina eravamo già tutti al lavoro”, dice Isden Morelli. “I tedeschi sono arrivati a casa nostra e hanno portato via con sé mio padre Bortolomeo e mio fratello Brenno”. Dante Bonatti parla del papà Dario che era “falegname e fabbro” ed era “anche addetto alle riparazioni delle armi dei partigiani. Eravamo tutti svegli”, “il rastrellamento è iniziato alle 5.30 del mattino”. Insieme ai tedeschi ci sono anche dei componenti della Brigata Nera di Carpi, che “in tuta grigioverde, avanzava nella nebbia fittissima. Questi ultimi erano ragazzi di 15-16 anni che noi conoscevamo, perché venivano a prendere i cocomeri durante la stagione. Per dissimulare la loro identità, però, tentavano di esprimersi in tedesco”. Luciano Bonatti ricorda che lo zio Dorno “venne preso dall’ultimo tedesco della fila mentre andava di corsa ad avvisare gli altri abitanti”. Bruno Dodi dice di essere rimasto in casa “sperando nella protezione della nebbia”. Ma è arrivato un tedesco che conosceva – “perché gli davamo qualcosa” – e al quale ha ubbidito, fidandosi che l’avrebbe liberato poi. “Invece la realtà è che io ero un ragazzo, ma i tedeschi erano uomini fatti, soldati abituati alla guerra”, dice.

    La maggior parte sono semplici contadini. Ma tra loro vengono catturati anche partigiani. Ad esempio, Bruno Cavazzoli che faceva la ronda e non riesce a prevenire il rastrellamento. Per “la nebbia tremenda”, “non abbiamo visto né sentito i tedeschi arrivare”. Cerca di scappare, ma viene fermato da due uomini a fucili spianati: “La mia prima reazione è stata molto umana”, confessa. “Ho sentito un rivolo caldo scendere lungo la gamba. È stato il massimo dell’angoscia che ho mai provato in vita mia”. Prima di essere catturato, prova a togliere la cravatta rossa per non provocarli: viene visto e schiaffeggiato.

    La rivolta delle donne – Il corteo dei 64 prigionieri parte da Budrione e va verso il carcere di Correggio: circa un’ora e mezza di cammino a piedi. “Disposti in fila per due o per quattro, i rastrellati si sono avviati senza nessun mezzo di trasporto”, raccontano. Erano tutti uomini, tranne una: fra di loro c’era Ardilia o Arsilia Goldoni, catturata mentre andava a lavorare al servizio della famiglia Pisa perché scambiata per una staffetta. Ma piano piano succede l’impensabile: lungo la strada il corteo comincia a ingrossarsi. “Il corteo, formato da tedeschi, fascisti e prigionieri non camminava solo: nonostante il grande pericolo, le donne hanno iniziato a seguirlo, chiamandosi l’una con l’altra”, racconta Vinicio Magnanini. Che ricorda come quel gesto, così forte e d’autonomia, avesse radici lontane. “Non si trattava tuttavia di una manifestazione semplice e spontanea: dietro c’era un’organizzazione politica e culturale, messa in atto da molti mesi, che poteva in questo frangente dare il coraggio alle donne, da sempre abituate a lavorare stando in secondo piano, (…) di affrontare e sfidare per chilometri soldati di un esercito feroce, ormai incalzato dagli eventi e per questo tanto più pericoloso”.

    Secondo i testimoni, il corteo a Correggio raduna più di 500 donne. Maria Allegretti racconta: “Un giorno il comandante partigiano, mi disse: devi organizzare le donne e dovete andare a Correggio a manifestare per gli uomini di Budrione! lo avevo mobilitato tutte le donne della zona e loro venivano volentieri, perché avevano tutte il marito, o un figlio, o un parente in prigione”. Prima di arrivare a Correggio, Allegretti avverte: state attente, perché potrebbero sparare dai tetti. “Loro però erano tutte con me perché volevano tentare di liberare i propri cari. La nostra manifestazione era pacifica: non avevamo armi, ma eravamo molto determinate. E cosi è stato fatto: noi, staffette e simpatizzanti, siamo andate a casa dei contadini a chiedere il cavallo, il biroccio, ma la maggioranza quel giorno è andata a piedi”.

    Ad un certo punto, i tedeschi sparano qualche colpo sulle manifestanti per disperderle: la tensione si alza. “Li seguimmo per circa 3 o 4 Km”, continua Zoe Busi. “Poi, in un momento di disperazione, incominciammo tutte a parlare: chiedevamo ai tedeschi di rilasciare i prigionieri”. È un gesto di sfida che richiede un enorme coraggio e non ci pensano due volte. “Zelmira Marchi si avvicinò loro e rimproverò il comportamento crudele. Un tedesco le lanciò una bomba a mano”. Anche Bruna Malavasi rimane ferita: “Io avevo 17 anni, ma in campagna allora si cresceva in fretta… Non mi ricordo neanche da dove sono partita io o chi mi avesse informata: so solo che con tutto un passaggio di voci ci siamo radunate in tante donne. Proprio in quella località ci hanno sparato: a me è arrivata una scheggia nell’avambraccio sinistro; ho sentito gli spari e mi sono trovata sanguinante. Mi è rimasto il segno, ancora oggi, dopo tanti anni”.

    Il corteo tuttavia riesce da arrivare fino a Correggio e qui le 500 donne che ormai si sono raggruppate inscenano una grande manifestazione davanti alla casa del fascio adibita a prigione. Lì, iniziano a sparare e arrestano Allegretti: “Le donne si sono
    spaventate moltissimo e si sono tutte sparpagliate, mentre io ed altre staffette siamo rimaste al centro della strada. Mi si sono avvicinati due fascisti che ci hanno accusate di fare una manifestazione senza l’autorizzazione, ma noi siamo ugualmente entrate nel cortile della prigione per fare sentire le nostre proteste”. Allora, vanno a cercare il comandante della Brigata Nera di Correggio, Alberto Giorgi: “Le donne sono entrate nel cortile”, dice Vanda Veroni, “e hanno tirato giù dal letto il comandante, anche se era indisposto, in modo che si interessasse della cosa. Lui fu costretto a occuparsi del fatto”.

    La resistenza civile e pacifica delle donne va avanti per undici giorni. Sono undici giorni di cortei che partivano al mattino e rientravano a metà giornata. Sempre e solo animati dalle donne. Di tutte le età. “Per tutto il tempo che rimasero chiusi, noi, con qualsiasi mezzo, carri, biciclette poche o a piedi, eravamo là davanti alla prigione“. Racconta ancora Vanda che a pranzo, spesso, si fermavano dal salumificio Veroni che dava loro “una minestra” e la signora cercava di tranquillizzarle. Si erano schierati con loro. Per le donne il lavoro era doppio: quando tornavano a casa, dovevano fare anche tutto quello che di solito spettava agli uomini nelle stalle. “Fu un periodo durissimo”. Maria viene liberata dopo tre giorni e solo perché nega di conoscere le altre: quando viene scortata dai soldati mongoli e tutte le vengono incontro, riesce a salvarsi perché parla in dialetto e loro non la capiscono.

    Barbieri ricorda molto bene quei giorni: “Come adesso”, dice a ilfattoquotidiano.it. “Sarò anche in difficoltà a muovere la lingua, ma ricordo tutto. Anche perché di casa mia avevo quattro prigionieri. E io, a 13 anni, all’improvviso ero rimasto l’uomo più grande della casa. E allora restavo a casa a tenere dietro alle mucche. Mia mamma e le mie zie andavano tutte le mattine”. E aggiunge: “All’inizio era molto difficile perché le donne si erano divise in commissioni e andavano a parlare con le varie autorità. Ma loro facevano degli ultimatum e dicevano che se non liberavamo i tre soldati, loro avrebbero fucilato tutti i prigionieri”. E poi, dice, “erano semi-analfabete e andare a parlare per una cosa così importante non era facile”. Un giorno, anche il piccolo Barbieri si unisce al corteo e riesce a vedere il padre: “Papà quando vi liberano?”, gli chiede. “E sapete cosa mi ha risposto? Quando tirano via il catenaccio”, ride. “Aveva fatto una battuta per non spaventarmi. Anche perché erano giorni di grande paura”. Si temeva che gli uomini non sarebbero usciti vivi, che ci sarebbe stata una strage. “Ma anche le colonne di donne nelle campagne ogni mattina erano un pericolo perché giravano gli apparecchi e potevano bombardarle. Il loro impegno è stato molto importante”, chiude.

    Dopo i primi giorni, vengono individuati e fucilati cinque partigiani: Mauro Bompani, Enzo Cremonini, Ettore Giovanardi. Ferruccio Tusberti, Augusto Armani. Poi iniziano lunghe ed estenuanti trattative: i tedeschi vogliono indietro i tre, ma non sanno che è impossibile. Alla fine avviene la liberazione dei sessanta, grazie all’intervento del commissario prefettizio di Carpi Enzo Scaltriti, che si dimostra aperto ai partigiani, e alla mediazione di monsignor Giuseppe Bonacini. Ma soprattutto grazie alla pressione esercitata dalla comunità femminile che non ha mai ceduto.

    Bruno racconta gli attimi successivi alla liberazione: “Siamo andati di corsa dalle donne che ci aspettavano fuori. Tutto il rientro è stata una gioia immensa: per la strada ci portavano dei pezzi di gnocco fritto e, quando siamo arrivati a Budrione, c’era una festa inimmaginabile. Le campane suonavano a distesa”. Dice Vanda: “Eravamo tutte contente. Durante il cammino, mi ricordo che un tale è salito sul rimorchio, anche se io ero davanti sul biroccio e poi voleva prendere la guida. Io allora mi sono detta: per undici giorni sono venuta qua, quindi adesso sto davanti io”. Parole importantissime, di un cambiamento che era avvenuto anche fuori dalla prigione. E ancora: “Io ed alcune signore, con le gambe penzoloni dal carretto, facevamo quasi ridere. Tutta la gente, lungo le strade, batteva le mani, con le lacrime agli occhi perché tutti erano soddisfatti di vedere che era stata una bella cosa che l’avventura era finita bene”.

    La partecipazione popolare oltre i partigiani – I racconti di chi c’era sono come fotografie che rimangono nel tempo. Scatti di un avvenimento che ha fatto la storia locale, ma non ha trovato abbastanza spazio nei libri di scuola o sui giornali. Il lavoro di memoria è stato possibile, “grazie ad Annamaria Loschi, insegnante animatrice dell’Associazione Memoria Storica di Budrione”, morta nel 2024, ricorda Lucio Ferrari, presidente dell’Anpi di Carpi. “Lei era appassionatissima”, dice. “Budrione è stato un centro di Resistenza molto forte qui nel Carpigiano e nella zona partigiana della provincia di Modena che è quella più vivace. Qui ci sono stati molti caduti: abbiamo 57 tra cippi e lapidi. In occasione dell’80esimo anniversario della Liberazione, siamo andati a rendere omaggio a tutti. E il 23 marzo scorso, abbiamo ricordato il rastrellamento”.Questo episodio, racconta, “è stata un’esperienza così forte che è rimasta” nel ricordo della comunità. “Da parte delle donne c’è voluto un grande coraggio perché lì c’erano tedeschi e fascisti che si sentivano un po’ accerchiati ed erano particolarmente aggressivi e violenti. Soprattutto nei confronti delle donne”. E la loro rivolta “è stata fondamentale per fare pressione e per liberare i prigionieri. È stata decisiva”. Ma in tutti gli anni della Resistenza, le donne hanno avuto un ruolo importante. Anche e non solo tra i partigiani: “Ricordiamo lo sciopero delle operaie della Manifattura tabacchi, quello delle mondine o quello per il pane”. E pure la battaglia della trebbiatura, “quando uomini e donne tolsero le cinghie alle trebbie per evitare che i tedeschi prendessero il grano da portare in Germania”. E “parteciparono anche le donne”. La resistenza “è diventato un momento di grande emancipazione perché la donna nella famiglia qui non aveva un posto. Il nonno e la nonna erano i cosiddetti comandanti della famiglia. E nella gerarchia c’era un posto solo per la moglie del nonno, che si chiamava la resdora. Quando è iniziata la lotta di Liberazione anche le donne hanno cominciato a cercare di conquistare uno spazio dentro e fuori la famiglia. Prima non era così”.

    Quello che i fatti di Budrione, Migliarina e Fossoli dimostrano è che non c’erano solo i partigiani e le partigiane. Ma anche una società civile attiva e comunità mobilitate per la Resistenza. “Il 22 aprile”, continua Ferrari, “giorno della Liberazione di Carpi, abbiamo inaugurato la mostra ‘Noi stavamo con i partigiani’ che racconta proprio tutta la partecipazione popolare. Nella nostra zona più di 100 case sono diventate rifugio, nascondendo le persone nelle stalle o nei fienili. Ci fu una grande copertura della popolazione. Certo ci furono anche le spie, ma in generale ci fu una grande partecipazione. Anche di altre formazioni: cattolici, socialisti e naturalmente comunisti”. Proprio “la partecipazione popolare pacifica”, chiude Ferrari, “ha reso possibile la lotta partigiana”. E senza la resistenza de “la” Maria, “la” Vanda, “la” Isden e di tutte le altre, probabilmente il lembo di terra tra Correggio e Carpi avrebbe pianto altri sessanta uomini.

    *Foto da “Il coraggio delle donne. 12-23 marzo 1945” (a cura di Annamaria Loschi e di Anpi Carpi – Circolo E.Goldoni Budrione)

    Source: https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/04/25/la-rivolta-pacifica-delle-donne-che-salvo-63-uomini-in-emilia-per-11-giorni-in-corteo-fino-alla-prigione-dopo-il-rastrellamento-dei-nazisti/7961324/
    Storie della Resistenza che ci piacciono. La rivolta pacifica delle donne che salvò 63 uomini in Emilia: "Per 11 giorni in corteo fino alla prigione dopo il rastrellamento dei nazisti" - Il Fatto Quotidiano Solo la determinazione delle donne ha permesso di salvare oltre 60 uomini: ecco cosa è successo Il 12 marzo 1945 i tedeschi fanno un rastrellamento tra Reggio e Modena. Le donne decidono di andare ogni giorno a piedi (circa due ore solo andata) per chiedere il rilascio di mariti e padri. Barbieri, che all'epoca aveva 13 anni: "Ricordo la paura". Ferrari (Anpi): "Qui la partecipazione popolare ha permesso la lotta partigiana" La rivolta pacifica delle donne che salvò 63 uomini in Emilia: “Per 11 giorni in corteo fino alla prigione dopo il rastrellamento dei nazisti” di Martina Castigliani Il 12 marzo 1945 i tedeschi fanno un rastrellamento tra Reggio e Modena. Le donne decidono di andare ogni giorno a piedi (circa due ore solo andata) per chiedere il rilascio di mariti e padri. Barbieri, che all'epoca aveva 13 anni: "Ricordo la paura". Ferrari (Anpi): "Qui la partecipazione popolare ha permesso la lotta partigiana" La nebbia, quel giorno, è fittissima. “Di quelle pesanti e piovose che penetrano nelle ossa”, racconta chi c’era. In Pianura Padana, nel lembo di terra che separa Correggio e Carpi, tra Reggio Emilia e Modena, vuol dire non riuscire a vedere oltre i propri piedi. Che il 12 marzo 1945 c’è un rastrellamento in corso, gli abitanti della frazione di Budrione lo capiscono dalle voci serrate dei comandi: ogni 10 metri c’è una testa e gli ordini si passano da uomo a uomo “come in una battuta di caccia”. Quello che avviene a un mese dalla Liberazione dal Nazifascismo è uno dei tanti episodi quasi sconosciuti di una guerra che ha travolto le campagne dove si nascondevano i partigiani. Questa volta però, l’epilogo è unico: a risolvere e impedire l’ennesimo eccidio sarà la resistenza civile e pacifica delle donne. Un atto raccontato in un libro preziosissimo del 2005, voluto dall’Anpi di Carpi (circolo E. Goldoni) e curato da Annamaria Loschi. Si intitola “Il coraggio delle donne” ed è un documento storico: contiene decine di testimonianze, molte delle quali di persone che ora non ci sono più, e che ricostruiscono un fatto mai arrivato sulle cronache nazionali. Ma che nelle campagne della bassa emiliana nessuno, finora, ha mai scordato. A raccontarlo sono i figli di chi quel giorno nero venne catturato: “Io avevo 13 anni e presero mio padre”, dice a ilfattoquotidiano.it Augusto Barbieri che ora di anni ne ha 93. “Anzi, di casa mia presero quattro uomini. Ricordo la paura. Tantissima paura”. Il rastrellamento lo fanno i tedeschi per vendicare l’agguato a un auto dei loro, avvenuto una settimana prima. A bordo c’erano un ufficiale e un sottoufficiale della Wehrmacht e un soldato mongolo: i primi due sapevano troppo e sono stati eliminati, il terzo ha chiesto e ottenuto di unirsi ai partigiani. I tedeschi non lo sanno e organizzano una controffensiva per liberarli che inizia alle 6 del mattino: catturano più di sessanta uomini (se ne contano almeno 63) e poi, in colonna, li portano in carcere a Correggio. Ma a quel punto succede qualcosa che nessun soldato nemico avrebbe potuto prevedere: i prigionieri vengono seguiti dalle donne in corteo che, sfidando armi e bombardamenti, ne chiedono il rilascio. Sono quasi due ore di cammino, quattro andata e ritorno, che ripeteranno ogni giorno per undici giorni. Fino alla liberazione. Il rastrellamento – Siamo a pochi km da Fossoli, dove sorgeva il campo di concentramento e transito verso i lager nazisti. In questa piana infinita, dove a sprazzi sorgono casolari e stalle, si nascondono i partigiani. Qui trovano accoglienza, mentre la vita quotidiana fatta di albe e lavoro va avanti. Il rastrellamento arriva all’improvviso e stravolge le comunità di Budrione, Fossoli e Migliarina. Se oggi sappiamo cosa è avvenuto, è grazie alle voci dei testimoni raccolte da Loschi in collaborazione con Augusto Barbieri, Pierino Bassoli e Lauro Cestelli. “Abbiamo cercato di parlare con più persone possibile”, ricorda Barbieri. Qui riportiamo alcune delle testimonianze contenute nel libro, ancora disponibile presso l’Anpi di Carpi. “Avevo 22 anni, quella mattina eravamo già tutti al lavoro”, dice Isden Morelli. “I tedeschi sono arrivati a casa nostra e hanno portato via con sé mio padre Bortolomeo e mio fratello Brenno”. Dante Bonatti parla del papà Dario che era “falegname e fabbro” ed era “anche addetto alle riparazioni delle armi dei partigiani. Eravamo tutti svegli”, “il rastrellamento è iniziato alle 5.30 del mattino”. Insieme ai tedeschi ci sono anche dei componenti della Brigata Nera di Carpi, che “in tuta grigioverde, avanzava nella nebbia fittissima. Questi ultimi erano ragazzi di 15-16 anni che noi conoscevamo, perché venivano a prendere i cocomeri durante la stagione. Per dissimulare la loro identità, però, tentavano di esprimersi in tedesco”. Luciano Bonatti ricorda che lo zio Dorno “venne preso dall’ultimo tedesco della fila mentre andava di corsa ad avvisare gli altri abitanti”. Bruno Dodi dice di essere rimasto in casa “sperando nella protezione della nebbia”. Ma è arrivato un tedesco che conosceva – “perché gli davamo qualcosa” – e al quale ha ubbidito, fidandosi che l’avrebbe liberato poi. “Invece la realtà è che io ero un ragazzo, ma i tedeschi erano uomini fatti, soldati abituati alla guerra”, dice. La maggior parte sono semplici contadini. Ma tra loro vengono catturati anche partigiani. Ad esempio, Bruno Cavazzoli che faceva la ronda e non riesce a prevenire il rastrellamento. Per “la nebbia tremenda”, “non abbiamo visto né sentito i tedeschi arrivare”. Cerca di scappare, ma viene fermato da due uomini a fucili spianati: “La mia prima reazione è stata molto umana”, confessa. “Ho sentito un rivolo caldo scendere lungo la gamba. È stato il massimo dell’angoscia che ho mai provato in vita mia”. Prima di essere catturato, prova a togliere la cravatta rossa per non provocarli: viene visto e schiaffeggiato. La rivolta delle donne – Il corteo dei 64 prigionieri parte da Budrione e va verso il carcere di Correggio: circa un’ora e mezza di cammino a piedi. “Disposti in fila per due o per quattro, i rastrellati si sono avviati senza nessun mezzo di trasporto”, raccontano. Erano tutti uomini, tranne una: fra di loro c’era Ardilia o Arsilia Goldoni, catturata mentre andava a lavorare al servizio della famiglia Pisa perché scambiata per una staffetta. Ma piano piano succede l’impensabile: lungo la strada il corteo comincia a ingrossarsi. “Il corteo, formato da tedeschi, fascisti e prigionieri non camminava solo: nonostante il grande pericolo, le donne hanno iniziato a seguirlo, chiamandosi l’una con l’altra”, racconta Vinicio Magnanini. Che ricorda come quel gesto, così forte e d’autonomia, avesse radici lontane. “Non si trattava tuttavia di una manifestazione semplice e spontanea: dietro c’era un’organizzazione politica e culturale, messa in atto da molti mesi, che poteva in questo frangente dare il coraggio alle donne, da sempre abituate a lavorare stando in secondo piano, (…) di affrontare e sfidare per chilometri soldati di un esercito feroce, ormai incalzato dagli eventi e per questo tanto più pericoloso”. Secondo i testimoni, il corteo a Correggio raduna più di 500 donne. Maria Allegretti racconta: “Un giorno il comandante partigiano, mi disse: devi organizzare le donne e dovete andare a Correggio a manifestare per gli uomini di Budrione! lo avevo mobilitato tutte le donne della zona e loro venivano volentieri, perché avevano tutte il marito, o un figlio, o un parente in prigione”. Prima di arrivare a Correggio, Allegretti avverte: state attente, perché potrebbero sparare dai tetti. “Loro però erano tutte con me perché volevano tentare di liberare i propri cari. La nostra manifestazione era pacifica: non avevamo armi, ma eravamo molto determinate. E cosi è stato fatto: noi, staffette e simpatizzanti, siamo andate a casa dei contadini a chiedere il cavallo, il biroccio, ma la maggioranza quel giorno è andata a piedi”. Ad un certo punto, i tedeschi sparano qualche colpo sulle manifestanti per disperderle: la tensione si alza. “Li seguimmo per circa 3 o 4 Km”, continua Zoe Busi. “Poi, in un momento di disperazione, incominciammo tutte a parlare: chiedevamo ai tedeschi di rilasciare i prigionieri”. È un gesto di sfida che richiede un enorme coraggio e non ci pensano due volte. “Zelmira Marchi si avvicinò loro e rimproverò il comportamento crudele. Un tedesco le lanciò una bomba a mano”. Anche Bruna Malavasi rimane ferita: “Io avevo 17 anni, ma in campagna allora si cresceva in fretta… Non mi ricordo neanche da dove sono partita io o chi mi avesse informata: so solo che con tutto un passaggio di voci ci siamo radunate in tante donne. Proprio in quella località ci hanno sparato: a me è arrivata una scheggia nell’avambraccio sinistro; ho sentito gli spari e mi sono trovata sanguinante. Mi è rimasto il segno, ancora oggi, dopo tanti anni”. Il corteo tuttavia riesce da arrivare fino a Correggio e qui le 500 donne che ormai si sono raggruppate inscenano una grande manifestazione davanti alla casa del fascio adibita a prigione. Lì, iniziano a sparare e arrestano Allegretti: “Le donne si sono spaventate moltissimo e si sono tutte sparpagliate, mentre io ed altre staffette siamo rimaste al centro della strada. Mi si sono avvicinati due fascisti che ci hanno accusate di fare una manifestazione senza l’autorizzazione, ma noi siamo ugualmente entrate nel cortile della prigione per fare sentire le nostre proteste”. Allora, vanno a cercare il comandante della Brigata Nera di Correggio, Alberto Giorgi: “Le donne sono entrate nel cortile”, dice Vanda Veroni, “e hanno tirato giù dal letto il comandante, anche se era indisposto, in modo che si interessasse della cosa. Lui fu costretto a occuparsi del fatto”. La resistenza civile e pacifica delle donne va avanti per undici giorni. Sono undici giorni di cortei che partivano al mattino e rientravano a metà giornata. Sempre e solo animati dalle donne. Di tutte le età. “Per tutto il tempo che rimasero chiusi, noi, con qualsiasi mezzo, carri, biciclette poche o a piedi, eravamo là davanti alla prigione“. Racconta ancora Vanda che a pranzo, spesso, si fermavano dal salumificio Veroni che dava loro “una minestra” e la signora cercava di tranquillizzarle. Si erano schierati con loro. Per le donne il lavoro era doppio: quando tornavano a casa, dovevano fare anche tutto quello che di solito spettava agli uomini nelle stalle. “Fu un periodo durissimo”. Maria viene liberata dopo tre giorni e solo perché nega di conoscere le altre: quando viene scortata dai soldati mongoli e tutte le vengono incontro, riesce a salvarsi perché parla in dialetto e loro non la capiscono. Barbieri ricorda molto bene quei giorni: “Come adesso”, dice a ilfattoquotidiano.it. “Sarò anche in difficoltà a muovere la lingua, ma ricordo tutto. Anche perché di casa mia avevo quattro prigionieri. E io, a 13 anni, all’improvviso ero rimasto l’uomo più grande della casa. E allora restavo a casa a tenere dietro alle mucche. Mia mamma e le mie zie andavano tutte le mattine”. E aggiunge: “All’inizio era molto difficile perché le donne si erano divise in commissioni e andavano a parlare con le varie autorità. Ma loro facevano degli ultimatum e dicevano che se non liberavamo i tre soldati, loro avrebbero fucilato tutti i prigionieri”. E poi, dice, “erano semi-analfabete e andare a parlare per una cosa così importante non era facile”. Un giorno, anche il piccolo Barbieri si unisce al corteo e riesce a vedere il padre: “Papà quando vi liberano?”, gli chiede. “E sapete cosa mi ha risposto? Quando tirano via il catenaccio”, ride. “Aveva fatto una battuta per non spaventarmi. Anche perché erano giorni di grande paura”. Si temeva che gli uomini non sarebbero usciti vivi, che ci sarebbe stata una strage. “Ma anche le colonne di donne nelle campagne ogni mattina erano un pericolo perché giravano gli apparecchi e potevano bombardarle. Il loro impegno è stato molto importante”, chiude. Dopo i primi giorni, vengono individuati e fucilati cinque partigiani: Mauro Bompani, Enzo Cremonini, Ettore Giovanardi. Ferruccio Tusberti, Augusto Armani. Poi iniziano lunghe ed estenuanti trattative: i tedeschi vogliono indietro i tre, ma non sanno che è impossibile. Alla fine avviene la liberazione dei sessanta, grazie all’intervento del commissario prefettizio di Carpi Enzo Scaltriti, che si dimostra aperto ai partigiani, e alla mediazione di monsignor Giuseppe Bonacini. Ma soprattutto grazie alla pressione esercitata dalla comunità femminile che non ha mai ceduto. Bruno racconta gli attimi successivi alla liberazione: “Siamo andati di corsa dalle donne che ci aspettavano fuori. Tutto il rientro è stata una gioia immensa: per la strada ci portavano dei pezzi di gnocco fritto e, quando siamo arrivati a Budrione, c’era una festa inimmaginabile. Le campane suonavano a distesa”. Dice Vanda: “Eravamo tutte contente. Durante il cammino, mi ricordo che un tale è salito sul rimorchio, anche se io ero davanti sul biroccio e poi voleva prendere la guida. Io allora mi sono detta: per undici giorni sono venuta qua, quindi adesso sto davanti io”. Parole importantissime, di un cambiamento che era avvenuto anche fuori dalla prigione. E ancora: “Io ed alcune signore, con le gambe penzoloni dal carretto, facevamo quasi ridere. Tutta la gente, lungo le strade, batteva le mani, con le lacrime agli occhi perché tutti erano soddisfatti di vedere che era stata una bella cosa che l’avventura era finita bene”. La partecipazione popolare oltre i partigiani – I racconti di chi c’era sono come fotografie che rimangono nel tempo. Scatti di un avvenimento che ha fatto la storia locale, ma non ha trovato abbastanza spazio nei libri di scuola o sui giornali. Il lavoro di memoria è stato possibile, “grazie ad Annamaria Loschi, insegnante animatrice dell’Associazione Memoria Storica di Budrione”, morta nel 2024, ricorda Lucio Ferrari, presidente dell’Anpi di Carpi. “Lei era appassionatissima”, dice. “Budrione è stato un centro di Resistenza molto forte qui nel Carpigiano e nella zona partigiana della provincia di Modena che è quella più vivace. Qui ci sono stati molti caduti: abbiamo 57 tra cippi e lapidi. In occasione dell’80esimo anniversario della Liberazione, siamo andati a rendere omaggio a tutti. E il 23 marzo scorso, abbiamo ricordato il rastrellamento”.Questo episodio, racconta, “è stata un’esperienza così forte che è rimasta” nel ricordo della comunità. “Da parte delle donne c’è voluto un grande coraggio perché lì c’erano tedeschi e fascisti che si sentivano un po’ accerchiati ed erano particolarmente aggressivi e violenti. Soprattutto nei confronti delle donne”. E la loro rivolta “è stata fondamentale per fare pressione e per liberare i prigionieri. È stata decisiva”. Ma in tutti gli anni della Resistenza, le donne hanno avuto un ruolo importante. Anche e non solo tra i partigiani: “Ricordiamo lo sciopero delle operaie della Manifattura tabacchi, quello delle mondine o quello per il pane”. E pure la battaglia della trebbiatura, “quando uomini e donne tolsero le cinghie alle trebbie per evitare che i tedeschi prendessero il grano da portare in Germania”. E “parteciparono anche le donne”. La resistenza “è diventato un momento di grande emancipazione perché la donna nella famiglia qui non aveva un posto. Il nonno e la nonna erano i cosiddetti comandanti della famiglia. E nella gerarchia c’era un posto solo per la moglie del nonno, che si chiamava la resdora. Quando è iniziata la lotta di Liberazione anche le donne hanno cominciato a cercare di conquistare uno spazio dentro e fuori la famiglia. Prima non era così”. Quello che i fatti di Budrione, Migliarina e Fossoli dimostrano è che non c’erano solo i partigiani e le partigiane. Ma anche una società civile attiva e comunità mobilitate per la Resistenza. “Il 22 aprile”, continua Ferrari, “giorno della Liberazione di Carpi, abbiamo inaugurato la mostra ‘Noi stavamo con i partigiani’ che racconta proprio tutta la partecipazione popolare. Nella nostra zona più di 100 case sono diventate rifugio, nascondendo le persone nelle stalle o nei fienili. Ci fu una grande copertura della popolazione. Certo ci furono anche le spie, ma in generale ci fu una grande partecipazione. Anche di altre formazioni: cattolici, socialisti e naturalmente comunisti”. Proprio “la partecipazione popolare pacifica”, chiude Ferrari, “ha reso possibile la lotta partigiana”. E senza la resistenza de “la” Maria, “la” Vanda, “la” Isden e di tutte le altre, probabilmente il lembo di terra tra Correggio e Carpi avrebbe pianto altri sessanta uomini. *Foto da “Il coraggio delle donne. 12-23 marzo 1945” (a cura di Annamaria Loschi e di Anpi Carpi – Circolo E.Goldoni Budrione) Source: https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/04/25/la-rivolta-pacifica-delle-donne-che-salvo-63-uomini-in-emilia-per-11-giorni-in-corteo-fino-alla-prigione-dopo-il-rastrellamento-dei-nazisti/7961324/
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  • In the fast-evolving healthcare industry, the demand for skilled hospital administrators is at an all-time high. Hospital administration is crucial for the efficient functioning of healthcare institutions, ensuring that they provide the best patient care while maintaining high standards of management, legal compliance, financial stability, and operational efficiency. At IMS Business School in Kerala, specialized hospital administration courses are designed to equip students with the essential knowledge and practical skills needed for a successful career in healthcare management. These courses blend theoretical learning with real-world experience, ensuring that graduates are fully prepared to meet the demands of this dynamic and challenging sector.

    Curriculum Overview
    IMS Business School offers comprehensive hospital administration courses that cover a wide array of essential topics required for effective management of healthcare facilities. These courses are carefully structured to provide students with an in-depth understanding of hospital operations, financial management, healthcare policies, quality assurance, human resource management, and much more. The curriculum is meticulously crafted to incorporate the latest industry trends, healthcare reforms, and technological advancements, ensuring that students are well-equipped to thrive in the ever-changing healthcare landscape.

    Some of the key topics included in the curriculum are:

    Healthcare Policies: Understanding the structure, policies, and regulations governing the healthcare sector is essential for effective administration. Students explore both national and international healthcare systems, the challenges they face, and how policies influence healthcare delivery.

    Hospital Operations: The courses provide in-depth insights into the day-to-day management of hospitals, including workflow optimization, resource allocation, and operational efficiency. Students learn how to manage the entire hospital system, from patient admissions to discharges, while ensuring high-quality service delivery.

    Financial Management in Healthcare: A crucial aspect of hospital administration, financial management covers budgeting, financial planning, revenue cycle management, and cost control. Hospital administrators need to ensure that the facility operates within budget while providing the best possible care for patients.

    Healthcare Information Systems: With technology playing a key role in modern healthcare, students gain hands-on experience with healthcare management software, electronic health records (EHRs), and telemedicine systems that are essential for enhancing patient care, improving communication, and streamlining administrative tasks.

    Quality Assurance: Hospital administrators must ensure that their institutions comply with the highest quality standards in healthcare. Students learn to implement quality control programs, measure performance indicators, and continually improve service delivery through systems like Six Sigma and Lean management.

    Human Resource Management: One of the most important components of hospital administration is managing the workforce. Students delve into recruitment, training, performance management, and labor relations, focusing on how to build a motivated and effective healthcare team.

    Hands-On Learning and Real-World Experience
    IMS Business School ensures that students gain practical experience in addition to their theoretical knowledge. Through internships and training programs at leading hospitals and healthcare institutions in Kochi, students are given the opportunity to work in real-world healthcare settings. This hands-on experience is invaluable in developing the practical skills required to manage hospital operations effectively.

    By working alongside seasoned professionals in a hospital environment, students can apply their classroom learning to practical challenges, such as patient care coordination, managing healthcare teams, and implementing quality improvement programs. These internships also allow students to build professional networks, gain industry insights, and establish connections that can be beneficial throughout their careers.

    Guest Lectures and Industry Exposure
    IMS Business School frequently organizes guest lectures, seminars, and workshops with prominent figures from the healthcare industry. These events provide students with exposure to the latest trends in hospital administration, healthcare policies, and technological advancements. By learning from experienced professionals and thought leaders, students get a broader perspective on the healthcare sector and understand its evolving challenges and opportunities.

    In addition, the school hosts industry events and conferences where students can interact with top-tier healthcare administrators, medical professionals, and healthcare executives. These events are an excellent opportunity for students to learn about the future of healthcare, network with potential employers, and stay updated with industry innovations.

    The Importance of Hospital Administration Courses (https://imsgroupofinstitutions.com/digital-marketing-courses/
    Hospital administration courses are designed to meet the growing demand for professionals who can effectively manage healthcare institutions and ensure high-quality patient care. The importance of these courses cannot be overstated, as healthcare administrators play a pivotal role in the success of hospitals and healthcare systems. Here are several reasons why hospital administration courses are vital:

    1. Enhancing Healthcare Management
    Hospital administration courses offer in-depth knowledge of healthcare management principles, including planning, organizing, staffing, and controlling hospital operations. Effective management is directly tied to the quality of patient care, as administrators make critical decisions that impact hospital efficiency and patient outcomes. Students are taught to manage the hospital’s resources efficiently while ensuring that patients receive the highest standard of care.

    2. Ensuring Compliance with Healthcare Regulations
    The healthcare industry is one of the most heavily regulated sectors worldwide. Administrators must stay abreast of laws and regulations set by government bodies and health authorities. Hospital administration courses teach students about compliance issues, including patient rights, confidentiality, and adherence to regulatory standards. Understanding these legal requirements helps administrators mitigate legal risks, maintain ethical practices, and ensure that healthcare facilities operate within the bounds of the law.

    3. Financial Management and Resource Allocation
    Financial management is crucial in any business, and hospitals are no exception. Hospital administrators are responsible for managing budgets, ensuring financial stability, reducing operational costs, and making sound financial decisions that do not compromise patient care. Courses in hospital administration provide students with the knowledge of healthcare economics, accounting, and financial analysis, empowering them to make informed decisions that support the financial health of the organization.

    4. Improving Patient Care and Satisfaction
    One of the most critical objectives of hospital administration is to ensure high-quality patient care. Students in hospital administration courses learn how to implement patient-centered care models, improve communication within healthcare teams, and streamline operations to enhance the overall patient experience. Administrators are taught how to develop strategies that improve patient satisfaction, reduce wait times, and ensure positive health outcomes.

    5. Human Resource Management and Workforce Optimization
    Hospitals rely on highly skilled and dedicated professionals to provide exceptional care. Hospital administration courses focus on human resource management, teaching students how to recruit, train, and retain a talented workforce. By fostering a supportive work environment and ensuring effective performance management, hospital administrators help build cohesive teams that work together to deliver top-notch patient care.

    6. Leadership and Strategic Planning
    Effective leadership is a hallmark of successful hospital administration. Hospital administrators are responsible for setting the strategic direction of their institutions and making decisions that align with organizational goals. Hospital administration courses equip students with leadership and management skills, including decision-making, strategic planning, problem-solving, and crisis management. These skills are critical for guiding hospitals through change, adapting to new technologies, and responding to shifts in patient demographics or healthcare policies.

    7. Integration of Technology in Healthcare
    Technology plays a transformative role in healthcare today. Hospital administration courses provide students with the skills to manage healthcare information systems, including electronic health records (EHRs), telemedicine platforms, and health management software. Administrators learn how to harness technology to improve patient care, protect data security, and streamline hospital processes, thereby enhancing overall efficiency.

    8. Crisis Management and Emergency Preparedness
    Hospitals must be equipped to handle emergencies such as natural disasters, pandemics, or mass casualty events. Hospital administration courses teach students how to develop emergency preparedness plans, allocate resources during crises, and ensure the continuity of care in challenging situations. With proper training, administrators can lead their hospitals through emergencies, safeguarding both patients and staff.


    In the fast-evolving healthcare industry, the demand for skilled hospital administrators is at an all-time high. Hospital administration is crucial for the efficient functioning of healthcare institutions, ensuring that they provide the best patient care while maintaining high standards of management, legal compliance, financial stability, and operational efficiency. At IMS Business School in Kerala, specialized hospital administration courses are designed to equip students with the essential knowledge and practical skills needed for a successful career in healthcare management. These courses blend theoretical learning with real-world experience, ensuring that graduates are fully prepared to meet the demands of this dynamic and challenging sector. Curriculum Overview IMS Business School offers comprehensive hospital administration courses that cover a wide array of essential topics required for effective management of healthcare facilities. These courses are carefully structured to provide students with an in-depth understanding of hospital operations, financial management, healthcare policies, quality assurance, human resource management, and much more. The curriculum is meticulously crafted to incorporate the latest industry trends, healthcare reforms, and technological advancements, ensuring that students are well-equipped to thrive in the ever-changing healthcare landscape. Some of the key topics included in the curriculum are: Healthcare Policies: Understanding the structure, policies, and regulations governing the healthcare sector is essential for effective administration. Students explore both national and international healthcare systems, the challenges they face, and how policies influence healthcare delivery. Hospital Operations: The courses provide in-depth insights into the day-to-day management of hospitals, including workflow optimization, resource allocation, and operational efficiency. Students learn how to manage the entire hospital system, from patient admissions to discharges, while ensuring high-quality service delivery. Financial Management in Healthcare: A crucial aspect of hospital administration, financial management covers budgeting, financial planning, revenue cycle management, and cost control. Hospital administrators need to ensure that the facility operates within budget while providing the best possible care for patients. Healthcare Information Systems: With technology playing a key role in modern healthcare, students gain hands-on experience with healthcare management software, electronic health records (EHRs), and telemedicine systems that are essential for enhancing patient care, improving communication, and streamlining administrative tasks. Quality Assurance: Hospital administrators must ensure that their institutions comply with the highest quality standards in healthcare. Students learn to implement quality control programs, measure performance indicators, and continually improve service delivery through systems like Six Sigma and Lean management. Human Resource Management: One of the most important components of hospital administration is managing the workforce. Students delve into recruitment, training, performance management, and labor relations, focusing on how to build a motivated and effective healthcare team. Hands-On Learning and Real-World Experience IMS Business School ensures that students gain practical experience in addition to their theoretical knowledge. Through internships and training programs at leading hospitals and healthcare institutions in Kochi, students are given the opportunity to work in real-world healthcare settings. This hands-on experience is invaluable in developing the practical skills required to manage hospital operations effectively. By working alongside seasoned professionals in a hospital environment, students can apply their classroom learning to practical challenges, such as patient care coordination, managing healthcare teams, and implementing quality improvement programs. These internships also allow students to build professional networks, gain industry insights, and establish connections that can be beneficial throughout their careers. Guest Lectures and Industry Exposure IMS Business School frequently organizes guest lectures, seminars, and workshops with prominent figures from the healthcare industry. These events provide students with exposure to the latest trends in hospital administration, healthcare policies, and technological advancements. By learning from experienced professionals and thought leaders, students get a broader perspective on the healthcare sector and understand its evolving challenges and opportunities. In addition, the school hosts industry events and conferences where students can interact with top-tier healthcare administrators, medical professionals, and healthcare executives. These events are an excellent opportunity for students to learn about the future of healthcare, network with potential employers, and stay updated with industry innovations. The Importance of Hospital Administration Courses (https://imsgroupofinstitutions.com/digital-marketing-courses/ Hospital administration courses are designed to meet the growing demand for professionals who can effectively manage healthcare institutions and ensure high-quality patient care. The importance of these courses cannot be overstated, as healthcare administrators play a pivotal role in the success of hospitals and healthcare systems. Here are several reasons why hospital administration courses are vital: 1. Enhancing Healthcare Management Hospital administration courses offer in-depth knowledge of healthcare management principles, including planning, organizing, staffing, and controlling hospital operations. Effective management is directly tied to the quality of patient care, as administrators make critical decisions that impact hospital efficiency and patient outcomes. Students are taught to manage the hospital’s resources efficiently while ensuring that patients receive the highest standard of care. 2. Ensuring Compliance with Healthcare Regulations The healthcare industry is one of the most heavily regulated sectors worldwide. Administrators must stay abreast of laws and regulations set by government bodies and health authorities. Hospital administration courses teach students about compliance issues, including patient rights, confidentiality, and adherence to regulatory standards. Understanding these legal requirements helps administrators mitigate legal risks, maintain ethical practices, and ensure that healthcare facilities operate within the bounds of the law. 3. Financial Management and Resource Allocation Financial management is crucial in any business, and hospitals are no exception. Hospital administrators are responsible for managing budgets, ensuring financial stability, reducing operational costs, and making sound financial decisions that do not compromise patient care. Courses in hospital administration provide students with the knowledge of healthcare economics, accounting, and financial analysis, empowering them to make informed decisions that support the financial health of the organization. 4. Improving Patient Care and Satisfaction One of the most critical objectives of hospital administration is to ensure high-quality patient care. Students in hospital administration courses learn how to implement patient-centered care models, improve communication within healthcare teams, and streamline operations to enhance the overall patient experience. Administrators are taught how to develop strategies that improve patient satisfaction, reduce wait times, and ensure positive health outcomes. 5. Human Resource Management and Workforce Optimization Hospitals rely on highly skilled and dedicated professionals to provide exceptional care. Hospital administration courses focus on human resource management, teaching students how to recruit, train, and retain a talented workforce. By fostering a supportive work environment and ensuring effective performance management, hospital administrators help build cohesive teams that work together to deliver top-notch patient care. 6. Leadership and Strategic Planning Effective leadership is a hallmark of successful hospital administration. Hospital administrators are responsible for setting the strategic direction of their institutions and making decisions that align with organizational goals. Hospital administration courses equip students with leadership and management skills, including decision-making, strategic planning, problem-solving, and crisis management. These skills are critical for guiding hospitals through change, adapting to new technologies, and responding to shifts in patient demographics or healthcare policies. 7. Integration of Technology in Healthcare Technology plays a transformative role in healthcare today. Hospital administration courses provide students with the skills to manage healthcare information systems, including electronic health records (EHRs), telemedicine platforms, and health management software. Administrators learn how to harness technology to improve patient care, protect data security, and streamline hospital processes, thereby enhancing overall efficiency. 8. Crisis Management and Emergency Preparedness Hospitals must be equipped to handle emergencies such as natural disasters, pandemics, or mass casualty events. Hospital administration courses teach students how to develop emergency preparedness plans, allocate resources during crises, and ensure the continuity of care in challenging situations. With proper training, administrators can lead their hospitals through emergencies, safeguarding both patients and staff.
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  • Tie the Knot in the Blue City – Jodhpur!

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    💍 Tie the Knot in the Blue City – Jodhpur! ✨ Jodhpur, with its magnificent palaces, forts, and vibrant culture, offers a royal setting for the wedding of your dreams. Let the best wedding planners in Jodhpur craft an unforgettable celebration that blends tradition, elegance, and luxury. ✨ Why Choose Us? 🏰 Access to iconic venues like Umaid Bhawan and Mehrangarh Fort 🌸 Bespoke decor to match your unique style 🎉 Flawless execution for a stress-free experience 💖 Personal touches that will make your wedding unforgettable Make your wedding a royal affair in Jodhpur’s majestic surroundings! 🌟 📞 Get in touch today to start planning your dream wedding in Jodhpur! 💌 #JodhpurWeddings #WeddingPlannersJodhpur #DestinationWedding #RoyalWeddings #WeddingInJodhpur
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  • L'imbecillità della Milano che vota Sala. Non mi riconosco in questi idioti!

    Anna Netrebko fischiata alla Scala
    Il direttore artistico del Teatro alla Scala, Dominique Meyer, dopo l’evento del 7 dicembre, ha preso le difese dell’artista, definendo “.

    https://www.salvatorebrizzi.com/2024/12/anna-netrebko-fischiata-alla-scala.html?fbclid=IwY2xjawHM8l9leHRuA2FlbQIxMQABHWNyBZcvlTj7BU8J94z0ZGxeZVlrWqtIa6-sXZs1tSNhkcrJ6xkZeq7m3w_aem_3gS_RhNZvdiYCe7DO4qibQ&m=1&sfnsn=scwspwa
    L'imbecillità della Milano che vota Sala. Non mi riconosco in questi idioti! Anna Netrebko fischiata alla Scala Il direttore artistico del Teatro alla Scala, Dominique Meyer, dopo l’evento del 7 dicembre, ha preso le difese dell’artista, definendo “. https://www.salvatorebrizzi.com/2024/12/anna-netrebko-fischiata-alla-scala.html?fbclid=IwY2xjawHM8l9leHRuA2FlbQIxMQABHWNyBZcvlTj7BU8J94z0ZGxeZVlrWqtIa6-sXZs1tSNhkcrJ6xkZeq7m3w_aem_3gS_RhNZvdiYCe7DO4qibQ&m=1&sfnsn=scwspwa
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    Anna Netrebko fischiata alla Scala
    Il direttore artistico del Teatro alla Scala, Dominique Meyer, dopo l’evento del 7 dicembre, ha preso le difese dell’artista, definendo “...
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  • https://www.milanocittastato.it/news/1-000-lampioni-saranno-trasformati-in-antenne-5g-milano-andra-a-una-velocita-record/?fbclid=IwY2xjawGolyFleHRuA2FlbQIxMQABHYJQl8I0cNcm9gACcZoK7zW6kq8aod5gxx_YZH6nkxt9PijgZsjIJ9og4Q_aem_PwK_Dy5f-84Io6VLuEjfsA&sfnsn=scwspwa#goog_rewarded
    https://www.milanocittastato.it/news/1-000-lampioni-saranno-trasformati-in-antenne-5g-milano-andra-a-una-velocita-record/?fbclid=IwY2xjawGolyFleHRuA2FlbQIxMQABHYJQl8I0cNcm9gACcZoK7zW6kq8aod5gxx_YZH6nkxt9PijgZsjIJ9og4Q_aem_PwK_Dy5f-84Io6VLuEjfsA&sfnsn=scwspwa#goog_rewarded
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  • Ellie Sutton has spoken out after years of chronic fatigue and excruciating nerve pain that doctors had previously dismissed.

    After receiving her second AstraZeneca shot in December 2021, Ms. Sutton experienced an alarming episode. "Not long after that, the entire right side of my body went numb," she said.

    Since taking two AstraZeneca COVID-19 vaccines and a Pfizer booster, Ms. Sutton says her life has been severely affected by debilitating pain and chronic fatigue.

    Ellie Sutton ha parlato dopo anni di stanchezza cronica e di lancinante dolore ai nervi che i medici avevano precedentemente liquidato.

    Dopo aver ricevuto la sua seconda dose di AstraZeneca a dicembre 2021, la Sig.ra Sutton ha avuto un episodio allarmante. "Non molto tempo dopo, l'intero lato destro del mio corpo si è intorpidito", ha detto.

    Da quando ha assunto due vaccini AstraZeneca COVID-19 e un richiamo Pfizer, la Sig.ra Sutton afferma che la sua vita è stata gravemente influenzata da dolore debilitante e stanchezza cronica.

    Source: https://www.dailymail.co.uk/news/article-13969163/Ellie-sutton-covid-vaccine-injury.html?ito=social-facebook&fbclid=IwY2xjawGd24xleHRuA2FlbQIxMQABHVxxyKfeTLSBokPCagNxh8fMMKTHD4ODZV2mxG01ren9O8JAIQJlqotIKQ_aem_HHFaLegn5ebmdfCgVOMSAA

    Follow: @Covid19vaccinevictims
    Ellie Sutton has spoken out after years of chronic fatigue and excruciating nerve pain that doctors had previously dismissed. After receiving her second AstraZeneca shot in December 2021, Ms. Sutton experienced an alarming episode. "Not long after that, the entire right side of my body went numb," she said. Since taking two AstraZeneca COVID-19 vaccines and a Pfizer booster, Ms. Sutton says her life has been severely affected by debilitating pain and chronic fatigue. Ellie Sutton ha parlato dopo anni di stanchezza cronica e di lancinante dolore ai nervi che i medici avevano precedentemente liquidato. Dopo aver ricevuto la sua seconda dose di AstraZeneca a dicembre 2021, la Sig.ra Sutton ha avuto un episodio allarmante. "Non molto tempo dopo, l'intero lato destro del mio corpo si è intorpidito", ha detto. Da quando ha assunto due vaccini AstraZeneca COVID-19 e un richiamo Pfizer, la Sig.ra Sutton afferma che la sua vita è stata gravemente influenzata da dolore debilitante e stanchezza cronica. Source: https://www.dailymail.co.uk/news/article-13969163/Ellie-sutton-covid-vaccine-injury.html?ito=social-facebook&fbclid=IwY2xjawGd24xleHRuA2FlbQIxMQABHVxxyKfeTLSBokPCagNxh8fMMKTHD4ODZV2mxG01ren9O8JAIQJlqotIKQ_aem_HHFaLegn5ebmdfCgVOMSAA Follow: @Covid19vaccinevictims
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